In moto nel cuore dell’Europa
Quest’anno vogliamo tornare a viaggiare in moto nella vecchia Europa, e per il mese di luglio abbiamo deciso di arrivare fino ad Amsterdam, ritornando poi tranquillamente verso l’Italia fermandoci in varie località fra Germania e Francia.
Indice dei contenuti
1 luglio
Partenza da Bologna alle 8 del mattino, dirigendoci in autostrada verso Modena e l’autostrada del Brennero. Avevamo un po’ di timore ci fosse molta confusione, in quanto era il giorno del grande concerto di Vasco, ma in effetti il traffico era scorrevole. Arrivati senza problemi al confine, una volta superata Innsbruck, abbiamo deviato verso occidente in direzione Garmish, uscendo dall’autostrada. Arrivati nella cittadina, ci siamo fermati a mangiare qualcosa (due ricche insalate con bevande presso la Pizzeria Renzo € 31,80) e poi abbiamo proseguito in autostrada, fermandoci per la notte a Ulm, presso il locale Ibis Budget (€ 92 con colazione più € 6 mi pare per il parcheggio). Usciti dall’albergo per andare a cena, in effetti non abbiamo trovato nulla di interessante, e ci siamo limitati ad un’insalata in un Mc Donald. Abbiamo girato in centro, arrivando fino alla cattedrale (Munster), che vanta il campanile più alto del mondo (mt. 161,50), peccato che sia circondato da edifici moderni, ma questo immagino sia il risultato dei bombardamenti della seconda guerra mondiale.
2 luglio
Giornata di trasferimento, da Ulm al confine olandese. Ci siamo fermati per la notte in un bell’albergo sito nei pressi dell’autostrada (Parkhotel Horst € 105,50 camera con colazione, ottima cena € 61,85 in due)
3 – 4 – 5 luglio
Manca solo poco più di un centinaio di km ad Amsterdam, con molta calma partiamo dopo una buona colazione, e in tarda mattinata arriviamo davanti l’hotel prenotato, l’unico della vacanza. Sull’Apollo Hotel ho letto recensioni varie, in maggioranza positive però; io posso aggiungere il mio giudizio favorevole, con un paio di limitazioni: la colazione, che viene fatta pagare € 22,50 a testa al giorno, e il parcheggio € 35,00 per le auto. Noi abbiamo rimediato preparandoci il caffè col bollitore presente in camera e mangiando dei biscotti in camera, mentre per il parcheggio… abbiamo lasciato la moto in strada, accanto ad una rastrelliera per le biciclette. Così facendo, abbiamo pagato circa €100 al giorno la camera, il che non è moltissimo considerando che l’hotel è un 4 stelle. Altro vantaggio di questo albergo è che è abbastanza vicino alla fermata dei tram da/per il centro (10 minuti di camminata). Abbiamo girato la città a piedi, e per due volte abbiamo navigato lungo i canali della città, la prima volta su una piccola barca condotta direttamente dalla guida, noi due più altri 3 passeggeri (Grayline Mobiel € 39 due biglietti); questo ci ha consentito di procedere anche attraverso piccoli canali normalmente non affrontabili da imbarcazioni più grandi. La seconda volta invece abbiamo preso una barca molto più grande, a occhio con una cinquantina di passeggeri, tutta chiusa e quindi con un effetto serra notevole (€ 22 due biglietti, ma non ci è piaciuto molto). Si, perché dal punto di vista climatico abbiamo sofferto tre giorni di caldo umido abbastanza fastidioso, non certo come in Italia, ma comunque attorno ai 33-34 gradi di massima. Ad Amsterdam c’ero già stata circa 12 anni fa (mio marito l’ha vista solo di passaggio tempo fa), e l’ho trovata come allora interessante e stimolante, con una popolazione multirazziale e giovane (in gran parte). Non siamo stati in nessuno dei musei della città, nemmeno il Van Gogh per il quale non avevamo acquistato on line i biglietti. A zonzo per la città, cercando di non essere investiti dalle biciclette, ci siamo accorti che sulle piste ciclabili giravano anche, senza utilizzo del casco, i conduttori dei ciclomotori. All’inizio pensavamo fossero “portoghesi”, poi ci siamo resi conto che la cosa era perfettamente lecita. Strano, comunque sicuramente 12 anni fa questo non era permesso. Dal punto di vista gastronomico, nulla di particolare da segnalare, ci siamo limitati a ristoranti di cucina internazionale (pesce alla griglia, fish and chips, insalate ecc..).
6 luglio
Lasciato l’albergo, abbiamo messo in funzione il navigatore, decisi a visitare il sistema di mulini a vento di Kindedijk, siti a pochissimi chilometri da Rotterdam. La visita può essere effettuata sia a piedi, oppure percorrendo il canale che li costeggia con un’imbarcazione, con una doppia opzione: o guardandoli comodamente rimanendo sulla barca (come abbiamo fatto noi) oppure spendendo qualche euro di più per visitarne un paio all’interno. I mulini sono del 1740, molto ben conservati, ed alcuni sono anche abitati. Alla fine della visita abbiamo mangiato un’insalata presso il ristorante Buena Vista sito nei pressi (€ 39 in due) poi ci siamo messi in strada per raggiungere la nostra prossima meta. Lasciando l’Olanda, il tempo pian piano è mutato e avvicinandoci alla Germania ha cominciato a piovere, per fortuna non fortissimo. Poco oltre il confine tedesco, siamo infine arrivati ad Aachen, detta anche Aquisgrana ovvero Aix la Chapelle in francese. Trovato da dormire presso l’albergo Lousberg (tre stelle, € 260 due notti con colazione e garage per la moto – molto gentile la ragazza della reception) siamo usciti e ci siamo recati presso il centro storico della cittadina (distante grosso modo 1 km dall’hotel) dove troneggia il Dom, l’antica cattedrale ove è conservata l’urna con i resti di Carlo Magno. L’avremmo però vista il giorno dopo, perché a quell’ora era già chiusa per i visitatori. Cenato infine a base di pesce in un ristorante greco (Palladion, € 56,40), dopo un’ultima passeggiata siamo tornati in albergo.
7 luglio
In mattinata decidiamo di spostarci a Colonia, per rivedere il famoso Duomo, che con la sua immensa mole domina la parte della città che costeggia il fiume Reno. E’ sicuramente uno degli edifici che più mi ha impressionata, in senso assoluto. Dopo questa breve deviazione a Colonia, torniamo ad Aachen perché dobbiamo visitare il Dom, altro gioiello architettonico di questa parte della Germania. Mentre il duomo di Colonia ha uno stile unitario, puro gotico, la stessa cosa non si può dire per quello di Aquisgrana, un coacervo di stili, bizantino, carolingio, gotico.
8 luglio
Partenza da Aachen per la prossima tappa, la città di Trier (Treviri). Il percorso dell’autostrada procede dalla Germania al Belgio, attraversando una bellissima zona collinosa, dove è presente anche il circuito automobilistico di Spa. Trier, nell’antichità avamposto dell’Impero Romano, conserva dei monumenti dell’epoca molto ben conservati. Una volta arrivati in tarda mattinata e preso possesso della camera all’hotel Aulmann (€ 209 due notti con colazione – molto vicino al centro città, ma con un limite, e cioè privo dell’aria condizionata, difetto non da poco visto il caldo che imperversa anche in Germania), ci siamo subito recati verso la parte antica della città, prima di tutto fermandoci a mangiare un’insalata presso il Luisiana Cafè (€ 19,20) poi siamo entrati nella Cattedrale, che non ci ha particolarmente impressionati. Ma il monumento principale e più visitato è sicuramente la Porta Nigra, che come dice il nome era una porta delle mura che circondavano la città, molto imponente. L’aggettivo nigra si riferisce al fatto che le pietre di cui è composta, in origine bianche, si sono scurite a causa di un microrganismo. La buona conservazione del monumento è dovuta al fatto che, dopo la fine dell’impero, è stato trasformato in chiesa, un po’ come a Roma il Pantheon. All’interno infatti si notano antichi bassorilievi raffiguranti santi e prelati. Mentre ci stavamo aggirando fra i vari piani dell’edificio, è arrivato un personaggio vestito da centurione (seguito da diversi turisti) che ha cominciato a declamare qualcosa, non sappiamo però cosa visto che era in tedesco. La sera è molto bello cenare all’aperto in uno dei tanti ristoranti lungo le vie (pedonali) e le piazze di Trier (noi abbiamo scelto il Cafè Zur Steipe).
9 luglio
Oggi escursione da Trier per recarci in Lussemburgo, distante pochi chilometri. Il Granducato è un paese piccolo ma non minuscolo, è vasto più o meno come la provincia di Piacenza, e contrariamente a quello che pensavo il territorio che si attraversa per arrivare alla capitale è in gran parte bucolico e agreste. Lussemburgo città ha una parte antica, che abbiamo visitato, e una parte moderna che si vede poco lontano. Parcheggiata la moto, abbiamo iniziato a girare per le vie antiche del centro storico che però sinceramente non ci ha colpito in modo particolare. Obiettivamente la zona più interessante è quella delle fortificazioni che si possono percorrere per un lungo tratto, però abbiamo desistito dopo un poco, a causa del caldo soffocante. Percorrendo la strada per tornare in Germania, ci siamo fermati a pranzo in un ristorante poco fuori la capitale, il Pizzico in località Senningen, dove come sempre abbiamo preso un’insalata, stavolta a base di pesce (€ 46,10). Tornati a Trier, con una umidità credo a livelli tropicali (e io che pensavo di rinfrescarmi in Nord Europa!!) abbiamo deciso di visitare un altro monumento romano, e cioè l’anfiteatro, non enorme ma ben conservato.
10 luglio
Era da dire, dopo il grande caldo è scoppiato il maltempo, abbastanza intenso. Già alla partenza da Treviri abbiamo cominciato a viaggiare sotto la pioggia, che si è intensificata sempre di più per giungere il culmine in Francia, proprio nei pressi di Nancy dove avevamo intenzione di fare tappa. In effetti siamo stati un po’ indecisi sul da farsi, poi improvvisamente abbiamo visto uno spiraglio di azzurro andando verso la città… e non abbiamo esitato. Abbiamo girato un po’ per trovare un albergo, che abbiamo trovato in una via del centro (Hotel de Guise, € 122,80 con ottima colazione, notevole la gentilezza della signora alla reception) poi una volta tolti gli ingombranti indumenti da moto (in particolare quelli anti pioggia) ci siamo incamminati verso le piazze centrali della città, quelle per le quali è famosa. Prima ci siamo fermati a mangiare qualcosa in un ristorante vicino all’albergo (Le Foy, € 43,40), poi fatte poche centinaia di metri ci siamo ritrovati in piazza Stanislas (non prima di avere ammirato durante il percorso il Palazzo Ducale, in cui è sito il Museo Storico della Lorena, e Place de la Carriere). La particolarità di questa spazio, di forma grosso modo quadrato, è che ai 4 angoli ci sono cancellate in ferro e ottone, degne di Versailles. I lati della piazza sono invece occupati da palazzi settecenteschi di colore chiaro, che danno così un aspetto uniforme e armonioso al tutto. Ricorda un po’ certe piazze parigine insomma. Il tempo purtroppo non ci ha agevolati, e pur non piovendo a secchiate come quando eravamo in moto, ogni tanto eravamo costretti a riaprire gli ombrelli. Rientrati in albergo anche per riposare un po’, la sera siamo tornati in piazza Stanislas per cenare in uno dei ristoranti con i tavolini sulla piazza. Ogni tanto, per ricordarci i tempi bui che stiamo vivendo, sfilavano davanti a noi gruppetti di soldati armati fino ai denti.
11/12 luglio
Partenza da Nancy puntando di nuovo verso la Germania, con sosta presso la cittadina di Colmar. Qui abbiamo mangiato presso il ristorante Le Theatre (molto particolare, sia come piatti che come ambientazione) sito a due passi dal centro storico, che abbiamo girato in un’oretta, visto che è abbastanza piccolo. Colmar fa parte dell’Alsazia, regione contesa nei secoli fra Francia e Germania, e quindi con caratteristiche miste (in un certo senso come l’Alto Adige, anche se qui normalmente le scritte sono solo in Francese). E’ molto carina (e turistica), case a graticcio e fiori dappertutto; la parte più famosa è quella chiamata Piccola Venezia (in una località basta che ci sia un canaletto e Venezia viene sempre tirata in ballo), con un corso d’acqua solcato da barchette piene di turisti. Intanto, anche qui dopo una breve pioggia di pochi minuti, l’aria si è fatta soffocante oltre che calda. Partiti da Colmar, verso le 5 del pomeriggio siamo arrivati a Friburgo, in Germania. Qui abbiamo avuto un po’ di difficoltà a trovare un alloggio, finalmente quando ormai stavamo perdendo la speranza abbiamo trovato una stanza presso l’Hotel Schiller, con un ragazzo italiano alla reception. La stanza era nel sottotetto, restaurata di recente, senza aria condizionata ma con la possibilità di aprire le due finestre per far circolare l’aria (€ 190,00 due notti con colazione e garage per la moto). Una volta rinfrescati siamo andati verso il centro storico, abbastanza vicino, per andare a mangiare qualcosa. Eravamo già stati entrambi anni fa a Friburgo (in tempi diversi), e ci ricordavamo il Duomo (Munster) di colore rossiccio, la fontana della piazza (nell’occasione occupata da un mercatino) e il palazzo Historisches Kaufhaus, con il tetto rivestito di piastrelle policrome. Altro aspetto particolare è la presenza di questi canalini lungo le strade (Bachle), che servivano per abbeverare il bestiame ed estinguere gli incendi, e ora principalmente per il divertimento dei bambini. A Friburgo abbiamo provato per la prima volta a pranzare presso un locale della catena Nordsee, che prepara buoni piatti a base di pesce (la sera chiudono)
13 luglio
Dopo due giorni a Friburgo abbiamo deciso di tornare verso l’Italia, attraversando tutta la Svizzera in autostrada (acquisto del contrassegno valido sino alla fine del 2017 per circa € 38 se non ricordo male) e fermandoci a Como nel primo pomeriggio (Park Hotel € 130, un po’ troppo caro). Abbiamo infatti pensato, prima di tornare verso casa, di girare un po’ lungo le sponde del Lago di Como, che di tutti i grandi laghi del nord Italia è quello che conosciamo meno. La sera abbiamo cenato a base di pesce presso il ristorante Il Caicco (€ 76,60, eravamo fra i pochi clienti italiani presenti), poi abbiamo girato un po’ sul lungolago fino al Tempio Voltiano, però siamo stati costretti a tornare in albergo prima del previsto perché eravamo privi di ombrello e si stava avvicinando un temporale (in effetti è piovuto abbastanza forte).
14 luglio
Ultimo giorno di viaggio, vista la bella giornata abbiamo quindi deciso di risalire la sponda del lago verso nord, approfittando dello scarso traffico. Da questo primo “assaggio” del Lago di Como abbiamo deciso che la prossima primavera magari potremo passarci qualche giorno. Verso la tarda mattinata, il traffico però si è intensificato, per cui stanchi dei continui stop and go abbiamo preso un traghetto a Menaggio e siamo sbarcati a Varenna, dove abbiamo pranzato sul lungolago per poi imboccare la strada verso casa.