California di e dintorni dreaming

On the road... da San Francisco a Los Angeles passando per i grandi parchi
Scritto da: Teresa Nardi
california di e dintorni dreaming
Partenza il: 13/09/2011
Ritorno il: 29/09/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Abbiamo cominciato a pensare questo viaggio quasi per caso, nonostante fosse nei nostri sogni già da tempo… il fatto è che quando la pulce entra nell’orecchio è difficile liberarsene, e quindi abbiamo deciso che questa volta non sarebbe stato solo “pour parler”! Visto che i diari di viaggio su questa parte di mondo abbondano, non farò un resoconto approfondito di ogni tappa, cercherò piuttosto di dare informazioni sommarie che spero possano essere utili a chiunque stia pensando di partire per il mitico Southwest!

Abbiamo prenotato tutto su internet, come siamo soliti fare, aiutandoci con i diari di viaggio e i mille consigli dei Turisti per caso (special thanks to Manuel e Adriana!), ed è stata una scelta felicissima che ci ha consentito anche di risparmiare un bel po’ di soldi (alla fine la spesa totale è stata di circa 2200 euro a testa, compreso anche un po’ di shopping). Ho trovato molte informazioni utili anche sul sito www.experienceamerica.it.

VOLO

Prenotato a fine aprile su expedia, ci è costato circa 740 euro, niente male considerando che l’aeroporto di Firenze (la nostra città) non può certo definirsi uno scalo principale. All’andata abbiamo volato con Klm, breve scalo ad Amsterdam (se a Firenze ci avessero fatto anche il check in per il secondo tratto sarebbe stato perfetto… correre con i bagagli a mano per l’aeroporto di Amsterdam non è certamente stata un’esperienza edificante!) e poi diretti a S. Francisco, al ritorno con Air France da Los Angeles via Parigi. Unico problema è stato quello del ritardo dei bagagli all’andata, ci sono stati spediti in albergo con un giorno e mezzo di ritardo.

ALLOGGI

Una volta stabilito l’itinerario (sicuramente è stata la parte più impegnativa del viaggio … le distanze negli Usa sono davvero immense e noi, abituati in due ore a raggiungere il mare o la montagna, non eravamo preparati! Sulle cartine sembra tutto così vicino, ma poi ci pensa google maps a riportarti con i piedi per terra!) abbiamo deciso di prenotare anche tutte le sistemazioni, lasciandone solo 3 da cercare al momento, giusto per mantenere un piccolo margine di avventura! La maggior parte degli alberghi li abbiamo pagati in anticipo su internet, tutti consentono la cancellazione gratuita fino a 3 giorni prima dell’arrivo previsto. Possiamo dire di aver dormito a tutti i livelli, dalla cabina tendata a Yosemite (divertentissimo!), allo squallido motel a Victorville, fino al meraviglioso The View alla Monument Valley e al modaiolo Standard Downtown a LA. I motel, sia quelli delle grandi catene (Best Western, Holiday Inn Express, Super 8, Days Inn etc), sia quelli indipendenti, offrono quasi sempre sistemazioni confortevoli, includono la colazione nel prezzo e mettono a disposizione in ogni camera bollitore, caffè, acqua e l’immancabile cestello per il ghiaccio con cui rifornirsi agli altrettanto immancabili distributori. A parte la spiacevole esperienza di Victorville (un terribile motel indipendente con tanto di piattole), ci siamo sempre trovati molto bene, con una spesa media di circa 70-80 $ a notte per camera.

ASSICURAZIONE SANITARIA

Ovviamente è impensabile partire senza! Noi l’abbiamo comprata su internet (con viaggisicuri) ad un prezzo molto vantaggioso: circa 56 euro a testa per la versione “ silver”, con spese mediche all’estero coperte fino a 5 milioni. Avremmo volentieri fatto a meno di testare la validità della polizza, ma ce ne siamo dovuti servire subito il primo giorno a San Francisco, Alessandro ha preso la congiuntivite! Effettivamente niente da eccepire sull’efficienza del sistema sanitario americano: visita a tempo di record, studi medici che sembrano hall di alberghi a 5 stelle, e 240 $ per diagnosi e collirio antibiotico (il medico ci ha fatto pure un bel disegnino per spiegarci come nasce una congiuntivite!). Sul momento abbiamo dovuto pagare di tasca nostra (per importi così piccoli e senza andare in ospedale le assicurazioni non si scomodano), ma una volta tornati a casa abbiamo inoltrato tutte le pratiche per il rimborso e effettivamente ci hanno reso i soldi. Noi non avremmo mai pensato di usare l’assicurazione per una tale banalità, avevamo pensato di tutelarci in caso di incidenti seri, ma è vero che non sai mai cosa può succederti! Dunque è sempre saggio partire sicuri, specialmente in un paese dove qualsiasi prestazione sanitaria ha costi esorbitanti.

NOLEGGIO AUTO

Abbiamo noleggiato con Alamo, usufruendo anche di un’offerta online che aggiungeva un ulteriore 15% a tariffe già molto basse per i noleggi nel Nord America. Probabile che fosse una promozione temporanea, in ogni caso i prezzi di questa compagnia di noleggio assolutamente affidabile sono molto convenienti. Abbiamo speso appena 260 euro per noleggiare una economy per 13 giorni. La tariffa comprendeva tutte le assicurazioni di base, le tasse e il secondo conducente (anche se sul sito diceva che avremmo dovuto pagare 130$ in più per il conducente aggiuntivo, in realtà all’agenzia ci hanno detto che è compreso nel prezzo base). In loco abbiamo aggiunto 155 $ per prendere una macchina di categoria superiore (una Ford Focus nuovissima), considerato che ci aspettavano molte miglia da percorrere. Si può scegliere se riconsegnare l’auto col serbatoio vuoto (e pagare in anticipo il pieno di benzina con cui viene consegnata l’auto) oppure se riportarla piena, noi abbiamo scelto la seconda opzione, ma in sostanza non cambia quasi niente (suppongo che il prezzo della benzina che fa il concessionario sia appena più alto).

VARIE

Se nei vostri programmi di viaggio pensate di inserire molti parchi nazionali, vi consiglio sicuramente l’acquisto dell’annual pass. Si può comprare all’ingresso di ogni parco, costa 80$ e consente per un anno intero l’entrata a tutti i parchi nazionali per un’auto con un massimo di 4 persone. Lo considero un ottimo investimento dal momento che l’ingresso ad ogni parco nazionale costa una media di 20-25$ per auto. Ovviamente sono escluse dall’ abbonamento le riserve indiane (alla Monument Valley si pagano 5$ a persona al giorno). Il pass è nominativo, quindi ad ogni ingresso si deve mostrare al ranger anche un documento di identità. Se pensate di fermarvi a Las Vegas per più giorni, potrebbe essere utile l’acquisto di un pass. I pass durano uno o più giorni ed offrono sconti in molti ristoranti e sui biglietti per gli spettacoli (oltre all’opportunità di evitare le file). Noi non l’abbiamo comprato perché ci siamo fermati solo per un pomeriggio (siamo subito ripartiti la mattina successiva), quindi non ne avremmo ottenuto un gran risparmio, ma se pensate di fare vita un po’ più mondana della nostra penso che sia una buona occasione! Se, come me, non avete gran simpatia per l’aria condizionata, sappiate che dovrete rassegnarvi! Certo, in alcuni posti (Death Valley su tutti) è irrinunciabile, ma gli americani se ne approfittano! Consiglio di avere sempre un maglioncino o qualcosa con le maniche lunghe perché l’escursione termica tra l’esterno e l’interno di negozi e ristoranti è veramente micidiale! Oltretutto gli americani non conoscono il concetto di “temperatura ambiente”, quindi scordatevi di bere un bicchiere d’acqua che non sia stracolmo di cubetti di ghiaccio o una bottiglietta che non sia praticamente congelata (tutte queste condizioni persistono anche quando la temperatura esterna non è esattamente soffocante!). Altra questione che mi preoccupava molto era quella del cibo… io non sono amante di hamburger e cibo spazzatura, ma devo ammettere che ovunque ho trovato valide alternative, anche vegetariane. Certo, la cucina locale non è proprio leggerissima (specialmente quella messicana), ma ci si adatta senza grosse difficoltà! Nelle grandi città questo problema non sussiste (San Francisco poi è la patria del “bio”) e vi consiglio un salto alla catena di supermercati Whool Food, ottimi anche per rimanerci a cena o per uno spuntino.

Detto questo, ecco un breve riassunto del nostro itinerario!

13 settembre

Arrivo a San Francisco verso le 12.30 ora locale, soggiorniamo al The Mosser Hotel (www.themosser.com), zona Union Square. Ci siamo trovati benissimo, esattamente quello che ci aspettavamo: le camere sono davvero piccole ma curate, la pulizia è ok, io ho apprezzato particolarmente l’attenzione ai prodotti da bagno, tutti rigorosamente “green”. Compresa nel prezzo anche una piccola colazione (caffè e muffins) che viene servita nella hall (ci si siede un po’ dove si trova posto, ma l’atmosfera è molto piacevole). Visitiamo (tutto a piedi) Chinatown, North Beach e Pier 39.

14 settembre

Dopo il fuori programma dal dottore, le nostre tappe sono: Civic Center Plaza, Alamo Square (le “Painted Ladies”!), Haigh (che peccato non avere abbastanza tempo per entrare in tutti quei meravigliosi negozi vintage!), poi con l’autobus raggiungiamo il Golden Gate Bridge (rigorosamente avvolto nella nebbia), e ancora Lombard Street, e torniamo in albergo a piedi attraverso Russian Hill.

15 settembre

Arriviamo a piedi fino all’Embarcadero, poi torniamo indietro passando dalla Transamerica Pyramid, e prendiamo finalmente la Cable Car da Powell Station fino a Fisherman’s Wharf, poi un salto a Ghirardelli Square e di nuovo a piedi fino alla Coit Tower per godersi un panorama sulla baia e il ponte, un po’ lontano, ma finalmente emerso dalla nebbia. Ritorniamo in albergo a piedi passando ancora una volta per North Beach, il quartiere che forse mi ha affascinato di più… sarà per merito dei poeti della Beat Generation!

16 settembre

Ritiriamo l’auto all’agenzia Alamo, a due passi dall’albergo, alle 7 (quindi niente coda) e via verso Yosemite! Orientarsi sulle strade americane non è affatto difficile (anche uscire dalla città non è stato impegnativo), le indicazioni non mancano e, secondo me, si può benissimo fare a meno del navigatore… vuoi mettere la soddisfazione di fare tutto da soli?! Ci vogliono circa 4 ore per raggiungere il parco, ci sistemiamo nella nostra splendida tenda al Curry Village (www.yosemitepark.com), e ci incamminiamo per vedere prima le Yosemite Falls e poi il Mirror Lake.

17 settembre

Le tappe di oggi sono: Tunnel View, Glacier Point, Wawona (Pioneer Yosemite Historic Center), Mariposa Grove e ci fermiamo a Fresno per la notte. Due parole su Yosemite: sicuramente è un posto con bellissimi panorami, ma la mia opinione (e non credo di dire niente di spropositato) è che le nostre Dolomiti sono tutta un’altra storia. Certo, noi non abbiamo percorso la Tioga Road e forse abbiamo visto solo la parte più turistica, ma la sensazione che mi ha lasciato questo parco non è stata di totale soddisfazione.

18 settembre

Arrivo al Sequoia National Park (entriamo da Big Stump, a nord del parco): visita alla Giant Forest dove rimaniamo senza parole davanti all’ immensità del General Sherman, un salto al Giant Forest Museum, il panorama a 360° sulla Sierra Nevada da Moro Rock e poi la cosa più spettacolare e inaspettata di questi primi giorni negli Usa: l’incontro con uno splendido black bear… un’emozione davvero unica (siamo sulla navetta del parco e questo ci permette di goderci lo spettacolo senza paura)! Raggiungiamo Three Rivers dove dormiamo al Sierra Lodge, classico motel americano, ottimo rapporto qualità-prezzo.

19 settembre

Dopo circa 7 ore di viaggio in mezzo al deserto arriviamo finalmente alla Death Valley. La temperatura è di circa 40°C, veramente troppo per qualsiasi attività, quindi ci riposiamo nella piscina dello Stovepipe Wells Village (www.escapetodeathvalley.com), ci è piaciuta moltissimo questa sistemazione) e verso l’ora del tramonto un salto alle Mesquite Flat Dunes, assolutamente imperdibili!

20 settembre

Alla scoperta della Death Valley (si consiglia sveglia all’alba per evitare le temperature infernali): un salto a Furnace Creek, poi Badwater, Artists Drive e Artists Palette, Zabriskie Point e Twenty Mule Team Canyon. Mi è molto dispiaciuto non avere qualche ora in più per visitare anche la città fantasma di Rhyolite e lo Scotty’s Castle… forse questa tappa avrebbe meritato una mezza giornata in più, peccato! Ci rimettiamo in auto, destinazione Las Vegas: l’arrivo in questo caotico luna park dopo i silenzi della Death Valley è un po’ sconcertante, ma sicuramente da non perdere… tutto rigorosamente esagerato e così americano! Passeggiata di rito tra gli alberghi e i negozi della Strip, un salto a Fremont Street e poi ci immergiamo nella folle notte della Sin City. Abbiamo alloggiato al Montecarlo (www.montecarlo.com), onestamente mi aspettavo qualcosa di meglio, ma tutto sommato senza infamia né lode.

21 settembre

Partenza per il Bryce Canyon, lasciamo i deserti del Nevada per entrare in Utah, il paesaggio qua cambia un po’, nel senso che almeno troviamo qualche albero e prati verdi! Il nostro motel (www.haroldsplace.net) si trova poco prima di Panguitch, a circa una mezz’ora dal parco… la posizione non è proprio strategica, ma la sistemazione va più che bene. Per arrivare al Bryce Canyon si passa attraverso il Red Canyon con splendide rocce rosso fuoco e una spettacolare Scenic Byway (UT 12). Arrivati al parco ci fermiamo ai vari punti panoramici prima di scendere a piedi lungo il Navajo Loop che offre un’incredibile vista ravvicinata degli “hoodoo” (le guglie caratteristiche del parco).

22 settembre

Sveglia all’alba per godersi lo spettacolo del sole che sorge sulle guglie del parco e poi in viaggio direzione Lake Powell. Dopo aver cercato un motel a Page (Page Boy Motel, buon rapporto qualità prezzo), sfidiamo il caldo soffocante e ci dedichiamo ad una delle tappe più attese, il Lower Antelope Canyon (ingresso più visita guidata 26$ a persona): davvero indescrivibile lo spettacolo che la natura offre qua sotto… a poche miglia da Antelope, altra tappa da non perdere è il panorama da Horseshoe Bend, vale bene la camminata sotto il sole cocente!

23 settembre

Oggi è il giorno della Grande Tappa (con le maiuscole!), finalmente arriviamo alla Monument Valley: ogni parola ed ogni foto su questo angolo di mondo sono assolutamente riduttive, solo vederla con i propri occhi può dare un’idea dello spettacolo e della sconfinata bellezza di questa terra che davvero dà la sensazione di trovarsi in un luogo sacro e magico. Solo un paio di informazioni: l’ingresso al Monument Valley Navajo Tribal Park costa 5$ al giorno a persona, la strada panoramica (sterrata!) compie un percorso circolare di circa 30km e offre spettacolari vedute della valle e dei “Mittens”. Noi abbiamo fatto il giro con la nostra auto senza partecipare a quelli organizzati dagli indiani con le jeep, però ci siamo lasciati tentare da una passeggiata a cavallo (60$ a testa per un’ora e mezza). Abbiamo dormito al The View (www.monumetvalleyview.com), è un po’ caro, ma a mio avviso vale ogni singolo centesimo (la colazione non è compresa nel prezzo, ma viene offerto un coupon che dà diritto ad una mega colazione a buffet per soli 6$)! Attenzione: a differenza del resto dell’Arizona, la Monument Valley adotta l’ora legale, dunque se arrivate da Page ricordatevi di spostare le lancette avanti di un’ora!

24 settembre

Riportiamo le lancette indietro di un’ora ed arriviamo al Grand Canyon attraverso la Desert View Drive lungo la quale ci fermiamo ai vari punti panoramici per rimanere di nuovo incantati da questa meraviglia della natura. Le navette del parco sono gli unici mezzi che possono percorrere la Hermit Road, un bellissimo percorso panoramico che segue il margine del canyon lungo il lato occidentale del villaggio. Noi abbiamo preso la navetta fino a Mohave Point e siamo tornati indietro a piedi: il sentiero che costeggia il canyon è veramente spettacolare, anche qua le parole non saranno sufficienti a esprimere l’immensità di questo luogo. Abbiamo dormito fuori dal parco, a Tusayan (poche miglia a sud) all’ Holiday Inn Express, decisamente consigliato.

25 settembre

Intera giornata on the road, in avvicinamento a Los Angeles: percorriamo la mitica Route 66 fermandoci a Williams (fermatevi al Twisters Cafè!), Seligman, Hackberry general store (una bellissima stazione di servizio!), e Oatman… ognuna di queste tappe merita una sosta, l’atmosfera che si respira è davvero unica, sembra di essere precipitati sul set di Happy Days! Stremati da circa 10 ore di viaggio ci fermiamo nel primo motel che troviamo a Victorville (circa 200km da Los Angeles), sconsiglio vivamente a chiunque si trovi in quella zona di dormire al Budget Inn, scandaloso.

26 settembre

Arriviamo a Los Angeles (ovviamente attraverso il proverbiale traffico) verso le 10, il nostro albergo (www.standardhotels.com) ci rimette in pace col mondo dopo la nottata precedente (unica nota negativa è il prezzo del parcheggio: 33$ al giorno, caro, ma in linea con i prezzi della città)! Le tappe del giorno sono: passeggiata a Downtown (che però non ci esalta), Venice Beach, Malibù e Santa Monica. Come dentro a un film!

27 settembre

Oggi visitiamo Hollywood, Beverly Hills, ci concediamo qualche centro commerciale (The Groove), poi approfittiamo della piscina sul tetto dell’albergo per riposarci un po’. Los Angeles non è una città imperdibile, ma visto che eravamo qua ci sembrava brutto non vederla! Direi comunque che due giorni bastano e avanzano (se volete includere gli Universal Studios consideratene uno in più).

28 settembre

Direzione aeroporto e rientro a Firenze via Parigi. Non facciamo in tempo a mettere piede sull’aereo che già ci prende la voglia di ritornare! Sicuramente questo è un viaggio che va fatto e rifatto, le distanze sono immense e le cose da vedere non finiscono mai… con questa incoraggiante prospettiva il rientro a casa si fa decisamente più leggero!



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