New York: la Grande Mela dove è sempre bello ritornare

Seconda volta a New York. Viaggo organizzato in autonomia.
Scritto da: Anna Codino
new york: la grande mela dove è sempre bello ritornare
Partenza il: 30/03/2019
Ritorno il: 07/04/2019
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Questo è il nostro secondo viaggio a New York che ci permetterà di visitare zone da noi non ancora conosciute perché costruite negli anni successivi alla nostra prima visita e angoli che un primo viaggio solitamente non si ha il tempo di vedere. Volo acquistato a novembre con Emirates 380 € a persona.

Abbiamo scelto un hotel in centro con colazione ( The hotel @ New York City 161 Lexington Avenue, 25 min a piedi da Time Square, costo 172 € a notte). Dormire a Manhattan non è certo economico e non molti alberghi offrono la colazione che può essere altrettanto costosa se fatta al bar). Le camere sono pulite ed essenziali, la colazione discreta e la posizione buona sia per muoversi a piedi sia per la vicinanza con due fermate metro . Ceniamo in un ristorante orientale vicino all’albergo.

Domenica 31 Marzo: essendo domenica decidiamo di dedicare la mattinata ad una messa gospel e trascorrere parte del pomeriggio visitando Harlem. Acquistiamo alle macchinette, presenti in tutte le stazioni della metro, due metrocard unlimited con validità settimanale (32 $ l’abbonamento più 1 $ per il costo della carta a persona) che ci consentiranno l’utilizzo illimitato di metro e autobus per tutto il periodo della nostra permanenza. Occorre fare attenzione alla validità, perché il primo giorno della settimana va dalla prima timbratura alla mezzanotte dello stesso giorno. In circa 45 min raggiungiamo Harlem . Per cercare un posto dove ascoltare il gospel abbiamo letto molto su guide e racconti decidendo di non scegliere le chiese più famose, dove il gospel è diventato uno spettacolo per turisti, l’ingresso è spesso consentito dopo lunghe code e si è obbligati a sistemarsi in zone apposite separati dai fedeli del luogo. Optiamo per una piccola chiesa, Church of St. Joseph of the Holy Family dove la messa inizia alle 10 ed è possibile arrivare poco prima sistemandosi tra le persone del luogo. Un piccolo coro di persone con camicioni azzurri è già sistemato accanto all’altare. La messa dura circa un’ora e mezza e i canti sono molto belli e coinvolgenti. Abbiamo la fortuna di assistere a un battesimo di una piccolissima bimba con un minuscolo abito da cerimonia che viene portata per tutta la chiesa dal sacerdote innalzandola verso il cielo. Una messa tutt’altro che statica, a partire dalla gente che balla e batte le mani durante i canti, al segno della pace che è tutto un susseguirsi di abbracci, mentre il sacerdote circola per tutta la chiesa stringendo le mani, al momento delle offerte dove ogni persona scorre fuori dal proprio bancone per raggiungere un grande cesto e tornare al proprio posto, in una danza ordinata e armonica. Appena usciamo nella ricerca di un bagno ci imbattiamo in un grande salone sotto la chiesa e mentre curiosiamo avvistando un bancone pieno di cibo, ci fanno segno di avvicinarci e in men che non si dica ci troviamo con un piatto in mano carico di panini, nachos e salse, insalata di pasta e uova ripiene. Senza capire del tutto se ci siamo intrufolati in un luogo non dedicato ai turisti, lasciamo una donazione nell’apposito cestino e un po’ imbarazzati ci sediamo ai tavoloni insieme ad altra gente che mangia e chiacchiera allegramente. Non ci è chiaro del tutto, ma quello che ci siamo immaginati è che questo sia un modo utilizzato dalla gente del luogo per trascorrere tempo insieme, un po’ come il nostro aperitivo domenicale, ma in una chiesa! Ci dirigiamo successivamente alla Cathedral Church of St. John the Divine. L’ingresso costa 10 $ che risultano ben spesi. Oltre ad essere il più grande edificio di culto americano, la chiesa è ricca, soprattutto all’esterno, di affascinanti sculture dal significato simbolico. Una tra tutte, quella che riporta lo skyline di New York, torri gemelle comprese, nell’atto di essere distrutte. Nel momento in cui visitiamo la chiesa, come spesso accade, la stessa ospita una mostra di installazioni davvero particolari. L’utilizzo di questo spazio anche per rappresentazioni di teatro, concerti o incontri di poesia ci fa ragionare su quanto sia diverso il modo di pensare i luoghi di culto rispetto al nostro. Percorrendo un lungo tratto di strada a piedi raggiungiamo la Riverside Church e dopo una veloce visita proseguiamo verso nord spostandoci in parte a piedi e in parte con un autobus. Arriviamo a Sylvan Terrace, un luogo che sembra catapultarci in un altro tempo con le sue casette di legno che costituiscono il primo tentativo di costruire in città abitazioni alla portata della classe operaia. Scendendo verso sud, consigliamo di percorrere la Broadway per osservare la street art sugli uccelli sia sui muri delle case che sulle saracinesche dei negozi. Il progetto si chiama Audubon Mural Project e comprende 88 opere di artisti diversi. Meglio visitare la zona di sera o di domenica perché molti murales non sono visibili quando i negozi sono aperti, essendo sulle saracinesche. Nel complesso Harlem ci appare, in maniera inaspettata, come un quartiere piacevole pieno di angoli curiosi e case particolari. Con la metropolitana torniamo verso il nostro albergo e dopo esserci riposati un po’ ripartiamo alla volta di Chinatown, dove ceniamo da Vanessa Dumpling. Posto molto rustico, conosciuto per i suoi ravioli cotti al momento. Se piace il genere e non si hanno troppe pretese per il servizio (si mangia su tavoloni condivisi servendosi al banco) non è male e soprattutto è molto economico. .btn{display:inline-block;margin-bottom:0;font-weight:400;text-align:center;vertical-align:middle;-ms-touch-action:manipulation;touch-action:manipulation;cursor:pointer;background-image:none;border:1px solid transparent;white-space:nowrap;padding:6px 12px;font-size:14px;line-height:1.42857143;border-radius:0;-webkit-user-select:none;-moz-user-select:none;-ms-user-select:none;user-select:none}.valica_span_12_of_12{width:100%}.valica_span_11_of_12{width:91.53%}.valica_span_10_of_12{width:83.06%}.valica_span_9_of_12{width:74.6%}.valica_span_8_of_12{width:66.13%}.valica_span_7_of_12{width:57.66%}.valica_span_6_of_12{width:49.2%}.valica_span_5_of_12{width:40.73%}.valica_span_4_of_12{width:32.26% !important;}.valica_span_3_of_12{width:23.8%}.valica_span_2_of_12{width:15.33%}.valica_span_1_of_12{width:6.86%}.overme{}.overme_1{}.valica_section{clear:both;padding:0;margin:0}.no_border{border:0!important}.valica_section a{text-decoration:none}.valica_flex{display:flex}.valica_group:after,.valica_group:before{content:””;display:table}.valica_group:after{clear:both}.valica_group{zoom:1;border-radius:2px;-moz-border-radius:2px;-webkit-border-radius:2px;border:1px outset #d6d6d6;padding:5px}.valica_col{display:block;float:left;margin:1% 0 1% 1.6%;margin-left: 0px !important;}.valica_title{margin-top:5px!important;font-size: 13px;}.valica_spot{font-size: 13px;}.valica_col span{padding:2px}.valica_col:first-child{margin-left:0}.valica_brand{float:right;display:none}@media only screen and (max-width:480px){.overme{-webkit-line-clamp: 1 !important;}.valica_span_10_of_12,.valica_span_11_of_12,.valica_span_12_of_12,.valica_span_1_of_12,.valica_span_2_of_12,.valica_span_3_of_12,.valica_span_4_of_12,.valica_span_5_of_12,.valica_span_6_of_12,.valica_span_7_of_12,.valica_span_8_of_12,.valica_span_9_of_12{width:100% !important;}.valica_col{margin:1% 0}.valica_spot{display:none}.valica_section{display:block}.mb{}.mb1{}.valica_title{margin-top:0!important;font-size: 17px;padding-top: 8px;padding-bottom: 8px;padding-left: 0;padding-right: 8px;}.valica_brand{display:none}} Land Rover Discovery Sport Oggi tua a 295 euro al mese con Land Rover Freedom VISITA IL SITO

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Lunedì 1 Aprile : approfittiamo della giornata di sole per dedicare la mattinata a Central Park. Purtroppo dobbiamo abbandonare il nostro progetto iniziale che prevedeva l’affitto di biciclette. Fa freddissimo, c’è parecchio vento e proprio non ce la sentiamo. Camminiamo per circa tre ore all’interno del parco fermandoci nei punti principali e arrivando sino al grande lago centrale. All’ora di pranzo ci spostiamo in zona Chelsea e pranziamo al Chelsea Market, luogo interessante anche per la sua storia. Era infatti la vecchia fabbrica dei biscotti Oreo, ora luogo particolare che ospita negozi e ristoranti con una vasta scelta culinaria. Noi optiamo per il Lobster Place, giusto per assaggiare il famoso Loabster Roll che, non ci entusiasma (poco gustoso e di dimensioni non enormi….se non sei di poco appetito ti lascia affamato e non è certo economico come in generale tutto il resto). Ci piacciono invece molto le chowder (zuppe fatte con la panna a base di vongole, aragosta o granchio). Nel primo pomeriggio percorriamo la High Line, bella passeggiata ricavata dai binari di una ferrovia in disuso. Percorrendola verso nord si arriva al Vessel, curiosa struttura inaugurata da poco, dove una serie di scale salgono verso il cielo e si incrociano in una composizione che ricorda i quadri di Escher. Terminiamo il pomeriggio con un giro da Macy’s che in questo periodo ospita una mostra di composizioni floreali. Posto immenso dove si possono scovare anche capi scontati,ma bisogna averne la pazienza e l’energia per cui decidiamo di rimandare il tutto a giornate migliori. Siamo piuttosto stanchi e dopo un veloce hamburger ci trasciniamo in albergo. Km totali percorsi a piedi nella giornata ventisei! Si in effetti siamo proprio stanchi!!!!

Martedì 2 Aprile : ci dirigiamo di prima mattina verso Lower Manhattan, con l’intenzione di visitare la zona interessata dal terribile attentato del 11 settembre che durante il nostro viaggio precedente era in costruzione. Abbiamo deciso di cambiare programma rispetto all’ipotesi iniziale di visitare il museo nell’orario ad ingresso gratuito (il martedì dalle 17 alle 20). Data la particolarità del posto abbiamo, infatti, preferito evitare affollamenti eccessivi e pagare l’ingresso (26 $). Al nostro arrivo, poco prima dell’apertura, pochissima gente in coda. Fuori dal museo due enormi vasche, con i nomi delle persone decedute, nelle quali scorre ininterrottamente l’acqua, sorgono esattamente al posto delle due torri gemelle. Il museo si snoda, invece, nelle fondamenta e raccoglie reperti, fotografie e testimonianze molto toccanti. Se avete in previsione una visita al museo, consigliamo di scaricare l’audio guida gratuita sul cellulare ( 9/11 Museum) che rende la visita molto più interessante. Belle e particolari anche le costruzioni intorno al museo come One World Observatory, sul quale si può salire e l’Oculus di Calatrava, spettacolare struttura che sormonta un nodo di trasporti. Rimaniamo nel museo circa tre ore, emozionati e senza renderci conto del tempo che passa. Utile una precisazione, perché noi alla ricerca di informazioni prima di partire, ci abbiamo messo un po’ a capirlo: il 9/11 Tribute Museum e il 9/11 Museum sono due cose diverse. Il 9/11 Tribute Museum è il primo museo che è stato aperto in loco, più piccolo e meno completo del secondo. Anche i prezzi di ingresso sono differenti, con una decina di dollari in meno per il primo. Noi ci siamo fidati di quanto letto nei forum, scegliendo il secondo. Usciti dal museo raggiungiamo il botteghino Tkts di Seaport per acquistare i biglietti scontati del musical Frozen che vedremo questa sera. I musical di Broadway sono uno spettacolo imperdibile, ma non sono certo a buon prezzo. Con un po’ di fortuna si possono trovare biglietti scontati ai Tkts per gli spettacoli del giorno stesso. Ce ne sono tre: uno a Time Square, quello che sicuramente ha più fila perché è il più gettonato, uno a South Street Seaport (199 Water Street) che ha il vantaggio di aprire alle 11, mentre quello precedente apre alle 15 e uno a Brooklyn. Esiste un’applicazione (Tkts) dove si può controllare, in tempo reale la disponibilità dei biglietti. Noi abbiamo seguito, tramite questa applicazione, nelle settimane precedenti la partenza, la vendita dei biglietti scontati verificando che quasi sempre, il martedì erano presenti al botteghino. Saremo stati fortunati,ma alle 12 non abbiamo fatto neanche un po’ di coda e siamo riusciti ad acquistare due ottimi posti orchestra a 62 $ l’uno. I prezzi dai noi visti sui vari siti per gli stessi posti superavano i 100 $. Certo, non sempre si ha la fortuna di trovare i biglietti per il musical desiderato e qualche volta occorre ripiegare su un’altra alternativa,ma forse vale la pena individuare qualche spettacolo che interessa tra quelli presenti e tenere d’occhio la situazione prima di partire. I biglietti a prezzo pieno si possono comprare anche direttamente dal botteghino del teatro, risparmiando sulle prevendite. In alcuni forum abbiamo letto, ma non verificato, che anche in teatro a volte si trovano biglietti scontati il giorno stesso. Per terminare la mattinata raggiungiamo Battery Park, da dove si può prendere il traghetto gratuito per Staten Island e scattare qualche fotografia più da vicino alla Statua della Libertà. Fate attenzione perché nei pressi del terminal traghetti potreste venire avvicinati da persone che, raccontandovi che il traghetto gratuito richiede lunghi tempi di attesa, vi proporranno gite a pagamento. Non ascoltateli perché i traghetti sono molto frequenti e portano moltissime persone. Tornati in zona Word Trade Center, dedichiamo parte del pomeriggio allo shopping da Century 21. Grande magazzino a più piani che non è certo il paradiso degli affari e che può risultare impegnativo perché la merce è tantissima e messa un po’ alla rinfusa. Con pazienza e determinazione è tuttavia possibile fare qualche buon acquisto. Alle 19 ci rechiamo al St. James Theatre per il nostro tanto atteso musical. Due ore di spettacolo con meravigliosi effetti speciali, giochi di luce e cambi di scenografie tali da rendere il tutto meraviglioso. I musical sono tutti in inglese, ma se si conosce la storia non sarà difficile seguirli anche se non si è proprio padroni della lingua. Cena da Shake Shack poco distante dal teatro, una catena che fa buoni hamburger. Se ne trovano diversi in città.

Mercoledì 3 Aprile : giornata dedicata alla visita di alcuni quartieri di Brooklyn che raggiungiamo percorrendo il ponte a piedi, esperienza che permette di scattare belle foto. Facciamo una lunga passeggiata nel Brooklyn Bridge Park e sulla Brooklyn Heights facendo una sosta da Luke’s (chioschetto poco dopo la fine del ponte) per un Lobster roll tripartito (aragosta, gamberi e granchio, probabilmente buono per la discreta quantità di burro che contiene). Ci spostiamo poi a Bushwick, conosciuto come uno dei quartieri più creativi del mondo. Si tratta, infatti, di una galleria a cielo aperto da non perdere se, come noi, si è amanti della street art. La Bushwick Collective raccoglie murales dei migliori street artist di New York e alcuni sono davvero molto belli. Le opere si trovano prevalentemente lungo Jefferson St. e Trouman St. Ultima tappa Williamsburg, quartiere talmente carino da farci ipotizzare una base qui nella nostra prossima visita a New York. I grattacieli e il caos di Manhattan sembrano essere distanti mille miglia rispetto alla rilassata atmosfera da “paesino” che si respira da queste parti. Tantissimi i locali sia per cenare che per fare una merenda, ad esempio con il calorico quanto meraviglioso cheesecake New York Style. Noi lo abbiamo assaggiato da Martha’s Country Bakery, molto carino con una vasta scelta di torte e prezzi non esagerati. Se si è amanti degli abiti vintage questo è il posto giusto e non bisogna assolutamente perdere il negozio vintage più grande di New York, Beacon’s closet, enorme magazzino con tantissimi abiti usati divisi per colore, alcuni molto carini e a prezzi contenuti. Torniamo a Manhattan dove ceniamo da Totto Ramen, locale piccolissimo non lontano da Broadway con ramen molto buono e prezzi non esagerati ( sempre per la media New York).

Giovedì 4 Aprile : la giornata inizia con un viaggio sulla funivia per Roosvelt Island (compresa nella metrocard) che offre un panorama spettacolare sulla città. Facciamo anche un giro sull’isoletta che non offre nulla di particolare se non i resti di due ospedali, dal momento che questo luogo veniva usato per curare persone con malattie mentali o vaiolo. Ci spostiamo poi nell’East Village passeggiando per St. Marks Place e fermandoci a pranzo alla Mc Sorley’old Ale Houston. Questo posto merita davvero una sosta. È un’antica birreria in attività dalla fine del 1800, con un’atmosfera particolare data sia dall’arredamento del locale, tavoli in legno e segatura sul pavimento, sia dai modi burberi dei camerieri che ti portano due boccali di birra per volta anche se ne hai ordinato uno! Due tipi di birra e cibo buono non eccessivamente costoso. Raggiungiamo poi Union Square soffermandoci a guardare le bancarelle intorno alla piazza e facendo un po’ di shopping da DSW, un grande negozio di scarpe che, oltre a vasta scelta e buoni prezzi, offre una bella vista sulla piazza. Ci rechiamo successivamente a Chinatown per visitare due vie (Pell St. e Doyer St.) segnalate dalla guida che non ci sembrano nulla di particolare. Cena nella zona coreana da Five Senses, cucina coreana, gustosi piatti di carne serviti su piastre roventi (ottimo il bulgogi), prezzo intorno ai 40 $ a testa ma le porzioni sono abbondanti e volendo un piatto si può dividere in due.

Venerdì 5 Aprile : questa mattina ci soffermiamo sulla famosa Fifth Avenue con i suoi bei negozi, alcuni talmente spettacolari da guardare anche se non si compra nulla. Poco distante la zona del Rockfeller Center, dove facciamo tappa nel negozio Lego e da Fao Shwartz. Quest’ultimo, riaperto da qualche anno, per quanto sempre un posto magico, non ha nulla però da spartire con la sua collocazione precedente. Nei nostri ricordi un posto gigantesco con una spettacolare cerimonia di apertura, ora invece due soli piani con qualche commesso che accoglie i visitatori all’apertura con una piccola banda. Vale comunque la pena farci un salto se non altro per vedere il piano del film Big e per assistere a magie e giochi particolari dei bravi commessi all’interno del negozio. Facciamo una tappa anche nella maestosa cattedrale di St. Patrick lasciando la nostra firma (digitale!) all’ingresso. Pranziamo sulla quinta strada in un posto assolutamente consigliato, Etc.( si chiama proprio così), vasta scelta di buffet caldo e freddo, sushi, cibo asiatico e panini. Si paga a peso a seconda di quanto si mangia e i prezzi sono più che ragionevoli. Vista la pioggia decidiamo di cercare qualche posto al chiuso per il pomeriggio e ci rechiamo a Brooklyn al New York Transit Museum che raccoglie la storia dei trasporti e in particolare della costruzione della metropolitana. Divertente il piano dove puoi salire sui vari veicoli dell’epoca addobbati con vecchie pubblicità. Con un po’ di preoccupazione per la possibile fila raggiungiamo il Moma. Il venerdì dalle 16 alle 20 l’ingresso è gratuito e come si poteva prevedere si vede! Niente fila ma una folla immensa che ti spinge, ti stordisce e ti fa perdere gran parte della bellezza delle opere d’arte del museo. Per fortuna lo abbiamo già visitato con tutta calma nel nostro precedente viaggio e oggi avevamo solo piacere di rivedere alcune opere. Se non lo avete mai visto vale però la pena andarci in un giorno diverso da questo, prendere l’audioguida gratuita (o scaricarla sul cellulare) e dedicarci un bel pò di tempo. Davanti alla “Notte stellata” di Van Gogh c’era una folla che per intravedere il quadro ci abbiamo messo un quarto d’ora e ancora ci chiediamo dove fossero le opere di Andy Warhol che eppure avevamo visto e ammirato!! Probabilmente sepolte da una miriade di persone intente a farsi selfie. Piuttosto provati da questa esperienza ci trasciniamo sino a Grand Central Station, anche questa già vista ma così bella che si rivede volentieri. Da non perdere la “galleria dei sussurri”: per trovarla seguite le indicazioni per la zona ristoranti e cercate l’Oyster bar. Se una persona si mette in un angolo e sussurra qualcosa rivolgendosi contro la parete la persona all’angolo opposto, sempre nella stessa posizione, percepirà le parole distintamente come se avesse l’altro accanto!! Molto carino da provare! Cena vicino all’albergo da Hill Murray Dinner con ottima bistecca (una porzione per due è più che sufficiente).

Sabato 6 Aprile : il nostro ultimo giorno inizia dal Flatiron Building, il cosiddetto palazzo a forma di ferro da stiro. Subito dopo il Chrysler Building (meglio visitarlo dal lunedì al venerdì perché purtroppo la sontuosa hall al sabato è chiusa). Subito dopo una delle cose “proibite” che tutti i turisti fanno : prendendo la linea 6 verso Brooklyn e non scendendo al capolinea, come invece si dovrebbe fare, è possibile vedere la stazione City Hall dismessa. Il convoglio va comunque veloce e fuori è tutto buio per cui non è proprio semplicissimo vedere qualcosa. All’ora di pranzo andiamo a Williamsburg per il Williamsburg Flea Market, mercatino delle pulci e dell’abbigliamento vintage. Carina l’atmosfera, ma nulla di particolare. Pranziamo da Fette Sau, locale famoso per la carne. Si mangia su tavoloni di legno, parecchio frequentato da americani. Tornati sulla quinta strada visitiamo la New York Public Library immensa e gratuita.

Purtroppo la nostra vacanza è terminata. Volo da Jfk alle 22.20 con arrivo a Milano Malpensa domenica alle 12.15.

Alcune informazioni utili:

Clima: molto variabile in questo periodo, occorre portare abbigliamento di vario tipo. Abbiamo trovato freddissimo i primi giorni, con un forte vento che ci ha fatto rimpiangere di aver lasciato a casa cappello e guanti e molto più caldo l’ultimo giorno.

Orario: – 6 ore rispetto all’Italia

Telefono: a NY c’è il wi fi gratuito in molti posti (metropolitana, alcuni bus, parchi, negozi, librerie etc), tuttavia noi abbiamo preferito optare per avere sempre una connessione e dopo aver verificato, la poca convenienza del nostro gestore (wind) negli Usa, abbiamo preso una sim su Amazon : MOST SIM – T-Mobile USA SIM Card , che ci ha consentito di avere un’ottima linea dati in 4g in ogni angolo. Funziona su telefoni abbastanza recenti ( es. Huawei P9) ed è possibile poi, utilizzare il telefono come Hot Spot, collegando altri smartphone o tablet. Le telefonate internazionali, non sono comprese, ma abbiamo sempre utilizzato Skype con ottima qualità delle chiamate. Il prezzo è in base alla durata. Ad esempio per 10 giorni 30 euro. Ottimo anche il servizio di assistenza, che risponde alle mail dopo poche ore. Siamo rimasti veramente soddisfatti. Tenere presente che anche in aeroporto, ci sono dei distributori automatici che vendono sim ad uso turista.

Elettricità: serve un adattatore con due lamelle piatte

Costi: New York non è una città economica. Se non fa troppo freddo per pranzare si possono utilizzare i camioncini che si trovano un pò ovunque che fanno diverse cose. Altra soluzione sono i posti dove si paga a peso (Etc, Whole Foods Market) o i ristoranti di cucina orientale.

Applicazioni: avevamo scaricato alcune applicazioni per muoverci in città come NYC Subway e Citymapper ma abbiamo usato soprattutto Google maps. Utili le già citate Tkts per biglietti scontati dei musical e 9/11 Memorial & Museum.

30 Marzo – 07 Aprile 2019

Costo a persona: 1616 €



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