In Emilia-Romagna c’è il borgo dove sono stati girati i film di Don Camillo e Peppone, ed è un posto davvero speciale
Brescello. Perdonate la mia ignoranza, ma non avevo mai visto i film di Don Camillo e Peppone per intero, lo ammetto, e il nome di questo paese non mi diceva assolutamente nulla. Ben diverso era invece l’effetto sortito sul mio fidato cameraman. Lele aveva gli occhi languidamente sbarrati e come un bambino alle prese col suo giocattolo preferito mi fissava e mi diceva: “Andiamo a fare un giro? Ci si impiega poco e poi qui abbiamo già visto molto e torneremo!”.
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Come rifiutare? Anche se avessi tentato, avrei dovuto sopportarne le lamentele per il resto del giorno… e avevamo davanti a noi tre ore di auto fino a casa. Acconsentii quindi a tornare all’auto e, recuperate le buste con i souvenir per i familiari, siamo tornati alla Sphimm’s Trip Car che ci attendeva a vicino alla stazione. Il paese di Brescello si trova in Emilia-Romagna, diciamo che non è proprio vicino a Mantova, e in macchina ci mettiamo circa 50 minuti ad arrivare. I paesaggi della bassa Pianura Padana ci accompagnano dolci e ricoperti dalla neve e tra i terreni coltivati dalla forma molto squadrata, di tanto in tanto, ci troviamo a percorrere magnifici rettilinei immersi nella natura e fiancheggiati da ambo i lati da alte file di alberi.
Entriamo in provincia di Reggio Emilia e dopo aver scavalcato il fiume Po, qui ormai quasi al capolinea, iniziamo a incontrare alcuni paesini e paesaggi che ricordano a Lele avvenimenti e scene dei film della sua giovinezza. Vederlo così entusiasta è quasi contagioso ed è quasi impossibile trattenerlo quando, parcheggiata l’auto in una piazzetta fuori dal centro, scendiamo per esplorare il borgo.
Brescello e il luoghi di Don Camillo e Peppone
Seguendo una viuzza ci troviamo direttamente alla piazza principale del paese, Piazza Matteotti, set di numerose scene cinematografiche, dove sorge la Chiesa di Santa Maria Nascente presso cui Don Camillo prestava servizio come parroco.
Constato immediatamente che altre persone sono qui per visitare Brescello e, poco distante dalla via da cui arriviamo, si trova il Municipio, base in cui risiedeva invece il simpatico antagonista del curato, il Sindaco Peppone. Di fronte al municipio si trova proprio una statua in bronzo di quest’ultimo, posto in posa di saluto, e i visitatori fanno a turno per toccarla e farsi fotografare al suo fianco.
A questo punto notiamo, all’altro capo della piazza, poco più avanti rispetto all’uscita della chiesa, un’altra statua in bronzo, questa volta è Don Camillo, rivolto verso il rivale, con sguardo sorridente, anch’egli con il braccio alzato a dare il benvenuto ai visitatori.
Sulla piazza oggi si trovano due bar che portano i nomi dei simpatici protagonisti del film e in giro per il paese è possibile riconoscere i luoghi salienti della storia grazie a dei cartelli riportanti la paletta del Ciak; è anche possibile avere una piccola cartina che indica il percorso più breve per vederli tutti.
Entriamo in chiesa dove, in una piccola cappella sulla sinistra, si trova il Cristo stilizzato con cui Don Camillo soleva parlare nei momenti di dubbio, dopo di che usciamo alla ricerca del museo di Don Camillo.
Purtroppo è ora di pranzo e il museo è chiuso, facciamo quindi una sosta a La Bottega del Paese di Don Camillo (Via Felice Cavallotti, 12) dove, senza spendere eccessivamente, ci saziamo con un pranzo abbondante di specialità emiliane. Tra un bicchiere di Lambrusco e l’altro facciamo anche la conoscenza dei due giovani e simpatici proprietari che, con grande disponibilità, ci raccontano che molte sono le persone che ogni anno tornano a Brescello sulle orme dei protagonisti del film.
La Madonnina del Borghetto e il carro armato
Dopo pranzo, seguendo la cartina, ci spostiamo fuori paese, lungo la circonvallazione, per trovare la piccola cappella della Madonnina del Borghetto, che è inquadrata in Don Camillo monsignore… ma non troppo. L’immagine della Vergine è stata ridipinta nel 2004 da Marco Cagnolati, seguendo l’illustrazione originale.
Da qui, ritorniamo verso il Museo e, passata la casa di Don Camillo, giungiamo fuori dal finto Municipio dove ci fermiamo a immortalare il carro armato tanto celebre per alcune scene del film. Non è quello originale, ma fu portato ad inizio anni Novanta da Nettuno (vicino Roma) a Brescello, ceduto dall’Esercito italiano al comune per pochi spicci e reso di nuovo funzionale dopo decenni in cui era stato impiegato come bersaglio nelle esercitazioni militari.
Ci spostiamo poi dall’altro lato del borgo dove, passeggiando all’ombra di antichi portici, troviamo la campana senza batacchio sotto cui finì ‘imprigionato’ Peppone. Contemplando alcuni singolari edifici, ci dirigiamo poi fino alla stazione ferroviaria passando davanti alla casa di Peppone.
L’emozione e il sincero entusiasmo con cui Lele, e anche gli altri visitatori, osservano questi luoghi per me ordinari, mi fa pensare che forse mi sono davvero perso qualcosa di significativo per la giovinezza di molti di noi, mi riprometto quindi di recuperare e vedere tutti i cinque film della saga di Don Camillo.
Un ultimo giro nella piazza, gli occhi di Lele lucidi di gioia, e decidiamo di ripartire verso casa. Ci allontaniamo dal centro lasciando alle nostre spalle i due rivali di bronzo immobili in un eterno, amichevole saluto.