Quattro amici in giro per New York

Una settimana cercando di vedere più cose possibile, impegnativo ma bellissimo!
Scritto da: RosaLuca
quattro amici in giro per new york
Partenza il: 03/05/2019
Ritorno il: 11/05/2019
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
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Non siamo giovani, ma pieni di energia e con tanta voglia di vedere il più possibile. Certo abbiamo corso, visto tantissimo e malgrado ciò abbiamo il senso che ci sia rimasto ancora tantissimo lasciato indietro… per la prossima volta! Personalmente è la quarta volta che ci torno, la prima c’erano ancora le due torri… molto è cambiato ma il fascino è immutato e quando si torna a casa scatta immediatamente una grande nostalgia. Volo Alitalia da Bologna via Roma e su JFK. Biglietto acquistato presso il CTS di Forlì, prezzo ottimo (449 €) ed in aggiunta assicurazione sanitaria da 38 €. C’è da dire che il volo l’abbiamo acquistato più di quattro mesi prima e per date non tipiche da vacanza. Voli perfettamente in orario con scalo breve e rapido, valige arrivate puntualmente senza problemi, direi che, a parte forse il cibo, il rapporto qualità-prezzo è stato eccezionale! Appena prenotato il volo abbiamo anche prenotato l’hotel su Booking.com con la formula della cancellazione possibile fino a due giorni prima della data prevista. La ricerca è stata molto impegnativa e, visti i prezzi a Manhattan troppo alti per le nostre tasche, abbiamo optato per il Queens ma a ridosso di Manhattan e soprattutto vicino a 2 fermate metro da cui passano moltissime linee per varie zone della città oltre a quella diretta per l’aeroporto. L’hotel è il Queens County Inn & Suites, 40-34 Crescent Street, un 3 stelle gestito da indiani, pulito, stanze grandi un po’ datate, colazione decorosa, cambio asciugamani tutti i giorni, wifi ottimo. In tutto per 7 notti abbiamo speso 1060 € per la doppia con colazione. Direi che per New York è ottimo.

Nei mesi precedenti la partenza ho preparato accuratamente itinerario e programmi giornalieri, però elastici e adattabili in base al meteo, scegliendo le cose che potevano interessarci maggiormente. Il tutto incastrato con le cose che abbiamo deciso di prenotare. Ho usato, oltre a internet, 3 guide: la Lonley Planet che ho trovato molto incasinata con piantine abbastanza valide però alla fine della guida che costringono a sfogliare troppo, la nuova Cartoville del Touring (fantastica), la Top10 New York Mondadori con comodissima cartina plastificata. Purtroppo è un vero e proprio lavoro impegnativo mettere insieme le informazioni di tre guide. Nessuna è completa e si deve sfogliare molto ora qua ora la. Mi chiedo da sempre se non convenga avere una guida solo e vada come vada si segue quella e ci si accontenta! Questione filosofica irrisolvibile!

Circa 10 giorni prima di partire abbiamo fatto il visto online su sito ufficiale dell’ESTA https://esta.cbp.dhs.gov/) pagando 12,70 € a testa e stampando l’approvazione, che è disponibile circa il giorno dopo, alla quale si accede con il codice di registrazione. Non arriva nulla per e-mail come invece credevamo.

Ho poi prenotato:

· la visita guidata all’ONU (pagando online 13.50 € a testa) scegliendo giorno e orario e con biglietti cartacei stampati;

· l’accesso gratuito al Vessel, la nuova struttura nella zona dell’Hudson Yards inaugurata il 15 marso 2019, sempre con data e orario e biglietti cartacei stampati;

· la visita gratuita alla Federal Reserve Bank con procedura al cardiopalmo perché ci sono solo due visite al giorno per 20 persone ciascuna e non tutti i giorni e il calendario si apre ogni giorno esattamente per lo stesso giorno del mese successivo allo scoccare delle nove del mattino ora di NY quindi alle 15 nostre e in 3 secondi le opportunità finiscono. Ci ho provato tutti i giorni utili e sono riuscita a prenotare solo per l’ultimo giorno al brucio. Mi posizionavo al pc con più pagine aperte e continuando a connettermi. Anche in questo caso biglietti nominativi stampati che vengono ritirati.

Infine due giorni prima di partire ho acquistato il CityPass con 6 ingressi a 120 € a testa e con il biglietto sul cellulare (per sicurezza l’ho anche stampato!). Ho fatto la verifica su tutti i siti delle 6 cose da visitare e anche se due di noi avrebbero la riduzione per anziani ho constatato che effettivamente conviene anche se ovunque bisogna trasformare il CityPass in biglietto di ingresso e quindi si salta la coda per modo di dire. Inoltre comprendeva le cose che intendevamo visitare con certezza:

· Statua della Libertà ed Ellis Island

· Top of the Rock

· Empire State Building

· Memorial dell’11 settembre

· Metropolitan Museum

· Museo di Storia Naturale

Oltre a queste cose abbiamo pagato in loco il biglietto per la salita all’One World Tower (38 € a testa), l’ingresso al St. John the Divine, mentre per il Moma e il Guggenheim abbiamo sfruttato gli orari settimanali di gratuità (soffrendo un po’ per via della numerosità dei visitatori).

Primo giorno

Atterrati al JFK alle 12.30 sbrighiamo in poco più di un’ora le formalità d’ingresso senza intoppi e subito troviamo le nostre valige. Seguendo la corrente senza difficoltà andiamo a prendere l’AirTrain che fa il giro di tutti i terminal velocemente e ci sbarca alla Jamaica Station dove si pagano i 5 dollari del biglietto per poter uscire dai tornelli. Compriamo sia la Metrocard per l’AirTrain che il settimanale per i mezzi che costa 33 dollari e lo attiviamo immediatamente salendo sulla linea E che ci porta alla fermata Queens Plaza a pochi passi dall’hotel.

La Metrocard da 7 giorni dura 7 giorni effettivi (non dall’ora della timbratura ma dal giorno) e finisce quindi alle 24 del settimo giorno. Purtroppo quindi il giorno della partenza (il nostro volo sarà alle 17.45) è l’ottavo e dovremo pagare ogni tratta singolarmente ben 2.75 dollari caricando i soldi sulla Metrocard. Da cui è evidente che il biglietto da 7 giorni è convenientissimo anche perché vale ovunque su metro e bus e viste le distanze si usa moltissimo. Decidiamo pertanto che l’ultimo giorno faremo gli spostamenti minimamente indispensabili.

Fatto il check in all’albergo (pagamento anticipato) appoggiamo le valige e usciamo sparati, troppo emozionati. Andiamo diretti alla metro e arriviamo in 2 fermate in centro dirigendo (con qualche problema di orientamento….west est nord sud) verso il Moma che il venerdì pomeriggio ha ingresso gratuito dalle 16. Bisogna comunque passare dalla cassa perché ti danno il biglietto e ce lo giriamo tutto in mezzo a una marea di gente, c’è moltissima roba interessante, si può fotografare liberamente e anche solo la struttura architettonicamente meriterebbe una visita. Usciti andiamo verso il Rockefeller Center cercando di beccare l’ingresso del Topo of the Rock. Il tempo però è uggioso e ci dicono che la vista è scarsa. Rinunciamo ma capiamo che bisogna comunque passare a prenotare l’orario. Speriamo nel meteo!

Siamo un po’ suonati per via della notte in bianco e dell’impatto con la grande mela così decidiamo per il colpo di grazia con bagno di folla in Times Square. Fantastica!

Abbiamo deciso di cenare al Bubba Gump, proprio in Times Square accanto all’Hard Rock Cafè, per festeggiare. Prenotiamo e attendiamo…..è strapieno. Sono comunque ben organizzati e dopo un po’ ci fanno salire e ci sistemano in un bel tavolo ampio. Ordiniamo ovviamente a base di gamberi con tanto di birra che dà diritto a portarsi il bicchiere a casa e di fantastico Frozen Margarita. Certo non ci abbuffiamo e spendiamo parecchio…….nei prossimi giorni ci daremo una regolata!

Un po’ rimbambiti per fuso e mancanza di sonno rientriamo in albergo e finalmente si dorme!

Secondo giorno

Il tempo è piuttosto grigio e un po’ nebbioso. Colazione e partiamo piuttosto presto per sfruttare al meglio la giornata. Abbiamo deciso di iniziare dall’Empire State Building. Ci arriviamo senza problemi con la metro fermandoci a dare un’occhiata al Madison Square Garden e al famoso/famigerato Hotel Pennsylvania su cui abbiamo letto recensioni orribili e rimaniamo ben convinti e contenti della nostra scelta nel vicino Queens che ci ha fatto praticamente dimezzare il prezzo rispetto a Manhattan.

Entriamo attivando il nostro City Pass e saliamo senza particolare coda essendo mattina e nuvolo. Ci accontentiamo anche se la vista è così così, ma tanto abbiamo in programma anche il Top of the Rock e One World, accettiamo anche la classica foto ricordo (caruccia) e ci godiamo lo splendido ingresso monumentale.

Riprendiamo la metro e scendiamo in zona Washington Square Park. L’atmosfera del Greenwich Village è subito percepibile nelle case e nelle strade. L’affaccio al parco con il bellissimo arco e la grande fontana è di notevole impatto.

Ci godiamo la piazza piuttosto animata e, anche qui, sembra di entrare in un film visto che è una location molto gettonata.

Imperterriti riprendiamo la metro e dirigiamo verso l’Hudson all’altezza della nuova bellissima sede del Whitney Museum of American Art. Entriamo nella hall, giriamo lo shop, guardiamo il panorama ma decidiamo di non visitarlo anche perché oggi ci fremo il Guggenheim. Di fianco del museo parte la High Line (una sorta della Promenade Plantee di Parigi), passeggiata sopraelevata su una vecchia linea trasformata in giardino, rotaie mantenute, panorama sulle case circostanti, molto carina! Ce ne passeggiamo un bel tratto. Arriviamo al Chelsea Market famoso per la originale ristrutturazione e come location per mangiare. I ristorantini infatti sono moltissimi e anche i negozi particolari. Facciamo dunque pausa pranzo in un locale israeliano per nostalgia della vacanza dell’anno scorso! Buono ma razioni scarse e al solito prezzi elevati……e poi beviamo acqua del rubinetto dalle nostre bottigliette riempite in hotel! Inoltre gente a pacchi e gran confusione. Vale la pena un giro ma non l’abbiamo trovato poi così entusiasmante come dicono.

Riprendiamo la metro e dirigiamo verso Canal Street per farci un po’ di Chinatown. Altra mega scarpinata fra negozietti e una marea di gente di tutte le razze e colori ma con prevalenza cinese! Cogliamo ‘occasione per fare il pieno di frutta, mango e noce di cocco! Giriamo per Mott Street e ci fermiamo al Eastern States Buddhist Temple, non particolarmente interessante ma l’atmosfera c’è! Poi ci spostiamo al Columbus Park. E’ l’angolo di Chinatown che ci ha colpito di più. Intorno alla statua di Confucio numerosi tavolini di anziani che giocano a carte o a dadi e un trio di anziani suonatori con cantante veramente bravi. Seduti su una panchina ci è sembrato veramente di essere tornati in Cina (ci siamo stati pochi mesi fa!).

Dirigiamo poi al Flatiron e al vicino Madison Square Park. Ci sediamo ad ammirare la location con vista sull’Empire e sul “ferro da stiro”. E’ uscito anche il sole ed il relax è totale. Adocchiamo l’hamburgheria Shake Shack dove più tardi vorremmo cenare.

Si riparte sempre a suon di metro verso il Guggenheim Museum che il sabato pomeriggio ha una fascia oraria di ingresso a offerta libera/gratuito. Ci tocca un po’ di coda ma ce la facciamo volentieri perché è imperdibile! Ovviamente anche qui gente a pacchi ma vale la pena e sempre passaggio alla cassa per il biglietto! Ci godiamo una mostra stupenda di fotografie di Robert Mapplethorpe e vediamo anche la maggior parte dei quadri della permanente. Merita veramente.

Ritorniamo al Madison Square Park e ci mettiamo in coda per Shake Shack! Mangiamo all’americana seduti all’aperto in mezzo a gente varia e festosa, il cibo è quello che è ma ci divertiamo molto.

Torniamo in hotel stanchini e preoccupati perché domani mette pioggia tutto il giorno. Stiamo rivoluzionando un po’ troppo il programma delle visite!

Terzo giorno

Come previsto diluvia.

Solita colazione col bagellone pesantissimo e il solito pane in cassetta. Andiamo di yogurt e caffè e burro e marmellata sul bagel scavato.

Ombrelli aperti e partiamo verso Harlem. E’ domenica e vogliamo tentare una messa gospel. Malgrado quello che si legge nelle guide si fa fatica a trovare qualcosa di realmente autentico. Noi decidiamo per la First Corinthian Baptist Church perché è vicina alla fermata della metro sulla 116 St, vista la pioggia. Ahimè malgrado sia presto c’è già una bella coda. Alla faccia della cosa autentica. Dopo lunghissima attesa ci fanno entrare (offerta libera) e scopriamo che è una sorta di teatro. All’ora prevista (alle 11, diversa da quella riportata nel sito che era alle 10.30) partono i canti dopo una recitazione di preghiere e un sermone di un pastore donna. C’è anche uno schermo con le parole tipo Karaoke. La musica è suonata dal vivo e le voci principali bellissime. Una parte minima di pubblico, nelle file più vicine al palco, canta e si muove in sintonia con i cantanti e per il resto siamo turisti. Vediamo una prima parte ma poi ci stufiamo e usciamo durante un intervallo. A dire il vero non un gran ché come esperienza, forse bisognerebbe cercare altre location più autentiche, sempre ammesso che esistano. Usciti decidiamo di continuare a piedi attraversando il Morningside Park, bellissimo e con ripidissime scale che portano all’ingresso della zona della Columbus University. Ci rifacciamo gli occhi. Veramente bella! Arriviamo alla zona del lungo fiume e affacciamo sull’Hudson dirigendo alla Riverside Church. E’ in corso la funzione in quanto è domenica quindi andiamo al vicino Memorial del Generale Grant (gratuito). Bello e suggestivo, in stile tomba di Napoleone, e soprattutto molto carino il ranger che ci da tutte le informazioni e il centro visitatori pieno di cose molto interessanti. Torniamo alla chiesa, bellissima, gratuita, che merita veramente. Sempre a piedi e sempre sotto la pioggia arriviamo alla cattedrale St. John the Divine. Anche qui funzione in corso così ci fermiamo in un locale dove fanno anche le insalate a composizione a scelta e frullati. Mangiamo bene e leggero. Usciamo, sempre sotto la pioggia, e visitiamo la chiesa (a pagamento). Enorme, fantastici i vari regali dei capi di stato ospiti da una menorah enorme a vasi giapponesi, a scrigni indonesiani, ma soprattutto il famoso trittico di Haring in bronzo e oro bianco. All’esterno cerchiamo e troviamo la colonna dove è rappresentato lo skyline di NY con le due torri.

Riprendiamo la metro e scendiamo al museo di storia naturale. C’è una marea di gente e molti bambini, forse anche perché è domenica e piove. E’ compreso nel City Pass. Dopo un po’ di coda entriamo e saliamo subito all’ultimo piano in zona dinosauri. Le sale sono tantissime, i reperti infiniti e ben allestiti, veramente una visione completa e incredibile del mondo animale preistorico e dell’evoluzione che ha portato agli attuali animali. Ci sfiniamo girando tutto ad oltranza. Tagliamo corto sulla parte dei diorama con le ricostruzioni degli ambienti della terra con animali impagliati (a nostro avviso un po’ obsoleti) e finiamo nella famosa sala ittica con la balena blu appesa al soffitto. Siamo stanchissimi!!!! Avevo da poco visto l’analogo museo di Berlino e il confronto mi lascia dubbi……quasi quasi mi è piaciuto di più quello. Probabilmente non fosse stato compreso nel City Pass questo non l’avremmo visitato.

Usciti, sempre sotto la pioggia ma visto che siamo proprio a due passi, andiamo a vedere il Dakota Building dove fu ucciso John Lennon. Non si può più entrare come una volta nel cortile interno perché è chiuso da usceri impettiti (Yoko Ono vi abita ancora). Attraversiamo e entriamo in Central Park per vedere il monumento/ricordo dedicatogli dalla moglie, il tondo di mosaico con la scritta Imagine nella zona denominata Strawberry Fields. Suggestivo, e sotto la pioggia di più ancora! Risaliamo per l’ennesima volta sulla metro e alla fermata scopriamo un bellissimo mosaico blu di Yoko Ono con la scritta “Yes”.

Scendiamo al Columbus Circle per andare a mangiare al Whole Foods Market dentro ad un mega centro commerciale. Cibo di ogni tipo e genere, che si può mettere in scatole o contenitori in caso si scelgano zuppe. Giganteschi buffet di cibi caldi e freddi, di frutta già pronta e tagliata, insomma ogni ben di Dio di vasta gamma per poter mangiare anche cose più leggere e non i soliti hot dog. Ci facciamo la scelta individuale in base ai nostri gusti e si passa dalla cassa pagando a peso e poi ci sono tavoli dove ci si può liberamente sedere per mangiare. Ci piace molto e i prezzi, scegliendo bene, sono accettabili.

Usciamo e di nuovo con la metro torniamo all’albergo……giornata intensa e tutta sotto la pioggia ma il programma è stato rispettato!

Quarto giorno

Alle 7 siamo già a colazione e alle 7.30 partiamo: da non credere, splende un sole bellissimo in cielo azzurrissimo. Dal nostro albergo prendiamo addirittura una linea che ci porta diretta al Battery Park. Il tragitto è lunghetto, poi un discreto tratto a piedi e, al solito, malgrado il City Pass, tocca passare per la biglietteria. Pochissima coda e traghetto già quasi pieno, passiamo i controlli velocemente e riusciamo a salire sul primo battello della giornata, era quello che volevamo! Non saliremo né sul piedistallo né dentro la statua, tempi di prenotazione troppo lunghi. Ma il sole e il giro a piedi dell’isola intorno alla Statua della Libertà ci appagano pienamente. Siamo gasatissimi. Veramente troppo bello tutto e soprattutto scendere sull’isola deserta! Questo è il premio per aver retto alla pioggia di ieri senza scomporci. Il paesaggio e lo skyline con l’One World (o Freedom Tower) vale il viaggio.

Stiamo in giro finchè ne abbiamo voglia, foto a pacchi e riprendiamo il traghetto verso Ellis Island. E’ la quarta volta che ci torno ma è sempre ugualmente emozionante. Giriamo tutto il museo e facciamo anche una bella passeggiata all’esterno con vista sia sulla città che sulla statua della libertà molto scenografica. Senza nessuna coda riprendiamo il traghetto e torniamo a Manhattan. Le code adesso sono gigantesche. Bene abbiamo fatto ad andare alla mattina presto.

Riprendiamo la metro per andare al Memorial dell’11 settembre. Inaspettatamente scendiamo proprio alla fermata dentro l’Oculus di Calatrava. Non ce lo aspettavamo: è mozzafiato, oltre che per il biancore accecante per la bellezza architettonica. Giriamo storditi seguendo le indicazioni per il One World Observatory. Vogliamo vedere se riusciamo a salire visto il bellissimo tempo. La fila è minima ma dobbiamo fare il biglietto con la carta di credito nelle macchinette (non è compreso nel City Pass e costa un tot, più di 40 dollari a testa, con in più le tasse), saliamo con lo spettacolare ascensore e prima di accedere alla terrazza panoramica c’è un breve spettacolo di immagini relative alla città e alla costruzione del nuovo grattacielo, quando finisce si alzano tutti gli schermi e compare la vista sulla città… pelle d’oca! E’ alto 1776 piedi (1776 è l’anno della dichiarazione d’indipendenza dell’America!). Non scenderemmo più!

Però il turista è sempre al lavoro… scendiamo e ci guardiamo il 9/11 Memorial rappresentato da due enormi piscine/fontane artificiali a pianta quadrata, le Reflecting Pools, lungo i bordi delle quali sono riportati tutti i nomi delle vittime, ricavate da quelle che una volta erano le fondamenta delle Twin Towers, ed attorno alle quali sono stati piantati oltre 400 alberi di quercia che rendono questa enorme piazza una delle più ecologiche mai costruite al mondo. Veramente l’insieme è quanto di più scenografico e suggestivo si possa immaginare. Ero stata a NY mentre stavano lavorando alla ricostruzione in un mare di macerie e rivedere adesso tutto così bello ha del miracoloso. Fra le due torri una struttura di cristallo è l’ingresso al Museo dedicato all’11 settembre (compreso nel City Pass). Entriamo senza coda… è tutto sotterraneo, immenso, bellissimo, da non perdere assolutamente sia ovviamente per il tema trattato, m anche per la genialità/unicità con cui è allestito. Unico veramente. Bisogna considerare di spenderci parecchio tempo sia per la vastità inaspettata che per le cose da vedere e rivivere. Consigliatissimo.

Usciamo un po’ sofferenti ma affamati e in zona, dopo aver girato ancora un po’ per l’Oculus, ci infiliamo in un Burger King qualsiasi. Hamburger e sangria… abbinamento assurdo ma molto americano… è la fame che è brutta. Accanto c’è il famoso negozio Century 21. Pare sia d’obbligo andarci. Ci facciamo un giro ma non troviamo proprio niente di interessante e comunque non abbiamo intenzione di fare shopping.

Così si riparte ancora e, con un solo cambio, prendiamo la linea viola verso l’Hudson Yards, la nuova zona commerciale/residenziale. Prima di partire ho infatti prenotato la visita al Vessel, aperto al pubblico da poco più di un mese ma solo su prenotazione gratuita. La fermata metro è nuovissima e molto bella. Usciti lo vediamo subito. E’ una stranissima struttura a nido d’ape intrecciato in acciaio, cemento e bronzo, vuota all’interno, tutta traforata e tutta scale… da fare a piedi. Il colore è appunto bronzo! Il tempo sta peggiorando ma ormai ci siamo e ce lo facciamo. Entriamo presentando la prenotazione e vedendo che c’è un unico mini ascensore stranissimo per handicap ma usato da tutti ci mettiamo in coda così le scale ce le facciamo solo al ritorno in discesa!!! Si tratta di 154 rampe di scale che sembrano incastrarsi tra di loro con 2500 gradini. Vista bellissima dall’alto! Intorno tutta la nuova zona residenziale fra la Highline e il fiume Hudson. Entriamo poi, una volta scesi, in un mega centro commerciale, di tutto di più, sosta in un negozio Muji e in uno Uniqlo, molto belli e forniti. Usciamo storditi dalla meraviglia della struttura e, ripresa la metro, ci fermiamo alla Grand Central. E’ bellissima. La giriamo tutta, compreso l‘Oyster Bar, guardiamo indecisi il menù….un po’ troppo per le nostre tasche. Così troviamo una food court a dire il vero un po’ squallida e sempre con le solite cose, così optiamo per un fast food indiano veramente ottimo. Usciamo a vedere un po’ di palazzi illuminati, primo fra tutti il Chrysler e poi l’ingresso della stazione.

La giornata è stata pienissima……metro e ritorno in albergo molto soddisfatti per la giornata riuscita perfettamente.

Quinto giorno

Tempo ancora bello! Usciamo e riprendiamo la metro tornando alla Grand Central, praticamente riprendiamo il giro dove l’abbiamo lasciato ieri sera! Usciti a piedi dirigiamo verso il palazzo dell’ONU (abbiamo la visita guidata pagata e prenotata online dall’Italia per 13.50€ a testa). Facciamo subito sosta obbligata al Chrysler Building per visitarne l’ingresso. E’ spettacolare e ci leggiamo tutta la descrizione nella guida. Da non perdere. Continuiamo godendoci palazzi ed atmosfere della prima mattina, comunque animatissima, entriamo anche in un altro palazzo di una ditta farmaceutica con un ingresso in pieno stile feng shui /zen (sembra di essere a Hong Kong) con una vera e propria giungla con panchine per rilassarsi e riposare e acqua che scorre. Arriviamo al palazzo dell’ONU. Il Visitor Center è di fronte in un ufficio apposito (c’ero stata un’altra volta ed era all’interno del palazzo) e si può accedere solo all’orario prenotato. Siamo in 4 e in pratica battezzano un capo gruppo e così i controlli sono più snelli. Entriamo, è molto bello il palazzo e suggestivo il fatto che si è in uno stato a parte (tipo San Marino) e non più negli Stati Uniti. Come si entra nel piazzale vastissimo c’è la famosissima “Pistola annodata – Non Violence”. E’ la famosa scultura che inneggia alla pace e alla non violenza creata nel 1980 dall’artista svedese Carl Fredrik Reuterswärd come omaggio a John Lennon. Foto ricordo e entriamo: all’interno un potentissimo wifi che ci permette di ingannare l’attesa sfruttando la linea! Al nostro orario arriva la guida. Un greco che parla un inglese stranissimo e velocissimo. Capiamo il giusto ma il giro merita anche se è meno completo e interessante di quello che avevo fatto anni fa. Vediamo un po’ di sale dove i commissari stanno lavorando (le cabine degli interpreti sono ancora più impressionanti per numerosità di quelle viste all’Unione Europea!), poche notizie sulle missioni di pace, sugli armamenti e sugli obiettivi dell’attività dell’ONU. Alla fine ti lasciano in un mega shop (anche questo era diverso molto più piccolo) e al Post Office dove si possono spedire le cartoline con bollo e timbro dell’Onu, cosa che facciamo prontamente. Usciti comunque soddisfatti prendiamo un autobus verso il Rockefeller Center e andiamo nuovamente al Top of The Rock. Col nostro City Pass ci emettono il biglietto per il pomeriggio con orario preciso e salteremo la file entrando direttamente. Si spera che il tempo rimanga così bello perché dai miei ricordi la vista da quassù è la più bella! Ci spostiamo, sempre a suon di mezzi, nella zona del Pier 17 perché si è fatta ora di mangiare qualcosa. Discreta scarpinata per raggiungerlo e vediamo un tot di ristoranti e di negozi ma sempre di un certo livello. Dalla passeggiata si arriva alla classica vista da cartolina di NY con lo skyline dietro il famoso veliero e dall’altro lato il ponte di Brooklyn. Una parte del mega edificio è ancora in ristrutturazione ma il percorso in legno con panchine e lettini è invitante, così torniamo in Fulton Street, ci prendiamo hot dog e corn dog più anelli di cipolla e torniamo al peer a mangiare sdraiati sui lettini. Da urlo!

Riprendiamo la strada e a piedi, passando nella zona del vecchio porto piena di negozietti, arriviamo alla base del ponte di Brooklyn. La rampa per salire è bella lunga e purtroppo, sia per il tempo splendido che per il must supremo, è piena ammazzata di gente nei due sensi. La volta in cui c’ero stata anni fa era quasi deserto, decisamente molto più suggestivo. I ciclisti infatti passano suonando un po’ nervosi. Finalmente si arriva nella zona in legno fra i due famosi piloni. Foto ovunque e paesaggio stupendamente scenografico. Da non perdere assolutamente. Più in là si va e più cala la gente, ma non più di tanto. Arriviamo fino al secondo pilone, sosta e torniamo. La scarpinata è veramente lunghetta ma vale veramente la pena.

Salutiamo il ponte e prendiamo la metro proprio alla sua base e scendiamo al Rockefeller Center. Visita a Saks e alla chiesa di St. Patrick e un’occhiata anche a Fao Shwartz (non è più di fronte al Plaza come un volta!). Si è fatta l’ora per il Top of The Rock. Entriamo effettivamente sparati e ci facciamo tutte e due gli osservatori. L’orario, il tempo e la vista sono impagabili. Se si deve scegliere questa è la salita con vista da non perdere! Non scenderemmo più! Anche qui come all’Empire cadiamo nel trappolone della foto ricordo, mi chiedo poi perché no? Ovviamente però anche qui moltissima gente!

Usciti a piedi attraverso il Diamond District raggiungiamo Times Square dove, praticamente a fianco del Bubba Gump c’è un locale un filo dimesso dove fanno le insalate a scelta, cosa che a noi piace molto. Mangiamo quindi molto bene e ammortizziamo il pranzo che era stato un po’ troppo americano! Ci giriamo ancora un po’ Times Square godendoci luci e colori. Purtroppo non c’è più il meraviglioso negozio della Virgin che mi piaceva tanto. E’ cambiato tutto moltissimo anche nelle marche prevalenti nei vari negozi, un po’ troppo omologato come ormai il resto del mondo. La prima volta che sono stata a NY, primi anni 80, era veramente un altro mondo!

Rientriamo in hotel dopo un’altra giornata super intensa!

Sesto giorno

Tempo ancora più che decente. Stamattina ci muoviamo con più calma perché la prima cosa che faremo è il Met. Arriviamo e ci posizioniamo sui gradini dove già inizia a formarsi la coda per l’apertura che è alle 10. Entrati optiamo per girare un po’ in libertà fra parte egizia, la zona greco-romana coi bellissimi cortili affacciati sul Central Park e le grandi statue, le armi e le armature, la parte medievale e un po’ di quadri, i principali. Chiudiamo con la parte sui nativi americani. Le dimensioni sono enormi e tutto non si può fare! Usciti ci compriamo qualcosa da mangiare nei baracchini davanti al museo e andiamo a cercarci una panchina a Central Park per riposarci e mangiare.

Iniziamo poi la passeggiata seguendo indicazioni e piantina arriviamo alla famosa statua di Alice in Wonderland. Troppo bella! Peccato non avere l’audioguida perché il cartello dice che la storia di Alice è raccontata da Whoopi Goldberg. Da lì andiamo alla Fontana di Bedesda. Sole stupendo, il posto è mitico e super suggestivo, sembra proprio di essere in un film. Sotto al voltone un complesso suona e canta che è una meraviglia. Non ci muoveremmo più neppure da qui ma si sa, la vita del turista è dura. Riprendiamo il cammino e andiamo a cercare la statua di Balto, anche questo è un luogo mitico.

Usciti prendiamo un bus e arriviamo in zona più centrale e decidiamo, vista la bella giornata, di prendere la metro per Coney Island. Il tragitto è lunghino ma almeno stiamo seduti e ci riposiamo. La stazione è il capolinea e come si esce si vede subito la strada che porta in pochi passi all’ingresso del Luna Park (chiuso) e al bellissimo lungomare in legno. Spiaggia a perdita d’occhio, mare, gente che passeggia, per fortuna non troppa come invece pare sia nel we, qualche localino per bere e mangiare qualcosa. Camminiamo a lungo, quasi fino a Brighton da dove si potrebbe riprendere la metro. Preferiamo però tornare indietro per goderci meglio la location. Vediamo la famosa ruota panoramica Wonder Wheel immortalata nel film di Woody Allen e l’ottovolante Cyclone, ancora in legno! Ci fermiamo poi nei tavolini in legno sul lungomare di Nathan’s che pare sia l’inventore dell’hot dog ed è unn posto “famoso” dove mangiare. Mangiamo però a base di pesce fritto e ci facciamo delle ottime birre. Troppo bello!

Ripresa la metro torniamo in Times Square per un dolcetto e un ultimo giro nella zona sempre animatissima e una volta di più un luogo dove si potrebbe stare ore anche solo a guardare la gente e le luci!

Giornata finita sempre con all’attivo camminate pazzesche, però resistiamo.

Settimo giorno

Anche oggi sveglia normale perché non abbiamo orari troppo pressanti. Per prima cosa andiamo in zona Soho-Tribeca per vedere il Cast-Iron-Historic-District, cioè le famose case in ghisa.

Per primo vediamo l’edificio utilizzato e ristrutturato da Prada. Spettacolare. Poi il famoso Haughwout Building e il “Little” Singer Building. Tutta la zona è piena di palazzi stupendi imperdibili. Passeggiamo stupefatti osservando l’incredibile architettura di questo distretto. Anche questo decisamente da non perdere.

Ci spostiamo a vedere il famoso Chelsea Hotel, super malandato e con lavori in corso di ristrutturazione (ci volevano proprio). L’elenco di attori, registi, musicisti, scrittori, filosofi transitati da qui è pazzesco e alcune targhe li ricordano. Pelle d’oca a pensare chi e cosa è passato da qui. Qualche nome da brivido: Leonard Cohen, Joni Mitchell, Bob Dylan, Madonna, Sid Vicious, Patti Smith, Stanley Kubrick, Milos Forman, Uma Turman, Mark Twain, Arthur Miller, Tennessee Williams, Allen Ginsberg, Charles Bukowsky, il fotografo Mapplethorpe visto al Guggenheim……etc etc.

Ci spostiamo ancora in zona Empire per andare da Macy’s. Una visita è d’obbligo e un giro sulle vecchissime scale mobili in legno lasciate intatte e perfettamente in funzione ben si sposa con le atmosfere visitate stamattina!

Nel frattempo si è fatta l’ora per raggiugere il Finantial Distrisct e in particolare la Federal Reserve Bank dove con fatica e un po’ di fortuna sono riuscita a prenotare la visita guidata gratuita. Per me era la seconda volta, ma la prima avevo prenotato senza problemi, adesso invece si vede che si è sparsa la voce ed è molto più richiesta oppure ho beccato male io il periodo! Comunque entriamo all’ora precisissima e la visita dura circa un’oretta. Molto interessante soprattutto vedere il mitico deposito dei lingottoni d’oro, pazzeschi! Omaggio ricordo un sacchettino di dollari dismessi triturati!

Usciti ci fermiamo in zona per mangiare in un localino indiano fantastico, premiato per il lassi al mango che ovviamente ci facciamo ed è effettivamente squisito. Atmosfera bellissima. Da lì ci giriamo tutto la zona di Wall Street, Borsa e Toro compresi. Dal Toro due code per le foto, una davanti e una di dietro per farsi ritrarre toccandone gli attributi! Molto divertente la situazione. Idem per la bambina davanti alla borsa, ma si sa, i turisti e i must di NY sono infiniti! Una visita veloce a St. Gilles, di nuovo metro (ormai le fermate le abbiamo fatte tutte!) e andiamo diretti alla Public Library. La visitiamo tutta (anche questa è gratuita) ed è veramente mitica, fra l’altro sembra di entrare in un film perché alcune delle sale di lettura sono immortalate in tantissimi film.

Usciti ci dedichiamo finalmente alla famosa Quinta Strada, negozi e gente ovunque. Come da regolamento visitiamo Tiffany! Entriamo anche per un caffè nella Trump Tower, dove però non ci sono più negozi come una vota ma due caffè e un ristorante (controlli all’ingresso) e soprattutto un negozio di souvenir con l’immagine di Trump super kitch….ad esempio palline di Natale e gadget vari, non resisto e mi faccio un bicchierino!!! Camminando arriviamo all’angolo di Central Park di fronte al Plaza. Da lì dirigiamo verso Bloomingdale’s, Veramente bellissimo. La cosa più scenografica, oltre all’abbigliamento, è il reparto casa con degli allestimenti di tavole e ambienti spettacolari. Usciamo a malincuore perché anche qui meriterebbe una sosta più lunga. Ennesima metro e ci spostiamo nella settima. Altri negozi fantastici e soprattutto la Carnegie Hall che si sta illuminando! Continuiamo a piedi e arriviamo nuovamente a Central Park al Columbus Circle. Decidiamo così di cenare per la seconda volta al Whole Foods Market e, ormai pratici, mangiamo ancora meglio della prima, verdura e frutta soprattutto.

Torniamo in albergo sempre con la metro intercettando al solito suonatori nelle fermate e esibizioni a bordo.

Domani pomeriggio si riparte e NY ci manca già!

Ottavo e ultimo giorno

La nostra Metrocard da sette giorni è scaduta! Alla fermata della metro la ricarichiamo con il valore di tre corse (2.75 dollari ciascuna…..da cui si evince la super convenienza della card da 7 giorni!) perché abbiamo ragionato che ne useremo solo tre in tutto.

La nostra meta è Union Square sia per visitare piazza e quartiere che perchè di sabato mattina c’è il Green Market, mercato alimentare biologico. Già la sola piazza merita una sosta. Giardino molto bello e vista su una gigantesca installazione “Metronome” con buco che sbuffa vapore e una serie di numeri che corrono velocemente e che tiene tutta una facciata di una grande edificio. Leggiamo sulla guida le spiegazioni, complesse e interessanti. E’ un orologio particolare con una serie però di 15 numeri da interpretare!

Il mercato offre cose un po’ diverse da quelle che si trovano nei nostri mercati. Ad esempio enfasi viene data al pane (qui sono abituati solo a quello confezionato tristissimo) che è prodotto artigianalmente. Poi molto miele e sciroppo d’acero (compriamo degli zuccherini di sciroppo aromatizzati allo zenzero e al pepe buonissimi), verdurine varie, formaggi. Insomma veramente carino. Andiamo poi a vedere la famosa libreria Strand Bookstore, da non perdere. Scaffali a perdita d’occhio di ogni tipo di libri usati ma anche tante cose strane, calzini, shopper, segnalibri. Insomma anche qui si può sostare a lungo, bellissima atmosfera. Sostiamo poi da Filson Flagship, un negozio indimenticabile dove restiamo estasiati per l’allestimento (antiche travi al soffitto con bellissime canoe appese, statue in legno, divani da casa nella foresta) e per le merci, vendono ogni sorta di attrezzatura e abbigliamento per pesca, caccia, escursioni, campeggio, insomma tutto per la vita all’aria aperta negli immensi spazi americani, veramente incredibile!

Sempre in zona diamo un’occhiata alla casa natale di Roosevelt, ricostruita fedelmente e a visita gratuita.

Ci fermiamo poi in un altro negozio particolare: ABC Carpet & Home. Di tutto di più, cose originalissime con prezzi molto elevati ma bellissimo anche come struttura e allestimento in un vecchissimo magazzino con colonne. Anche qui ci si può perdere a lungo!

Camminando ci ritroviamo infine al mitico Flatiron, sosta in panchina in ultima adorazione.

Prendiamo la metro per la seconda tratta che ci riporta in albergo dove ci diamo una sistemata e prendiamo le valige. Di nuovo metro, terzo e ultimo biglietto fino alla Jamaica Station dove prendiamo al baracchino il biglietto per l’Air Train che costa 5 dollari. Alle macchinette si paga di più per via delle tasse. Arriviamo così al Terminal 1 da cui parte l’Alitalia. Consegna valige, giro per i negozi, imbarco e si riparte con zero controlli e senza visto d’uscita sul passaporto! Cibo a bordo un po’ scadente e discreta turbolenza. Comunque anche il ritorno è perfettamente in orario così come la nostra coincidenza da Roma per Bologna. Siamo tornati col senso, come sempre, di aver corso molto e visto molto meno di quello che avremmo voluto…..buono per tornarci ancora!

New York è unica e da almeno una volta nella vita. Unico neo secondo noi il cibo, piuttosto costoso se si cercano location decorose ma, se si sta in prezzi più abbordabili, poco invitante e ripetitivo. Il mangiare in fondo è però, in una città così piena di cose da vedere, la cosa meno importante e ci siamo adattati senza problemi. Vanno sfruttati di più i supermercati dove si trova sempre qualcosa di accettabile. Fantastica l’acqua libera ovunque, anche in aeroporto, e i bagni facilmente reperibili.

Inoltre atmosfera ovunque tranquilla e sempre tanta gente a tutte le ore e anche la metro non è per nulla inquietante, pur essendo vecchia e non pulitissima, non abbiamo mai avvertito disagio o paura, anzi direi proprio il contrario.



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