Antichi templi e splendide spiagge: la Grecia più bella non la trovi sulle isole, ma nel suo cuore storico
Questo viaggio è nato con il preciso scopo di andare a visitare Meteora, che da tempo era nell’elenco dei posti che volevamo vedere. Avendo una settimana a disposizione, abbiamo steso un itinerario che ci permettesse di visitare anche Delfi e di godere di un po’ di riposo su qualche bella spiaggia greca.
Indice dei contenuti
Diario di viaggio in Grecia
Giorno 1 – Arrivo a Rafina
Atterriamo nella capitale greca l’11 giugno alla sera, ritiriamo la nostra auto a noleggio e in circa 15 minuti arriviamo a Rafina, un porto molto vicino alla città da dove partono traghetti per diverse destinazioni, tra queste anche Eubea. Detta anche Evia è la seconda isola più grande della Grecia dopo Creta, ma è davvero poco nota, prima di partire avevo cercato notizie in rete trovandone poche. Oltre che da diversi traghetti, l’isola è collegata alla terraferma da due ponti posti nelle vicinanze della cittadina di Halkida (Calcide).
L’isola è tagliata in due da una dorsale montuosa che crea un paesaggio molto diverso da costa a costa, la costa orientale è alta e rocciosa e ricca di calette, mente la costa occidentale è meno aspra e ospita piccole località balneari. Il turismo presente è in gran parte greco, ci sono alcune piccole cittadine dove potere alloggiare in studios o residence o alberghi.
Giorno 2 – Eubea
Il traghetto da Rafina della società Evia Star parte in perfetto orario alle 8.30 (costo per l’auto 25€+11€ per ogni passeggero) e arriva in circa un’ora a Marmari, una delle due cittadine (insieme a Karystos) della parte meridionale di Eubea. Entrambe molto tranquille, affacciate sul mare e con bellissime spiagge nelle vicinanze. Segnalo la fantastica Great Sand beach, che ha una lingua di sabbia bianca che si protende nel mare e la vicina Zastani beach (entrambe non attrezzate). Sul lato est di Eubea tra le altre la spiaggia di Agios Dimitros, una cala rocciosa con mare cristallino e sabbia bianca. Trascorriamo due giorni a girovagare tra le varie spiagge, ma anche a visitare alcuni resti storici tra cui il Castello Rosso, che si raggiunge da Karystos percorrendo una strada carreggiabile che porta al villaggio di Mili, poco più avanti si parcheggia l’auto e si sale a piedi lungo un sentiero sterrato che porta direttamente ai resti di un acquedotto romano. L’area del Castello Rosso è recintata ma basta aprire il cancelletto e percorrere il sentiero fino ad arrivare ai ruderi. Non c’è nessuno, solo qualche capra e una gran pace, oltre ad un gran caldo!
Decidiamo di andare alla ricerca dei resti di una antica cava romana, di cui abbiamo trovato cenni in rete, che si trova anch’essa nei pressi di Mili. La strada carrabile arriva ad uno spiazzo sterrato, poi da lì parte un sentiero abbastanza ben segnalato (con cerchi di colore rosso dipinti sulle rocce) che sale alla cava. La salita dura circa 40 minuti e alla fine si arriva al piazzale di cava dove sono ancora stese enormi colonne che sembrano essere pronte per essere trasportate a valle e caricate su una nave romana per arrivare chissà dove. Le colonne hanno un diametro di un paio di metri e sono state scavate in un marmo bianco-verde tipico di Karystos che viene chiamato “cipollino”. Il panorama tutto intorno è fantastico e spazia a 360° sulla cittadina e sul mare, servono scarpe chiuse e pantaloni lunghi a causa della vegetazione bassa e spinosa che ricopre quasi tutto e che ci graffia senza pietà le gambe.
Giorno 3 – Eretria
Il giorno successivo partiamo da Marmari percorrendo la strada che attraversa Eubea verso nord, in direzione Eretria dove dormiremo una notte prima di andare verso Meteora.
Incappiamo nei resti dell’acropoli di Dystos, costruita con blocchi enormi che delineano un muro con una porta di ingresso e che ricorda (con un po’ di fantasia) la famosa porta dei leoni di Micene ovviamente molto più in piccolo. Il sito è ubicato in cima ad una collinetta, che si raggiunge percorrendo qualche km di strada sterrata in mezzo ai campi. Si può lasciare la macchina ai piedi della collinetta e salire lungo un facile sentiero fino alla porta di ingresso, in passato la collina era un isolotto in mezzo ad un grande lago, oggi ridotto ad una semplice area umida.
Ripartiamo quindi in direzione Agios Apostolos, una bellissima cala lungo la costa est di Eubea, dove ovviamente facciamo un bagno ristoratore (in spiaggia saremo gli unici…). C’è anche un ristorantino sopra la spiaggia dove potere mangiare qualcosa.
Verso sera arriviamo ad Eretria, una piccola cittadina sulla costa ovest di Eubea. Fondata intorno al 750 a.C. divenne una importante città marinara e sede di una illustre scuola filosofica, oggi si possono visitare il sito archeologico e un interessante (ma piccolo) museo.
Giorno 4 – Termopili e Monasteri di Meteora
Il giorno successivo inizia l’avvicinamento a Kalambaka, la cittadina dove dormiremo per visitare i monasteri di Meteora; per raggiungere la terraferma transitiamo sul ponte vecchio di Calcide, dove troviamo pochissimo traffico.
La strada che porta al nord passa vicino al sito di Termopili (a circa 2 ore da Eretria) e ovviamente non possiamo non fermarci ad ammirare il mausoleo dedicato a Leonida, eroe spartano ucciso durante la battaglia del 480 a.C. contro l’esercito persiano di Serse. Il monumento si trova in mezzo al nulla nella zona che fu teatro dello scontro ed è davvero imponente. Nel vicino centro di informazioni si possono vedere alcune simulazioni computerizzate su quella che è stata una delle battaglie più famose della storia e che ha consacrato alla fama la figura del generale Leonida e dei suoi 300 combattenti.
Termopili in greco significa “porta calda” e scopriamo che dall’altra parte della strada scorre un torrentello di acque termali calde. Con circa 35° di temperatura esterna, sembra da pazzi immergersi nelle acque termali sulfuree, ma è proprio quello che facciamo con grande soddisfazione!
Partiamo quindi in direzione Meteora, ci vuole circa 1 ora e mezza di autostrada molto scorrevole e a pedaggio. Nel tardo pomeriggio arriviamo a Kalambaka, giusto in tempo per fare un primo giro per i vari view point che permettono di ammirare i monasteri con la luce del tramonto. Il primo impatto è stato per me commovente, girando lo sguardo si vedono solo strani pinnacoli rocciosi composti da arenarie e conglomerati e sulla cima le strutture che costituiscono i monasteri, alcuni molto grandi altri piccolissimi. Sembra davvero un paesaggio da film fantasy… Pare che i primi eremiti che raggiunsero la zona intorno al X-XI secolo scelsero queste rocce perché consentivano di sentirsi più vicini a Dio e chiamarono la località Meteoro, che significa “sospeso per aria”. Mai nome fu più azzeccato!
Durante il periodo di massimo splendore erano presenti 24 monasteri, costruiti con enormi sacrifici; non esistevano scale per salire agli edifici e tutto il materiale necessario alla loro costruzione veniva issato in cima ai pinnacoli con funi e argani. Anche i monaci e i visitatori potevano salire solo tramite scale di legno mobili oppure tramite funi calate dall’alto alle quali venivano appese grandi reti nelle quali trovavano posto le persone. La salita durava anche mezz’ora, a volte le funi si strappavano e i malcapitati cadevano nel vuoto.
Le scale e i percorsi di accesso ai monasteri sono state costruite solo intorno agli anni ’20 del 1900, dopo la Seconda Guerra Mondiale, alcuni monasteri sono stati restaurati e aperti alla visita. Attualmente quelli visitabili sono sei: Grande Meteora (o della Trasfigurazione), Varlaam, Aghia Triada (o della Santissima Trinità), Rossanou (o di Santa Barbara), Agios Stefanos (Santo Stefano), Agios Nikolaos (San Nicola Anapavsas). L’ingresso da ogni monastero costa 3€ a persona, gli uomini possono entrare anche con i pantaloni corti mentre le donne devono le spalle coperte e un vestito (i pantaloni lunghi non sono accettati, portatevi un pareo oppure ve ne verrà dato uno in prestito per potere accedere all’interno).
Gli orari di ingresso cambiano in estate e inverno, inoltre un giorno alla settimana ogni monastero è chiuso (Gran Meteora chiude al martedì, Varlaam al venerdì, Roussanou al mercoledì, Santa Trade al giovedì e santo Stefano al lunedì, mentre San Nicola è sempre aperto). In pratica i giorni in cui tutti e sei monasteri sono aperti e visitabili sono il sabato e la domenica.
Gran Meteora e Santo Stefano sono i due monasteri più facilmente accessibili e infatti vi si trova moltissima gente. Gli altri quattro hanno un accesso più difficoltoso, tanti scalini anche ripidi da percorrere sotto il sole, però facendo le cose con calma in una giornata si possono visitare tutti e sei. Ogni monastero ha le sue caratteristiche, tutti hanno bellissime terrazze da cui si può ammirare il panorama circostante, tutti hanno una chiesa centrale riccamente decorata, nella quale non è possibile fare foto né filmare, qualche monastero ha un piccolo negozio che vende articoli religiosi e souvenir. Solo nel monastero di Santo Stefano abbiamo potuto vedere alcune monache che lo abitano ancora oggi. Molti turisti, ma anche molti greci in pellegrinaggio in questo che è il secondo centro religioso per importanza del paese, dopo il Monte Athos.
A fine giornata saremo ebbri da tanta bellezza, oltre che parecchio stanchi. Prevedete una intera giornata per godervi delle bellezze di Meteora, so che ci sono visite guidate da Atene, ma sinceramente non le consiglierei (troppa strada da percorrere e troppo poco tempo per visitare i monasteri).
Giorno 5 – Galaxidi
Il giorno successivo ripartiamo in direzione sud, non prima di avere fatto un ultimo giro per vedere i monasteri con una luce diversa. Lungo il tragitto decidiamo di fermarci una seconda volta per fare il bagno nel nostro privato centro termale di Termopili.
Raggiungiamo il paesino di Galaxidi, scelto per l’ultima notte greca, davvero molto carino, con un piccolo porticciolo affacciato su un mare che sembra una tavola tanto è calmo. Ceniamo sul lungomare e compriamo qualche souvenir da portare a casa.
Giorno 6 – Delfi e Atene
Al mattino successivo andiamo a Delfi e ci mettiamo in coda insieme a moltissimi altri turisti per entrare nel sito (12€ a persona, che comprende l’ingresso al sito ed al museo). Ubicato ai piedi del Monte Parnaso, originariamente era dedicato al culto della Dea terra Gea e solo successivamente venne dedicato al culto del dio Apollo, detto Pizio. E Pizia veniva chiamata la sacerdotessa che, seduta su un tripode al centro del santuario, emetteva i suoi vaticini pare dopo avere respirato il vapore che fuoriusciva da una fessura della terra.
Da vedere anche il museo, molto interessante e con alcune ricostruzioni computerizzate in 3D che consentono di capire meglio come doveva essere questo magnifico sito nel suo periodo di massimo splendore. Il sito è molto grande e si sviluppa su più aree, occorre dedicare almeno un paio di ore per vederlo tutto.
Ripartiamo quindi alla volta di Atene si avvicina il momento di tornare a casa, ma per fortuna avendo il volo alle 22.30 abbiamo ancora il tempo di andare a fare un ultimo bagno in una spiaggia vicina all’aeroporto. Scegliamo Paralia Artemidos, dove troviamo lettini e ombrelloni gratuiti a patto che si faccia una consumazione (ci dicono nel weekend costino 10€), docce e un baretto per bere qualcosa.
Una degna conclusione per un viaggio che ci ha saputo affascinare, Eubea è stata una bella scoperta, Meteora un ricordo indelebile nella memoria di tutti noi e il mare greco una gran bella conferma!