Cosa vedere a Castell’Arquato in un giorno
Uno dei borghi più belli d’Italia, teatro a cielo aperto che testimonia un tempo passato fatto di signori e signorie, castelli e fortezze, rocche e chiostri. Abbiamo deciso di fare una escursione domenicale a Castell’Arquato, paesino medievale arroccato sui colli piacentini.
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Esplorare la bellezza di questi luoghi ti fa tornare ad un tempo passato e ti dà la possibilità di vivere da vicino il patrimonio storico, le primizie enogastronimiche, la lentezza di una vita che scorre tra il silenzio e la semplicità della provincia.
Quando si arriva in prossimità del torrente Arda, una immagine da cartolina ti accoglie in tutta la sua bellezza. Castell’Arquato è lì, a dominare una splendida Pianura Padana, dall’alto dei suoi 400 metri di altitudine. Parcheggiamo la nostra auto in un parcheggio gratuito che costeggia il corso d’acqua. Di fronte a noi subito l’imponenza di un edificio colorato da un colore rosso romantico. È una Scuola Elementare dedicata alla figura di Luigi Illica, librettista di fama e tra i maggiori scrittori in prosa e poesia sul finire dell’800.
Il percorso che ci porta su, verso il cuore del borgo, è un percorso silenzioso fatto di vicoli e case curate che svelano tutta l’eleganza di un luogo aristocratico, particolare. Il primo punto di passaggio è sicuramente la Porta di Monteguzzo, una delle quattro porte di accesso facenti parti del muro castellano costruito nel 1342 per volere di Azzo Visconti, Duca di Milano.
Cosa vedere a Castell’Arquato in un giorno
Il Palazzo-Museo Casa Stradivari
Quello che però segna l’inizio dell’esplorazione nell’animo del borgo è sicuramente l’arco di Palazzo Stradivari. Questo edificio, imponente e dallo stile neogotico, ci appare in tutta la sua bellezza quasi all’improvviso. Sarà per la sua magnificenza, sarà per quella passerella fatta di ciottolato romano che lo preannuncia.
La storia di questo palazzo è una storia che risale all’800, quando venne costruito per volere di Libero Stradivari, pronipote del grande liutaio. Una casa museo visitabile, in cui è possibile rivivere l’atmosfera del borgo medievale, magari pensando alle serate trascorse da Illica e Mascagni.
Sotto l’arco, l’immagine della lotta tra San Giorgio a cavallo ed il drago.
Ospedale Santo Spirito
Proseguendo il tragitto che sale verso la sommità del colle, incontriamo un cancello che dà su un atrio. A introdurci, un magnifico dipinto con raffigurati due angeli che sorreggono una sfera bianca in cui è presente una colomba.
È l’entrata dell’Ospedale Santo Spirito, un luogo particolare ed antico, risalente alla metà del 1200 e modificato nel XVI Secolo.
Noi non lo abbiamo visitato, ma possiamo dirvi che oggi ospita il Museo Geologico e che, al suo interno, è presente un bellissimo soffitto ligneo del ‘500.
Il Palazzo del Podestà e la Collegiata di Santa Maria Assunta
Eccoci arrivati nel cuore di Castell’Arquato, nel punto più alto del borgo, all’interno della maestosa piazza del Municipio. Qui ci ritroviamo improvvisamente circondati da arte e storia, tra castelli imponenti e strutture perfette. Veniamo rapiti dall’accoglienza di questo luogo, una sorta di bomboniera incastonata tra le mura medievali del paese. L’aperitivo in una delle osterie della piazza è d’obbligo (spritz a 5€ con una variante di spumante tutta piacentina).
Sulla nostra testa c’è il Palazzo del Podestà, costruito nel XIII Secolo da Alberto Scoto, signore di Piacenza. Un sole invernale ci riscalda davanti a tanta cultura. Dopo la pausa ci tocca visitare un altro pezzo forte del borgo, quella Collegiata di Santa Maria Assunta che nasconde dei tesori pittorici di inestimabile valore. L’edificio fu costruito nel XII Secolo, dove un tempo sorgeva la chiesa distrutta nel sisma del 1117.
Noi rimaniamo prima rapiti dalla lunetta che racconta, in scultura, la Madonna ed il bambino tra un Angelo e San Pietro; poi, entrando nella chiesa, veniamo attratti da una voce narrante proveniente dal lato destro. Su quel lato della Collegiata, infatti, una audio guida racconta gli incredibili affreschi quattrocenteschi presenti nella Cappella di Santa Caterina. Gli affreschi vengono illuminati man mano che si va avanti con la narrazione. Sono perfetti e dai colori che conquistano. Narrano il ciclo della Passione di Gesù e le esequie della Vergine.
Pranzo e visita alla Rocca Viscontea
Il pezzo forte del nostro itinerario ce lo lasciamo per ultimo. Abbiamo deciso di salire in cima alla Rocca Viscontea dopo pranzo. Un pranzo che non dovrà necessariamente essere caro per le nostre giovani tasche. L’occasione perfetta, per assaggiare i prodotti enogastronomici di questa terra, si presenta davanti ad una piccola bottega (La Butega, appunto) che delizia i tanti turisti con panini e taglieri di primissima qualità. I formaggi sono buonissimi, così come i salumi e le marmellate da contorno. Noi optiamo per un tagliere, accompagnandolo con un vino della zona. L’atmosfera, all’interno di questo piccolo laboratorio, è accogliente. Spendiamo poco più di 20 euro per il tagliere Visconti (salumi, formaggi e mostarde: abbondante) e 10 euro per un ottimo rosso della zona.
Adesso, con la pancia piena, è arrivato il momento di andare su in cima.
L’entrata alla Rocca costa 5 euro e conduce all’interno di un mondo medievale, lo stesso raccontato nel film Lady Hawke, girato in parte qui. L’edificio risale alla metà del 1300 ed è stato a lungo utilizzato come carcere. Una volta entrati, ci aspetta una serie interminabile di scalini che salgono lungo la stretta torre principale. Nelle zone intermedie, poi, piccoli plastici e raffigurazioni che spiegano le armi utilizzati al tempo e stanze usate come dormitori.
Se soffrite di vertigini camminate lungo le pareti, ma comunque salite fino in cima. La vista vale il prezzo del biglietto.
Come ultima tappa, prima di tornare al parcheggio, ci concediamo un economico caffè a 1 euro nel parco che circonda le mura della Rocca. Qui troviamo la tranquillità del panorama e l’arte delle statue dedicate a Illica e Stradivari.