10 borghi italiani da visitare a maggio 2024
Fra primavera e inizio dell’estate arriva il misto fra venti freschi, venti caldi e voglia di colori: è il momento perfetto per i fiori. Cosa c’è di meglio che prepararsi una vacanzina proprio per questo mese? Giugno e l’afa devono ancora arrivare, è l’unico momento perfetto per dei ricordi in tranquillità: ecco dieci borghi coloratissimi da scoprire questo mese.
Varzi – Lombardia
Bard – Valle d’Aosta
Erice – Sicilia
Gesualdo – Campania
Acaya – Puglia
Recanati – Marche
Spello – Umbria
Castelmezzano – Basilicata
Lollove – Sardegna
Radda in Chianti – Toscana
Varzi – Lombardia
Oltre al quartiere medievale Varzi ha due chiese: la Chiesa dei Rossi e la Chiesa dei Bianchi, chiamate a seconda del colore delle mantelline che i propri membri indossavano
Al centro della Valle Staffora e vicino a Bobbio, Varzi (in Lombardia) è immersa nella natura. Dall’apparenza modesta, ma che fu al centro della stirpe dei Malaspina, che controllarono tutta la valle e ci fecero un castello-palazzo ben fortificato, un punto di ristoro per i pellegrini. Una meta stupenda, famosa anche per i propri mercatini di natale e le degustazioni nel centro storico a giugno, come Città del salame (il salame di Varzi è DOP).
Bard – Valle d’Aosta
Il forte lungo il fiume della Dora Baltea, denominato inexpugnabile oppidum nel 1034, presidio anche dei Savoia
Una gemma nella Valle d’Aosta, abitata sin dal Neolitico, che vedeva passare i romani per la via delle Gallie. Nominata a seguito della signoria dei Bard, è famosa per alcune cose: il proprio forte, il borgo medievale (XV secolo), lo scivolo delle donne ed il palazzo settecentesco degli ultimi conti di Bard.
Erice – Sicilia
La chiesa di San Giovanni Battista di Erice, che venne restaurata con modifiche dai normanni, e che venne ampliata in epoca spagnola perché considerata troppo “piccola”
Erice, sul golfo di Trapani, è un borgo romantico e perfetto per le camminate. Appena viene nominato a chi la conosce, torna subito in mente la meravigliosa chiesa di San Giovanni Battista, sul lato ebraico, che oggi fa da auditorium. Da vedere ci sono sicuramente un castello normanno fatto sui resti di un tempio romano, il Castello di Venere o anche la Torretta Pepoli, deliziosamente eclettica, proprio sotto al castello.
Gesualdo – Campania
Il Castello di Gesualdo, circondato da 4 torrioni al cui interno nasce e rinasce l’arte, gotica e rinascimentale. Secondo fonti storiche fu lui a rinnovarlo in corte rinascimentale, con tanto di teatro
La terra di mezzo fra due valli, nella storica Irpinia in provincia di Avellino. Decisamente amata da chi ama la musica di Carlo Gesualdo principe di Venosa, che ci visse a fine del Cinquecento, fra i Borghi più belli d’Italia da un paio di anni. Per cosa? Sicuramente per le fontane, le chiese ed il castello il cui sguardo trafigge nuvole, ombre e terra. Che è aperto al pubblico, anche per i concerti.
Acaya – Puglia
Il Castello di Acaya, la rocca del Cinquecento dai bastioni tozzi e robusti, progettati per contrastare le armi da fuoco, con cannoniere a tutti i livelli
Una piccola frazione di Vernole vicino a Lecce, è una piccola cittadina fortificata del sedicesimo secolo. È rimasto ancorato al medioevo, poco ma sicuro: si entra da un grande portone d’ingresso suggestivo come pochi. Circondato da ulivi e macchia mediterranea sta a metà fra l’Adriatico e Le Cesine, una riserva naturale, una oasi paludosa con due stagni divisi dal mare e da strisce di sabbia.
Recanati – Marche
Sulla cima di un colle, Giacomo Leopardi ricorda a tutti il proprio borgo fra storia e poesia, così come i Leopardi che ancora risiedono lì.
Una camminata a Recanati è d’obbligo per vedere il famoso colle (e la siepe) che sempre cari gli furono. Ma non c’è solo il Palazzo Leopardi e ciò che potete immaginare di annesso, da vedere, c’è anche il Museo Diocesano o il Civico Museo Beniamino Gigli dedicato al cantante lirico, dove nella sala principale c’è un minuscolo cinema dove fanno on-air i film di Gigli.
Spello – Umbria
Bisogno di colori? Siamo a maggio, è il momento migliore.
In provincia di Perugia c’è il borgo dove chi vive al centro storico fa a gara per avere il balcone più colorato dai fiori. Un piccolo borgo tutto umbro, poi preso dai romani, che infatti (sotto Augusto) la chiamarono Splendidissima Colonia Julia. Anche qui c’è una porta all’ingresso della città, la Porta Consolare, con a fianco una torre dell’orologio con un olivo secolare.
Castelmezzano – Basilicata
Castelmezzano. Potrebbe far freddino, sicuro, tanto quanto è una meta romantica
Anch’esso parte dei Borghi più belli d’Italia, proprio nel centro delle Dolomiti Lucane, poggiato su una parete di rocce. Castelmezzano, in provincia di Potenza, ha un panorama che è tutto un programma.
Volete di più? Beh non sorprendetevi se appena arrivati vi viene una voglia improvvisa di trekking, o almeno andare sulla zipline Volo dell’Angelo che unisce Castelmezzano a Pietrapertosa, che trovate qui.
Lollove – Sardegna
A due passi da Nuoro c’è Lollove, parola che sta ad indicare una ghianda. Perché? Beh, Lollove (o Lollobe in sardo) era un’area piena di querce e ricca di ghiande, ottime per i suini. Dubbi sulla bontà del porceddu?
Tra le montagne della Barbagia c’è questa piccola frazione senza tempo con le casette in pietra grigia e i vicoli fioriti. Abbiamo già detta piccola? Nel 1615 aveva 25 abitanti. È infatti poco abitata da poche famiglie, mantenendo le casette di pietra e terra, da ammirare assieme alla chiesetta gotica di Santa Maria Maddalena.
Radda in Chianti – Toscana
Premiata con la Bandiera Arancione dal Touring Club, dopotutto, sigillo di garanzia che valorizza sia la bellezza che l’accoglienza dei borghi italiani.
Cuore del Chianti Classico, senza alcun dubbio, Radda è un borghetto circondato dai vigneti. Certo, non si vive di vino rosso (maybe) ma anche di Vinsanto e vini Super Tuscan. In provincia di Siena c’è la storia etrusca, che riporta alla storia, fra un calice e l’altro. Essendo una zona prettamente vinicola c’è molto da degustare e molto da vedere a livello paesaggistico. Da vedere però c’è anche la ghiacciaia granducale di Radda, vicino ai giardini comunali, o anche il Palazzo del Podestà fatto nel ‘400 ma ricostruito nel 1478 a seguito di una guerra ragonese. Sulla facciata del Palazzo ci sono i 51 stemmi dei podestà che si sono susseguiti col tempo.