Barcellona e dintorni

Viaggio itinerante tra città, monasteri e Costa Brava
Scritto da: DavVero1980
barcellona e dintorni
Partenza il: 17/07/2016
Ritorno il: 24/07/2016
Viaggiatori: 3
Spesa: 1000 €
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Dopo la positiva esperienza del viaggio itinerante fatto lo scorso anno in Germania, anche quest’anno io, mio marito e il nostro bimbo di 6 anni avevamo voglia di ripetere un’esperienza di questo tipo. Avevo però anche voglia di mare. Così ho pensato che una meta interessante per conciliare mare e viaggio itinerante potesse essere la Spagna; in particolare mi sarebbe piaciuto visitare Barcellona e dintorni visto che non ho mai visto questa città. La mia idea iniziale era di abbinare alla visita della città, un giro in Costa Brava. Poi mi sono lasciata scoraggiare da due aspetti: il primo che il periodo estivo avrebbe portato tutti sulla costa, il secondo che, essendo una costa caratterizzata da cale e costoni, potesse essere molto stressante guidare considerando anche il traffico. E visto che a me e a mio marito non piace stressarci in vacanza, ho cominciato a studiare un percorso alternativo. Tra le varie ricerche internet e letture di guide turistiche mi sono imbattuta nelle foto del Monastero di Montserrat che, dalla mappa, vedevo non distare troppo da Barcellona. Volevo assolutamente vederlo. E dà lì, il mio percorso immaginato in Costa Brava si è trasformato nel viaggio on the road tra Monasteri e Costa Brava; viaggio che qui di seguito vi racconterò.

17-19 luglio: Barcellona e Monastero di Montserrat

Nel tardo pomeriggio di domenica 17 luglio partiamo alla volta di Barcellona: volo Ryanair da Bologna. Notti a Barcellona: 2.

Atterriamo a Barcellona in serata. Avevo letto che da febbraio 2016 avevano aperto una nuova linea di metropolitana che portava direttamente in città e che faceva concorrenza al vecchio tragitto treno+metro, anche se secondo alcuni la metro era conveniente solo se bisognava raggiungere la zona universitaria altrimenti come tempo veniva più comodo arrivare in città con il treno. Noi però per praticità abbiamo optato per la metro: volevamo fare subito il biglietto di 2 giorni in modo da ottimizzare la spesa. La nuova linea della metropolitana è spettacolare: è una linea senza pilota, quindi guidata in maniera automatica, e la stazione ultramoderna. Entriamo e subito una ragazza spagnola gentilissima comincia a parlarci in italiano e ci dà qualche dritta per raggiungere il quartiere gotico dove si trovava il nostro albergo. La metropolitana appare alquanto vuota: infatti la maggioranza dei viaggiatori si era diretta verso il treno o verso altri mezzi di trasporto. Era surreale. Ma una volta scesi ed arrivati nel pieno della Rambla, ci ritroviamo quasi come in un’altra dimensione, con gente da tutte le parti quasi fosse un formicaio. Ci sistemiamo nell’albergo (Hotel Rialto), ci laviamo, ci facciamo una bella dormita pronti e riposati per il giorno successivo, l’unico giorno pieno che avremmo passato per intero in città. La scelta di fare solo due notti a Barcellona è stata dettata in parte dalla voglia di visitare anche altri posti in quella settimana, in parte anche dal fatto che con un bimbo non potevamo visitare tutti i numerosi musei che la città offre e abbiamo preferito goderci la città a modo nostro. Comunque in un giorno e mezzo a Barcellona siamo riusciti a vedere: la Sagrada Familia, la cui visita all’interno sebbene costosa assolutamente merita con i suoi giochi di colore (consiglio di comperare i biglietti online per saltare la fila; in alternativa recarsi alla mattina presto in modo da poter trovare i biglietti per la giornata: noi ci siamo andati alle 10 e abbiamo trovato posto per le 17), il parc Guell di Gaudì, le case di Gaudì, Barcelloneta con mangiata di paella, passeggiata nella Rambla, il quartiere gotico con la sua cattedrale e i vicoli stretti e il mercato Boqueria.

Il martedì verso mezzogiorno torniamo in aeroporto per il ritiro dell’auto a noleggio (noleggiata dall’Italia) che ci avrebbe portato in giro per la Catalogna del Nord. Purtroppo la scelta del noleggio non è stata molto felice: inter rent si è rivelata essere veramente disorganizzata e lenta nelle procedure cosìcchè, nonostante avessimo già prenotato l’auto, abbiamo atteso quasi un’ora e mezza per sbrigare le pratiche e abbiamo dovuto anche discutere perchè volevano farci pagare delle coperture assicurative aggiuntive utilizzando l’arma di spaventarci un po’ in caso di incidente. Essendo consapevoli che avevamo già una copertura standard abbiamo declinato le offerte e abbiamo incrociato le dita sperando che tutte le casistiche di imprevisti che ci avevano sottoposto non ci capitassero.

Ritiriamo l’auto e partiamo. Destinazione: Monastero di Montserrat. Google map ci aiuta alla grande a trovare la nostra destinazione. Al monastero si può salire da due punti. Da Aeri de Monserrat (questo è quello che bisogna puntare sul navigatore per trovarlo) da dove parte una funivia che con 10 euro andata e ritorno ti porta a destinazione offrendoti uno spettacolare panorama. Oppure da Ministrol de Montserrat da dove parte un trenino a cremagliera. Noi abbiamo optato per Aeri de Montserrat che abbiamo raggiunto in circa 40 minuti dall’aeroporto sempre percorrendo strade a scorrimento veloce non a pagamento. Ad Aeri de Montserrat ci arriva anche un treno che proviene da Barcellona per cui questa gita è possibile farla anche soggiornando in città; infatti molti turisti hanno utilizzato questo mezzo di trasporto. Arrivati ad Aeri ci sembra di tornare indietro nel tempo: dopo il caos metropolitano siamo finiti in una piccola stazioncina funicolare di altri tempi con le panchine in legno nella sala di attesa e un macchinista intento a pulirne i vetri per offrire ai turisti un panorama mozzaffiato: una grande montagna tutta levigata dal vento al centro della quale sorge una costruzione. Saliamo sulla funivia e in 5 minuti circa ci troviamo lassù. E’ come una piccola cittadina: si trovano punti ristoro, punti informativi, la chiesa e persino un albergo. Intorno si aprono tanti sentieri. Un sentiero è quello che porta alla grotta dove avvenne l’apparizione, un’altro invece è il sentiero della via crucis con le 14 tappe. Essendo arrivati nel pomeriggio e digiuni a causa della lentezza del noleggio auto, ci siamo goduti l’atmosfera, abbiamo bevuto e mangiato qualcosa di fresco al bistrot, abbiamo visitato la chiesa ed esplorato una parte del sentiero che conduce alla grotta. Ci siamo comunque subito resi conto di come possa essere facile per chi ama camminare poter trascorrere senza noia tutta la giornata lassù.

Finita la visita al monastero scendiamo e ci dirigiamo con calma verso l’alloggio che avevo prenotato per la notte a circa 20 minuti di distanza: una sorta di bed&breakfast situato in campagna nel bel mezzo del parco naturale del Montserrat. Nel progettare il viaggio avevo deciso di prenotare con booking ogni sosta, perchè non ero certa che in Spagna fosse facile trovare alloggio giorno per giorno come invece accade in Germania o in Austria. E devo dire che questa scelta si è rivelata vincente.

El Celler della Guardia, questo il nome del bed&breakfast, si è rivelato assolutamente in linea alle aspettative. Un posto tranquillo, lontano dal caos e molto ben curato. Temevo di non trovarlo essendo sparso nella campagna e invece ancora una volta Google Maps non ci ha tradito. Il rapporto qualità/prezzo è stato a dir poco favoloso e la possibilità di cenare in loco ha sicuramente portato un grande vantaggio.

20 luglio – Cardona Vic e il Monastero di S. Pere des Casseres

La mattina successiva dopo un’abbondantissima colazione (quasi un pranzo direi!) siamo partiti per andare a visitare Cardona e il Monastero di S.Pere des Casseres con fermata a Vic per la notte. Questa sulla carta era la tappa con più incognite in quanto non ero riuscita a capire dalle letture fatte quanto questi luoghi potessero essere interessanti. In realtà transitare di lì mi serviva per smezzare il percorso da Montserrat a Figueres, paesino sicuramente molto interessante e Vic era proprio lì a metà strada, ideale per una sosta notturna. Cercando in internet mi sono documentata sulle cose che nei dintorni di Vic si potevano visitare: così ho letto di questo Monastero che più che per importanza, era interessante dal punto di vista naturalistico: sorge infatti sul cucuzzolo di un promontorio che sporge dentro l’ansa di un fiume.

Arriviamo a Cardona dopo circa 50 minuti di auto, attraversando il parco naturale del Montserrat con scorci paesaggistici davvero interessanti. Cardona si presenta con tutta la maestà della sua fortezza, ma per il resto il paese ci appare alquanto spoglio e se vogliamo poco curato. Anche tutta la zona intorno appare poco attraente per via soprattutto delle numerose cave: vicino a Cardona infatti sorge la montagna del sale, una parte delle cui grotte sono anche visitabili dai turisti. Noi la caverna del sale non l’abbiamo visitata, però abbiamo fatto una bellissima passeggiata attorno alle mura della fortezza e siamo saliti sin su il castello ora adibito ad hotel di lusso.

Verso le 11 ripartiamo alla volta del Monastero che abbiamo raggiunto in un’altra oretta di auto. Anche in questo caso Google maps ci è tornato utile perchè non abbiamo trovato indicazioni sul luogo se non proprio a ridosso del monastero. Il paesaggio è molto particolare: sembra quasi un canyon verde solcato da un grande fiume che con la sua forma serpentineggiante ha creato laghi e promontori. Sopra uno di questi sorge questo monastero benedettino al cui interno hanno ricreato gli ambienti in cui nel lontano medioevo vivevano i frati e l’abate. Per raggiungere il Monastero bisogna percorrere una strada abbastanza (ma non troppo tortuosa) in alcuni punti anche stretta, ma con la nostra panda ce la siamo cavata egregiamente: la strada termina in un parcheggio da cui in 10 minuti a piedi si raggiunge il monastero. Sul luogo è presente anche un punto ristoro.

Terminata la visita al Monastero (3 euro l’ingresso), ci rechiamo a Vic dove avevo prenotato per la notte. L’hotel scelto era un albergo ricavato da un vecchio seminario. Non siamo riusciti a capire se questo hotel era gestito dalla curia locale o da laici, poichè tra gli ospiti c’erano sia stranieri, sia famiglie, sia gruppi parrocchiali. L’albergo era comunque molto ben curato e soprattutto supermoderno. Il prezzo ottimo. Vic ci ha sorpreso: il paesino è poco turistico sì, ma con dei bei palazzi e una bellissima piazza dove abbiamo gustato un buon gelato seduti ai tavolini.

21 luglio – Figueres

Da Vic, dopo un’abbondante colazione, partiamo verso Figueres: dopo circa un’oretta e mezza di auto, attraversando una bellissima autostrada immersa completamente nel verde, arriviamo nella città di Dalì. La città nel suo centro storico si mostra subito molto più turistica delle precedenti visitate con tanti bar e ristoranti nelle piazze e negozi di suouvenir e prodotti tipici. Il centro è piccolissimo e in mezza giornata si visita tutto. Decidiamo di iniziare la visita del paese dal teatro comunale dove è allestito il museo di Dalì e dei Surrealisti. La visita richiede circa un’oretta e mezza e si rivela in alcune sale interessante anche per il piccolo Tommaso stupito dagli effetti ottici di alcune opere.

22 luglio – Roses e Cadaques

Il giorno successivo ci rechiamo verso Roses e il promontorio Cap de Creus con l’obiettivo di visitare il paesino di Cadaques, che rappresenta anche la foto di copertina della nostra guida. Il giorno prima di partire avevamo controllato con il navigatore i tempi di percorrenza da Roses a Cadaques perchè volevo valutare quanto potesse essere avventuroso attraversare il promontorio Cap de Creus in auto. In effetti, i tempi di percorrenza erano abbastanza lunghi se rapportati ai chilometri percorsi: abbiamo quindi dedotto che le strade fossero lente e tortuose e così abbiamo optato per vagliare l’alternativa di raggiungere Cadaques con la barca da Roses. Ci siamo quindi informati presso l’ufficio turistico di Figueres se esistevano escursioni di quel genere e ci hanno confermato che da Roses partivano numerose gite turistiche. Così di buon mattino, una volta arrivati a Roses, ci siamo recati presso gli imbarcaderi per scegliere la gita più consona alle nostre esigenze. La giornata non era soleggiata anzi c’erano delle nuvole che minacciavano pioggia e quindi non avevamo la certezza che le barche partissero. In realtà siamo stati fortunati e siamo riusciti ad imbarcarci immediatamente con Don Pancho: 15 euro l’adulto, 9 euro il bambino, la gita prevedeva escursione in barca fino a Cadaques, sosta di 3 ore presso il paese con visita in totale libertà e rientro nel pomeriggio a Roses. Abbiamo così avuto modo anche di vedere dalla prospettiva del mare una parte del promontorio Cap de Creus. Altre gite in barche prevedevano invece l’esplorazione del fondale sottomarino oppure la circumnavigazione del promontorio.

Cadaques nonostante la pioggerella ci è piaciuta molto: ricorda il tipico paese mediterraneo con le casette bianche. Numerosi sono i posti in cui mangiare pesce lungo il molo o a ridosso delle spiagge e un’ottima vista della baia sia ha dalla terrazza della chiesa, raggiungibile salendo nelle strette stradine del centro che ricordano molto ambientazioni greche. Rientrati a Roses con un’ora di ritardo perchè la barca era arrivata un’ora dopo l’appuntamento pattuito (in Spagna hanno ritmi molto easy) non siamo riusciti a fare una passeggiata lungo il lungomare a causa della pioggia e del vento. Forse complice il tempo, Roses non ci ha particolarmente colpito nonostante sia una rinomata località balneare: mi pareva molto simile a certe fredde spiagge della Normandia, ma probabilmente con un clima migliore l’impressione sarebbe stata diversa.

23 luglio – Tossa de Mar

Ed eccoci arrivati all’ultima tappa del nostro viaggio itinerante: Tossa de Mar, sicuramente il luogo che ci è piaciuto più di tutti. Situata lungo la Costa Brava a metà circa tra Roses e Barcellona, è uno splendido paesino che, oltre ad un bellissimo mare e numerose escursioni in barca, offre anche un delizioso centro storico e delle meravigliose passeggiate: la salita al cosiddetto “Castello” e sentieri lungo gli alti costoni della Costa Brava. La località è molto turistica, piena di negozi e ristoranti. Ma nonostante la tanta gente e l’alta recettibilità turistica, siamo riusciti a raggiungerla senza problemi di traffico. E questo aspetto della Spagna mi ha colpito positivamente, perchè nonostante le località costiere anche rinomate siano piccole e spesso insinuate in promontori, le strade per raggiungerle oltre che molto curate sono anche davvero poco trafficate. Parcheggiamo la nostra Panda in un parcheggio a pagamento: 10 euro 24 ore. Se si arriva prima delle 10 è possibile trovare posto anche nei parcheggi non a pagamento. Depositiamo i nostri bagagli in una pensioncina semplice ma molto ben pulita e con personale gentilissimo (Rosell Hostel) e ubicata a ridosso dell’isola pedonale. In poco tempo iniziamo la nostra escursione per il paesino. Per prima cosa facciamo la passeggiata al Castello e proseguiamo fin sul faro da cui si gode di una bellissima vista sul mare. C’è anche un delizioso punto ristoro dove mangiarsi un gelato o una tapas e godersi la brezza marina. Il faro volendo è anche visitabile. Riscendiamo giù e, dopo la foto di rito, ci fermiamo a mangiare qualcosa in uno dei numerosi ristoranti dietro la spiaggia. Da qui ho modo di osservare le barche che fanno da spola e offrono le gite turistiche più disparate. Se avessi avuto un giorno in più avrei fatto senz’altro la gita ad esplorare i fondali marini visto che mio figlio è un appassionato di pesci. Dopo pranzo proseguiamo a visitare l’altro lato del paese, quello opposto al Castello, e ci fermiamo in una piccola spiaggetta a fare un bagno: l’acqua scende giù abbastanza velocemente, ma troviamo una insenatura ideale per bambini dove l’acqua è più basse e comunque ricca di pesciolini da guardare con la maschera e provare a pescare con il retino. Alla sera decidiamo di andare a goderci l’ultima paella catalana nel ristorante suggerito dai gestori della pensione e anche molto quotato dalle recensioni di Tripadvisor: la Roca de Tossa. Ci mettiamo un po’ a trovarla perchè è poco visibile, in quanto, a differenza degli altri ristoranti, ha solo due o tre tavolini fuori che però purtroppo danno lungo la strada. La location ammetto non è delle migliori, anzi, un po’ questo aspetto ci frena avendo visto durante la mattinata posti molto carini anche come ubicazione. Però abbiamo anche voglia di mangiare in un posto veramente tipico. Quindi decidiamo di fidarci del parare dei locali che lo annoverano come migliore posto dove gustarsi una paella. Veniamo accolti da una signora abbastanza anziana che parla solo catalano. Per fortuna la raggiunge presto il figlio che parla inglese e ordiniamo la nostra cena. Non c’è che dire: paella e sangria superlative, per non parlare della crema catalana. Anche il rapporto qualità prezzo è ottimo. Molto soddisfatti.

24 luglio – Partenza per Minorca

La mattina successiva ci regaliamo un’ultima passeggiata in una Tossa de Mar ancora dormiente prima di partire alla volta di Barcellona per lasciare l’auto a noleggio e prendere l’aereo che ci porterà sull’isola di Minorca dove trascorreremo l’ultima settimana di vacanza. Alle nove del mattino è fantastico girare per questo paesino perchè sembra tutto tuo.

Partiamo per Bacellona: tutto il tour ci è costato solo un pieno di benzina, in un paese dove comunque la benzina costa molto meno che in Italia. Siamo molto soddisfatti, ma se dovessimo rifare questo tour apporteremmo qualche modifica all’itinerario: forse potremmo fare a meno di visitare Cardona e uniremmo Figueres con Roses per passare magari una notte in più a Tossa de Mar.



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