È il borgo della Sicilia che ha rivoluzionato la cucina in tutto il mondo, ma qui i dolci si preparano proprio come una volta

Un borgo dalla dimensione sospesa, che si affaccia su un panorama sconfinato, dove terra e mare si intrecciano in una serie di scenari incredibilmente belli. Siamo in Sicilia, ma potremmo quasi dire di essere su una fetta di paradiso, perché qui, alla storia e alla natura, si è aggiunta anche la cultura e la gastronomia, che si è palesata nella rivoluzione della cucina molecolare, vero e proprio spartiacque tra due modi di cucinare e di intendere la preparazione dei cibi. Le saline di Trapani verso il basso con l’azzurro intenso del Mar Tirreno, un paese roccioso e ocra in cui carpire il profumo morbido dei dolci tipici, il buono di un bicchiere di vino: è Erice, bellezza.
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Tra cielo e mare
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Siamo a più di 700 m. s.l.m., dove troviamo il castello, i monasteri e i vicoli che ci consentono una passeggiata alla scoperta della storia e della cultura che cogliamo in ogni piccolo particolare. Da qui si può ammirare non solo il golfo di Trapani, ma si scorgono anche le isole Egadi, il monte Cofano e addirittura Pantelleria se il meteo presenta condizioni favorevoli. Erice è molto di più di una terrazza panoramica, è una dimensione magica nella quale bisogna calarsi almeno una volta e le motivazioni non sono semplicemente quelle appena elencate. Ci sono tante ragioni per scegliere questo posto meraviglioso che è un concentrato di bellezza e armonia, un gioiello che impreziosisce ancora di più una terra come la Sicilia che sembrerebbe avere già tutto, eppure Erice aggiunge quel tocco in più che riempie di meraviglia.
Borgo diVino in Tour e la Sicilia nel calice
Erice è una delle tappe più interessanti dell’evento itinerante Borgo diVino in Tour, che ha deciso di fare tappa proprio qui nel weekend del 29, 30 e 31 agosto 2025: un’occasione unica dove ad Erice diventa protagonista il vino. Per tre giorni, la terrazza sulla Sicilia ospiterà una rassegna dedicata ai migliori vini della regione e d’Italia, una selezione ragionata di calici, ma anche di degustazioni gastronomiche e musica, in uno dei contesti più belli del nostro Paese. L’evento, che è ad accesso libero, mette a disposizione un voucher degustazione che dà diritto a 8 assaggi di vino a scelta tra le cantine presenti, mentre le specialità gastronomiche potranno essere acquistate direttamente sul posto.
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I vini della Sicilia da bere ad Erice
Cominciamo con Erice DOC, che comprende sia vitigni autoctoni, che internazionali: sicuramente tra i primi spicca lo Zibibbo (Moscato d’Alessandria), vitigno fondamentale un po’ per tutta la Sicilia. In questa denominazione lo troviamo al 95% nell’Erice Moscato DOC, una tipologia di vino caratterizzata da una grossa aromaticità, con un profumo inconfondibile e un gusto secco, morbido e con una buona persistenza. Un vino che si abbina bene con gli antipasti e primi piatti di pesce, con il pesce al forno o alla griglia. Altro vitigno di riferimento è il Catarratto, tra i più antichi, noto per i suoi sentori fruttati e aromatici, piacevolmente fresco e sapido. Quando si parla di rossi viene subito in mente il Nero d’Avola, un vitigno diffuso in tutta la regione che in base alle zone di produzione e, ovviamente, alle tecniche di lavorazione, si traduce in un vino più o meno strutturato. Il profumo di macchia mediterranea è un tratto distintivo; altra nota da segnalare è che questo vitigno è alla base della DOCG Cerasuolo di Vittoria, un vino che, oltre al Nero d’Avola, include anche il Frappato, altro vitigno a bacca nera autoctono. Il Cerasuolo di Vittoria DOCG è di un colore rosso ciliegia dal profumo fruttato, con un sapore pieno e morbido, perfetto per gli abbinamenti con i brasati, la selvaggina e i formaggi stagionati.
L’antica pasticceria siciliana e l’indirizzo simbolo
I prodotti tipici dell’antica tradizione siciliana
Un nome su tutti: la pasticceria di Maria Grammatico è quel posto imperdibile per chi si reca ad Erice, il luogo che, come uno scrigno, racchiude il tesoro dei dolci siciliani, una delle grandi ed inimitabili eccellenze della cucina italiana. Maria, orfana a soli 11 anni, viene affidata alle cuore delle suore del Convento di San Carlo, dalle quali apprende la lavorazione della materia prima alimentare: 15 anni in cui impara l’arte e la mette da parte. Poi, 26enne, prende tre chili di mandorle e dà il via a un negozietto, un piccolo laboratorio che è oggi su tutte le mappe della Sicilia e non solo, una sorta di pellegrinaggio laico tra frutta martorana, cannoli, cassata e genovesi, scrigni di pasta frolla ripieni di crema pasticcera dalla consistenza friabile e dal sapore straordinario, come tutte le specialità di questo luogo.
Pasticceria Maria Grammatico
- Via Vittorio Veneto 14, Erice
- Tel: 0923 869390
- Aperto tutti i giorni dalle 8.00 alle 22.30
La scienza in cucina: Erice come ponte tra tradizione e innovazione
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Cannoli, cassate e la inimitabile lavorazione delle mandorle e del pistacchio che caratterizza tutta la Sicilia, ha lasciato spazio a qualcosa di dirompente: era il 1992 quando ad Erice si riunirono i padri costituenti di quella che sarebbe diventata la cucina molecolare. I primi concetti di gastronomia molecolare furono elaborati alla fine degli anni ’80 dal Nobel per la Fisica Pierre Gilles de Gennes e dal chimico Hervé This. Quando si concretizzò questo evento ad Erice, appannaggio della comunità scientifica ma che, per la prima volta, incontrò il mondo gastronomico, dando vita alla fase moderna del dialogo tra scienza e cucina. Che non è cosa recente, anzi. Dobbiamo andare molto indietro nel tempo per capire come e dove nasce. Il progressivo coinvolgimento nella cucina da parte degli scienziati è addirittura rintracciabile al XVII secolo. Emblematico è il caso del fisico Denis Papin, che inventò la pentola a pressione, rendendo digeribili tagli di carni imbarcati come carcasse essiccate sulle navi, materia prima di difficile gestione, se non fosse stata cotta in maniera adeguata per renderla morbida e quindi commestibile. Possiamo dunque dire che Erice, borgo siciliano dove la tradizione della tavola è fortissima, è anche un po’ la “madre” della cucina 2.0, quella dei ristoranti stellati, una ricombinazione di elementi che denaturalizza il rapporto tra gli ingredienti, modifica le molecole dei cibi e ottiene nuovi sapori ma senza alterare la materia prima, che anzi viene resa più digeribile, valorizzata, preservata a livello organolettico e arrivando, alla fine, a una vera e propria esplosione di sapore.