Spagna del Sud
E quindi ? torniamo ad uno dei nostri grandi amori … la Spagna !! una parte che non avevamo ancora visto (se non io, in età “discotecara”) era la costa del sud. Ed allora apriamo le mappe ed iniziamo a tracciare a “grandi linee” le rotta. Dopo un po’ di letture di diari di viaggi iberici e blog vari sulla costa mediterranea, pensiamo di lanciarci in un tour cha abbracciasse anche qualche paesaggio atlantico… e così iniziamo a prenotare volo, auto ed hotel. Alla fine il copione prevede volo a/r da Torino per Barcellona, discesa fino a Tarifa, risalita a Cadice e rientro a Barcellona via Siviglia e Cordoba in due settimane (dal 17 al 31 Agosto 2018).
In dettaglio le nostre tappe :
Tarragona
Valencia (città dell’arte e della scienza)
Guadalest e Palmeto di Elche
Deserto Tabernas e Western Leone
Parco naturale Cabo del Gata
Granada e l’Alhambra
Nerja
Malaga
Ronda
Parco naturale di Fuengirola e Mijas
Gibilterra
Tarifa
Cadice
Siviglia
Barcellona
Un’altro fattore da tenere conto è che viaggiamo con i nostri due ragazzini di 10 e 12 anni, un’ età alla quale (per usare un eufemismo) non si ha ancora un grande interesse per città d’arte e musei ! Quindi cerchiamo di realizzare un tour adatto anche alle loro esigenze.
Volo ryan air da Caselle ed arrivo in Catalunia con la pioggia. Affittiamo una renault capture con Hertz all’aeroporto di El Prat e riusciamo ad infilare le nostre 3 valigie (2 grosse ed un bagaglio a mano) per miracolo!
Dopo ca un’ora di trasferimento a Tarragona, prendiamo possesso della camera all’Hotel SB Express Tarragona e tentiamo una visita alla città, ma la pioggia scende ancora in maniera persistente. Allora giriamo un po’ in macchina e poi ci dirigiamo al ristorante serale (l’Ancora, in zona porto), dove arriviamo in orario inconsueto per gli spagnoli. Va considerato che quando noi ci siamo seduti molti stavamo ancora prendendo l’aperitivo; infatti nessun locale prima delle 9.00/9.30 si avvicina ad un ristorante ! il grosso arriva tra le 10 e le 11 e più si scende, più è vero; ma anche noi non ci metteremo molto a capire ed adeguarci ai loro orari. Uno delle usanze più piacevoli dei nostri cugini spagnoli sta proprio nella convivialità e nella condivisione del tempo seduti ad un tavolino (ma anche in piedi) bevendo cervesa e mangiando tapas. Le tapas le definerei come dei piccoli manicaretti a base di carne, pesce o pasta ed elaborati in maniera sfiziosa. Sono di dimensioni ridotte rispetto ad un piatto classico e talvolta vengono serviti in maniera originale; si accompagnano ovviamente a birra se non sangria o vino, specialmente blanco. Nel sud la prima tapas è compresa con la bibita.
Il mattino dopo, con un bel sole, facciamo un ampio giro a Tarragona visitando sia la balconata sul mare, dal quale vedremo uno dei tantissimo stupendi panorami, la cattedrale ed il centro storico. L’interno della cattedrale è difficile da dimenticare così come il portale dell’ingresso che ritroveremo simile in molte altre visite successive.
La visità impegna un po’ tutta la mattina, per poi ripartire per Valencia. L’idea è quella di farci il primo bagno spagnolo alla spiaggia di Malvarrosa che raggiungiamo dopo circa 2 ore e mezzo di viaggio. La prima impressione di Valencia è quella di una città ordinata e pulita, con enormi vialoni da 4/5 corsie per carreggiata. Arriviamo al parcheggio della spiaggia nel tardo pomeriggio e l’impatto non è il massimo : la zona credo sia una delle poche degradate di Valencia, frequentata non proprio dalla crème della società. Lasciamo l’obolo al parcheggiatore e “attraversiamo” 200 metri circa della bella spiaggia per arrivare al bagnasciuga, lambito da un mare dal quale i nostri ragazzini non volevano più venire via.
Pernottiamo (per ben 2 notti di fila!) al Tryp Valencia Feria, non vicino al centro ma comodo per la città dell’arte e della scienza, la cui visita inizia al mattino successivo. La prima parte l’abbiamo dedicata alla bellissima sezione oceanografica, sicuramente il migliore “acquario” che abbiamo mai visitato (tanto per fare un confronto, Genova è ridicolo) paragonabile, per esempio, a quello di Tenerife. Non vi aspettate un spettacolo esaltante dalla vasca dei delfini : i semplici numeri che vedrete fanno parte di un contesto diretto più che altro a lanciare il messaggio che la struttura vuole dare, ovvero la salvaguardia dell’ambiente marino (con numerosi video e proiezioni a contorno); forse questo può lasciare un pizzico di delusione. L’atmosfera rimane comunque magica e quando tutto il pubblico riecchieggia l’immancabile ex-tormentone estivo Despacito corrono i brividi lungo la schiena, quasi a volere sottolineare la forte identità iberica di questo popolo ! La doppia vasca tropicale e il tunnel che passa sotto la grande vasca valgono da sole il biglietto che (comprato dall’italia) comprendeva ancora la visita della città dell’arte, la visione del cinema 4D Imax e il planetario (sul tema Marte). Ottima cena al restaurant La Paz in zona lungomare ovviamente con paella valenciana e sangria.
Al mattino partenza mattiniera verso Sud con destinazione Guadalest, una paesino a 500m di altezza di origine musulmana che conserva un centro storico che è stato dichiarato dall’Unesco Complesso Storico – Artistico e dal quale si può contemplare un panorama splendido. Dopo avere pranzato nella caratteristica piazzetta, ripartiamo per il palmeto di Elche, il cui giro nel giardino, nonostante il caldo, non può lasciare indifferenti per la quantità e la varietà di palme che invade ogni spazio libero di terreno, caratteristica estesa a tutta la zona che attraversiamo in auto. Nel tardo pomeriggio arriviamo all’ Hacienda del Álamo, a fuente, un complesso di case vacanze e seconde case costruite nel deserto e lontano 20 minuti da Cartagena, con una splendida piscina ed una appartamento molto spazioso e ben curato. La sera a Cartagena da Tio Andres dove abbiamo avuto una delle cene migliori del tour ma con un tempo di attesa della “cuenta” infinito.
Il mattino ci dispiace lasciare un luogo così particolare, la cui location mi ricorda un po’ i lodge della west coast americana ma il deserto di Tabernas non può aspettare ! Arriviamo a metà mattina nell’unico deserto presente in europa ed effettivamente i rilievi rocciosi sono talmente aspri ed inospitali che appaiono inaspettatamente affascinanti. In questo contesto sono nati alcuni parchi divertimento a tema hollywood (alcuni dotati di piscina e zoo) ma noi preferiamo vedere un posto un po’ fuorimano, male segnalato e poco frequentato : il Western Leone. Il set originale dove sono stati girati parte dei film della famosa triade western che ospita la colonna sonora del nostro famoso compositore Sergio: appena entrati ti saltano addosso tutte quelle sensazioni di stare dentro ad un film che abbiamo tante volte già visto. E’ un posto che o ami subito o ti lascia del tutto indifferente. La banca, la prigione, il saloon e la forca sono davvero originali e lo si capisce anche dallo stato di semi-abbandono nel quale sono lasciati! Ogni paio d’ora circa viene fatto uno spettacolo western dagli attori/gestori della struttura (noi abbiamo assistito ad una simpatica scena nel saloon in un spagnolo più che comprensibile). Lascia un po’ di tristezza vedere come la vecchia signora all’ingresso cerca di vendere cappelli e pistole di plastica o come gli attori cercano di piazzarti un giro a cavallo o il pranzo al ristorante nei pressi ma la concorrenza con i parchi divertimento di cui accennavo è sicuramente agguerrita. Mangiamo un paio di bocadillos in un ottimo baretto (Las Palmeras) nella vicina Tabernas dove assaggio uno dei caffè espresso più buoni della murcia e dove incontriamo nuovamente “el cantinero” del saloon del western leone.
La provincia di Almeria è calda, aspra, sembra quasi inospitale ma quando arriviamo in città nel tardo pomeriggio cadiamo in una delle feste (la feria) più gioviali e colorate che abbiamo mai assistito. Il centro è stra-animato da persone in piazza che seguendo la banda musicale ballano scatenati e bevono in tutte gli angoli della strada. Donne e ragazze, testimoni della bellezza iberica, sono vestite in maniera davvero elegante e caratteristica con capi tradizionali o abiti da sera, mentre tutti seguono i ritmi delle diverse bande che riprendono sia motivi tradizionali che moderni. E’ in queste occasioni che puoi sentire la vera anima latina della spagna; il mio consiglio è di cercare di partecipare almeno ad una di queste, come è fortuitamente capitato a noi. La cena a base di tapas al Rincon de Bosi è semplicemente strepitosa mentre la feria lascia il posto alla classica serata spagnola nella quale facciamo ancora un giro per vedere la cattedrale di Almeria in versione notturna. Notte all’hotel Avenida, ottima sistemazione con ampie camere in una zona ben servita ed a pochi minuti dal centro in auto (attenzione solo alla prenotazione : una mail minatoria ci ha avvisato che la nostra prenotazione era stata cancellata perché il personale – seppur molto gentile – non era in grado di gestire la carta di credito virtuale!).
Apro una parentesi di servizio : i parcheggi, in zona centrale, ve li potete scordare. Quindi o fate un paio di km da zone esterne o fate come noi che abbiamo visitato tutti i parcheggi sotterranei delle zone centrali, in cui però si trova sempre posto a prezzi accessibili (si può pagare circa dai 2 ai 6 centesimi al minuto). Come abbiamo fatto ad non prenderci neanche un raffreddore dovuto agli sbalzi di temperatura tra fuori e dentro i locali è ancora un mistero, sarà l’aria della vacanza, mha… Ad ogni modo, tutti gli hotel sono (ovviamente) dotati di condizionatori – non come da noi che l’aria condizionata compare tra gli optional (e parlo di zone calde). Continuando sulla scia polemica, mi chiedo come è mai possibile che in Spagna la viabilità veloce sia garantita anche se non vuoi prendere autotrade a pagamento. Esistono sempre strade (autovie) a 2 corsie con carreggiata separata con limite 120 Km/h, completamente gratis, un po’ come la nostra adriatica A14 ma senza caselli ! Le condizioni delle strade sono semplicemente perfette così come le aree di sosta, servizi compresi. Come faranno? Mi immagino che si rifaranno sulla benzina … infatti costa 1.1 / 1.2 euro al litro. Vogliamo parlare di civiltà alla guida ? quando sei un pedone in prossimità delle strisce le auto si fermano, sempre ! e non ho mai sentito suonarmi un clackson in 15 gg… e non stiamo parlando di un antipatico freddo paese del nord europa dove la gente vive maluccio e mangia peggio ! Cosa c’è di sbagliato da noi ??
In Andalusia fa caldo .. vero !! ma anche la Murcia non scherza J questo era un fattore che non mi faceva stare molto tranquillo prima di partire ma è anche vero, però, che sulla costa è più sopportabile ed alla fine non è stata così tragica.
Ma torniamo al diario. Dopo un sonno ristoratore all’Avenida Hotel, si riparte per uno dei posti naturastici più suggestivi del nostro tour : Cabo del Gata, un panomarico promontario vulcanico, la cui vista del faro è molto suggestiva. Il vento è teso e l’ampia zona spiaggiosa che precede il capo ci fa propendere per un bel bagno in mare dopo il quale pranziamo in un locale appena fuori il capo per proseguire verso ovest. Da un punto di vista di ristorazione o ricettività in genere la zona è piuttosto arretrata, la case vacanze in affitto nel complesso urbano sono molto “grezze” ma rimane comunque il fascino del parco naturale e dell’ambiente rurale, sottolineato dalle immense distese di coltivazioni a serra della zona circostante (la murcia non a caso è definita “l’orto della Spagna” i cui frutti troviamo spesso anche nei nostri supermercati).
Nel primo pomeriggio ci dirigiamo verso Granada che raggiungiamo dopo circa un paio d’ore. La nostra sistemazione, il Real Suites Realejo, è una piacevole sorpresa. Una modernissima camera incastonata nei vecchi edifici della zona storica di Granada, con tutti i comfort del caso ad un prezzo veramente eccezionale (originale anche il sistema di accesso con password e codici, dove, tra l’altro tutto funziona se siamo tutti onesti ! Ma probabilmente certi pensieri vengono solo a noi… unica pecca (non da poco) il parcheggio che è totalmente inesistente (abbiamo lasciata l’auto oltre la zone de fiume) e le strade d’accesso al residence (giusto per scaricare le valigie), dove si passava solo facendo rientare gli specchietti laterali (ma anche questo caratteristico!). Dopo una doccia ristoratrice, usciamo ad inizio serata per il centro pedonale e percorrere l’alcazaba piena di negozietti, vicoli e botteghe è davvero particolare. La zona è affollata di turisti e non, e dopo un po’ ci infiliamo nel ristorante “al pie della Torre” dove però siamo i primi (ma erano già le nove passate! niente da fare, qua dobbiamo adeguarci .. e così faremo !). Il simpatico gestore ha così tempo da dedicarci e, tra l’altro, esprimere il proprio rammarico per il tragico fatto del crollo del ponte morandi di Genova, da poco avvenuto.
Il mattino dopo è d’obbligo la visita all’alhambra (se state solo pensando di rinunciarvi, vi intimo di interrompere qua la lettura e di prenotare subito alla pensione miramare a Bellaria J), i cui biglietti consiglio vivamente di acquistarli per tempo (noi lo facemmo i primi di maggio!). Pensavo alla visita come ad una tappa che non si poteva mancare ma, sinceramente, non mi aspettavo una meraviglia del genere. Inutile descrivere a parole ciò che è stato il lavoro maestrale e certosino di secoli e leggendo la storia vissuta tra le mure del palazzo si può percepire ed immaginare l’antica atmosfera moresca. Anche l’alcazaba ed i giardini sono molto suggestivi e valgono il prezzo del biglietto. Una giornata per vederla tutta è l’ideale ma un giro di 4/5 ore è più che sufficiente. Dopo un pranzo veloce ci dirigiamo alla volta di Nerja, un tipico paese andaluso ma decisamente turistico. Prima del giro in città (anche perché il caldo qua inizia a “pestare di brutto”) prendiamo possesso dell’appartamento al residence Panorama de Nerja, non nuovissimo ma ampio e funzionale, con una piscina accogliente dotata anche di una seconda piscina con idromassaggio. Nel tardo pomeriggio si esce! In Nerja ci sono migliaia di ristorantini dove poter assaggiare i piatti più autentici della città. Una passeggiata per il Balcón de Europa, un balcone sulla scogliera, e le stradine strette e irregolari del centro storico, sono d’obbligo. Da segnalare anche le sue grotte, dichiarate monumento storico-artistico e le numerose calette sul mare. Anche qua mi piace fare notare che il parcheggio sotterraneo è strategico, vicino al Balcón de Europa ed ad un prezzo ragionevole. Per la cena ci spostiamo però sul lungomare a nord, dove scegliamo il bar RAW lounge&taps dalle ottime recensioni su trip (ed infatti le tapas sono ottime e la panna cotta al mango rimarrà una specialità insuperata a lungo !).
Malaga è vicina e la mattina dopo andiamo a vedere l’alcazaba in centro (che comunque, dopo quella di ieri, non ci dice un granchè). Molto bella la parte pedonale con una maestosa cattedrale. Al pomeriggio ci dirigiamo verso Ronda, che si trova nell’entroterra della provincia di Malaga. Il solo paesaggio che si incontra (consiglio di percorrere sia l’A366 che l’A397, in modo da compiere un anello intorno alla sierra de las nieves) vale la pena del viaggio nel raggiungere il Puente Nuevo. E’ possibile attraversare vasti paesaggi costellati da miriadi di pale eoliche e percorrere salite che si addentrano in folte e verdissime pinete. A Ronda sono molto belle le passeggiate che collega la parte nuova a quella vecchia, così come la discesa ai piedi del ponte. Segnalo anche il museo andaluso e l’arena della Corrida. Immancabile la rambla, coloratissima e vivace. Curiose (con 38° gradi) sono le indicazioni che troviamo in paese per gli impianti sciiscitici di risalita, che invitano alla Sierra Nevada, da lì non molto distante.
Riprendiamo la strada per la nostra sistemazione a Mijas, nei pressi di fuengirola. Nel percorrere la A7, l’autovia del mediterraneo, inusualmente verso nord, attraversiamo la zona di Marbella, dove non si può non notare che è una zona lussuosa e libertina. Dopo un elaborato giro (ogni tanto il navigatore sparava località a caso !) arriviamo alla nostra sistemazione a Mijas, (Villa Paraisos) un B’n’B che mi ricorda tanto una tipica guest house del Sudafrica; ed infatti una bella signora inglese ci accoglie nella sua casa, organizzata con 5/6 stanze curate e ben arredate, con una palestra ed una cucina living in comune molto ben organizzata, dove facemmo 2 volte colazione in “hotel” unico caso del nostro tour. Una piscina non enorme ma accogliente completa la struttura. Unico neo l’odore di fumo nella nostra stanza, sebbene chiaramento proibito; esiste sempre qualcheduno che presuppone la propria superiorità alla regole.
Il secondo giorno, si va al parco naturale di Fuengirola (tra l’altro nel centro della città!). Il bioparco è molto molto bello, con animali tenuti molto bene che sono molto apprezzati dai nostri ragazzini. Dopo il pomeriggio in piscina, usciamo per visitare Mijas. Questo è un tipico paesino andaluso disegnato da casette bianche arrampicate sulla montagna. Qui potete fare un giro sui Burrotaxis (carretti trainati dai tipici burritos ma sinceramente un po’ troppo turistico). Un monumento molto bello e caratteristico del paese è La Ermita de la Virgen de la Peña, cioè un piccolo eremo costruito in pietra del XVI secolo dove al suo interno si trova la patrona di Mijas. L’ingresso è gratuito e la vista dal balcone è molto bella. Cena al Aroma Cafè, un insospettabile giardino all’interno di ampio cortile, raffinato ma molto turistico, così come tutto il centro, strapieno di ristoranti e bancarelle (anche troppe…). Mijas da vedere assolutamente, si, ma forse era meglio farlo 20 anni fa.
Ed ora si punta decisamente a Sud : destinazione Gibilterra e la sua rocca. Dopo circa un’ora e mezza arriviamo alla dogana del confine tra Europa e UK (l’ultimo paese iberico è piuttosto “self-esplaining” : la linea della concepcion). La rocca si presenta con una insolita nuvola che la avvolge nel cielo terso. Fa un po’ effetto dare i documenti per proseguire il viaggio; dopo avere attraversato la pista dell’aeroporto internazionale di Gibilterra, si arriva in territorio inglese. E fa ancora più effetto vedere tutte le scritte in inglese e le tipiche cabine telefoniche rosse.
Il giro della rocca è molto suggestivo, anche quando si passa sotto il traforo scavato nella rocca stessa. Nei pressi, abbiamo raggiunto il monumento alle colonne d’Ercole con vista sull’Africa. Da segnalare anche il cable-car che porta in cima alla rocca (carissima, qua si paga tutto in sterline, così come anche il simpatico resto dalla macchinetta del parcheggio le cui monetine sono completamente inutili se non come souvenir o utilizzabili nelle macchinette schiaccia-monete a manovella). Pranzo presso la zona hotel (la zona pedonale è la Main street ma l’abbiamo mancata) dove possiamo dire che è stato l’unico posto del nostro giro andaluso dove ho mangiato male (anzi malissimo, ho preso una all-day breakfast che è meglio dimenticare).
Torniamo in Europa e lasciata Algeciras, proseguiamo per Tarifa distante solo un’oretta. I primi paesaggi fanno già capire di essere in un posto di “confine” dove il vento è il vero padrone. L’oceano fa sentire la sua presenza ma la vera sorpresa sono stati i turisti ed il loro stile di vivere questo angolo di mondo. Età media molto bassa, ragazzi e ragazze di tutte le nazioni (molti british) che vengono qua per divertirsi senza spendere un patrimonio. Spiagge e stabilimenti attrezzati con aree che proteggono dal vento, dove si beve tra una uscita in “kite-surf” e l’altra. Andiamo a fare un giro in spiaggia ma il vento quasi seppellisce borse e asciugamani. Il bagno nell’oceano, nonostante l’acqua fresca, è molto piacevole. Soggiorniamo al La Codomiz hotel, una buona sistemazione seppure non nuovissima. La piscina è molto grande e piacevole. Non perdetevi la spiaggia delle Dunes Valdevaqueros, vi sembrerà di essere in un piccolo deserto che si affaccia sul mare con le dune che cambiano di giorno in giorno. In serata nella cittadina di Tarifa, per l’immancabile passeggiata sull’istmo che collega l’isla di Las Palomas, dove un impetuoso vento caldo spazza il mediterraneo a sinistra e l’oceano a destra ! I giochi e le acrobazie dei kite animati dal vento teso, con il tramonto all’orizzonte ed un cielo rosso ci regala forse la più bella cartolina della nostra vacanza. Cena al ristorante/pizzeria “Perbacco”, uno tra i migliori locali di cucina dove abbiamo cenato, gestito da Italiani, dove finalmente i miei piccoli possono riassaporare una vera pizza italiana. Noi adulti invece, da buoni turisti, saltiamo pasta e pizza per 15 giorni ma le buone alternative non mancano di certo, per primo, i tipici fritti di pesce. Il “centro” di Tarifa sono tipici budelli strettissimi, con una vita notturna esagerata, raggiunti comunque dal vento che si infila ovunque e trasporta sabbia in ogni angolo. Diciamo che bisognava venire qua.. many years ago!
Lasciamo la “high wind area” il giorno dopo per la nostra ultima destinazione sul mare : Cadice. Costeggiamo il più possibile l’oceano secondo stradine secondarie, alternando lande desolate a piccoli ma organizzati centri turistici, immersi in paesaggi piuttosto selvaggi. Nell’avvicinarsi a “Cadiz”, il paesaggio cambia ancora e siamo come in una laguna. Arrivando da sotto, allunghiamo un po’ per percorrere entrambi i spettacolari ponti che collegano l’istmo. La mano dell’architetto Calatrava è riconoscibile nell’ormai famoso stile del il “puente de la costitucion” oggetto di pubblicità televisive. La città appare subito per quello che è : una fortezza, ed infatti entrarci è impossibile se non a piedi. Cerchiamo un parcheggio nei pressi del nostro Cadiz Inn Apartment (è impossibile trovare parcheggio non a pagamento, anche lontanissimo in zona porto era tutto tappezzato di auto!). Noi la lasciamo da pranzo fino al mattino successivo ma alla fine spendiamo circa 16 euro. Dopo un paio di panini al parco genovese, andiamo ad occupare l’appartamento (anche questo ottimo e dotato di una piccola piscina piazzata sul tetto iper-panoramico ma super-assolato) ed iniziamo ad esplorare la città. Cadice è un enorme dedalo di vie, viuzze e strade che collegano tutti i quartieri della città e, sebbene qualche auto passava lo stesso, l’unico modo “umano” di vederla è a piedi. Qua girare con una cartina e perdersi tra non so quanti ristoranti, negozi, locali, chiese, piazze, è uno dei più bei modi di assaporarla (penso che, sommando tutti giri, avremmo fatto circa 3 o 4 ore di cammino). Appena fuori dal centro, la vista passa di colpo dagli edifici storici all’orizzonte sconfinato del mare e la sensazione è quella di essere trasportati in un altro posto. La passeggiata lungo le fortificazioni adiacente il mare (Av. Campo del Sur) ricorda moltissimo il famoso lungomare malecón cubano (non a caso è stata scelta come scenario di films di Hollywood come quello di James Bond “Die another day” per rappresentare Cuba). Ceniamo, ovviamente in un tavolo per strada, presso un ristorante in Calle Virgen de la Pena, nel quartiere a sud-ovest e rientriamo dal lungomare prendendo una piacevole brezza serale.
Il mattino dopo, dopo una colazione presso una “panadería, bollería, cafetería y pastelería” (il consiglio è quello di fare colazione presso questi posti, ovvero pasticcerie/panetterie che offrono anche latte, thè e caffè, dove ci si siede ma non si viene serviti. Oltre alla qualità ed alla scelta di numerose leccornie sia dolci che salate, il prezzo è molto meglio dei bar, circa 8/9 euro rispetto ai 12-14) si parte per Siviglia. Qua però concediamo una giornata totalmente dedicata ai ragazzi : la trascorriamo al parco divertimento “isla magica”, un bel parco tipo gardaland anche se non moderno come il nostro. Siviglia è famosa per il clima torrido ma per fortuna, la temperatura ha subito un abbassamento e non sale sopra i 30° ! La sera, semi-distrutti, ci concediamo un’ottima cena al “Casa Carmen”, presso la torre del Oro. L’Exe Sevilla Macarena ci aspetta per un sonno ristoratore, un 4 stelle dalla facciata extra lusso ma in realtà un po’ vintage. Il mattino successivo, ci concediamo una visita alla splendida cattedrale ed alla zona circostante. Ma visto che oggi la tappa è lunghissima, riapartiamo senza vedere altro. Sarà un’occasione per tornarci magari per un weekend con un volo low-cost! Valencia dista circa 6 ore ma ce la prendiamo comoda : facciamo pranzo al baretto Don Jamon a Cordoba, (tra l’altro mangiamo diversi montadillos con Jamon iberico e bevande, tra cui anche una birra per un prezzo di 11 euro in quattro !) ed abbiamo pure il tempo di fare un giro nei pressi della zona pedonale. Attraversiamo diverse zone anche piuttosto diverse l’una dalle altre ma verso la fine del tragitto la mia attenzione è attratta dalle zone vinicole, dove si iniziano a vendemmiare le prime uve bianche.
Finalmente arriviamo al Valencia trip fieria, nel quale abbiamo già pernottato all’andata ed dopo un bagno ristoratore in piscina, proviamo un ristorante in una zona non centrale ma ricca di locali e la paella al restaurante Panamera (anche qua) si rivela ottima. Il trasferimento non è finito ed al mattino successivo partiamo per Barcellona che dista circa 4 ore. Arriviamo nella capitale catalana verso pranzo che facciamo in un “pan da fè” ed ovviamente è impossibile resistere ad una passeggiata presso la sagrada famila, nelle ramblas e nella ciudad veja. Torniamo in appartamento nel LM Rooms BCN, sistemazione piuttosto economica ma decorosa. Barcellona, da come ce la ricordavamo 12 anni fa, vista più volte in occasione di diverse visite a mio cugino oramai spagnolo da quasi 20 anni, è diventata molto più cara e ce ne accorgiamo ai ristoranti presso il porto olimpico. Noi ritorniamo dopo, appunto, 12 anni al ristorante La Fonda ma i prezzi sono nettamente superiori ad ogni altra città fin qua visitata. La vacanza è agli sgoccioli : ultima notte e rientro a Torino. Il giro è stato intenso ma straordinariamente ricco di emozioni che piano piano lascieranno il posto a quelle sensazioni ed andranno a far parte dei nostri ricordi più belli, anche perché costruiti tutti insieme.
Secondo me, ora qualcuno si chiederà : ma sti poveri ragazzini, non si sono fatti 2 p…. così ?!?! Vedere città, monumenti, chiese, camminare per ore e passare in macchina diverso tempo – senza cellulare o tablet (lasciati rigorosamente a casa). Dobbiamo dire che sono stati sempre abituati all’auto, abbiamo fatto già altri giri simili ma effettivamente mai così lunghi. Dedichiamo questa vacanza proprio a loro e li ringraziamo per avercela permessa! Sono stati molto molto bravi ma sono sicuro che è piaciuta anche a loro… anche se verso la fine ci chiedevano: “quanti pranzi o colazioni dobbiamo ancora fare fuori, prima di tornare a casa ?? “