Tra arte e natura per scoprire la porta orientale d’Europa: è il paese dei monasteri dove si respira l’aria dell’antica Roma

Arrivo a Sofia con volo Ryanair dopo aver trascorso qualche giorno in Polonia. Non farò riferimento nel mio diario a quest’ultima, ma desidero informare sulla inopportunità di prelevare valuta da bancomat. Essendo domenica pomeriggio i Kantor (cambia valute) erano chiusi, per cui non mi rimaneva che fare bancomat. Dopo aver visionato due sportelli vicini, di cui uno mi proponeva 20 zl di commissioni, ho preferito lo sportello Santander dove, per una mera svista, ho accettato il tasso di cambio con notevole perdita di valore
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Diario di viaggio in Bulgaria
Giorno 1 – Sofia
Arrivo tardi a Sofia e passo la notte al terminal 2, in attesa di poter andare in centro appena giorno. Prima di prendere la metro ho voluto fare un tentativo di prelievo dal bancomat dell’aeroporto, ma solo per vedere il tasso di cambio. Durante l’operazione, ovvero alla fine dove chiede se accetti o rifiuti, nonostante avessi cliccato su rifiuto, la transazione è andata in porto nella mia totale incredulità. Esiste anche un exchange che propone tassi più vantaggiosi del bancomat; ma per chiudere il discorso, la cosa migliore è andare in centro dai cambia valute che danno tassi quasi al pari, oppure prelevare al bancomat Unicredit che applica il tasso corrente e c’è da pagare solo la commissione di prelievo.
Per arrivare in centro si può prendere la metro dal T2 con fermata a Serdika o i bus 84/184 con fermata a Gen. Gurko; le fermate non sono molto distanti tra loro. Il costo è di 1,68 lev e il biglietto si può comprare allo sportello o passare il bancomat al tornello, stando attenti a non perdere tempo dopo il contactless, se no si blocca.
Visito subito la Cattedrale Alexander Nevskij con molta calma praticamente deserta. La cattedrale è dedicata all’eroe russo Nevskij come ringraziamento per l’intervento russo durante la lotta contro il dominio dei turchi. Costruita tra il 1898 e il 1912 in stile neo-bizantino è la più grande chiesa ortodossa del mondo, subito dopo San Sava a Belgrado. All’esterno colpiscono le cupole verdi e dorate, mentre l’interno è immenso: 5 navate che possono ospitare fino a 6.000 persone e una cupola centra larga 50 metri. Un tripudio di marmi italiani, alabastro del Brasile, oro, centinaia di icone appese alle pareti. Nel campanile sono ospitate le 12 campane che sono da sempre un riferimento sonoro di tutta Sofia. Suonano ogni giorno alle 17 per richiamare i fedeli. Da non perdere una visita alla cripta che ospita il Museo di Arte Antica con icone, frammenti murari e altre opere.
Nelle vicinanze trovate la bellissima chiesa russa di San Nicola che è l’edificio di culto ufficiale della comunità russa a Sofia ed è Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Fu costruita nel 1878 dopo la cacciata degli ottomani su quella che era una moschea. L’esterno con le 5 cupole dorate rivaleggia con la Cattedrale per bellezza e luminosità. L’interno è piccolo ma particolarmente bello, grazie soprattutto all’iconostasi, la parete decorata di icone.
Sempre non distante vi è la Basilica di Santa Sofia. La chiesa è dedicata alla “divina saggezza” di Dio (Ἁγία Σοφία o Αγία Σοφία – Hagia Sophia – in greco, Sancta Sophia in latino). Nelle poche immagini ospitate in chiesa la divina saggezza viene rappresentata come una donna, contornata da altre tre donne che rappresentano la fede, la speranza e l’amore. Gli scavi archeologici hanno accertato che la Chiesa di Santa Sofia è stata costruita nel IV secolo sui resti di numerose chiese precedenti e della necropoli della città di Serdica (la Sofia Romana). Dopo le scorribande di Visigoti e Unni, l’imperatore Giustiniano fece costruire una chiesa dedicata alla Saggezza di Dio (Sophia in greco significa saggezza). Gli abitanti la amavano così tanto che nel XIV secolo decisero di cambiare nome alla città di Sredets ribattezzandola Sofia.
Durante la dominazione turca fu trasformata in moschea e gli affreschi distrutti. I colpi di grazia furono i due terremoti del 1818 e 1858. Ristrutturata definitivamente, è stata aperta al pubblico nel 1998.
Una curiosità: la chiesa è priva di campanile, quindi quando l’esercito russo sconfisse i turchi nel 1878 gli abitanti montarono una campana sull’albero fuori la chiesa per richiamare la popolazione alla festa. La campana è ancora lì e il campanile non è mai stato costruito!
A seguire visito La Rotonda di San Giorgio (Sveti Georgi ) che è una piccola chiesa rotonda di soli 10 metri di diametro. Un piccolo gioiello costruito nel III secolo come tempio pagano è trasformata quasi subito in chiesa; oggi è una specie di meraviglia accerchiata dal cemento.
La Rotonda è considerata il più antico edifico di Sofia e la storia della capitale bulgara è passata da qui: prima Martiryum, poi Costantino il Grande costruì intorno alla Rotonda il suo palazzo.
Nella tarda mattinata arrivo alla moschea Banya Bashi che è l’unica moschea in funzione nella capitale. Si tratta di una delle moschee le più antiche in Europa. È stata costruita nel 1576 dall’architetto famoso Mimar Sinan Koja. La moschea prende il nome da un’espressione che significa “molti bagni”. Faceva parte di un complesso più ampio, che comprendeva una struttura termale, che si trova nella parte posteriore, che è stata restaurata. Le decorazioni interne sono ispirate da brani del Corano con una calligrafia particolarmente precisa. Oggi, la moschea è ancora attiva per la comunità musulmana, notevolmente diminuita dopo la liberazione del paese dalla dominazione ottomana. Se può interessare, c’è anche la toilette gratis di fianco all’entrata.
Nella zona vi è la bellissima Cattedrale di Santa Domenica. È probabile che la struttura originale sia stata costruita nel X secolo e avesse una base in pietra e pareti in legno. Intorno al 1460 le reliquie del re serbo Stefano Uroš II Milutin sono state trasferite in Bulgaria e vennero in seguito collocate nella chiesa di Santa Domenica in occasione della sua elevazione a cattedrale nel XVIII secolo, contestualmente la cattedrale venne dedicata a Cristo Re.
Di fronte alla moschea c’è il mercato coperto ma non è altro che un piccolo centro dove ci sono negozi e supermercato. Nel primo pomeriggio faccio il check in, organizzo l’escursione per l’indomani e passeggio lungo la strada principale dove confluiscono le persone per il passeggio(Boulevard Vitosha).
Giorno 2 – Monastero di Rila
Appuntamento alle 7 di fronte alla Galleria di Arte con l’agenzia Rila shuttle che ci porta per 45€ a Rila 7 lakes + Rila monastery. Avevo paura per il tempo tanto è vero che per quel giorno la seggiovia è stata chiusa, ma all’arrivo abbiamo trovato una giornata meravigliosa col sole splendente, perfetta per l’escursione.
La seggiovia non funzionava solo per manutenzione, e l’alternativa per salire era la jeep che porta fino ad un certo punto oppure andare a piedi. Non abbiamo avuto dubbi a salire a piedi e a passo veloce abbiamo raggiunto l’inizio del percorso in 45’. Dallo chalet mi metto subito in cammino percorrendo la parte destra del percorso e dopo una salita comincia la parte piana che scorre velocemente. Il colore dei laghi era bellissimo e alcuni erano ancora ghiacciati. Arrivati al lago Okoto siamo saliti fino ad arrivare al Great View Point che con la presenza della neve ha reso tutto molto più suggestivo. Siamo saliti solo in tre e un cane che ci seguiva. Grande festa. Il ritorno è stato prevalentemente in discesa e, come all’andata, non ho seguito la strada che passa sotto la seggiovia ma ho tagliato per accorciare.Alle 15 saremmo dovuti partire, ma una persona non si è presentata e dopo un’attesa di 30’ siamo andati via.
Durante la strada abbiamo fatto una sosta forzata per problemi al motore del van, ma siamo comunque arrivati al monastero di Rila che è visitabile in poco tempo. Come tutte le chiese ortodosse presenta tutta una serie di dipinti sia a muro che su tela come anche vari mosaici. Il Monastero di Rila riesce a mantenere un’atmosfera mistica, grazie anche agli stessi visitatori che mostrano grande rispetto, visitandolo in silenzio. Qui l’uso sapiente dei colori e i diversi stili utilizzati nelle architetture rendono magico il monastero, uno degli edifici architettonici (oltre che culturali e storici) più importanti della Bulgaria, luogo perfetto dove perdersi tra l’arte e la storia di questo Paese.
Verso le 18 si riparte per arrivare a Sofia alle 20.
Giorno 3 – Plovdiv
Mi alzo presto e raggiungo la stazione ferroviaria a piedi. Chiedo info allo sportello dove fare il biglietto e torno di nuovo per capire dove prendere il treno. L’impiegata mi spiega tante cose, ma soprattutto il binario dove prendere il treno che non è molto immediato. Prima di salire chiedo al controllore che mi conferma che il treno era quello.
Arrivo a Plovdiv che mi accoglie con una leggera pioggerellina, ma nulla di che. Comincio a camminare verso il centro e subito inizio a visitare vari siti dove sono presenti dei resti di costruzioni romane. La camminata continua fino ad arrivare al Teatro Romano di Filippopoli che era chiuso per allestimento del palco per un incontro di box.
Riesco ad entrare da una porta laterale, faccio delle foto e vado via. Il teatro romano di Plovdiv è stato costruito durante il regno di Traiano (98-117 d.C.) e poteva contenere 5-7.000 spettatori (oggi ne contiene 3.500) disposti su 28 file (di cui 20 ancora visibili).
Continuo la visita e arrivo allo Stadio Romano ancora parzialmente visibile che ho trovato molto interessante.
Nato per lo svolgimento dei giochi atletici, alla fine del IV secolo, quando l’imperatore Teodosio proibì i giochi atletici, lo stadio veniva usato come pista da gara per corsa di carri. Poteva ospitare fino a 30.000 spettatori e misurava 250 metri di lunghezza e 74 di larghezza, diventando uno degli edifici più imponenti di Filippopoli. Anche se oggi è stata riportata alla luce solo una piccola parte della struttura ed il resto di questa rimane seppellita sotto il livello della via pedonale principale della città.
Attraverso la città vecchia e arrivo alla struttura che mi ospita per il check-in.
Dopo aver preso posto, riesco di nuovo per visitare il quartiere vecchio Nebet dove ci si perde in mezzo alle tante stradine.
Finisco il giro visitando la di San Costantino e Elena, la Porta medievale di Hisar Kapia , Kanapa street.
Ho trovato questa città molto interessante e per un certo verso anche più attrattiva di Sofia, anche perché tutto quello che è la Roma antica mi affascina.
Giorno 4 – Asenovgrad
Parto con bus per Asenovgrad per visitare Asen’s Fortress che dista dal bus terminal 3 km Attraverso la città prima di trovare la strada per Asen che ho fatto piacevolmente in una mattinata fresca e tranquilla. Dopo 2km di salita leggera arrivo alla fortezza ed entro dopo aver pagato 8lev. Ero praticamente solo e mi sono goduto tutta la struttura in pieno silenzio e pace.
Ci sono varie zone da visitare come la chiesa, la roccia con l’incisione, la parte alta panoramica. La Fortezza di Asen è un punto di riferimento storico situato in Bulgaria che risale al XIII secolo. Fu costruita durante il regno dello zar Ivan Asen II da cui deriva il suo nome. Fu originariamente costruita come roccaforte militare per proteggersi dalle forze invasori, ma servì anche come centro religioso per i cristiani nella regione.
L’architettura di questa fortezza è caratterizzata dalla sua torre circolare con pareti spesse oltre due metri. La torre ha due piani, e il piano superiore presenta un impressionante soffitto a forma di cupola che aggiunge alla sua grandezza. La Chiesa della Santa Madre di Dio all’interno della Fortezza Asen è un pezzo di architettura medievale. Vanta intricati affreschi e una bella iconografia che si dice risalgano al XIV secolo. Si possono ammirare le raffigurazioni di santi e scene bibliche che adornano le pareti e i soffitti di questo spazio sacro.
Terminata la visita ritorno in centro per prendere un bus locale per Bachkovo dove si trova il famoso monastero.
Questo è il secondo più visitato della Bulgaria e si presenta come struttura classica con tutta una serie di dipinti e in particolare presenta una zona dove vengono allevati degli animali.
Ritorno a Asenovgrad con autostop e predo il treno per Sofia con cambio a Plovdiv. Qualche informazione utile in merito: il bus per Asenovgrad si prende al terminal south poco distante dalla stazione ferroviaria (lev 2,4), mentre il bus per Bachkovo si prende da una fermata dei bus locali, basta chiedere (2+2lev). Il prezzo dei treni sono più bassi di quelli dei bus, fare attenzione al binario perché non ci sono i display che indicano la destinazione del treno in arrivo. È consigliabile arrivare in anticipo per vedere con calma il tutto.
Arrivato a Sofia faccio l’ultimo giro in centro prima di arrivare all’aeroporto con metro-4 dalla stazione Serdika. Per chi paga col bancomat direttamente al tornello deve stare attento a passare subito altrimenti il tornello si blocca come è successo a me che per logica volevo passare dal tornello a sinistra rispetto al rilevatore magnetico, invece si è attivato quello di destra. Dopo aver segnalato questo alla persona che faceva i biglietti, sono stato completamente ignorato e per la rabbia sono entrato dalla porta di uscita per non pagare di nuovo il biglietto.
Passo la notte al terminal-1 arrivatoci con lo shuttle che fa la spola tra T1 e T2 fino al mattino per prendere il volo per Bari.
Giorno 5 – Bari
Dall’aeroporto prendo il bus shuttle che per 5€ porta in centro. Ho due ore per approfittare di visitare la Bari vecchia come anche la famosa Basilica di San Nicola e assaggiare la mitica focaccia barese. Soddisfatto della visita, mi reco in stazione per prendere il treno.