Pita, storia e fantasia!
Così con il mio ragazzo, abbiamo deciso di visitare questa terra meravigliosa, non accontentandoci di Atene, ma visitando anche altre città.
PRIMO GIORNO Atterriamo verso l’una di pomeriggio all’aeroporto “Eleftherios Venizelos” di Atene. Partenza da Bologna alle 7 del mattino con una fortunata combinazione di aerei proposta dalla compagnia di bandiera austriaca “Austrian Arrows” che ci ha permesso di risparmiare circa 200 euro, facendo scalo a Vienna anziché a Roma. Abbiamo lasciato l’aeroporto in bus (la linea metropolitana dal terminal al centro di Atene era interrotta per lavori) e ci siamo avviati all’albergo (non molto costoso, perché non in centro, ma comunque comodo) e dopo esserci sistemati abbiamo raggiunto velocemente, grazie alla onnipresente metropolitana, il quartiere dell’Acropoli (fermata “Akropolis” della linea 2, rossa). È un quartiere molto suggestivo, i colori del tramonto esaltavano le fortificazioni della collina e le luci sistemate a regola d’arte facevano spiccare l’imponente struttura del Partenone, illuminato a giorno. Il quartiere è caratteristico, con innumerevoli negozietti di souvenir, le tipiche edicole che vendono anche acqua e snack e i tantissimi ristoranti, con tavoli rigorosamente sulla strada, per godere della vista sul Partenone o sulle ripide vie affollate. I ristoranti offrono tutte le specialità greche, ma anche piatti della cucina internazionale. I prezzi sono molto vari, per tutti i gusti. La vita notturna è molti attiva, i bar rimangono aperti, la città sveglia fino a tardi, con molte persone che passeggiano lungo l’ampio viale che porta in cima alla collina. La criminalità è decisamente scarsa, nonostante le dimensione della città, e le forze dell’ordine sono costantemente presenti, almeno nei quartieri centrali. Non c’è da meravigliarsi quindi che la vita notturna sia così attiva, anche all’infuori di pub e discoteche.
SECONDO GIORNO Ovviamente la sveglia suona molto presto e dopo una ricca colazione a buffet raggiungiamo nuovamente l’Acropoli, stavolta per una visita approfondita. Non c’è molta fila verso le nove e mezza di mattina, quindi raggiungiamo in fretta l’ingresso. Il biglietto è molto conveniente, con 12 euro si possono visitare, oltre ovviamente l’acropoli, il teatro di Dioniso, l’antica agorà, la biblioteca di Adriano, l’agorà romana, il Kerameikos e il tempio di Zeus Olimpo. La visita all’acropoli impegna tutta la mattinata, è un’esperienza soggettiva che difficilmente può essere descritta a parole. Oltre all’espressione massima dell’abilità dell’uomo nell’architettura infatti, non va dimenticato che l’acropoli è il luogo di nascita della filosofia occidentale, luogo di raccolta di grandi pensatori e pare che l’aria sia ancora impregnata della loro saggezza. Chi è sensibile al tema, non potrà fare a meno di notarlo. Unico neo, le ingombranti e invadenti impalcature che impedivano buona parte della visuale sull’imponenza del tempio.
Dopo un pranzo veloce ci siamo dedicati al museo dell’acropoli, recentemente inaugurato nella sua nuova sede più ampia e moderna ai piedi del Partenone, che contiene tutti i reperti sopravvissuti alle intemperie e ai numerosi saccheggi. Anche qui si può notare la maestria nell’arte della scultura e capire la grandezza dell’antica civiltà greca.
La visita richiede poco più di due ore e per finire l’intensa giornata abbiamo raggiunto l’antica agorà, centro storico, economico e politico del paese. Dai resti e dalle fondamenta si intuisce la febbrile attività che doveva esserci in questo luogo di commerci e scambi di notizie e pensieri. Vi è la possibilità di sedersi e ammirare l’onnipresente acropoli, ma anche di godersi l’ombra degli alberi e il profumo dei fiori, nonché l’immancabile vento.
TERZO GIORNO Per riprenderci dalla sfacchinata del giorno precedente dedichiamo l’intera mattinata alla visita del Museo Archeologico Nazionale, strutturato in modo da evidenziare l’evoluzione dell’arte greca, dalle figure essenziali dei “kouros” alle splendide ed elaborate statue, che paiono muoversi se colpite da una luce appena diversa. Tra le opere più famose ricordiamo la maschera d’oro di Agamennone e la statua di Zeus che scaglia la folgore (secondo alcuni, Nettuno che scaglia il tridente).
Ci spostiamo poi al Kerameikos, glorioso cimitero dove i nobili di tutta la Grecia desideravano essere sepolti, tanta era (ed è!) le sua maestosità. Un piccolo museo custodisce le lapidi e le sculture originali, sostituite all’esterno da fedeli copie in gesso. Il Kerameikos si trova in un quartiere degno di nota: Monastiraki, che prende il nome da un monastero situato proprio al centro, sulla piazza. Lo si potrebbe definire il quartiere del mercato, che assume colori, stili, sapori (e anche odori) diversi man mano che ci si dirige verso il centro. La prevalenza musulmana è evidente, e non è raro sentire le persone salutarsi e parlare in arabo. Domenica è il giorno in cui il mercatino delle pulci raggiunge la sua massima espansione, allargandosi fino ai confini del quartiere e occupando strade e marciapiedi. La piazzetta all’ingresso del Kerameikos è stracolma di venditori ambulanti che espongono le loro mercanzie su tovaglie e stracci, direttamente per terra. Qui si incontrano le persone più disparate e tra le più povere di Atene. Abbiamo visto bambini camminare scalzi sulla strada lastricata e scaldata dal sole, abiti e mani sporche, tante auto vecchie e ammaccate e accese contrattazioni per la vendita. La merce esposta è quanto di più variopinto e bizzarro si possa immaginare, da vecchi computer, giradischi, a scarpe spaiate e vestiti usati. Proseguendo verso il centro, alle tovaglie si sostituiscono banchetti di legno con merci più ricercate: bicchieri e servizi di vetro, teiere e ceramiche, quadri e lampade, oggetti di antiquariato. Si arriva poi nel cuore del quartiere con vie strette e piene di negozi e negozietti che espongono sulla strada i loro prodotti, dagli alimentari agli immancabili souvenir, dalle maglie alle scarpe alle scacchiere. Ce n’è veramente per tutti i gusti. Pranziamo con calma (forse a causa dei molti turisti, in Grecia si pranza dalle undici di mattina alle quattro del pomeriggio) e ci avviamo a piedi di nuovo verso l’Acropoli, per visitare il vicino tempio di Zeus Olimpo, maestoso pur nella sua incompletezza (sono rimaste solo 15 colonne su 47). In origine, dicono le guide, doveva essere più grande del Partenone stesso.
QUARTO GIORNO Questa giornata scorre molto più lenta e tranquilla delle altre. Ci concediamo qualche ora di sonno in più alla mattina e quando siamo pronti raggiungiamo la base del Licabetto (nei cartelli Licabettus), la collina più alta della città, dalla quale si può godere una vista mozzafiato. Si giunge in cima attraverso alcuni sentieri molto piacevoli oppure attraverso un veloce trenino sotterraneo. Avendo tempo a disposizione consigliamo la passeggiata, per nulla difficile e decisamente più suggestiva, che permette di godere delle diverse prospettive date dall’altezza, mentre si sale lungo i fianchi assolati della collina.
Nel pomeriggio invece ci dedichiamo ai Giardini Nazionali, un grande parco nel cuore della città, contenente una sorta di piccolo zoo con volatili, capre e pecore, un caffè in cui ordinare qualcosa da bere seduti comodamente ai tavolini (sia all’esterno che all’interno) e un orto botanico. Le piante del parco recano tutte un cartellino con genere e specie, per gli appassionati di botanica. Vi sono angoli caratteristici, come un piccolo laghetto, il roseto, antiche rovine, sentieri coperti da volte naturali a cupola e tanto verde.
Da notare che dal retro dei giardini si accede in una strada laterale che si apre sul retro del palazzo del Parlamento di Atene, dove è possibile seguire il lungo (e inevitabilmente buffo) cambio della guardia, senza doversi accalcare sul davanti, dove il più delle volte ci si perde lo spettacolo.
Questa giornata è stata più breve del previsto a causa di un inconveniente. Per il Museo della guerra, ai piedi del Licabetto, era purtroppo il giorno di chiusura e così ci siamo limitati ad una breve passeggiata tra i residuati bellici esposti all’esterno, visitabili gratuitamente. Consigliamo comunque ai Turisti di andarlo a visitare.
QUINTO GIORNO Armati di tanta pazienza e cercando di non scoraggiarci, ci prepariamo a lasciare Atene affrontando il traffico intenso a bordo della nostra auto presa a noleggio. Dopo lungo girovagare e aiutati innumerevoli volte dai gentilissimi ateniesi imbocchiamo l’autostrada che ci posterà a Tolo, prossima meta del nostro viaggio e città-base per gli ultimi 3 giorni che passeremo qui. Sulla via per Tolo ci fermiamo come previsto a Corinto, per visitare l’acropoli, indicata nei cartelli stradali come Akrokorintos. Diversamente dall’acropoli di Atene, che era suolo consacrato dalla Pizia, nell’Acrocorinto era permesso costruire negozi. Non c’è da stupirsi quindi se permangono tutt’ora intatti i resti dell’immensa stoà, oppure di un negozio con volta a botte, perfettamente integro. Del tempio principale sono rimaste solo poche, maestose colonne. Notevoli i resti dell’agorà e di un teatro, probabilmente usato non tanto per le rappresentazione ma a favore degli oratori per i loro discorsi. Anche qui è stato costruito un piccolo museo per le opere più pregiate. Il paesaggio diventa sempre più brullo a mano a mano che ci allontaniamo dalle città. Notiamo molti vigneti e uliveti, ma soprattutto delle vere e proprie piantagioni di un agrume particolare che non riconosciamo, il cui succo è molto rinfrescante e che si trova ovunque, dai supermercati alle colazioni a buffet.
Arriviamo a Tolo passando per Nauplia (detta anche Napflio), città degna di nota che abbiamo già inserito nei nostri programmi. Alloggiamo all’albergo Artemis, in una bella stanza con vista sul mare. O meglio, la terrazza sarebbe potuta essere un comodo trampolino, se avessimo deciso di fare un bagno, tanto era SUL mare! Ci sistemiamo e anche stasera usciamo a cena, in un buon ristorante rigorosamente con vista mare.
SESTO GIORNO Il sesto giorno ci svegliamo presto, per poter ammirare l’alba sul mare, uno spettacolo sempre affascinante, e perché abbiamo deciso di dedicare questa mattinata a Micene. Il sito archeologico è facilmente raggiungibile seguendo le indicazioni che portano fino le pendici del monte su cui sorge la città antica, arroccata e fortificata. Sembra incredibile che una simile opera sia stata realizzata senza le macchine e gli strumenti di cui disponiamo oggi. È questo che colpisce soprattutto di Micene, cioè la straordinaria abilità degli antichi muratori, architetti e geometri, che sono riusciti a costruire una simile roccaforte senza null’altro che abbondante manodopera e soprattutto la conoscenza della matematica e della geometria.
Qui inoltre si trovano i due esempi meglio conservati di una particolare forma di sepoltura: i Tholos, enormi camere dal soffitto conico scavate nella roccia delle colline circostanti Micene. La caratteristica volta a cono, ottenuta senza l’ausilio di calce o altri leganti, si regge in piedi solo grazie al modo in cui le pietre che la compongono sono state disposte.
Immediatamente all’esterno della prima cinta muraria incontriamo quello di Clitemnestra, moglie di Agamennone, che tradì durante la famosa guerra di Troia. Al centro del pavimento in origine si trovava la tomba che custodiva le spoglie della defunta.
Iniziamo così la camminata che ci porta all’interno della città. È emozionante passare attraverso la famosa Porta dei Leoni, che tanti personaggi della nostra storia hanno attraversato prima di noi. Delle antiche costruzioni purtroppo rimangono solo le fondamenta. Da notare subito a destra della porta un antico granaio, successivamente utilizzato come deposito di armi. Continuiamo sa salire fino a raggiungere il punto più alto della città, sulla vetta del colle. Qui parte dei resti del palazzo reale sono stati ricostruiti.
Ci incuriosisce poi l’antica cisterna, che permetteva di raccogliere e conservare l’acqua piovana e poter così resistere agli assedi che hanno caratterizzato la storia della città. Vi si accede tramite una scala segreta situata sul lato meridionale, quello accostato all’imponente montagna che sovrasta Micene. Il buio del tunnel che conduce infine alla cisterna ci permette di avanzare di pochi metri appena.
Ci dedichiamo poi al museo nel quale sono raccolte tutte le sculture e le opere più pregiate che adornavano la città.
Ci fermiamo poi per il pranzo, rigorosamente al sacco per non perdere tempo, poi ci accingiamo a visitare l’ultimo monumento della zona: il Tholos di Atreo, l’amante di Clitemnestra. È questo il più grande e meglio conservato esempio di questa sepoltura e vanta una particolarità: è presente infatti una seconda camera laterale detta Ossario, non compresa sotto la cupola. Contiene i resti delle persona precedentemente sepolte in quel sito. Per gli antichi greci sarebbe stato un sacrilegio non fornire loro un’altra sepoltura.
Torniamo così a Tolo e ci godiamo per tutto il pomeriggio il sole caldo e il mare, nuotando nelle acque cristalline.
Nel tardo pomeriggio visitiamo Nauplia, che ci ricorda le cittadine italiane. I veneziani e i turchi qui si scontrarono ripetutamente, lasciando tracce evidenti della loro cultura. Si notano moltissimi balconi alla veneziana e alcune moschee ora adibite ad altre funzioni come un cinema e alcuni appartamenti riadattati.
Vi è una bella passeggiata sul lungo mare, molto simile a quello italiano e della costa romagnola. L’ampio marciapiede è costeggiato da palme e dalla banchina si possono ammirare le due fortificazioni che sormontano la città. Alla fortezza di Palamidi si oppone infatti una roccaforte contenente al suo interno sei fortini veneziani indipendenti, che purtroppo non siamo riusciti a visitare per mancanza di tempo. Notevole la vista sul golfo e sull’isola fortificata non lontana dalla sommità del molo.
Ceniamo come sempre fuori, e come tutte le sere la spesa non supera i 20 euro a testa.
SETTIMO GIORNO È la mattina in cui ci svegliamo prima perché ci aspetta un lungo viaggio. Meta: Olimpia. Per raggiungerla attraversiamo tutto il Peloponneso. Per dare un po’ di numeri: impiegheremo tre ore all’andata per percorrere circa 180 Km, rimarremo per quattro ore, camminando quasi ininterrottamente, poi altre tre ore di macchina per il ritorno. Olimpia è forse una meta discutibile, ma assicuriamo a tutto gli scettici che ne vale la pena. Il sito è tra i più vasti e meglio conservati ed essendo patria dei giochi olimpici la sua storia merita di essere conosciuta. Non potendo descriverla come merita e lasciando al Turista il piacere di scoprirla nomineremo solo alcuni dei monumenti più suggestivi, quali il colossale tempio di Zeus, l’altare dove tutt’ora viene accesa la fiaccola olimpica, lo stadio delle prime olimpiadi e la palestra. Del tempio purtroppo rimangono solo i dischi che componevano le colonne, il cui diametro, però, supera anche il metro e cinquanta. Non è invece difficile intuire quale dovesse essere in origine l’aspetto della palestra, i lunghi colonnati ci danno un’idea delle dimensioni, della divisione in aree e delle pratiche che qui potevano essere svolte.
Notevole è anche il museo dei giochi olimpici dell’antica Grecia. Oltre al materiale custodito, il Turista potrà avere un resoconto esaustivo e interessante dei giochi, le regole, gli sport, gli omaggi agli dei, la vita degli atleti, il ruolo delle donne eccetera. OTTAVO E ULTIMO GIORNO Riconsegniamo l’auto in aeroporto a mezzogiorno e ci accingiamo a lasciare questa terra stupenda. Mentre attendiamo l’aereo girovagando per il grande aeroporto facciamo alcune considerazioni sulla nostra vacanza. Abbiamo notato che la vita qui costa decisamente meno che in Italia o nel resto dell’Europa, ci stupiamo ancora della gentilezza con cui chi hanno trattato, non solo negli alberghi, nei ristoranti o nei luoghi di visita, ma dovunque. Quasi tutti i cittadini greci conoscono l’inglese, sono sempre stati cortesi e mai maleducati e ci hanno sempre dato una mano. Ci si abitua in fretta al loro modo di guidare e di vivere la strada, al suono della loro lingua e non ultimo al loro alfabeto, che fortunatamente è spesso accompagnato dall’inglese. Anche se di certo non si tratta di una meta esclusiva (i turisti sono tanti, molti dei quali italiani), la Grecia nasconde un lato meno commerciale, più suggestivo. Il nostro soggiorno è stato breve ma intenso e possiamo dire di essere partiti con la voglia di restare, e arrivati a casa con la voglia di tornare.