Da Fabrizio De Andrè a Renzo Piano: la città “artistica” d’Italia è un vero dedalo di vicoli vista mare da scoprire (anche) in un solo giorno

Ogni tanto sento il bisogno di vedere il mare, ascoltare il rumore delle onde che si infrangono sulla spiaggia... Ecco i consigli di viaggio per visitare il capoluogo ligure
Scritto da: I viaggi di Ines
da fabrizio de andrè a renzo piano: la città artistica d'italia è un vero dedalo di vicoli vista mare da scoprire (anche) in un solo giorno
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Ogni tanto sento il bisogno di vedere il mare, ascoltare il rumore delle onde che si infrangono sulla spiaggia. È una mancanza che avverto soprattutto in inverno. Il “mio mare” è la Liguria. Ci vado in vacanza ogni anno, sin da quando ero bambina. Oggi vi racconto di una decisione presa al volo. Di una giornata diversa. Di un treno che viaggia nelle gallerie. E poi di un fritto di pesce, mangiato in riva al mare. Di una gita fuori porta a Genova, un sabato di marzo.

Diario di viaggio a Genova

Genova non è lontanissima da dove abito, ma il pensiero di dover guidare per sei ore nell’arco della stessa giornata, con il buio e con il sonno, non mi faceva impazzire. Anzi. Così ho deciso di guardare il sito di Trenord e ho trovato una promozione davvero vantaggiosa: viaggiare in due, al prezzo di uno. Non ci ho pensato troppo. Ho prenotato. E siamo partiti. Lasciato alle spalle il grigio di Milano, abbiamo attraversato paesi con ancora le strade innevate. Poi, dopo l’ultima galleria, è comparso il sole. Un cielo azzurrissimo ci ha accolti alla bianca stazione di Genova Porta Principe.

Il quartiere di Prè

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Se, come me, volete fare una toccata e fuga, vi consiglio di arrivare preparati: con una cartina ben fatta ed una buona guida (io ho trovato molto bella quella scaricabile dal sito visitgenoa.it) potrete gestire al meglio i tempi e focalizzare l’attenzione su quello che vi interessa. Io ho deciso di sfruttare il viaggio in treno per evidenziare i percorsi ed i punti di interesse. Prima tappa della nostra gita: il quartiere di Prè. Si incontra dirigendosi verso il centro, dalla stazione. Molti lo giudicano degradato. Non nego di aver visto parecchia spazzatura, per non parlare del forte odore di urina, in alcuni angoli. Nonostante questo l’ho trovato affascinante: si respira la multiculturalità di Genova, città portuale, da sempre caratterizzata da una mescolanza di persone provenienti da ogni parte del mondo. Sulla via principale trovi la macelleria africana, il negozio di tessuti cinesi, il kebabbaro arabo. Gente per strada, ad ogni ora. Ed un’attività frenetica nelle botteghe che mi ha fatta sentire come se stessi camminando per le vie di un’altra città, in un altro continente. Ogni tanto qualche piccolo sopravvissuto negozio italiano, incastrato tra i tanti commercianti stranieri. L’ombra dei palazzi che la abbracciano lascia spazio alla luce. E lì, per la prima volta, ho visto il mare. Un piccolo porto. La Darsena. Su cui si affaccia il Galata Museo del Mare. Nelle acque piatte riposa il grande Nazario Sauro (s518), con la sua imponenza, con il suo passato carico di storia.

Via del Campo, la strada di De Andrè

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Risalendo tra le vie strette si arriva alla grande Porta dei Vacca che segna l’inizio di Via del Campo. La famosa Via del Campo cantata da De Andrè. E mentre cammini ti guardi attorno cercando la graziosa sulla soglia, la bambina con le labbra rugiada e la puttana che lavora al primo piano. E così alzi gli occhi. E tra le tante persiane chiuse vedi l’insegna di Via Del Campo 29 rosso, uno spazio dedicato a Fabrizio, alle sue canzoni. Appesa nel mezzo del locale c’è la sua chitarra. Sulle pareti tanti ricordi della sua musica. Si riesce ad entrare a fatica.

Il centro storico di Genova

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Continuiamo a camminare. E decidiamo di salire, verso Via Garibaldi per vedere i maestosi Palazzi dei Rolli. Facciate di pietra, spesso neoclassiche ed eleganti, nascondono le stanze che in passato venivano utilizzate per ospitare personaggi importanti, in visita in città. Proseguendo, in poco tempo si arriva a Piazza De Ferrari, la piazza simbolo della città, con la sua maestosa fontana rotonda. Se decidete di andare a Genova, vi consiglio di dare un’occhiata alle mostre in corso a Palazzo Ducale (che si affaccia sulla Piazza). Io ho visitato una bellissima mostra fotografica di Salgado, intitolata “Genesi”. Quando si passeggia alla scoperta di un nuovo posto è facile perdere la cognizione del tempo. Lui passa, inesorabile. Ma tu non te ne accorgi. E così, guardando l’orologio del campanile della Chiesa del Gesù, mi sono resa conto che era già ora di pranzo.

Imboccata Via San Lorenzo, scendendo verso il Porto Antico, ho avuto modo di vedere due perle di Genova: la Cattedrale di San Lorenzo, un esempio di romanico fiorito nella sua facciata di marmo a strisce bianche e nere e la graziosa Antica Barberia Giacalone in Vicolo Caprettari, un Bene FAI tuttora in attività. Una bottega storica in stile Art Decò, che lascia a bocca aperta soprattutto per il gioco di colori dei vetri che la impreziosiscono. Ma torniamo al pranzo. Credo che la parte ideale di Genova per un pranzo veloce sia l’intera Via Sottoripa. Un susseguirsi di bar, pescherie, paninari e take away di diverso genere. Io avevo sentito parlare bene dell’Antica Friggitoria Carega, al civico 113. E non ero l’unica ad avere avuto l’idea di prendere del fritto di pesce lì. La coda era lunga, ma il profumo invitante. Abbiamo chiesto una frittura mista di totani, polipi e gamberetti. C’è la possibilità di farsi dare le posate ed i tovaglioli per mangiare il fritto ancora caldo, magari seduti sui gradini della piazza lì di fronte, come abbiamo fatto noi.

Porto Antico di Genova

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Dopo un degno pranzo a base di pesce la visita alla città è ripartita con il Porto Antico. La parte più turistica. Più affollata. Lì troverete l’Acquario che merita di essere visto almeno una volta nella vita. Siccome noi l’avevamo già visitato da bambini, abbiamo deciso di proseguire la passeggiata, facendo un salto nella vecchia zona portuale, dove una volta c’erano i magazzini. Il pomeriggio è stato diviso in due parti: la prima, a completamento della visita del centro storico, con una lunga e piacevole passeggiata nel quartiere del Molo, salendo per le viuzze strette una volta abitate e vissute dai marinai, fino ad arrivare alla Casa natale di Cristoforo Colombo.

La seconda con la visita al piccolo borgo di Boccadasse, pittoresco e caratterizzato da una piccola spiaggia di pescatori, incastonata tra le case. Sembrava di essere alle Cinque Terre. Un posto che mi ha lasciato piacevolmente sorpresa e che vi consiglio di visitare. Raggiungerlo a piedi, per questioni di tempo, sarebbe stato impossibile. Ci potete arrivare comodamente con l’autobus. Noi abbiamo deciso di raggiungere la pensilina di Via Fiume, percorrendo la bellissima Via XX Settembre. La via dei negozi. Una strada sottoportico, parecchio affollata, caratterizzata da una pavimentazione stupenda. Distogliete per un attimo lo sguardo dalle vetrine e date un’occhiata sotto i vostri piedi! Su Via XX Settembre si affaccia anche lo splendido Mercato Orientale, un mercato coperto che vende principalmente generi alimentari. Vi consiglio di farci un salto per il mix di profumi e colori che lo caratterizza. Non è Liguria, se non si assaggiano la focaccia e la farinata di ceci. Per una buongustaia come me, visitare Genova è stata anche un’occasione per potermi permettere alcune “tappe – merenda”. Segnalo il Panificio Mario di Via San Vincenzo. Questo forno storico produce una focaccia squisita. Per la farinata, invece, ne ho assaggiata una deliziosa in Via Porta Soprana, in un panificio che la propone anche in alcune varianti.

Come concludere in bellezza la gita a Genova? Decisamente con un fantastico tramonto sul mare. Una magia di colori con sullo sfondo la Lanterna, uno dei simboli del capoluogo ligure.

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