La città di San Francesco è un’oasi di spiritualità immersa nel verde, tra alberi monumentali e parchi antichissimi
Assisi non è solo spiritualità, ma è un luogo dove fede e natura vanno a braccetto. Dagli alberi monumentali dell’Eremo delle Carceri, fino alla land art nel Bosco di San Francesco, la natura è protagonista assoluta ad Assisi. Ecco 5 luoghi di Assisi davvero originali da scoprire, oltre al tradizionale percorso francescano che ripercorre i luoghi della vita e della predicazione del santo poverello.
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Gli alberi monumentali di Assisi
La cittadina di Assisi annovera nel suo patrimonio alcuni alberi classificati come monumentali, quindi tutelati e protetti secondo rigide norme.
- Tasso del conte Pucci. Nel cuore del centro storico di Assisi, lungo via di Borgo Aretino, si trova uno degli alberi inseriti dal Ministero per l’Ambiente nell’elenco degli alberi monumentali. Si tratta del cosiddetto Tasso del conte Pucci, che prende il nome dal vicino Palazzo Pucci. Questo tasso è alto oltre 13 metri e il tronco ha una circonferenza di circa 5 metri.
- Roverella di via Lorenzo Perosi. Lungo via Lorenzo Perosi, la strada che dal centro storico porta verso l’Eremo delle Carceri, incontriamo uno splendido esemplare di roverella, inserita dal Ministero per l’Ambiente nell’elenco degli alberi monumentali. Questo spettacolare albero è alto 21 metri e la chioma ha un diametro di oltre 30 metri, mentre il tronco raggiunge i 5 metri di circonferenza.
- Lecci monumentali dell’Eremo delle Carceri. Sono ben due i lecci annoverati tra gli alberi monumentali che si trovano nei pressi dell’Eremo delle Carceri di Assisi. Il primo leccio, chiamato Leccio n°1, ha circa 850-1.000 anni, tanto che è conosciuto anche con il nome di Albero del tempo di San Francesco. Posto vicino all’ingresso della Grotta del Santo, è alto 9 metri e il tronco ha una circonferenza di 2 metri. Ma è il Leccio n°2 il vero gigante degli alberi monumentali di Assisi. Si trova lungo la strada che dall’Eremo delle Carceri conduce al Santuario e alle Grotte e colpisce subito per la sua bellezza e imponenza. Il tronco di questo leccio conta 3 metri di circonferenza, una chioma larga 16 metri e ben 23 metri d’altezza.
Il Parco del Monte Subasio
Assisi è dominata dalla mole del Monte Subasio, alto ben 1.290 metri e tutta l’area è inscritta nel Parco del Monte Subasio, che copre una superficie di 7.442 h e che si estende sui territori di quattro comuni (Assisi, Spello, Nocera Umbra e Valtopina). Il Parco del Monte Subasio tutela e conserva alcuni ambienti naturali di estrema bellezza, che l’Unione Europea ha individuato come Siti di Interesse Comunitario. Essi sono il Fosso dell’Eremo delle Carceri, il Fiume Tescio, i Colli Selvalonga e Il Monte, Poggio Caselle e il Fosso Renaro. Sono tutti ambienti naturali di grande rilevanza storica e ambientale, dove storia e natura si uniscono in un mix sorprendente ed estremamente affascinante.
Il Monte Subasio è molto amato, tanto da aver dato il nome ad una delle radio più famose e ascoltate del centro Italia, Radio Subasio.
L’Eremo delle Carceri
Insieme alla Basilica di San Francesco e ad altri siti francescani, l’Eremo delle Carceri è stato inserito nel 2000 nella Lista dei beni Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco. Posto a 790 metri d’altezza, alle pendici del Monte Subasio e a circa 4 chilometri dal centro di Assisi, questo era utilizzato da San Francesco per ritirarsi in preghiera all’interno delle grotte naturali qui presenti. Le grotte erano utilizzate già in epoca paleocristiana e conservano ancora oggi tracce del passato. Il complesso si trova in un ambiente di rara bellezza: una spettacolare lecceta, con alcuni alberi monumentali, racchiude e protegge gli edifici dell’eremo, mentre le grotte utilizzati dal San Francesco per ritirarsi in preghiera, raccontano storie di eremiti e di miracoli.
L’Eremo delle Carceri sorge nei pressi di un grande burrone. La tradizione vuole che questo burrone sia il letto di un fiume che il Poverello d’Assisi fece prosciugare, perché il rumore delle acque disturbava la sua preghiera.
Il Bosco di San Francesco
Dal 2011 ai piedi della Basilica di San Francesco c’è un luogo dove la natura e la spiritualità diventano una cosa sola. Si tratta del Bosco di San Francesco, un bene gestito dal Fai, che si sviluppa per ben 64 ettari alternando vecchi edifici a un bosco. Quello all’interno del Bosco di San Francesco è un vero e proprio percorso, che inizia dal piazzale della Basilica per concludersi nella vallata del Tescio, dove troviamo la spettacolare opera di land art di Michelangelo Pistoletto, “Il Terzo Paradiso”. Quest’opera è formata da 121 ulivi disposti in modo tale da formare 3 cerchi, che simboleggiano l’unione tra cielo e terra, tra uomo e natura. Lungo il percorso è possibile ammirare un mulino, i resti di un ospedale e di un monastero, degli scavi archeologici, sempre circondati da ulivi, frassini, carpini, ginestre, aceri, querce e roverelle.
Il Bosco di San Francesco, prima dell’intervento del Fai, era una discarica a cielo aperto. Cumuli di immondizia facevano bella mostra di se a pochi pasi dalla Basilica di San Francesco. In Italia sono censiti ben 4.006 alberi monumentali. Per essere definito tale, un albero deve avere particolari qualità, come età, specie, rarità, dimensioni, valore storico e ambientale. Sul sito del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste è possibile consultare l’elenco aggiornato degli alberi monumentali suddiviso per regione.