Anche in Catalogna si mangiano le caldarroste, e sono una incredibile tradizione che rivive ogni anno per Ognissanti
Anche in Catalogna, ogni anno per Ognissanti, le strade si riempiono del profumo inconfondibile delle caldarroste. Sono il simbolo di una tradizione antica che rivive anno per anno con quella che si chiama, similmente alla Castagnata di fine ottobre, la Castanyada. Questa festa autunnale ha radici molto profonde nella cultura catalana e nel turismo, va un po’ oltre la semplice sagra espansa locale. I visitatori della Catalogna, Galizia e Portogallo si godono castagne, dolcetti e vino acrobatico. Parliamo effettivamente di castagne arrostite, di dolci che si chiamano panellets e di un vino dolce chiamato Moscatell. Seppur la Castanyada convive, o meglio condivide il periodo con Halloween, mantiene la propria identità. Qualche tradizioncina sta andando a perdersi (il vino acrobatico, più che altro, che George Orwell odiava) ma il resto è, considerato Ognissanti, vivissimo. Da ottobre fino a novembre si trovano le castanyeres icone della festa, che arrostiscono le castagne per le strade di Barcellona e celebrano una storia secolare. Con le castagne. Nei cartocci. Olè.
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Tradizioni (caloriche) e simbolismo della Castanyada
I panellet catalani
La Castanyada è famosa specie per i piatti tipici che incarnano i sapori e i profumi dell’autunno catalano. Protagonista senza se e senza ma è senzadubbiamente la castagna arrostita. Le caldarroste sono fatte su grossi bracieri e vendute in piazze e stradelle da ottobre fino a novebre, nei cartocci di carta di giornale. Vengono vendute dalla castanyera. Un’altra cosa imprescindibile però sono i panellet, o panellets: sono piccole pallette di marzapane coperte di pinoli che, una volta, si facevano in casa dalle famiglie per coinvolgere un po’ tutti. Si possono trovare i panellets in diverse varianti che sfruttano il cocco, il cioccolato, o con altre mandorle sopra. Erano, originariamente, un’offerta funebre per i defunti, anche se oggi come oggi si trovano un po’ tutto l’anno a Barcelona. Diciamo pure che è giusto che si trovino tutto l’anno, perché ogni anno si vendono sui 250.000 kg di panellets, testimone di quanto la Castanyada sia commercialmente popolare.
Ma ora parliamo di alcool! Ad accompagnare castagne e panellets si deve bere il Moscatell, un vino dolce che si abbina bene ai sapori ricchi e zuccherosi dei piatti autunnali. Pure le moniatos, le patate dolci arrosto, fanno parte della tradizione e si vendono spesso assieme alle castagne. Una cosa è da dire però: ricordi il vino acrobatico? Ecco, durante la Castanyada, il Moscatell non si beve mica da un bicchiere qualsiasi. Fermi tutti, perché si beve dal tradizionale porrón. È un contenitore di vetro con capacità di una bottiglia di vino classica (0.75 litri) con un beccuccio stretto che permette di bere senza toccare il bordo con le labbra. Stai già immaginando la scena? Fai benissimo, perché è proprio quello: è un modo di bere collettivo, conviviale, e richiede un po’ di abilità per non farsi il bagno col vino. Questa è, purtroppo, la tradizione che tende un po’ a scomparire, anche se averne uno potrebbe scatenare bei ricordi. Il gesto di arrostire le castagne o fare i panellets è un momento di connessione fra mondo dei vivi e mondo dei morti, rievocando antichi rituali funerari.
Pubblico, privato, castanyera e castanyer
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Nella Castanyada Barcellona torna ad essere una città dove le tradizioni autunnali catalane prendono via sia nelle case che negli spazi pubblici, e infatti una delle parti più belle sono le bancarelle di castagne (e patate dolci arrosto) che escono sulle stradine. Almeno nei punti principali della city ci sono sulle 40 bancarelle che offrono castagne e dolci. La festa si estende anche ai cimiteri però, come Montjuïc e Poblenou, dove si fanno eventi commemorativi. Questi vanno ad includere visite guidate notturne ai cimiteri e agli altari speciali, tipo quello messicano al cimitero di Poblenou, sempre per rendere omaggio ai defunti. È normale visitare le tombe dei propri cari, portando fiori e partecipando alle messe.
In casa, invece, la Castanyada la si vive come un momento di condivisione, riunendosi a fare i panellets e mangiare le castagne. D’altronde si celebra in coincidenza con Ognissanti (Tots Sants) e un rito che si associa è il fatto che suonano le campane nella Notte dei Defunti. È una tradizione che risale al Medioevo quando i campanari delle chiese suonavano per avvisare la comunità dell’importanza del pregare per le anime dei morti. Suonare le campane richiede un po’ di sforzi ed è da qui che nasce la tradizione del mangiare castagne e bere vino dolce.
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… almeno così si crede, perché un altro punto di vista fa intendere invece che la Castanyada viene dalla fine del 18° secolo da vecchi pasti funerari, dove certi cibi (verdure e frutta secca in primis) non si mangiavano. Mentre le castagne si abbrustolivano, si dicevano prechiere per i nuovi defunti. In casa le castagne si cuocevano mettendole a cuocere direttamente nel fuoco, appunto. Più che altro, in origine il vino da bere era vino giovane, e si sfruttava la concomitanza per fare un taste test del vino appena prodotto. Noi invece questa cosa la sfruttiamo per la vinoterapia.
E a proposito di vino, al celebrare la Castanyada era tradizione per le donne anziane di cuocere le castagne, per questo è più facile trovare una venditrice di castagne, la castanyera, che un venditore di castagne, il castanyer.
Similmente, se poi invece della Castanyada finisci in vacanza in Galizia o in Portogallo trovi una festa simile alla Castanyada di nome Magosto oppure Magusto, quasi come il Samhain Gaelico. Oltre a castagne e vino si fanno salsicce, insaccati vari (sempre di suino) e sardine grigliate. E infatti, similmente a quanto appena detto per castanyera e castanyer, lì è tradizione per le donne di portare le castagne mentre per gli uomini di portare il vino.
In copertina c’è Tossa de Mar, sulla Costa Brava, in Catalogna.