Serbia, Kosovo e Macedonia del Nord: 14 giorni on the road per scoprire i Balcani che nessuno vuole visitare

Serbia, Kosovo e Macedonia del Nord: tre nazioni, tre realtà diverse eppure unite dal fil rouge dei Balcani. Un viaggio d’autore alla scoperta dell’altra sponda dell’Adriatico, dove insistono alcune delle più belle realtà di questo territorio così ricco e interessante.
Indice dei contenuti
Informazioni utili per un viaggio nei Balcani
Alcune indicazioni generali prima di passare al racconto delle singole giornate:
- Riguardo alla sicurezza, i tre paesi da noi visitati ci sono sembrati sicuri. Abbiamo evitato le province del Kosovo del Nord, perché consigliate solo in caso di necessità sia dalla Farnesina che dal Ministero per gli Affari Esteri UK. Al contrario, siamo andati nella zona di Novi Pazar, per la quale vigeva la stessa indicazione da parte della sola Farnesina per presunte tensioni etniche, senza aver riscontrato alcun problema. Avevamo qualche timore per possibili atti di vandalismo in Kosovo, perché guidavamo un’automobile con la targa serba, ma tutto è filato liscio. In generale abbiamo comunque seguito il buon senso ed evitato sempre situazioni potenzialmente pericolose.
- Il periodo da noi scelto, è stato tutto sommato buono. Abbiamo avuto dei limitati momenti di pioggia, ma fortunatamente quasi sempre quando eravamo in auto. In ogni caso, non hanno avuto grande impatto sul nostro programma di viaggio. La temperatura è stata davvero variabile: nelle zone montuose siamo arrivati a 4° e a Belgrado abbiamo sfiorato i 30°, per cui è opportuno regolarsi di conseguenza.
- Viaggio fai da te o con agenzia? Abbiamo organizzato tutto per conto nostro, senza nessuna difficoltà.
- Sono sufficienti due settimane per visitare questi paesi? Noi siamo riusciti a vedere quello che volevamo, ma se avessimo avuto qualche giorno in più avremmo aggiunto volentieri alcune località serbe ad est e sud-est di Belgrado e sicuramente avremmo prolungato il nostro viaggio in Macedonia del Nord. Inoltre, anche il tempo dedicato a Belgrado è stato minimo perché uno di noi la conosceva già.
- Capitolo costi: in linea di massima, i tre paesi sono assolutamente abbordabili. In molti casi gli appartamenti che abbiamo trovato tramite Booking.com avevano un costo tra 25 e 30 € e per cenare non abbiamo mai speso più di 20 € a testa e comunque in media sui 10/12€.
- Capitolo trasporti. Abbiamo raggiunto la Serbia con un volo diretto da Malpensa per Belgrado e ritorno (Air Serbia, andata: 21.00-22.40; ritorno: 18.25-20.10; 350€ in totale per 2 biglietti con 2 bagagli a mano a testa) e lì abbiamo noleggiato in aeroporto un’auto con AR Car Rental (480€ circa per una Opel Corsa con assicurazione omnicomprensiva, chilometraggio illimitato e un conducente aggiuntivo). Non è stato facile trovare un’agenzia di autonoleggio che ci consentisse di portare l’auto dalla Serbia in Kosovo. Inoltre, è necessario prestare attenzione a passare dalla Serbia in Kosovo in automobile perché la prima nazione non riconosce la seconda per cui, se si tornasse in Serbia da un confine terrestre, si potrebbero avere dei problemi a causa dell’assenza del visto di uscita. In realtà, per i cittadini dell’Unione Europea è sufficiente presentare nei posti di frontiera la carta d’identità invece del passaporto, in modo da evitare l’apposizione di timbri che potrebbero creare confusione. Noi non abbiamo avuto nessun problema in questo modo; peraltro non abbiamo quasi mai trovato code, con l’eccezione della frontiera macedone-serba il penultimo giorno, dove abbiamo atteso comunque solo una ventina di minuti. Inoltre, al confine tra Serbia e Montenegro ci hanno richiesto espressamente il contratto di autonoleggio con l’autorizzazione a portare l’automobile in Kosovo. L’acquisto di una polizza auto assicurativa kosovara, che sembrava necessario, non ci è stato richiesto, anche se forse questo è stato dovuto solo al fatto che la nostra auto era serba. Inoltre, il parcheggio in Serbia è particolarmente complesso, in quanto nei centri delle città il pagamento per la sosta (quasi sempre obbligatorio) si può effettuare solo tramite SMS da una SIM serba. A Novi Sad la proprietaria dell’appartamento si è offerta di pagare per noi il parcheggio, ma abbiamo comunque preso una multa di 8€ probabilmente perché è passato un controllo nei pochi minuti che sono trascorsi tra il nostro parcheggio ed il pagamento. Pertanto, se avete un’auto al seguito, vi consigliamo di prenotare hotel ed appartamentini con il posteggio riservato o disponibile gratuitamente in strada. Il costo della benzina è più basso che in Italia; i prezzi al litro indicativi al momento della nostra visita sono i seguenti: in Kosovo 1.10/1.20€ ca; in Nord Macedonia 72 MKD; in Serbia 174 RSD. La condizione delle strade è in genere buona sulle autostrade e discreta sulle provinciali. Occhio alle cunette e ai dossi sulle strade nei paesini della Macedonia del Nord, perché a volte non sono segnalati. Abbiamo utilizzato spesso anche l’app Maps.me – non male, ma che a volte ci ha dato delle indicazioni non corrette, soprattutto vicino ai confini di stato.
- Comunicazioni: abbiamo acquistato una eSIM con Escape SIM, ma probabilmente non si è attivata, per cui non utilizzeremo più questo provider. In ogni caso, il Wi-Fi è spesso disponibile in hotel, bar e ristoranti.
- Alberghi: abbiamo prenotato gli appartamentini e i due hotel sempre tramite Booking.com. Il costo è stato molto basso ed il livello decisamente buono, con l’eccezione dell’appartamento a Prizren, il quale non era niente di che.
- Moneta: Se a Belgrado la carta di credito viene accettata quasi ovunque, non è così nelle località più piccole dei tre paesi. È consigliato quindi avere sempre con sé una scorta di contanti. A questo proposito, dalle ricerche che abbiamo effettuato prima della partenza, abbiamo scoperto che vengono sempre caricate delle commissioni aggiuntive relativamente elevate (sui 5€ a prelievo per i nostri enti bancari) sul ritiro di contante, con l’eccezione della Halkbank in Serbia e della Komercijalna Banka in Macedonia del Nord. Quest’ultima, tra l’altro, dispone anche di un’app molto utile che consente di trovare il bancomat più vicino, mentre questa funzione non è disponibile dall’app della prima. In Kosovo, invece, pare che non esistano eccezioni e che la commissione venga applicata sempre; tuttavia, in Kosovo si utilizza l’euro, per cui è sufficiente portare con sé un po’ di contanti per non incorrere in spese indesiderate. Il cambio indicativo è stato il seguente: 1€=116.37 RSD e 61.38 MKD.
- Cibo. Sempre ottimo, con delle differenze regionali piacevoli.
- Sulla pulizia possiamo dire che il livello è in generale buono, sia nelle strade, che negli hotel e ristoranti.
- Guide. Abbiamo utilizzato le guide Bradt, aggiornate al 2016 per la Serbia, al 2019 per la Macedonia del Nord ed al 2017 per il Kosovo. In genere, le guide si sono rivelate buone, anche se alcune delle informazioni pratiche (ad esempio gli orari di apertura dei monumenti) non erano aggiornate. Per ovviare a questa situazione, abbiamo contattato prima della partenza gli uffici informazioni dei monumenti che avremmo voluto vedere per chiedere questi dettagli e ci è stato risposto nella quasi totalità dei casi. Sul web si trovano un po’ di siti con dei consigli, soprattutto per la visita delle zone più turistiche, che possono essere utili. Attenzione perché le guide Bradt a volte si fanno prendere dall’entusiasmo esaltando località o monumenti che a noi non sono sembrati poi così rilevanti.
- Approccio al turismo. Le nazioni da noi visitate, soprattutto il Kosovo, non hanno ancora sviluppato sistematicamente questo settore. Per Kosovo e Macedonia del Nord non esistono siti web ufficiali dedicati, né uffici del turismo ufficiali, neppure per le località principali. Per la Serbia, invece, esiste un buon sito istituzionale, ma non siamo quasi mai riusciti ad usufruire degli uffici locali, in teoria esistenti, perché regolarmente chiusi. Sicuramente, perlomeno nel periodo in cui siamo stati noi, il numero di visitatori è stato sempre estremamente limitato ed in numerose destinazioni pari a zero. Belgrado, Prizren, Ohrid e Skopje sono state le località in cui abbiamo incontrato più viaggiatori, ma comunque in numero accettabile. L’inglese è parlato davvero da poche persone, soprattutto in Serbia al di fuori di Belgrado; molto migliore è la situazione in Kosovo e Macedonia del Nord.
- Non partite senza assicurazione: noi abbiamo stipulato un’assicurazione annuale con Globelink. In alternativa, Turisti per Caso offre a tutti i suoi lettori uno sconto del 10% sulle polizze di Columbus Assicurazioni, con il codice riservato TUPEV1.
Diario di viaggio nei Balcani
1° giorno – Arrivo a Belgrado
Partiamo da Malpensa con circa 10 minuti di ritardo, che non recuperiamo durante il viaggio. Atterrati a Belgrado e sbrigate rapidamente le formalità doganali, cerchiamo di prelevare dei dinari da alcuni bancomat di varie banche presenti in aeroporto senza riuscirci, per cui ritiriamo l’auto e raggiungiamo Sremski Karlovci, dove andiamo a dormire immediatamente (Apartment Dora, 27 Митрополита Стратимировића, circa 29€ per un appartamentino; molto buono).
2° giorno – Sremski Karlovci, Palic, Novi Sad
Al mattino visitiamo le attrazioni più importanti di Sremski Karlovci, che si accentrano attorno alla piazza principale. Si tratta sostanzialmente di tre chiese ed un paio di edifici pubblici. In una di queste abbiamo il piacere di conoscere una loquace monaca che ci spiega la locale tradizione delle uova pasquali. Proviamo anche a visitare la Cappella della Pace, ma è chiusa. Sremski Karlovci è un paese davvero piccolo ma nel quale si può passare tranquillamente qualche ora, considerato che dal punto di vista architettonico è interessante. In poco più di un’ora raggiungiamo Subotica. Qui il livello artistico è decisamente molto alto. I monumenti più importanti della città sono infatti in uno stile Secessionista molto influenzato dalla tradizione popolare ungherese. Riusciamo ad entrare nel Municipio grazie ad una visita guidata disponibile solo saltuariamente, che include anche la torre campanaria dalla quale si gode di una bella vista sulla città. Proseguiamo lungo il percorso suggerito da un opuscolo distribuito dal locale ufficio del turismo, che ci porta a visitare i bei palazzi secessionisti. Gli highlights sono costituiti dalla Sinagoga e dal Palazzo Ferenc Rahicle. Entusiasmati da quello che vediamo, decidiamo di proseguire per la vicina Palic, resort turistico con altri edifici secessionisti, tra i quali spiccano la torre dell’acqua ed il lido destinato alle donne. Resta un mistero per quale motivo queste cittadine non siano più famose a livello perlomeno europeo, considerati i gioielli che custodiscono. Arriviamo quindi a Novi Sad a metà pomeriggio. Iniziamo la visita della città a partire dalla maestosa fortezza di Petrovaradin, interessante non solo per la struttura in sé, ma anche per i bei panorami sul Danubio. Dopo aver parcheggiato e lasciato i bagagli nel nostro appartamento (Dunja NS, Kralja Aleksandra 6; 27€ per un appartamentino; molto buono), proseguiamo per il centro storico. Dopo una buona cena al Pivnica Gusan (https://www.pivnicagusan.rs/; 2.930 RSD per due piatti e due bevande) passiamo un’oretta passeggiando lungo il Danubio, per ammirare il panorama della fortezza e raggiungendo la bella sinagoga, posizionata in una strada molto suggestiva. Novi Sad è una città carina, estremamente vivace ed anch’essa di impronta mitteleuropea, come Sremski Karlovci e Subotica.
3* giorno – Tara National Park, Mokra Gora
Lasciamo Novi Sad poco prima delle 8.30 del mattino: siamo diretti al Tara National Park, dove arriviamo in circa 3 ore e 30 minuti. La prima sosta è a Bajina Basta, per vedere la famosa Casa sulla Drina, che è uno spettacolo davvero simpatico. Dopo una sosta a base di caffè e succo di mirtillo presso lo Studenac, proprio con vista sulla casa, andiamo all’ufficio del turismo per avere delle informazioni sul Tara National Park, ma non riusciamo ad ottenerne. L’addetta non ci informa neanche del fatto che sempre nella stessa cittadina c’è un altro ufficio del turismo dedicato proprio al parco! Fortunatamente riusciamo a scoprirlo controllando il sito web e ci precipitiamo: una solerte impiegata ci fornisce una serie di informazioni essenziali in base alle quali organizziamo la nostra visita. Nel Tara National Park si possono effettuare una serie di attività, quali, ad esempio, hiking e rafting, ma se come noi non si ha tanto tempo a disposizione, si può tranquillamente fare un giro in automobile fermandosi in alcuni punti panoramici per cogliere lo spirito del parco. A questo proposito, le nostre soste, tutte meritevoli, sono le seguenti: Zelenica, che si trova proprio sulla strada, Baniska Stena, che richiede una breve passeggiata di 15 minuti, ma che consente di avere un panorama davvero spettacolare e Brana Lazici, anch’essa direttamente sulla strada. Il Parco Nazionale ci sembra interessante ed anche le tratte trascorse in auto ci lasciano ammirare un panorama davvero bello. Verso le 18 arriviamo a Mokra Gora. Lasciamo le valigie nel nostro appartamento (Apartmani Maksimovic, € 36,60; ottimo), situato proprio a pochi metri dall’ingresso della ferrovia e raggiungiamo il vicino Drvengrad (conosciuto anche con i nomi di Küstendorf e Mecavnik), un villaggio costruito interamente da Emir Kusturica per uno dei suoi film. La deviazione è piacevole, complice anche il fatto che il paesino è tutto per noi. Tornati a Mokra Gora ceniamo molto bene a base di cevapi alla Sarganska Osmica, il ristorante della ferrovia, che è ospitato in un locale di atmosfera (2660 RSD).
4° giorno – Sargan Eight, Novi Pazar
Abbiamo prenotato da qualche settimana due posti sul treno Sargan Eight, che percorre 15 km in mezzo alla natura su un trenino che è rimasto in uso dagli anni 20 del Novecento fino al 1974, per essere poi ripristinato alla fine degli anni 90 e che si è trasformato in una delle principali attrazioni turistiche della zona. Anche se è un giorno infrasettimanale e siamo in bassa stagione, il treno è completamente pieno, per cui la prenotazione è consigliata. Il percorso di andata, da Makra Gora a Sargan, non prevede soste e dura circa 45 minuti. Dopo la sosta al capolinea, il treno ritorna a Makra Gora con brevi soste a: Krst, Jatare (sosta più lunga), Golubici e Ludi Kamen. Il percorso totale dura circa 2 ore e mezzo, per cui alle 13 siamo di nuovo a Makra Gora. L’esperienza è sostanzialmente positiva: il vecchio treno, i panorami naturali circostanti e l’andamento lento, contribuiscono al fascino complessivo. Da Makra Gora ci mettiamo in cammino e dopo un percorso molto travagliato sia a causa di una pioggia battente che di una serie di lavori in corso, arriviamo finalmente per il rotto della cuffia, al Monastero di Studenica, di importanza estrema per la cultura e l’identità serbe. Il monastero comprende due chiese principali, con degli affreschi ben conservati e suggestivi. In poco più di un’ora raggiungiamo poi la nostra sistemazione a Novi Pazar (Demir Apartmani, Omladinska 82; 3000 RSD per un appartamentino; molto buono – la nostra scelta era un’altra, ma al mattino il proprietario dell’appartamento da noi selezionato ci ha informato dell’allagamento della casa e ci ha proposto questa alternativa), quindi andiamo subito in centro. La descrizione di questa città da parte della guida Bradt, faceva presagire il peggio, ma in realtà la cittadina, seppure priva di attrattive imperdibili, si rivela piacevole per trascorrere qualche ora. Noi percorriamo il tratto che va dalla piazza principale alla moschea Altum Alem e possiamo ammirare nel giro di poche decine di metri, edifici del periodo socialista (Hotel Vrbak) accanto a negozi di moda occidentale e negozi di hijab e di dolci mediorientali che non sfigurerebbero in una città levantina. Un insieme sicuramente interessante, arricchito da un’evidente movimentata vita sociale in locali e caffè. Ceniamo, anche stasera a base di cevapi, da Kod Jonuza, su Zitni Trg (1800 RSD per due piatti ed un’insalata; ottimo).
5° giorno – Novi Pazar, Pec
La prima tappa della giornata è la chiesa di Djordji Stupovi, distante qualche chilometro da Novi Pazar. Della chiesa originaria non è rimasto che qualche affresco, però l’insieme è indubbiamente interessante. In mezz’ora di strada raggiungiamo il Monastero di Sopocani, che è davvero splendido, soprattutto per gli affreschi. Per avere una buona spiegazione di questi ultimi, consigliamo di scaricare l’app Sopocani. A questo punto dobbiamo raggiungere il Kosovo passando dal Montenegro, evitando le province del Kosovo del Nord. Per questo motivo entriamo in Montenegro dal paese di Splijani… peccato però che ad un paio di chilometri dal confine, Maps.me impazzisca e ci voglia far ritornare in Serbia! Fortunatamente riusciamo a risolvere la situazione chiedendo informazioni alla dogana montenegrina. Per superare il confine è necessario prima farsi registrare dalla dogana serba e poi da quella montenegrina, che, peraltro, ci chiede anche copia del contratto con la società di autonoleggio per verificare se abbiamo tutti i documenti in regola per arrivare in Kosovo. Il transito attraverso il Montenegro (Bac, Rozaje e Kula) è molto bello, grazie allo splendido panorama circostante, per cui arrivati alla dogana di Kula, ci spiace lasciare già questa nazione. Entriamo quindi in Kosovo e ci dirigiamo a Pec, lasciando subito i bagagli nel nostro hotel Kulla e Zenel Beut, situato in una vecchia torre (54€ la doppia con bagno e colazione; ottimo). Da qui in qualche minuto raggiungiamo in auto il Patriarcato di Pec, che è assolutamente da non perdere: gli affreschi delle tre chiese collegate da un unico nartece, sono davvero incredibili. Tornati in centro, visitiamo il vecchio bazar, le varie moschee, l’hammam (anche se purtroppo solo all’esterno perché è in restauro). L’impressione complessiva della cittadina è che stia facendo di tutto per diventare un’attrazione turistica. Gli sforzi valgono sicuramente la pena perché ci sono diversi monumenti interessanti ed il clima generale della città è molto piacevole: speriamo che riesca a diventare un posto di rilievo nel panorama turistico della zona. Dopo una sosta in un bar del centro, Prince Coffee House, ceniamo nel ristorante del nostro hotel con dei piatti locali (32,50€ in totale per quattro piatti; ottimo).
6° giorno – Visoki Dečani, Djakovica, Prizren
Iniziamo la giornata con la visita di un monastero davvero meraviglioso, Visoki Dečani, che è assolutamente da non perdere. Decidiamo di fare una deviazione per visitare il paesino di Djakovica. Non essendo molto grande, si visita in un paio d’ore, purché non si decida di visitare il museo. L’ attrazione principale è sicuramente il bel bazar, la cui pavimentazione però è in parziale ristrutturazione. Anche il resto del centro è molto gradevole, per cui siamo contenti di questa sosta. Nel primissimo pomeriggio raggiungiamo Prizren e, dopo aver lasciato i nostri bagagli nell’appartamentino che abbiamo trovato (Deni House, Kasëm Begu No 1; 25€; carino, ma non pulitissimo), andiamo alla scoperta del centro. La Bradt ha un interessante walking tour, che seguiamo quasi alla lettera e che ci consente di vedere i monumenti più importanti della città. Consigliamo di salire sulla torre dell’orologio, dalla quale si può ammirare un bel panorama del centro: è sufficiente chiederlo al custode del Museo Archeologico. Prizren è una cittadina davvero affascinante, un mix incredibile di islam e cristianesimo, situata anch’essa in una posizione splendida ai piedi delle montagne. Anche se per moltissimi italiani Prizren è sicuramente un posto sconosciuto, per molti turisti locali e dei paesi limitrofi, è una realtà turistica consolidata: è forse il primo posto del nostro viaggio nel quale incontriamo dei gruppi di turisti relativamente consistenti, inclusi alcuni italiani. Dopo una sosta per una baklava presso il Saraj, un costoso locale del centro, andiamo a cena, anche stasera con dei piatti tipici, al ristorante Marashi (Vatrat Shqiptare 25, 33€ in totale per quattro piatti; ottimo). Facciamo un ultimo giro serale in città e poi torniamo nel nostro appartamento.
7° giorno – Skenderaj, Prishtina
La prima tappa della giornata è nel paese di Skenderaj, dove si trova il memoriale di uno dei principali combattenti per la libertà del Kosovo, Adem Jasheri. A colpire non è tanto il piccolo museo nel quale sono custoditi alcuni oggetti suoi e della sua famiglia, ma le due case nelle quali la famiglia abitava, perché sono state mantenute esattamente nello stato in cui erano dopo i bombardamenti serbi, che hanno portato alla morte di oltre 50 persone. Fuori dalle case ci sono delle impalcature che consentono anche di salire ai piani superiori. Proseguiamo con il monastero di Gracanica, bello, ma non all’altezza di quelli che abbiamo già visto. Raggiungiamo quindi Prishtina e seguiamo il walking tour della Bradt. Al di là della via principale, dedicata a Madre Teresa, che è vivace e piena di gente e delle moschee che sono state ben restaurate, il resto della città non presenta davvero attrattive e i due musei che avrebbero potuto essere interessanti, sono entrambi chiusi. Per questo motivo, dopo un paio d’ore andiamo via e raggiungiamo la Repubblica della Macedonia del Nord. Ci affrettiamo a ritirare i dinari macedoni presso il più vicino bancomat della Komercijalna Banka, ma è solo al terzo tentativo che riusciamo a prelevare. A quel punto, ci troviamo nella periferia di Skopje e attivando TripAdvisor troviamo un ristorante a pochi metri di distanza (Gostilnica Ubaz, Gorce Petrov 2; https://m.facebook.com/gostilnica.ubac/; MKD 1050 per tre piatti; molto buono), che ci soddisfa tantissimo. Raggiungiamo quindi nel tardo pomeriggio il nostro hotel nel Canyon Matka (Canyon Matka Hotel; http://canyonmatka.mk/; 48,20€ per una doppia con bagno e colazione ed una bottiglia di vino in omaggio; molto buono).
8° giorno – Grotta di Vrelo, Galicnik
Dopo colazione partecipiamo ad un tour in barca di una cinquantina di minuti, che ci porta alla scoperta del Canyon e della grotta di Vrelo. Quest’ultima in particolar modo è davvero molto suggestiva. In poco meno di un’ora, in tarda mattinata raggiungiamo la nostra meta successiva, Tetovo. Visitiamo immediatamente il vecchio hammam, attualmente destinato a galleria d’arte, la Moschea Colorata, davvero originale nel suo genere e facciamo un giro nel centro storico. Chiudiamo la visita della città con la Arabati Baba Bektashi Teke, un insieme di edifici di vario tipo della fine del XVIII secolo, situati in periferia della città. Qui abbiamo il piacere di conoscere e fare due chiacchiere con un signore che è il derviscio responsabile del complesso, il quale ci offre un tè e dei biscotti e resta a parlare con noi per un po’. Riprendiamo l’auto diretti verso il lago di Mavrovo. Iniziamo la visita dalla sponda orientale fino a Mavrovo, proseguendo poi per il villaggio di Galicnik. Sia il lago che il villaggio sono carini, ma la cosa più bella sono i panorami davvero superbi che si godono dall’altipiano che si trova tra i due. In compenso, i paesini che circondano il lago non sono niente di che. Ci fermiamo a Mavrovi Anovi (Tetka Viki, MKD 2.440 per un appartamentino di tre stanze con balcone che consente di godere di una bellissima vista sul lago; ottimo) e ceniamo in un ristorante che ci è stato consigliato dalla padrona di casa (Gostilnica Gozba; MKD 1610 per due piatti e un’insalata; molto buono).
9° giorno – Lago di Ohrid
Ci svegliamo con una stupenda vista sul lago e dopo colazione facciamo tappa al Monastero di San Giovanni Bigorski, nel quale è custodita una iconostasi di legno magistralmente intagliata. Al di là di questo, il monastero è suggestivo sia per la posizione scenografica che per l’architettura. Continuiamo diretti al lago di Ohrid lungo la strada panoramica che costeggia il lago di Debar. Una sosta consigliata per ammirare l’intero lago artificiale, è quella presso l’hotel Cami. La strada è davvero bella, per cui ci fermiamo spesso per scattare delle foto. In tarda mattinata arriviamo a Struga, sul lago di Ohrid. Struga non ha attrazioni particolari, ma è in una bella posizione ed ha una spiaggia gradevole, dove trascorriamo un po’ di tempo. Arriviamo quindi a Ohrid (House of Petan, 35 Dimitar Vlahov; MKD 3700 in totale per due notti per una stanza con bagno; ottimo) ed iniziamo a visitare la città. Seguiamo le attrazioni consigliate dalla Bradt, ma dobbiamo andare un po’ a caso: la guida è del 2019, la città non ha un ufficio del turismo e sul sito internet non sono presenti gli orari dei monumenti (ad esempio, la fortezza secondo la Bradt chiude alle 19, mentre appuriamo che l’orario di chiusura è alle 15). Ciononostante, la cittadina è davvero splendida e quindi passiamo il pomeriggio tra stradine del centro, chiese bizantine, splendidi scorci del lago e moschee, presenti, queste ultime, in una zona dall’edilizia più moderna ma molto interessante, Mesokastro. Concludiamo nel tardo pomeriggio con quello che probabilmente è il panorama più famoso della città, che si può vedere dalla chiesa di Sv. Jovan Kaneo. Il tragitto più bello per raggiungere la chiesa è attraverso una passerella in legno sul lago che parte dai pressi della chiesa di Santa Sofia. Cena presso il Viva Ksantika (MKD 1810 per alcune meze, un’insalata e due piatti; ottimo). Dopo un giro serale per la città, torniamo nella nostra stanza.
10° giorno – Lago di Prespa
La prima tappa della giornata è fallimentare. Andiamo infatti appena fuori Ohrid per visitare il monastero di Santo Stefano, che però troviamo chiuso. Proseguiamo quindi per la costa verso sud e raggiungiamo la Bay of Bones, che ospita una ricostruzione di un villaggio neolitico locale su palafitte. Anche se all’inizio eravamo perplessi, il sito finisce con il convincerci. Raggiungiamo a questo punto il monastero di Sv. Naum, quasi al confine con l’Albania. La prima cosa che facciamo è un giro in barca di una mezz’ora lungo le fonti di Sv. Naum. Il posto è davvero meraviglioso, complici anche una giornata spaziale e la totale assenza di turisti, e lo consigliamo a tutti. Dopo la visita al bel monastero, decidiamo di raggiungere il Lago di Prespa. La strada tra i due laghi ha alcuni punti panoramici che sono davvero meravigliosi (in particolare Koritski Ridge e Baba), soprattutto per la vista che si gode sul lago di Ohrid. In compenso, il lago di Prespa, pur scenografico, è davvero poco sviluppato turisticamente. Probabilmente influisce su questo stato di cose la difficoltà di raggiungere l’acqua, poiché la costa è spesso quasi paludosa. Visitiamo in macchina una parte della costa ovest e poi ci fermiamo per una pausa in quello che probabilmente è l’unico ristorante aperto del lago (Riva, paese di Stenje, MKD 800 per un’insalata e due meze; molto buono). Tornati quindi a Ohrid a metà pomeriggio, facciamo una pausa in quello che ci pare il miglior negozio di baklava della vacanza (Antep Baklava a Mesokastro) e poi raggiungiamo nuovamente Sv. Johan Kaneo, dove attendiamo il tramonto. Cena molto buona presso il Ristorante Kajche (https://restaurantkajche.com; MKD 1520 per tre piatti).
11° giorno – Bitola, Heraklea Lyncestis
Lasciamo Ohrid con un po’ di tristezza diretti a Bitola, una cittadina con un centro compatto, quella che pare essere la più grande zona pedonale dei Balcani ed un paio di moschee e chiese degne di interesse. Ci passiamo con piacere un paio d’ore – probabilmente la parte più affascinante è quella del vecchio bazar scoperto, che noi visitiamo completamente deserta perché oggi è il 1° maggio. Proseguiamo quindi per Heraklea Lyncestis, città antichissima della quale sono visibili le rovine tardo romane (è molto utile allacciarsi alla traballante rete wi-fi del sito per poter leggere le descrizioni dei singoli edifici, disponibili qui: https://heraclea.archaeology.mk). Interessante, anche se purtroppo solo un paio di mosaici sono visibili. Facciamo quindi una sosta a Prilep, il cui bazaar all’aperto è carino, ma ci troviamo in una città completamente deserta, tanto che non riusciamo a trovare neppure un bar aperto per prendere un caffè. È quindi la volta del vicino Monastero di Treskavec, collocato in una posizione splendida su un’altura. La chiesa è in restauro, per cui solo parzialmente visibile, ma l’atmosfera complessiva vale la sosta. A questo punto raggiungiamo Skopje, che iniziamo a visitare, cercando di prendere la funicolare sul monte Vodno, ma purtroppo la troviamo chiusa a causa del maltempo sulla vetta. Raggiungiamo il nostro appartamento (Pako’s Apartment, Boulevard Kocho Racin, 38/1; MKD 3750 in totale per due notti; carino) e andiamo a cena nel vicino Stara Kuka (https://starakuka.mk/; MKD 2300 per una grigliata mista enorme, davvero buona). Dopo un giro serale in centro, andiamo a dormire.
12° giorno – Skopje
Oggi andiamo alla scoperta di Skopje. Iniziamo da Piazza Macedonia, proseguiamo con la visita del deludente Museo della Città di Skopje, situato nella vecchia stazione ferroviaria e continuiamo con la visita di due musei estremamente interessanti: il Memoriale dell’Olocausto, che contiene un’esposizione sulla storia degli ebrei in Nord Macedonia e nei Balcani e la National Gallery of Macedonia (Daud Pasha), ospitata nel bellissimo hammam. È quindi la volta del pezzo forte della città, la Carsija, vale a dire il vecchio bazar, nel quale ci fermiamo per oltre due ore e che è davvero bellissimo. E riusciamo anche a provare la bevanda nazionale, che finora ci è sfuggita, il boza. Nel primo pomeriggio ci spingiamo fino alla Moschea di Mustafa Pasha, al Monastero di Sveti Spas, che ci sembra molto diverso da tutti gli altri monasteri che abbiamo visto in questo viaggio e successivamente alla fortezza Kale, dalla quale si ammira un notevole panorama del centro cittadino. Facciamo poi una sosta nella Moschea Sultan Muratova, dove conosciamo il simpaticissimo imam ed un ragazzo che viene spesso in Italia per fare l’istruttore di parapendio. Tornati in centro, visitiamo il Museo Archeologico della Macedonia, piccolo ma con dei reperti notevoli e poi torniamo nel bazar prima per un succo di melograno e poi per cenare al Vavilon (MKD 1400 per due piatti; molto buono). Non conoscevamo Skopje e dobbiamo dire che questa città ci ha davvero conquistati ed è uno degli highlights del viaggio.
13° giorno – Nis, Topola
Oggi ci attende una lunga tappa di trasferimento, perché stasera saremo a Belgrado. Ci svegliamo molto presto perché abbiamo intenzione di fare un paio di soste per spezzare il viaggio: la prima è a Nis (visitiamo sia la Skull Tower che la fortezza e facciamo un giro in centro – onestamente non ci sembra niente di che), la seconda è a Topola per visitare la chiesa ed alcuni siti legati a Karadjordje Petrovic. La chiesa è davvero magnifica, mentre gli altri siti valgono una visita solo se siete davvero interessati al personaggio. A metà pomeriggio arriviamo a Belgrado e lasciamo l’auto ed i bagagli nel nostro appartamento (Visoki Vrh Apartmani; 1 Адмирала Гепрата, Savski Venac; 6240 RSD; molto buono). Ci dirigiamo subito in centro e facciamo un giro per le vie principali della città fino ad arrivare alla fortezza alle 17:30, perché abbiamo prenotato un giro in battello al tramonto su Sava e Danubio. Il giro è piacevole e ci consente di riposarci per un paio d’ore. Ceniamo in un locale molto semplice dal nome inequivocabile (Drama Cevapi; Ulitsa Brage Jugovitsa; 2400 RSD circa per due piatti di cevapi; molto buono) e poi, dopo un ottimo gelato presso la gelateria Fenics Gelato ed un giro in centro, andiamo a dormire.
14° giorno – Belgrado
Al mattino iniziamo a visitare il centro di Belgrado seguendo il percorso indicato dalla Bradt: Trg Republika, le chiese di San Sava e San Marco, la fortezza e Knez Mihailova sono le principali aree che visitiamo più nel dettaglio. Belgrado ci sembra una città vivace e movimentata, gradevole e con tanta voglia di vivere. Dopo aver preso un gelato fantastico (Flor Gelato Italiano, Knez Mihailova 33; https://m.facebook.com/FLORGelatoAdriatic), andiamo a pranzo in un locale tradizionale (Zavicaj, Gavrila Principa 77; https://www.restoranzavicaj.rs/; 4900 RSD per due piatti enormi; molto buono) e poi in aeroporto per lasciare la macchina e prendere il nostro volo per Milano Malpensa, dove arriviamo in orario.