Creta: un’isola tutta da scoprire, tra storia e spiagge rosa, con un mare paradisiaco e a basso costo

Scritto da: Viviaggia
creta: un'isola tutta da scoprire, tra storia e spiagge rosa, con un mare paradisiaco e a basso costo

Abbiamo girato Creta in auto, iniziando dal Palazzo di Cnosso (meta imperdibile, un pezzo di storia millenaria) e fermandoci per la notte a Heraklion (Candia). Ci siamo poi spostate a Rethymno, ridente cittadina affacciata sul mare e nota per il porto veneziano, fino a raggiungere Kissamos (base di partenza per le spiagge più belle), dopo un breve bagno a Kalami. A questo punto è iniziata la vacanza di mare: dalla meravigliosa laguna di Balos all’indimenticabile sabbia rosa di Elafonissi, per finire con un tramonto a Phalasarna (Falassarna).

Andare a Creta

L’idea di partire per Creta è nata per caso, in una sera invernale passata tra amiche sognando le vacanze estive. Il prezzo del volo diretto, in piena alta stagione, ci ha convinte a partire senza neanche chiederci cosa ci avremmo trovato. In fondo la Grecia è una garanzia: il mare è bello, le coste ampie e spaziose, i prezzi (finora) abbordabili. E così è deciso: 4 giorni a Creta. Quando viaggio sfrutto le energie conosciute e anche quelle sconosciute per poter vedere più cose possibile, questo ormai è chiaro. Non sono sicura che le mie amiche abbiano scelto di fare lo stesso, ma so che alla fine hanno apprezzato l’aver visto così tante cose in poco tempo.

Partiamo da una premessa: Creta non è un’isoletta, tanto che ha addirittura due aeroporti, collocati a distanza di oltre due ore di auto l’uno dall’altro. Questo dovrebbe spingere gli esseri pensanti a concentrarsi sulla visita della zona più vicina all’atterraggio, riservando magari a un altro viaggio l’esplorazione della parte restante. Noi però abbiamo viaggiato con entusiasmo, quasi fossimo ventenni che hanno finito un semestre di studi, e quindi abbiamo girato da ovest a est e da nord a sud.

Il nostro volo atterrava a Chania (a ovest, diverso da quello di La Canea, che è più a est), quindi più vicino ai luoghi più belli dell’isola (Balos in primis). Però per noi che portiamo nel cuore gli studi classici non è possibile progettare una vacanza in Grecia senza aggiungerci una parte culturale, soprattutto se sull’isola c’è il Palazzo di Cnosso.

E così, atterrate a Chania e ritirata l’auto, ci siamo dirette nella direzione opposta dell’isola, a Heraklion (dove ci sarebbe stato l’altro aeroporto, che purtroppo non ha voli diretti per la nostra base di partenza).

Una digressione sul noleggio auto

Sul ritiro dell’auto mi preme fare una digressione, perché per l’ennesima volta mi sono trovata davanti a persone che hanno prenotato l’auto senza avere la carta di credito. Forse dirò una cosa banale, visto che su tutti i siti è precisato, ma se noleggiate un veicolo dovete avere una carta di credito, non una prepagata o un bancomat, ma proprio una carta di credito, con il nome che coincide con quello del conducente. Senza carta di credito non vi daranno nessuna auto, neppure se piangete in turco, minacciate azioni legali (che perdereste) o avete già pagato interamente il noleggio, magari proprio con quella prepagata che ora vi diranno non essere sufficiente.

Mi raccomando, perché ritrovarsi a Creta senza un’auto o un motorino vuol dire rovinarsi la vacanza. Anche se, c’è da dire, in Grecia (e anche a Creta) c’è un incredibilmente ricco mercato di autonoleggi locali che talvolta si accontentano di carte di debito e prepagate. Le trovate sparse nei paesini, ma dovete informarvi prima.

Noi abbiamo noleggiato con carta di credito con Europcar (l’unica a non avere il banco direttamente in aeroporto) e abbiamo impiegato un’ora per farci dare l’auto, visto il tempo speso a rifiutare con insistenza gli extra che la tizia voleva venderci a tutti i costi e fare le foto alle ammaccature non segnalate. Non ve la consiglio, come compagnia, a Creta, anche perché ci hanno piazzato una clausola per cui in caso di sabbia o residui di cibo avremmo dovuto pagare anche il lavaggio.

Verso il Palazzo di Cnosso: Heraklio (Iraklio o Canea)

Chiusa la parentesi sull’autonoleggio, torniamo al nostro itinerario. Devastate dalla contrattazione con la tizia irritante dell’autonoleggio, ci siamo dirette verso Heraklion, affrontando con fiducia le due ore di auto sotto un sole degno delle migliori estati infuocate degli ultimi tempi. La sorpresa qui è negli autovelox, che sono autentiche trappole per far soldi: all’improvviso compare un preavviso di autovelox, poi un segnale che riduce a 60 km/h il limite di velocità e subito dopo, nascosta dietro un segnale o un albero, la nostra macchinetta con fototrappola. Google Maps li segnala con precisione, per cui voi rallentate anche se non lo vedete (li nascondono proprio per non farveli vedere).

Altra particolarità della guida a Creta: le strade a una sola corsia per senso di marcia hanno una corsia di emergenza ampia, su cui si collocano le auto che vogliono essere superate. Le corsie di emergenza, che costituiscono quasi una seconda corsia, nascondono un inganno: scompaiono senza preavviso, per cui chi le percorre vi si piazza davanti senza altra alternativa che un frontale contro la montagna. Vi consiglio quindi di stare attenti ai sorpassi, soprattutto in curva o sui dossi, se volete restituire integra l’auto a noleggio alla tizia irritante (che a quel punto vi ricorderebbe senza dubbio dell’assicurazione extra proposta).

Dribblati autovelox e corsie di emergenza, arriviamo a Heraklion. La città è abbastanza grande, con un centro storico ben concentrato pieno di ristoranti, localini e negozietti.

La guida vi segnalerà dei luoghi “da visitare”, come la Fontana dei leoni e via XXV Agosto, la loggia e il porto veneziani e cose del genere. Se vi aspettate luoghi d’interesse storico, resterete delusi. Però la passeggiata in centro fatela lo stesso. Da non perdere, invece, il museo archeologico, che contiene pezzi originali del Palazzo di Cnosso e vi consentirà di esplorare un pezzo di storia a due passi dal mare.

Al nostro arrivo siamo andate dritte in spiaggia, dove un vento impetuoso annunciava alle nostre orecchie sorde che ci avrebbe accompagnate per tutta la vacanza. Non gli abbiamo dato retta e abbiamo goduto della Alfa (birra locale) a 4 euro con accompagnamento di olive locali, mentre davanti a noi il mare aggrediva la spiaggia ed Eolo ci proteggeva dai 45°C (percepiti 30°C, il vento era fresco e forte).

La sera abbiamo percorso a piedi il lungomare e siamo arrivate in uno dei ristoranti migliori mai incontrati in viaggio, dove vi consiglio assolutamente di andare (prenotando con anticipo): il Peskesi.

Il sito non rende affatto giustizia a questo luogo, se non fosse per il richiamo alla fattoria da cui vengono tutti i prodotti che vi saranno serviti. Il ristorante è fatto di stanze e giardinetti arredati con attenzione al dettaglio, con molti richiami al vintage, con muri in pietra che rendono l’atmosfera accogliente. Il servizio è ottimo, ma è il cibo a farla da padrone, per qualità e varietà. Vi dico solo che siamo un gruppo difficile (una vegetariana, una celiaca fortemente intollerante al lattosio, una che detesta cipolla e aglio neanche fosse un vampiro, un’altra semplicemente con il palato fine che pretende cibo di qualità) e siamo comunque state tutte accontentate. Per i vegetariani le alternative erano moltissime, mentre per le intolleranze sono stati rivisitati i piatti togliendo gli ingredienti molesti.

A fine pasto, un dolce greco (semolino caldo che abbiamo lasciato) e un grappino locale alla rosa che abbiamo amato tanto da chiedere di comprarlo.

Alla fine, per una cena a base di antipasto, secondo, contorno, dolce, vino e acqua, abbiamo speso 25 euro a testa, in un contesto che in Italia avrebbe richiesto una spesa almeno doppia. Quindi andateci assolutamente.

Il Palazzo di Cnosso (vale il viaggio)

Il giorno dopo ci svegliamo presto per essere le prime all’apertura del Palazzo di Cnosso (di cui abbiamo comprato i biglietti online in anticipo, con audioguida inclusa, per evitare le code alla cassa). All’arrivo in effetti gli ampi parcheggi per i bus che portano grupponi di turisti erano ancora vuoti, ma a noi non piace avere le giornate lineari… e quindi, avendo visto che eravamo effettivamente tra le prime, una mia amica ha deciso di sbattere con forza lo stinco contro un supporto in metallo, di cadere a terra e di avvertire un dolore ai limiti dello svenimento. Dopo un paio di sacchetti di ghiaccio e un intervento non proprio utile dei paramedici, quando anche le comitive di giapponesi erano entrate, abbiamo deciso che era giunto il momento di usare il biglietto comprato prima per saltare la coda (che è stato comunque provvidenziale alle 9:30, quando la coda si era realmente formata, mentre all’apertura non sarebbe servito).

Il consiglio è di arrivare all’apertura o alla chiusura (un’ora e mezzo prima), per avere meno caldo e trovare meno gente, anche perché all’ingresso nelle stanze del palazzo si forma la fila.

Il Palazzo di Cnosso, pur essendo per la maggior parte una ricostruzione postuma e un insieme di pietre destinate alla ricostruzione ideale nella mente del visitatore, è assolutamente da vedere, soprattutto per chi ha studiato la storia e la mitologia greche. Starete camminando in una storia millenaria, nel luogo in cui tanto di ciò che abbiamo oggi ha avuto origine. E se una storia millenaria non vi sembra straordinaria, pensate agli Inca, che sono arrivati millenni dopo i greci e godono comunque di meritata fama, avendo creato una delle 7 meraviglie del mondo moderno (Machu Picchu, in Perù). Pensate che i greci sono stati in grado di progettare canali di irrigazione, palazzi, statue, strade, millenni prima che ci arrivassero altri popoli. Per non parlare della filosofia e della matematica. Io ho un senso di vertigine quando penso a ciò che uomini vissuti secoli e secoli prima di me sono riusciti a inventare, mentre io non so raggiungere un luogo senza le indicazioni di Google Maps (ma per le vertigini vere, andate a vedere l’Acropoli di Atene: lì lo svenimento è garantito).

La visita al Palazzo richiede circa un’ora e mezzo. L’audioguida o una guida locale sono fortemente consigliate, perché del Palazzo a senso non si comprende granché.

Le ricostruzioni sono fedeli e rendono bene l’idea di ciò che doveva essere. Solo una precisazione: sembra che gli uomini di Micene non fossero muscolosi, alti e capelluti come quelli riprodotti nei quadri e negli affreschi (questo vi farà sentire più umani). Altra precisazione: sembra che le donne di Micene non andassero in giro col seno al vento e con in mano due serpenti (qui vi tocca ascoltare l’audioguida per sapere di cosa parlo).

Il Palazzo è famoso per i miti che vi sono associati (quello di Minosse e del labirinto costruito da Dedalo e quello di Teseo e il Minotauro). Leggeteli anche se non siete appassionati di studi classici: la mitologia (quella di Pollon combinaguai, tanto per rendervela più vicina a noi) è accattivante per tutti.

Una chicca: di fronte al Palazzo c’è un negozio di stoffe e artigianato che vende cose bellissime e di qualità a prezzi modici. Se dovete fare dei regali, a voi stessi o a qualcun altro, approfittatene: non i soliti souvenir.

Rotolando verso ovest: Rethymno (Retimo)

Finito il momento culturale, ci mettiamo in auto (la mia amica ancora col ghiaccio sullo stinco), dopo aver bevuto un orribile caffè a 3 euro, e ci dirigiamo verso Kissamos, che sarà la nostra base di partenza per i restanti giorni.

Sulla strada del ritorno, per non rendere vano il viaggio in auto, facciamo sosta per il pranzo a Rethymno. Questa cittadina è graziosa, piccola e accogliente, con un porto in stile veneziano e vicoletti soleggiati popolati da balconi fioriti e bouganville. I negozi della strada principale danno anche sul lungomare e vendono tutto ciò che ci si aspetta da un luogo turistico: souvenir grosso modo tutti uguali, oggetti di ogni tipo decorati con l’occhio blu, strofinacci, tazzine, etc etc.

Sul lungomare però la sorpresa sono i locali per l’aperitivo/cena/colazione, ben curati, diversi tra loro, decisamente da provare. C’è anche un locale che fa musica rock (ne avrete bisogno, dopo ore e ore di musica greca in auto). A Rethymno mangiamo la pita gyros (io la veg), tipico cibo greco che troverete anche nei chioschetti e che abbonda anche da noi.

Ripresa l’auto, ci fermiamo a una mezz’oretta da Chania per fare finalmente un bagno, a Salty Goat beach. Il vento meltemi non vuole saperne di lasciarci stare e così possiamo solo giocare con le onde, accompagnati da tantissima gente del posto che è evidentemente abituata a trovare il mare arrabbiato. Il lido è ampio, la sabbia chiara, l’acqua probabilmente blu nei giorni di calma (i colori a largo sono stupendi) e il posto vale la sosta.

Poco più avanti, troviamo una spiaggetta riparata, a Kalami, che raggiungiamo in auto, dopo una lunga discesa. Qui il mare è calmo e meno blu e il lido è come una cartolina degli anni ’80, essendo rimasto come doveva essere allora (anche nel prezzo, per fortuna).

Dopo aver fatto un bagno che non sa di Grecia, riprendiamo l’auto e arriviamo a Kissamos.

Kissamos e laguna di Balos (vale il viaggio)

Kissamos è un paesino di mare che viene spesso usato come base di appoggio per le esplorazioni nei dintorni. Le strutture ricettive sono molte ed economiche e sul lungomare i ristoranti si susseguono uno dietro l’altro, con camerieri che spesso parlano l’italiano oltre all’inglese (e al greco moderno, se rientra nel vostro curriculum da poliglotti).

Il mare è carino, non proprio il migliore della zona, ma per noi è stato comunque solo una dimostrazione di ciò che accade quando Eolo sfotte Poseidone (onde e vento, vento e onde). Ciò non mi ha impedito di fare un bellissimo bagno prima della partenza, ovviamente senza poter nuotare (il naufragar non m’era dolce in quel mare e sarebbe stato pressoché certo). Kissamos è il luogo di partenza per uno dei gioielli di Creta, il luogo che vedete in tutte le cartoline: la laguna di Balos.

A Balos ci si può arrivare in due modi: o attraverso 5/6 km di strada sterrata e tortuosa, da fare con moderazione o con un’auto adatta (alta), oltre a una ventina di minuti di cammino in discesa (all’andata, in salita al ritorno) oppure arrivandoci in barca.

Chi ci va da terra può arrivare prima dei barconi e godersi l’atmosfera, approfittando anche della zona riparata della laguna, accettando però di fare un po’ di fatica nella guida e nel cammino. Chi ci va in barca ammira la costa, ma spesso i tour partono tardi o sono organizzati per grupponi di persone (trappole per turisti).

Noi siamo riuscite a prenotare un tour che con 250 euro ci avrebbe portate da Phalasarna a Balos in barca, con ampia sosta mare, ma dopo un po’ di navigazione tra le ire di Poseidone e di acqua di mare sbattuta in faccia e negli occhi, abbiamo deciso di rientrare. Quindi ora mi tocca tornare a Creta a vedere Balos (questa volta ci andrò in auto).

Sabbia rosa, mare turchese e acqua trasparente: il paradiso terrestre esiste ed è a Elafonissi (Elafonisi)

Rientrate a Phalasarna, prendiamo la nostra amata macchinina e ci cimentiamo in un percorso di montagna che scorre attraverso tornanti a strapiombo (con guard-rail ma non sempre) e coste rocciose di cui è annunciato un pericolo di caduta massi (in alcuni casi anche visibili, i massi, a bordo strada). La strada è tutto sommato sicura, ma meno scorrevole di quella che parte da Kissamos e comunque da percorrere a velocità moderata (che si riduce ulteriormente quando si incontrano greggi di pecore al pascolo). Il viaggio però non è male, perché si attraversano paesini di montagna con ristoranti che si affacciano sulla valle con vista mare e si incontrano pittoresche chiese ortodosse appollaiate sul nulla.

90 minuti di guida su questa strada ondosa sono più che ripagati alla meta, quando si arriva a Elafonisi. Leggerete che questo luogo è famoso per la sua sabbia rosa e penserete a un’esagerazione finché non vedrete voi stessi il riflesso rosa della sabbia, che stacca sul blu intenso delle acque. La baia è riparata dagli scogli, per cui resta calma anche quando al di là della barriera il mare è furioso.

I colori sono incredibili così come la natura che circonda la baia (è un’area protetta, raggiungibile solo a piedi da uno degli ampi parcheggi che si trovano in alto, al costo di 5 euro al giorno). Purtroppo, ci sono solo due lidi e gli ombrelloni finiscono presto, così come l’ombra della pineta (la gente vi si piazza immediatamente e ruba i pochi spazi disponibili). Per quelli che arrivano tardi, l’unico rimedio è stare ore sotto il sole (o sotto un ombrellone portato a spalla, se il vento consente) o mantenersi a mollo nell’acqua.

Sarebbe consigliato arrivarci presto, magari dormendo in zona (ci sono alcune strutture ricettive che consentirebbero di vederlo anche all’alba e al tramonto, quando dà il meglio di sé, ma dopo una notte credo che il paesaggio risulterebbe monotono perché intorno non c’è nulla e si deve guidare a lungo prima del primo paese).

Comunque, Elafonisi da sola vale il viaggio: il mare è trasparente come solo in Grecia sa esserlo e il panorama è meraviglioso.

Dopo un lungo giorno di mare e caldo, con le ustioni dei raggi UV che hanno vinto sulla protezione 50+ spalmata a ripetizione, coperta ormai interamente da un pareo bagnato in cerca di refrigerio, mi rimetto alla guida e ripercorro i miei amici tornanti.

Giunta al bivio, potrei scegliere la strada più scorrevole e andare a Kissamos, ma non sarei io. Prendo quindi la strada più impervia, con quei segnali di pericolo “caduta massi” non accompagnati da reti di contenimento che sanno tanto di presa in giro, e ritorno verso Falasarna. Le mie amiche mi indicano la strada e ormai tutte siamo fan della musica greca (unica accessibile in montagna).

Per rendere il viaggio utile, facciamo sosta a Kefali, paesino di montagna che ospita ristoranti e qualche B&B. La vista è bellissima, con il mare sullo sfondo, ma sulla qualità del caffè e sul servizio in generale stenderò un velo pietoso. In compenso, mi è comparso davanti un gattino con il pelo a macchie tipo mucca, tipologia che prima o poi spero di avere a casa!

Il tramonto di Phalasarna (Falassarna)

Perché tornare a Phalasarna dopo una giornata che è durata già quanto una vacanza intera? Per il tramonto più bello degli ultimi due anni. Andiamo a sederci in un posto che non a caso si chiama Orange, occupando un tavolino che dà sul mare e sulla baietta attrezzata che si trova sotto di noi. Il luogo sembra semplicemente bello (e ben fornito, con la birra senza glutine), fino al momento in cui il cielo non inizia a sfoderare la palette completa del rosso e dell’arancione, in un mix di colori che si riflettono su tutta la baia e le sue acque calme, mentre le persone fanno il bagno al tramonto (dunque anche qui Eolo non riesce a farla franca!). Poseidone è calmo, pronto a riflettere i colori di un cielo indimenticabile, mentre il sole scompare lentamente regalandoci una sensazione di serenità che ci fa dimenticare che sono diventata color lampadina (che il tramonto fosse così rosso perché mi ci specchiavo io che ero una torcia?).

Phalasarna, quindi, per il tramonto e non solo. Vicina a Kissamos, carina, ben attrezzata, da visitare per il bagno del pomeriggio. Dormire qui costa un po’ di più di Kissamos, ma da qui partono molte escursioni in barca per Elafonisi e Balos.

Fine del tour

Il nostro giro di Creta finisce così, avendo il volo la mattina del giorno dopo.

Facciamo una sosta nel supermercato del paese, dove compriamo olive greche, dolci, rusks (una specie di friselline), sale aromatizzato al limone e altri ricordi della Grecia. Le stesse cose le ritroverete in aeroporto, al triplo del prezzo.

Creta è stata una scelta felice: vicina, economica, accogliente, da girare in auto o in moto, che si presta bene a una vacanza ben più lunga della nostra. Avremmo potuto visitare i paesini di montagna, vedere la costa sud, entrare nel museo di Heraklion o semplicemente oziare in spiaggia (ci sono ovunque spiagge più riparate, basta cercarle).

Magari un giorno ci torneremo e recupereremo ciò che non abbiamo visto.

Creta ve la consiglio, soprattutto a chi non ha 20 anni e non cerca una vacanza tutta disco e spiaggia come quelle di Corfù. Informatevi prima sul vento e scegliete le baie più riparate. Andateci prima che diventi cara, perché prima o poi i prezzi aumenteranno anche lì.

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  • Emmegi79 Emmegi79
    Aggiungerei che la tizia irritante del noleggio forse non vi ha detto che pur facendo l'assicurazione aggiuntiva, se fai un incidente ed hai torto o concorso di colpa, l'assicurazione non ti pagherà un bel niente! Provato sulla propria pelle, una bella fregatura e un gran disagio. Hanno voluto i soldi del danno alla macchina (più di 900€), senza nessuno che avesse fatto i rilievi dell'incidente e senza uno straccio di preventivo del danno. Se non paghi non ti fanno andare a prendere l'aereo!"
  • Luca9 Luca9
    Viaggio a Creta in corso, posto bellissimo Dissento per quanto riguarda il noleggio. Abbiamo utilizzato la compagnia Monza rent, prezzo onesto, macchina nuova e in perfetto stato, pagato in contanti, copertura assicurativa completa"
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