Viaggio nella splendida Sicilia
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Il bus ci lascia alla Stazione Centrale (ci sono sia bus che treni) e da lì sperimentiamo l’arte della trattativa con un tassista locale, non so sinceramente se ci sia andata bene o no (l’impressione è che alla fine lui ci abbia comunque guadagnato) ma con 10 euro che sembrerebbero essere la corsa minima ci porta al nostro B&B. La struttura è in una bella posizione (si chiama Casetta Manfredi per chi volesse sperimentarla), in pratica si trova in una via senza uscita subito dietro al Teatro Politeama permettendoci di visitare a piedi tutte le attrazioni principale di Palermo. Mi permetto un piccolo consiglio a chi non si ritiene un buon camminatore, per vedere Palermo meglio diventarlo anche perché affidarsi ai bus è come fare un terno al lotto, quello che ho capito parlando con i palermitani è che gli orari sono totalmente indicativi e che la tecnica che loro applicano è prendere al volo quello che passa quando passa! Posati i bagagli e ripreso fiato, dedichiamo la prima mezza giornata ad esplorare i dintorni, non senza aver sperimentato subito la fantastica cucina locale, prima dose di arancine e couscous per ripartire di slancio. Vediamo subito la cattedrale (l’ingresso è gratuito) ma essendo tardi non si può più salire sul tetto, decidiamo quindi di visitare l’interno e ritornare nei giorni successivi. A questo punto si decide di fare un giro per il famoso mercato Ballarò (finalmente non è più solo una trasmissione televisiva) assaporando atmosfere sconosciute, i colori e i profumi rendono quella che potrebbe essere una semplice passeggiata tra i banchi un’esperienza nuova. Il consiglio che posso dare io nel mio piccolo, è di visitare posti come questo in massima serenità non lasciandosi prendere dalla paura o dai pregiudizi, non fate sì che i luoghi comuni o quello che si sente in tv vi influenzino. Prima del rientro alla base, uno sguardo da fuori al Teatro Massimo e al Palazzo di Giustizia, struttura certamente moderna ma piena di significato. Fa effetto vedere sulla facciata del palazzo i volti di coloro che hanno sacrificato la propria vita nella lotta alla mafia, un buon modo per non dimenticarli mai.
Non mi metterò a dare consigli culinari, in Sicilia si mangia splendidamente dappertutto e sui ristoranti purtroppo ho la memoria un po’ corta, ma là dove questa mi assisterà cercherò di dare le indicazioni più precise possibile. A questo proposito la prima sera sperimentiamo un ottimo ristorante la Trattoria Lo Bianco, non potete sbagliare è pubblicizzata in tutta Palermo. Si mangia bene a buon prezzo e il servizio è velocissimo, figurarsi che la prima sera in mezz’ora ci avevano già portato antipasto, primo, dolce e caffè!
Secondo giorno
Partiamo di buon’ora alla volta del Palazzo dei Normanni (l’idea è di evitare il caos dei bus turistici). Ci vogliono circa 15 minuti a piedi, e mi preme avvisare che essendo la sede della Regione Sicilia durante le sedute gli appartamenti reali non sono visitabili, informatevi quindi prima se ne avete la possibilità. Noi capitiamo appunto in uno di questi momenti quindi riusciamo a vedere gli scavi che si trovano sotto di esso e soprattutto la Cappella Palatina. Non sono un critico d’arte ma quando si entra qui non si può restare indifferenti. A parte l’ottimo stato di conservazione gli affreschi e i mosaici sono splendidi, se avrete la fortuna di capitare in un momento di caos non eccessivo potrete goderveli appieno, e anche chi come me non è esperto in materia resterà a bocca aperta. Rientrando verso il centro si decide di tentare la sorte col Teatro Massimo che è visitabile solo accompagnati. L’organizzazione è ottima, dopo una breve attesa una guida ci viene a prendere e insieme ad un ristretto gruppo di visitatori iniziamo il giro. All’interno del teatro non si possono fare foto, il che è un po’ frustrante per chi come me vive con la macchina fotografica in mano ma ci si può passare sopra vista la bellezza del giro, diciamo che sono soldi spesi bene. Noi abbiamo avuto anche la fortuna di capitare proprio nel giorno dell’apertura della stagione lirica quindi in anteprima abbiamo potuto vedere le prove degli artisti che la sera si sarebbero poi esibiti, una cosa diversa e molto interessante. Non devo essere certo io a parlare di uno dei più importanti teatri esistenti, mi limito quindi ad una nota di colore. Attenzione quando vi racconteranno del fantasma della monaca che pare infestare il teatro (per costruirlo dovettero abbattere più monasteri). Secondo la tradizione c’è uno scalino (contrassegnato da antiscivolo!) dove il simpatico fantasma fa lo sgambetto a tutti coloro che sono scettici verso la sua esistenza. Io non ho visto nessun capitombolo, ma mi sono anche detto che se ci hanno messo un antiscivolo significa che qualcuno ci sarà pur caduto in passato…per la serie non è vero ma ci credo!
Fatta la sacrosanta pausa pranzo in una focacceria nei pressi del teatro (anche per far passare le ore più calde, a metà settembre c’è ancora una temperatura piuttosto alta) con calma tentiamo di nuovo la cattedrale, sperando stavolta di poterla visitare tutta. In effetti ci riusciamo, la chiesa è gratuita, mentre per visitare tetto, cripta e tesoro c’è un biglietto cumulativo che si aggira intorno ai dieci euro ma si può anche decidere di visitare solo una di queste tre cose. Noi optiamo per vederle tutte (in realtà sul tetto vado solo) e in effetti ne val la pena. La cripta per quanto mi rendo conto possa sembrar macabro essendo comunque un luogo di sepoltura è interessante, mantenuta in ottimo stato e ben illuminata, ma l’esperienza migliore è la visita ai tetti. Si raggiungono solo accompagnati da una guida, attraverso una ripida scala a chiocciola piuttosto ripida e stretta, ma arrivati su lo spettacolo ripaga la fatica. Si gode una vista mozzafiato di Palermo e dei dintorni, la guida ci spiega in maniera molto esaustiva la storia della costruzione del duomo e un po’ di tutto quello che riusciamo a vedere intorno a noi, lasciandoci anche il tempo per fare delle belle foto. La visita del tetto si svolge su dei camminamenti abbastanza stretti, ci sono delle ringhiere metalliche ma credo che non sia consigliatissima per chi soffre di vertigini o ha paura del vuoto.
L’ultimo giorno a Palermo (18 settembre) prima della partenza verso altri lidi decidiamo di dedicarlo al Duomo di Monreale. Si parte dopo colazione poco dopo le nove e non avendo un’auto ci viene consigliato il bus, che alla fine si rivela la vera esperienza mistica di questo viaggio. Un quarto d’ora a piedi per arrivare al Palazzo dei Normanni vicino al quale passa il bus 387 che porta subito ai piedi della salita che conduce a Monreale. A parte l’impossibilità di conoscere un orario preciso (attendiamo 15 minuti buoni) il traffico è pazzesco e per fare pochi km ci vuole molto tempo, e una volta scesi per prendere la navetta gratuita che ci avrebbe dovuti portare proprio davanti al Duomo decidiamo di non ripetere l’esperienza bus ma di affidarci ad un signore (diciamo un tassista, magari non proprio regolare ma di certo utilissimo) che per la modica cifra di un euro a persona in pochi minuti ci conduce a destinazione!
Il Duomo di Monreale è bellissimo (l’ingresso è gratuito) e nei decori ricorda molto la Cappella Palatina, è perennemente affollato da gruppi di visitatori ma vista l’enormità degli spazi si riesce a visitarlo tranquillamente senza pestarsi i piedi. Fuori dal Duomo sulla sinistra c’è l’ingresso per il Chiostro (questo si a pagamento) altra perla da non perdere, tolte queste cose e qualche negozio di souvenir Monreale non offre molto altro, diciamo che visitato il Duomo si può tranquillamente tornare a Palermo, ed è quello che facciamo noi… sempre con i famigerati bus!
È l’ultimo giorno a Palermo e tolta una passeggiata pomeridiana verso il mare, si preparano i bagagli in attesa della partenza il giorno successivo per Scopello. Noi abbiamo noleggiato via internet un’auto con buon anticipo, comparando i prezzi la scelta è caduta sulla Maggiore che presenta anche un vantaggio, scegliendo di ritirare la vettura alla Stazione ferroviaria Notarbartolo (ci siamo andati in taxi utilizzando sempre la tecnica della contrattazione preventiva!) si è fuori dal vero traffico della città e già in direzione dell’autostrada per uscire da Palermo. Per quanto sembri una sciocchezza per chi come me non è abituato e viene da una città di provincia il traffico palermitano può essere scioccante, anche se mi ha colpito la tranquillità e la naturalezza con cui tutti lo affrontano, non mi è capitato una volta di assistere a liti, battibecchi e neppure a qualche sveglia con il clacson che altrove è all’ordine del giorno.
Non ci si impiega molto a raggiungere Scopello anche facendo la statale (sono una settantina di km) e si gode nell’ultimo tratto di un gran panorama con la strada che si snoda lungo il mare, c’è anche poco dopo Castellammare del Golfo un bel punto panoramico in cui fermarsi e scattare qualche foto. Restiamo qui solo una notte (quella tra il 19 e il 20 settembre) non perché non ne valga la pena, ma l’idea non era quella di fare una vacanza di mare anche se il tempo lo permetterebbe, approfittiamo quindi per visitare la celebre Tonnara e fare un breve giro fra le calette della Riserva dello Zingaro. Per i pasti si è preferito evitare Scopello, il paese è molto piccolo e ci sono diversi ristoranti, ma girando un po’ e con l’aiuto di internet (Trip Advisor è una manna dal cielo) ci siamo accorti che forse i prezzi piuttosto alti non erano accompagnati da una qualità di pari livello. Facendo 10 km c’è Castellammare, un po’ più di scelta e prezzi più moderati, oltre che un bella passeggiata lungo il porto che dopo cena è davvero piacevole nella serata giusta. Si riparte come sempre di buona mattina (20 settembre) verso Trapani dove alla fine resteremo 4 notti e scegliamo un B&b leggermente fuori, in modo tale da avere facilità di parcheggio, visto che il centro è tutto a pagamento o zona pedonale tranne un parcheggio libero in Piazza Vittorio Emanuele II, libero per modo di dire perché comunque qualcosa all’abusivo di turno sarete obbligati ad allungarlo per ritrovare tutto al suo posto al vostro ritorno. I parcheggi a pagamento seguono varie fasce orarie, controllate bene sempre i cartelli ma di solito la sera dopo le 20 sono quasi tutti gratis. Tolto un giro di mattina per il centro storico di Trapani (davvero molto carino e pulito, quasi per intero pedonale) il pomeriggio del primo giorno lo dedichiamo alla visita delle Cantine Florio a Marsala, gli storici produttori di questo pregiatissimo vino. Ci sono poco meno di 30 km fra Trapani e Marsala quindi ci vuole davvero poco ad arrivare, mentre la visita io consiglio di prenotarla telefonicamente in anticipo (noi lo abbiamo fatto il giorno prima) e costa 10 euro a testa. In piena stagione turistica la prenotazione è fondamentale, non accettano gruppi superiori alle 50 unità che poi vengono suddivisi a seconda della lingua parlata. La visita dura un’ora circa, ed è molto interessante, si vede la cantina e viene raccontata tutta la storia che inizia prima della famiglia Florio, già nella seconda metà del XVIII secolo per mano inglese. La parte più interessante per i buongustai sarà la fine, solo perché vengono fatti assaggiare 3 vini (inutile a dirlo squisiti). Fate solo attenzione a non andare a stomaco troppo vuoto, da mangiare non viene dato quasi nulla e se non siete bevitori esperti potreste patirlo! C’è anche la possibilità di acquistare le varie bottiglie con tanto di spedizione a casa (noi per esempio abbiamo comprato 6 bottiglie con 16 euro di spese di spedizione e in neppure una settimana sono arrivate a destinazione). Do solo un paio di consigli per la cena il ristorante G&G e la Trattoria la Dolce vita, rimangono anche queste un po’ fuori dal centro ma si mangia bene spendendo relativamente poco, nel senso che con neppure 30 euro riuscirete a mangiare in due.
Il 21 settembre andiamo a San Vito lo Capo in mattinata, c’è l’anteprima del festival del couscous che si terrà dal 24 al 29 settembre, ma a mio modesto parere si rivela una piccola delusione, ci sono alcuni stand per le strade ma non hanno ancora tutti i tipi di couscous pubblicizzati quindi la scelta è limitata. Il paese non offre quasi nulla tranne ristoranti e pochi negozi di souvenir, c’è una chiesa e non ricordo altro. Diciamo che è la classica località di mare, se siete mossi dal desiderio di conoscenza evitate senza rimpianti, se volete invece farvi una giornata di mare va più che bene, tenendo presente che a settembre la situazione era vivibile ma la stessa cosa non credo si possa dire in pieno periodo estivo. Il cielo si rannuvola quindi non ci resta che salire in auto e tornare verso Trapani, ma per passare il tempo andiamo alle saline di Nubia. Non sono nulla di imperdibile, a me che pur non ne avevo mai viste hanno trasmesso un senso di trascuratezza e non mi sentirei di dirvi correte a vederle.
Molto meglio il giorno successivo, alle 9 siamo già a Segesta (non dista neppure 30 km) per battere sul tempo i bus carichi di arzilli vecchietti tedeschi e francesi. Il sito archeologico è tenuto benissimo, l’ingresso costa 6 euro e c’è modo di parcheggiare gratuitamente subito fuori dal sito archeologico. C’è una navetta che dal tempio porta all’anfiteatro (costa 1,5 euro e il biglietto si fa al bar), io la consiglio anche perché a piedi c’è una salita di più di un km abbastanza ripida che con il caldo è micidiale. Detto che il tempio nella sua maestosità costituisce un’esperienza entusiasmante (almeno per me) non posso parlare che bene anche dell’anfiteatro, dal quale poi si gode una bellissima vista a 360° sui dintorni. Visto che riposarci non ci piace proprio e visto anche che ci son rimaste di traverso le saline del giorno prima il pomeriggio si parte per quelle di Marsala, le Saline Ettore Infersa, le trovate vicino all’imbarco per l’isola di Mothia. Se ricordo bene l’ingresso completo (cioè con visita del mulino, filmato e giro esterno fra le saline) costa 8 euro compreso un tablet che fa da videoguida. Andando al tardo pomeriggio vi godrete lo spettacolo del tramonto, il sole che si riflette sul mare crea un effetto speciale e il colore rosa che le saline assumono dà al tutto un che di irreale.
L’ultimo giorno a Trapani (23 settembre) è meno stressante, mattinata al mare e pomeriggio finalmente ad Erice. Si può andare anche in auto ma la salita in funivia non ha rivali, è piuttosto lunga (sui 4 km) e vi fa vedere Trapani e le Egadi in una maniera inaspettata. Abbiamo notato che il primo pomeriggio è il momento ideale, più che altro per trovare un cielo più limpido visto che la mattina e nel tardo pomeriggio qualche nube si forma quasi sempre. Sarò banale, ma Erice è spettacolare, l’essere un borgo medioevale aiuta ma oltre questo la pulizia e l’ordine regnano sovrani, il dedalo di viuzze rende tutto un po’ misterioso e dietro ad ogni angolo si ha l’impressione che si possa nascondere chissà che sorpresa.
Entrati nel borgo dalla porta principale girate subito a sinistra e incontrerete la chiesa madre, accanto alla quale spicca il particolarissimo campanile, completamente staccato dal corpo della chiesa. Nel campanile potete fare un biglietto che per soli 5 euro a testa vi permetterà di visitare tutta una serie di chiese oltre a quelle normalmente ad ingresso libero. Non perdetevi la vista che si gode dalla cima del campanile mi raccomando.
Per i patiti dell’oggetto ricordo ci sono moltissimi negozi di souvenir e qualcosa da portare ad amici e parenti lo troverete sicuramente, non dimenticate neppure una sosta – merenda nella Pasticceria di Maria Grammatico, ha dei dolci eccezionale (provate la tortina paradiso oltre a quelli della tradizione siciliana) e per portarsi un pezzo di Sicilia a casa fa anche spedizioni a domicilio!
24 settembre
Oggi si parte per l’ultima tappa del viaggio, che poi non è altro che Catania da dove eravamo partiti. Riconsegnamo l’auto in aeroporto (con tanto di gomma bucata ahimè) e con un taxi torniamo in centro in piazza San Placido dove abbiamo il B&b.
Se volete muovervi col taxi utilizzate quelli del Radio Taxi Catania, da e per l’aeroporto applicano delle tariffe fisse (a noi 18 euro), basta prenotarlo il giorno prima o comunque chiamare il centralino in maniera tale che siano loro a mandarvene uno dicendovi prima la sigla della vettura su cui viaggerete. Non conviene l’auto a Catania, il centro storico è quasi tutto ZTL e per conseguenza le altre vie sono perennemente intasate, a piedi vedrete tutto comodamente. Il primo giorno vediamo subito il Duomo che è gratuito (il pomeriggio apre alle 16) dove spicca il monumento in memoria di Bellini e facciamo un giro fra le chiese di Via Crociferi visitando il Monastero di clausura delle suore Benedettine, alcune parti sono interdette proprio perché le suore ancora vi abitano, ma un’occhiata val la pena darla, se poi come noi capiterete nel tardo pomeriggio (dopo le 17) potrete nella chiesa sentirle pregare… senza vederle ovviamente!
A Catania abbiamo trovato un punto fermo per la sosta pomeridiana (lo spuntino non si discute) ed è la pasticceria/gastronomia Prestipino proprio dopo il Duomo imboccando via Etnea. Ha di tutto dal dolce al salato, e se il tempo lo permette sedersi fuori a gustare un cannolo, una granita o un’arancina è impagabile.
Il secondo giorno vediamo in mattinata il Monastero Benedettino che poi è la sede delle facoltà umanistiche dell’Università di Catania, per questo alcune aree sono visitabili solo nel contesto di una visita guidata a pagamento. Sono soldi ben spesi, la visita dura più di un’ora e ci viene raccontata tutta la storia dell’ex Monastero, vediamo anche la biblioteca che si trova in pratica sottoterra e sotto la quale fanno bella mostra i resti di ben due ville (la più antica pare risalente al II secolo A.C.), e i due chiostri. A me è piaciuta molto l’antica cucina del Monastero, tutta rivestita di piastrelle e collegata con i sotterranei che al tempo fungevano da dispensa da un enorme passaggio proprio al centro della stanza di forma circolare!
La cosa un po’ più deludente è stata il Castello Ursino, molto bello da fuori ma molto scarno dentro, sia la pinacoteca che la sala (parolone) con le armi cinquecentesche sono mal presentate e prive di spiegazioni, datemi retta guardatevelo da fuori fate due foto e passate oltre!
26 settembre
Partiamo alla volta di Taormina, si va col bus dalla Stazione centrale (dei bus mi raccomando!) e ci vuole circa un’ora! Arrivati a destinazione dopo una breve salita si è in paese, in realtà non c’è moltissimo, carina la via principale piena di negozi e ristoranti e poi il celebre Anfiteatro. Per 8 euro a testa penso lo si potrebbe tenere un po’ meglio considerando poi che viene tutt’ora utilizzato per spettacoli di vario tipo, l’ho trovato trascurato soprattutto nel paragone con quello di Segesta. Non se ne discute il significato, la storia o la bellezza ma proprio per questo perché non curalo meglio?
Di significativo c’è la vista che si gode dai vari punti panoramici sparsi per il centro, non penso però che la consiglierei per soggiornarvi, se non altro perché i prezzi sono altissimi e non c’è granchè da fare e vedere.
L’ultimo giorno prima della partenza facciamo il giro con la ferrovia Circumetnea. Si prende dalla Stazione di Catania Borgo che è in cima a Via Etnea, a piedi ci si arriva ma è in salita e noi ci abbiamo messo più di mezz’ora. Il viaggio con il trenino è interessante e permette orario alla mano di scendere, visitare quello che interessa e ripartire, noi abbiamo fatto tutto il tratto fino a Giarre senza sosta e da lì siamo tornati a Catania ma con un normale regionale Trenitalia (sono poco più di venti minuti contro le due ore e passa della Circumetnea). E’ un’esperienza carina, si vede un bel paesaggio (il vulcano resta sempre un po’ lontano) e si sta seduti senza stancarsi troppo! Prima di chiudere lascio due consigli gastronomici per Catania: la Trattoria Di Fiore (o del Forestiero) è spettacolare ma dovete essere pazienti, si ordina e si mangia dopo un’ora visto che tutto è fresco e preparato sul momento dalla titolare (assaggiate i caserecci alla norma o la carne di cavallo) e il Giglio Rosso altrettanto valido!
Torniamo a casa felici della scelta e di aver visto una terra che fra le sue mille contraddizioni resta un patrimonio inestimabile dell’umanità.