India, Paese di grandi contrasti

colazione. E’ sicuramente la colazione peggiore di tutto il viaggio. Tutta la sala ha l’aria molto sporca e ci sono pietanze strane che non ci fidiamo ad assaggiare. Ci limitiamo a prendere del pane tostato (che viene messo nel tostapane da un cameriere con delle unghie nere da far paura, ma che per nessun motivo ci lascia fare da soli) e della marmellata, bevendo del te fortissimo, probabilmente lasciato troppo tempo in infusione. Alle 10 viene a prenderci l’autista e ci accompagna in aeroporto. Check-in, controllo passaporti e passeggiamo per il modernissimo Duty Free. Compriamo del te masala, un te speziato che abbiamo assaggiato a casa di Avinash e che ci è piaciuto molto, ed attendiamo l’imbarco. Alle 13.45 partiamo. L’aereo è mezzo vuoto, quindi possiamo spostarci in modo da avere più spazio ed allungarci. Ci servono il pranzo e, pur non essendo un granchè il catering Air India, ci godiamo per l’ultima volta il profumo di curry, che ci ha accompagnato per tutto questo viaggio (è talmente presente ovunque in India, che anche le persone, i vestiti e persino le banconote profumano di curry!).
Ci addormentiamo e alle 18 atterriamo a Francoforte. Un panino con würstel e crauti, un krapfen ed attendiamo la coincidenza per Torino. Partiamo puntuali alle 21.40 ed alle 23 siamo a Caselle, in mezzo ad una nebbia fittissima. Recuperiamo i bagagli, l’auto e guidiamo fino a casa, increduli per il silenzio che troviamo lungo la strada, senza il traffico infernale indiano e senza i clacson che suonano in continuazione!
CONCLUSIONI
L’India è un Paese con luoghi affascinanti e monumenti imponenti, ma non si può fare a meno di notare la gente che vive sui marciapiedi, i topi che corrono lungo le strade, le persone dei villaggi che attingono acqua da un pozzo, la gente nelle campagne che lavora la terra a mano.
Cosa ci ha colpiti di più? I nostri occhi ricorderanno a lungo l’Amber Fort di Jaipur, il Taj Mahal di Agra, i templi di Khajuraho, ma il nostro cuore non può dimenticare la miseria, la sporcizia, gli odori.
Ci aspettavamo più spiritualità, ma abbiamo capito che gli indiani pregano a casa loro o nei templi, non esternano molto la loro fede.
Ci aspettavamo più sorrisi, invece gli indiani sono gentili ma schivi, riservati.
Forse ci aspettavamo di essere catturati dall’atmosfera indiana e così non è stato, ma una cosa è certa: un viaggio in India non è una vacanza, è un’esperienza di vita e, come tale, ci ha fatto riflettere. Lo ricorderemo spesso nella nostra vita quotidiana, perchè là c’è gente che lotta ogni giorno per avere un piatto di riso e per sopravvivere.