È il borgo delle case di pietra, e dai suoi balconi eleganti si ammira una delle regioni più autentiche d’Italia
Il nome, secondo la teoria Racioppi, deriva da Castrum Particarii. Era uno dei latifondi longobardi divisi in pratiche, corti o predii assegnati alle famiglie dei coloni. Le origini dell’insediamento si aggirano all’età del bronzo, a cui fanno riferimento anche le testimonianze archeologiche dell’area. Il rinvenimento più importante, in località San Vito, è la grande necropoli di Alianello e Chiaromonte, costituisce una delle fonti più vaste per la conoscenza culturale degli enotri. Guardia Perticara ricevette influenze greco-ortodosse; nella località Tema, ci sono resti di grotte basiliane e dell’antica Turri, città vescovile ricordata sin dal 924 e ancora abitata alla fine del XVII secolo. All’epoca del regno di Federico II, si parla di “Castrum Perticari” che, con la caduta degli svevi e l’affermazione degli Angioni, cade nel potere di Giovanni Britando, mentre nel XV secolo il feudo passa nelle mani dei De Marra, signori di Stigliano e quindi, nel XVI secolo, con la conquista spagnola, dei Carafa. Il feudo di Guardia Perticara, nel XVIIII secolo, apparterrà al marchese d’Altavilla e, fino al 1806, agli Spinelli.
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È il paese delle case di pietra
Viene denominato il “paese delle case di pietra”, che conferiscono al borgo un fascino tale da proiettarlo fuori da ogni tempo, e fu proprio per questo che il grande regista Francesco Rosi lo ha scelto tra le location in cui ambientare alcune scene del suo “Cristo si è fermato ad Eboli” tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Levi.
Man mano che ci si addentra all’interno di questo magnifico borgo, matura sempre più la convinzione di non voler andar via, ammirando le casette in pietra, i palazzi antichi, le scale che si inerpicano fino al castello e da cui si domina l’intera valle del Sauro. La strada più caratteristica è quella un tempo denominata via dei Carbonari, oggi Armando Diaz, dove si scorgono architetture finemente decorate da pietre lavorate dai maestri artigiani e le volte in mattoni rossi. E continuando, addentrandosi all’interno di queste strette vie, si rimane ammaliati dai portali di via Diaz, e l’impressionante Palazzo Montano, origini legate alle famiglie nobili e influenti risiedevano nel borgo. L’architettura del palazzo riflette la tipica costruzione nobiliare della base di cada, con caratteristiche influenzate dagli stili medievali e rinascimentali. I materiali utilizzati per la costruzione, come la pietra locale, sono rappresentativi della tradizione costruttiva del borgo. L’esterno di palazzo montano è sobrio e massiccio, con mura spesse che noi sottolineano la funzione difensiva, oltre a quella residenziale. All’interno gli spazi avrebbero potuto presentare elementi architettonici e decorativi più raffinati, come volte a botte o a crociera, pavimenti in cotto e camini in pietra, tipici delle residenze nobiliari lucane.
La chiesa di San Nicolò Magno
Altro luogo di grande spessore culturale e la chiesa di San Nicolò Magno, risale al periodo medievale ed è dedicata a San Nicola di Bari, uno dei santi più venerati del cristianesimo, spesso indicato come patrono di diverse località italiane. La chiesa fu costruita durante un periodo in cui il borgo era sotto il controllo di signorie, locali che esercitavano grande influenza sulla costruzione di luoghi di culto. Nel corso dei secoli la chiesa ha subito diversi restauri, alcuni necessari a seguito di eventi sismici che colpirono la Basilicata, una regione soggetta a terremoti. Questi restauri hanno influenzato l’aspetto attuale dell’edificio, che mantiene comunque elementi legati alla sua architettura originaria.
Dal punto di vista architettonico, la chiesa di San Nicolò Magno e rappresentativa da uno stile sobrio, con influenze medievali e rinascimentali. L’esterno della chiesa ci appare in pietra locale, in linea con il carattere del borgo, e la facciata presenta decorazioni minimali, l’interno, sebbene modesto nelle dimensioni, ha un’atmosfera raccolta e solenne, include elementi artistici come pale d’altare o affreschi, tipici delle chiese lucane, che potrebbero essere stati aggiunti nel corso dei restauri; l’aspetto più importante di questa chiesa è l’altare maggiore, probabilmente dedicato a San Nicola, con simboli iconografici che richiamano il santo.
Le mensole in pietra
Osservate sempre le case di questo borgo, perché una grande particolarità risiede nelle mensole in pietra presente nelle case di Guardia Perticara, in particolare quelle delle abitazioni in stile sassone, rappresentano un importante elemento architettonico e decorativo del borgo. I casi sassoni o case in pietra, tipiche di Guardia Perticara, si caratterizzano per l’uso prevalente della pietra locale estratta dalle cave vicine, che veniva utilizzata sia per la struttura portante che per gli elementi decorativi. Queste abitazioni risalgono a periodi medievali o successivi e spesso includono dettagli architettonici come architravi, portali e, appunto, mensole in pietra. In molti casi le mensole nelle abitazioni sassoni erano riccamente decorate con motivi scolpiti, spesso geometrici o simbolici, che riflettevano le tradizioni locali o la capacità artistica degli scalpellini del tempo.
Questi elementi non solo servivano a sostenere strutture superiori, come terrazze o tetti sporgenti, ma aggiungevano anche un tocco di eleganza e unicità all’edificio. Le mensole che troveremo nelle case di Guardia Perticara possono variare da semplici blocchi geometrici a forme più elaborate. In alcuni casi le mensole erano incise con decorazioni floreali o zoomorfe o con simboli che richiamavano la protezione e la religione, indubbiamente tipiche delle tradizioni medievali.
Immergiamoci tra i sapori della Basilicata
La prelibatezza della cucina di Guardia Perticara è palpabile già nei profumi che si propagano lungo i vicoli del paese all’ora di pranzo. Piatti gustosi sono quelli della tradizione contadina, dai “ferricelli” al sugo di carne, agli involtini di carne di maiale e cotica farcita. E troveremo ancora la pasta fatta in casa, come le orecchiette, i cavatelli e i fusilli lucani. Ma grande è anche l’utilizzo della carne e salumi, come la salsiccia lucana, uno dei prodotti più noti della regione, preparata con carne di maiale, peperoncino e finocchio selvatico. E ancora, il pezzente, un salume povero preparato con le parti meno nobili del maiale.
Dunque, visitare questo luogo, vorrà dire immergersi all’interno della tradizionale cucina lucana.
Un tuffo nel verde
Guardia Perticara è un magnifico luogo nel quale immergersi all’interno della natura e dove magnifiche passeggiate, e sentieri nascosti porteranno a voi una sensazione di totale benessere. Si resta ammaliati dalla vista di un paesaggio sconfinato e splendido sulla valle del torrente Sauro, un grosso affluente del fiume Agri, il quale scorre tranquillo in un larghissimo greto ciottoloso. Proprio nella splendida Val d’Agri, verdi colline coltivate e a vigneti fitti, boschi selvaggi, calanchi e strade che si snodano tortuose caratterizzano il contesto in cui si trova l’antico borgo distrutto dai Saraceni. E tortuosa è anche la strada che tra querce, oliveti scende fino a guardia che ricade in un territorio dall’immenso, patrimonio forestale costituito per lo più da fustaie e latifoglie con specie quercine, faggete, castagneti e boschi misti. Vivere all’interno della natura non è mai stato così semplice.
In conclusione, Guardia Perticara è un luogo che incanta per la sua autenticità e il suo legame profondo con la storia e la tradizione. Un viaggio in questo borgo è un’immersione in un passato fatto di pietra, lavoro contadino nella vita semplice ma piena di significato.