India del nord (abbastanza) fai da te

Viaggio autoorganizzato, con spostamenti in autonomia tra treni, bus ed un paio di giorni con il driver.
Scritto da: laurette.88
india del nord (abbastanza) fai da te
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Il mondo non ha bisogno dell’ennesimo diario di viaggio dall’India del nord, ma di consigli aggiornati post covid direi di si!

Per il driver ci siamo affidati all’agenzia più conosciuta di Jaipur, quella di Mahendra Sigh, e devo dire che abbiamo fatto bene! Non tanto per i pochi spostamenti fatti con lui (in zone in cui gli spostamenti in autonomia sembravano più difficili) ma soprattutto perché in alcuni momenti di crisi in cui non sapevamo più dove sbattere la testa abbiamo potuto chiamarlo e chiedergli di aiutarci a trovare una soluzione… È stato il nostro Prabaker!

In India è tutto molto difficile, non so perché e pare non avere senso, ma è così! Ad esempio: ritirare soldi, pagare con la carta soprattutto negli uffici pubblici, prenotare un treno in stazione, capire dove e a che ora arriva un bus.. a volte ci riesci alla prima, a volte nemmeno alla decima. Armatevi di pazienza.

Biglietti del treno: pensavo che bastasse comprarli con un paio di settimane di anticipo ma non è detto, consiglio di acquistarli un mesetto prima, dal sito delle ferrovie o da un intermediario (noi alla fine, quelli che non riuscivamo a comprare in stazione li abbiamo richiesti all’agenzia di Jaipur) alla stazione di Delhi si possono comprare solo quelli per il giorno in corso, invece per i giorni successivi è stato necessario trovare l’ufficio che si trova fuori dalla stazione. L’ufficio per i turisti ad aprile 2022 era ancora chiuso per il covid ed è stato difficilissimo trovare l’ufficio pubblico esterno, perché decine di furboni cercano di portarti nell’agenzia dei cugini. Quello ufficiale è a circa 200 metri a destra della stazione, guardando la stazione con le spalle a Paharganj.

Tuk tuk: Per muoversi nelle città sono spesso indispensabili, vi consiglio di scaricare la app Ola cab, simile ad Uber. anche se non la usate per prenotare i mezzi di trasporto, vi serve per capire quanto pagare una corsa.

Abbiamo visitato:

New Delhi: dormito all’hotel Hari Piorko di Paharganj, dignitosissimo, alla reception c’era Dinesh, un ragazzo giovane che parla spagnolo. Ci ha dato diverse dritte, che abbiamo poi capito essere giuste! Se ripenso a quanti ci hanno assalito per truffarci tra l’aereoporto e l’hotel cercando di sviarci e spaventarci, forse consiglierei di chiedere il transfer all’atterraggio, o comunque vi consiglio di comprare la sim ancora dentro l’aeroporto in modo da avere google maps e Ola Cab sempre a vostra disposizione. Per fare una sim ci vuole un’oretta (lo so, sembra incredibile ma è così) ed il passaporto. Forse noi siamo state particolarmente vessate perché eravamo davvero tra i primi occidentali giunti in India dopo il covid.

Jaipur: dormito alla Athithi guesthouse doppia a 800 rupie, si trova a 10 minuti a piedi dalla stazione e fuori dal centro rosa. Himat alla reception ha ceduto a farci un po’ di sconto e ci ha dato tante dritte sul muoverci in città.

Jodhpur: abbiamo dormito alla yogi guesthouse.. bellissima! 700 rupie per una stanza davvero caldissima, forse valeva la pena di spendere qualcosa di più. Segnalo anche che i bus in partenza per Pushkar sono più di uno solo al giorno, come invece avevamo trovato scritto sulla giuda LP. E ci vogliono all’incirca sei ore.

Pushkar: posto da fricchettoni, ma in quel momento senza i freakettoni causa covid! Non riesco a comprendere come la gente passi mesi lì.. mi è piaciuta molto eh, ma forse mi sento più a contatto con la madre terra quando sono in altri posti! Se qualcuno è un abituè non se ne abbia a male per questo mio commento, ammetto che ho vissuto una bellissima esperienza quando sono stata circondata da un gruppetto di vecchiette che si riunivano per il bagno serale e avevano deciso di lavare anche me. Qui abbiamo dormito al Bharatpur Palace, la camera più bella del viaggio, direttamente sul lago a sole 600 rupie.

Parco Ranthambore: qua siamo arrivate da Pushkar con il driver, non saprei dirvi se ne è valsa la pena, abbiamo visto le tigri e tanti animali.. però non lo serbo tra i ricordi più belli! La guesthouse dove abbiamo dormito era elegante e ben tenuta… ma ci abbiamo trovato davvero tanti insetti nauseabondi e sporco diffuso, i proprietari della casa ci hanno però prenotato la visita al parco e sono stati molto cortesi con noi. Si trattava della Hindupura Residence, forse le stanze più costose erano anche più pulite, ma sono piuttosto certa che abbiamo semplicemente un rapporto culturalmente differente con l’igiene e gli insetti.

Orchha: qui avremmo dovuto starci di più! Abbiamo dormito all’homestay Friends of Orchha, venendo ospitati da una famiglia dolcissima, con due figlie giovani che parlano perfettamente inglese. Abbiamo fatto una notte anche per problemi con i treni, ma due sarebbero state più sensate, i monumenti da vedere possono richiedere anche molto tempo e vivere in una casa rurale ci ha rilassato ed affascinato.

Gwalior: tappa di passaggio per necessità di treni.. né infamia, né lode, molto costosa!

Varanasi: splendida come la immaginavamo! Stufe di essere sempre io e la mia amica a guardarci nelle palle degli occhi, abbiamo dormito in ostello, non capiamo il perché ma gli ostelli costano più degli alberghetti! È stata la scelta giusta perché abbiamo passato del tempo con i ragazzi indiani long stayer nella struttura, divertendoci molto. Eravamo al moustache hostel vicino all’assi ghat. all’Assi ghat puoi assistere alla Gaanga Arti, inoltre la sera si popola di street food ed al mattino offre la possibilità di fare yoga gratuito all’alba con i vecchini Varanesi.

Agra: il Taj Mahal è davvero la cosa più bella che ho mai visto. È struggente e poetico. Consiglio di recarvi all’aba, dopo poco è preso d’assalto! Noi siamo andate in uno degli ostelli più economici, aveva una bella terrazza ed abbiamo cenato decentemente, ma la stanza era soffocante ed al mattino abbiamo notato un bambino che faceva le pulizie.

Mathura: siccome volevamo fare esperienze fuori dai circuiti di massa abbiamo voluto visitare questa cittadina consigliata da alcuni ragazzi che vivono stabilmente in india… è stata durissima! In centro c’è un solo hotel e faticavamo a trovarlo, eravamo le uniche occidentali, non c’erano ristoranti per la sera.. ora lo ricordo davvero come un momento unico, perché comunque la Aarti sul fiume è stata affascinante, davvero molto local e vissuta, ed il paese era proprio autentico, ma quel giorno ho pianto per ore per la stanchezza!

Considerazioni generali

A differenza dei miei precedenti viaggi in Asia (Thailandia e Vietnam) non mi sono mai sentita “figlia del turismo di massa”, nel bene e nel male: non è tutto pensato per attrarre turisti, anzi le scritte sugli autobus ad esempio sono tutte in Indi, i menu tradotti in inglese spesso hanno solo la traslitterazione nell’alfabeto occidentale senza alcuna spiegazione.

sarà stato anche grazie al lockdown internazionale ma gli incontri con turisti occidentali sono stati pochi, abbiamo invece avuto tanto a che fare con gli indiani, sia turisti, sia lavoratori, si stringono legami e con alcuni ci scriviamo ancora. va detto che i modi di agire sono molto differenti.

Però davvero ho trovato l’india incredibile, coesistono mille Indie differenti per usi, costumi ed epoche storiche! Non pensavo di dirlo 6 mesi fa.. ma ci tornerei!

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