Da ragazzotto o poco più avevo molte idee sui viaggi e sui luoghi da visitare. Fra gli svariati sogni da esaudire c’era per esempio quello di dormire in un vecchio dammuso a Pantelleria, arrivare a Mont Saint Michel passeggiando sulla sabbia in un momento di bassa marea e vedere il faro di Fisterra, là dove per secoli si pensava che finisse il mondo. Qualcosa mi è riuscito, ma per Fisterra mi ci è voluto qualche annetto, unendola ad alcune altre meraviglie della Spagna del Nord.
Raccontiamo ora il nostro ultimo viaggio da queste parti, ne abbiamo fatti tanti perché la Spagna è davvero bella, quasi quanto l’Italia! Il motore è la mia metà che spinge e mette entusiasmo per organizzare e effettuare le nostre uscite. Poiché siamo più vicino agli 80 che ai 70, ci organizziamo per tempo, per viaggiare con i mezzi pubblici. Vi racconterò un po’ delle nostre impressioni tralasciando la storia della storia di monumenti e città che trovate da tutte le parti! Le nostre impressioni e esperienze sono solo nostre e magari non corrispondono al vostro modello di viaggio e quindi fatene l’uso che volete! Il mio divertimento e passatempo non è solo eseguire il viaggio, ma prepararlo cercando per esempio alloggi semplici, ma confortevoli, vicino ai centri storici (quasi sempre piccoli appartamenti quando possibile), studiando le mappe delle città, dei mezzi pubblici e i luoghi e monumenti più interessanti da visitare, cercando piccoli ristoranti. In molti casi ci sono riuscito piuttosto bene, una volta ho dato consigli a un ufficio del turismo, in qualche caso un po’ meno!
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Le città più belle da visitare nella Spagna del Nord
Segovia, la città dell’Acquedotto
Da Pisa a Madrid con Ryanair, metro fino a Moncloa poi in bus Avanza fino a Segovia un’altra città simbolo, spettacolare con il suo Acueducto bimillenario, guarda caso romano. Si corre veloce, strade ottime; i dintorni di Madrid sono popolosi e anche verdeggianti. Poi si entra nella Meseta quella vera: gialla e un po’ verde! La città è abbastanza piccola ma arroccata, quindi organizzatevi con buone scarpe per scale, salitelle e discese. Come tutte le città spagnole che si rispettano è piena di vita fino a tarda sera, bar-tapas a disposizione per apertivi e cenette veloci. Se prendete un aperitivo almeno due tapas sono gratis ! Lo scenografico Acquedotto romano di Segovia che portava acqua alla città da circa 17 km di distanza ed ha funzionato per lunghissimo tempo va ammirato dal basso e dall’alto: una scalinata aiuterà a salire.
Dato che ci siete, andate a farvi una foto insieme al Diablillo (quello dell’Acueducto)! Dalla piazza del Azoguejo si entra nella città vecchia e da qui ci si può perdere per le stradette lastricate. Il percorso classico ci conduce alla piazza Mayor e alla cattedrale, prima però si incontra la casa de los Picos (punte) e altri palazzi fino alla bella chiesa romanica di San Martin, circondata su tre lati da un bell’atrio con colonne. Proseguendo si arriva alla plaza Mayor che tutte le città spagnole hanno. Questa non ha la maestosità di molte altre ma è abbellita da alberi e da un gazebo per la musica. Si affacciano alla piazza il Municipio, il teatro, la storica Real Iglesia de San Miguel (quella di Isabella la Cattolica) e in angolo la maestosa Cattedrale dell’Assunzione del XVI secolo in stile gotico-rinascimentale, che svetta maestosa sulla città con la torre di 88 m e l’abside arricchito di guglie, che è più bello della facciata: siamo nel punto più alto della città. Grandioso l’interno con numerose cappelle fra le quali le più interessanti sono quelle di Sant’Andrea, quella della Deposizione e quella del Sacramento che conserva un magnifico Retablo.
Dalla cattedrale si scende verso la punta ovest della città e cioè verso l’Alcazar. Durante tragitto fermatevi per visitare la piccola, raccolta romanica chiesa di San Andres. Ed eccoci all’Alcazar a picco sul rio Clamores e da dove si gode un magnifico panorama sulla città e sulla valle sottostante. È, o meglio era, una fortezza, sembra di fondazione romana, che ha attraversato tutte le vicende storiche spagnole fino a essere dimora reale (vedi sempre Isabella di Castiglia), prigione, scuola militare… un po’ di tutto. Attualmente si presenta come castello uscito dal mondo delle fiabe con la sua tozza torre rettangolare e i torrioni con i tetti conici in ardesia di stile nordico. Insomma un notevole e piacevole impatto diverso dagli alcazar “classici”, così come lo è la visita alle stanze interne. Secondo me da non perdere. Notevoli in particolare la sala de Rejes con tutti i Re di Asturie, Castiglia e Leon, quella della Galera e quella delle Pigne.
Sotto, ma parecchio sotto verso Nord si getta lo sguardo sulla duecentesca chiesa della Vera Cruz e sul monastero di Santa Maria del Parral. Ci siamo andati con il bus 9 da piazza Artileria al di là dell’Acueducto: la chiesa è particolarmente interessante perché è di origine templare, ora dei Cavalieri di Malta, a pianta a dodici lati con al centro un’edicola a due piani utilizzata dai Templari per i loro riti. Nella chiesa sembra si sia conservata un frammento della vera croce.
Ma c’è altro: scendendo lungo la vivace Avenida dell’Acueducto potete visitare ancora due belle chiese romaniche: quella di San Clemente e quella più grande di San Millan fornite di caratteristico portico. Anche se siete quasi distrutti (come noi) non potete fare a meno di uscire dopo cena per vedere i monumenti illuminati. La visione notturna è indimenticabile: poca gente, illuminazione perfetta e di grande effetto, passeggiata dall’Alcazar fino all’Acueducto assolutamente da non perdere.
Àvila, la città murata
La Città Vecchia di Àvila è una delle più belle città fortificata di tutta la Spagna. Oltre 2500 metri di alte mura intatte con 8 porte e 88 enormi torrioni cilindrici di vedetta la circondano completamente. Non ce la facciamo sfuggire e ci andiamo con Avanza bus da Segovia. La città è molto conosciuta e frequentata dai pellegrini devoti di Santa Teresa, grande riformatrice e fondatrice dell’ordine delle Carmelitane scalze. La stazione bus di Avila è un po’ distante dal centro storico: andata a piedi, ritorno in bus da piazza de San Vicente sulla quale si affaccia la porta principale della città e la bella basilica romanica omonima che contiene un Cenotafio in pietra policroma veramente notevole.
Ma la Murallas è la grande attrattiva ed è percorribile per un lungo tratto con bei panorami sulla città iniziando nei pressi della cattedrale la cui abside fa parte della Murallas stessa. Da visitare naturalmente la duecentesca cattedrale del Salvador dalla facciata gotica. Intorno si sviluppa la città medioevale con vicoli e vicoletti. Noi abbiamo trovato Avila in piena Festa Medioevale. C’era di tutto: artigiani, musicisti e menestrelli, cavalieri e arcieri, spettacoli da strada, personaggi e animali fantastici, giochi per grandi e piccoli, cittadini che indossano abbigliamenti e accessori medioevali, padiglioni arabeggianti e tantissimi stand gastronomici. Mai visto tante buone cose da mangiare tutte insieme! Noi abbiamo pranzato con maialino asado e un bidone di sangria. Veramente una bella giornata, anche se non esattamente riposante.
Salamanca, la “Firenze spagnola”
Da Segovia, secondo programma, si va a Salamanca. Rigorosamente in treno, dalla nuovissima stazione AVE piuttosto lontana dal centro (bus 12). Per accesso a stazioni o a treni media e lunga percorrenza verrà controllato il bagaglio passandolo dallo scanner. Dalla stazione di Salamanca si raggiunge il centro con i bus 1 o 11. Anche qui troviamo la città in festa: quella della Virgen de la Vega. Assisteremo a canti, balli, spettacoli vari e concerti e in particolare alla processione con la Virgen fino alla Cattedrale e alla tradizionale offerta dei fiori da parte di numerosi gruppi in costume. Gli spagnoli per le loro feste non si fanno mancare niente. Siamo alloggiati in piazzetta della Libertà a due passi dalla magnifica Plaza Mayor, una delle più belle e grandiosa di Spagna. Eppure la nostra verdeggiante piazzetta piccola e riservata e circondata da bar e ristorantini è di grande fascino! La Mayor, settecentesca, è un capolavoro del barocco tutta circondata da portici al di sopra dei quali si trovano i medaglioni raffiguranti regnanti e personaggi illustri. Gli edifici che la circondano sono alti tre piani, escluso il Pabellon de las Casas Concistoriales che ne ha due, ma più alti.
La piazza è il centro cittadino, ma secondo me il momento più bello per goderla è al mattino presto con il primo sole e solo con gli addetti che iniziano l’allestimento dei numerosissimi bar e ristoranti che la circondano. Naturalmente non si può mancare di ammirarla di notte con la magnifica illuminazione. Noi l’abbiamo trovata in festa con un grande palco per esibizioni di vari artisti e quasi sempre stracolma di gente ! La festa naturalmente …non finisce mai! A un passo troverete il caratteristico mercato Central. Da Plaza Mayor, dopo aver dato un’occhiata alla romanica chiesa di San Martin, si scende verso il fiume seguendo Rua Mayor che è la strada che attraversa parte del centro storico fino al ponte Romano. In breve si incontra la Casa de la Conchas, edificio gotico-plateresco con la facciata abbellita da tantissime conchiglie. Bello il cortile interno. Davanti ecco il maestoso edificio dell’Università Pontificia con la Scala Coeli (la Torre) da dove sicuramente si gode un magnifico panorama (non ci siamo saliti per troppi scalini). Ancora qualche passo e eccoci all’Universidad laica con la bellissima facciata plateresca.
Qui naturalmente si cerca la piccola rana che porta fortuna a tutti, studenti e non e che è uno dei simboli della città (un po’ come la lucertolina di Pisa). Avevamo indicazioni precise e l’abbiamo scovata. Se avete tempo potete visitare l’interno dell’Università che tra l’altro vanta una bella biblioteca. Ancora avanti e siamo di fronte alla cattedrale, anzi alle cattedrali, una del XII secolo di stile romanico e l’altra, la nuova, del XVI secolo. Da questa si accede all’altra. Abbiamo tentato l’ingresso un paio di volte, ma non è stato possibile causa la solita festa. Poco male, perché abbiamo assistito sul sagrato della cattedrale, la sera della domenica 8 settembre, al termine della processione e all’omaggio dei fiori. Il giorno dopo abbiamo seguito il percorso Jeronimus, assolutamente da non perdere, che ci porta sui tetti delle cattedrali, alle stanze nascoste e alla visione dall’alto dell’interno delle due chiese. Attenzione agli scalini! Se avete tempo, divertitevi a cercare intorno a una porta laterale della Cattedrale Nuova, fra i bassorilievi platereschi che la circondano, un drago che mangia un cono gelato o un astronauta e altro che un moderno restauratore ha inserito. Dalle cattedrali si scende fino al Rio Tormes per dare un’occhiata al Ponte Romano, per poi rientrare in città dopo aver visitato il convento e la chiesa di San Esteban e dopo aver osservato il bel palazzo del museo di Art Nouveau (anche da visitare).
A Coruña
Lasciamo Salamanca verso il Nord-Ovest. In treno verso Madrid Chamartín e poi verso A Coruña con i veloci, comodi treni della Renfe. Raggiungiamo la stazione di Salamanca a piedi perché i bus urbani iniziano il servizio alle 9, visto che è festa; in compenso, il percorso attraverso la città semiaddormentata è stato un piacere! La stazione di Chamartín è in fase di ristrutturazione, c’è un po’ di confusione, ma si viaggia in orario. Si attraversa la Meseta poi da Ourense il paesaggio cambi : siamo nella verde Galizia. A La Coruña con il bus 5 raggiungiamo il nostro appartamento a due passi da Piazza Maria Pita, una grande e bella piazza intitolata all’eroina locale, ma in pratica la classica Plaza Mayor delle città spagnola.
Il centro storico si trova su una penisola unita alla terraferma da uno stretto istmo che presenta da una parte il porto e l’inizio della magnifica passeggiata a mare che si sviluppa per 13 km, dall’altra le spiagge cittadine di Orzan e Riazor. Insomma A Coruña ci è sembrata da subito una città particolare: affacciata su un mare che ci è apparso molto diverso dal nostro caldo Tirreno, con un lungomare veramente spettacolare con gli alti palazzi con i terrazzini tutti protetti da vetrate dagli infissi bianchi, tanto che si parla della città di vetro.
Molti palazzi nella zona tra i due mari presentano facciate lussuose in art nouveau e stile eclettico. Il monumento simbolo è certamente la Torre di Ercole, il faro romano del I secolo d.C., naturalmente rimaneggiato, ma ancora funzionante e posto sulla punta ovest della città, lontano dal centro e circondato dal Parco delle Sculture. Ci siamo arrivati a piedi partendo da piazza Pita e percorrendo il lungomare abbellito dai particolari lampioni rossi decorati da disegni. Percorrendo il Parco Escultorico affacciato all’oceano ci si imbatte in notevoli sculture compreso i menhir con “finestre” e il monumento alle vittime delle guerra civile che ricorda Stonehenge. La giornata è un po’ ventosa e il cielo nuvoloso, l’oceano spumeggiante: l’ambiente è veramente suggestivo e anche struggente!
Ci torneremo, questa volta con il bus 3 perché il percorso e un po’ lunghetto. Con il bus 3 andiamo anche nei pressi del monte San Pedro che raggiungeremo a piedi con un po’ di fatica perché l’elevator è fuori uso. Dal monte San Pedro e dalla Cupola Atlantica si gode un magnifico panorama sulla città, le spiagge e la torre di Ercole. Nel parco ai piedi della Cupola troverete giochi per bambini compreso un grande labirinto e postazioni militari con due enormi cannoni a difesa della città. Assolutamente da non perdere è la raccolta città vecchia che si raggiunge, in breve, salendo da piazza Pita. Se potete andateci quando scende la sera e le strette strade acciottolate e i palazzotti cominciano a essere illuminati dai lampioni. Da visitare le belle chiese romaniche di Santa Maria e di San Giacomo, con un notevole pulpito in pietra. Quasi all’inizio della lunga passeggiata a mare e sotto la città vecchia merita la visita del castello di San Anton posto a difesa del vecchio porto e che ospita un interessante museo. Non mancate poi di passeggiare da porta Real fino a Piazza De Mina, attraversando i giardini oppure attraversando la città nel puto più stretto fino alle spiagge ovest. Nei pressi di plaza Pita tra le stradette circondate da negozi di vario tipo, date un’occhiata al mercato di San Agustin. Insomma La Coruña ci ha veramente ben impressionato: una città viva, la meno spagnola di quelle visitate, importante porto, posta in posizione particolare e che si sta aprendo al turismo e con una ottima cucina marinara.
Santiago de Compostela, la città del Cammino
Da La Coruña naturalmente si va a Santiago de Compostela, la città di San Giacomo e la meta dei famosi cammini (ce ne sono quanti volete..) con la Vieira, la conchiglia di capasanta, come simbolo e che si trova da tutte le parti. Ci vuole circa un’ora, si va in bus e si torna in treno. Le due stazioni a Santiago sono adiacenti e modernissime. A piedi si raggiunge il centro e si sbuca dove aver vagato un po’ tra le stradette acciottolate nella Plaza de las Platerías con la fontana con i cavalli dai piedi palmati. Alle spalle la scalinata che porta all’ingresso laterale della magnifica cattedrale con lunghissima fila di persone e anche pellegrini che attendono di entrare.
In attesa di tempi migliori, raggiungiamo la grande Praza de Obradoiro sulla quale svetta imponente la facciata della cattedrale che unisce stili romanici, gotici e barocchi. Sulla piazza insiste l’Hostal dos Reis Catolicos, ex ostello per pellegrini e oggi parador di lusso che visitiamo per i suoi quattro cortili. Di lato si eleva il Municipio o Pazo de Raxoi. In attesa di entrare in cattedrale ce ne andiamo al Mercado de Abastos che sembra una chiesa romanica più che un mercato. Però ci abbiamo mangiato un ottimo “frittino” e un ottimo polpo alla Gallega.
Alla fine riusciamo a entrare in cattedrale, ora c’è poca gente. C’è molto da vedere: il complicato Altar Mayor, il Botafumeiro (grande incensiere sospeso), la porta Santa, la cripta che ospita le spoglie di San Giacomo. Si può poi girare intorno all’altar maggiore e salire fino alla statua del Santo. Scendendo poi per la Praza de Fonseca circondata da caffè e ristoranti e Rua de Francola, via dove gustare le tradizionali tapas, siamo arrivati fino alla verde Cabelleria de Santa Susana e da qui alla stazione per il rientro a La Coruña.
Cabo Fisterra, la “fine del mondo”
A Finisterre, una delle mete del nostro viaggio e degli antichi desideri, ci arriviamo in bus sempre da La Coruña con un viaggio di circa due ore attraversando paesetti e cittadine e una campagna verdeggiante e ondulata ricca di campi di granturco. Vedrete anche dei piccoli granai (horreos) in pietra o legno poggianti su strani pilastri per evitare l’ingresso di topi e altri roditori. Molto caratteristici. Fisterre è un bel paesetto con un porticciolo con tante barche colorate, ormai votato al turismo come i dintorni ricchi di spiagge bianche e insenature. Purtroppo c’è stato un cambio di orario del bus per il ritorno e il tempo a disposizione non ci permette di arrivare di arrivare al faro: facciamo solo un tratto di strada e torniamo indietro. Il faro e il famoso Cabo purtroppo li vediamo solo da lontano. Sarà per la prossima volta!
Il nostro viaggio è terminato. Da La Coruña raggiungiamo Milano in aereo Easyjet e da qui, in treno, eccoci a casa. Dieci giorni un po’ faticosi, ma veramente indimenticabili tra le bellezze di questa parte della Spagna che certo non dimenticheremo. Peccato per il Cabo!
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