La Barcellona di Gaudì

È il nostro primo viaggio dell’anno e dopo diverse idee decidiamo che la nostra meta sarà la Catalogna ed in particolare Barcellona. E allora via con i preparativi.............. Nei mesi precedenti la partenza solita megaricerca in internet per scoprire il volo più interessante, l’hotel più conveniente e ricercare diari di viaggi od...
Scritto da: acerorosso
la barcellona di gaudì
Partenza il: 01/02/2006
Ritorno il: 04/02/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Ascolta i podcast
 
È il nostro primo viaggio dell’anno e dopo diverse idee decidiamo che la nostra meta sarà la Catalogna ed in particolare Barcellona.

E allora via con i preparativi…..

Nei mesi precedenti la partenza solita megaricerca in internet per scoprire il volo più interessante, l’hotel più conveniente e ricercare diari di viaggi od opinioni per vivere al meglio la vacanza.

Per quanto riguarda il volo decidiamo che l’opzione migliore è la partenza da Milano-Orio al Serio con destinazione Girona, cttadina a circa un’ora di autobus dal centro di Barcellona. Grazie alla prenotazione in internet troviamo un volo a 140 euro in due per una tratta di andata e ritorno.

Anche la scelta dell’hotel è piuttosto laboriosa, sino a quando troviamo il sito internet www.Bookings.It. Si tratta di un sito di prenotazione online che presenta una vasta gamma di hotel sparsi in diverse aree della città e con prezzi veramente convenienti, con la possibilità di cancellazione della prenotazione gratuita e con l’addebito del costo solo al termine del soggiorno.

La nostra scelta ricade sull’hotel Grand Ducat della catena Apsis sito in Ronda Sant Pere 15, a pochi passi dalla famosissima Rambla.

La preparazione del viaggio presuppone oltre alla lettura dei diversi diari di viaggio, anche l’acquisto di una guida turistica che ovviamente appartiene alla collana della Lonely Planet.

….. Ma dopo tanti preparativi eccoci finalmente al giorno della partenza!! 1 febbraio 2006 Il nostro volo della Ryanair parte da Milano Orio al Serio alle 8,30 per cui non resta che svegliarsi molto presto per essere in aereoporto in tempo utile per il check-in. Il nostro check-in si apre in orario e alle 6,40 i nostri bagagli sono imbarcati. Ultima colazione in terra italiana, ovviamente con un buon caffè, e poi partenza con un leggero ritardo (circa 10 minuti) in direzione Girona.

L’aereoporto di Girona è veramente molto piccolo, ma, nello stesso tempo, molto organizzato tanto che a pochi minuti dallo sbarco possiamo già ritirare il nostro bagaglio.

Nei pochi minuti di attesa approfittiamo per acquistare i bilgietti per il transfert dall’aereoporto alla città. E’ possibile acquistare due tipologie di biglietti: la sola andata a 11 euro, l’andata e ritorno a 19 euro.

Noi optiamo per la seconda opzione e, ritirati i bagagli, usciamo dall’aereoporto e proprio di fronte troviamo i “Barcelonabus”, autobus che collegano Girona con Barcellona e che lavorano in collaborazione con Ryanair.

Il viaggio verso Barcellona dura circa 1 ora e 10 minuti e l’autobus ci lascia alla Estaciao de Nord (zona Arco di Trionfo).

A pochi passi dall’uscita della stazione, si trova la fermata della metropolitana, ma, visto che il nostro hotel dista circa 900 metri, decidiamo di raggiungerlo a piedi percorrendo Ronda Sant Pere.

Senza alcuna difficoltà troviamo il nostro hotel, Grand Ducat della catena Apsis, che si trova al numero 15. Ci viene assegnata subito la nostra stanza, la numero 202 che è veramente molto piccola, ma carina ed ordinata e dotata di ogni comfort. C’è un grande letto matrimoniale, un comodino, un armadio a muro e, ovviamente, il bagno in camera con i soliti gadget forniti dagli hotel.

Certo la stanza non è enorme, ma la collocazione dell’hotel è ottimale. Infatti, l’hotel si trova a pochi passi da Plaça de Catalunya, centro nevralgico di Barcellona e punto di snodo della metropolitana.

Sistemati i bagagli usciamo subito per cercare un posto dove pranzare. Già a prima vista la città è veramente molto affollata e da lontano scorgiamo la Rambla veramente molto affollata.

Per il pranzo optiamo per il classico Mac Donald’s in Avenida del Portal de l’Angel dove con 10,90 euro prendiamo due Menù.

Usciti dal Mac, passeggiamo per i vicoli circostanti Avenda del Portal fino a giungere ad uno dei monumenti più importanti e belli di Barcellona, la Cattedrale sita in Plaça de la Seu. Decidiamo di non entrare subito perchè dalle 13.00 alle 17.00 l’ingresso è a pagamento per delle visite guidate, mentre negli altri orari è possibile entrare gratuitamente.

Torniamo allora tramite alcuni vicoli pieni di negozi e di gente alla Rambla, cuore di Barcellona.

La Rambla è il punto nevralgico di Barcellona ed è un lungo viale pedonale nella parte centrale, mentre lateralmente è percorsa dalle auto. Viene considerata il cuore di Barcellona perchè è animata in qualsiasi momento del giorno e della notte. Il nome deriva da un ruscello che scorreva in questo luogo fino al XIV secolo. La Rambla, che da Plaça de Catalunya conduce al mare, è divisibile in cinque tratti ognuna con proprie peculiarità e caratteristiche.

Caratteristica comune di ciascu tratto è la miriade di locali di genere differente che dominano entrambi i lati del viale.

Il tratto iniziale, da Plaça Catalunya, è chiamata Rambla de Canalets e deve il suo nome ad una antica fontana legata ad una storia mitica. La leggenda infatti racconda che chi beve alla fontana ritornerà sicuramente in città.

Il secondo tratto, dels Estudis è anche detta Rambla degli Uccelli ed il suo nome dipende dal fatto che in questo tratto sono presenti diverse bancarelle con in vendita animali ed uccelli, in particolare.

Il terzo tratto detta de Sant Josep è invece chiamata Rambla dei fiori proprio per le numerose bancarelle di fiori in essa disposte.

Il penultimo tratto, denominato dall’importante Grand Teatre du Liceu, è detto dels Caputxins, ed è caratterizzato dalla presenza di numerosi artisti che mettono in vendita le loro opere ed eseguono ritratti a turisti e non.

Infine, l’ultimo tratto Rambla di Santa Monica, culmina con l’altissimo monumento dedicato a Colombo.

Si tratta di una enorme colonna innalzata in occasione dell’Esposizione Universale del 1888 sulla cui cime svetta una statua di Colombo che indica le Americhe; in realtà la mano del navigatore indica l’Africa. Tramite una ascensore panoramica (2 euro) si può salire ed ammirare il panorama dei dintorni con il mare ed il vecchio porto e la Rambla nel suo insieme.

Giunti in fondo alla Rambla, di fronte al monumento di Colombo, sorge il Vecchio Porto che dagli anni ’80 sta subendo lavori di grande trasformazione che lo sta portando ad essere un luogo molto trendy della città.

Punto di grande afflusso turistico e non solo è la zona attorno al Maremagnum e all’Acquario.

Noi abbiamo optato per non visitare l’acquario per mancanza di tempo, mentre abbiamo effettuato una breve visita al Maremagnum.

Si tratta di un centro commerciale con negozi,bar e ristoranti disposti su due piani. Particolarità di questa zona è che si raggiunge il centro commerciale attraverso un prolungamento della Rambla, la Rambla del Mar. Si tratta di un percorso in parte costruito su un ponte in legno girevole con la forma di un’onda aperto fino alle ore 01,00 della notte. Superato il Maremagnum si trovano l’Acquario ed il cinema tridimensionale, altri punti di interesse molto frequentati sia dagli abitanti che dai turisti.

Ritorniamo sui nostri passi e ci dirigiamo verso la Rambla, attorno alla quale sorgono attrazioni molto interessanti e frequentate.

Appena superato il monumento a Colombo, arriviamo nuovamente alla Rambla ed ammiriamo solo esternamente il Museo delle Cere cittadino (ingresso 6,65 euro) sul cui tetto svettano le figure di Superman e di D3Po, personaggio del film Guerre Stellari.

Proseguiamo la passeggiato sino ad arrivare a Plaça Reial, sulla destra della Rambla arrivando dal mare. La piazza, vietata al traffico, ha una forma quadrata ed è circondata da antichi palazzi con portici. Sotto questi portici si trovano numerosi ristoranti e locali, che rendono poco piacevoli le nottate dei residenti. Attrattiva di questa piazza sono anche due lampioni vicino alla fontana progettati dall’eclettico architetto ed artista Antoni Gaudì ( che ritroveremo in molti angoli della città).

Tra i diversi locali notiamo anche due ristoranti che ci attraggono e che potrebbero essere “rifugio” per la nostra cena.

Lasciamo la piazza e torniamo nuovamente sulla Rambla sino ad arrivare a Plaça Bouqueria. In questa piazza sorge uno dei capolavori di Mirò, una grande opera composta da piastrelle fra cui una che riporta la firma della’rtista stesso. Sul lato destro della piazza (sempre dando le spalle al mare) sorge un grande palazzo caratterizzato da strane applicazioni. Sull’angolo del palazzo si staglia un grosso drago con un ombrello nero semiaperto, insegna di un negozio di ombrelli del passato. Sulla facciata del palazzo sono applicati anche diversi ventagli che richiamano il mondo cinese.

Di fronte alla piazza si trova un altro must cittadino: il mercato de la Bouqueria. Si tratta di un grande mercato alimentare coperto. La particolarità del mercato sono le numerosissime bancarelle dove i prodotti sono esposti in modo molto scenografico; la frutta ad esempio è disposta in un modo molto bello creando bellissimi effetti di colore.

Lasciamo il mercato e imbocchiamo una piccola via che sfocia in un’altra piazza molto particolare del quartiere del Barri Gotic.

Il Barri Gotic è un concentrato di edifici medievali del periodo gotico situato pochi isolati a nord-est della Rambla e costituisce il nucleo della vecchia Barcellona. È un insieme di strade buie che si intersecano tra loro collegando diverse piazze. Qui potete trovare numerosi bar e caffè, oltre agli alloggi più economici della città. Le strette viuzze ci portano a Plaça Sant Jaume, centro della vita civica cittadina. Infatti, in questa piazza sorgono proprio uno di fronte all’altro i palazzi sede del Governo Regionale della Catalogna e il Municipio di Barcellona. Entrambi vantano interni molto belli, ma l’accesso è vietato ai turisti.

La nostra passeggiata prosegue poi fra i bellissimi vicoli del Barri Gotic, sino ad arrivare nuovamente alla Cattedrale. Sono le ore 17.00 e da questo momento l’ingresso è gratuito (bravo Giovanni…, abbiamo risparmiato 8 euro). Già dall’esterno la cattedrale si presenta molto bella, anche se la maggior parte della sua facciata esterna è coperta da lavori di ristrutturazione.

La Cattedrale de la Santa Creu e’ un chiaro esempio del Gotico Catalano..

L’esterno è animato da guglie e torri e l’interno a tre navate di impianto solenne è ricco di sculture e pale d’altare devozionali gotiche e rinascimentali, collocate nelle ventotto cappelle laterali. Tra queste vi è quella del Santissimo Sacramento con il crocifisso del Cristo di Lepanto che si dice abbia protetto la flotta spagnola nella celebre battaglia.

Meritano una visita anche il Coro ligneo e la cripta con il sarcofago in alabastro di Santa Eulalia. Terminata la visita dell’interno, ci siamo spostati nell’antico chiostro, caratterizzato da una grande fontana in cui stranazzano 13 oche che sembra richiamino l’età del martiriodi Santa Eulalia.

Usciti dalla Cattedrale facciamo una breve sosta in un locale molto carino, posto in uno dei vicoli circostanti. Si tratta di una focacceria “ Buenas Migas” (per informazioni vedere il sito internet www.Buenasmigas.Com) dove per 2,10 euro prendiamo due caffè discreti.

Sulla via del ritorno verso il nostro hotel, da lontano vediamo uno strano tetto colorato e decidiamo di avvicinarci. Si tratta del mercato di Santa Caterina, vecchio mercato ortofrutticolo ora ricostruito in chiave moderna con un tetto ondulato fatto di legno e ceramica colorata.

Alle 18,00 arriviamo in hotel e, dopo una pausa ristoratrice, riusciamo alla ricerca di un posto per la cena. Appena usciti facciamo subito la prima scoperta: la maggior parte dei ristoranti non apre prima delle 20,30.

La nostra scelta cade sul ristorante “Les Quinze Nits”, in Plaça Reial la bella piazza a pochi passi dalle Ramblas. Abbiamo scelto questo ristorante grazie alla lettura di alcuni diari di viaggio in internet letti prima della nostra partenza. Visto l’orario posticipato dell’apertura, passeggiamo un poco lungo la Rambla per arrivare all’orario di apertura. Giunti nella piazza eccoci ad una nuova sorpresa: fuori dal locale si era formata una lunghissima coda di avventori del ristorante, mentre tutti i ristoranti vicini erano abbastanza vuoti.

Sorpresi da questa strana cosa, mai capitataci in Italia, abbiamo deciso di accodarci e di aspettare il nostro turno preoccupati di non trovare posto.

Dopo una decina di minuti di attesa, ecco finalmente il nostro turno. Entrati nel locale possiamo scegliere il nostro tavolo. Il locale già di primo acchito è molto bello tutto incentrato sui toni del bianco e del rosso, con luci soffuse, ma non troppo. Il locale è diviso in diverse sale disposte su due piani e noi abbiamo optato per il secondo piano. L’ambiente è abbastanza elegante, ma sobrio ed il personale è veramente molto gentile. I tavoli sono abbastanza ampi anche se non troppo distanziati fra di loro. Il menù è veramente molto vasto con un’ampia scelta di antipasti, primi e secondi piatti.

Noi optiamo per un menù a base di piatti catalani e prendiamo 2 antipasti ( 1 porzione di prosciutto crudo Serrano ed 1 di crocchette di formaggio), 2 paella alla catalana mista accompagnate da acqua e vino bianco. Le porzioni abbondanti ci riempiono, ma non riusciamo a rinunciare alla crema catalana veramente superba.

Il costo di questa cena: 33,18 euro per due persone.

Dopo una passeggiata digestiva lungo La Rambla, ritorniamo in hotel.

2 febbraio Nuova giornata in terra catalana, interamente dedicata alla scoperta del geniale architetto Antoni Gaudì.

Usciamo dal nostro hotel e, per la colazione, scegliamo la catena americana Starbucks, già sperimentata in Canada. A differenza del Canada però la colazione ci appare un poco costosa, perchè per due tè e due muffins al cioccolato spendiamo 7 euro.

Lasciato lo Sturbucks (nel nostro caso in Rambla de Catalunya, ma ce ne sono diversi disseminati in città), prendiamo Passeig de Gracia, un enorme viale alberato su cui sorgono alcune opere di Gaudì.

Dopo aver ammirato i bellissimi esterni di Casa Amatller, uno degli esempi del modernismo a Barcellona. Nonostante la Lonely dica che è possibile visitarne parte degli interni, in realtà il palazzo è visibile solo esternamente. Pochi passi ed eccoci di fronte ad una delle meraviglie di Gaudì: Casa Batllò, situata al numero 43 di Passeig de Gracia.

Già dall’esterno la casa appare in tutta la sua bellezza e particolarità e mostra la genialità di Gaudì, eccentrico architetto spagnolo appartenente al Modernismo.

Molto è scritto e si dice su questo strano edificio, chiamato da molti anche Casa dos Ossos (Casa delle Ossa), perchè molte delle decorazioni esterne richiamano proprio la forma delle ossa. Sono molte le interpretazioni date su questa facciata, ma sembra che la più frequente ed attendibile sia quella legata alla leggenda di Sant Jordi, San Giorgio. Si tratta di un cavaliere che uccise un drago: la sua sinuosa siluette sembra rappresentare il dorso del drago; la torre sarebbe la spada che lo trafigge; le tegole, le squame; i colori della facciata, il lago e le vetrate del piano nobile, le ossa degli sfortunati uccisi dal drago.

Dopo aver osservato l’esterno decidiamo di entrare nella casa nonostante il prezzo abbastanza elevato (a partire da 10 euro per persona), ma convinti del fatto di esserene completamente ripagati visti gli entusiastici commenti letti prima della partenza. Dal 2002 la casa, appartenente alla famiglia barcellonase dei Chupa-Chups, i famosi lecca lecca, è aperta al pubblico.

La casa è aperta tutti i giorni dalle ore 09.00 alle ore 20.00 ed esistono diverse tipologie di visita a prezzi differenti. Noi abbiamo optato per la visita completa che prevede la visita del primo piano del palazzo, della scala sino ad arrivare al tetto. Costo della visita è di 16 euro per persona, compresa audioguida, anche in italiano, in cui vengono descritti in modo molto accurato ed interessante tutti i particolari della casa.

La ristrutturazione dell’edificio, appartenente a Josep Batllò, fu affidata a Gaudì nel 1904. L’edificio si presentava come un lotto lungo e stretto a pianta rettangolare e questo entusiasmò moltissimo l’artista perchè questo rappresentava una sfida alle leggi architettoniche, che l’artista catalano amava infrangere, ritenendole un ostacolo alla creatività. Dopo il lavoro di Gaudì la casa appare notevolmente cambiata. Filo conduttore della casa è il forte richiamo al mondo del mare e dell’acqua che si ritrova nelle linee irregolari e nelle tonalità dei colori. Altra particolarità di casa Batllò è l’esclusiva presenza di linee curvilinee, dovute al fatto che l’architetto spagnolo odiava tutto quanto fosse regolare e retto e ciò si può notare in qualsiasi particolare della casa: porte, maniglie, muri, scale tutto presenta una forma curvilinea.

Appena superato l’ingresso si ritira l’audioguida e si inizia la scoperta dello strano edificio con il primo piano, considerato il “piano nobile”, perchè questo piano negli stabili cittadini è sempre stato considerato il più importante e rappresentativo.

Bellissimo e particolare è il salone principale affaciiato direttamente su Passeig de Graçia, dove tutto è circolare. Infatti, porte, vetrate colorate e muri hanno forma curvilenea ben studiata da Gaudì durante tutto il lavoro del restauro. La visita prosegue poi nelle diverse stanze dove l’audioguida sottolinea la particolarità e le finezze di ciascun ambiente sino ad arrivare alla terrazza che permette di ammirare la facciata posteriore del palazzo.

Qui termina la prima parte della visita. Avendo optato per il biglietto completo la nostra visita prosegue attraverso la “scala condominiale”. Si tratta di una enorme scala che dal piano nobile conduce sino al tetto del palazzo passando per due piani ora adibiti ad uffici. Ma anche nella scala Guadì ha espresso la sua genialità. Anche qui il richiamo al mondo marino è preponderante grazie alle tonalità di colore ed alle forme ondulate delle finestre e della grande scala.

Per creare un buon gioco di luce, l’architetto ha optato per una grande vetrata all’apice della scala, oltre ad un gioco di forme delle finestre e di colore delle piastrelle. Scendendo verso il basso, infatti le diverse finestre aumentano di dimensione e le piastrelle colorate da blu assumono tonalità sempre più chiare sino ad arrivare ad un azzurro molto chiaro. Questo perchè in alto la luce è maggiore, mentre scendendo verso il basso sono necessarie finestre più grandi e colori più tenui.

Molto bello anche il terrazzo posizionato sul tetto che permette di ammirare il panorama della città e lo stranissimo tetto peculiarità della casa.

Dopo circa due ore e mezzo, appagati per quanto abbiamo visto lasciamo Casa Batllò per dirigerci verso La Pedreira, altro edificio modernista costruito dal geniale Gaudì.

Questa casa si trova ad una decina di minuti a piedi da Casa Batllò sull’angolo fra Passeig de Graçia e Carrer de Provença, anche se l’ingresso per le visite turistiche si trova al numero 265 della precedente. Casa Milà, meglio conosciuta come Pedreira, fu costruita fra il 1906 ed il 1910 e può essere considerato l’ultimo progetto civile dell’architetto spagnolo. Osservandola già dall’esterno il palazzo non è spettacolare come Casa Batllò, ma comunque stupefacente. Appare come un blocco monolitico con la facciata in pietra (da qui il nome Pedreira) che segue il profilo della strada fino ad assumere una forma arrotondata. La facciata è arricchita da archi, mosaici e terrazzi decorati da balaustre in ferro battuto. Ovviamente anche qui l’ingresso è a pagamento, 8 euro per persona.

Superato l’ingresso ci si trova in uno dei due cortili interni (l’altro si trova all’uscita) che non sono di forma rettangolare, ma ovale con le pareti che dal basso salgono verso l’alto allargandosi in modo da aumentare la luce.

Come nella precedente dimora, anche nella Pedreira Gaudì elimina ogni forma regolare e tutto è tondeggiante e strano. Anche la colorazione dell’intonaco è particolare con tonalità violacee.

Una volta depositati lo zaino, armati di tutta la nostra tecnologia digitale (macchina fotografica e videocamera), seguiamo i percorsi indicati dalle diverse hostess e giungiamo nel sottotetto dove è possibile visitare una mostra interattiva dedicata all’architetto in cui vengono spiegate tutte le sue opere ed il suo stile. Terminata la mostra si sale sul tetto, elemento più originale di tutta la casa, a mio parere. Il tetto è interamente percorribile (in questo periodo è in corso un lavoro di ristrutturazione che vieta l’accesso ad alcune piccole aree) attraverso scale e gradini che permettono di spaziare sui tetti cittadini sino ad ammirare la silhouette della Sagrada Familia, altra spettacolare opera di Gaudì.

Ma la cosa più particolare del tetto sono le bellissime torrette ed i comignoli con testa che assomiglia all’elmo di un guerriero, tanto fotografate da tutti i turisti.

Terminata la visita del tetto si scende al primo piano per visitare “El Pis de la Pedrera”, l’appartamento appartenuto ad una benestante famiglia di inizio Novecento. Tutto è minuziosamente arredato secondo i dettami dell’epoca.

La visita si conclude nel piano inferiore dove si trova un negozio di gadget ispirati alle opere di Gaudì.

Ripreso il nostro zaino, riusciamo dalla Pedreira per dirigerci verso l’opera più nota e fotografata di Barcellona, la Sagrada Familia.

Per raggiungere la Sagrada Familia utilizziamo la metropolitana. Prima della partenza abbiamo letto molto circa i diversi ticket per muoversi in città. Sono diverse le proposte che si possono trovare con offerte e pacchetti differenti. Vista la facilità di muoversi a piedi noi optiamo per un pacchetto molto semplice: il T-Target 10. Si tratta di un pacchetto molto semplice che comprende 10 biglietti al costo di 6,60 euro ( 1 biglietto costa 1,20 euro).

E’ considerata uno dei simboli di Barcellona, quella a cui Gaudì ha dedicato l’ultima parte della sua vita, e in cui ha voluto esprimere tutta la sua arte. Infatti, all’apertura dei cantieri della chiesa (1883) Gaudì vi installò il suo studio e vi si stabilì. Dopo la sua morte nel 1926, avvenuta sotto un tram proprio mentre si recava al cantiere, i lavori continuarono, ma dovettero interrompersi durante la Guerra Civile Spagnola. La costruzione riprese nel 1952, sotto la guida di un altro architetto, che cambiò il progetto originale, andato perso a causa di un bombardamento durante la guerra civile. Gli aspetti che colpiscono di più sono le sue torri affusolate. È stato previsto un totale di 18 alte torri rappresentanti in ordine ascendente di altezza: i 12 apostoli, i 4 evangelisti, la Vergine Maria e, la più alta di tutte, Gesù Cristo. Le torri degli evangelisti saranno sormontate da sculture dei loro simboli tradizionali: un uomo, un toro, un aquila ed un leone. La torre centrale del Cristo sarà, invece, sormontata da una croce gigante: l’altezza totale delle torri sarà inferiore di un metro a quella del Montjuïc, poiché Gaudí credeva che il suo lavoro non dovesse sorpassare quello di Dio. Le torri più basse sono sormontate da grappoli d’uva colorati, che rappresentano il frutto spirituale.

Gaudì aveva previsto la realizzazione di tre facciate, dedicate rispettivamente alla Nascita, Crocifissione e Resurrezione di Gesù.

Oggi la Sagrada Familia è formata da due facciate (Natività e Crocifissione), dai fianchi, parte dell’abside e del transetto sinistro; il tetto, invece, manca completamente (il completamento è previsto per il 2007). L’unica facciata terminata da Gaudì è quella della Natività, decorata da gruppi scultorei raffiguranti la nascita di Gesù, e da elementi naturalistici. Gaudì infatti riproduce piante, fiori, nuvole e stalattiti di ghiaccio sulla pietra. La facciata della Crocifissione o della Passione, inaugurata nel 2000, è stata realizzata dall’architetto Subirachs, che ha saputo sintetizzare le proprie idee e quelle di Gaudì, adottando, però, uno stile più moderno e meno imponente. Quest’ultima colpisce in modo particolare per i suoi personaggi sottili, emaciati, tormentati, compresa la figura del Cristo sul crocifisso.

Elemento comune della deocorazione sia delle torri che delle facciate sono le parole della liturgia. Le torri sono decorate con parole come “Osanna”, “Excelsis”, e “Sanctus”; la grande porta della facciata della Passione riproduce parole della Bibbia in svariati linguaggi, compreso il Catalano ed, infine, la facciata della Gloria è previsto che sarà decorata con parole tratte dal credo degli apostoli.

La costruzione avanza a ritmi lentissimi a causa dei costi elevati, in quanto viene realizzata unicamente grazie alle offerte dei fedeli. Per questo motivo bisognerà attendere almeno mezzo secolo prima di vedere la Sagrada Familia completata. Attualmente sono in costruzione le navate centrali, caratterizzate da colonne che ricordano enormi alberi e un soffitto che sembra composto da giganteschi girasoli, e il transetto, compreso il coro e il rosone che gli darà luce. Con il completamento di queste parti, si procederà alla costruzione della cupola centrale Oggi il cantiere è diventato un’attrazione turistica, grazie alle alte torri, dalle quali si può godere un’ottima vista di Barcellona, e grazie al museo posto vicino al cantiere, dove vengono mostrate ai visitatori le varie fasi della costruzione dalla chiesa.

È possibile visitare la Sagrada Familia ad un costo di 8 euro per persona che permette di visitare un piccolo museo dedicato ai lavori di progettazione del grande tempio e di salire sulle torri per ammirare la Chiesa e la città circostante.

Noi, visti i miei problemi con l’altezza, abbiamo preferito non entrare.

Terminata la nostra visita e visto l’orario decidiamo di cecare un posto per pranzare. La zona non è ricchissima di locali per cui optiamo per un panificio che svolge anche una funzione di bar “ La Boulangerie”. Con 8 euro mangiamo 2 panini, 2 bottigliette di acqua e due pain au chocolat davvero buonissimi.

Terminato il pranzo ci dirigiamo verso la nostra nuova meta sempre dedicata al geniale Gaudì: il Parc Guell. Raggiungiamo la zona con la metro (fermata Lessep), ma per raggiungere l’ingresso del parco dobbiamo percorrere a piedi circa 1 chilometro guidati da ottime segnalazioni. Quest’opera iniziata nel 1903 fu l’ennesimo progetto che Gaudì realizzò per il suo mecenate e che insieme i due concepirono non come un parco o un giardino pubblico , ma come una città giardino, un sobborgo cittadino destinato a cambiare il modo di concepire la vita nei centri abitati integrando le case con la vegetazione e gli ambienti naturali del luogo.

Purtroppo però gli abitanti di Barcellona non accolsero con molto entusiasmo l’idea di Güell tanto che solo 2 dei 60 lotti realizzati furono acquistati e così il progetto fallì miseramente Per il parco Güell acquistò la Muntanya Pelada, situata a nord ovest di Barcellona, una zona caratterizzata da pendii accentuati, assenza di fonti d’acqua e da un terreno sassoso e arido, superficie inutilizzabile per la realizzazione di un centro cittadino e di zone verdi. Ma Gaudì non curandosi di questo procedé senza esitazione nella progettazione del Parco utilizzando questi aspetti negativi a suo favore. In una delle due case già costruite si trasferì Gaudì e ci rimase fino a quando si trasferì definitivamente nel cantiere della Sagrada Familia. I lavori interrotti nel 1914 ripresero nel 1922 quando la città e il comune di Barcellona decisero di destinare l’area di Park Güell a parco pubblico e di affidarne il completamento allo stesso Gaudì. Nell’area destinata ai 60 lotti non fu costruito pressoché nulla e questa rimase allo stato naturale selvaggio, mentre le parti dedicate al tempo libero, costruite, divennero un capolavoro. Per le mura di cinta si limitò semplicemente a seguire il profilo sinuoso dei molteplici cambi di pendenza della montagna creando un profilo ondulato della struttura. Inoltre Gaudì ricoprì tutto il muro con frammenti di ceramica rossi e bianchi che oltre ad avere la funzione di decorazione, ebbero quella di impermeabilizzazione e di rafforzamento della funzione protettiva del muro nei confronti di intrusi. L’entrata principale è incorniciata da due edifici simili a due casette delle fiabe. Le loro pareti irregolari sono realizzate con lo stesso materiale del muro di cinta e culminano in un tetto altrettanto irregolare e ondoso ricoperto da frammenti policromi di ceramica. Tutto è perfettamente integrato nel paesaggio fatta eccezione per una torretta che apparentemente con la sua bicromia blu e bianca sembra completamente isolata dal resto. Senza una funzione precisa il verticalismo della torretta deve essere perciò osservato da fuori l’entrata del Parco e così gli insoliti colori assumono un significato: il colore azzurro del cielo e il bianco della nuvole in movimento. Appena entrati ci si trova davanti a una grande scalinata che porta a una vasta sala ipostila realizzata come un tempio classico greco. Tributo a Güell grande estimatore dell’arte classica ellenica, la sala ipostila è costituita da 86 enormi colonne doriche che sorreggono un soffitto ondulato ricoperto ancora una volta da molteplici frammenti di ceramica policromi. A guardia dell’entrata della sala due draghi, simboli di Barcellona, in realtà, nascondono due enormi cisterne per la raccolta dell’acqua piovana con la quale viene mantenuta la verdeggiante vegetazione del Parco.

Alla base della scalinata si trova un’altro dei simboli cittadini: la salamandra. Si tratta di una salamandra ovviamente molto colorata che è posta all’interno di una fontana e che è uno dei simboli più fotografati di tutto il parco.

Ancora una volta, come era già accaduto per il muro di cinta, gli elementi decorativi del parco hanno una doppia funzione nascosta dietro al semplice aspetto estetico-decorativo e la sala ipostila non è certo da meno.

Infatti le colonne supportano il tetto che non è solo un tetto e completano una struttura completamente diversa dalle apparenze. La terrazza soprastante orlata da un sinuoso e interminabile sedile, infatti è punto centrale del parco e non è altro che la “piazza mercato”, concepita come luogo d’incontro per tutti gli abitanti del borgo giardino nonché come luogo di rappresentazioni teatrali e manifestazioni culturali. Il resto del parco invece non è altro che un intreccio infinito di viadotti e viottoli che serpeggiano attraverso la folta vegetazione della montagna. Dal 1984 questo parco è stato inserito nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

Anche noi, come tutti i turisti, non abbiamo potuto non restare affascinati da questo splendido parco. Abbiamo ovviamente fotografato la salamandra, la bellissima sala ipostila con le colonne e le sue decorazione colorate e, sopratutto, il bellissimo terrazzo con la panchina considerata una delle più lunghe del mondo. Da questa panchina si può ammirare la bellezza del panorama cittadino e sopratutto riposarsi e farsi coccolare dal sole.

Ma la visita al parco presuppone anche una passeggiata fra i diversi vialetti che portano a scoprire angoli splendidi del parco dove natura ed architettura si fondono in un tuttuno.

Restiamo al parco per qualche ora approfittando anche della bellissima giornata di sole.

Lasciato il Park Guell con la metro ritorniamo verso il centro per passeggiare lungo la via dello shopping, il Passeig de Gracia, per dedicarci allo shoppinh e alla ricerca di qualche souvenir da portare a casa.

Dopo una breve pausa di relax in hotel usciamo alla ricerca di un posto per la cena. Per immergerci nel clima tipicamente catalano decidiamo di cenare a base di tapas, degli assaggini di vario genere che, essendo serviti in piccole quantità, permettono di provare numerose pietanze del menÚ. Di solito l’usanza è quella di non rimanere a mangiare le tapas in un solo posto, ma si va da un locale all’altro e nel frattempo si ci diverte a parlare o scherzare con gli amici.

Noi abbiamo scelto un locale lungo il Passeig de Gracia, Pinoxto, mi sembra perchè la scelta ci sembrava piuttosto varia. Il locale completamente dedicato al mondo dei toreri è disposto su due piani ed interamente arredato in legno. È possibile degustare le tapas al bancone del bar oppure seduti comodamente ai tavoli. Noi abbiamo optato per la sceconda opzione e ci siamo accomodati al secondo piano. La scelta delle tapas è veramente molto ampia: circa 50 tipi calde o fredde, vegetariane, a base di carne oppure di pesce. Il menù si trova su una tovaglietta di carta dove è possibile vedere le fotografie delle diverse tapas i cui prezzi vanno da 1 a 2 euro. Fra le diverse tapas noi abbiamo scelto la classica tortillas, dei cannelloni, antipasti a base di roquefort o di carne alla griglia. Ad accompagnare il tutto ovviamente dell’ottima sangria.

Il conto finale è stato di 35 euro per 15 tapas, 1 litro di sangria, 1 litro di acqua e due ottime creme catalane.

Terminata la cena lasciamo il ristorante per un tour by night della città che ci porta ad ammirare la Sagrada Familia, Casa Bathlò e la Pedreira (non illuminata, però !!!).

3 febbraio compleanno Moira Nonostante il tempo nuvoloso la nostra voglia di scoprire angoli nuovi non ci scoraggia e, dopo la sveglia, lasciamo il nostro hotel per la ricerca di un luogo per la colazione.

La scelta ricade sulla catena “ Dunkin Donuts” dove prendiamo del tè e le classiche ciambelle americane chiamate donuts (3,10 euro in due).

La meta della giornata è la collina del Montjuic diventata simbolo del risveglio di Barcellona, in quanto vero polmone verde della città in posizione strategica, contemporaneamente vicino al mare e all’interno urbano. Sulla collina del Montujuic si colloca l’anello olimpico, moderno complesso progettato dagli architetti Correa e Milà nel 1992, costituito da impianti sportivi tra cui lo Stadio Olimpico e il Palazzo dello Sport Sant Jordi, il Museo Nacional d’Art de Catalunya ed il Poble Espanyol. È possibile arrivare alla collina in differenti modi fra cui la metro oppure una funicolare che parte dal porto e passa sopra tutta la città. Noi abbiamo scelto la metropolitana sino alla fermata di Plaça d’ Espana. Usciti dalla metro ci troviamo di fronte a questa enorme piazza da cui parte una grande via che porta alla collina dominata dal Museu Nacional d’Art de Catalunya. Per raggiungere l’enorme palazzo costruito negli anni ’20 si percorre una lunga via dove sorgono le famose fontane magiche. Le numerose fontane collocate in modo degradante ai piedi del palazzo sono un’attrazione molto famosa della città. Infatti, nelle sere d’estate si illuminano di luci colorate e offrono ai turisti uno spettacolo con giochi di luci e musica. Noi essendo in inverno non abbiamo avuto il piacere di ammirare questo spettacolo, tra l’altro gratuito.

Grazie ad una serie di scale mobili immerse nel verde siamo arrivati prima di fronte al grande Museo Nacional e poi siamo saliti verso la collina per ammirare dall’esterno l’Anella Olimpica costruita in occasione dei Giochi Olimpici del 1992. La nostra visita prosegue con una passeggiata sulla collina che ci porta ad un altro famosissimo punto di interesse cittadino: il Poble Espanyol. Raggiungere il Poble dall’Anella Olimpica è piuttosto semplice e breve, grazie anche alla segnaletica molto chiara e comprensibile divisa fra percorso pedonale e percorso automobilistico. In circa quindivci minuti ci troviamo di fronte alla biglietteria dell’attrazione. Il Poble Espanyol è un villaggio ricostruito ispirato all’architettura tipica spagnola.

Si tratta di un parco chiuso con accesso a pagamento e con orari di apertura molto lunghi, tanto che nei fine settimana la chiusura è addirittura alle ore 02.00. L’accesso al parco costa 7,50 euro e non ha limite di tempo.

Il Poble Espanyol fu costruito in occasione dell’Esposizione Universale del 1929 per sottolineare la bellezza e la particolarità dell’architettura spagnola ed è composto da una serie di piazzette e strade costeggiate da edifici delle diverse regioni spagnole. Il punto più particolare è sicuramente la Plaça Maior, una enorme piazza circondata da edifici di origine castigliana od aragonese. Nel Poble si trovano anche ricostruzioni di un barrio andaluso, di un quartiere galiziano, di una dimora aragonese e, addirittura, un monastero domenicano.

ciascun edificio al suo interno ospita ristoranti e locali di diverso genere oppure negozi di artigianato tipico.

Siamo rimasti all’interno del Poble per alcune ore e ne abbiamo ammirato con cura ogni angolo ed ogni palazzo. Meritano una visita anche alcuni negozi di artigianato che permettono di acquistare oggetti di diversa origine. Noi, ad esempio, abbiamo acquistato delle ciotole di artigianato galiziano.

Dalle diverse guide e letture abbiamo però visto che questa zona si anima in particolare nelle ore notturne quando diventa il ritrovo per trascorrere una serata in compagnia.

Il Poble, nonostante sia un’attrativa tipicamente turistica, merita una visita per ammirare una buona ricostruzione dell’architettura spagnola.

Visto l’orario abbiamo deciso di pranzare all’interno del Poble, ma l’impresa non è stata facile. Infatti, il Poble presenta una vasta scelta di ristoranti, molti dei quali aperti però solo alla sera. Noi preferivamo però un panino per cui ci siamo dovuti accontentare di un piccolo bar piuttosto fumoso.Infatti abbiamo mangiato due toast, 1 acqua da 0,33 e due crepes per 14 euro.

Terminata la visita alla collina decidiamo di dedicare il pomeriggio al mare visitando la zona del Forum e la Barceloneta.

Per prima raggiungiamo la zona moderna del Forum grazie alla metropolitana che in meno di mezz’ora ci porta alla parte opposta della città. Giungiamo alla zona del Forum nelle prime ore del pomeriggio, quando il cielo nuvoloso del mattino ha lasciato il posto ad un bellissimo cielo azzurro. La zona del Forum è stata progettata in occasione del Forum Universal de las Culturas del 2004 che ha inaugurato un nuovo periodo di gran fervore culturale.

Il forum fu un evento culturale organizzato per dibattere sugli attuali temi di maggiore interesse internazionale, quali la pace nel mondo, la diversità culturale e lo sviluppo sostenibile della città contemporanea. Il progetto aspirava a definire un modello di città in cui fossero applicati i principi del Forum stesso: un modello definito da valori più etici e meno estetici, aperto all’avanguardia e all’innovazione.

Il progetto finale del Forum prevede la realizzazione di un grande piazzale pubblico connesso, attraverso diversi sistemi di rampe e terrazze belvedere, un parco litorale e un nuovo porto sportivo.

Lo spazio d’accesso all’area del Forum è costituito dalla Explanada, una grande piattaforma per le manifestazioni all’aperto, progettata da Lapeña ed Torres Tur. A tutt’oggi la zona è ancora in lavorazione e solo alcuni dei grandi edifici previsti sono stati ultimati fra cui l’Edificio Forum di Herzog & De Meuron. Il progetto di quest’ultimo, un edificio celebrativo e di rappresentanza, definisce un grande volume triangolare rialzato rispetto al piano della Explanada, che crea uno spazio pubblico coperto funzionalmente flessibile e che, al suo interno, ospiterà attrezzature museali dedicate alle culture del mondo, all’arte e al design. Accanto a questo palazzo sorgono anche altri enormi edifici moderni che hanno al loro interno hotel di categorie diverse. Anche noi come altri turisti passeggiamo nella grande spianata cogliendo l’occasione per scattare alcune fotografie ai palazzi di stile moderno e particolare.

Nostra seconda meta del pomeriggio è la Barceloneta. Si tratta di un quartiere di pescatori risalente al XVIII secolo ed ora in via di trasformazione e di riammodernamento. Ora questa zona è ricca di numerosi ristoranti costruiti presso degli ex magazzini del Porto vicino al Museo d’Historia de Catalunya e nei vicoli circostanti. Molto bella è anche la lunghissima passeggiata lungo il mare che abbiamo percorso sino ad arrivare al Casinò della città.

Torniamo con calma in hotel passeggiando anche lungo la Rambla sempre animata da personaggi divertenti e da moltissimi turisti.

Dopo un pò di relax dopo la lunga passeggiata, decidiamo di uscire per festeggiare il mio compleanno e per trascorrere la nostra ultima notte a Barcellona.

Tra i diversi locali decidiamo di ritornare al “Ristorante Quinze Nits” per gustare ancora la paella già provata qualche sera prima. Consumiamo una cena veramente catalana a base di paella catalana, di sangria e, ovviamente, di una buona crema catalana.

Visto l’effetto “devastante” della sangria su di me, dopo una breve passeggiata sulla Rambla, decidiamo di tornare nella nostra stanza.

4 febbraio Ed eccoci arrivati al nostro ultimo giorno di vacanza, non per questo meno intenso rispetto ai precedenti.

Lasciati i bagagli al deposito dell’hotel, usciamo per scoprire nuovi angoli della città visto che il nostro aereo è previsto per le 22,30 a Girona.

Per prima cosa una buona colazione sempre presso la catena Dunkin Donuts sul Passeig de Gracia e poi di nuovo alla scoperta della città. Anche oggi il cielo non è dei migliori, ma non ci scoraggia. Prima meta della mattina è la zona del Raval dove l’attrazione per eccellenza è il MCBA, il Museo di Arte Contemporanea. Noi non essendo molto interessati a questo genere di arte preferiamo osservarlo solo dal fuori e poi proseguire la nostra visita nel quartiere della Ribeira, quartiere assai ricco di attrazioni, fra cui uno dei monumeti più visitato di Barcellona: il Museo di Picasso. Accanto a questo museo si trovano altri museo come il Museo dell’Arte Precolombiana ed il Museo degli Indumenti. Proseguiamo la nostra passeggiata sino alla Chiesa de Santa Maria del Mar. Si tratta di una delle più belle chiese cittadine eretta nel XIV secolo e poi modificata nel corso degli anni in seguito ad alcuni rimaneggiamenti.

Anche la zona attorno alla chiesa è molto bella e particolare e piena di negozietti e locali di diverso genere. Molto particolare anche il negozio Kukuxumusu, un negozio con stranissimi e divertentissimi gadget come per esempio una maglietta con disegnato un batman inseguito da dei pipistrelli (www.Kukuxumusu.Com).

Prima di entrare nel museo Picasso, decidiamo di andare ad ammiarare il Palau de la Musica Catalana. Si tratta di una sala da concerto edificata secondo lo stile modernista e dichiarata Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco. Il palazzo costruito per opera di Montaner fra il 1905 ed il 1908 per celebrare il rinascimento catalano ha subito nel corso degli anni arricchimenti e restauri. Molto bella è sopratutto la facciata principale con i diversi mosaici, le colonne con i capitelli rivestiti di fiori. È possibile accedere anche nel foyer del teatro per ammirare la sala decorata e colorata. Qui è, poi, possibile acquistare il biglietto per la visita guidata al Palau al costo di 8 euro per una visita di un’ora e mezzo. Dopo le solite fotografie ritorniamo verso il Museo di Picasso, anche se piuttosto scettici. Infatti, la nostra guida sottolinea che dopo la Sagrada Familia, questo museo è il secondo monumento più visitato della città. Abbastanza titubanti entriamo in questo museo interamente dedicato all’artista e contenuto all’nterno di ben cinque palazzi. L’ingresso costa 6 euro è non è una collezione generale delle opere dell’artista, bensì dedicata ai primi anni della formazione dell’artista e ad alcuni periodi specifici della sua vita.

La collezione comprende circa 3500 opere dello stravagante artista spagnolo in parte donate personalmente da lui stesso.

La visita inizia con una collezione di schizzi e dipinti ad olio del primo periodo di Picasso compreso fra il 1893 ed il 1895 e comprendente in particolare ritratti del padre ed autoritratti dell’artista stesso.

Saliti al secondo piano si trova il “vero” Picasso con i diversi cambiamenti di stile. Picasso abbandona la pittura classica appresa all’Accademia e la sua pittura cambia anche grazie al suo primo viaggio a Parigi. In questa area notiamo accanto a quadri dedicati alla città, anche alcuni schizzi preparatori di cui alcuni anche molto ironici.

Ma la parte che a noi è piaciuta moltissimo è quella dedicata al periodo in cui l’artista rivede alcuni classici dell’arte secondo il suo stile. L’artista da cui Picasso era maggiormente attratto è, sicuramente, lo spagnolo Velasquez ed, in particolare, la sua opera Las Meninas. Si tratta di un’opera conservata al Museo del Prado di Madrid in cui Velasquez ritrae il re spagnolo Filippo IV insieme alla sua famoiglia ed alle persone a loro più vicine e fra loro anche lo stesso Velasquez mentre dipinge il quadro.

Picasso, dopo diversi lavori preparatori conservati sempre nello stesso museo, reinterpreta quest’opera nel 1957 ovviamente con il proprio stile personale come se osservasse la scena attraverso un prisma. Il quadro può essere considerato come una rielaborazione di tutti gli stili artistici e le fasi attraversate da Picasso sino a quel momento. Il quadro in bianco e nero è veramente moltp bello e particolare e, secondo me, vale da solo la visita al museo.

E’ possibile visitare anche una area dedicata al periodo dedicato alle ceramiche in cui Picasso ha espresso la propria vena artistica in piatti e vasellame.

Al piano inferiore del museo è possibile trovare, come del resto in qualsiasi museo, uno shop in cui acquistare libri ed oggetti ispirati allo stile del geniale artista.

Sono le tredici quando lasciamo il museo e per pranzo decidiamo di mangiare una pizza nella catena Pizza Hut, già collaudata in viaggi precedenti. A differenza di altri posti il ritmo del servizio è piuttosto lento e ci vogliono circa due ore per mangiare una pizza “margherita medium panpizza doppia mozzarella”.

Le ultime ore del pomeriggio le trascorriamo passeggiando lungo la Rambla sino ad arrivare al Centro Commerciale Maremagnum dove ci gustiamo un ultimo tè.

Ritorniamo verso il nostro hotel per riprendere i bagagli e poi ci dirigiamo verso la Estacio du Nord, la stazione di partenza dell’autobus per Girona. Gli autobus per l’aereoporto, in collaborazione con Ryanair, partono ogni ora e noi riusciamo a prendere quello delle 18,30. Dopo circa un’ora di viaggio giungiamo all’aereoporto dove mangiamo qualcosa in uno dei bar.

Il nostro volo che ci riporta a Bergamo è previsto per le 22,25, ma partiamo addirittura in anticipo.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche