Giardini, musei e una partita di calcio: cosa fare a Genova in 4 giorni

A Genova siamo già stati in passato, questa volta sono due i motivi che ci portano nuovamente qui: il mio compleanno e la partita che la squadra di calcio del nostro cuore disputerà qua. Quale migliore occasione per unire i due eventi? Per cominciare, diciamo subito che la Liguria non è facile da raggiungere dalla Romagna: scartata l’ipotesi di arrivare in auto, ci rimane il trasporto pubblico che ci propone una soluzione favorevole con andata su Milano e ritorno con un treno regionale senza cambi (ma con moltissime fermate) che ci porta direttamente a casa.
Conditio sine qua non per seguire i nostri eroi bianconeri è cercare un alloggio vicino allo stadio di Marassi, dove la disponibilità è alquanto limitata: riusciamo comunque a trovare ciò che fa al caso nostro, ironia della sorte l’appartamento è proprio sotto la curva dei nostri avversari, speriamo bene!
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Diario di viaggio a Genova
Giorno 1: Piazza de Ferraris, Palazzo Ducale
Lasciamo al mattino presto la nostra città sotto lo zero termico per arrivare a mezzogiorno in una Genova baciata da un sole che sa di primavera. Dalla stazione di Porta Principe ci spostiamo con la metro in quella di Brignole da dove, in una decina di minuti, raggiungiamo il nostro appartamento.
Avvicinandoci alla meta, lo stadio ci appare come un gigantesco ragno atterrato proprio in mezzo al quartiere di Marassi, nel quale si integra a meraviglia. Prima dell’incontro con la nostra host c’è tempo per una bella e croccante focaccia che mangiamo in un piccolo centro commerciale vicino all’appartamento. Facciamo anche un bel giro tutt’attorno allo stadio, dalla curva sampdoriana a quella del Genoa, ognuna affrescata con murales e scritte inneggianti alle 2 squadre ed ai calciatori più rappresentativi.
Alle 3 del pomeriggio Ilenia ci aspetta davanti al portone del palazzo e ci conduce al nostro appartamento al 3° piano, molto carino e dotato di ogni confort. Per sfruttare al massimo questa prima giornata prendiamo l’autobus 37 che in una quindicina di minuti ci deposita in prossimità di Piazza de Ferraris con la sua gigantesca fontana.
Il Palazzo Ducale tutto illuminato ci spinge ad entrare a visitare la mostra “Impression, Morisot”, dedicata all’artista impressionista Berthe Morisot che riuscì a farsi strada in un mondo, quello della pittura, dove fino a quel momento l’unico ruolo riservato alle donne era quello di modella. Grazie ad eccellenti maestri e ad un’altrettanto eccellente posizione finanziaria, Morisot riuscì ad emergere e a partecipare a diverse edizioni del Salon degli impressionisti, assieme ai colleghi più blasonati che tutti conosciamo. La figlia ed il nipote della Morisot si adoperarono sempre affinché la sua arte non venisse dimenticata: ne sono testimoni le due mostre che l’Italia dedica in contemporanea all’artista. Oltre a questa genovese anche quella in corso alla GAM di Torino.
All’uscita dalla mostra la stanchezza per la sveglia all’alba comincia a farsi sentire, così risaliamo sull’autobus in direzione Marassi. Stasera non ci va di cenare fuori, così facciamo un po’ di spesa anche per i prossimi giorni in uno dei supermercati vicino a casa e consumiamo in appartamento una cenetta a base di sushi.
Giorno 2: Nervi, GAM, passeggiata Anita Garibaldi
Ebbene sì, un altro compleanno è arrivato e sono proprio contenta di festeggiarlo con un bel sole ed un clima primaverile. Per prima cosa compro una bella torta tropezienne alla pasticceria di fronte a casa: non l’abbiamo mai assaggiata e ci ispira molto. Dopo averla riposta in frigorifero usciamo ed in un quarto d’ora, percorrendo viale Sardegna, siamo alla stazione di Brignole da cui prendiamo un treno che in altri 15 minuti ci porta finalmente al mare di Nervi. Dalla stazione ci dirigiamo subito verso il parco, una distesa verde disseminata di piante di ogni tipo, sia mediterranee che esotiche. Vedere i cespugli di gardenie già fiorite mi fa pensare che la primavera non è lontana. Per la nostra gioia all’interno del parco ci sono ben quattro musei, almeno due dei quali vorremmo visitare.
La scelta ricade sulla GAM, galleria di arte moderna e sulle raccolte Frugone: mai scelta fu più felice, senza volerne agli altri due musei che non ho dubbi siano altrettanto splendidi. La GAM è ospitata nella villa Saluzzo Serra, dimora patrizia che divenne museo nel 1928. Il percorso espositivo prende il via dal nucleo di opere donate dallo sfortunato principe Odone di Savoia e si snoda lungo i tre piani della villa. Oltre ai dipinti, la collezione comprende anche sculture in gesso, marmo e bronzo. Autentici gioielli si rincorrono fra le varie sale: accanto alle opere di artisti liguri sono presenti quelle di grandi protagonisti dell’arte italiana, da De Pisis a Nomellini, da Messina a Casorati e ad Arturo Martini, una più bella dell’altra.
Dopo un paio d’ore è giunto il momento di una pausa mangereccia che facciamo in una gastronomia con cucina sulla via principale di Nervi. Mangiamo davvero bene e dopo il pranzo facciamo due passi in questo borgo davvero delizioso: tranquillo e pulito, con alberi rigogliosi di arance e limoni, bei negozi e belle ville arrampicate sulla collina, il tutto a 15 minuti dalla città.
Dopo la pausa rientriamo nel parco per raggiungere il secondo museo, ospitato a villa Grimaldi Fassio. Il museo deve il suo nome ai fratelli Frugone, due raffinati collezionisti che donarono il loro patrimonio artistico al comune di Genova. Anche le opere di questa raccolta, di respiro più internazionale, sono sorprendenti: dallo spagnolo Sorolla (di cui siamo grandi estimatori), all’americano Miller, passando attraverso il nostro Giovanni Boldini che dipinse prevalentemente nella Parigi della Belle Epoque. La sala dedicata a Boldini è davvero un piccolo gioiello e merita da sola la visita e l’esiguo prezzo del biglietto. Oltre alla bellezza delle opere, quello che stupisce di questo museo è l’atmosfera che si respira in queste sale allagate dal sole e affacciate sul mare. Un’esperienza davvero notevole!
Ci sarebbero ancora due musei da visitare, il museo Luxoro che raccoglie, oltre alla quadreria, anche arredi e suppellettili e la Wolfsoniana, che prende il nome dal mecenate americano Mitchell Wolfson. Purtroppo l’orario invernale, con chiusura alle 17, non ci permette di completare il nostro tour, meglio così, avremo una buona scusa per tornare in questi posti incantevoli.
Per completare questa bellissima giornata, ci dirigiamo verso la passeggiata Anita Garibaldi, una passeggiata di quasi 2 km che collega il porticciolo di Nervi alla spiaggia del borgo di Capolungo, incantevole. Sopra Capolungo sorge il quartiere di Sant’Ilario, noto a tutti gli appassionati di De André e della sua Bocca di rosa. Passeggiare qui al tramonto è un’esperienza unica: solo mare, alcune barche all’orizzonte e il sole che cala all’orizzonte. E’ davvero un peccato andarsene, ma ormai è buio e, sebbene a malincuore, ci avviamo verso il treno che ci riporta a Genova.
Approfittando della durata del biglietto facciamo un giretto in centro, ma negli occhi abbiamo ancora le immagini della bella giornata trascorsa a Nervi ed il caos di Genova ci urta un po’. La serata si conclude al ristorante “O sole mio” che di tipico genovese ha poco e non è il massimo per festeggiare il compleanno, ma il quartiere non offre molto altro. Meno male che a casa ci aspetta la nostra tropezienne, davvero ottima, soprattutto se accompagnata da una bottiglia di prosecco per brindare al mio anno in più.
Giorno 3: cimitero di Staglieno, via Balbi
Archiviato, ahimè il compleanno, oggi si parte per una nuova giornata alla scoperta di Genova. Dato che non è la prima volta che visitiamo la città, decidiamo di dedicare la mattinata alla visita del cimitero di Staglieno che raggiungiamo a piedi, trovandosi non troppo distante dal nostro alloggio. Descritto da molti come il più bel cimitero d’Italia, siamo venuti a verificarlo di persona e, muniti di mappa, ci avviamo subito verso i porticati più antichi, alla scoperta delle tombe più belle che effettivamente sono tante, anche se non tutte in buone condizioni. Per chi, come me, ha una predilezione per gli angeli, qui la vedrà appagata perché ce ne sono di bellissimi e di tutte le dimensioni. Quello che mi ha entusiasmato di più è stato quello a guardia della tomba Oneto, davvero di grande impatto.
Un’altra star di Staglieno è Caterina Campodonico, venditrice di noccioline e ciambelle che con i guadagni di una vita volle regalarsi, per la sua dimora eterna, un posto in prima fila al pari dei ricchi notabili della città.
Per vedere invece dove riposa Giuseppe Mazzini bisogna camminare parecchio ed arrivare al boschetto irregolare: poco lontano da lì anche l’ultima dimora di Mameli e il boschetto riservato ai Mille valorosi che salparono da Quarto, poco lontano da qui, per fare l’Italia assieme a Garibaldi.
Un altro personaggio che mi piace ricordare è Constance Lloyd Wilde, moglie del celebre Oscar, sepolta nella parte protestante del cimitero. Triste fu il destino di questa donna, che scappò in Liguria dopo lo scandalo successivo al processo ed alla condanna al carcere del marito per il reato di omosessualità. Purtroppo non poté godersi a lungo il dolce clima della Riviera, in quanto se ne andò all’età di 48 anni a causa di una malattia molto simile alla sclerosi multipla.
Dopo un paio d’ore e grandi raffiche di vento, decidiamo di prendere un autobus che ci porta in via Balbi, a pochi passi dalla stazione di Porta Principe. L’enorme edificio all’angolo della via, oggi sede della biblioteca universitaria, fino alla fine degli anni 80 fu l’hotel Columbia Excelsior, uno dei più prestigiosi della città. Nel 1965 vi soggiornarono nientemeno che i Beatles, per l’unico tour italiano della loro storia. Le cronache raccontano che i “Fab 4”, ancora non troppo famosi, si aggirassero indisturbati per le vie ed i locali cittadini. Oggi sarebbe impensabile!
Vagando fra vie e caruggi ci troviamo sotto i portici di Sottoripa, ad un passo dall’Acquario che abbiamo già visitato in passato. Dopo il pranzo in una nota catena di hamburger, torniamo a visitare la chiesa di san Lorenzo, badata a vista dai suoi bellissimi leoni accucciati sulle scale. A metà pomeriggio, quando Il vento comincia a farsi molto insistente, decidiamo di tornare all’appartamento: stasera c’è la partita, per la quale dobbiamo essere non in forma, di più!
Abitare ad un passo dallo stadio ci consente di uscire di casa all’ultimo minuto, e di rientrare 30 minuti dopo il fischio finale, un vero lusso. Equipaggiati in tenuta antifreddo, facendoci strada fra decine di tifosi sampdoriani ci avviamo verso il settore riservato alla nostra squadra. Che bello vedere facce amiche e sentire odore di Romagna! Ben presto scopriamo che a causa del vento non potremmo occupare i posti che avevamo prenotato al piano superiore dello stadio, bensì uno spicchio di curva davvero minuscolo ma riparato e ben addobbato con i nostri striscioni e le bandiere. Prima dell’inizio della partita ci vengono distribuite bandierine bianche e nere per sostenere i nostri ragazzi che alla fine vincono 2-1 ed è per tutti un’esplosione di gioia. Grazie Cesena per il fantastico regalo di compleanno!
Mezz’ora dopo la fine dell’incontro possiamo lasciare lo stadio e dirigerci verso casa: tifosi sampdoriani delusi affollano i bar della zona per un’ultima bevuta e anche noi, una volta a casa, facciamo un brindisi col prosecco avanzato da ieri.
Giorno 4: Mercato orientale, via XX Settembre, Palazzi dei Rolli
Dopo l’esaltante serata calcistica oggi tutto sembra più bello, anche se per la prima volta il cielo è nuvoloso e dobbiamo fare le valigie per tornare a casa. Un ultimo caffè nel bar di Corso De Stefanis poi con il fedele autobus 37 e i trolley al seguito raggiungiamo di nuovo il centro per qualche giro fra i negozi ed il pranzo.
Per prima cosa visitiamo il Mercato orientale, la boqueria di Genova: costruito al posto del chiostro della chiesa di Nostra Signora della Consolazione è un luogo dove tutte le classi sociali si incontrano, dalle vecchiette col carrellino della spesa alle sciure in pelliccia.
Passeggiando sotto i bellissimi portici di via XX Settembre, ci dirigiamo verso la zona dei caruggi alla ricerca di un ristorantino dove ci piacerebbe pranzare. Eccoci nel cuore più autentico della città, con i suoi vicoli bui, i bellissimi locali storici e anche tante “graziose” che aspettano i clienti sulle soglie delle loro abitazioni. Purtroppo il locale dove volevamo pranzare è chiuso, ripieghiamo su un altro che già conosciamo e dove mangiamo bene.
Una passeggiata per via Garibaldi con i suoi magnifici Palazzi dei Rolli (accessibili anche con la visita guidata proposta su Civitatis.com) poi senza fretta ci dirigiamo verso la stazione, fermandoci a vedere i Trogoli di Santa Brigida, antichi lavatoi coperti da una tettoia di ferro al centro di un’area circondata da palazzi dai colori pastello. Qui, nei secoli scorsi, le madri di famiglia si recavano a fare il bucato passando e ripassando i loro panni sotto l’acqua gelida. Che fantastica invenzione la lavatrice!
Dopo un ultimo passaggio su Via Prè illuminata da mille lucine colorate ci avviamo verso la stazione di Piazza Principe. Il viaggio che ci aspetta sarà molto lungo, 5 e passa ore durante le quali attraverseremo ben 4 regioni prima di arrivare, senza cambi, alla nostra stazione di arrivo. Questi 4 giorni sono stati per noi una tregua al grigio inverno romagnolo. Genova è una città complicata e caotica, ma i suoi dintorni sono veramente stupendi e noi non vediamo l’ora di approfondirne la conoscenza, magari con un altro viaggio green a bordo del treno.