New York alternativa

Ecco alcuni angoli di Manhattan e quartieri di New York che spesso vengono ignorati dai turisti, ma che potrebbero suscitare emozioni e che consiglio soprattutto a chi visita la Grande Mela non per la prima volta...
Scritto da: Bushwag
new york alternativa
Partenza il: 29/10/2009
Ritorno il: 08/12/2009
Viaggiatori: 1
Spesa: 2000 €
Ascolta i podcast
 
Il Natale si avvicina e questo è uno dei periodi migliori per visitare la Grande Mela, non a caso TPC di novembre le dedica lo speciale del mese. New York, che altro aggiungere su questa città che non sia già stato detto? Forse, viverla è il modo migliore per scoprirla e non vi basteranno cento viaggi per poter dire di conoscerla. E’ un luogo magico, forse l’unico al mondo dove tornerei mille volte provando sempre sensazioni diverse e facendo sempre nuove scoperte. Allo stesso tempo è anche una città in cui non vivrei mai… curiosa questa dissonanza… ma forse comprensibile per un ragazzo di campagna come me: il fascino della città mi attrae (e NY è la città per eccellenza) ma allo stesso tempo mi incute timore. Negli anni scorsi l’ho visitata due volte, ma non pubblicai il mio diario di viaggio, un po’ perché ce ne sono già di bellissimi e completissimi, con i quali sarebbe stato difficile confrontarsi, un po’ perché temevo di poter essere ripetitivo. Alla luce delle mie esperienze in città, oggi ho deciso di provare a dare un mio piccolo contributo rivolgendomi soprattutto a chi la visita non per la prima volta o a chi abbia parecchio tempo a disposizione per poter scoprire non dico gemme nascoste, ma luoghi poco conosciuti e che spesso vengono trascurati, che potrebbero suscitare in voi interesse, stupore o emozione. Procederò per quartieri…

MANHATTAN

Anche qui ci sono angoli e scorci che spesso non vengono adeguatamente apprezzati dalla maggior parte dei turisti. Mi permetto di segnalare un’area e un monumento che ritengo dovrebbero godere di maggior successo: Village. Molti sfiorano appena questo quartiere limitandosi a visitare Washington Square park, perdendosi così un quartiere unico della Grande Mela che si differenzia dagli altri sotto molti aspetti, a cominciare dalla viabilità, più disordinata e meno lineare, ma soprattutto dal punto di vista culturale, anche questo decisamente meno inquadrato e omogeneo rispetto alla cultura dominante. Infatti, il Village nella seconda metà del novecento è sempre stato centro di cultura alternativa e bohemienne: beat generation, hippies, musicisti, comunità omosessuale. Incomincerei la visita dal minuscolo Christopher Park. Qui si trovano le statue bianche che raffigurano due coppie omosessuali, e proprio di fronte c’è lo Stonewall Inn, locale da cui ebbe inizio un movimento di protesta della comunità omosessuale per il riconoscimento dei propri diritti. Da lì andando in direzione ovest e passeggiando in un curioso mix di palazzine eleganti (spesso abitate da Vip) ed eleganti botteghe alternate a locali e negozi dal chiaro orientamento gay, raggiungerete, infine, il Christopher Pier. Quest’area era un luogo un po’ sordido e trasandato ritratto in un film-documentario “Paris is burning” incentrato sulle gare di ballo della comunità gay da cui Madonna trasse ispirazione per le movenze nel suo video “Vogue”. Oggi vi si incontra una comunità più eterogenea, inclusi numerosi sportivi che fanno jogging lungo le rive dell’Hudson o sul lungo pontile, e turisti che si godono le splendide vedute sulla città e sul fiume che il Pier offre.

African burial ground (290 Broadway, tra Duane e Elk street). Questo luogo passa purtroppo spesso inosservato, in quanto circondato da mille altre attrazioni famosissime: Ground Zero, City Hall, Wall Street, Ponte di Brooklyn il cui passaggio pedonale inizia poco lontano. Qui nel 1991 durante dei lavori per la costruzione di un nuovo edificio, vennero rinvenute più di 400 bare di schiavi africani ai quali non era concessa la sepoltura nei terreni consacrati della Trinity Church. Oggi in quel luogo è stato costruito un toccante memoriale per celebrare degnamente chi, in condizioni di schiavitù, ha comunque contribuito a fare diventare grande la città di NY e gli Stati Uniti. E’ un monumento sobrio, in marmo nero e lucido, all’interno del quale si riesce a vedere il cielo, da sempre sinonimo di libertà.

Vorrei anche segnalare alcuni musei minori, che a mio modesto parere meritano una visita: New York City Police museum (100 old slip), piccolo e interessante museo che ripercorre la storia della polizia locale dai tempi di gangs of New York, fino alla tragedia dell’ 11 settembre passando attraverso l’epopea gangster. Sono esposte divise e armi, sia della polizia che dei delinquenti. C’è la ricostruzione di una cella, potrete vedere da vicino moto e auto della polizia, nonché concedervi una foto segnaletica come ricordo. Presso la Fed-Hall dovrebbero essere disponibili riduzioni sul comunque economico biglietto d’ingresso.

National Museum of the American Indian (Bowling green), ingresso libero. Più che sulla storia si concentra sulla cultura degli indiani d’America con esposizione di abiti tradizionali, oggetti, spiegazioni su tecniche lavorative e pratiche religiose. A volte vengono anche proposti spettacoli e dimostrazioni di artigianato. Un angolo è dedicato ai bambini con attività ludico-didattiche. Molto interessante il piccolo negozio di souvenir con abbigliamento e soprattutto oggetti provenienti dalle riserve indiane.

New York City Fire museum (278 Spring St, Soho), simile per concezione e spazi espositivi al NYC Police museum. Particolarmente toccante il memoriale dell’11 settembre. Piuttosto fornito il negozio di gadgets e abbigliamento ufficiali, per sentirvi anche voi un po’ eroi indossando abbigliamento del Fdny.

International Center of Photography (6th Ave, vicino incrocio con 43rd St), dove il venerdì dalle 17 alle 20 l’ingresso è ad offerta. Principale vetrina fotografica della città, ha ospitato esposizioni di alcuni dei fotografi più famosi e di altri che tali diventeranno. Il negozio offre una completissima scelta di libri a tema ed alcuni graziosi gadgets. Bello scoprire che una vostra amica conosce bene uno dei fotografi le cui opere erano esposte in quel periodo…

Due segnalazioni conclusive per indicarvi luoghi famosi ed economici dove mangiare uno spuntino.

Katz’s deli (205 E Houston St), locale ormai decisamente famoso, come dimostrano le foto di Vip appese alle pareti che includono quasi tutto lo star-system americano, politici e sportivi di fama internazionale. Ricordate l’amplesso simulato da Meg Ryan in “Harry ti presento Sally”? Fu girato in questo storico locale del lower east side dove, in un atmosfera un po’ retrò, vengono servite alcune specialità della cucina kosher ebraica, in particolare non perdetevi il pastrami e l’egg cream.

Lexington candy shop. Se dopo tanto peregrinare nei musei del museum mile avete voglia di riposarvi un po’ mangiando o bevendo qualcosa in un ambiente particolare potreste fare ancora qualche passo fino al numero 1226 di Lexington Ave per sedervi in questo locale, anch’esso passato sul grande schermo (I tre giorni del condor) e sul piccolo schermo (alcune pubblicità), e gustarvi magari una fetta di cheesecake sorseggiando cola alla vaniglia spillata dalla vecchia “soda-fountain”.

BROOKLYN

Dopo la passeggiata sull’omonimo ponte e le immancabili foto di rito con la skyline di lower Manhattan sullo sfondo, non tornate subito indietro, ma dedicate almeno una giornata alla scoperta di questo quartiere. Se siete appassionati d’arte Dumbo, area posta tra il ponte di Brooklyn e il Manhattan bridge, ospita alcune delle migliori gallerie d’arte di New York. Se siete appassionati di letteratura, sappiate che le case in pietra bruna di Brooklyn Heights hanno ospitato diversi scrittori famosi, da Thomas Wolfe a Truman Capote. Se amate il verde e la natura, Prospect Park rappresenta una valida alternativa a Central Park, ed al pari del più celebre “fratello” offre diverse attrazioni soprattutto per i più piccoli: giostre, uno zoo, la ricostruzione di una fattoria olandese del 18° secolo, un laghetto con barche a noleggio, una pista di pattinaggio. Se vorrete abbinare relax e arte il Brooklyn Museum, adiacente al parco, è secondo per dimensioni solo al Met e vanta una notevole collezione di pezzi, con ampi spazi dedicati all’arte africana ed egizia. Se avete visto il film “The warriors” (I guerrieri della notte) non perdetevi una sosta a Coney Island. Oltre a rivivere idealmente l’atmosfera e la scena finale di quel film, vi troverete in un quartiere dal fascino retrò, soprattutto per merito dell’obsoleto ma affascinante Luna Park, inaugurato nel 1903. Appena usciti dalla stazione della metro di Stillwell Ave gustatevi i famosi hot dogs di Nathan’s, magari senza esagerare come fanno i concorrenti della gara tra divoratori di hot dog che si tiene ogni anno, in questo locale, il 4 luglio. Se invece preferite una pizza, pare che a Coney, da Totonno’s ne vengano sfornate di deliziose. A contendergli la palma di migliore pizza di NY c’è, sempre a Brooklyn, Grimaldi’s, praticamente sotto al Ponte. Questa la ho provata, mentre la Tv nell’ affollato e chiassoso locale trasmetteva Juventus-Inter posticipo serale di serie A che per me cadeva in orario quasi da merenda per via del fuso orario. La pizza che preparano non è niente male ed è ben condita ma non ripeterei la lunga attesa sotto la pioggia all’esterno del locale prima di riuscire ad entrare, e non era ora di punta… Brooklyn ha il suo fascino anche di sera, in particolare i bar e i locali di Williamsburg fanno degna concorrenza a quelli di Manhattan.

HARLEM

E’ è un quartiere che ad ampie falcate si sta allontanando dallo stereotipo negativo che per decenni lo ha accompagnato. Merita sicuramente di essere visitato o addirittura di essere preso in considerazione come zona di residenza alternativa alla solita Manhattan, magari anche solo per qualche giorno in modo da avere due diversi punti di partenza privilegiati per visitare i vari boroughs. Verrete positivamente sorpresi dal punto di vista culturale, religioso, culinario e commerciale. In proposito posso suggerire di non perdervi…

Cathedral of St John the Divine: (Amsterdam Ave) più o meno a metà strada tra Central Park e la Columbia University, sul lato ovest dell’isola di Manhattan. All’esterno si trova un piccolo parco con curiose statue e targhe che riportano frasi ispirate all’amore e spesso più vicine ai veri valori cristiani di quanto non lo siano talvolta le affermazioni di alcuni esponenti del clero. Per esempio i versi di “imagine” di John Lennon. Anche all’interno si trovano cose che non ci si aspetterebbe di trovare in una chiesa tradizionale: un poet’s corner; un’enorme trave bruciacchiata a ricordo del lavoro dei vigili del fuoco, e che peraltro nella forma ricorda vagamente una blasfema croce rovesciata; ma anche un curioso altare ad opera di Keith Haring, artista che nella sua purtroppo breve esistenza non si può dire abbia rispettato appieno lo stile di vita che la morale religiosa suggerisce ai fedeli. La chiesa è maestosa, il più grande edificio religioso degli Usa, sebbene meno affascinante delle antiche cattedrali europee, e vanta un enorme rosone istoriato.

Columbia Univeristy: visitare un campus americano ha sempre il suo fascino, soprattutto se non siete alle prese con qualche esame da passare… Potrete osservare la vita degli studenti, i bei edifici, e magari scegliere di assistere a uno degli eventi culturali organizzati dalla comunità studentesca, scegliendo in un ricco programma. The last but not the least: nell’area del campus si può sfruttare la connessione wifi gratuita senza utilizzo di password.

Canaan Baptist Church: la messa con cori gospel ad Harlem sta diventando un must per chi visita NY. La chiesa più conosciuta è la Abyssinian Baptist Church, io invece sono stato alla Canaan. Qui i fedeli vengono separati dai turisti e, per fortuna, le foto non sono ammesse. Ad un primo impatto mi sembrava una situazione artefatta, quasi da spettacolo teatrale, ma poi mi sono ritrovato a partecipare ad alcuni cori sebbene il mio inglese e la mia intonazione non siano proprio da manuale. Mettete in preventivo di fare un po’ di coda per entrare, se non ricordo male anche mezzoretta. Proprio di fronte alla Canaan si trova Amy Ruth’s dove potrete gustare le delizie della cucina afro-americana ed indimenticabili waffles. Poco lontano si trova inoltre il Malcom Shabazz Harlem Market sulle cui bancarelle si respira aria di Africa con oggetti e abbigliamento legati alla cultura di quel continente. Di fronte al market, ma sull’altro lato della strada, si trova invece la Moschea in cui Malcom X era solito predicare. Tutti questi elementi di interesse si trovano sulla 116th street, a pochi passi dalla fermata delle linee 2 e 3 della metro.

Museo del Barrio (1230 5th Ave): è il principale centro di cultura ispanica in città, con collezioni che spaziano dall’età precolombiana ai giorni nostri, oltre ad esposizioni temporanee di artisti del calibro di Frida Kahlo e Diego Rivera. Non mancano testimonianze video e fotografiche sull’immigrazione ispanica negli USA e sulla vita del quartiere negli anni 60-70. Poco lontano (106th st, tra Madison Ave e Park Ave) troverete una sorta di museo di arte contemporanea all’aria aperta: il “Graffiti hall of fame” con alcuni splendidi murales che fanno mostra di se sui muri del cortile di una scuola.

Apollo Theater (125th st): è il più famoso teatro di Harlem in cui si sono esibiti tutti i più talentuosi artisti della musica black, e che ancora oggi ospita concerti di artisti di calibro internazionale (per esempio, mentre ero lì, Anthony and the Johnsons). Al mercoledì sera invece la sala è riservata ai dilettanti. La 125th strada è una delle principali arterie di Harlem con parecchi negozi ed è facile da raggiungere essendo servita dalle linee della metro A-B-C-D e dalle linee 2 e 3.

QUEENS

Molto poco considerato dai turisti, è il quartiere più popoloso di New York e quello dove forse meglio si percepisce la multietnicità di questa metropoli. Per scoprirlo vi basteranno poche ore e la metropolitana. Infatti grazie alla linea 7 un semplice mezzo di trasporto pubblico si trasforma in una delle esperienze più interessanti e meno costose che si possano fare nella Grande Mela. Allontanatevi da Manhattan in direzione Queens e scendete a Flushing, capolinea della linea 7, e poi tornate indietro alternando tratti a piedi, lungo Roosevelt Ave, ad altri sui mezzi pubblici. Questo itinerario vi offrirà: splendide vedute su Manhattan, per ammirare Empire State Building e Chrisler building da una angolazione diversa dalla solita. 5 pointz (fermata hunters point) un isolato che custodisce i più bei graffiti di NY. Il PS1 contemporary art center, uno dei musei emergenti della città.

Quartieri etnici più veri di quelli ormai appannati e turistici di Manhattan: Woodside (Irlandesi), Jackson Heights (indiani), Corona Heights (italiani e ispanici), Flushing (asiatici).

Famosi complessi sportivi: lo Shea Stadium (casa dei Mets e sede di storici concerti); l’Artur Ashe stadium e gli altri campi su cui si disputano i set degli US Open di tennis. Un enorme parco che oltre a tanto verde e a campi da gioco custodisce interessanti edifici costruiti per l’esposizione universale del 1964. Se siete appassionati di musica potrebbe farvi piacere visitare (gratuitamente) la casa in cui visse Louis Armstrong, poco lontana dalla fermata 103rd St della linea 7. In caso di fame potreste scegliere il ristorante etnico che più si confà ai vostri gusti. Io ho scelto il Jackson diner (vicino incrocio tra 74th St e Roosevelt Ave) che propone un vantaggioso “all you can eat” di cucina indiana a soli 10 $ (il bere si paga a parte). Se invece siete appassionati di Hip-Hop potreste prendere in considerazione di scendere dalla linea 7 e di salire sulle linee E e F che portano a Jamaica, quartiere che ha dato i natali a numerosi rappers di fama internazionale. Qui troverete negozi con ogni cosa che graviti intorno all’ambiente hip-hop, dalla musica all’abbigliamento, e potrete poi rifocillarvi mangiando una specialità jamaicana come il jerk chicken (davvero piccante, io però lo ho assaggiato ad Harlem).

STATEN ISLAND

E’ sicuramente il distretto meno conosciuto di New York. I traghetti che raggiungono l’isola attraccando a St George partono ogni 20 minuti, sono gratuiti e consentono anche di ammirare da distanza abbastanza ravvicinata la Statua della Libertà. Se avete qualche ora, appena sbarcati dal traghetto non salite subito su quello che torna indietro, ma fate qualche passo nelle immediate vicinanze del porto per trovarvi immersi in una realtà ben lontana da quella di Manhattan. Staten Island ospita una grande comunità cingalese, potreste approfittarne per assaggiare qualche piatto di quella cucina, comprare spezie, oppure recarvi in un negozio di dischi per cercare l’erede di M.I.A. (di sicuro la cantante più famosa di origine cingalese, ricordate “paper planes” nella soundtrack del film “The millionaire”?). In alternativa suggerisco di visitare Everything Goes, una serie di negozi di ispirazione hippy dove potrete trovare abbigliamento vintage, dischi, libri, ma anche mobili, il tutto a prezzi vantaggiosissimi.

BRONX

Ecco la mia grande lacuna… non vi ho mai messo piede e spero di porvi rimedio al mio prossimo viaggio nella Grande Mela. Le attrazioni principali sembrano essere: la Little Italy di Belmont, lo zoo, lo Yankee Stadium e City Island con le sue casette in legno che sembrano lontane anni luce dalla metropoli… ma sicuramente girando per il quartiere si possono trovare angoli meno noti ma ugualmente emozionanti… magari qualcuno di voi lo ha già fatto e saprà darci indicazioni utili.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche