Attraverso il centro e sud Italia
Giorno 1 – Domenica 05/08/2012: Genova – Gaeta
Levataccia per partire alle ore 5 della mattina da Genova in direzione Gaeta (Lazio), prima tappa del nostro splendido tour del Centro e Sud Italia. Arriviamo a destinazione verso le ore 12.30 e ci accampiamo al Cajetas Camping (€ 25,00 / notte per tenda 2 posti e auto). Piazziamo la tenda nell’unico buco disponibile siccome tutto lo spazio disponibile è utilizzato come parcheggio la domenica! Dopo esserci sistemati non vediamo l’ora di esplorare la nostra prima spiaggia della vacanza, la spiaggia “300 gradini” (vicino alla Spiaggia Arenauta; è segnalata con un cartello lungo la Via Flacca in direzione Gaeta; ingresso € 2,00 dallo stabilimento balneare ma abbiamo notato molte persone scavalcare il guardrail in un punto della strada non lontano dai 300 gradini). Parcheggiamo sulla strada dietro ad una lunga fila di auto, senza sapere che la polizia, soprattutto nel weekend, batte tutta la Via Flacca multando qualunque macchina si trovi al di fuori dei parcheggi a pagamento. Dopo aver disceso i 300 gradini pranziamo al sacco in spiaggia appostati sul lato sinistro della spiaggia. Il mare è molto limpido e la scogliera alta alle nostre spalle è suggestiva. Restiamo a rosolarci fino alle ore 19.30, ora in cui diverse persone scendono in spiaggia a campeggiare…ad averlo saputo! Rientrati in campeggio ci concediamo una doccia calda a € 0,50 nel bagno piuttosto mal ridotto del campeggio e usciamo a cena al ristorante Sant’Agostino (€ 19,30 in 2: 1 primo, 1 secondo) lungo il lungomare un po’ lasciato andare prima di Gaeta dove si trovano molti villaggi e campeggi della zona.
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Giorno 2 – Lunedì 06/08/2012: Gaeta – Palinuro
Partenza da Gaeta alle ore 09.15. Dopo una colazione a caffè e croissant puntiamo verso Palinuro (Campania) dove arriviamo alle ore 13.30 senza traffico. Dopo qualche difficoltà a trovare la strada, visto che l’indirizzo indica solo “Località Casaburi” che è un’area piuttosto ampia ai piedi di Palinuro, giungiamo al “Camping del Verde” (€ 30,00 / notte per tenda 2 posti e auto), più spazioso e curato del camping in Lazio, posizionato poco prima di entrare a Palinuro paese. Super affamati pranziamo in tenda. La nostra meta pomeridiana è la “Cala de Buon dormire” di cui abbiamo visto diverse foto in alcune cartoline. Quindi ci dirigiamo verso il faro di Palinuro per godere del paesaggio dall’alta scogliera, dopodiché ritorniamo indietro chiedendo indicazioni ai passanti per la cala. Per fortuna incontriamo un anziano del luogo, il rottamaio del paese, che con un accento molto forte ci dice che la cala è proprietà privata di un albergo e non è più raggiungibile e ci chiede anche un passaggio al benzinaio sottostante per riempire una tanica per la sua Ape, scusandosi mille volte per il disturbo, che buffo! Alla fine decidiamo di spiaggiarci alla “Marinella” fino alle ore 19.00, in pratica fino al tramonto, appostandoci sempre alla fine del lato sinistro della spiaggia dove la scogliera rossa e bianca si immerge nel mare, aprendosi in una piccola grotta, punto in cui osserviamo due scalatori esercitarsi più volte nella risalita. Ogni dieci minuti ci troviamo in acqua a rinfrescarci e facciamo snorkeling dirigendoci oltre la parete rocciosa verso sinistra, scoprendo altri anfratti e grotte suggestive circondate da un’acqua turchese e una spiaggia oltre la scogliera a picco con un arco in pietra naturale, raggiungibile seguendo le indicazioni per il Villaggio Arco Naturale Club.
Soddisfatti della giornata, parcheggiamo in un parcheggio a pagamento (€ 3,00) e ci godiamo un giro nel bel centro di Palinuro, piuttosto affollato solo dopo le 22.30, dove viene inscenato uno spettacolo coi burattini nella piazza principale. Proprio a fianco notiamo un piccolo ristorante “Non solo pizza” (€13,00 in due) che prepara “panuozzi” (panini fatti con la pasta della pizza) e “spianatelle” (ossia metà panuozzo). Per concludere in bellezza divoriamo una “bomba” (bombolone caldo ripieno di crema) e un gelato agli agrumi.
Giorno 3 – Martedì 07/08/2012: Palinuro – Maratea – Praia a Mare
Dopo aver pagato il campeggio, fatto colazione al bar e ripiegato la nostra comodissima tenda 2 Seconds, partiamo da Palinuro alle ora 09.50. Appena passato il confine con la Basilicata, la costa si alza e il paesaggio si fa molto più suggestivo. Alle ore 11.30 siamo a Maratea e, curiosi di vedere da vicino la statua del Cristo Redentore, cominciamo a salire per una strada a tornanti piuttosto lunga che si conclude con un bel parcheggio a pagamento (€ 4,00) che ci rifiutiamo di pagare. Puntiamo quindi dritti alla “Spiaggia nera” che si raggiunge con una scalinata. Molto bollente ma veramente meritevole di una visita. Ci piazziamo di fronte ad alcuni scogli ed a un piccolo archetto naturale nel mare sulla parte sinistra della spiaggia. Pranziamo al bar della spiaggia (€ 16,00 in due: risotto alla marinara e caprese) e ritorniamo subito in acqua con maschere e pinne per esplorare le acque oltre gli scogli. Scopriamo diverse grotte dalle colorazioni vivaci ed un mare azzurro e pulito, oltre ad un isolotto poco oltre che giriamo in cerca di altri anfratti. Alle ore 18.30 a malincuore abbandoniamo Maratea per dirigerci verso Praia a Mare e la famosa isola di Dino, prime tappe calabresi. Purtroppo appena fuori dalla Basilicata la costa ridiventa pianeggiante e, nonostante l’acqua del mare sia limpida e invitante, la spiaggia lo è un po’ meno a causa della troppa gente accalcata sulla sabbia. Dopo una breve occhiata verso le ore 19.00 decidiamo di passare la notte in un campeggio a Praia a Mare per poi muoverci la mattina successiva. Tutti i campeggi sembrano piuttosto costosi per i nostri standard; decidiamo per la “Mantinera” (€ 42,00 / notte per tenda 2 posti e auto), un campeggio spazioso e organizzato, con tanto di rubinetto accanto ad ogni tenda e di guardia al cancello d’entrata. Facciamo la spesa al market interno per la cena e l’indomani. Ceniamo con pasta e sugo davanti alla nostra tenda, contenti e cotti dalla giornata.
Giorno 4 – Mercoledì 08/08/2012: Praia a Mare – Marina di Zambrone
Dopo una lauta colazione lasciamo Praia a Mare in direzione Marina di Zambrone, poco sopra Tropea. Partendo alle ore 9.15 e raggiungiamo la destinazione alle ore 12.30, trovando lungo la litoranea un po’ di traffico in corrispondenza dei paesini sul mare. Ci fermiamo al “Villaggio Camping Sambalon”, ma oltre al posto tenda è obbligatorio pagare la tessera del villaggio per l’animazione di cui noi non usufruiremo. Così optiamo per il “Calabria Verde” (€ 30,50 / notte per tenda 2 posti e auto), un bel campeggio, purtroppo anche villaggio che con l’animazione e la discoteca fino alle 2.00 di notte non ci fa chiudere occhio. Notiamo subito che, oltre a poche persone del Nord Italia e pochissimi stranieri, la maggior parte dei turisti qui sono calabresi, i quali prediligono far vacanze in camper o roulute attrezzate di tutto punto. Chiediamo alla reception se ci sono 2 posti disponibili per una gita in barca alle isole Eolie per venerdì (siccome il giovedì non organizzano la gita per l’intera giornata) con la compagnia Comerci ( a cui il campeggio si appoggia) ma l’imbarcazione delle 6 del mattino è piena, che peccato! Ci dicono che diverse persone prenotano con molto anticipo per il mese d’agosto. Un po’ abbattuti mangiamo della frutta e studiamo come al solito le cartoline in vendita alla ricerca dei posti più belli. Ci colpisce la spiaggia “Paradiso del Sub” che in pratica non è che la continuazione sulla destra della spiaggia di Zambrone a cui accediamo dal nostro camping. Raggiungiamo l’estremità destra della spiaggia e ci arrampichiamo sugli scogli; già scorgiamo il “Paradiso del Sub”, una caletta fantastica dal mare cristallino. Ci spingiamo ovviamente all’estremità destra della spiaggia e ci tuffiamo subito alla scoperta dei fondali: ci sono tantissimi pesci, molti colorati ed tanto curiosi da avvicinarsi a breve distanza dalla nostra maschera. In fondo alla caletta si trova uno spuntone di roccia che assomiglia molto alla testa di un folletto col cappello. Lasciamo questo “paradiso” alle ore 19.00, questa volta salendo dal sentiero della spiaggia che conduce alla stazione di Zambrone, da dove, seguendo la discesa, raggiungiamo il nostro camping. Dopo una bella doccia gelata saliamo in macchina alla ricerca di San Leo di Briatico, dove si terrà questa sera una sagra con piatti tipici. Parcheggiamo lungo la strada e ci immergiamo nel piccolissimo centro. Nonostante la sagra dovesse iniziare alle 21.00 i locali hanno già occupato tutti i tavoli e già mangiamo allegramente. Prendiamo fileja e ciciari (pasta tipica con ceci), fileja cu sucu da crapa (pasta tipica con sugo di carne), carne con sugo (in sostituzione di un altro piatto tipico ormai terminato) e malangiani chini (melanzane ripiene), il tutto a € 10,50 in due! L’atmosfera e la musica locale inoltre ci fanno gustare ancor di più la cena seduti di fronte alla chiesa illuminata a festa. Sazi ma non di dolci ci avviciniamo alla bancarella dei dolciumi e compriamo con € 6,50 4 diversi dolci che facciamo fatica a terminare (cannullo, pesca ripiena, rosa del deserto e delle pallettone fritte cotte nel miele).
Giorno 5 – giovedì09/08/2012: Capo Vaticano e Stromboli
Partiamo alle ore 9.10 dal nostro campeggio: la meta di oggi è la spiaggia “Le Grotticelle” di Capo Vaticano. Ad un bivio prima di raggiungere la spiaggia notiamo un chioschetto della Comerci e chiediamo se si sono liberati 2 posti per il giorno seguente ma purtroppo la barca è sempre piena; per cui decidiamo di prendere 2 biglietti per la gita allo “Stromboli by night” che parte alle ore 14.50 dal porticciolo di Tropea e rientra verso le ore 23.00. Giunti a Capo Vaticano seguiamo le indicazioni per “Le Grotticelle” e scendiamo per la strada in cerca di un parcheggio custodito (€ 5,00 al giorno). La spiaggia scelta è molto bella, piena di ombrelloni inizialmente, ma basta camminare verso destra oltre alcuni scogli e si incontra meno gente e spiaggia libera. Il mare cristallino ci invita a tuffarci diverse volte. Facciamo snorkeling fra mille pesci e l’azzurro impressionante del mare; Fabio raccoglie dal fondo un’ancora nuova che diventerà il nostro souvenir preferito della vacanza. Pranziamo al sacco e prima di lasciare la spiaggia facciamo due passi sugli scogli roventi sempre spingendoci verso destra, ma abbandoniamo l’impresa dopo esserci cotti per bene i piedi nudi. Alle ore 13.50 siamo in macchina e dopo 10 minuti raggiungiamo il porto di Tropea dove paghiamo altri 5,00 € per il parcheggio. Ci dissettiamo in un bar al di fuori del piccolo porto e osserviamo la città di Tropea arroccata sugli scogli, che bella! La vista migliore di Tropea dal mare l’abbiamo quando finalmente parte l’imbarcazione Comerci alle ore 15.00 in direzione Stromboli. L’escursione costa € 31 a testa. Notiamo che vi sono almeno altre 2 compagnie che offrono escursioni in barca alle isole Eolie. Alle ore 16.30 raggiungiamo l’imponente Stromboli che da lontano sbuffa in continuazione nuvole bianche e grigie. Molto caratteristica anche il faraglione chiamato “Strombolicchio” che torreggia nel mezzo del mare a poca distanza dall’isola di Stromboli. Appena arrivati la gente che scende si sparpaglia per il paese, tranne un piccolo gruppo a cui un marinaio mostra dove trovare il ristorante dove Comerci propone di cenare prima di imbarcarsi perché, a loro detta, costa poco, si mangia bene e si evita di restare a bocca asciutta a causa dei pienoni estivi. Noi camminiamo per circa un’ora e mezza dal porto verso destra, seguendo la strada a mare inizialmente e poi a mano a mano addentrandoci nel paesino; tutte le case sono bianche con le imposte delle finestre blu e da ogni angolo spuntano fiori, specialmente bouganville. Si respira un’atmosfera tranquillissima, sono pochissime le persone che si incontrano, a parte qualche macchina elettrica che ha le giuste dimensioni per infilarsi nei vicoli stretti di Stromboli. Continuiamo fino a raggiungere finalmente una caletta balneabile all’altezza di Piscità con vista panoramica del vulcano e dello Strombolicchio. Camminare sulla spiaggia nerissima e tuffarsi nel mare blu scuro è strano, ma piacevolissimo! Il sole tramonta presto e alle 18.30 decidiamo di tornare al paese. Proprio di fronte alla chiesa nella piazza principale da dove si gode di una bella vista, troviamo il ristorante-pizzeria “Malupi” che con € 8,00 a testa ci sforna due belle pizze da asporto, da gustarsi su un muricciolo poco distante. Non contenti con € 6,00 ci prendiamo anche un’arancia ripiena di gelato e un cannolo siciliano enorme. Alle ore 20.15 siamo già al porticciolo e ci divertiamo osservando alcune donne, molto magre e scalze, ma serene e distanti dalla frenesia dei giorni nostri, che vendono collane e fanno giocare le loro bimbe. Alle ore 20.30 veniamo imbarcati e la Comerci si dirige verso la sciara di fuoco, ossia il versante dello Stromboli dove tutta la lava si riversa in caso di eruzione. Siamo fortunati a trovarci sul fianco sinistro dell’imbarcazione perché quasi subito il vulcano ci regala uno zampillo di fuoco, rosso vivo, che illumina il cielo. Dopo dieci minuti la barca si gira per permettere anche a chi si trova sull’altro lato di ammirare uno zampillo, ma senza successo. Appena la barca si rigira, siamo testimoni di un altro zampillo! Purtroppo in una serata normale si vedono almeno 5 zampilli, dice il capitano e avverte che è ora di rientrare (ore 21.30) anche a causa di diverse persone che soffrono mal di mare. Ci rintaniamo così all’interno della barca e aspettiamo di attraccare per le ore 23.00 a Tropea da dove ci dirigiamo al nostro campeggio, soddisfatti della giornata ricca di emozioni.
Giorno 6 – venerdì 10/08/2012: Tropea e dintorni
Dopo una lauta colazione al campeggio con vista mare, ci infiliamo in macchina con l’obbiettivo di raggiungere Praia Du Focu, situata in località Grotticelle di Capo Vaticano; seguiamo le seguenti indicazioni, trovate su un sito internet: “seguire le indicazioni per Capo Vaticano e Grotticelle; dopo il campeggio “La Lanterna” girare a destra per arrivare ad un Belvedere. Da tale affaccio, attraverso un certo numero di gradini ricavati nella rupe, si scende verso diverse spiaggette; la più importante è Praia Du Focu […]”. Dal Belvedere, raggiungibile da Zambrone in mezzora, la vista è meravigliosa, sia sulla spiaggia “Grotticelle” sia su diverse calette sottostanti, fra cui riconosciamo tutti i luoghi in cui siamo andare a far snorkeling il giorno prima. Purtroppo questi paradisi non sono raggiungibili via terra, ci dice il ragazzo che lavora al ristorante del Belvedere, perché non esistono sentieri. Così ci dirigiamo verso la spiaggia “A Pizzuta” a Parghelia, paesino adiacente a Tropea. È accessibile dal lido “La Grazia”, quindi basta seguire le indicazioni per questo lido, parcheggiare lungo la strada (senza scendere fino al parcheggio a pagamento), entrare in spiaggia e spostarsi sulla destra, superando alcuni scogli. Raggiungiamo un angolo ventilato e solitario; solo pochissime famiglie raggiungono questo incanto perché molte preferiscono la comodità di ombrelloni e sdraio del lido e si scoraggiano per pochi metri sugli scogli. Meglio così, pensiamo noi! Le tonalità di azzurro del mare sono favolose e i fondali sono anche qui ricchi di pesci, alghe, ricci e un buffo pesce, munito di pizze e zampette per muoversi sulla sabbia. Lasciamo il nostro angolo di paradiso solo alle ore 20.00, giusto in tempo per goderci un tramonto favoloso sul mare e Tropea. Stasera ci cuciniamo 2 piattoni di pasta al pesto e ci concediamo 2 tartufi gelato al ristorante di fronte all’uscita della strada che conduce al nostro campeggio.
Giorno 7 – sabato 11/08/2012: Tropea – Le Castella (Isola Capo Rizzuto) – Capo Colonna – Corigliano Calabro
Ci svegliamo presto in vista della giornata che ci aspetta. L’obbiettivo di oggi è raggiungere la costa ionica calabrese e dormire a Capo Colonna. Alle ore 8.30 lasciamo il campeggio e siamo sorpresi dalla pioggia per diversi chilometri; alle ore 11.00 raggiungiamo Le Castella. Parcheggiamo lungo la strada prima del centro e passeggiamo per la strada fiancheggiata di negozi, fino al castello molto caratteristico circondato dal mare se non per un corridoio, a sua volta fiancheggiato da entrambi i lati da due piccole spiaggette. Ci buttiamo subito nel mare limpidissimo e chiaro, ci preoccupa soltanto il nuvolone grigio scuro che minaccia di arrivare anche sulla costa ionica. All’una ci rintaniamo nel ristorante “La Bocca d’Oro”, giusto di fronte al Le Castella, per gustarci 2 insalatone ed un caffè (€ 13,00 in 2), incredibile quanto costi poco mangiare anche in posti così turistici e ben posizionati! Dopo esserci gustati una “Pitta”, ossia un dolcetto tipico, al “Negozietto del Corso”, proseguiamo per Capo Colonna. In mezzora raggiungiamo il promontorio di Capo Colonna. Ci fermiamo lungo la Via Hera Lacinia al campeggio “Baia dei Greci” in cui pensavamo di passare la notte; dopo mezzora il padrone manda una donna al suo posto che, nonostante ci siano molte piazzette libere per tenda, si assicura che vogliamo restare solo una notte, come se mancasse posto in campeggio nei giorni seguenti; probabilmente non hanno molta voglia di registrarci per una sola notte. Notiamo già da questo incontro la scarsa mancanza di attenzione per il turista in generale sul lato ionico in confronto al lato tirrenico. Decidiamo di visitare il parco archeologico di Capo Colonna, dove si trova la famosa Colonna di Hera Lacinia ed una chiesetta bianca affiancata da un bastione. Peccato che il parco sia lasciato in balia degli agenti atmosferici e della natura; infatti, il percorso tra i ruderi fra cui crescono erbacce e arbusti presenta diverse travi incrinate o mancanti, la colonna è circondata da una rete metallica ormai arrugginita e i punti informativi sono ormai impossibili da leggere. Veramente un gran peccato perché il luogo in sé è molto suggestivo! Dopodiché raggiungiamo la spiaggia della località Alfieri a cui approdiamo un po’ per caso, seguendo una delle strade che portano al mare, anche se nulla è indicato sui cartelli. Lasciamo la macchina a bordo strada e ci stendiamo sulla sabbia rossastra dopo una bella perlustrazione dei fondali. Un po’ a malincuore torniamo alla macchina alle ore 18.00, accelerando la tabella di marcia e spostandoci più a nord lungo la costa ionica, recuperando così due ore di guida per il giorno successivo. Becchiamo pioggia e traffico lungo la costa. Seguiamo le indicazioni per la stazione di Rossano Calabro, paesino famoso per la sua liquirizia in tutto il mondo, alla ricerca del campeggio “Pitagora”, di cui non abbiamo l’indirizzo; saliamo lungo una strada piena di curve e scorci di Rossano, molto panoramica ma anche estenuante per chi ha voglia di trovare al più presto un posticino dove dormire. Decidiamo così che è meglio spostarci lungo la costa e pernottare in qualche B&B, ma i diversi agriturismi a cui chiediamo alloggio sono tutti pieni. Vale la pena menzionare la “Tenuta Ciminata Greco”, una dimora storica immersa tra gli ulivi e il profumo di liquirizia i cui proprietari gentilissimi chiamano diversi agriturismi della zona in cerca di 2 posti letto per noi senza successo. Così ci immettiamo di nuovo lungo sulla superstrada, fermandoci a chiedere una stanza libera in due hotel, che chiedono almeno € 80,00 per una doppia a notte! Noi, da turisti low cost quali siamo, ci rassegniamo all’idea di passare la notte in macchina. Il nostro obbiettivo diventa quello di cercare un ristorante per sfamarci: ci fermiamo al primo che avvistiamo, “La Tavola” a Corigliano Scalo che, nonostante il servizio un po’ lento, con € 27,00 ci cucina linguini alla pescatora, pesce spada alla griglia e calamari-seppie-vongole alla marinara. Soddisfatti proseguiamo sulla strada verso nord; fortunatamente alle ore 23.00 notiamo un cartello che indica il “Camping del Levante” (Corigliano Calabro) e c’è possibilità di un posto tenda per 2 con auto a € 25,00. Questo campeggio è veramente vuoto in confronto a quelli sulla costa tirrenica e dispone unicamente di un piccolo bar e di “animazione” per modo di dire che consiste nel mettere musica fino all’una di notte per le poche famiglie riunite al bar a parlare e giocare a calcetto. Sfiniti ci addormentiamo subito dopo una doccia semi fredda.
Giorno 8 – domenica 12/08/2012: Corigliano Calabro – Matera – Porto Cesareo – Santa Maria di Leuca
In piedi presto paghiamo il campeggio e facciamo colazione lungo la strada siccome il bar del campeggio è ancora chiuso. Ci fermiamo al bar-ristorante “Ciao Ciao” a Sibari Cassano Ionio, dove paghiamo la colazione più costosa di tutta la vacanza; sicuramente la signora poco simpatica dietro il bancone ha fiutato due turisti e ha voluto farci due spiccioli. In due ore raggiungiamo Matera, percorrendo una strada suggestiva verso l’interno della Basilicata, fiancheggiata da colline ricoperte da campi sconfinati. Parcheggiamo in una via laterale alla strada che conduce al centro città, ci informiamo sulle visite guidate ai Sassi di Matera (€ 15,00 a persona, durata di 2 ore con degustazione di prodotti tipici ed entrata compresa in alcuni sassi). Siccome non abbiamo molto tempo, decidiamo per una visita fai da te che si rivela comunque sufficiente, grazie alle informazioni lette nelle guide. Dal bordo di Piazza Pascoli godiamo di una magnifica vista sui Sassi, queste abitazioni- grotte bianche ricavate dalla roccia. Incominciamo a discendere tra i Sassi, alcuni abitati anche grazie ad un contributo economico offerto dallo Stato a chiunque voglia vivere in un Sasso. Ci fermiamo ad osservare le grotte sulla collina al di là del fiume che divide la valle. È strano pensare che fino al 1950 molte persone vivevano in queste abitazioni senza elettricità, assieme ai propri animali, in condizioni igieniche alquante ridotte. Visitiamo la storica “Casa Grotta” in Vico Solitario. Una guida audio spiega l’utilizzo di ogni oggetto e camera (€ 2,00 a testa). Dopodiché visitiamo anche l’adiacente “ghiacciaia” e scendiamo le scale; subito la nostra attenzione è attratta da 2 bancarelle che vendono lampade intagliate nel tufo, pietra locale, la quale, ci spiega uno dei venditori, è molto delicata da intagliare, per questo i prezzi non sono molto bassi. Ci spostiamo alla chiesa in cima ad una collinetta che domina i Sassi chiamata “Chiesa Madonna de Idris”, che atmosfera d’altri tempi! Assetati e stanchi sbuchiamo in Piazza Vittorio Veneto. Ritorniamo a Piazza Pascoli, comprando un fischietto a forma di cucù portafortuna nel negozietto “BG Arte”, pieno di fischietti da piccoli a enormi ed elaborati piuttosto costosi. Ci concediamo un ottimo gelato alla lavanda e ai pinoli al bar “I Vizi degli Angeli” e partiamo da Matera alle ore 12.45 in direzione Porto Cesareo che raggiungiamo alle ore 15.00 senza incontrare traffico lungo la via. Giunti nella cittadina, molto carina, scorgiamo una spiaggia super affollata e l’isola dei conigli di fronte; l’acqua turchese e la sabbia fine sono alquanto invitanti ma preferiamo proseguire lungo la strada in cerca di maggiore tranquillità. Tutte le spiagge in cui ci fermiamo sono di roccia; purtroppo non ci fermiamo a “Porto Selvaggio” ma alla fine optiamo per “Lido Conchiglie” e ci sistemiamo in uno spiazzo pianeggiante tra le punte di roccia. Il mare ospita diversi pesci e anche molte correnti gelate! Insomma un posto completamente diverso da quelli visitati finora! Partiamo alle ore 19.00 quando molti locali accorrono in spiaggia a godersi il tepore della sera. Vogliamo pernottare al camping “Masseria La Natura” (€ 26,00 / notte per tenda 2 posti, auto e corrente elettrica) ad Alessano, paesino nell’interno della punta di Leuca, comodo per spostarsi sia sulla costa ionica che su quella adriatica. Siccome è buio e non ci sono indicazioni, abbiamo difficoltà ad intravvedere quell’unico cartello che indica il campeggio. Per cui il figlio del proprietario si offre di incontrarci in centro a Corsano e di accompagnarci fino al campeggio. Capiamo che il ragazzo assieme ad altri coetanei cerca di rilanciare la Masseria semi-abbandonata del padre come campeggio; difatti i bagni e le docce sono tutte nuovissime e dotate anche di bidé, mentre le poche tende tra gli alberi sono raggiunte tutte da corrente elettrica. Manca una reception ed un eventuale bar, ma supponiamo che i ragazzi aspettino delle entrate economiche per allargare i loro orizzonti. Finalmente non siamo disturbati dalla musica dell’animazione! Il ragazzo del camping ci consiglia di cenare da “Mc Ciccio” a Corsano e noi così facciamo. Con € 22,00 ci mangiamo una grigliata di pesce e orecchiette con rucola, grana e sugo, tutto molto buono.
Giorno 9 – lunedì 13/08/2012: Marina di Pescoluse – Torre Suda (Marina di Salve) – Tiggiano
Oggi ci dedichiamo alla costa ionica del promontorio pugliese. Purtroppo il cielo è pieno di nuvolone. Partiamo alle ore 9.00 e ci fermiano subito al bar “Manahattan” a Gagliano del Capo a far colazione e comprare frutta e panini al supermercato affianco. Alle ore 10.30 siamo già sulle Maldive del Salento, una distesa di sabbia bianca finissima composta da diverse spiagge, tra cui quella di Marina di Pescoluse dove parcheggiamo in corrispondenza del bar “Tahiti” (€ 3,00 al giorno). Il mare è effettivamente trasparente e azzurrissimo e si può camminare per diversi metri verso il largo con l’acqua all’altezza dei fianchi, ma la spiaggia è veramente affollata e ricoperta di ombrelloni a pagamento per chilometri e chilometri. Camminiamo per circa un’ora verso destra fino a raggiungere la spiaggia di Torre Pali, praticamente la continuazione della Spiaggia di Pescoluse; poi ritorniamo verso la nostra postazione dove facciamo un bagno in maschera, ma i fondali non sono poi un granché, e pranziamo al sacco. Alle ore 15.00 ci spostiamo alla spiaggia di Torre Suda a Marina di Salve, una spiaggia stavolta rocciosa ma con un mare azzurro pari a quello delle Maldive del Salento. Il luogo è sicuramente meno frequentato e curato di Pescoluse. Ci godiamo la tranquillità di Torre Suda fino alle 19.00 quando la spiaggia incomincia a riempirsi di locali. Siamo al campeggio alle ore 20.00 e dopo 3 quarti d’ora raggiungiamo la “sagra delle 4 pignate” a Tiggiano, un paesino dell’interno poco distante da Alessano. Appena raggiungiamo la piazza centrale ci accorgiamo subito che non si tratta più di una sagra solo per locali come quella in Calabria: decine di persone si riversano per strada e la coda alle casse è lunghissima. Tra la folla riconosciamo due nostri amici, che caso incontrarsi a tanti chilometri da casa! Ci dicono che alcuni piatti sono già finiti perché la sagra ha aperto i battenti alle 8.30 e non alle 9.00 come annunciato sui volantini per strada. Quindi ci accingiamo a far lo scontrino e ci pappiamo diversi piatti del menù (trofie ai sapori di mare perché le ricchiateddhe e i minchiareddhi sono finiti; gli gnummarreddhi , involtini di fegato squisiti; rape nfucate; purpo alla pignata; pittule; dolci; frutta fra cui i fichi d’india, frutti che dominano il paesaggio calabrese e pugliese). Tutto questo per € 18,50! Prima di rientrare in campeggio facciamo due passi in paese per aiutare la digestione, facendoci trasportare dalla musica degli “Indiano Salentino”. In programma c’è anche una “pizzica”, tipico ballo locale, ma stiamo crollando dal sonno. A mezzanotte e mezza siamo già nel mondo dei sogni!
Giorno 10 – martedì 14/08/2012: Grotta Zinzulusa – Ponte Ciolo – Sanata Maria di Leuca – Montesardo
La giornata non inizia nel migliore dei modi: piove alle 6 del mattino, rinfrescando fin troppo l’aria, il cielo appena svegli è coperto di grosse nuvolone e non ci sentiamo molto bene. Non ci scoraggiamo e partiamo per le ore 9.15 alla volta della Grotta Zinzulusa a Castro Marina dove arriviamo per le ore 11.00 dopo una colazione a base di caffè e brioche alla crema al bar “La Guardiola” (Marina di Corsano con una bella vista dall’alto della costa). Lasciamo la macchina dopo qualche curva in alto alla strada e paghiamo inizialmente 2 € di parcheggio per 2 ore. Arriviamo in fondo alla scalinata e chiediamo informazioni all’info-point dove ci dicono che la balneazione non è permessa fin all’entrata della grotta ma solo davanti ad alcuni scogli prima del cancello d’entrata della Zinzulusa. Scendiamo una scalinata verso la grotta e troviamo 4 coraggiosi che si tuffano e fanno il bagno nel mare molto mosso; ci tuffiamo anche noi per una rinfrescata e riusciamo ad intravvedere, spostandoci al largo, l’entrata della grotta. Purtroppo il sole ci ha abbandonato e ci buttiamo addosso i nostri teli ancora umidi della pioggia della mattina. I bagnanti locali ci informano che siccome è mosso il mare, non ci sono imbarcazioni che raggiungono l’entrata della grotta; inoltre ci dicono che i turisti, nonostante sia metà agosto, scarseggiano e che non hanno mai visto un anno così vuoto. Visto che comincia pure a piovere, decidiamo di comprare 2 biglietti per la Zinzulusa (€ 5,00 a persona) e di goderci perlomeno la visita guidata nella grotta. Ci accorgiamo che la fila per la grotta richiederà ancora una mezzora di attesa. Per cui aggiungiamo un altro euro al parcheggio e attendiamo il nostro turno. Molto breve il tragitto all’interno della grotta quanto interessante la sua storia e le formazioni ed i colori al suo interno; infatti la Zinzulusa, nonostante le dimensioni ridotte, è stata casa di uomini ed animali preistorici ed ancora oggi, in un laghetto protetto non accessibile al pubblico, vivono due animaletti unici al mondo. Alle ore 14.00 siamo già in macchina diretti verso Ponte Ciolo, alto 30 mt. dal mare, dove arriviamo in mezzora. Scattiamo un bel po’ di foto dall’alto del ponte, famoso per alcune gare di tuffi acrobatici, che unisce due alte scogliere da cui diverse persone, soprattutto ragazzi locali, si esibiscono in tuffi dai 20 mt. in giù. Solo un ragazzo ci delizia con 2 tuffi dal ponte: quando succede tutta la gente si raduna intorno a lui col fiato sospeso.
Pranziamo con panini e cocacola per risistemare i nostri poveri stomaci (€ 8,00 al bar “Baia del Ciolo”) da cui si gode di una bella vista sulla caletta sottostante il ponte. Rinvigoriti scendiamo fino alla caletta e raggiungiamo lo scoglio al di sotto del ponte dal quale ci si può tuffare da 4 mt. fino a 8 mt. circa. Pochi trovano il coraggio e si tuffano anche da sopra l’entrata della grotta visibile al di là dello scoglio. Dopo diversi tuffi alle ore 18.20 lasciamo Ponte Ciolo, ormai in ombra, e in 20 minuti siamo a Santa Maria di Leuca. Paghiamo 1 € di parcheggio e passeggiamo sul lungomare, fotografando le diverse spiagge ricavate in paese: impalcature costruite sopra la roccia grigia appuntita, piccole calette di sabbia al di sotto dei ponti del paese… Compriamo diversi pensierini dalle bancarelle in fondo al lungomare sulla sinistra: prodotti enogastronomici tipici da “Terra Noscia” come sugo di ricci e di seppia, taralli, vino,… e alcune calamite ricordo. Arriviamo in campeggio alle ore 20.30, giusto il tempo di farci una doccia e raggiungere Montesardo, una frazione di Alessano, dove stasera si tiene la “Sagra de lu Porco Pri-Pri”. Parcheggiamo in un vicolo e corriamo a far la fila alla cassa. Purtroppo ci tocca infilarci nella massa di gente davanti alle casse che spinge a più non posso. Dopo mezzora riusciamo finalmente a prendere 2 capicollo (il porco pri-pri è finito =( ), torte salate e bevande (€ 10,00 in due). Restiamo leggeri stasera per paura di passare un’altra giornata travagliata come quella di oggi. Ci sediamo in un angolino osservando l’atmosfera di festa del paese, riempito per l’occasione di moltissimi turisti; due ragazzi ci regalano alcune pittule. Ringraziamo e decidiamo di conservarle per il giorno successivo.
Giorno 11 – mercoledì 15/08/2012: Torre Pozzella (Ostuni)- Alberobello – San Menaio (Gargano)
Ferragosto! E noi che ci spostiamo sul Gargano, perdendoci le mangiate da mattina a sera sulla spiaggia di numerose famiglie pugliesi e non, ma il tempo a disposizione non è molto. Partiamo alle ore 8.45 e solo dopo una mezzora di strada incontriamo un bar aperto, il “Bar Holiday” a Montesano Salentino, dove gustiamo 2 tè e 3 croissants! Decidiamo di spezzare il viaggio fermandoci in una spiaggia vicino Ostuni; ci dispiace solo non poter visitare le zone intorno ad Otranto. Ci fermiamo alla spiaggia “Torre Pozzella” di cui intravvediamo l’indicazione lungo la strada nei pressi di Ostuni. Una bella sorpresa: è una caletta piccola di sabbia contornata da scogli neri che si tuffano nel mare; sul lato sinistro si ammira una torre squadrata mentre alla fine del lato destro si trova una piccola isoletta. Anche i fondali sono ricchi di pesci e ci fermiamo ad osservare un signore che sbatte un polipo appena pescato sullo scoglio. Purtroppo alle ore 12.20 ci rimettiamo in viaggio per raggiungere Alberobello in soli 40 minuti. Prima di tutto ci gustiamo due coppe di gelato al “Bar Shaker” con € 7,00; ci sono pochissime persone in giro e i prezzi in bar e negozi sono contenuti. Dopo il gelato iniziamo la salita tra i trulli, sbirciamo l’interno di molti negozi che promettono la visita gratuita del loro trullo (ovviamente essendo negozi non potrebbero nemmeno far pagare l’entrata!). sembra quasi di immergersi nel villaggio dei puffi dal tanto è strana la forma di queste case; osserviamo ogni dettaglio e i simboli magici e cristiani su ogni tetto oltre ai pinnacoli che dominano i tetti. In un trullo assaggiamo le fave cotte in mille modi, oltre ad alcuni tipi di vino locale, mentre in un altro che ci colpisce molto per le decorazioni a cascata di pomodorini, cipolle e peperoncini assaggiamo la marmellata di peperoncino e altre prelibatezze. In un altro trullo scattiamo ingenuamente una foto all’interno, non vedendo alcun cartello di divieto, ma il proprietario scontroso ci caccia letteralmente via dicendo che al momento non accetta visite nel suo negozio; notiamo un certo fastidio anche in un altro proprietario quando chiediamo di poter visitare il decantato pozzo all’interno del suo trullo: ci risponde scocciato che le visite iniziano dopo le 15.00. Solo le signore nell’ultimo trullo che visitiamo, al di là della strada, in Largo Martellotta chiamato “Il ricordino” ci permettono di visitare gratuitamente il tetto del loro trullo e di scrivere nel nostro dialetto “Attento alla testa” sul muro. Ci fanno assaggiare un vino ed un liquore fatta di 40 erbe (il Fuegonero) che compriamo. Infine andiamo a visitare il Trullo Sovrano che si trova in fondo alla via che fiancheggia sulla sinistra la Basilica dei Santi Medici. Singolare per il fatto di essere di dimensioni maggiori rispetto a tutti gli altri trulli e di essere a due piani. Dispiaciuti del breve tempo dedicato ad Alberobello lasciamo il paese alle ore 14.45 in direzione di Vieste. Alle ore 17.40 ci infiliamo in una strada che indica la spiaggia Mattinata; ci infiliamo in uno a pagamento ma i proprietari ci augurano buon ferragosto e ci dicono che per noi oggi è gratuito. La spiaggia è composta di pietre bianche che massaggiano i piedi; ci tuffiamo e al fresco notiamo diversi “accampamenti” di famiglie che hanno passato ferragosto in spiaggia. Alle 18.00 arriva giustamente l’ora dell’anguria, nonostante molti adulti e bambini siano ancora provati fisicamente dalla maratona al cibo di questo giorno. Alle 18.40 abbandoniamo Mattinata per raggiungere infine la nostra meta: il camping “Valle d’Oro” a San Menaio (€ 23,00 / notte per tenda 2 posti e auto). Una volta giunti nelle vicinanze del campeggio dopo aver percorso l’interno del Parco Naturale del Gargano e aver avvistato molti maialini, non seguiamo le indicazioni del navigatore per località Aia del Cervone ma i cartelli stradali, poco visibili purtroppo, indicanti il campeggio. Per le ore 20.30 arriviamo al campeggio, ci docciamo e ci prepariamo a cenare proprio al ristorante del campeggio dove il figlio del proprietario ci ha riservato un tavolo. Ci deliziamo il palato con un’ottima pepata di cozze, orecchiette con crema di carote e vongole, paccari con crostacei e 2 amari, al nocino e all’alloro per digerire le abbondanti porzioni (€ 30,00 in due). Non potevamo chiedere di meglio! Ci informiamo con il proprietario sulla possibilità di una gita in barca con visita alle grotte al di là di Vieste ma non ci sono più posti, che peccato! Dall’altra parte non potevamo neanche prenotare con molto anticipo.
Giorno 12 – giovedì 16/08/2012: Gargano (Spiaggia Zaiana e Isola La Chianca)
Sveglia presto e colazione in campeggio: ottimi i croissant! Il figlio del proprietario ci consiglia alcune spiagge che spera siano libere, poiché ci informa che tutte le calette da Rodi Garganico a Vieste e oltre sono state privatizzate dai villaggi vacanze e solo poche sono accessibili anche ad altri turisti, ovviamente pagando la sosta nelle loro strutture. Incominciamo a dirigerci verso Vieste senza una meta precisa, un po’ rammaricati. Avvistiamo diversi cartelli che indicano la Zaiana, una delle spiagge consigliate, subito dopo Peschici. Dopo un tratto di strada sterrata verso un promontorio brullo e dopo aver pagato € 3,00 di parcheggio, scendiamo le scalette fino alla spiaggia: dall’alto il mare assume sfumature di giallo, verde e blu. Ci stendiamo al sole e riceviamo la visita di un simpatico cagnolino nero senza padroni. Tra un tuffo e l’altro facciamo un po’ di snorkeling ma siamo delusi dalla torbidezza dell’acqua che non lascia intravvedere nulla. Sulla destra della spiaggia visitiamo dei piccoli anfratti dove è conservata la statua di una madonnina e studiamo il trabucco che domina la punta del promontorio. Dopo pranzo, curiosi di visitare nuovi posti, ci spostiamo alla macchina e dopo mezzora verso Vieste incontriamo la spiaggia dell’Isola La Chianca. Ci infiliamo in un camping e parcheggiamo gratuitamente all’entrata. Dopo alcuni metri a ritroso a piedi raggiungiamo l’entrata della spiaggia libera. Questa spiaggetta di sabbia ci soddisfa maggiormente perché riusciamo a raggiungere a piedi nel mare l’Isola di fronte e a fotografare da vicino un trabucco; inoltre, intorno all’isola, l’acqua è limpida e avvisistiamo numerosissime cozze sugli scogli. Alle ore 18.30 partiamo di nuovo alla volta di Peschici, paesino molto carino, specialmente quando illuminato di notte, e ci godiamo un bel tramonto sul mare. Rientrati in macchina, parcheggiata gratuitamente poco fuori dal centro, arriviamo al campeggio alle ore 20.30. Non avendo trovato nessun ristorante nelle zone che cucini riso patate e cozze o i ricci di mare, optiamo nuovamente per il ristorante del campeggio i cui piatti sono a buon prezzo e ottimi. Con € 30,00 ci gustiamo troccoli con crema di fave e vongole, pepata di cozze, fritto misto, torta di ricotta e digestivo all’alloro: tutto perfetto!
Giorno 13 – venerdì 17/08/2012: Conero (Spiaggia San Michele – Sassi Neri, Sirolo)
Già è ora di partire verso la nostra ultima meta, il Conero nelle Marche, dove spezzeremo il lungo ritorno verso Genova. Facciamo colazione con cappucino e cornetti, riservati per noi la sera prima da parte del figlio del proprietario. Chiediamo poi un altro croissant alla marmellata e la signora al bancone ce lo riempie con la marmellata agli agrumi fatta in casa, deliziosa! Partiamo a malincuore dal Gargano alle ore 8.45 e arriviamo stanchi e affamati alle ore 13.00 al camping “TObacco Road Club” a Sirolo (€ 37,00 per tenda 2 posti e auto). Purtroppo tutti i campi di girasoli lungo il tragitto sono secchi, ma in ogni caso fanno la loro scena. Chiediamo un posto tenda ed il proprietario ce ne mostra uno che noi subito accettiamo; chiediamo inoltre come raggiungere la spiaggia delle Due Sorelle, il nostro obbiettivo di questa visita sul Conero, ma sia il proprietario che le ragazze al bar si dimostrano impreparate; non sanno nemmeno a che ora e da dove parta l’imbarcazione per le Due Sorelle, l’attrazione maggiore della zona. In macchina, seguendo le indicazioni, raggiungiamo il parcheggio da cui si accede tramite una camminata in discesa tra la vegetazione alla spiaggia di San Michele e quella dei Sassi Neri, naturale continuazione della precedente. Paghiamo € 6,00 di parcheggio, un po’ tanto in confronto a tutto il Sud Italia. Raggiungiamo la spiaggia dopo 30 minuti,godendoci la natura e alcuni scorci sul mare alla fine della camminata. Giunti a destinazione compriamo 2 panini al bar “Da Silvio” e ci dirigiamo verso la parte sinistra della spiaggia, oltre gli ombrelloni e la zona recintata per pericolo di caduta massi. Superati alcuni scogli rosa, si apre davanti a noi una caletta di ciottoli sempre bianchi e rosa e scogli neri circondati dal mare (vero motivo per cui la spiaggia è chiamata “Sassi Neri”). La parete di roccia bianca alle nostre spalle si innalza maestosa sul mare, punteggiata da pini marittimi che quasi raggiungono il mare; l’acqua è cristallina e ricca di alghe verde fosforescente con punte di violetto, i pesci spaziano da minuscoli a enormi e molti scogli sono zeppi di cozze. Raggiungiamo a nuoto la punta settentrionale della spiaggia dove si trova un molo di sassi artificiale ed una casetta di pietre bianche oltre a 3 anziani nudisti. Ci accorgiamo che le Due Sorelle son ben più distanti, oltre il promontorio che vediamo appena. Ritorniamo ai teli mare, ci asciughiamo e appena viene ombra verso le ore 18.00 torniamo alla macchina, seguendo questa volta la strada asfaltata. Così ci accorgiamo che alcuni pulmini privati e un bus pubblico arrivano giusto fino alla spiaggia al costo di € 1,00 a biglietto (€ 1,50 se acquistato a bordo) e la fermata del bus è proprio di fronte al nostro campeggio. Ritornati in campeggio ci rilassiamo sulle sdraio di fronte alla piscina, senza fare il bagno perché necessitiamo di una cuffia. Poi ci accingiamo a far la coda per le uniche due docce del campeggio, sporche e piene di capelli. Inoltre in generale i bagni sono molto sporchi e puzzano e sono sottodimensionati per la quantità di gente presente in campeggio. Siccome il centro di Sirolo è letteralmente a due passi dal campeggio, passeggiamo fino alla piazza principale dalla quale si gode di una stupenda vista sulla spiaggia visitata oggi. Il centro pullula di gente e il paese sembra piuttosto vivo a quest’ora, le 19.30, al contrario del Sud Italia dove la gente esce verso le 22.00. Differenze culturali che ci fanno sorridere e riflettere sulla varietà e la bellezza dell’Italia! Un’altra differenza, questa volta meno piacevole, ossia il raddoppio dei prezzi dei menù, ci porta a cenare presso una macelleria, la “Macelleria del Corso” in Corso Italia che prepara, anche da asporto, vassoi di prelibatezze locali, ossia 3 tipi di salumi (lonzino, ciauscolo, salame fabriano) e 2 di pecorini con olive ascolane e bicchiere di vino locale. Prendiamo anche un cono di olive ascolane perché ci piacciono veramente molto. Paghiamo in totale € 21,00, e ceniamo nel vicoletto di fianco alla macelleria che mette a disposizione alcuni tavolini da 2 per i suoi ospiti. Sazi e contenti ci concediamo un gelato ed un sorbetto in centro e osserviamo le vetrine dei negozi mentre torniamo verso il campeggio.
Giorno 14 – sabato 18/08/2012: Conero (Spiaggia delle Due Sorelle)
Velocissimo è arrivato l’ultimo giorno di vacanza che non manca però di regalarci una fra le spiagge più belle del nostro giro del Centro e Sud Italia! Facciamo colazione al campeggio, poi paghiamo la notte in tenda, chiedendo gentilmente se possiamo lasciare la macchina nel parcheggio del camping siccome via verso le 4 di pomeriggio. Il padrone del camping in modo secco ci dice di pagare e lasciare immediatamente il parcheggio auto perché non tollera gli ospiti del campeggio che se ne approfittano, soprattutto nei periodi di pienone, anche se ora il parcheggio è veramente vuoto! Compriamo 2 biglietti del bus e ci allontaniamo dal campeggio come richiesto, parcheggiando gratuitamente lungo la strada che sale verso il centro di Sirolo, poco distante dal “Tobacco Road Club”. Attendiamo il bus delle ore 09.10 che tarda leggermente e alle ore 9.35 siamo già in spiaggia. Compriamo 2 panini e frutta da “Silvio” in spiaggia a San Michele e poi ci piazziamo nel tratto di spiaggia libera tra due serie di ombrelloni sul lato destro di San Michele, dove appunto ci dicono che arriverà l’imbarcazione della compagnia “Leone d’Oro” proveniente da Numana. Alle ore 10.40 veniamo imbarcati assieme a numerosi altri turisti e paghiamo il biglietto di andata e ritorno sulla barca (€ 15,00 a testa). Una guida audio dà alcune informazioni sulla zona del Conero e sulle sue spiagge. A un quarto alle 10 siamo già sulla spiaggia delle Due Sorelle, assolutamente affascinante; sbarchiamo sul lato destro ed incominciamo a spostarci verso quello sinistro, dove si stagliano le 2 sorelle, ossia due scogli molto alti che assomigliano a due suore in preghiera verso il monte Conero, e altri scogli che richiamano per la loro forma dei libri uno in fila all’altro. La spiaggia è di ghiaia bianca ed il mare è un incanto azzurro. Alle nostre spalle si staglia una parete rocciosa chiamata “lavagna” proprio per la sua liscezza ed il suo colore grigio che si differenzia dalle altre rocce bianche. Osserviamo diverse persone, anche carichi di ombrelloni e quant’altro, scendere dalla cima del monte verso la spiaggia; alcuni amici ci hanno sconsigliato di intraprendere la camminata che porta alle 2 sorelle perché è considerata alla portata di camminatori esperti ed in molti tratti a strapiombo è necessario prestare molta attenzione per non scivolare. Tuttavia, la prossima volta saremo tentati a percorrere il percorso escursionistico per vedere la spiaggia dall’alto. Facciamo due nuotate verso sinistra e poi destra, osservando la miriade di cozze e pesci in mare e alcuni pezzi di un relitto; in alcuni punti la corrente è piuttosto forte. Risaliamo a piedi gli scogli sulla sinistra della spiaggia ma non ci spingiamo oltre perché non ci resta molto tempo; alle 16.00 in punto la barca ci viene a prelevare. All’inizio non la riconosciamo perché è un altro modello, poi chiediamo al marinaio che ci assicura che è l’unica barca per tornare indietro. Appena approdiamo sulla spiaggia di San Michele corriamo a più non posso in salita sulle scalinate per prendere il bus di ritorno delle ore 16.25 che parte dal piazzale sopra ad un bar della spiaggia. Verso le 17.00 riusciamo a metterci in marcia verso Genova che raggiungiamo solo all’una di notte dopo 3 ore di fila tra Ancona e Rimini e una breve pausa in autogrill. Ma, nonostante le fatiche di questo viaggio, sappiamo che porteremo nel cuore ogni singola spiaggia, quanto è bella l’Italia!