Tra caruggi e antichi ascensori, l’antica repubblica marinara è una città unica nel suo genere

Credi che Genova sia solo Acquario e porto? Mai idea fu più errata!! Leggimi e scoprirai attraverso me una città elegante e di cultura.
Scritto da: J74&M67
tra caruggi e antichi ascensori, l'antica repubblica marinara è una città unica nel suo genere

Ho un weekend a disposizione, vorrei vedere il mare ma anche arricchirmi di cultura e buon cibo, e dunque decido di trascorrere 2 giorni a Genova. Scorro un po’ di informazioni sul sito visitgenoa.it, mi convincono e su Trenitalia prenoto subito un biglietto Torino Porta Nuova/Genova Piazza Principe, poi cerco un hotel con il fidato Booking, lo voglio in centro, comodo per muoversi in città. La mia scelta ricade su “Hotel Bristol Palace” in via XX settembre, dove ci sono eleganti e borghesi palazzi che richiamano le capitali europee e dove vi è la maggiore concentrazione di esercizi commerciali. Due ore di treno ed eccomi pronta alla scoperta della bellissima città.

2 giorni a Genova. Diario di viaggio

1° giorno: i palazzi di Genova

Prendo la comoda metro da Piazza Principe alla fermata De Ferrari, poi mi ritrovo nell’omonima piazza con la sua fontana al centro, Palazzo Ducale, vetrina di grandi mostre, a nord-est, ancora Palazzo della Regione Liguria a sud-est e la facciata dorica del teatro San Carlo Felice a nord-est. Siamo agli imbocchi di via Dante e Via XX settembre con i loro edifici dal sapore mitteleuropeo. Veloce check-in in Hotel, non bisogna perdere tempo c’è molto da vedere, e mi dirigo passando da via XXV Aprile verso Via G. Garibaldi dove si trovano i Musei di Strada Nuova, qui acquisto la mia Genova Museum Card 24H che mi permetterà di visitare, al solo costo di 15 euro, tutto quello che vi racconterò. Musei di Strada Nuova è un percorso espositivo distribuito in tre sedi; il cinquecentesco Palazzo Bianco che ospita, nei suoi sobri interni, opere molto importanti, su tutte l’Ecce Homo di Caravaggio.

  • Palazzo Rosso, purtroppo al momento della mia visita chiuso per lavori di manutenzione, parte della sua collezione è esposta temporaneamente a Palazzo Bianco.
  • Palazzo Doria-Tursi, dove si trovano collezioni che spaziano dalla numismatica alla ceramica; importante al suo interno è la sala Paganini che celebra il più grande violinista genovese, e che conserva il violino che Paganini chiamava affettuosamente “il mio Cannone” per la ricchezza e la potenza sonora con la quale riempiva le sale dei concerti. L’onore di suonare questo famoso violino viene concesso, ogni anno, al vincitore del “Premio Paganini”, concorso internazionale di violino , che si tiene a Genova. Uscendo dalla mia visita mi rifocillo in uno dei vicini bar con un cappuccino e focaccia ligure, sono a Genova devo acquisire anche le abitudini dei genovesi! Proseguo il mio piccolo tour lungo le sfarzose vie del centro storico, Via Cairoli per giungere in Via Balbi, realizzata tra il 1601 e il 1618 dall’omonima famiglia, ricchi banchieri, per diventare la vetrina dei propri palazzi più monumentali, oggi molti sono iscritti ai Rolli. È possibile visitarli solo due volte l’anno, in primavera ed in autunno.

Prima di recarmi al prossimo palazzo, salgo la scalinata della basilica della Santissima Annunziata del Vastato, la chiesa più opulenta e carica d’oro di Genova; non a caso si trova in prossimità dei lussuosi palazzi di via Balbi ed uscendo ammiro sulla porta d’ingresso l’Ultima cena di Giulio Cesare Procaccini, pittore e scultore italiano considerato tra i massimi esponenti della scuola barocca lombarda.

Ed ora tocca a lui, Palazzo Reale, che occupa un lungo tratto di via Balbi, una delle residenze nobiliare più vaste e prestigiose dell’antica repubblica di Genova, di straordinaria opulenza, fu costruito a metà del 600, indovinate da chi? Ma Da Balbi! Poi passò ai Durazzo, ma diventò reggia solo nel 1824 quando fu acquistata da Carlo Felice, Re di Sardegna. Con una storia così alle spalle si può immaginare che, gli ambienti siano tutt’altro che sobri. Sia i Balbi che i Durazzo decorarono gli interni senza badare a spese. Vi raccolsero una della quadrerie più importanti della città, ma anche sculture antiche e barocche, mobili sontuosi, suppellettili delle migliori manifatture. Fu donata allo Stato Italiano nel 1919, ebbe così inizio l’ultima fase storica del palazzo che, in continue evoluzioni, è diventato uno dei più importanti musei italiani. Dal 2006 è iscritto alla lista del Patrimonio Mondiale UNESCO e dal 2014 dotato di autonomia, oggi detto museo di palazzo reale. Dalla Galleria degli specchi, alle camere da letto, alla sala del trono, passando per il salone da ballo, finendo sulla terrazza monumentale ed il suo cortile d’onore, si rimane letteralmente senza fiato. Gli occhi luccicano alla presenza di tanto oro, abbondante ricchezza, ed infinita bellezza, l’animo si inorgoglisce di essere italiano.

Esco ubriaca da tanta avvenenza, beltà, sono quasi satolla di cultura, ma non posso fare a meno, ritornando sui mie passi, di infilarmi in un vicolo laterale di via Garibaldi, per entrare ed ammirare le Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola. Dentro 4 piani di Cultura, incastonati nel cuore del centro storico di Genova, dove con una sola visita si ripercorre la grande storia di questa città. Ai primi piani si incontra la dimora nobiliare, i suoi arredi, le ceramiche e dipinti che si conservano ancora nella loro collocazione originaria. La residenza, abitata per più di 400 anni da ricche famiglie, gli ultimi proprietari, Paolo e Francesca Spinola (con questi nomi non potevano che amarsi), donarono l’edificio allo Stato Italiano nel 1958, a patto che si preservasse l’aspetto di dimora privata. Da allora il Palazzo apre le sue porte a chiunque voglia immergersi tra i tesori delle sue stanze.

Al momento della donazione, il Marchese Spinola, si riservò un appartamento per poter continuare a vivere a palazzo, oggi in questi spazi vi è ospitata la Galleria Nazionale della Liguria, dove secoli di storia sono raccontati da una collezione di opere e oggetti appartenuti, sia agli abitanti del palazzo, sia da recenti acquisizioni e donazioni. Particolari sono le cucine, che conservano intatti gli elementi e l’arredo della tradizione ligure in una veste ottocentesca. Collocati tra i due piani nobili, questi ambienti erano il teatro della vita e del lavoro dei molti servitori del palazzo. All’ultimo piano del museo, sono custodite numerose ceramiche e porcellane di provenienza italiana, europea e orientale. Bene, ora il cervello è pieno, è arrivato il momento di riempire lo stomaco.

Per la mia prima cena a Genova ho scelto la Trattoria Rosmarino, in un vicolo che si affaccia su Piazza De Ferrari, dove pane, focaccia, pasta e dolci sono rigorosamente di loro produzione, ed il colore verde domina in questa curata trattoria, richiamando alla mente la cucina ligure, mi fa venir voglia di trofie al pesto genovese annaffiate con un buon Vermentino. Davanti a me un piatto dall’apparenza semplice, che sprigiona nel profumo del condimento tutto l’aroma dell’erba aromatica regionale per eccellenza, il basilico. Affondo la forchetta nelle trofie, questo tipo di pasta caratterizzata da una forma allungata, intrecciata e sottile, tipica di questa cucina, e nella mia bocca esplodono i gusti del basilico, dei pinoli, dell’olio extravergine ligure. Avvicino alle labbra il bicchiere di vino, che mi stuzzica il naso con una girandola di sensazioni fruttate; pera, pompelmo, erbe aromatiche, salvia, rosmarino, il gusto è strutturato e sinuoso, che mi dona una fluente freschezza e una vena di sapidità che rende la beva asciutta e appagante. Soddisfatta pago e porto il mio corpo ormai stanco dalla giornata a svenire nel letto dell’Hotel.

2° giorno: gli edifici della famiglia Doria

Dopo un colazione strepitosa, prendo la metro da piazza De Ferrari e scendo a Piazza Principe, perché mi aspetta alle ore 10:00 la mia visita guidata a Villa Del Principe Palazzo di Andrea Doria, prenotata con una semplice email su info.ge@dopart.it. Schiacciata tra la stazione ferroviaria e quella marittima, si rischia di sottovalutare questa storica dimora ricca di tesori nascosti, ancora oggi di proprietà dei principi Doria Pamphilj, e da circa un decennio aperta al pubblico come museo-dimora storica. Artefice di questa meraviglia fu l’ammiraglio Andrea Doria e questo palazzo rispecchia perfettamente l’uomo d’armi, grande ammiraglio e sagace politico, ma anche grande conoscitore dello stile presso le corti più raffinate. La visita parte dalla loggia degli Eroi, dove si rimane già a bocca aperta e penso: “se questo è l’inizio, la scoperta si preannuncia interessante”. Si entra nel Salone della caduta dei Giganti, scopro ad uno ad uno gli ambienti, ammirando gli affreschi rinascimentali, gli splendidi, enormi arazzi del XV secolo di fattura delle fiandre, la collezione dei capolavori di Bronzino, Bernini, tutto spiegato in maniera emozionante e coinvolgente dalla guida. Termino la visita ammirando dalla terrazza il suo giardino cinquecentesco con la fontana dei delfini che guardano il mare.

La mia card 24h non è ancora scaduta, riesco a fare ancora una visita, la mia scelta punta su Castello d’Albertis, il museo più bizzarro di Genova. Collezione che ha dato vita a una camera delle meraviglie sulle culture del mondo, raccolta in tanti anni di esplorazione a tutte le latitudini dal Capitano d’Albertis. Si raggiunge questo castello con un ascensore. Si avete letto bene! Un ascensore, che parte da Piazza Acquaverde, vicino alla stazione, dietro la Farmacia Pescetto. L’idea è molto originale perché, per un tratto, è una specie di vagone funivia che procede in orizzontale per circa 300 metri, poi si trasforma in un ascensore. È una struttura praticamente unica al mondo. Ritorno in zona stazione, piccolo spuntino a base di Focaccia ligure naturalmente, e poi visto che sono solo le 13:30, mi dirigo verso il Galata Museo, a quest’ora non dovrei trovare coda. Previsione confermata, non c’è nessuno, vengo accolta in questo imponente edificio in vetro e acciaio per regalarmi qualche ora di immersione nella vita di mare. Il mio sguardo si posa sulla nuova hall, ristrutturata di recente, con richiami al mondo del mare e della navigazione. Dopo le sale del porto di Genova nell’antichità e tutto su Cristoforo Colombo, la visita prosegue su una ricostruzione fedele di galea del ‘600, sulla quale si può salire per scoprire com’era la vita a bordo degli schiavi e dell’equipaggio. Una scena rievoca l’arrivo a Genova dei forzieri d’argento portati sulle galee genovesi e donati dalla corona di Spagna ad Andrea Doria, si proprio lui, quello della Villa del Principe.

Al secondo piano mi emoziono a vedere la zattera originale dove Ambrogio Fogar e Mauro Mancini rimasero in balia dell’oceano per 74 giorni. Al terzo piano si è immersi in un commovente allestimento di un piroscafo di linea di fine ‘800 per calarsi nei panni e conoscere le emigrazioni italiane e le nuove immigrazioni attraverso ricostruzioni d’ambiente, filmati e fotografie. Al quarto piano dalle due terrazze godo dell’ incantevole veduta del centro storico e del porto di Genova. Scendo con l’ascensore e mi dirigo verso il Sommergibile Nazario Sauro S518 varato nel 1976 e dismesso nel 2002. Caschetto e sono pronta per entrare nel sottomarino. Esperienza interessante.

Esco dal sommergibile che il sole ormai sta scomparendo, concedendomi una passeggiata, lungo il porto vecchio, pieno di gente, artisti di strada, musica; il clima è piacevole, nonostante sia autunno, passo davanti all’acquario, alla Biosfera, bolla di vetro progettata da Renzo Piano come pure il Bigo, creatura a otto braccia che simboleggia la riqualificazione del porto antico. Si può salire sul Bigo, con un ascensore fino a 40 mt per vedere Genova dall’alto, io preferisco ammirarla, consumando qualche delizia calda da Eataly situato proprio di fronte, al terzo piano, e da qui comodamente seduta osservo il porto antico dall’alto.

Mentre mi dirigo verso la mia prossima meta, ossia il ristorante scelto per questa seconda serata, ammiro la facciata di Palazzo San Giorgio, edificio storico di straordinaria bellezza che attualmente ospita la sede dell’autorità portuale di Genova. Seguendo il flusso di gente lungo via san Lorenzo, mi ritrovo di fronte alla Cattedrale di San Lorenzo con le sue decorazioni a bande tipicamente liguri, è il cardine del centro storico ed il principale luogo di culto di Genova. Due curiosità su questa Cattedrale, la prima che all’interno si trova una granata inglese inesplosa nel corso di un bombardamento durante la seconda guerra mondiale. Nel febbraio del 1941 la granata sfondò il tetto della cattedrale senza esplodere. La seconda, si trova sotto la bifora della torre nord, dove si può vedere una scacchiera di 64 caselle dalle misteriose origini, c’è chi la interpreta come simbolo esoterico degli immancabili cavalieri Templari.

Continuo la mia passeggiata lungo via di Porta Soprana, giungendo nei pressi della casa di Cristoforo Colombo, un piccolo sguardo e poi proprio li vicino, dentro ad un vicolo c’è la mia seconda meta culinaria, Antica Osteria Ravecca, storico locale che innesta variazioni interessanti tra gusti classici e rivisitazioni. Locale caldo, accogliente, già dall’insegna sulla porta mi innamoro di questo posto. Scelgo un piatto classico rivisitato, spaghettoni al pesto di pistacchi e questa volta brindo con il Pigato. I piatti sono presentati con eleganza, i gusti sono esaltati con maestria, ed il Pigato con il suo ventaglio odoroso di pera e mela che termina su ricordi assolati di salsedine, lascia nella mia bocca la vibrante sapidità che sorregge il lungo assaggio stratificato, tratteggiando con precisione l’equilibrio e la mirabile armonia, proprio come Genova.

Termino questo mio pasto con un dolce classico, semplice ma che bisogna saper fare, un Tiramisù Home Made, che mi lascia senza parole. E con questo assaggio di dolcezza lussuriosa termina il mio fine settimana in questa città che non è solo Acquario e Porto.

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castello_d_albertis

galleria_spinola_2

palazzo_di_san_giorgio

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veduta_da_terrazzo_villa_del_principe

veduta_della_citta_di_genova

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