Al ritmo de Las Ramblas

La vacanza a Barcellona era nei nostri pensieri già da diversi anni, pregustata da tempo, ma preceduta un po’ per caso da Praga e Budapest… Finalmente, questa volta, si vola con destinazione Barcellona! Con un mese di anticipo inizia l’organizzazione del viaggio: chiediamo deplian e notizie all’Ente del Turismo spagnolo con sede in...
Scritto da: A&L
al ritmo de las ramblas
Partenza il: 10/04/2008
Ritorno il: 14/04/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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La vacanza a Barcellona era nei nostri pensieri già da diversi anni, pregustata da tempo, ma preceduta un po’ per caso da Praga e Budapest… Finalmente, questa volta, si vola con destinazione Barcellona! Con un mese di anticipo inizia l’organizzazione del viaggio: chiediamo deplian e notizie all’Ente del Turismo spagnolo con sede in Piazza di Spagna a Roma ma che fornisce informazioni anche attraverso il sito internet: www.Enteturismospagnolo.It.

Consultiamo anche il sito di Barcellona: www.Bcn.Es Prepariamo un tour minuto per minuto, cercando di sfruttare nel modo migliore i tre giorni in terra catalana.

VOLO. Da Roma partono diverse compagnie aeree low cost: Click air, Ryan air, Vueling. Noi abbiamo optato per quest’ultima che offriva il prezzo migliore e buoni orari di partenza. Il costo per volo a/r per due persone con assicurazione è stato di € 230 (non comprensivo dell’imbarco bagagli: €4,5 a tratta).

ALBERGO.

Nonostante prenotiamo con un mese di anticipo e non in coincidenza di festività e ponti, molti alberghi ed hostal erano al completo, così alla fine scegliamo sul sito www.Booking.Com, l’HCC Taber della catena HCC che si è rivelato una buona soluzione (4 notti per 2 persone € 440 senza colazione). L’albergo è un edificio progettato dall’architetto Domenech I Montaner, ristrutturato nel 2007. La facciata esterna è molto carina, le camere sono un po’ piccoline ma pulite e la posizione è strategica, vicino a Plaza Catalunya che è il vero centro cittadino, punto di partenza per qualsiasi rotta. Vi consigliamo questa zona, l’Eixemple, per soggiornare perché non risente del caos delle Ramblas, è piena di locali e non è neppure una zona poco sicura come può essere quella vicino al porto o quella vicino all’Arco di Trionfo.

Finalmente si parte! Giovedi 10 Aprile. Arrivo a Barcellona, passeggiata per Las Ramblas e per il Barrio Gotico.

Partenza alle 9:40 da Roma Fiumicino e arrivo alle 11:30 a Barcellona. Subito fuori l’aeroporto c’è l’airbus, l’autobus che porta in centro città e precisamente a Plaza del Catalunya. Il biglietto ha un costo di € 4,10 e si può acquistare direttamente dal conducente.

Posiamo le valigie in albergo e alle 14:00 siamo pronti per immergerci nella capitale catalana. La prima tappa è l’ufficio del turismo a Plaza de Catalunya. Qui acquistiamo la Guida “Ruta del Modernismo” che è un utile sussidio per conoscere il Modernismo in Catalunia e dà diritto a sconti per gli ingressi a diversi punti di interesse (€ 12 per la guida e gli sconti per una persona ed ulteriori € 5 per avere diritto agli sconti per un accompagnatore). Alla fine del soggiorno il risparmio è stato minimo, nonostante abbiamo utilizzato diverse riduzioni, tuttavia la guida è un utile punto di riferimento per visitare la città ed è più completa rispetto alle normali guide turistiche. Attenzione, non c’è in Italiano: solo in Spagnolo e in Inglese. Seconda tappa è il Palau de la Musica per il quale sappiamo bisogna prenotare con ampio anticipo una visita guidata e, infatti, ci viene accordata due giorni dopo, il 12 aprile.

Sbrigate queste formalità di organizzazione, ci tuffiamo su Las Ramblas. Il termine Rambla deriva dalla lingua araba e significa “torrente” in allusione all’antico corso naturale delle acque che passavano qui. Oggi a noi dà ancora l’impressione di essere un fiume, un fiume di persone…Ed il miglior modo di percorrerlo è senza dubbio lasciarsi trascinare dalla corrente (anche perché se ti fermi gruppi di turisti ti vengono addosso!).

La Rambla è una via ma, in realtà, il suo nome cambia nei diversi tratti, prendendo il nome delle diverse chiese, dei diversi edifici che vi hanno sede e per questo motivo viene denominata Ramblas al plurale. Arrivando da Plaza Catalunia, si imbocca la Rambla de los Canaletes che prende il nome dall’omonima fontana. La legenda narra che chi beve dell’acqua della fontana tornerà sicuramente a Barcellona e allora, beviamo.

La Rambla dels Estudis ospita l’Accademia della Scienza e delle Arti, la Rambla dels flores i chioschi che vendono i fiori. Qui è situato il famoso Mercato de la Boqueria: un mercato stupendo con la frutta coloratissima tutta impilata in perfetto ordine, i banchi del pesce con aragoste ancora vive che si muovono sopra, chioschi che vendono solo uova (ma di tutti i tipi) o solo caramelle…Noi ci siamo refrigerati con succhi di frutta fresca (€ 1 l’uno) e con un frutto Tailandese, il pitahaya di colore rosa e con sapore simile al kiwi (mai visto prima!).

Usciamo dal mercato e, poco più avanti, troviamo una piccola piazzetta con un mosaico di Mirò per terra ed all’angolo la Casa Bruno Quadros, un edificio modernista molto particolare, sicuramente il più bello de Las Ramblas. Ideato come negozio di ombrelli e realizzato dall’arch. Vilaseca è un palazzo facilmente individuabile perchè presenta ombrelli sulla facciata ed un drago sull’angolo.

Sulla successiva Rambla des Caputxin si trovano il Liceo ed il teatro dell’opera, mentre la Rambla de Santa Monica prende il nome dall’omonimo convento e costituisce l’ultimo tratto dell’enorme viale.

Ci inoltriamo nel Barrio Gotico, il quartiere più antico di Barcellona, decidendo di prendere alle spalle la Cattedrale.

Prima tappa è la Plaza San Jaume, centro istituzionale della città dove si affacciano il Municipio (Ayuntamiento) e la sede della Regione (Palau de la Generalitat). Camminando tra le stradine del Barrio Gotico arriviamo a Plaza del Rei su cui si affaccia un antico palazzo reale aragonese. Arriviamo quindi alla Cattedrale, la cui visita è gratuita dalle 17:00 in poi (www.Catedralbcn.Org). Purtroppo la facciata è completamente coperta dalle impalcature, perché è in restauro, l’interno però è meraviglioso. La cattedrale è stata costruita tra il XIV e il XV secolo ed è uno stupendo esempio di gotico catalano con un magnifico coro intarsiato in legno e con la famosa Statua del Cristo di Lepanto. La leggenda narra che questo crocifisso abbia difeso la flotta spagnola nella battaglia contro i Turchi e la figura del Cristo è piegata in modo particolare proprio per aver respinto una cannonata. Le sorprese della Cattedrale non finiscono qui, perché c’è ancora il chiostro di Sant’Eulalia. E’ un angolo di pace nella chiassosa Barcellona, dove si trovano 13 oche in ricordo dei 13 anni di martirio di Sant’Eulalia, copatrona della città insieme alla Madonna della Mercede.

Appena fuori la cattedrale, sotto la scalinata assolata, c’è un gruppo di gitani che canta, una bellissima immagine della Catalogna. In effetti, abbiamo notato che sulle strade del Barrio Gotico ci sono molti musicanti che si esibiscono e rendono l’atmosfera unica. Continuando su Carrer Bisbe, ci mettiamo alla ricerca dell’Ardiaca, antica dimora dell’Arcidiacono della Cattedrale. Si entra in un piccolo patio tutto decorato di azulejos (mattonelle di ceramica decorate) con una piccola palma che spunta nel mezzo. Mi raccomando non perdetelo è un posto molto suggestivo! Torniamo verso las Ramblas passando per Plaza Reial chiusa da un porticato e maestosa con le sue palme e con i lampioni realizzati da Gaudì che riportano i simboli della Catalunia. Sono le 20:00 ed ormai stanchi ci dirigiamo verso l’albergo nella ricerca di un ristorante buono e vicino. Ci fermiamo da Mussol su Carrer Aragò (a 200 metri dall’albergo), un ristorante con cucina catalana frequentato soprattutto da Barcelloneti (evitiamo sempre i posti con troppi turisti). Ordiniamo una xatonada di Sitges (carpaccio di baccalà, tortilla ed insalata), due secondi di carne, una crema catalana e paghiamo € 38 comprensivi di una birra ed una sangria piccola (che scopriamo essere una caraffa da un litro).

Venerdi 11 Aprile. Un giorno con Gaudì.

Iniziamo la giornata con una buona colazione da Rodilla su Rambla de Catalunia (2 cappuccini e 2 brioche: € 3,9) dove si può scegliere ogni tipo di brioche spagnola: empanadas, panuelos de almendra, caracoles, oltre ai classici cornetti. C’è l’imbarazzo della scelta! Alle 9:00 in punto siamo di fronte a Casa Battlò (a 300 metri dall’albergo), un edificio realizzato da Gaudì su una costruzione preesistente (www.Casabattlo.Es). L’ingresso con lo sconto de La Ruta del Modernismo costa € 12, anziché € 16. All’interno ci forniscono le audio-guide che ci spiegano la casa in dettaglio ed impieghiamo circa due ore per visitare questa casa meravigliosa, dove tutto è curvilineo e richiama le forme della natura. Alle 11:00 siamo davanti alla Pedrera e dopo mezz’ora di fila finalmente entriamo. La Pedrera è l’ultimo edificio civile realizzato da Gaudì che la costruì tra il 1906 e il 1910 per volere dell’imprenditore tessile Milà (www.Caixacatalunya.Es). L’ingresso costa € 6 con lo sconto (prezzo intero € 8). La visita all’edificio, sempre con l’audio-guida, è articolata su tre piani: un appartamento arredato secondo lo stile modernista; un sottotetto con 270 archi dove sono illustrate tutte le opere di Gaudìe, infine, la terrazza maestosa chiamata il “giardino dei guerrieri” per i suoi camini a forma di guerrieri appunto. Dopo circa un’ora e mezzo immersi nelle fantasie della Pedrera, usciamo ed un po’ affamati ci fermiamo al primo bar che troviamo su Passeig de Gracia che però si rivela un po’ caro (2 panini ed una pepsi: € 13!) Dopo esserci rifocillati, continuiamo il nostro percorso sulle orme di Gaudì verso la Sagrada Familia. Acquistiamo alla Metro Diagonal il T-10, abbonamento di 10 corse non personale che si può usare comodamente in due (€ 7) e viene venduto in ogni metro tramite le macchinette automatiche e si trova sempre un addetto che aiuta in caso di difficoltà.

La Sagrada Famiglia è il simbolo di Barcellona e pensavamo di non poter andare via dalla città senza esserci entrati, ma che delusione! (biglietto con sconto €7, intero € 8, www.Sagradafamilia.Org).

Le facciate esterne sono bellissime ma dentro è semplicemente un cantiere, in alcuni tratti, a cielo aperto. Non consiglio a nessuno di entrare a vederla (a meno che non abbiate intenzione di entrare tra 30 anni o volete contribuire con il biglietto alla costruzione). L’unica cosa interessante è la scuola costruita affianco alla chiesa per i figli degli operai che vi lavoravano ai tempi di Gaudì ed il museo con la storia della costruzione.

Prendiamo di nuovo la metro con fermata Vallarca per arrivare a Park Guell e qui ci riscattiamo dalla precedente delusione. Questa è forse l’opera più bella realizzata da Gaudì e ci fa entrare in un’atmosfera onirica.

Il Park Guell doveva costituire parte della Colonia Guell, un’area residenziale progettata da Gaudì e Guell (il suo mecenate), che però non è stata mai portata a termine perché non ci furono acquirenti.

Per arrivare si devono percorrere 600 metri a piedi, tutti in salita, ma con ampio ausilio di scale mobili. Non si accede dall’entrata principale ma dal lato superiore del parco e dopo un po’ di discesa immersi in una bella vegetazione, incontriamo diversi colonnati che sembrano formare un tutt’uno con l’ambiente circostante: prima colonne tutte oblique, poi colonne a forma di palme. Ci troviamo quindi in una piazza con terra battuta che si mostra come una terrazza sull’intera Barcellona. Il parapetto della terrazza è costituito dalla famosa panchina gaudiana. La panchina è costruita con lo stile trecadis, cioè come se fosse un mosaico unendo tante diverse mattonelle a creare particolari decori, e sembra essere “arricciata”: semplicemente fantastica! Mentre la maggior parte dei turisti scappa di fronte alle nuvole che minacciano pioggia, noi riusciamo a goderci il posto ed il panorama in assoluta solitudine, anziché con la calca che c’era precedentemente.

All’ingresso principale del parco ammiriamo la Salamandra, simbolo di Barcellona, e le Casine di Hansel e Gretel realizzate da Gaudì in modo da dare l’impressione di essere formate di dolciumi.

A pochi metri dall’ingresso c’è la Casa Museo di Gaudì (biglietto ridotto € 3, intero € 4) arredata con il mobilio originale: piccola, ma graziosa.

Il Park Guell è veramente enorme e, per completare la visita, saliamo nella zona de las tres cruces (tre croci), punto in cui doveva essere costruita la chiesa del Parco e dove si gode di una bellissima vista di Barcellona.

Inizia a piovere, sono ormai le 19:00 e seguiamo le indicazioni per la fermata dell’autobus (non ricordo il numero) che ci ferma direttamente su Passeig de Gracia.

Dopo essere passati in albergo, sempre sotto la pioggia andiamo a cena questa sera al Madrid-Barcelona sempre su Carrer Aragò e prendiamo una frittura di calamari, una butifara cum sumfaina (piatto tipico catalano che è sostanzialmente una salsiccia con peperonata), una crema catalana, acqua e vino. Spendiamo sempre € 37 ma siamo meno soddisfatti rispetto alla cena da Mussol.

Sabato 12 Aprile. A spasso per Barceloneta e La Ribera.

In questa giornata inseriamo le visite a quei punti di interesse che presentano orari un po’ rigidi: Palau Guell e Palau della Musica.

Oggi cambiamo caffè per la colazione e ci fermiamo da Rovica dove prendiamo due cappuccini e due brioches (1 churros e 1 cornetto con la cioccolata), spendiamo € 6,60 per mangiare in un locale fumoso e con prodotti di scarsa qualità…Era molto meglio Rodilla! Alle 9:00 come soldatini svizzeri siamo in marcia, percorriamo Passeig de Gracia per ammirare Casa Amattler, Casa Lleo Morera ed altri edifici modernisti indicati nella nostra guida “Ruta del Modernismo”. Abbiamo scoperto che da quest’anno Casa Amattler è visitabile ma solo con visita guidata e ad orari particolari… non siamo più in tempo per prenotare una visita durante il nostro soggiorno. Inoltre la facciata è in restauro e quindi rimaniamo proprio a bocca asciutta. Pazienza! Passeig de Gracia è una via molto ampia, molto elegante e la pavimentazione è stata realizzata con cura replicando il disegno degli interni della Pedrera. Su entrambi i lati si susseguono negozi di abbigliamento, bar e ristoranti. Ci fermiamo ad osservare i tanti esempi di modernismo catalano, meno noti, ma altrettanto affascinanti.

Imbocchiamo poi Carrer Casp. Dove possiamo ammirare solo dall’esterno un’altra opera di Gaudì, Casa Calvet. Percorriamo Ronda San Pere, rendendoci conto di essere nella China Town di Barcellona e arriviamo all’Arco di Trionfo: maestoso con il suo viale pieno di palme. Scendiamo nella metro, direzione Liceu. La stazione di Liceu è semplicemente fatiscente senza neppure l’intonaco sui muri. Per la prima volta siamo orgogliosi della nostra metro di Roma che è peggiore della metro di Praga, Budapest e Lisbona ma migliore della metro di Barcellona. Andiamo a Palau Guell, palazzo costruito tra il 1886 e il 1888 da Gaudì per il suo mecenate Eusebi Guell. L’orario di apertura è molto breve 10-14:30 (www.Palauguell.Org), l’entrata è gratuita ma scopriamo che possiamo visitare solo l’atrio e le stalle perché il resto è in restauro a partire da febbraio 2008 per due anni. Che tristezza! La nostra visita dura non più di un’ora comprensiva della fila per entrare. Sono le 11:00 e decidiamo di dedicare il resto della mattinata a Barceloneta, praticamente il braccio della città che si estende verso il mare. Percorriamo l’ultimo tratto de Las Ramblas e ammiriamo dall’esterno i Cantieri Marittimi (Reial Dressanes) dove nel Medioevo venivano costruite le navi, e che oggi ospitano il Museo Marittimo. Di fronte si trova il Palazzo della Dogana (Aduana) e al centro della Plaza del portal de Pau si erge il monumento a Colombo, una statua che raffigura il navigatore mentre indica l’orizzonte.

Da Las Ramblas ci tuffiamo sulla Rambla del Mar, un ponte che ha la forma delle onde e che si apre per consentire il passaggio delle navi verso il mare aperto. Noi siamo appunto fermati dal semaforo pedonale e assistiamo all’uscita in mare delle imbarcazioni.

La zona del Porto è stata recuperata dalle autorità cittadine in occasione dei Giochi Olimpici del 1986, al fine di dare un’adeguata facciata marittima alla città. Qui si trova il famoso centro commerciale Maremagnum che noi attraversiamo velocemente (i centri commerciali sono uguali in tutto il mondo!), il famoso cinema tridimensionale Imax e l’Acquario (non l’abbiamo visitato perché abbiamo già soddisfatto precedentemente la nostra sete di mare all’Oceanario di Lisbona e all’Acquario di Genova).

Vediamo la Statua che raffigura la Faccia di Barcellona e poi di nuovo in metro, direzione Urquinoa perché alle 13:00 abbiamo la nostra visita guidata al Palau de la Musica. Ci fermiamo per pranzo su Via Laietana alla Cerveceria H3 dove pranziamo con due bocadillos (panini) buonissimi ad € 6, che differenza rispetto a ieri! La visita al Palau de la Musica ci impegna per circa un’ora ed è in inglese (€ 10, € 8 con riduzione Ruta del Modernismo). L’interno del Palau, realizzato dall’architetto Domenech i Montaner, è meraviglioso, sembra un prato fiorito ed è veramente un’opera imperdibile se si viene a Barcellona.

E’ il pomeriggio di un sabato pieno di sole e andiamo a passeggiare a Parc de la Ciutadella affollato di Barcelloneti che prendono il sole.

All’ingresso del Parco si trova il Museo di zoologia edificato, sempre da Domenech i Montaner, come un castello medioevale con simboli araldici fantasiosi. Le costruzioni adiacenti, come la Serra, sono in stato di abbandono e non si riesce ad ammirare il loro fascino.

Ci inoltriamo nel Parco e scopriamo che anche la famosa cascata è in restauro! Vediamo la Sede del Parlamento della Catalogna e ci sediamo su una panchina. Così ci rendiamo conto che tra gli alberi volano tanti graziosi pappagallini verdi, non li avevamo mai visti in libertà e per di più al centro di una grande città: che carini! Tutto intorno ci sono alberi di arancio in fiore che emanano un profumo eccezionale. Ci siamo concessi una pausa veramente rilassante.

Usciamo da Parc de la Ciutadella, passiamo davanti al Mercato del Born…È in restauro anche questo! Andiamo, quindi, ad esplorare la Ribera.

Questo quartiere è sorto nel Medioevo a seguito dello sviluppo commerciale della città ed è un dedalo di vie strette strette; la zona negli ultimi anni si arricchita di punti di ristoro, di negozi di souvenir e, infatti, già il Passeige del Born è pieno di vita. Arriviamo alla Basilica di Santa Maria del Mare, incastonata tra le vie della Ribera, che è un bellissimo esempio di gotico catalano e simbolo della cultura catalana. Percorriamo Carrer Moncada ed andiamo al famoso Museo Picasso (ingresso € 8) che raccoglie le opere dell’artista dalla fanciullezza (dai 10 anni) all’anzianità.

Essendo dei golosoni, la tappa successiva è la pasticceria a Plaza del Angel. Tra i dolci tipici ci sono la coca de crema, i cracker di cioccolato ricoperti di canditi e noci… tutti da provare. Abbiamo scoperto che Barcellona ha un importante tradizione cioccolatiera (con persino un museo dedicato al cioccolato) a seguito dell’importazione del cacao dalle Americhe.

Ultima tappa della giornata è plaza de Espanya, zona Montjuc, dove il sabato e la domenica dalle 19:00 alle 21:00 c’è uno spettacolo: la Fontana Magica zampilla a ritmo di musica illuminata da luci multicolore. Per essere sinceri non ci emoziona particolarmente. Torniamo alla metro Espanya ed acquistiamo sempre alla macchinetta i biglietti per andare a Montserrat il giorno successivo. Abbiamo ormai assunto i ritmi spagnoli, infatti, sono le 21:00 e ancora dobbiamo cenare; in realtà, a quest’ora c’è ancora la luce per cui non ci si rende conto che è tardi… Torniamo a cena dal nostro Mussol e prendiamo una sangria piccola (il solito litro!), 2 secondi, 1 insalata, carciofi alla brace e un dolce tipico “le orecchiette della festa” e spendiamo € 37. Molto interessante è la carta dei dolci che spiega oltre la composizione, anche la storia di ogni singolo dessert che fa parte della tradizione catalana.

Domenica 13 Aprile. Montserrat e l’ultimo sorso di Barcellona.

Oggi scopriamo che a Barcellona la domenica mattina è tutto chiuso ed è praticamente impossibile trovare una caffetteria dove fare colazione.

Inoltre, le strade e le metro sono vuote e sembrano, tristemente, dei gironi dell’inferno: un po’ ovunque compaiono ragazzi che hanno passato un sabato notte da sballo e non si reggono in piedi, si accasciano sulle panchine, mugugnano.

Al contrario di tutto il resto della città, a Plaza de Espanya, il binario della linea R5 (direzione Manresa) per arrivare a Montserrat, è affollatissimo. Ci sono turisti, famiglie in pellegrinaggio e giovani attrezzati per praticare trekking sulla montagna.

Il Biglietto che abbiamo acquistato, il Transmontserrat, costa €20,90 ed include: – la metro a/r per Plaza de Espanya; – il treno a/r Barcellona-Monistrol de Montserrat; – la cremallera a/r da Monistrol de Montserrat a Montserrat; – la visita allo spazio audiovisivo; – l’uso illimitato della funicolare.

Sono le 8:36 e si parte! Dopo un’ora di treno, arriviamo a Moistrol de Montserrat dove c’è il collegamento con la cremallera. E’ impossibile sbagliarsi nello scendere (oltre che per il flusso di persone) perché tutto è indicato perfettamente.

La cremallera riparte dopo l’arrivo del treno ed in 20 minuti ci porta a Montserrat, cioè alla Montagna seghettata. La giornata è fantastica, c’è il sole, il cielo è terso e possiamo ammirare tutta la vallata; la zona è molto turistica e pure è uno stacco completo dalla folla di Barcellona, perché tutto intorno c’è una bellissima vegetazione.

Non avendo ancora fatto colazione, appena arrivati entriamo nella pasticceria e compriamo un ensaimada e un canyel de Xocolada (cannolo di cioccolata) e poi andiamo al bar a prendere 2 cappuccini. La più buona colazione in terra catalana ha un costo di € 7.

Entriamo nello spazio audiovisivo dove assistiamo ad un video che spiega il complesso monumentale (gratuito con il biglietto Transmontserrat).

Entriamo nella bellissima cattedrale, assistiamo alla messa in catalano e alle 12:00 ascoltiamo il famoso coro dei bambini. Infatti, dal Medioevo c’è una prestigiosa scuola di canto dove vengono ammessi solo i bambini più meritevoli, che rimangono nel monastero tutto l’anno e studiano canto diverse ore al giorno.

Sul viale che porta al Mirador (Belvedere) c’è una lunga fila di bancarelle che vendono prodotti tipici e ci fanno anche degustare formaggi caprini ed ovini, pane di fichi secchi e miele con pezzi di alveare immersi dentro. Prendiamo la cremallera delle 13:36 e alle 15:00 siamo in Plaza de Espaya. Dobbiamo ancora pranzare e ci fermiamo ad un bar-ristorante all’angolo della piazza. Abbiamo preso due tapas (una tortilla di patate e una frittura di calamari), le porzioni erano abbondanti e abbiamo pranzato con €6, compresi 2 caffé.

Avevamo ipotizzato di passare il pomeriggio a Montjuc ma dopo un’oretta passata a girovagare nella zona decidiamo di tornare in centro. Il famoso Poble Espanyol, dall’esterno, ci sembra un po’ “troppo finto” e non entriamo.

Andiamo a Plaza Tarragona dove vediamo la scultura Dona i Ocell di Mirò e l’Arena che, però, è in restauro.

Plaza de Catalunya, Las Ramblas, barrio gotico, la Ribera…Siamo alla ricerca del particolare non ancora notato, nella speranza di assorbire ancora l’atmosfera di Barcellona, quell’aria fresca che si sente solo nelle città di mare.

Per l’ultima cena catalana ipotizziamo di provare il famoso Quinte Nitz ma la lunga fila di turisti stranieri ci fa desistere dalla nostra intenzione e torniamo da Mussol (2 secondi, 1 insalata, 2 dolci, sangria ed acqua € 36).

Lunedi 14 Aprile. Vuelo con destino Roma: si torna a casa.

Oltre alla solita colazione da Rodilla, non ci resta che spedire le cartoline, preparare le valigie e prendere l’aerobus per l’aeroporto. Abbiamo fatto 30 minuti di fila per salirci, vedendone partire 4 pieni di gente, arriviamo, comunque, in tempo per il volo.

Qui consumiamo l’ultimo pranzo catalano da Tip Top Tapas: 1 porzione di patatas bravas e 1 piatto di polpette con verdure, acqua (€ 9).

Qualche consiglio… Tempo: Le temperature a Barcellona sono molto simili alle nostre di Roma e si trova bel tempo per la maggior parte dell’anno (visto il grave problema della siccità che affligge la Catalugna).

Scippi: occhi aperti ma senza allarmarsi troppo.

Siamo partiti un po’ preoccupati perché alcuni amici, che avevano visitato prima di noi la città, hanno vissuto l’esperienza negativa del borseggio.

In realtà, Barcellona non ci è sembrata molto pericolosa. Certo, nei luoghi affollati come las ramblas o il Mercato de la Boqueria meglio prestare particolare attenzione e mettersi lo zaino davanti.

Costi: La città è piuttosto cara sia per quanto riguarda il pernottamento sia per gli ingressi nei vari punti di interesse e per cenare è meglio allontanarsi dal centro.

Barcellona ha il suo fascino di città effervescente, non è simile a nessuna nostra città ma nel complesso sembra quasi di essere in Italia. Oltre alle famose opere di Gaudì ed ai famosi palazzi in stile modernista, la città offre ben poche opere di interesse culturale: tre o quattro giorni sono sufficienti per visitarla in lungo e in largo.

Se avete bisogno di altre informazioni non esitate a scriverci! Buenas vacaciones a todos! Laura e Andrea.



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