È uno dei parchi naturali più belli di tutta l’Africa, ma per scoprirlo senza problemi ecco alcuni consigli che fanno al caso tuo
Dopo una programmazione di circa un anno e aver letto di tutto e di più, abbiamo intrapreso questo viaggio al parco Kruger tanto sognato e ora provo a dare qualche consiglio a chi come noi vuol fare questa vacanza in totale autonomia. Solo un piccola premessa: in realtà il viaggio in Sudafrica è solo la seconda parte di una vacanza che ci ha visto per la prima settimana di ferie “riposarci” a Sharm el-Sheikh. Ebbene si, volevamo collegare il Sudafrica a un po’ di mare e siccome il volo di andata faceva scalo al Cairo, siamo stati qualche giorno a Sharm (che qui non approfondisco) prima di raggiungere Johannesburg.
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Ad eccezione delle tre notti passate dentro al Kruger, prenotate con il loro sito sanparks, ho fatto tutto tramite booking, a cominciare dall’auto a noleggio (hertz) ritirata all’aeroporto di Johannesburg la mattina dell’atterraggio e lasciata al Kruger International Airport sei giorni dopo (il drop off ci è costato solo 30 euro). Naturalmente la guida è a sinistra ma usciti da johannesburg e con qualche attenzione agli incroci alla fine ci si abitua (nel totale abbiamo percorso 1200 km). La strada da Johannesburg al Kruger richiede piccole tratte a pagamento pagabili con carta.
Dormire dentro al Parco nazionale Kruger
La prima cosa che ho fatto nell’organizzare il viaggio è prenotare sul sito Sanparks (che non è facilissimo) le tre notti dentro al parco. Si può prenotare da un anno prima e il vantaggio è che se si disdice entro 30 giorni prima della partenza ti restituiscono l’intera somma. Abbiamo dormito all‘Orpen Camp, a Lower Sabie e a Berg En Dal. In tutti e tre i casi in un comodo e rifinito bungalow, sempre provvisto di cucina attrezzata, bagno, doccia, asciugamani e l’immancabile barbecue che per i sudafricani è una vera passione. Ogni notte ci è costata tra i 70 e i 90 euro (2 persone), alla fine neanche tanto calcolando dove sei e la forte richiesta.
Ogni camp ha un negozio (market e souvenir), un benzinaio (all’Orpen si trova fuori, tra il campo e il gate), un ristorante (all’Orpen no) e non c’è WiFi. I camp del parco posso essere visitati anche da chi non ci dorme, una sorta di “aree di servizio” dove puoi scendere dalla macchina durante gli spostamenti. I camp hanno degli orari di apertura e chiusura e a meno che non si hanno in programma escursioni con loro, non si può né entrare né uscire. Ad agosto è dalle 6 alle 18, dopodiché scende la notte, si mangia qualcosa e tutti a letto. Alcuni campi hanno delle pozze illuminate vicino, oltre la recinzione ed è possibile avvistare gli animali che vanno ad abbeverarsi (all’Orpen Camp abbiamo visto di sera leone e leonessa in questo modo).
In tutto abbiamo visitato sei campi: il Lower Sabie avevo letto che è tra i migliori e lo confermo. Skukuza è il più grande e una sosta vale la pena.
Come muoversi all’interno del parco
Attenzione, divieti e comportamenti normati: l’esperienza al parco Kruger è all’insegna del rispetto della natura e della sicurezza
La segnaletica dentro al parco è perfetta. Ad ogni incrocio è presente una colonnina in pietra che segnala la strada, la direzione e i km che mancano al più vicino campo, eccezionale.
Per quanto riguarda i tempi di percorrenza questo è stato uno dei miei più grandi dubbi prima di partire: è ovvio che dipende da quanti animali si incontrano e da quanto ci si ferma per guardarli ma per dare un’idea diciamo che per fare 100 km ci si impiegano circa tre ore, all’incirca il doppio di quanto dice Google Maps. Nel nostro caso partiti la mattina alle 6 dall’Orpen Camp, con almeno un paio di soste in aree picnic e qualche sterrato, nel primo pomeriggio eravamo a Lower Sabie.
Prima di partire mi ero scaricato la mappa off line sia del Kruger che del Sudafrica da Google Maps in modo da avere il percorso sul telefonino senza essere connesso. Il telefono non prende in quasi nessuna zona e come ho detto non c’è WiFi da nessuna parte. Nell’auto a noleggio avevo il Gps (30 euro di supplemento, non usato). Al primo campo ho comprato la mappa cartacea del parco, sinceramente è fatta molto bene.
Le strade sterrate
Dentro al parco solo le strade principali che collegano i campi tra loro sono asfaltate, tutte le altre sono sterrate, alcune in buone condizioni altre un pochino meno. Non sta a me descrivere l’emozione di percorrere in solitaria uno sterrato e trovarsi di fronte un elefante che ti attraversa la strada, bellissimo! Andando alle raccomandazioni nell’imboccare uno sterrato si tenga presente che i tempi si allungano notevolmente, che spesso si è soli per chilometri e chilometri, e che è sempre bene consultare mappa e navigatore per vedere dove si va a finire. Noi eravamo due adulti, con bambini in macchina farlo con attenzione.
Benzina: ogni volta che ho potuto, dentro e fuori dal Kruger ho fatto il pieno. Ogni campo ha il benzinaio. In realtà si va cosi piano che si consuma pochissimo.
Oltre al classico abbigliamento a strati consigliato in ogni forum, portarsi il binocolo e una torcia per la sera. Ogni campo ha un negozio (che chiude alle 18) per potersi comprare generi di prima necessità per poter cenare presso il proprio bungalow se non si vuole andare a cena fuori. In ogni caso ho travato il Sudafrica molto più a buon mercato dell’Italia (o forse siamo noi che siamo cari). Per fare un esempio a Lower Sabie siamo andati a magiare al ristorante del campo e un hamburger con contorno a testa e due bibite 16 euro in tutto: non una grande cena ma in Italia avrei speso molto di più.
La Panorama Route
Avevo letto molto di questa strada lunga una cinquantina di km che si trova nella regione del Mpumalanga e due ore di macchina dal Kruger e soprattutto tra Johannesburg e il parco stesso. Molti le dedicano una giornata di visita prima (o dopo) il viaggio nel parco e cosi abbiamo fatto anche noi. Atterrando di mattina a Johannesburg mi ero prenotato la prima notte a Graskop (Westlodge at Graskop, 90 euro con colazione, consigliato) come base di partenza della Panorama Route che ho visitato il giorno successivo per poi entrare al Kruger (Orpen Gate) nel primo pomeriggio.
La Panorama Route è una strada che costeggia un canyon (blyde canyon, il terzo più grande al mondo) e che prevede tutta una serie di piccole soste tra cascatelle e panorami mozzafiato, nella zona a nord di Graskop. Percorrendola sia da nord che da sud si raggiunge il kruger in circa due ore con l’Orpen Gate e il Phabeni Gate gli ingressi più vicini.
Ogni sosta è a pagamento (pochi euro) e si perde tra i 30 e i 60 minuti. Si paga con la carta e alcune non accettano contanti (probabilmente per paura di rapine). Ogni sosta ha delle bancarelle con donne che vendono artigianato del luogo e souvenir a prezzi decisamente buoni (inferiori ai negozi dentro al Kruger). Alcune soste hanno anche bagni, bar e aree pic nic.
Per visitarla il mio consiglio è di soggiornare almeno una notte nella zona di Graskop o Sabie. A Graskop ci siamo fermati al celebre Harrie’s Pancakes che, si dice, sia il migliore (2 pancakes e 2 coca cola tot.14 euro).
Ritorno: usciti da Kruger dal Numbi gate, abbiamo lasciato l’auto a noleggio al Kruger International Airport, senza tornare a Johannesburg e da lì siamo ripartiti alla volta dell’Italia via Durban/Dubai con la Emirates (che rimane sempre la migliore compagnia aerea)
Consiglio di non cambiare troppi soldi, ovunque accettano la carta.