Le Murge settembrine
La scelta di restare anche quest’anno in Italia è nata in primavera dopo l’allentamento delle restrizioni per la pandemia, visto che non si sapeva ancora come muoversi per l’Europa e se, soprattutto, non ci fosse altro periodo di chiusura che potesse pregiudicare le ferie e, quindi, gli spostamenti.
Scegliere l’itinerario è stato semplice: scartata la Sicilia (visitata l’anno scorso), si è pensato ad un giro cultural-balneare da fare per metà settembre includendo una città da visitare, un soggiorno al mare e una sosta di qualche giorno a Napoli.
Ed è così che si è deciso di partire proprio da Napoli per raggiungere Matera, da qui allungarsi sulla costa pugliese per un periodo di relax e mare e poi ritornare a Napoli per salutare amici e parenti prima di rientrare a casa.
Su questo itinerario approntiamo tutte le prenotazioni del caso: con Ryanair prendiamo il biglietto aereo Bergamo/Napoli dal 13 al 25 settembre (€ 108 cadauno con bagaglio a mano personale ed un’unica valigia da stiva di 20 kg); con Booking prenotiamo a Matera l’appartamento Le Casette per tre notti (€ 225) e a Monopoli un appartamento presso Palazzo Rattazzi (€ 600). L’ultima prenotazione è per l’auto, fatta su Rentalcars.com, riservando una Opel Corsa con la compagnia B-Rent (€ 395).
13 settembre
Partiamo per Napoli col volo delle 13.35 e, all’arrivo, prendiamo subito l’auto noleggiata da B-Rent: poiché sono già cliente, mi fanno un upgrade e mi danno una Opel Crossland, capiente per i bagagli ma non certo facile per trovar parcheggio. Inoltre, per star tranquilli, sottoscriviamo anche l’assicurazione aggiuntiva a cui si somma il secondo conducente (€ 351). Subito dopo siamo sulla A1 diretti verso Salerno per poi uscire a Sicignano degli Alburni e percorrere la E847 che porta a Matera, dove arriviamo verso le 19,30: ad accoglierci alle Casette c’è Rosanna, cognata del proprietario Francesco, che ci illustra il funzionamento del delizioso appartamento e a cui paghiamo la tassa di soggiorno (€ 12) e il parcheggio interno al cortile (€ 20).
Una veloce cena e poi a letto, vista la stanchezza.
14 settembre
Le Casette si trova a 50m da P.zza Vittorio Veneto, che è il principale accesso ai quartieri dei Sassi: dopo colazione, ci dirigiamo proprio verso questa piazza per iniziare le visite.
La bella e calda giornata invita per una passeggiata alla scoperta di questo gioiello lucano e subito ci fiondiamo al Belvedere Luigi Guerricchio per ammirare il Sasso Barisano dall’alto.
Nella piazza si apre pure l’accesso al Palombaro lungo, la più grande cisterna idrica di Matera, e si possono vedere la facciata della Chiesa di Santa Lucia e Sant’Agata alla Fontana (chiusa) e la mole della fontana Ferdinandea.
Ci inoltriamo per via delle Beccherie fino a piazza del Sedile, in cui si erge la facciata rinascimentale del Palazzo del Sedile adorna di statue, due torrette, una meridiana ed una campana oltre che un affresco sito sulla volta d’ingresso.
Proseguiamo per via Duomo accompagnati da un suono di pianoforte e canto provenienti dal nobiliare Palazzo Ridola, sede del Conservatorio, e contempliamo dall’adiacente terrazza una nuova prospettiva del Sasso Barisano.
Giungiamo a p.zza Duomo accolti dal sole che luccica sulla facciata laterale del Duomo, sorto sulla parte più alta del colle che divide il Sasso Barisano da quello Caveoso, e ne ammiriamo la facciata semplice ma elegante avente come elementi dominanti il rosone a sedici raggi, le numerose statue ed il campanile.
Davanti ad essa, un’altra bellissima prospettiva si apre sul Sasso Barisano e la luce solare, alle nostre spalle, permette di effettuare splendide fotografie.
Decidiamo di visitare l’interno della Cattedrale (€ 2) e confermiamo che lascia senza parole in quanto la chiesa è completamente decorata da pitture, arcate sostenute da colonne sormontate da capitelli in pietra, stucchi e decorazioni di altissima fattura, alcuni di essi ricoperti di un velo d’oro. L’affresco bizantino raffigurante la Madonna della Bruna risale al XII secolo ed è l’immagine più venerata della città.
Apprezzato l’interno, usciamo per scendere dai gradoni del Duomo fino a sbucare vicino la chiesetta di Sant’Antonio Abate, il cui avancorpo costruito nel secolo XVIII precede il fondo ad una navata scavato nella roccia.
Risaliamo un po’ via Fiorentini fino all’ingresso della Casa Grotta “Antica Matera”, ricostruzione di un’antica casa locale all’interno degli spazi cavi: la visita (€ 2) è accompagnata da un audio che ci spiega come si viveva in questi spazi divisi tra cucina, stalla, letto e zona pranzo.
Dopo la visita, imbocchiamo via D’Addozzio ed arriviamo alla chiesa di Sant’Agostino, nel cui interno è collocato l’ingresso della chiesa rupestre di San Giuliano: dopo aver pagato € 1 per l’accesso e attraversato lo stretto corridoio scavato nella roccia, lo scenario che si presenta è favoloso in quanto le pareti sono per la gran parte ricoperte di affreschi, risalenti per lo più al 1600, e raffiguranti la Santissima Trinità, una crocifissione, la Madonna con Bambino, San Leonardo, Santa Barbara e San Silvestro.
La visita risulta breve in quanto l’ambiente è unico ma, dopo essere usciti dalla chiesa principale, ci attardiamo sull’antistante terrazza, che ha un meraviglioso colpo d’occhio sul Sasso Barisano e su tutta Matera.
Per le scale di vico S. Agostino scendiamo fino a via Madonna della Virtù, la strada che dà sul canyon scavato dal torrente Gravina e dove trovano sede la Casa Grotta Sassi “C’era una Volta”, il percorso espositivo “Salvador Dalí – La Persistenza degli Opposti” e ciò che resta del Convento di S. Lucia ed Agata alla Civita, attualmente utilizzato come Sala Comunale per le celebrazioni dei matrimoni civili.
Entriamo, così, nel quartiere denominato Sasso Caveoso, le cui grotte-abitazioni si affacciano sul sottostante orrido e dove si trova la concentrazione più alta di chiese rupestri.
Scendendo, infatti, lungo la strada, arriviamo nella Piazza S. Pietro Caveoso in cui si erge la chiesa omonima, che visitiamo. Subito dopo, appena imboccata via Buozzi, una rampa di scale ci porta fino alla sovrastante rupe calcarea del Monterrone dove si possono visitare la Chiesa S. Maria de Idris, composta da una parte scavata nella roccia, ed un’altra costruita e in cui è anche presente una cisterna d’acqua ossia la cripta rupestre di San Giovanni in Monterrone, in cui sono conservati pregevoli affreschi in stile bizantino risalenti ad un periodo che va dal XII al XVII secolo (da ricordare che vi si accede tramite al cunicolo presente nella chiesa rupestre di Santa Maria di Idris). C’è anche la chiesa Santa Lucia alle Malve, sulle cui pareti interne sono presenti affreschi raffiguranti l’Arcangelo Gabriele che calpesta un drago, la Madonna del Latte (del 1270), S. Nicola, San Benedetto, Giovanni Battista, Santa Scolastica e molti altri.
Dato che si è fatta ora di pranzo, dopo le visite ci fermiamo da “Il Quarto Storto”, un piccolo bar su via Buozzi che offre panini e taglieri di salumi a prezzi accessibili, per poi proseguire nella salita pomeridiana verso piazza G. Pascoli, in cui si eleva la maestosa facciata asimmetrica di Palazzo Lanfranchi, ora sede del Museo nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata.
Il vicino Belvedere Pascoli si presenta come il punto da cui si gode una delle più belle viste sui Sassi in quanto si può ammirare la Civita con la Cattedrale e il Sasso Caveoso.
Ci soffermiamo a guardare la “Goccia” dello scultore giapponese Kengiro Azuma, un’opera bronzea alta oltre tre metri, e poi proseguiamo per via Ridola, su cui si aprono sia l’ingresso al Museo Nazionale di Matera, che custodisce interessanti testimonianze dalla preistoria all’arte greco-romana, sia quello alla chiesa di Santa Chiara, dal bel portone ligneo e con nicchie sulla facciata ospitanti statue che rappresentano la Madonna del Carmine, Santa Chiara e San Francesco, sia anche la chiesa del Purgatorio la quale, costruita in stile barocco, ha una facciata che si caratterizza per le decorazioni di angeli e di teschi.
Accediamo, così, in piazza San Francesco e veniamo accolti dall’alta mole della chiesa omonima, anch’essa in stile barocco: ci affacciamo all’interno per la visita ma c’è la celebrazione di un matrimonio in corso così riusciamo solo ad ammirare l’alta navata col soffitto piano dipinto.
Percorriamo l’elegante via del Corso e sbuchiamo di nuovo in piazza Vittorio Veneto, nostro punto di partenza del mattino, per attraversarla trasversalmente e portarci agli inizi di via S. Biagio, proseguendo poi sotto il caldo sole pomeridiano fino a piazza San Giovanni.
Qui ci fermiamo a visitare la chiesa di San Giovanni Battista (le cui particolarità sono legate alla sua architettura dove si notano influenze di vari stili, come quello arabo nei portali, gotico negli archi e greco per via della sua pianta a croce), posto di fianco l’ex Ospedale di San Rocco, ex carcere ed ex rifugio antiaereo ora adibito a spazio culturale.
Proseguiamo fino in fondo alla via e ci inoltriamo in via Santa Cesarea, dove una rampa di scale ci porta ad una terrazza sovrastante il Sasso Barisano: dominiamo da qui una magnifica veduta sul quartiere e la perfetta luce pomeridiana ci consente di fare splendide foto.
Ritornati indietro, ci accomodiamo ai tavolini del Vittorio Veneto Caffè e trascorriamo il resto del pomeriggio a riposarci dalla bellissima visita effettuata.
In serata, decidiamo di cenare da “La Pignata” (consigliatissimo sia per la bontà del cibo sia per i prezzi che per la loro specialità, la pignatella) e, per digerire, non ci facciamo mancare una passeggiata in centro: l’accoglienza della città illuminata è semplicemente fantastica e spettacolare e da ogni belvedere e terrazza tantissime luci illuminano le case, i vicoli e le rampe di scale producendo uno scenario da presepe vivente.
15 settembre
Per oggi è prevista una gita fuori porta quindi partiamo in mattinata per la visita programmata a Castel del Monte, distante da Matera poco più di un’oretta d’auto.
Usciti dalla città, imbocchiamo la S.S. 99 direzione Bari e usciamo a Gravina di Puglia per prendere subito la S.P. 27 e guidare fino alla congiunzione con la S.P. 230: quest’ultima arriva fino all’incrocio con la S.P. 138, la strada che ci porta all’ingresso del parcheggio.
Giunti, paghiamo la quota di € 5 ed aspettiamo la partenza dell’autobus che sale fino al Castello con cadenza ogni 15 minuti (€ 2 in a/r): scendiamo alla fermata e subito la mole del castello federiciano si staglia nel cielo azzurro.
Fatte le dovute foto, ci accingiamo alla visita di questo capolavoro unico dell’architettura medievale, iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.
Il Castello, come riporta la guida che consultiamo, risale al XIII secolo e fu commissionato da Federico II di Svevia, sovrano del Sacro Romano Impero: sebbene sembri avere l’aspetto di funzione difensiva, pare che presenza di alcune strutture “accessorie” e la ricercatezza del repertorio scultoreo fanno più ipotizzare una realtà residenziale e di rappresentanza.
Il Castello è noto pure per la sua forma ottagonale in cui su ognuno degli spigoli si innestano otto torri in pietra calcarea locale. Dopo aver vistato il biglietto (ed aver scoperto che abbiamo giusto trenta minuti di tempo per compiere la visita), entriamo prima nel cortile, anch’esso di forma ottagonale, e poi nelle sale interne, tutte a forma trapezoidale: queste sono quasi del tutto spoglie ma sulle colonne e sulle volte appaiono decorazioni di elementi rappresentanti piante, visi o animali.
Riusciamo anche a salire al piano superiore, dove alcune finestre si aprono sia sul cortile interno che sull’esterno e a far un giro completo delle otto sale prima che una voce dagli altoparlanti ci comunica la fine delle visite per il turno delle 11 e ci invita ad uscire.
Approfittiamo per fare una passeggiata lungo il perimetro del Castello, la cui posizione permette di spaziare su tutto il territorio circostante fino a chilometri di distanza, prima di ritornare al parcheggio, riprendere l’auto e fare la strada a ritroso per fermarci a Gravina di Puglia in visita.
Parcheggiamo davanti i giardini di Corso Vittorio Emanuele e, vista l’ora di pranzo, compriamo da “La Scarpetta” un panino con la mortadella e il provolone locale (€ 5), che degustiamo su alcuni tavoli posizionati proprio davanti la chiesa di San Giovanni Battista.
Dopo l’appetitoso snack, entriamo nel centro storico e arriviamo a piazza Benedetto XIII, svoltando dubito per i gradoni di San Michele, che conducono all’omonima chiesa rupestre: purtroppo troviamo chiuso l’ingresso quindi risaliamo e andiamo verso la Cattedrale di S. Maria Assunta ma, data l’ora, è chiusa anche questa quindi dobbiamo accontentarci di ammirarne la facciata barocca col bel rosone, resto dell’antica chiesa romanica, e il cupolone, detto “cappellazzo” dagli abitanti.
Di fronte la chiesa c’è il museo della Cola Cola, uno strumento di richiamo utilizzato per la caccia, e, di lato, una terrazza che offre un ampio panorama sulle case digradanti verso il canyon scavato dal torrente Gravina, sui resti delle chiese rupestri e sul ponte acquedotto.
Proprio quest’ultimo è motivo di incamminamento per i vicoli del centro: passiamo prima davanti la chiesa di Santa Maria del Suffragio (che ha un caratteristico portale d’ingresso con un timpano su cui sono presenti due scheletri), poi cerchiamo di arrivare alle chiesette rupestri di Chiesa di Santa Lucia e di S. Maria la Neve (rinunciandoci perché il luogo è pieno di case abbandonate e diroccate quindi un po’ pericoloso) ed infine, seguendo alcune indicazioni, ci rechiamo al Bastione Medioevale trovandolo, però, chiuso (apre solo nei w-e o su prenotazione).
Ci perdiamo per i vicoli e le strade fin quando riusciamo ad arrivare al Ponte Acquedotto, costruito per permettere l’attraversamento dell’orrido e consentire ai fedeli di raggiungere la chiesetta della Madonna della Stella, le cui rovine svettano dall’altra parte.
Torniamo indietro per la via Giudice Montea, dove è presente un belvedere, e ci ritroviamo a piazza Benedetto XIII per fermarci al Caffè Bella Vista, al fine di riposarci ed assaggiare la “Tetta della Monaca”, un dolce tipico locale.
Dopo la sosta, recuperiamo l’auto e seguiamo le indicazioni per Matera, dove arriviamo nel tardo pomeriggio.
Ceniamo in casa per poi uscire e compiere l’ennesima passeggiata questa volta di saluto alla città.
16 settembre
Lasciamo le Casette in mattinata e ci dirigiamo verso Murgia Timone, situata proprio al lato opposto del canyon su cui sorge Matera: parcheggiamo l’auto al centro accoglienza poi percorriamo a piedi la strada che porta al belvedere, passando davanti i resti della chiesa di San Falcione.
Lo spettacolo che si presenta è meraviglioso: Matera è tutta illuminata dal sole e le foto con le videoriprese si sprecano.
Ripartiamo poi da Murgia Timone e ci dirigiamo verso Altamura tramite la S.S. 99: giunti in breve tempo, parcheggiamo alla fine di via Matera e, cinque minuti di cammino dopo, siamo a Porta Matera, esattamente lì dove c’era una delle porte a cui si accedeva nel centro storico della città.
Percorriamo corso Federico II di Svevia e arriviamo in piazza Duomo, dove troviamo la Cattedrale di S. Maria Assunta: al momento c’è un matrimonio in corso (un altro dei tanti in cui incappiamo) ma comunque riusciamo ad apprezzare la facciata della cattedrale, caratterizzata dai due alti campanili e dalla piccola loggia in cui si affaccia una statua della Vergine Immacolata. Sotto questa v’è il rosone del Trecento, con una raggiera a 15 raggi, mentre il portale è un vero trionfo di decorazioni e sculture con soggetti biblici.
Ci affacciamo all’interno durante la celebrazione giusto per vedere il ricco soffitto ligneo decorato con stucchi d’oro e la navata centrale, che termina con l’imponente altare maggiore.
Proseguiamo lungo il corso fino a porta Bari, l’unica rimasta a testimoniare la presenza di mura che circondavano la città. Da qui ci portiamo presso il “Panificio Di Gesù” in via Pimentel, molto conosciuto ed apprezzato per la bontà del tipico pane di Altamura nonché per le buonissime focacce (quella al pomodoro ed olive pugliesi è da leccarsi i baffi), per i taralli e le castagnelle con le mandorle, tutte di loro produzione.
Fatta incetta delle cibarie ed assaggiata l’ottima focaccia, ritorniamo in centro e ci fermiamo da “Piano B Extraordinary Café” per un caffè e un riposo poi riprendiamo l’auto e partiamo alla volta di Monopoli tramite la S.S. 96 fino a Bari, poi con la S.S. 16 fino a destinazione.
Seguendo le istruzioni, raggiungiamo Palazzo Rattazzi, un residence situato nella via omonima, dove ci aspetta Annamaria, la proprietaria: qui abbiamo prenotato un bilocale al secondo piano provvisto di tutto (c’è pure la lavatrice) e situato a pochi minuti di camminata dal centro storico.
Dopo i convenevoli e aver pagato la tassa di soggiorno per le sei notti (€ 12), ci sistemiamo in questo delizioso appartamento.
Cena e breve passeggiata in centro giusto per iniziare ad orientarci.
17 settembre
Il leggero tempo incerto ci fa decidere di spendere la giornata in visita della città che ci ospita e dal nostro appartamento iniziamo una bella passeggiata andando verso la Basilica Cattedrale di Maria Santissima della Madia, contenente l’Icona della Madonna della Madia, la santa protettrice di Monopoli, che si festeggia il 14 dicembre: bello l’interno ma non scendiamo nella cripta per la visita al complesso museale.
Proseguiamo lungo via Argento fino all’inizio delle mura, sulla cui sinistra parte la passeggiata marina che rasenta le piccole calette e i lidi presenti lungo il tratto di costa.
Tiriamo dritti fino al primo bastione e seguiamo, da qui, le indicazioni che ci portano a piazza Palmieri e all’omonimo palazzo barocco, che però troviamo in restauro.
Di fronte, la Chiesa di S. Teresa d’Avila si fa bella con un maestoso campanile visibile da ogni angolo del centro.
Una breve strada ci porta a via Comes in cui, girando a destra, ci troviamo davanti l’ingresso del Palazzo Martinelli- Meo Evoli, costruito nel 18° secolo sulle antiche mura di cinta da una potente famiglia locale. Un po’ più avanti, lo slargo finale dà accesso al Castello di Carlo V, edificato su di un piccolo promontorio utilizzando come nucleo centrale una chiesa del X secolo e una grande porta romana del I secolo a.C.: qui una volta c’era il limite alle mura e al porto ma oggi, invece, un lungo molo penetra nel mare fino ad arrivare al faro che ne chiude il moderno ingresso.
Dalla porta nelle mura scendiamo al porto vecchio e seguiamo la passeggiata che lo rasenta fino alla porta del porto antico, da cui si spazia con lo sguardo sullo stesso e sulle case a ridosso: ci colpisce soprattutto il notevole effetto scenografico che produce il loggiato, eretto su tre arconi, che si affaccia sul porto con otto arcate, e la balconata con balaustrini del retro del palazzo Martinelli- Meo Evoli.
Attraversata la porta, sbuchiamo vicinissimi a Piazza Garibaldi, fulcro della vita diurna e notturna del centro storico: di giorno ristoranti e locali fast-food offrono leccornie varie ai turisti; la sera bar e vinerie li accolgono per aperitivi e dopocena su loro tavoli all’aperto.
L’unico monumento di interesse qui è la Torre Civica, rivolta verso il Porto Vecchio: nella parte inferiore c’è inglobata la colonna infame o colonna della gogna, dove erano esposti al pubblico coloro che si macchiavano di reati; nella parte alta sono visibili la statua di san Gennaro e lo stemma civico della città.
Percorriamo via Garibaldi ed arriviamo alla piazza Vittorio Emanuele II, appena fuori il centro storico, terminando a riguardo il primo dei tanti giri esplorativi che programmiamo di fare nei prossimi giorni.
Pomeriggio a riposo e serata trascorsa con passeggiata sul lungomare e tra i negozi aperti del centro storico, soprattutto con sosta da Gasperini, famosa gelateria, che diventerà la nostra tappa abitudinaria serale.
18 settembre
Non si può venire a Monopoli e non fare un salto ad Alberobello, distante poco più di 30 minuti d’auto: lasciamo l’auto in uno dei tanti parcheggi adiacenti la città (€ 5 per tutto il giorno) e iniziamo la visita del rione Monti, il più turistico ed affollato.
Alberobello è caratterizzata dalla presenza dei trulli, case coniche tipiche di questa zona: la cosa migliore è farsi accompagnare da una guida per capirne la storia, la modalità di costruzione e delle eventuali particolarità su essi (la presenza, per esempio, di simboli scritti sui tetti).
Noi ci affidiamo alle guide cartacee e alla camminata a zonzo tra le stradine, che ci portano in piccoli angoli fioriti, al trullo Siamese, alla chiesa di Sant’Antonio (a forma di trullo), a terrazze panoramiche e a negozi dal sapore molto turistico che offrono calamite e lavori in pizzo di vario genere e misure.
Sebbene affollatissima di turisti, la visita comunque piace e la proseguiamo anche nel vicino rione Aia piccola, sicuramente meno turistico e più dal sapore reale tanto che una simpatica signora ci invita ad entrare nel suo trullo per una visita ed offrirci taralli e vino (ovviamente con una offerta a piacere): non perdiamo l’occasione e visitiamo all’interno queste tipiche abitazioni.
Gironzolando per le strade e i trulli, arriviamo alla terrazza di Santa Lucia e da qui il bel rione si apre alla nostra vista, permettendoci di fare molte fotografie.
Scendiamo in piazza per pranzare in uno dei tanti bar presenti e pianificare la visita alla vicina Locorotondo ma il tempo cambia così repentinamente che il grosso e interminabile rovescio d’acqua che ne segue ci costringe a rientrare in Monopoli, dove poi trascorriamo il pomeriggio con un giro in centro alla ricerca di un locale dove cenare: dopo tanto girovagare alla fine troviamo posto proprio vicino l’appartamento, alla “Trattoria Il Ritrovo”, che dal nostro balcone vediamo sempre affollata.
In serata, infatti, prendiamo posto al nostro tavolo e devo dire che abbiamo mangiato benissimo (dal panzerotto ripieno di pesce ai tagliolini ai frutti di mare e al fritto leggero) spendendo appena € 26 a persona.
Giretto digestivo con sosta a p.zza Garibaldi e da Gasperini e poi si va a dormire.
19 settembre
Questa bella domenica la progettiamo di passare ad Ostuni, definita “la città bianca”: da Monopoli la raggiungiamo in poco meno di un’ora d’auto e parcheggiamo vicino alla Porta Nova, uno dei punti d’accesso alla città antica. Entriamo nell’antico borgo tramite la stessa svoltando subito sulla destra e proseguendo diritti fino a via Cattedrale, l’affollata strada principale del centro storico, piena di turisti in visita.
Salendo verso la parte alta, troviamo la Chiesa di San Vito Martire, dalle linee rococò, e poi, attraversato l’arco detto degli Incalzi, arriviamo ad ammirare il lato meridionale della Cattedrale di S. Maria assunta in cielo, risalente alla seconda metà del XV secolo. Sulla facciata rimaneggiata nel corso dei secoli, ci colpisce per le sue dimensioni il rosone simboleggiante il Cristo Sole. Di fianco, il Palazzo dell’Episcopio ha ospitato i Vescovi della città mentre ora, al piano terra, è sede del Museo Diocesano.
Dopo la breve visita alla solenne struttura, proprio di fronte l’uscita e tra due palazzi fronteggianti ci sovrasta l’Arco Scoppa, ponte di collegamento tra il seminario e il palazzo vescovile, in stile rococò.
Continuiamo a salire fino allo spiazzo che si apre sulla lontana costa e da cui partono strade e gradoni conducenti verso la parte bassa di Ostuni: qui si trova la porta del Paradiso, una porta variopinta molto famosa su Instagram e dove tutti (soprattutto le coppie), si fanno selfie e fotografie da posa patinata.
Ci addentriamo in via Petrarolo e scopriamo un mondo di silenzi, balconi fioriti, portali di palazzi incastonati tra mura bianche, verande arredate e persiane blu.
il giro ci riporta proprio di nuovo nella piazza della Cattedrale e, vista l’ora di pranzo, ci fermiamo per un sandwich al bar “Bianc’Ostuni” per poi scendere, dopo la sosta rilassante, per le scale di via Brancasi e raggiungere il camminamento della cinta muraria, da cui si estende a perdita d’occhio la pianura pre-salentina.
Usciamo per porta San Demetrio, che risale al XIII secolo ed è la porta più antica della città medievale nonché quella da cui partiva la strada diretta a Brindisi, e rasentiamo le mura fino alla piazza della Libertà, in cui svettano la colonna di S. Oronzo, alta quasi 21 metri e che raffigura Sant’Oronzo nell’atto di benedire il popolo, la mole maestosa del Comune di Ostuni e la chiesa di San Francesco d’Assisi, che è di fondazione medievale ma con facciata del 1882.
Completiamo la visita al centro storico con una sosta alla pasticceria da Pasquale, noto per avere i pasticciotti più buoni della città. Dopo questa dolce fermata e valutata la bella giornata ancora in corso, decidiamo di raggiungere uno dei tanti lidi sul mare per un paio d’ore di sole e mare e quindi, su suggerimento del simpatico custode del parcheggio in cui abbiamo lasciato l’auto, ci rechiamo in scarso venti minuti al lido “Onda Blu”, sito nel Parco Naturale Regionale Dune Costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo: lasciata l’auto al comodo parcheggio privato, affittiamo due lettini ed un ombrellone al prezzo di € 20 e ci facciamo il primo bagno di mare dell’anno, condito da un paio d’ore di caldo sole pugliese.
Rientriamo in tardo pomeriggio a Monopoli, trascorrendo la sera con una cenetta in casa e una passeggiata in centro con l’immancabile visita alla gelateria Gasperini.
20 settembre
Altra bella giornata e altro giretto da fare, precisamente oggi è il turno di Polignano a Mare, delizioso paesino situato a nord di Monopoli.
Lo raggiungiamo in appena 20 minuti d’auto, che lasciamo al parcheggio pubblico (carissimo, per di più), e ci inoltriamo nel centro storico tramite la “Porta Grande” o Arco Marchesale: la piazzetta Fulvia Miani Perotti si apre a noi non appena oltrepassiamo l’arco e notiamo sulla destra il Palazzo del Feudatario, oggi dei Conti Valentini, mentre di fronte, ad angolo, si nota la terrazza del Palazzo del Governatore.
Dalla piazzetta percorriamo una stradina lungo la quale si incontra la gogna, luogo in cui venivano esposti alla pubblica derisione i condannati dalla Ducal Corte (si possono notare una parte del gancio che reggeva la gogna e le pietre levigate dai corpi dei sofferenti) e c’è pure il sedile, un luogo adibito in passato alle riunioni del Parlamento della città, durante le quali venivano discusse le principali questioni d’interesse pubblico.
Proseguendo, arriviamo allo slargo principale del centro storico ossia piazza Vittorio Emanuele II dove ammiriamo, sulla sinistra, il palazzo dell’Orologio, (sede del municipio fino al 1837 e su cui è ancora visibile un’antica meridiana e un piccolo campanile a vela). Sulla sinistra dello stesso palazzo c’è il palazzo Ventura, con un prospetto del XVII sec., edificato su locali medioevali, e con un portone ligneo e un mascherone.
Ci inoltriamo nel dedalo di vicoli e calli per sbucare, di volta in volta, su piccole terrazze prospicienti il mare, da cui scattiamo innumerevoli fotografie.
Dalla terrazza del Bastione di Santo Stefano si apre tutto il panorama sulla Lama Monachile, la piccola spiaggia compresa tra le due scogliere: l’acqua trasparente e dalle tante tonalità di blu e azzurro rende questo posto bellissimo.
Ritorniamo indietro e raggiungiamo il ponte di Polignano, che offre la celebre veduta sulla sottostante spiaggia e sulle sovrastanti case arroccate sulla scogliera. Da qui, proseguiamo fino al Lungomare Modugno, dove svetta la statua dedicata al celebre cantante, originario di Polignano: siamo proprio di fronte alla scogliera su cui sorge la città e lo spettacolo naturale è davvero stupendo.
Dopo le immancabili foto e riprese video, rientriamo nel centro storico e ci fermiamo per un breve rinfresco in un bar della piazza per poi proseguire lungo via San Benedetto fino ad altre terrazze per far ulteriori foto e riprese video.
Poiché si è fatta ora di pranzo, ritorniamo a ritroso fin quasi la piazza, dove in un locale adiacente la chiesa compriamo per pranzo una specialità pugliese: il panino col polpo, che risulta buonissimo.
Facciamo un altro giro per il centro storico e poi decidiamo di ritornare a Monopoli, concedendoci nel pomeriggio una lunga passeggiata sulla stradina pedonale che, partendo dalle mura, conduce lungo la costa sud della cittadina e che rasenta le tante calette dove potersi fermare per un bagno nel bel mare o una tintarella al caldo sole.
Di sera, solito giretto con drink in piazza Garibaldi e gelato da Gasperini.
21 settembre
Ultimo giorno a Monopoli prima di rientrare a Napoli quindi la prima cosa che facciamo è prenotare la cena presso uno dei tanti ristoranti e scegliamo “Il Guazzetto”, nel centro storico vicino al porto.
Poi trascorriamo la giornata tra acquisti di piccoli ricordini e di specialità pugliesi (da Annese in piazza Vittorio Emanuele II troviamo delle comode confezioni di olio da regalare e delle particolarità come il pesto di cime di rapa) oltre che preparare le valige per il rientro.
Di sera, ceniamo al ristorante prenotato e ci troviamo benissimo: tra ostriche, tagliolini al pesce dell’Adriatico e un buonissimo fritto di mare, spendiamo appena € 25 e ne usciamo pienamente soddisfatti.
Ovviamente la passeggiata serale è scontata e l’ultimo gelato è d’obbligo.
22 settembre
Dopo aver comprato pane d’Altamura e taralli pugliesi al Forno San Marco, in via Polignani, partiamo per la volta di Napoli, dove arriviamo dopo quasi tre ore e mezza d’auto tramite la S.S. 16, la A14 fino a Canosa e poi la A16 fino al parcheggio dell’aeroporto di Napoli: qui lasciamo l’auto noleggiata e andiamo a casa della mia famiglia per continuare le ferie e salutare parenti ed amici.
Nel pomeriggio un bel giro per il quartiere Vomero ci rinfranca, facendo una visita al parco della Villa Foridiana, in cui si trova una cascina estiva nobiliare con giardini, fontane e una terrazza aperta sul golfo.
23 settembre
Una passeggiata per Napoli è assolutamente da fare, vista anche la bella giornata: dalla fermata della metro a Toledo scendiamo per via Roma e proviamo a visitare il Teatro S. Carlo ma non sono previste visite libere in giornata. Allora procediamo per la piazza del Plebiscito fino a giungere sul lungomare di Santa Lucia, che percorriamo in tutta la sua lunghezza godendo della brezza marina e del caldo sole.
A piazza Vittoria tagliamo per piazza dei Martiri e proseguiamo per l’elegante via Chiaia fino a tornare in via Roma.
Decidiamo di mangiare una pizza da “Di Matteo”, famosa pizzeria sita in via dei Tribunali, quindi ritorniamo indietro per il centro storico e ci accomodiamo ad uno dei suoi tavoli, degustano due ottime pizze (io gradisco quella con la salsiccia e i friarielli), un crocché di patate, una frittatina di pasta e un arancino di riso il tutto per € 12 a persona.
Nel pomeriggio, per digerire, andiamo a visitare il bellissimo Chiostro di Santa Chiara, dietro l’omonima chiesa: si paga € 6 l’ingresso ma passeggiare tra le maioliche raffiguranti scene di vita e tra gli affreschi di santi e scene bibliche ripaga totalmente il prezzo.
Dopo la visita, ci fermiamo da Carraturo in piena piazzetta Nilo e degustiamo le leccornie di questa pasticceria ossia il babà, la delizia a limone e la coda d’aragosta, accompagnata da un ottimo caffè.
Si rientra a casa per una cena in famiglia.
24 settembre
Oggi pranziamo con un amico nella vivace piazza Bellini, uno dei luoghi di ritrovo della gioventù napoletana: da “Etto” troviamo cibo buonissimo ed un’alternativa alla cucina napoletana in quanto questo locale offre le bowls da poter combinare col pesce, con la carne o solo vegetariane (sugli € 20).
Nel pomeriggio ci riposiamo poiché in serata abbiamo appuntamento con altri amici per mangiare la pizza fritta da “La Mascardona”, un famoso locale sito in piazza Vittoria: dopo la buonissima pizza e i famosi straccetti (pezzi di pizza fritti conditi con nutella o cioccolato bianco o crema di pistacchio, per un totale di € 14 a persona) una passeggiata fino al Borgo Marinari ai piedi di Castel dell’Ovo ci permette di godere della serata magnifica, della bella compagnia e della splendida visione di Napoli notturna.
25 settembre
Giornata trascorsa nella preparazione delle valige e negli ultimi acquisti poi ci rechiamo in serata all’aeroporto di Capodichino e ci imbarchiamo sul volo delle 22,25 per Bergamo, dove giungiamo dopo più di un’ora di volo.
Il tempo di riprendere l’auto dal parcheggio e partiamo per il rientro a casa. Possiamo così chiudere la parentesi delle nostre bellissime ed interessanti vacanze.
Senza dubbio il soggiorno lucano-pugliese è stata una piacevole scoperta di un posto dell’Italia che offre tante cose a prezzi davvero competitivi oltre che interessanti dal punto di vista culturale e storico nonché belli come aspetto paesaggistico.