Utah e Arizona, nel mondo di pietra dei grandi parchi del Sud-Ovest
Punto ideale di partenza e arrivo dell’anello che abbiamo percorso, circa 2.200 km in tutto, è la città di Las Vegas, poche centinaia di chilometri dallo Zion Canyon e dal Grand Canyon prima e ultima tappa del tour.
Il viaggio è stato impostato in modo da effettuare le tappe di trasferimento al mattino per avere buona parte del pomeriggio a disposizione nella sede di arrivo prevista.
È inutile sottolineare come ognuna delle soste che abbiamo effettuato meriterebbe tempi ben più lunghi vista anche l’infinità possibilità di escursioni che si possono compiere. Tuttavia un viaggio impostato come quello che vi descriverò vi consentirà una visione d’insieme non del tutto frettolosa ed in grado comunque di lasciare tracce indelebili nella vostra memoria.
Zion Canyon National Park: la cittadina di Springdale, posta nei pressi dell’entrata del Parco Nazionale, è la prima tappa ideale del vostro giro. Qui potrete fare al costo di 80 dollari, se non siete più di quattro sulla vostra auto, l’Annual National Pass che sarà valido un anno per l’ingresso nella maggior parte degli altri parchi nazionali che incontrerete con eccezione di Deadhorse Point che è uno Utah State Park, Monument Valley e Lower Antelope Canyon che sono invece gestiti dai nativi Navajos.
Nel periodo da Aprile a Ottobre la strada asfaltata di circa 13 Km che corre sul fondo del Zion Canyon non è percorribile dai mezzi privati, ma potrete utilizzare un efficientissimo servizio di shuttle (autobus) che percorrono in continuazione tutta la Scenic Drive. Potrete scendere e risalire a vostra scelta a una delle diverse fermate previste lungo il tracciato. Se non avete tempo di percorrere uno dei diversi trail che si inoltrano nel parco, vi consiglierei almeno di percorrere a piedi, meglio nel tardo pomeriggio, il tratto di sentiero pedonale noto come Parus Trail che vi riporterà all’ingresso del parco dove ragionevolmente avrete lasciato la vostra auto (calcolate circa un’ora incluse le numerose soste che farete per ammirare il panorama e scattare qualche fotografia).
I panorami che ammirerete nello Zion sono meravigliosi e rappresenteranno comunque il vostro primo impatto con il mondo di rocce rosse così tipico di queste zone. Va comunque detto che di tutte le meraviglie che potrete ammirare in questo fantastico viaggio, lo Zion è forse quello più “normale”, soprattutto per chi come il sottoscritto è magari abituato agli scenari offerti dalle nostre Dolomiti. Anche per questo motivo lo Zion è la prima tappa ideale; lasciarlo per ultimo, compiendo il giro in senso opposto rispetto a quello qui descritto, potrebbe lasciarvi un po’ delusi.
Bryce Canyon National Park: difficile trovare gli aggettivi per descrivere questo posto, una assoluta meraviglia che lascerà ricordi indelebili nella vostra memoria. Probabilmente tutto è già stato detto e non voglio aggiungere altre parole che comunque sarebbero sempre insufficienti a descrivere l’emozione che vi invaderà quando vi affaccerete sul panorama dal primo overlook dove avrete scelto di sostare. Due consigli però mi sento di darli: primo, percorrete almeno un tratto se il tempo vi è tiranno di uno dei trail che scendono verso il fondo dell’anfiteatro; il Navajo Loop è senz’altro una fantastica opportunità; secondo, non rinunciate ad una sveglia il mattino presto, magari all’alba: gli “hoodoos” assumono trasparenze e tonalità meravigliose, quasi fossero di alabastro; vi sembrerà di essere in un mondo di fiaba!
Il Bryce Canyon si raggiunge da Springdale in due-tre o più ore, dipenderà dal numero di soste che farete per scattare qualche foto lungo lo spettacolare percorso. Noi abbiamo sostato per la notte all’ottimo Best Western Ruby’s Inn posto in immediata vicinanza dell’ingresso del Parco.
La tappa successiva, la più lunga del viaggio (circa 450 Km), vi porterà lungo le meravigliose UT-12 e UT-24 dal Bryce a Moab, simpatica cittadina un tempo famosa per l’estrazione dell’uranio, da cui si possono facilmente raggiungere l’Arches Nationa Park, il Canyonlands National Park e il Deadhorse Point, Utah State Park. Logico prevedere di sostare qui un paio di notti. Arrivando dal Bryce potrete dedicare il tardo pomeriggio alla visita della prima meraviglia:
Deadhorse Point: informatevi sulle leggende che hanno originato questo curioso nome ed immergetevi nello sconfinato spettacolo di rocce rosse che si parerà dinanzi ai vostri occhi (basti dire che mi vengono i brividi anche adesso che sto scrivendo queste righe). Il Colorado descrive qualche ansa in questo mondo di pietra. Sullo sfondo una catena di montagne innevate completerà il panorama. Ricordo per gli appassionati di cinema che la scena finale del mitico Thelma e Louise è stata girata qui.
Canyonlands National Park: potrete dedicare la successiva giornata alla visita del Canyonlands, la parte nota come Island in the Ssky, e dell’Arches. Entrambi sono percorribili in auto con possibilità di diverse fermate per affacciarsi a qualche overlook o per intraprendere qualche trail. Le condizioni atmosferiche non ci sono state favorevoli in questa giornata, nubi e un po’ di pioggia al mattino. Quello che mi ha colpito di Canyonlands è l’immensità degli spazi che i si pareranno dinanzi ai vostri occhi con un incredibile susseguirsi di pareti verticali, ghiaioni, impressionanti spaccature. Sarete praticamente sulla sommità di un altipiano di pietra ricoperto solo da una stentata vegetazione che non mancherà di regalarvi qualche imprevedibile chiazza di colore per le fioriture non rare nel mese di maggio. Penso senz’altro meriti la breve passeggiata a piedi per raggiungere il Mesa Arch e da lì ammirare il panorama. Noi causa maltempo abbiamo dovuto rinunciare a questa breve escursione.
Arches National Park: lavori in corso sulla strada che percorre il parco per circa 18 miglia possono causare qualche limitazione del traffico sulla Scenic Drive. Informatevi sul sito del Parco stesso. Se non avete troppo tempo per affrontare l’escursione al Delicate Arch, circa tre ore tra andate e ritorno per osservare da vicino il più famoso degli archi del parco, potrete camminare brevemente per raggiungere il Sand Dune Arch tra pareti scoscese che creano una situazione ambientale molto particolare e suggestiva. Il Broken Arch a circa 20 minuti di distanza a piedi da qui può rappresentare una buona e facile opportunità per immergersi ulteriormente in questo affascinante paesaggio. Resterete comunque colpiti dalle sfumature verdi che assumono i ghiaioni ai piedi delle pareti rocciose rossastre che vedrete emergere ovunque attorno a voi.
Monument Valley: da Moab in circa due ore e mezzo potrete raggiungere questo posto leggendario. In questo viaggio avrete già visto come descritto diverse meraviglie, ma la Monument vi abbaglierà comunque. Sarà la leggenda e l’epopea del west, saranno i ricordi incacellabili legati alla cinematografia, sarà soprattutto lo struggente pensiero del crudele sterminio che dovettero subire i Nativi Americani che in queste lande risiedevano da millenni… quello che è certo è che pochi posti sul pianeta Terra hanno un così forte potere suggestivo. Cieli azzurri sconfinati, pareti rocciose dai profili più singolari insieme al verde cangiante della rada vegetazione compiranno quadri di straordinaria bellezza. Se siete appassionati di fotografia avrete qui uno dei vostri paradisi (ma durante tutto il viaggio la vostra macchina non riposerà mai!).
Il sistema più semplice per visitare questo luogo straordinario è quello di percorrere con la vostra auto la strada sterrata di circa 17 miglia che lo attraversa; calcolate dalle 3 alle 4 ore, ma sia chiaro che non vorrete più andarvene via.
Nelle immediate vicinanze ci sono un paio di alberghi costosi, ma che offrono un’opportunità unica di godere fino al calar del sole ed anche all’alba le magie uniche di questo posto. Se siete interessati prenotate con largo anticipo.
La tappa successiva vi porterà a raggiungere in un paio d’ore la cittadina di Page fondata alla fine degli anni ’50 quando fu inaugurata la grande diga sul fiume Colorado che avrebbe dato origine al lago Powell. Page rappresenta una tappa imperdibile del nostro viaggio perchè vi consentirà di ammirare, oltre al lago Powell, l’incredibile ansa descritta dal Colorado nota come Horsehoe bend e soprattutto il fantasmagorico Lower Antelope Canyon.
Lake Powell: il Colorado impiegò qualche anno ad occupare con le acque quella che è oggi la sua sede costituita da una infinita serie di insenature, tutte nobilitate dal meraviglioso contrasto tra l’acqua blu ed il colore rossastro delle rocce. Potrete compiere con gli appositi battelli delle crociere sul lago stesso, ma se il tempo vi è tiranno vi potreste accontentare di una strepitosa visione dall’alto dal punto panoramico noto come Wahweap Overlook che, provenendo da Page lungo la Highway 89 e oltrepassando la diga, raggiungerete deviando alla vostra destra dopo aver ignorato la prima deviazione verso la marina (dove inizia anche il territorio compreso nel Parco Nazionale).
Lower Antelope Canyon: un’attrazione imperdibile, visitabile con la guida dei nativi Navajo che hanno in gestione tutta l’area così come la Monument Valley. Consigliabile prenotare via Internet in alta stagione e forse anche in bassa soprattutto nei fine settimana. Scendendo alcune ripide scalette (nulla di pericoloso facendo un minimo di attenzione) vi inoltrerete nel fondo di questo tortuoso canyon che in alcuni brevi punti non è più largo di un metro. Avrete comunque sempre spazio sopra la vostra testa e quindi non dovreste avere seri problemi anche se soffrite di claustrofobia. Vi apparirà un mondo magico, dove la luce infiltrandosi dall’alto creerà riflessi e luminosità straordinarie che faranno la felicità di tutti gli appassionati fotografi e non solo. Il più famoso e vicino Upper Antelope Canyon è più facilmente visitabile, ma le meraviglie create dai giochi della luce sono apprezzabili solo in uno stretto orario durante il giorno; ciò non accade al Lower, proprio grazie al suo andamento tortuoso che permette alla luce di infilarsi anche in orari diversi.
Horsehoe bend: il Colorado compie qui una quasi completa giravolta su se stesso per aggirare uno sperone roccioso originando una visione particolarmente spettacolare. Misconosciuto fino a pochi anni fa, è oggi meta di numerosi turisti soprattutto all’ora del tramonto. Merita senz’ altro una deviazione ed è raggiungibile con una passeggiata a piedi di circa un quarto d’ora parcheggiando la macchina pochi km dopo Page in direzione sud sulla highway 89.
Ultima tappa del nostro viaggio prima del ritorno a Las Vegas è stata rappresentata dalla visita al Grand Canyon, sicuramente l’attrazione più famosa di tutta l’area. Anche se vi sarete un po’ abituati alla grandiosità dei panorami caratteristica di questi posti, la maestosità del Grand Canyon vi lascerà senza parole. Se avete come noi a disposizione una mezza giornata vi consiglio, se provenite da Page, di sostare ad un paio dei primi overlook che incontrerete dopo aver oltrepassato la barriera di ingresso nel Parco Nazionale. Dopo di che potrete raggiungere il Grand Canyon Village, parcheggiare l’auto nei pressi del Bright Angel o del Tovar Lodge e da lì rapidamente raggiungere la fermata dello shuttle gratuito (linea rossa) che percorre la Hermit Road lungo il bordo del South Rim per 13 km facendo sosta in diversi punti panoramici. Potete anche percorrere a piedi tutto o parte del percorso a vostra scelta, alternando tratti a piedi o sullo shuttle. Se soffrite di vertigini in alcuni punti potreste sentirvi un po’ a disagio, anche se in realtà il sentiero è sempre sufficientemente largo. Particolarmente panoramico a mio avviso l’Hopi Point, ma tutti i punti panoramici meriterebbero una sosta. Attenzione che sulla via del ritorno lo shuttle non fa tutte le fermate (informatevi in loco per i dettagli).
Se avete voglia di spendere qualcosa in più per il pernottamento vi sono in loco alcune situazioni particolarmente affascinanti (prenotare con largo anticipo), altrimenti un’ottima soluzione potrebbe essere quella di raggiungere Williams, simpatica cittadina a circa un’ora di strada dal Village. Troverete un ambiente tipicamente e genuinamente americano, dove tutto ruota attorno al mito della Route 66. Mi sento anche di consigliarvi il Rodeway Inn, gradevolissimo Motel, ed il ristorante Red Raven, di gran lunga la migliore cena di tutto il nostro viaggio!
Qualche appunto pratico
Se arrivate da Las Vegas, ricordatevi all’arrivo a Springdale di portare avanti di un’ora il vostro orologio. Il contrario dovrete fare, portare cioè l’orologio indietro di un’ora, al vostro arrivo a Page provenendo dalla Monument Valley.
Note sul clima: potendo scegliere credo che il periodo compreso tra metà aprile e metà maggio offra le migliori condizioni climatiche per affrontare questo viaggio. Il caldo, anche se secco, è usualmente assai intenso nei mesi estivi e può costituire un problema se lo soffrite. Nei mesi invernali può fare anche molto freddo ed in caso di nevicate intense le strade possono risultare impraticabili.
Strade e traffico: il panorama mutevole e sempre straordinario sarà compagno stabile dei vostri trasferimenti. Le strade sono in ottimo stato e la segnaletica puntuale. Il traffico è quasi inesistente ovunque, grazie anche alla mancanza di grandi centri abitati lungo il percorso: sostanzialmente un sogno ad occhi aperti!
Pasti: tralascio di darvi troppi suggerimenti, anche perchè sostanzialmente l’offerta culinaria negli USA non vi consente troppi voli pindarici. Accontentatevi di quello che passa il convento, ricordandovi che siete in questi luoghi non certo per soddisfare le vostre curiosità gastronomiche. Vi ricordo anche che nella Monument Valley dovrete rassegnarvi a cenare senza bevande alcoliche. Nel resto dello Utah, la situazione a riguardo è molto meno restrittiva rispetto ad alcuni anni fa.