Ai margini d’Europa per una settimana di viaggio tra castelli, vampiri e gustosi piatti della cucina locale

Una settimana in Romania in primavera è il modo giusto per vivere un paese ancora ai margini, geografici e culturali, di un’Europa sempre più globalizzata. Una terra spesso rimasta pura, legatissima alle tradizioni, economica e bella da scoprire.
Indice dei contenuti
Diario di viaggio in Romania
Giorno 1 – Bucarest
Dal “nostro” aeroporto di Genova partono pochissimi voli, ma ce n’è uno con due partenze settimanali (Genova-Bucarest con Ryanair, probabilmente organizzato per soddisfare la numerosa comunità rumena presente a Genova) ed io e mia moglie ne approfittiamo per raggiungere questa bella nazione abitata da persone gentili ed ospitali (anche economica se si va fuori stagione come abbiamo fatto noi). Si parte alle 9,10 ed atterriamo a Bucarest verso mezzogiorno. Il volo per Bucarest lo abbiamo pagato 20 euro a tratta a persona. Abbiamo quasi tutta la giornata a disposizione e dopo aver lasciato i bagagli nel centrale hotel LIAD (40 euro a notte in due) ci dirigiamo subito a piedi verso l’opera che più mi incuriosisce di Bucarest, Casa Poporului, l’enorme edificio (il secondo al mondo in muratura dopo il pentagono) costruito alla fine dell’era Ceausescu ed oggi sede del parlamento rumeno.
Riusciamo a visitarlo all’interno accompagnati da una guida (10 euro, è vietata la visita senza guida) e rimaniamo impressionati dalla bellezza e dalla maestosità degli interni. Mi colpisce positivamente il fatto che tutto il materiale utilizzato all’interno sia rumeno (un milione di metri cubi di marmo dalla Transilvania; 3.500 tonnellate di cristallo; un milione di metri cubi di legno; 200.000 m² di tappeti di lana). Vicino al palazzo sta sorgendo la nuova cattedrale ortodossa di Bucarest (quasi finita, ma consacrazione prevista per ottobre 2025) con le sue enormi cupole dorate. La sera ceniamo nel quartiere storico Lipscani.
Giorno 2 – Bucarest
Al mattino ci rechiamo subito nel quartiere Lipscani. Il nome Lipscani trae origine dalla città di Lipsia, provenienza di molti dei mercanti che vi commerciavano. Per un certo periodo il termine lipscan fu utilizzato per designare tutti i mercanti, indipendentemente dalla loro provenienza. Visitiamo il monastero Stavropoleos, proprio all’interno del quartiere Lipscani; in un’altra zona della città visitiamo l’attuale cattedrale di Bucarest (santi Costantino ed Elena), il complesso architettonico comprendente la cattedrale, il palazzo del patriarca e la residenza patriarcale.
Giorno 3 – Brasov
Ci rechiamo alla stazione nord di Bucarest e con due ore e mezza circa di treno, visitiamo la cittadina di Brasov detta la perla della Transilvania, qui soggiorneremo due notti alla Pensionea Mury (40 euro a notte in due con colazione). Brasov oltre ad essere una città montana molto carina è anche strategica per visitare i luoghi più famosi della Transilvania. Brasov nel passato ha ricevuto una forte influenza tedesca che si nota soprattutto nella famosa chiesa nera in stile gotico e di religione protestante e nella grande piazza.
Giorno 4 – Bran
Ci rechiamo a Bran, a pochi chilometri da Brasov con un autobus di linea e visitiamo il famosissimo castello di Dracula o meglio del conte Vlad l’impalatore o forse di nessuno dei due ma comunque molto caratteristico sia per gli esterni che per gli interni.
Giorno 5 – Sinaia
Al mattino visitiamo Sinaia, che raggiungiamo in treno da Brasov dirigendosi verso Bucarest che sarà la nostra meta per l’ultima notte. Sinaia è una nota località turistica e sciistica che attrae molti visitatori sia d’estate che d’inverno, qui visitiamo il Castello di Peleș, edificio costruito in stile neorinascimentale tedesco.
Tornati in serata a Bucarest pernottiamo e ceniamo nella pensione Casa Romaneasca scelta sia per la sua “tipicità” romena che per la sua vicinanza all’aeroporto (10 minuti a piedi), visto che l’indomani mattina abbiamo l’aereo alle 7,10 del mattino.
Giorno 6 – Bucarest e rientro in Italia
Lasciamo la pensione Casa Romaneasca raggiungendo a piedi l’aeroporto Otopeni. Torniamo a Genova, ed in mattinata atterriamo all’aeroporto Cristoforo Colombo.
Le nostre considerazioni sulla Romania
Bella la Romania, come tutti i paesi dell’est mantiene ancora un fascino che li differenziano dai nostri standard occidentali, è più economica ed oltre ai suoi paesaggi e luoghi ne abbiamo apprezzato anche il cibo locale. Tra i piatti abbiamo provato la ciorba (minestra molto ricca come primo piatto); sarmale (involtini di riso, carne macinata, verdure e spezie, avvolti nella foglia di verza, vanno abbinati sempre con la polenta); mici o mititei (un misto di carne macinata alla griglia, il più delle volte si tratta di maiale, in varie combinazioni con pecora o vitello. Molto ricco di spezie e condimenti). Papanasi (Probabilmente il dolce tipico romeno più popolare in assoluto, è uno spettacolo! A vederlo sembra un vulcano delizioso simile a una ciambella, ma l’impasto e diverso e contiene formaggio simile alla ricotta. Sopra viene ricoperto da panna acida e da una deliziosa marmellata di mirtilli di bosco, che in Romania si trovano in abbondanza). Il tutto bevendo l’ottima birra rumena Ursus.
Mi è piaciuto anche che ci siamo spostati con i mezzi pubblici (treno e bus) che ti permettono di essere a contatto con la popolazione locale.