Il viaggio ad Atene era stato organizzato per andare a vedere un concerto rock che però è stato annullato. Detto questo, con volo ed albergo pagati io e mia moglie andiamo comunque, approfittando del fatto che il 1° novembre festivo cade di venerdì. Ad attenderci, un caldo weekend alla scoperta della capitale greca, tra bellezze e contraddizioni.
Diario di viaggio ad Atene
Giorno 1 – Plaka
Volo comodo Aegean con partenza da Roma Fiumicino alle ore 10.35. Servizio a bordo buono, Wi-Fi a pagamento, presa usb e snack con panino al salame o vegetariano e bevande. Atene è un’ora avanti ed il volo dura esattamente un’ora e trentasei minuti.
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Per arrivare ad Atene decidiamo di prendere la metropolitana e, al costo di 9 euro a testa, arriviamo alla stazione di Kerameikos dopo circa un’ora. Molto semplice acquistare il biglietto nelle macchinette self service, anche in italiano e nelle quali si paga con carta di credito o in contanti.
L’hotel (Athenaeum Eridanus Luxury Hotel) si trova a circa un quarto d’ora dalla fermata delle metro e ci andiamo a piedi visto che abbiamo solo uno zaino con noi. Abbiamo già prepagato il tutto, circa 253 euro per due notti e quattro euro in due per la tassa di soggiorno. E’ un quattro stelle che si affaccia su un’arteria di comunicazione ma con le finestre chiuse il rumore è relativo. Prendiamo una stanza deluxe al terzo piano con vista sul Partenone: letto grande e comodo, pulito, con un balcone con tavolino e due sedie, un bel bagno con doccia walk in, ciabattine, accappatoio, cassaforte e bottiglia di vino rosso gratis e aperitivo all’arrivo. Ottima anche la colazione, con buona varietà di scelta. Personale gentilissimo e collaborativo. C’è un ristorante interno, di cui non abbiamo fruito, che se prenotato consente di avere una bottiglia di vino gratuita.
La posizione dell’albergo si rivelerà strategica perché abbiamo fatto tutto a piedi, senza dover prendere mezzi di trasporto. Si trova, infatti, vicino al noto quartiere Plaka e sebbene la zona intorno non sia particolarmente bella, basta fare dieci minuti a piedi e si arriva al quartiere citato, pieno di negozietti e posti dove mangiare.
Il clima è sostanzialmente estivo: 24 gradi e sole caldo, cosa che consente di girare in maglietta e, ad averlo saputo prima, in pantaloncini corti.
A vedere dall’alto la città, e lo si può fare sia dal Partenone come anche dal Monte Licabetto, si nota una infinità distesa di case bianche, con rari spazi di verde ed in lontananza alcune montagne alte circa 1500 metri. Dall’altra parte il Pireo, classico porto enorme con molto traffico e tipica vita portuale.
Il pomeriggio del 31, quindi, lo passiamo lì intorno, girando per i negozietti. Il quartiere, calcisticamente parlando, è del Pao, alias del Panathinaikos, e lo si può vedere dagli adesivi sui segnali stradali come dai graffiti con la scritta “13”, che è il “Gate” dal quale entrano allo stadio. Come prima direzione, quindi, c’è il Panathinaikos Store, dove acquisto ad 84 euro la prima maglia della squadra locale, mentre mia moglie spulcia tra i negozietti, trovando qualcosa di adatto a lei. Anche io trovo delle camicie, a costo molto ridotto rispetto a Roma ma molto carine. Passiamo poi dalle parti del Parlamento e, dopo due foto alla chiesetta Panaghea Kaptikarea, ci dirigiamo verso il ristorante prescelto su Tripadvisor, la Taverna Nissos, con cinque pallette e che principalmente ha cibo di mare. Servizio, anche qui, cortesissimo in lingua inglese con qualche spruzzata d’italiano. È una taverna classica di mare, con tavolini bianchi e azzurri e tovagliette di carta. Prendiamo cozze, classiche e rivisitate al sugo, risotto ai frutti di mare in bianco e polpo arrosto, con un vino locale in bottiglia, dolce e un liquore simile all’ouzo. Conto simile all’Italia, sui cento euro. Usciti, ci imbattiamo di lì a poco in una serie di locali con luci al neon viola e rosse, in cui lefamiglie con bimbi nell’età giusta celebrano Halloween. Ovviamente un po’ stanchi, torniamo in Hotel a dormire, con il Partenone illuminato fuori dalla finestra.
Giorno 2 – Partenone
In camera fa caldo per via del sole che batte sul terrazzo sicché , fatta colazione, usciamo con il minimo indispensabile e prenotiamo on line con ingresso alle 12.00 la nostra entrata all’area del Partenone. Per arrivarci facciamo un percorso a piedi tra strade piene di graffiti sui muri e negozi di ricambi di auto e ferramenteria: in questa zona le macchine sono vecchie ed evidentemente le si ripara fino a che non mollano definitivamente, e così le stesse case. Vediamo una chiesetta molto colorata ed il giardino in cui Platone insegnava, poi ci accingiamo ad andare all’Acropoli. Al termine della giornata avremo fatto più di venti chilometri ma ciò ci ha consentito di vedere tutto per bene. Prima di arrivare all’Acropoli, una via sterrata tra gli ulivi ci porta a Pnice, dove già si vede Atene dall’alto e l’Acropoli sul rialzo vicino. Poi dopo un’altra passeggiata di una quarantina di minuti arriviamo all’ingresso dell’Acropoli e ci mettiamo in fila ad aspettare il nostro turno. Una volta entrati, giriamo tutto il sito, veramente molto bello e con un panorama fantastico. Da lontano si vede anche il Monte Licabetto dove andremo l’ultimo giorno, e quello che ho saputo essere lo stadio Panathinaiko, a ferro di cavallo, che ha ospitato le Olimpiadi del 1896 e che può contenere circa 45mila spettatori. Visitiamo anche la collina dell’Aeropago e poi, riscendendo e con prezzo incluso nel biglietto, l’Agorà romana. Dopo aver mangiato sul cammino di ritorno un pezzo di cocco e un gelato, ci riposiamo in hotel per poi riuscire. Direzione stadio del Panathinaiko, il Panathenian. Si può vedere anche da fuori, ma vale veramente la visita per la sua imponenza, anche se alle 17.30 chiude.
Poi, a piedi, passiamo per il Giardino Nazionale con lo scopo di prendere la metro ed andare al Pireo, per vedere com’è. Come già scritto, è un grande porto ma è ormai notte e siamo stanchi, così prenotiamo un ristorante in una zona a trenta minuti dal nostro hotel e con la metro andiamo in un altro quartiere commerciale, dove acquisto altre due camicie al prezzo ottimo di cinquanta euro l’una. Arriviamo al ristorante prescelto, il Seawolf, anch’esso cinque pallette su TripAdvisor tra quelli che servono pesce e mangiamo su un tavolino esterno. Ristorante effettivamente molto buono. Io prendo un ottimo Ceviche (una zuppetta fredda al limone con pezzetti di cibo di mare), delle buone cozze e un Giouvetsi, che pensavo fossero gamberoni arrosto ma che invece era un risotto tipico Greco al sugo con tre grossi gamberoni, comunque buono. Come vino un Kidonitsa del Peloponneso, un dolcetto di crema catalana smezzato in due e un Roots della “famiglia” di liquori Mastiha. Prezzo sui 130 euro ma tutto sommato meritati. Torniamo a piedi in Hotel, circa mezz’ora di bella passeggiata lungo una strada pedonale con bancarelle serali.
Giorno 3 – Monte Licabetto
Anche oggi gran caldo. Fatta colazione, usciamo verso le dieci, con direzione la funicolare di Monte Licabetto. Passiamo attraverso il quartiere cinese e quello pakistano per poi arrivare alla zona bene e pulita della città, con belle abitazioni e viali alberati, collocata più in alto.
Prendiamo la funicolare che da Kolonaki in 5 minuti ci porta sulla cima di questo monte a punta alto circa 272 metri, ove si può anche mangiare. Dalla sommità si vede veramente in modo splendido tutta Atene fino al mare. Sostiamo un po’ e riscendiamo. Ripassiamo nuovamente avanti al Parlamento ed andiamo verso il teatro di Dionisio, che vedremo solo da fuori perché c’è fila e dobbiamo ripartire per l’Italia. Una bella strada che costeggia in basso l’Acropoli ci riporta in hotel, dove riprendiamo lo zaino per poi tornare alla fermata della metro Kerameikos dove la linea M3 ci porterà in 50 minuti circa all’aeroporto.
Atene è sicura, gente del posto molto gentile che si ferma se vede che hai incertezze nel tragitto della metro, prezzi non superiori all’Italia ed in molti casi inferiori. In tre giorni (un pomeriggio, un giornmo intero e una mattinata) abbiamo percorso 40 km. ma oltre ad esserne valsa la pena, è servito anche per… smaltire le prelibatezze locali.
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