Primavera a New York 2
Spesa del pacchetto: 1400 euro per persona + altri 250 p.p. spesi sul posto per pranzi, trasporti, ingressi.
Volo diretto Emirates da Milano Malpensa con arrivo al JFK dopo circa 8 ore. Facciamo breve passeggiata fino a Times Square, per non andare subito a letto e cominciare ad assorbire il jet lag, c’è tantissima gente in giro e i cartelloni pubblicitari e le luci sono impressionanti.
Il nostro hotel è stato l’Holiday Inn NY Times Square, sulla 8th avenue, in zona Midtown. La posizione, molto centrale, è stata fondamentale per raggiungere le principali attrattive della città semplicemente a piedi: abbiamo utilizzato la metropolitana solo di tanto in tanto, quando i piedi gridavano vendetta… L’hotel è abbastanza funzionale, le camere sono piccoline, con buon bagno, ottimo letto, due cuscini per persona, di diverso grado di sofficità (federe ricamate con la scritta “soft” e “firm”). Solo la sala colazione ci ha lasciato qualche perplessità: nel nostro pacchetto era compresa la colazione, che veniva servita in una sala apposita, dall’aspetto di un pub con entrata esterna, a libero servizio su un buffet (tanto salato, poco dolce), che veniva rifornito con lentezza. Abbiamo dovuto chiedere il pane, da bravi italiani: sono arrivate poche fette di pane tostato. Abbiamo poi constatato che molti clienti non facevano la colazione in hotel, ma rientravano al mattino con sacchetti e bicchieroni di caffè acquistati negli esercizi vicini (Pret a manger, pasticceria Angelina, e tanti altri). C’era anche chi si lamentava della lentezza dei due ascensori: si tratta di un problema difficilmente risolvibile, poiché l’hotel ha 34 piani, con 8 camere per piano, per cui negli orari di punta, si ferma spesso sia in salita che in discesa.
Abbiamo avuto il primo giorno una visita guidata di Manhattan con l’ottima Katia, signora agèe di origine russa sposata con un italiano, che parla perfettamente la nostra lingua. In bus e con passeggiate abbiamo prima visitato Lower Manhattan vedendo nell’ordine: Madison Square con il grattacielo Flatiron, i quartieri di Greenwich Village, Soho, Little Italy o quello che ne resta, visto che è stato acquistato quasi tutto dai cinesi. Breve sosta a Chinatown, cuore della comunità cinese newyorchese; il Battery Park, la punta estrema di Manhattan, da dove si può osservare la Statua della Libertà. Poi passiamo da Wall Street, visitiamo l’Oculus , progettato dall’architetto Calatrava, centro commerciale e polo dei trasporti. Infine siamo a Ground Zero, dove sorgevano le Torri Gemelle ora si trovano due grandi fontane quadrate, ed è stato costruito il nuovo grattacielo … dove sorge l’One World Obversavory, che visiteremo individualmente giorni dopo. Per la pausa di mezzogiorno ci rechiamo a Columbus Circle nel vicino centro commerciale Times Warner: la guida ci suggerisce il WholeFood del piano -1, supermercato che ha una grande gastronomia dove servono ogni tipo di piatti prontif, peccato che i tavoli siano pochini e noi siamo una cinquantina !
Nel pomeriggio visitiamo Upper Manhattan e Harlem, cominciando dal Dakota Building, il vicino Central Park, con il piccolo giardino Strawberry Fields, dedicato a John Lennon. Proseguiamo verso nord fino ad Harlem, visitiamo la Columbia University, dove manchiamo di pochissimo la festa per i laureati del semestre in corso. Riscendiamo per la Fifth Avenue, la strada più elegante di New York, la Cattedrale di San Patrick, la più grande cattedrale cattolica degli Stati Uniti. Alle 17 ci riportano all’hotel, ma non siamo stanchi e finalmente è uscito il sole, per cui passeggiamo da soli fino al Bryant Park, visitiamo la New York Library, veramente stupenda. Ritorniamo all’hotel passando sulla Broadway, individuiamo l’ingresso del department store Macy’s, tra i più grandi del mondo. Accidenti, qui è tutto grandissimo! Abbiamo la prima visione chiara dell’Empire State Building, che si trova a 4 blocks dal nostro hotel, anzi dalle camere che danno sulla 8th avenue se ne ha una bella vista: la nostra purtroppo dà sul retro. Questa seconda sera abbiamo avuto una cena di gruppo al Bubba Gump, vicino a Times Square. Ristorante turistico, ispirato al personaggio del film di Forrest Gump, dove servono discreti piatti a base di pesce.
Dal giorno seguente siamo liberi di scegliere le visite preferite, così come i pranzi e le cene. Solo la cena del quinto giorno è compresa nella quota pagata, e si è svolta all’Hard Rock Cafè, nei pressi dell’hotel. Anche questo ristorante è prettamente turistico, con piatti prevalentemente a base di carne, qualità così così.
Ecco le visite che abbiamo fatto in autonomia:
Secondo giorno: Lunga passeggiata da Midtown fino al ponte di Brooklyn, passando per: Madison Square, Union Square, Grace Church, 4th Avenue, China Town, Sinagoga di Eldridge St., City Hall. Dopo aver passato il ponte ci dirigiamo verso la promenade di Brooklyn Heights, splendido affaccio sull’East River, con i grattacieli di Manhattan sullo sfondo. Pranzo alla pizzeria Della Rocco’s. Con la metro 2 arriviamo alla fermata della 14th St., diamo uno sguardo al Whitney Museum, dall’esterno, poi visitiamo la High Lane, recupero di una ferrovia suburbana dismessa che si articola per circa due chilometri dal quartiere Meatpacking (in origine lavorazioni carni), fino alla zona degli Hudson Yards, dove è stato appena ultimato un nuovo grattacielo, che ospita naturalmente un centro commerciale (di prossima apertura un osservatorio, la terrazza più alta dell’emisfero occidentale….). A metà strada della high line visitiamo il Chelsea Market, ospitato in una vecchia fabbrica di biscotti: una sorta di Food Hall, come ne vedremo altre a NYC, insomma si mangia dappertutto! Per tornare agli Hudson Yards, c’è anche un edificio stranissimo, detto Vessel, opera di ingegno archietettonico. Torniamo esausti all’hotel, e mangiamo in un Wok to walk che si trova a 50 metri.
Terzo giorno: In metro fino alla partenza del ferry per Staten Island (gratuito): purtroppo c’è ancora nebbia e la visibilità è scarsa. Facciamo due passi sull’isola, ma non c’è tanto da vedere. Ritorniamo e siamo più fortunati: il sole comincia a filtrare e vediamo meglio la statua della Libertà e Ellis Island. Facciamo ancora due passi al Battery Park, tra la folla che si accalca per acquistare i biglietti d’ingresso per la Liberty: noi decidiamo di soprassedere e visitiamo solo il Clinton Castle, piccola struttura difensiva che si trova sulla punta estrema di Manhattan, che ha avuto negli anni gli usi più diversi e solo recentemente è stata riportata all’assetto iniziale. Poiché il sole continua a reggere, decidiamo di intraprendere la salita al punto di osservazione più vicino, il nuovo grattacielo costruito a fianco a Ground Zero, il One World Observatory (costo $ 49 ingresso priority per evitare le file, vista dal 102° piano, ipod a disposizione per puntare il panorama e avere indicazioni sulle attrattive di Manhattan). La vista è mozzafiato e si rimane su almeno un’oretta, peccato che ci sia ovunque un mare di gente. Andiamo in metro verso il Central Park, e ci mangiamo un ottimo burger, comodamente seduti al ristorante The Ribbon, sulla 72 St, a due passi dal Dakota building. Passeggiamo un’oretta per Central Park, poi usciamo sulla 5th avenue, e visitiamo le poche chiese che troviamo aperte: la St. Thomas Church, episcopale, e la St. Patrick, cattedrale cattolica di New York. Torniamo a piedi verso Midtown e l’hotel. La stanchezza si fa sentire e dopo la doccia non abbiamo più tanta spinta, tra l’altro ha iniziato a piovere: anche stasera cena leggera nel Pret a Manger che si trova a 100 metri dell’hotel.
Quarto giorno: Il tempo non migliora, e decidiamo per una visita al coperto. Alle 10 siamo già di fronte all’ingresso del Museo di Storia Naturale, facciamo il biglietto senior per la prima volta (qui c’è il ridotto per gli over 60), col supplemento per la serra invernale delle farfalle, che visitiamo per prima cosa, una gran emozione! Poi visitiamo tutto il resto, e ci accorgiamo che intanto sono arrivate tante scolaresche e pure turisti. Usciamo dal musceo alle 13, attraversiamo nuovamente il Central Park, e vediamo, sull’altro lato del parco, il Guggenheim Museum, e il Metropolitan, sbirciando un poco nella hall di quest’ultimo: qui ci sono ancora più turisti, e preferiamo non visitarlo. Scendiamo piano nell’East Side in quartieri sempre più raffinati con uscieri in tutti i portoni. Sulla Lexington troviamo un deli nel quale consumare un leggero sneck. Il tempo è ancora brutto, e decidiamo di andare in metro nei grandi magazzini Macy’s a comprare qualche ricordino, magliette Levy’s, e poco altro. Cena di gruppo presso Hard Rock Cafè.
Quinto e ultimo giorno: Facciamo le valigie, lasciamo la camera a metà mattina e giriamo per Midtown senza una vera meta, sotto una pioggerella fastidiosa: mangiamo una pasta con frutti di mare a Casa Barilla, sulla 6th avenue all’altezza del Moma, discreta e senza troppo affollamento, alla fine un buon espresso Lavazza. Finalmente ricompare il sole e facciamo alcune visite che i giorni precedenti avevamo saltato: il Crysler building, con la splendida hall in stile Art Deco, l’area del Rockfeller Center, e infine il Lincoln Center, un complesso di edifici nell’Upper West Side, in gran parte teatri, come la Metropolitan Opera House e il NY City Ballet. Infine un’ultima passeggiata per il Central Park e una sosta al giardino del Columbus Circle. Poi torniamo all’hotel dove ci riuniamo al gruppo per andare all’aeroporto. Volo notturno Emirates che atterra verso il mezzogiorno del giorno successivo a Milano Malpensa.
Considerazioni conclusive
Grazie al circolo aziendale abbiamo potuto usufruire di una vacanza a un prezzo decisamente conveniente, considerato che gli hotel a Manhattan sono decisamente cari: a parte questo, consiglio di visitare la città in autonomia, ci si riesce benissimo. Tra l’altro anche muoversi in gruppo è veramente difficile, dato il generale affollamento, si perde più tempo ad aspettare chi si è perso, che nelle visite vere e proprie.
Manhattan e New York in generale non si può dire sia una bella città, perché non ha attrattive vere, intese come opere d’arte antica come ne abbiamo tante nel nostro bel paese, ma ha comunque un suo fascino.
Gli americani di oggi, che traggono origine dei tanti immigrati che sono arrivati lì nei secoli scorsi, sono sempre protesi verso la ricerca del successo e della novità: a NYC i palazzi vengono abbattuti e ricostruiti su nuovi progetti quando hanno appena una trentina di anni, per cui lo skyline si modifica continuamente. Si trovano grattacieli altissimi a fianco di edifici di pochi piani con le scale anti-incendio che abbiamo visto in tanti telefilm.
Cinque giorni sono stati sufficienti per avere un’idea di questa strana megalopoli, dove tutti corrono e si rischia di venire travolti dai passanti sugli ampi marciapiedi durante l’ora di punta… e nessuno si scusa se ti ha urtato. Per contro, abbiamo trovato anche persone gentili, che vedendoci consultare una cartina all’uscita della sub-way, si fermavano spontaneamente e offrivano indicazioni stradali.
Stavolta abbiamo visto la grande città, lasciamo per la prossima visita agli States il suo grande panorama naturalistico: i parchi nazionali, i grandi laghi… per adesso goodbye!