È il borgo fiorito più bello dell’Umbria, ma il suo lato divino è in perfetto abbinamento con l’autunno

Manuela Titta, 11 Ott 2024
È il borgo fiorito più bello dell'umbria, ma il suo lato divino è in perfetto abbinamento con l'autunno
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Autunno momento magico, quando le sfumature regalano un’atmosfera in bilico tra un quadro e un caleidoscopio di colori: stare in mezzo alla natura, complice il tepore che ci permette di godere dello spettacolo, ci trasmette solo brividi di emozioni. Se si è in Umbria tutto ciò si amplifica, perché questa regione è pura poesia: il susseguirsi di paesaggi da incorniciare e luoghi da visitare, invoglia a partire subito. Se, poi, si approfitta degli appuntamenti in programma, allora le occasioni diventano ancora più ghiotte. Borgo DiVino in Tour fa tappa a Spello, località talmente nota da non avere bisogno di grandi presentazioni, tuttavia il binomio vincente con l’enoturismo è di sicuro l’occasione ideale per regalarsi un formidabile weekend nel borgo fiorito più bello dell’Umbria.

Tra Perugia e Assisi, uno dei borghi più belli dell’Umbria

spello - umbria

Storia, bellezza e atmosfera da sogno, sono le carte vincenti di questo luogo perfettamente conservato: Spello è nota per le sue straordinarie strade medievali, con le antiche mura e l’architettura tipica di un passato antico. L’Infiorata è l’occasione ideale per visitare quella città che si trasforma per accogliere i visitatori con questi stupefacenti e intricati tappeti di fiori lungo le strade, in coincidenza della celebrazione del Corpus Domini. I balconi, i davanzali e i cortili traboccano di fiori colorati: questa tradizione riunisce artisti locali che si adoperano per raffigurare scene religiose o altre espressioni artistiche, realizzate con petali e altri materiali vegetali. Se per l’Infiorata l’appuntamento è per la nona domenica dopo la Pasqua, tra il 11-12-13 ottobre, Spello accoglierà tutti coloro che vogliono godere di un weekend all’insegna dell’enogastronomia. La tappa di Borgo DiVino in Tour sarà l’occasione ideale per trasformare questo magnifico luogo nella location perfetta per un fine settimana pieno di gusto. Scopriamo insieme i grandiosi vini umbri. 

Il Sagrantino

Questo vitigno si coltivava in zona Montefalco già nel medioevo, infatti le prime notizie sono  dell’anno 1100: si narra che venga dall’Asia minore e che sia stato portato qui dai frati francescani. Il legame con la comunità religiosa è evidente anche dal nome e sicuramente trovava impiego nelle funzioni religiose. Dagli anni ‘90 questo vitigno ha trovato la strada per raggiungere il meritato successo: dotato di gran carattere, il Sagrantino è protagonista del Montefalco Rosso insieme al Sangiovese, grazie alla sapiente mano degli enologi che hanno saputo bilanciare questi due grandi vitigni a bacca nera. 

Nel cuore dell’Umbria, tra DOC e DOCG

sagrantino di montefalco

La DOC Montefalco ricade in provincia di Perugia, siamo proprio nella parte centrale dell’Umbria: la zona di produzione comprende comuni famosi come Bevagna, un territorio non molto grande, caratterizzato da rilievi collinari e paesaggi che digradano dolcemente. Abbiamo una pendenza variabile, come anche l’esposizione e questo si traduce in un assortimento di microclimi. Tutti questi elementi sono ciò che vanno a determinare il risultato finale perché il vino che verseremo a tavola porta con sé tutte queste caratteristiche. 

Il Montefalco Sagrantino DOCG esprime la forte identità territoriale, è l’anima di questo vitigno autoctono che si esprime in un vino rosso dalla grande struttura, che riesce a guadagnare i mercati internazionali, grazie alle sue inimitabili caratteristiche. La DOCG si riferisce ad entrambe le versioni, secco e passito: il vino da uve sagrantino in purezza richiede un periodo di invecchiamento di almeno 33 mesi, di cui almeno dodici in botti di rovere, a cui segue un periodo di affinamento in bottiglia. Il suo colore è di un rosso rubino intenso, con sfumature violacee, riflessi granati man mano che invecchia. Il profilo olfattivo è molto complesso, dal profumo ampio che sprigiona sentori di frutti rossi, tra cui mirtillo e visciola, tra i fiori spicca la violetta; tra gli aromi terziari conferiti dalla maturazione in botte spiccano la vaniglia, la liquirizia, la cannella, il cioccolato e il tabacco.

Nella versione passita le note fruttate richiamano le confetture dei frutti citati, a testimonianza della concentrazione dei profumi, con sentori speziati dolci. La spiccata astringenza, data dai tannini, l’ intensità e la persistenza, vanno a completare il grande corpo e struttura: tutti elementi che richiedono una degustazione in ampio calice, in modo da consentire al vino un’adeguata ossigenazione per sprigionare tutti i suoi favolosi aromi. Protagonista del Torgiano Rosso Riserva è il Sangiovese per un minimo di 70%: questo vino ha un periodo di invecchiamento di almeno tre anni, di cui minimo sei mesi in bottiglia. Il risultato è un vino con una favolosa complessità olfattiva, di note vinose e sensazioni che richiamano liquirizia e cannella, tutti sentori terziari tipici del lungo affinamento. È un vino da gustare con gli arrosti, la griglia, i sughi preparati con selvaggina e i formaggi stagionati.



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