Un viaggio lungo la strada dei ricordi: la Puglia “di famiglia”, una regione da scoprire all’insegna delle emozioni
Spesso le mie mete sono ispirate da immagini cinematografiche, libri affascinanti o fotografie mozzafiato, ma il mio ultimo viaggio ha avuto un’origine diversa: i racconti appassionati della mia famiglia. Mio padre, con il suo innato spirito di narratore, ha sempre amato condividere le avventure dei suoi genitori, dei suoi fratelli e, soprattutto, le meraviglie dei luoghi che ancora oggi lo legano teneramente alla sua infanzia, in particolare a Taranto e nei paesi limitrofi della splendida Puglia.
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Dopo ben 25 anni dall’ultima visita, ho deciso che era giunto il momento di tornare in quelle terre affascinanti, ma questa volta con mio padre, mia madre e mio figlio, al mio fianco. Il destino, con la sua ironia, ci ha riservato una sorpresa inaspettata quando un mio amico comico, noto per le sue apparizioni televisive, ci ha rivelato di essere originario della stessa zona. Una semplice condivisione della posizione della casa di mio nonno ha svelato una connessione inattesa: la casa era stata acquistata dal suo migliore amico.
Senza esitazione, ho persuaso, anzi direi “obbligato” i miei genitori a organizzare questo viaggio. Ho prenotato voli per Brindisi con EasyJet per il periodo pasquale. Il destino ci ha giocato un altro scherzo, cancellando i voli e costringendoci a ripiegare su Ryanair. Nonostante il contrattempo, questa scelta si è rivelata abbastanza puntuale e affidabile.
A una settimana dalla partenza, un altro imprevisto: il ritiro dell’auto noleggiata era programmato a Catania, non a Brindisi. Grazie all’aiuto della nostra affidabile agenzia di viaggi, risolviamo velocemente il problema e iniziamo a sospettare che qualcosa stesse cercando di ostacolare il nostro sogno.
Taranto
Eccoci a Taranto, in una fredda giornata di aprile. Nonostante il ritardo dell’aereo e un iniziale caos nel traffico dovuto alle processioni pasquali, troviamo le nostre camere nel cuore del centro storico di Taranto. Una volta sistemati, ci immergiamo subito nelle atmosfere della città, “partecipando” alle processioni, (in realtà ci siamo fatti strada). Stavo dimenticando un aneddoto molto importate, l’acquisto che ha accompagnato tutto il tempo mia mamma, un bel cappellino di lana, ultimo prezzo in un negozietto sotto le nostre camere. La sfilata degli uomini scalzi durante la Pasqua, è una celebrazione unica che mescola devozione religiosa, folklore e autenticità culturale. Tutto ciò rappresenta un legame tangibile tra passato e presente, una testimonianza vivente di una tradizione che continua a resistere al passare del tempo. Per chiunque abbia la fortuna di assistere a questo evento unico, sarà difficile non sentirsi affascinati e commossi dalla profondità della fede e della cultura che permangano ogni passo di questa antica processione.
Taranto è davvero una città intrisa di storia e spiritualità. Appena immersi nelle loro usanze, mio padre ha sentito il bisogno di sentire suo fratello Angelo, che spesso ha assistito alla sfilata pasquale tipica di questa città. “Devo chiamarlo,” ha detto con un sorriso nostalgico, “voglio sentire dalla sua voce, le storie su questa tradizione.” La telefonata con zio Angelo è stata un tuffo nel passato. Mentre mio padre ricordava con affetto le nostre radici comuni, Angelo ha condiviso ricordi vividi delle sfilate pasquali a cui aveva assistito. Dopo la telefonata, ci siamo diretti verso un accogliente bar nel centro storico di Taranto. Seduti ad un tavolino, abbiamo fatto merenda, dato che oramai per pranzare, si era fatto tardi. Mentre discutevamo dei nostri progetti per i prossimi giorni, con un sorriso complice, abbiamo deciso di prenotare le cene per le serate successive, ansiosi di assaporare ogni piatto tipico che la Puglia aveva da offrire … per la felicità di mio padre e di mio figlio più che altro.
La serata è trascorsa tra chiacchiere e risate con il gestore del locale e una coppia di turisti al nostro fianco, , scambiandosi racconti e consigli su cosa visitare Mentre guardavo mio padre assaporare ogni boccone con un’espressione di gioia pura, ho capito quanto fosse importante per lui questo viaggio, un modo per riconnettersi con le sue radici e condividere la bellezza della sua terra con chi ama di più.
Taranto Vecchia
La mattina seguente, baciati dal sole (mia madre però sempre con a portata di mano il cappellino di lana), ci siamo avventurati per le strade di Taranto. Mio padre diventa la nostra guida personale. Ogni angolo, ogni via lui se la ricordava come se ci fosse stato fino a ieri. Ammiriamo dove è nato, dove ha abitato, dove ha vissuto attimi importanti e significativi.
Attraversiamo il suggestivo Ponte Girevole, per dirigerci a Taranto vecchia e con la sua memoria intrisa di ricordi, ci guidava attraverso le viuzze, ricordando anche in questi luoghi, aneddoti della sua infanzia e della vita di famiglia. Ogni scorcio raccontava una storia, ogni muro un segreto antico. Non mancavano le telefonate e whatsapp con i suoi fratelli, condividendo con loro le fotografie degli scorci che stavamo vivendo, come se volesse preservare quei momenti nella memoria di famiglia.
Il fascino di Taranto vecchia era indescrivibile: il mare che cullava la città, le case abbandonate che ancora raccontavano il suo passato glorioso. Ci siamo diretti poi verso il Castello Aragonese, imponente e maestoso, appena in tempo per una visita gratuita con tanto di guida. La pausa pranzo fu allietata da pizza e focaccia, gustate in una cabina telefonica in disuso, in via D’Aquino, mentre ancora osservavamo la processione sfilare per le strade, contornati da un vento pazzesco.
Ginosa
Nel pomeriggio, dopo esserci riposati brevemente nella nostra camera per una pausa, abbiamo ripreso l’auto e… direzione Ginosa, alla ricerca del cimitero dei nonni di mio padre. La sua Amata Nonna Raffaella fu trovata immediatamente, grazie alla guida precisa di mia madre, mentre il nonno richiese un po’ più di ricerca.
Ginosa, con le sue strade deserte e silenziose, mi ha portato indietro nel tempo, rievocando ricordi della mia infanzia e anche la mia unica estate da adolescente. La città, pur apparendo quasi disabitata, emanava un fascino unico, incastonata tra le colline e avvolta dal calore del sole pugliese. Era come se il tempo si fosse fermato, consentendoci di immergerci completamente nell’atmosfera suggestiva di questo luogo ricco di storia e tradizione. Ma è fuori dal centro storico che Ginosa rivela la sua vera essenza. Percorrendo le strade che si snodano tra ulivi secolari e campi dorati, si scoprono angoli di paradiso nascosti tra la campagna pugliese.
Dopo aver parcheggiato la nostra auto, ci siamo incamminati lungo la strada che percorrevo da bambina, cercando la casa della sorella di mia nonna. La riconosco subito. Con un sorriso incredulo, noto che il suo nome è ancora lì, sul campanello arrugginito. È come se il tempo si fosse fermato. Proseguiamo a piedi, seguendo i racconti di mio padre, fino alla via dove abitava la sua nonna materna. Il piccolo cortile è ancora lì. La casa sembra ancora abitata. La vista sulla gravina è mozzafiato.
Mio padre si siede sul marciapiede, proprio davanti alla casa. I suoi occhi si perdono nel vuoto, mentre i ricordi affiorano uno dopo l’altro. Poi, con un sorriso malinconico, si alza e mi guarda. “È incredibile come tutto sembri uguale e diverso allo stesso tempo” . Ci incamminiamo di nuovo, lasciando alle spalle quel piccolo cortile, ma portando con noi un pezzo di quella storia.
Laterza
Giungemmo poi di fronte alla casa di mio nonno, in collina in periferia di Laterza, dove si domina tutta la città sottostante. Il cuore gonfio di aspettative, con il cancello rifatto, a nascondere la sua antica bellezza, in ferro battuto. Guardammo quella casa con un nodo in gola, ammirando la sua bellezza anche solo dall’esterno, consci che i veri tesori risiedevano al di là delle pareti, custoditi nei ricordi intatti dei giorni trascorsi lì.
Decidemmo quindi di dirigerci verso il centro di Laterza, dove mio nonno una volta si recava con la sua inseparabile ape per fare le spese quotidiane. Nel bar del centro, un luogo che emanava un’atmosfera familiare e accogliente, decisi di assaporare un ricordo vivido della mia infanzia: il latte di mandorle. Era come bere un sorso di tempo, un ritorno a quel sapore che mi porto dietro da allora.
Poco dopo, il mio amico comico sceso per le feste dai suoi genitori, divenne il nostro cicerone d’eccezione, si unì a noi e ci condusse tra gli angoli più nascosti della città, svelandoci segreti e storie che solo chi conosceva a fondo quel luogo poteva raccontare. Attraversammo vicoli stretti e piazze silenziose, immersi nell’atmosfera magica di una città che custodiva gelosamente i suoi tesori. Salimmo fino al punto più alto del borgo, dove trovai la maestosa Cattedrale di San Pietro, un capolavoro dell’architettura romanica pugliese. Da lassù, lo sguardo spaziava su un paesaggio mozzafiato.
Abbiamo tentato di tornare a Ginosa per fare un ulteriore giro, ma rispetto a prima, quando era deserta, ce la siamo ritrovata piena di persone. Anche qui c’era la processione tipica di Pasqua, un evento che ha riempito le strade di vita e tradizione. Abbiamo optato dunque di visitare la cripta della Madonna del Carmine. Questo luogo sacro ci ha lasciato senza fiato con la sua bellezza e spiritualità.
Successivamente, ci siamo diretti al ristorante in compagnia del mio amico, per gustare piatti tipici pugliesi in una location stellata.
Matera
Decidiamo di andare a Matera, distante solo poche ore dalla città di Taranto. Il viaggio in macchina ci ha permesso di ammirare i meravigliosi paesaggi della Puglia, con i suoi uliveti e campi dorati, fino ad arrivare ai paesaggi collinari della Basilicata. Con una fortuna pazzesca, troviamo parcheggio in centro a Matera, pronti per esplorare questa città unica.
Facciamo un giro nella via principale, ricca di negozi affascinanti e bancarelle colorate. Ogni bar e locale in cui ci imbattiamo ci accoglie con il calore tipico della gente meridionale, un aspetto che mi piace da impazzire.
Finalmente arriviamo al presepe vivente della città antica di Matera, i famosi Sassi. Avevo visto questo luogo solo in fotografia e attraverso i racconti di tante persone, ma soprattutto nel film di Mel Gibson. Vederlo dal vivo è un’esperienza che lascia davvero senza fiato. I miei genitori si fermano in un punto strategico per riposarsi e godersi la bellezza del panorama, mentre io e mio figlio ci inoltriamo alla scoperta di questa città.
Camminando tra i Sassi, mi sembra di vivere all’interno di un presepe, in un’altra epoca. La città, con le sue case scavate nella roccia e le stradine tortuose, racconta storie di tempi antichi e di una vita semplice ma ricca di significato.
Con un figlio adolescente, il pranzo è una tappa obbligata. Abbiamo trovato un negozio che sembrava una boutique, dove servivano mozzarelle da asporto. Chissà come mai, quando i prodotti sono buoni, anche chi come me è intollerante al lattosio riesce a digerire tutto, o quasi. Non posso non ricordare l’ultimo caffè prima di partire: quattro caffè per soli 2 euro. Incredibile, pensavamo che avessero sbagliato.
Ritorno a Taranto
Dopo una doccia rilassante nelle nostre camere, abbiamo fatto un altro giro nella città di Taranto (pazzesco come mio padre dopo tutti questi anni ancora si ricordi esattamente le vie e i luoghi della sua vita senza sbagliar un colpo). Visitiamo il museo degli ori di Taranto. Anche se l’avremmo girato in metà del tempo, abbiamo assecondato la parsimonia e l’attenzione dei miei genitori nell’ammirare ogni pezzo esposto. Mio padre ha prenotato lo stesso ristorante, che ha cambiato location, dove anni fa aveva portato mia madre e mio figlio a mangiare il pesce locale. Appena in tempo, siamo usciti e rientrati nelle camere giusto prima di un temporale pazzesco.
Martina Franca
Il nostro ultimo giorno in questo viaggio nel passato. Questa volta, la tappa l’ha decisa mia mamma: direzione Martina Franca, dove forse ancora oggi abita una cugina di mio padre. Arriviamo in questa città accolti da una pioggerellina e da un’atmosfera da città fantasma, comunque bellissima. Le strade di ciottoli e le case bianche creano un paesaggio incantevole.
Fatichiamo quasi a trovare un locale aperto, ma avvicinandoci alla piazza principale, vedo un ristorante e chiedo se gentilmente potevano farci un caffè. Tempo cinque minuti, i due gestori, molto gentili e anche molto affascinanti, ci accolgono come in famiglia. Il tempo di un caffè si trasforma in più di mezz’ora di piacevolissime chiacchiere, con la promessa che saremmo ritornati da loro a mangiare, magari soggiornando proprio a Martina Franca.
Brindisi
Prima di arrivare in aeroporto, facciamo una sosta nel centro di Brindisi. Purtroppo, ci lascia tutti alquanto delusi. Facciamo una passeggiata lungo la via principale e ci fermiamo per un ultimo aperitivo. Dato che il tempo stava peggiorando, ci dirigiamo verso l’aeroporto per restituire la nostra auto a noleggio. Trascorriamo quasi quattro ore in aeroporto, ridendo e scherzando, raccontandoci questa avventura trascorsa insieme. Quanto abbiamo riso per il video che mio figlio ha montato con alcune fotografie esilaranti di questi quattro giorni! Ancora oggi, riguardiamo quelle immagini con malinconia, ma anche con tante risate.
Questo viaggio in Puglia nel tempo e nella storia dei miei avi è stato un sogno realizzato con determinazione e amore. Nonostante le peripezie iniziali, sono riuscita a riportare mio padre nelle sue terre, a farlo riconnettere con la sua terra ma soprattutto la sua storia. La gioia di aver organizzato questo viaggio e di averlo reso felice è indescrivibile. Anche se il mio desiderio più grande resta vedere tutti i miei zii riuniti qui in questi luoghi di nuovo, insieme… sembra un sogno irrealizzabile, ma sognare non costa nulla.
Durante questo viaggio nei luoghi dei miei nonni, ho sentito la loro presenza in ogni angolo, nell’aria, nei racconti e nei miei ricordi. Credo fermamente che tutti noi dovremmo fare un’esperienza nei luoghi della storia dei nostri avi, almeno una volta nella vita, per vivere l’essenza del nostro passato.