Sicilia per caso. Viaggio itinerante alla scoperta di 20 località sorprendenti e uniche!

Sicilia d’inverno? Perché no! Ecco 20 località da scoprire e tutti i consigli per viverle al meglio
Scritto da: Costanza Russo
sicilia per caso. viaggio itinerante alla scoperta di 20 località sorprendenti e uniche!

Itinerario: Castelmola, Taormina, Catania, Siracusa, Laghetti Cavagrande – trekking, Avola, Noto, Palazzolo Acreide, Marzamemi, Portopalo di Capo Passero, Ispica, Modica alta e bassa, Scicli, Ragusa Ibla, Castello di Donna Fugata, Caltagirone, Piazza Armerina, Etna – trekking, Cefalù, Monreale, Palermo

Giorno 1 – Castelmola e Taormina

Castelmola

Per visitare il piccolo borgo di Castelmola occorre circa un’oretta a piedi. L’ingresso al paesino è caratterizzato dal belvedere di Piazza Sant’Antonio, da cui è possibile ammirare il panorama che dà su Taormina e la fascia ionica della provincia di Messina, fino alle falde di Catania. Sulla grande piazza si affaccia l’Antico Arco Romano, posto in cima ad una gradinata in pietra calcarea, che rappresentava un tempo l’entrata al Castello.

Dopo aver visitato il Castello, recarsi alle piccole chiese di San Giorgio e di San Biagio, ed il Duomo di San Nicola di Bari, nell’omonima piazza. Dal terrazzino esterno del Duomo è possibile ammirare uno splendido panorama che dà sull’Etna ed il golfo di Naxos.

Fermatevi per un calice di vino alle mandorle presso il bar Turrisi, la cui caratteristica è quella di collezionare statuine e disegni fallici.

Risate assicurate!

Da Porta Messina a Porta Catania, per circa 800 mt, si estende Corso Umberto I, un museo a cielo aperto, dove le maggiori attrazioni sono: Chiesa di Santa Maria del Piliere, le Naumachie, la piazza IX Aprile dove si trova una terrazza panoramica, la chiesa Sant’Agostino, la chiesa barocca di San Giuseppe e la Torre dell’Orologio.

Da evidenziare é la pasticceria storica Etna, dove acquistare i cannoli siciliani, superlativi!

➡️📍TEATRO ANTICO

Leggendo le attrazioni di Taormina mi domandavo come mai qualcuno lo definisse Teatro Romano e altri Teatro Greco.

Questo è dovuto a tutti i rimaneggiamenti che ha dovuto subire.

Infatti il Teatro Antico risale all’Epoca Ellenica ma nel periodo Romano é stato completamente inglobato ed é diventato, prima un teatro romano (tragedie e commedie), poi un anfiteatro (giochi e combattimenti) e per concludere una casa signorile.

➡️📍Panorama dalla chiesa Madonna della Rocca

La salita è un po’ impegnativa ma il panorama è stupendo!

La chiesetta di S. Maria della Rocca fu costruita sfruttando la conformazione a grotta della roccia lì esistente, tanto che parte del suo soffitto è costituito della roccia viva, la cosiddetta pietra di Taormina.

➡️📍Parco Duca di Cesarò

La Villa Comunale di Taormina, o Parco Duca di Cesarò, più comunemente nota dai residenti semplicemente come “La Villa”, è il giardino comunale di Taormina, aperto gratuitamente al pubblico. La Villa rappresenta l’area verde urbana per eccellenza di Taormina ed è un luogo d’incontro per residenti e turisti di tutte le età. Il panorama caratterizzato dal mare da un lato e dal maestoso vulcano Etna dall’altro, rende la Villa  un luogo magico che merita indubbiamente di essere visitato. All’interno della villa comunale è possibile ammirare numerose specie di piante e arbusti provenienti da tutto il mondo, esattamente come il volere originale di Lady Florence Travelyan, la nobildonna scozzese che ne fu proprietaria. Tra i viali del Parco Comunale è possibile trovare anche le caratteristiche pagode, piccole torrette adibite al birdwatching (osservazione ornitologica), una delle passioni della prima proprietaria, che rappresentano uno dei principali punti d’interesse del parco.

➡️📍Funivia Taormina-Mazzarò mare

Un’attrazione caratteristica ma si può anche fare la discesa a piedi (o fare entrambe!) per godere della vista di Isola Bella, incastonata tra Capo Taormina e il promontorio di Capo Sant’Andrea.

Isola Bella deve il suo nome al fotografo tedesco Von Gloeden e la sua notorietà alla nobildonna inglese che la acquistò nel 1890, Miss Florence Trevelyan che vi costruì una villetta e introdusse delle specie di piante esotiche.

➡️📍Granita da Bam Bar. Assolutamente da provare! Superlativa

➡️📍TIPS – Dove dormire

Al Duomo Rooms and Flats. Bellissimo appartamento con due camere matrimoniali e cucina. Arredato con gusto, molto luminoso e spazioso, ma la chicca è l’affaccio sulla bellissima Piazza Duomo. Posizione strategica e 5 minuti a piedi dal parcheggio pubblico.

Cena: Malvasia e Da Rita (trattorie discrete)

Catania in due giorni

Catania: risolto il problema del parcheggio, é una città da girare rigorosamente a piedi. Una volta superato lo shock del traffico caotico, dei clacson impazziti, degli innumerevoli graffiti sui muri, dei monumenti e le facciate dei palazzi anneriti dalla polvere dell’Etna, dei marciapiedi inesistenti perché dominio delle auto, degli angoli dove la spazzatura fa da padrona, vi innamorerete di questa città un po’ decadente dal fascino di una dama che nasconde la sua origine raffinata.

📍Cosa vedere a Catania in due giorni

  • Teatro Massimo
  • Piazza del Duomo: Cattedrale di Sant’Agata (Duomo), Fontana dell’Elefante (la leggenda narra che questa statua abbia il potere di placare l’ira del vulcano Etna), Fontana dell’Amenano, Palazzo degli Elefanti.
  • Cupola Badia di Sant’Agata: salite gli innumerevoli gradini per trovarvi a godere, dalle splendide terrazze, di un panorama a 360 gradi di Catania.
  • La pescheria: un grande mercato di pesce, verdure, carne. Un groviglio di voci, odori e colori. Un movimento continuo e frenetico che si ripete dalle 08:00 alle 14:00 tutti i giorni tranne la domenica.
  • Via Etnea: la via principale di Catania. Alla fine della strada, se il tempo sarà sereno, potrete ammirare la sagoma del famoso vulcano che i turisti di tutto il mondo adorano: l’Etna.
  • Arancini da Savia e granita con brioche da Spinella. Si trovano una accanto all’altro in via Etna, di fronte ai giardini di Villa Bellini.
  • Piazza dell’Università: questa piazza è circondata da due magnifici palazzi posti uno di fronte all’altro: il Palazzo dell’Università che ospita l’antica università ed il Palazzo San Giuliano. Entrambi i palazzi presentano delle splendide facciate e bei cortili interni. Non esitate ad entrare nell’università per poterli ammirare.
  • I giardini di Villa Bellini
  • Orto Botanico con 4.500 esemplari di piante grasse e una bellissima serra di piante tropicali.
  • Anfiteatro Romano: quel che resta di quello che doveva essere l’anfiteatro più grande dopo il Colosseo
  • Via Crociferi (la via delle chiese e delle trattorie tipiche)
  • Ex monastero Benedettini (dal lun al ven 08.00-20.00; sab 09.00-14.00); oggi sede della Facoltà di Lettere e Filosofia. Fare la visita guidata (8€), ne vale assolutamente la pena perché si può visitare parte della struttura preclusa al pubblico. Il palazzo è in pietra lavica e tufo. Nasce nel’500 ad opera di frati. Si salva dall’eruzione del 1669 ma il catastrofico terremoto del 1693 lo distrugge. Nel‘700 viene ricostruito (sopra il vecchio monastero) in stile tardo barocco. Gli archi vengono realizzati con ossa animali e le colonne sotterranee a griglia, tutto antisismico. Unisce architetture di diverse epoche: l’accostamento del tardo rinascimento si fonde alle finestre barocche. Nelle cantine e interrato è stata ricavata la biblioteca. Banco lavico non ha distrutto il monastero ma ci ha pensato il terremoto. Da vedere la sala Vaccarini (refettorio) e la cucina, con pavimento in maiolica napoletana del 700.
  • La bellissima Chiesa di San Nicolò dove troverete i cerei o candelore, opere d’arte lignee di varie dimensioni ed altezze, portate a spalla da alcuni portantini durante le festività dei santi patroni. Sono dei doni della cittadinanza al patrono/a della città in segno di devozione.
  • Se vorrete visitare un posto davvero magnifico e totalmente sconosciuto ai turisti, vi consiglio di andare a vedere la “Biblioteca Ursino Recupero“, situata vicino al Monastero. La visita dura circa 1 ora ma occorre prenotare online almeno il giorno prima.
  • Il Teatro Romano di Catania: si trova vicino al Duomo. Vedendolo lì, immerso tra gli edifici moderni, ne rimarrete sicuramente ammaliati!
  • Il Castello Ursino e Biblioteca (lun-dom 09.00-19.00)
  • Palazzo Biscari: 700 stanze. Durante la carestia del 1763, il principe apri i portoni dei suoi gramai per sfamare i cittadini. Questo suo gesto è ricordato nello stemma dei Paternò, Castello coronato dalle spighe di grano.

Un’escursione che avremmo voluto fare ma ci sarebbe voluto più tempo é la Catania Sotteranea (associazione Etna ‘ngeniousa).

➡️📍Dove dormire

📍Scene Suits Apartments

@scenesuitesapartments

All’interno di un palazzo antico, in una vietta adiacente al Teatro Massimo e a 5 minuti dal Duomo, questo appartamento è la scelta azzeccata per perlustrare il centro a piedi.

Ma è anche molto di più: l’appartamento ha una personalità spiccata, curato in tutti i dettagli, reso accogliente dalla cromia delle tinte calde della terra e del cielo. I soffitti altissimi, le porte antiche laccate di bianco, i meravigliosi pavimenti originari si combinano armoniosamente con gli elementi moderni, come la cucina a scomparsa.

Pranzo:

📍Savia: in Via Etnea. I migliori arancini di Catania.

📍Lettera 82, nella caratteristica zona Pescheria

Cena:

📍Trattoria d’Antonio: si trova vicino a Castello Ursino. Ottimo crudo di pesce. Il tonno alla catanese e le linguine al nero di seppia sono spettacolari! Servizio eccellente e proprietario molto simpatico.

📍Ristorante Filo D’Esca: raffinato e accogliente. Crudo abbondante e freschissimo. Rapporto qualità prezzo: ottimo!

Mostre visitate:

📍Palazzo della Cultura: Bansky e Andy Warhol

📍Galleria d’arte moderna – Le ciminiere: Michael Christophe Brown + Phil Stern. Fotografie che catturano l’anima. Sono stata rapita da questi scatti; uno più bello dell’altro. Non riuscivo a staccare lo sguardo, tanto che dopo 20 minuti dalla chiusura sono stata gentilmente invitata ad uscire!ì

📍Purtroppo abbiamo perso il Museo dello sbarco in Sicilia perché chiudeva alle 16.00. Peccato, ci era stato vivamente raccomandato!

Cosa fare assolutamente:

📍Vedere uno spettacolo al Teatro Massimo dai palchetti centrali. Uno spettacolo nello spettacolo! Noi abbiamo preso i biglietti all’ultimo momento per la performance delle 17.30 (c’è anche quella serale) del balletto contemporaneo “Rifare Bach” di Roberto Zappalà. Un lavoro poetico sull’infinito: la natura e la musica. Uno spettacolo dalla gestualità intensa dei dieci straordinari ballerini; un lavoro etereo e carnale.

📍Etna: Da Catania, molte compagnie turistiche organizzano gite da 1 giorno sull’Etna. Ti porteranno ai piedi del vulcano, ti forniranno una guida turistica e l’attrezzatura necessaria e organizzeranno il giro in fuoristrada fino al cratere. Noi preferiamo rivolgerci a una guida naturalistica, Sebino. Purtroppo non ci sarà possibile fare l’escursione partendo da Catania, in quanto quel giorno è prevista pioggia, quindi rimanderemo di qualche giorno per partire da Piazza Armerina.

Siracusa

Quando una città ti colpisce a prima vista, sarà sicuramente amore eterno.

Sarà per la presenza del mare, il tepore di giornate che d’invernale non hanno nulla, le luci natalizie nelle strette viuzze e l’immensa piazza che si apre all’improvviso come l’abbraccio di una madre, fatto sta che Siracusa mi ha rapito il cuore e si fonderà nella mia memoria.

Fondata dai Corinzi intorno al 734-733 a.C., ha avuto un glorioso vissuto che riecheggia per le strade, dove troverete numerosi monumenti e testimonianze dell’antico splendore. A Siracusa ci sono numerose tracce del periodo greco: la Fonte Aretusa, il Teatro Greco, l’Orecchio di Dioniso, il Tempio di Apollo, solo per citarne qualcuna. Ma non furono solo i Greci a passare di lì, Siracusa fu colonizzata successivamente da Romani, Bizantini, Arabi e Normanni. Un violento terremoto, nel 1693, ridusse la città in macerie eliminando (o quasi) tutte le tracce architettoniche del passato.

Dopo la tragedia la città è stata interamente ricostruita in stile barocco.

La maggior parte delle attrazioni si trovano sull’Isola di Ortigia, l’antico centro storico.

➡️📍Cosa vedere a Ortigia

  • Tempio di Apollo: è uno dei più importanti monumenti di Ortigia, antistante alla piazza Pancali a Siracusa. È certamente il più antico tempio dorico dell’Occidente greco.
  • Piazza Archimede: i suoi palazzi riassumono tutta la storia dell’isola, dal Medioevo ai giorni nostri. Al centro della piazza, troverete la Fontana di Diana che è rivolta a sud e mette in evidenza la figura di Diana, la dea della caccia, protettrice di Ortigia in epoca greca. Ai suoi piedi c’è Aretusa che si allunga mentre è in atto la trasformazione in fonte. A lato Alfeo stupefatto per ciò che sta avvenendo alla sua amata.
  • La leggenda di Aretusa narra che per sfuggire alle attenzioni del dio Alfeo, perdutamente innamorato di lei, la ninfa fuggì sull’isola di Ortigia, invocando l’aiuto di Artemide; la dea la trasformò in una fonte. Zeus però, commosso dal dolore di Alfeo, decise di aiutarlo per ricongiungerlo alla sua amata, tramutandolo in un fiume. Alfeo così percorse, dal Peloponneso in Grecia, tutto il Mar Ionio, fino ad arrivare alla sua Aretusa, in Sicilia.
  • Fonte Aretusa: è uno specchio d’acqua nell’isola di Ortigia, nella parte più antica della città siciliana di Siracusa. La sua origine è lo sviluppo di uno dei tanti sfoghi della falda freatica che si trova nel siracusano, la falda che alimenta anche il fiume Ciane sul lato opposto del porto.
  • Piazza del Duomo:  sorge dove un tempo si trovava il vecchio tempio dedicato ad Atena, è uno degli esempi più belli di barocco siciliano. Si trova in Piazza Duomo che è uno scrigno di palazzi eleganti e chiese solenni.
  • Castello di Maniace. Prende il nome dal Generale bizantino che nel 1038, liberò la città dagli arabi. Federico II, nel 1232 iniziò a costruire il castello e ne fece una sede di rappresentanza. È un quadrato perfetto di 51 mt. con 4 torri circolari con scale auto portanti. Successivamente è stata una base militare e una prigione. Attualmente è una sede espositiva dove Alfredo Pirri ha realizzato un gigantesco pavimento di specchi frantumati, su cui trovano spazio antichi reperti del luogo e grandi palle colorate, per aprire un dialogo affascinante tra passato e presente.

📍Dove dormire a Siracusa 

MA-RI HOUSE. Piccolo appartamento appena fuori da Ortigia, raggiungibile facilmente a piedi. Si può parcheggiare in strada senza problemi. Zona tranquilla. Proprietari molto accoglienti che sapranno consigliarvi sui posti da vedere e dove mangiare.

📍Ristorante Vibes. Entrando a Ortigia vicino statua di Archimede.

Ottima qualità, piatti raffinati e cucina a vista. Luogo tranquillo e intimo. Meglio prenotare perché non ha molti coperti.

📍Cortile Spirito Santo: nel cuore di Ortigia, nei pressi del Castello Maniace, sorge all’interno di un edificio signorile risalente al 1600, completamente ristrutturato; Cortile Spirito Santo offre una location carica di fascino dove si respira storia, cultura e contemporaneità.

Prezzi medio-alti. Piatti gourmet deliziosi. Uno dei migliori ristoranti della mia vita!

📍Aperitivo sul lungomare da Mikatu.

Avola, Cavagrande e Noto

  • Avola: piazza carina. Arrivare fino alla tonnara sul mare.
  • Cavagrande: trekking fino ai laghetti.

Cavagrande con i suoi panorami selvaggi ben rappresenta il tipico paesaggio del sudest siciliano con il tavolato calcareo dei monti Iblei, tagliato da una serie di cave, non realizzate artificialmente ma veri e propri canyon scavati dai corsi d’acqua che li attraversano.

Noi imbocchiamo il sentiero denominato “Scala Cruci” che, partendo dal suggestivo belvedere di Avola antica, conduce al fondo della cava fino ai famosi laghetti di Avola. Occorre precisare che da anni tale sentiero è ufficialmente chiuso per ragioni di sicurezza a causa di un incendio ma è comunque molto frequentato, soprattutto d’estate. Noi abbiamo rischiato e ci è andata bene ma il sentiero è molto ripido e scivoloso, soprattutto in prima mattinata con l’umidità della notte, quindi sono consigliate le scarpe da trekking. Abbiamo impiegato un’ora a scendere e 45 minuti a salire, questo per far capire l’attenzione che occorre impiegare durante la discesa.

Noto

Una città di pietra finemente scolpita e deliziosamente barocca, nel cuore pulsante di una valle incantevole che affascina i suoi visitatori grazie agli antichi monumenti e i palazzi storici, che si uniscono per dare forma al suo paesaggio pittoresco. Distrutta dal terremoto del 1693, venne quasi completamente ricostruita con una pietra calcarea locale, a tratti bianca e a tratti dorata. Al calar del sole gli edifici s’infuocano di un arancione intenso.

Denominata “giardino di pietra” ospita 50 edifici religiosi e 15 palazzi nobiliari.

Capitale dello stile barocco, perla meravigliosa della Sicilia, Noto è una città meravigliosa che vi sorprenderà ad ogni angolo.

📍Cosa vedere a Noto

  • entrate dalla Porta Reale, percorrete Corso Vittorio Emanuele, fino alla bellissima Piazza del Municipio dove c’è la miglior pasticceria della città: Caffè Costanzo.
  • Cattedrale di San Nicolò: Una delle sue bellezze più famose è la sontuosa Cattedrale, una delle più belle di tutta l’isola. Un capolavoro di arte, storia e affreschi che vi lascerà senza parole.
  • Palazzo Ducezio: è la sede del Municipio. All’interno potrete ammirare la sala degli Specchi dove, i due specchi posti uno di fronte all’altro, per un’illusione ottica, si moltiplicano. Da non perdersi la terrazza per una vista frontale della cattedrale.
  • Teatro Tina Di Lorenzo: i balconi e le tende rosso intenso e i soffitti finamente decorati, sono rimasti pressoché intatti dalla sua creazione nell’Ottocento. Qui si sono esibite donne del calibro di Eleonora Duse e Tina di Lorenzo, alla quale è stato dedicato il teatro.
  • Via Nicolaci – visitare il piano nobile di Palazzo Nicolaci.

In questa via si svolge il terzo weekend di maggio l’Infiorata, una festa tradizionale. Si tratta di un famoso “tappeto fiorito”, che copre l’intera strada, creato da artisti locali.
Questa serie di bozzetti sono ispirati ad un singolo tema che viene scelto ogni anno. Il tappeto, di circa 700 mq, richiede l’impiego di circa 400 mila fiori, tra margherite (in prevalenza), rose, garofani e vari fiori di campo.

  • Chiesa di Santa Chiara: Ciò che più attrae della Chiesa di Santa Chiara sono i suoi interni, particolarmente scenografici e ben realizzati. Nonostante i locali della Chiesa di Santa Chiara siano di dimensioni contenuti, sono comunque in grado di esprimere al meglio il Barocco in ogni sua forma, soprattutto grazie alla presenza di alcuni affreschi tra i più belli presenti in Sicilia. Da non perdere poi il panorama dalla terrazza! Con un piccolissimo contribuito, potrete visitare l’ex convento delle Clarisse con la sua meravigliosa terrazza panoramica! Spettacolare al tramonto… Indescrivibile di Notte!

📍Aperitivo al ristorante Marpessa: in una stradina adiacente al Teatro. Locale molto frequentato dai giovani.

Palazzolo Acreide

È un borgo dell’entroterra siciliano in provincia di Siracusa.

Le architetture sono in stile barocco ma la cittadina è di origine greca come testimonia uno degli insediamenti greci più belli e meglio conservati della Sicilia, quello dell’antica Akrai. Questo sito vanta un bellissimo teatro greco ad oggi ancora utilizzato per pittoresche manifestazioni, ed una spettacolare necropoli dove coesistono tombe greche, romane, cristiane, ipogei ed abitazioni bizantine.

Cosa vedere a Palazzolo Acreide

  • Piazza del popolo e il fermento sociale della città
  • Chiesa di San Sebastiano del XVIII secolo
  • I vicoletti stretti e tortuosi, le case in pietra ed i balconi adornati di pale di fico e cactus della zona medioevale. –
  • Assolutamente da vedere sono la Torre dell’orologio, la Chiesa di San Nicola, la Basilica di San Paolo, la Chiesa dell’Annunziata con le pittoresche colonne gotiche della facciata e il Balcone barocco di Via Garibaldi, il più lungo della Sicilia.
  • La Chiesa dell’Immacolata
  • Teatro greco e acropoli (tempio di Afrodite).

Marzamemi

Un antichissimo villaggio di pescatori famoso per la sua tonnara, tra le più importanti di tutta la Sicilia, risalente al tempo della dominazione araba.

Piazza Regina Margherita, con le chiesette, le casette basse in pietra e la tonnara è un gioiellino. Anche semplicemente passeggiare tra i vicoli di Marzamemi, è un’esperienza unica. Un’esperienza che ogni viaggiatore custodirà sempre nel cuore.

Da qui si prosegue passando per coltivazioni di pomodori pachino e in 15 minuti di auto si arriva alla Spiaggia dell’Isola delle Correnti,

L’Isola delle Correnti è uno di quei luoghi dotati di una bellezza rara. Una posto incastrato tra realtà e leggenda, tra mare e terra, tra vento e nuvole. Siamo nel territorio di Portopalo di Capo Passero, nel punto più meridionale della Sicilia, geograficamente più a sud di Tunisi e più a nord di Hammamet. Con la bassa marea si può camminare fino all’Isola delle Correnti, dove potrete dire di aver calpestato gli ultimi lembi d’Europa”.

Godrete inoltre di una vista molto speciale. Qui, infatti, avviene l’incontro tra il mar Ionio e il mar Mediterraneo: un romantico bacio tra i due mari.

Se poi a occhi chiusi vi abbandonerete all’ascolto, immergendovi nella leggenda, sentirete le urla dei marinai di Ulisse veleggiare lungo la costa.

Ispica: presepe vivente

Un itinerario senza tempo immersi nell’incantevole percorso che va dal centro del paese all’area archeologica di Cava D’Ispica dove la pietra e le grotte richiamano quelle di Betlemme.

Un percorso di storia, tradizioni e mestieri con figuranti narratori. Unica pecca é l’affollamento. Anche se all’aperto fanno entrare troppa gente e gli assembramenti sono inevitabili.

Modica

Modica è divisa storicamente in due zone:

  • Modica Alta, sviluppata intorno all’antico castello, è costituita da edifici e vicoli che si arrampicano e seguono la montagna;
  • Modica Bassa, la zona più a valle, dove un tempo scorrevano due fiumi ora passa Corso Umberto I, la via centrale della città.

Modica è un intreccio di splendidi vicoli e scalinate abbarbicati alla montagna, tutti da percorrere a piedi.

Modica bassa: cosa vedere

  • Chiesa di San Pietro: è uno dei principali simboli della città
  • Di fronte alla Chiesa di San Pietro c’è l’Antica Dolceria Bonajuto, molto conosciuta, dove la cioccolata è una tradizione da almeno 150 anni, la migliore per acquistare il famoso cioccolato e farsi fare un cannolo al momento.
  • Proprio accanto alla Chiesa di San Pietro, in via Grimaldi n. 89, si trova quella che è considerata la più antica chiesa di Modica, scoperta di recente in un’autorimessa: la Chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore. E’ un edificio che risale all’anno 1100 ed è un esempio di architettura medievale scampata ai violenti terremoti. E’ un piccolo e unico vano di 45 mq con all’interno degli affreschi in stile bizantino.
  • Poco distante, in via Posterla n. 84, si trova il Museo Casa natale di Salvatore Quasimodo: qui nacque, nel 1901, lo scrittore che fu premio nobel per la letteratura nel 1959.

Modica alta: cosa vedere

Il mio consiglio è di partire da Modica Bassa e, passo dopo passo, salire ed addentrarsi tra i vicoli, perdersi tra i ricchi palazzi nobiliari, tra le case più semplici e le vecchie botteghe.

  • Modica è anche chiamata “la città delle cento chiese”, proprio per l’altissimo numero di edifici religiosi. Una chiesa spicca su tutte, simbolo della città e del barocco siciliano: il Duomo di San Giorgio. Fate lentamente i 250 scalini per raggiungere l’entrata e ogni tanto date una sguardo indietro per regalarvi un panorama bellissimo su Modica.
  • Gironzolate tra le viette medioevali della città alta;
  • Risalite Corso Regina Margherita, detta anche la via delle 5 chiese;
  • Fatevi sorprendere dal panorama di Pizzo belvedere
  • Prendete fiato sotto qualche albero che delimita la scalinata della Chiesa di San Giovanni Evangelista che le conferisce slancio e maestosità.

Se siete stanchi di stradine ripide e tortuose o scalinate infinite, prendete l’auto e recatevi verso la collina opposta. Lungo via San Benedetto da Norcia, si trova il belvedere più bello di Modica.

Dista circa 3 km dal centro storico ed a lato c’è una piccola piazzola dove posteggiare.

È un punto panoramico impagabile, proprio di fronte al Duomo di San Giorgio, la vista spazia su tutta la bellezza di Modica, sia su Modica Alta che Modica Bassa.
Il paesaggio è da cartolina!

Quello che c’è da sapere sul cioccolato di Modica

Il cioccolato di Modica ha qualcosa di speciale, una caratteristica che lo rende unico rispetto a tutti gli altri. La particolarità del cioccolato di Modica risiede nel metodo di lavorazione: il cioccolato è lavorato a freddo, ad una temperatura che non deve superare i 42 gradi per non sciogliere lo zucchero.
Una volta pronto, infatti, il cioccolato di Modica si distingue proprio per la granulosità dovuta allo zucchero che non si è fuso con il resto dell’impasto.

Abbiamo chiesto ad un siciliano quale fosse il cioccolato migliore di Modica e senza esitazioni ci ha consigliato l’Antica Dolceria Bonajuto, una piccola bottega dove ancora oggi il cioccolato viene lavorato in maniera ancestrale. La lunga coda fuori dal negozio ci ha confermato la popolarità ma è stato il primo morso a darci la conferma più assoluta della sua bontà. Un cofanetto di sette stecche alle spezie, dal pepe bianco al cardamomo, dallo zenzero alla noce moscata, è stato fulminato!

Dove mangiare a Modica: Ornato

Una cucina che abbina creatività alla qualità del cibo. Servizio efficiente a personale cordiale e preparato. Eccellente crudo per non parlare degli spaghetti alla chitarra lavorati a mano con alga spirulina e conditi con gustosi ricci di mare.

Il pane fatto in casa, servito con l’eccellente olio di Modica, e i vini di alta qualità chiudono il cerchio per dare un bel 🔟 a questo grazioso e intimo ristorante scavato nella roccia. Mi mangio le mani e pento amaramente per non aver preso la degustazione che doveva essere eccezionale. Il giorno dopo sono tornata, già con l’acquolina in bocca, e la delusione è stata grande quando ho visto che era chiuso per turno.

Un’altra buona motivazione per tornare a Modica!

Cappero Bistrot

Un altro ottimo ristorante che vale la pena provare. Anche questo consigliato da un siciliano e che a mia volta suggerisco.

L’ambiente é piccolo e accogliente, con uno staff giovane, pronto a rispondere con professionalità alle varie domande. Si viene accolti con un pane caldo da intingere nell’olio di Modica e un piccolo entrée. Il menu propone deliziose ricette di terra e di mare con ottimi accoppiamenti di sapori, odori e colori. L’abbinata del vino Catarratto DOC Centopassi Terre Rosse di Giabbascio è la ciliegina sulla torta.

Prezzi assolutamente abbordabili e ottima qualità delle materie prime e delle portate.

Pasticceria Fede

I loro biscotti di carrubo mi sono stati consigliati dal medico di base di Modica alta, ormai in pensione.

Mi ha sorpresa con il naso all’insù e lo sguardo fisso su un balcone barocco di un ex palazzo nobiliare con tanto di grifoni, aquile, sirene e mascheroni e ha cominciato a raccontarmi la sua storia, con dovizia di particolari e l’entusiasmo di un bambino che racconta alla mamma cosa ha visto al parco giochi.

La Sicilia é anche questo! L’espansività, la voglia di socializzare e l’orgoglio per le proprie origini. In questo viaggio mi sono imbattuta diverse volte in siciliani preparatissimi sulla storia, l’arte e la cultura della loro terra. Ne sono rimasta affascinata, quasi commossa e mi ha pervaso un po’ di malinconia nel riscontrare come dalle nostre parti (il nostro erudito nord) questi valori sembrano persi per sempre, travolti dai ritmi frenetici della vita quotidiana.

Ma torniamo ai nostri biscotti al carrubo, che nascono dal dolce connubio tra la pregiata mandorla siciliana e la secolare carruba. La curiosità di assaggiarli mi ha trascinata passo dopo passo, scalino dopo scalino, quasi sulla vetta di Modica Alta. Beh, che dire… mi sono violentata per non portarmene a casa un sacco intero!

Sono veramente deliziosi, soprattutto se accompagnati dall’enorme brioche ripiena in maniera vergognosa di cioccolato! Se non volete mettere a repentaglio la vostra dieta NON seguite il mio consiglio; se invece volete farvi una coccola, lasciare andare la golosità e fare una colazione che vi farà arrivare direttamente alla cena senza passare dal via, segnatevi il nome di questa pasticceria!

Dove dormire a Modica: Modica Apartments

Giuro che è stata del tutto una fatalità se per due notti siamo stati accolti tra le braccia materne di Giulietta. Venire da Verona e pernottare in Sicilia in uno dei due appartamenti che prendono il nome dai più famosi personaggi shakespeariani è molto più di una casualità!

L’appartamento Giulietta è di recente ristrutturazione, spazioso e confortevole. Molto luminoso e ben riscaldato, cosa non spesso ovvia nella bella Sicilia dove prevale il caldo. Lorenzo, che ci ha accolto al check-in, è stato molto gentile e accogliente e ci ha dato dei suggerimenti molto utili.

Sotto le festività natalizie, Modica si popola e la via principale è sempre affollata quindi abbiamo avuto qualche difficoltà di parcheggio ma è un ostacolo affrontabile se si tiene conto di essere nel pieno centro della città.

Scicli

Dal 2002 Scicli è inserita nel patrimonio dell’umanità Unesco insieme alle altre 7 città del tardo barocco di val di Noto (Caltagirone, Militello in val di Catania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide e Ragusa). Lungo le vie del centro storico di Scicli si susseguono, come in una fiaba settecentesca, splendide chiese in pietra dorata e sontuosi palazzi.

Cosa vedere a Scicli

  • Palazzo Beneventano: (XVIII secolo), tra gli edifici tardo barocchi più belli di tutta la val di Noto. La vera meraviglia di questo edificio è rappresentata dai balconi posti al secondo piano: inferriate panciute sostenute da mensoloni e mascheroni decorati con bizzarri volti umani e animali immaginari.
  • Chiesa Madre: Voluta fortemente dai Miccichè, magnati di Scicli, la chiesa di Sant’Ignazio e il suo annesso convento nascono nel periodo seicentesco per ospitare i gesuiti. L’attuale edificio è frutto della ricostruzione post terremoto del 1693: la facciata ospita la data “1751”.

Ci sono moltissime altre chiese e luoghi interessanti ma noi abbiamo solo qualche ora quindi dobbiamo accontentarci di guardarli da fuori o da lontano.

📍All’interno del Municipio, un edificio neorinascimentale, con 8€ si può acquistare il biglietto per 4 attrazioni principali con visita guidata ogni 20 minuti:

  • Municipio/Commissariato di Vigata (nome inventato) dove visitare gli uffici del Commissario Montalbano. La facciata del palazzo, corrisponde all’ingresso del commissariato di Vigata.
  • Municipio/La bellissima stanza del Sindaco, in stile Liberty, che nella fiction del Commissario Montalbano ospita lo studio del questore di Montelusa Bonetti-Alderighi.
  • Palazzo Spadaro: del’700, eccetto la vetrata e la scala a tenaglia in stile liberty. I due quadri a lato della scala, speculari tra loro, rappresentano una allegoria di povertà e ricchezza. Dalla parte della povertà entrava la servitù, da quella della ricchezza i nobili e i loro ospiti. Nella camera del barone il pavimento è l’unico che conserva l’aspetto originario con maioliche di Vietri sul mare.
  • Chiesa di Santa Teresa d’Avila (conosciuta anche come Santa Chiara). La sua facciata é sobria e lineare ma all’interno é una vera meraviglia, un’esplosione di bellezza. Ora è sede di uno spazio espositivo di affreschi provenienti da altre chiese. Bellissima la pavimentazione a scacchiera con intarsi in pietra bianca e pietra pece.

📍Trenino barocco: lo so, é una cosa pateticamente turistica ma se si ha poco tempo per visitare la città, potrebbe essere una soluzione da considerare per una panoramica guidata (10 euro).

📍Visitare la Farmacia Cartia che dal 2014 è diventata un museo per i bellissimi mobili di inizio novecento, il dipinto liberty in evidenza sul grande specchio della porta centrale, i contenitori per i medicamenti, alambicchi e mortai di bronzo e pietra.

📍Pasticceria Cannolia: fa i cannoli fritti e farciti al momento.

Commissariato di Vigata

Chi di voi ama, come me, la serie televisiva del Commissario Montalbano non può perdersi questa tappa! Il Palazzo del Municipio di Scicli è nientepopodimeno che il luogo delle riprese della famosa fiction.

Entrerete nello studio del Commissario, luogo di discussioni e interrogatori; vedrete il telefono dal quale come un italico James Bond, il Commissario risponde: “Montalbano sono”; oltrepasserete il gabbiotto di Catarella e vi sembrerà di sentire la sua voce con la quale annuncia che qualcuno vuole parlare a Montalbano “di pirsona pirsonalmente”; visiterete la stanza del questore di Montelusa (attualmente la vera stanza del sindaco di Scicli), sede di numerosi diverbi; oltrepasserete il portone d’ingresso del commissariato dal quale Montalbano esce con Mimì e Fazio, per andare a ripercorrere gli indizi raccolti nella sua mente.

Insomma, vi sembrerà di scorgere i volti conosciuti dietro ogni porta e sentire il maccheronico taliano colorato di sicilianismi lessicali quali: “cabasisi” o “camurrìa”.

Ragusa Ibla

Il fascino di Ragusa Ibla risiede nel fatto di essere una città senza tempo, dove il barocco siciliano è onnipresente e dove è possibile respirare un’atmosfera magica e rilassata.

Greci, romani, bizantini e arabi si sono succeduti dando un’impronta all’architettura del territorio, che è stata tuttavia profondamente segnata dal terribile terremoto del 1693. Dopo il sisma, una parte della popolazione si è spostata sulla collina del Patro, in alto, mentre un’altra decise di ricostruire la città dov’era prima del terremoto. Ragusa Ibla, in particolare, è il nome del quartiere più antico.

➡️📍Cosa vedere

  • Portale di San Giorgio: ciò che resta di un’antica chiesa in stile gotico nel XIII secolo, abbellita da una scultura di San Giorgio che uccide il drago.
  • Giardini Iblei: una delle poche oasi verdi della città che racchiude al suo interno le chiese di San Giorgio Vecchio, dei Cappuccini e di San Domenico, riconoscibile dal campanile maiolicato.
  • Duomo di San Giorgio (Cattedrale) ricchissimo di fregi e decorazioni. Nella facciata è contenuto un altro simbolo di Ragusa Ibla: la torre dell’orologio.
  • Santa Maria delle Scale: una bella salita e tante scale per arrivarci ma è il punto panoramico per eccellenza. A parte questo, è una splendida chiesetta che conserva un portale del XV secolo in un gotico fiammeggiante Catalano, chiamato così perché le lavorazioni richiamano delle piccole fiammelle. Il resto della chiesa racchiude un insieme di stili tardo barocco, neo rinascimentale, rococò, gotico. Un vero gioiellino!
  • Chiesa di Santa Maria dell’Itria: sorta con molta probabilità nel sec. XIV, al centro dell’antico quartiere ebraico di “Cartellone”, la chiesa apparteneva all’Ordine dei Cavalieri di Malta. Il campanile è decorato con maioliche blu.

Castello di Donnafugata

Nella campagna, a una ventina di chilometri da Ragusa, il Castello di Donnafugata merita assolutamente una visita se amate le atmosfere gattopardesche. Le sue origini risalgono al 1600 e partono dalla vendita del feudo alla famiglia Arezzo che ne fu proprietaria per tre secoli fino al 1982 quando venne acquistato dal Comune di Ragusa.

Conta 122 stanze, delle quali solo 28 sono aperte al pubblico, e 8 ettari di parco con tanto di coffee house, tempietto con volta stellata, cappella e labirinto. Nel parco si svolgevano le burla del barone verso i suoi ospiti, ignari degli spruzzi d’acqua che si sarebbero azionati non appena si fossero seduti su una panchina circolare posta in una zona un po’ nascosta oppure del fantoccio automa che aveva l’intento di spaventare le dame più pie che appoggiavano il piede sul secondo gradino dell’ingresso della cappella.

All’interno del castello c’è la stanza della leggenda, secondo la quale il toponimo Villafugata nascerebbe dalla fuga della giovane principessa Bianca di Navarra che nel’400 il vecchio conte avrebbe imprigionato per costringerla a sposarlo.

Caltagirone

In tutta confidenza questa doveva essere solo una tappa per acquistare una delle famose Teste di Moro in ceramica per cui Caltagirone é famosa nel mondo, invece siamo stati piacevolmente sorpresi nello scoprire, passo dopo passo, la città dai mille volti.

Cosa vedere a Caltagirone

  • Cattedrale di San Giuliano, ricostruita più volte dopo i terremoti del 1542 e 1693 ed abbellita sempre di più. Osservatela dall’esterno nella sua magnificenza.
  • Museo regionale della ceramica: tramanda la storia del “materiale” per cui Caltagirone é famosa nel mondo. E qui torniamo all’argomento Teste di Moro, o Graste, maestose opere in ceramica che arricchiscono le balconate degli antichi palazzi e sono figlie di un’antica leggenda: la struggente storia d’amore tra un giovane Moro è una bellissima ragazza siciliana. Lui non è finito proprio bene…
  • Scalinata di Santa Maria del Monte: collega, con i suoi 142 scalini, la parte “nuova” (parliamo comunque del 1600) della città con quella più antica. Sotto Natale é uno spettacolo perché viene allestito un presepe di statue luminose che stazionano nella parte inferiore della gradinata. In estate invece, il 24 e 25 luglio, viene illuminata da ragazzi e adulti che tengono in mano un lumino e creano ogni anno un disegno diverso. Durante quest’evento, tutte le luci della città vengono spente per esaltarne lo spettacolo. Attenzione però, perché questa scalinata è bella tutta l’anno! Basti notare la raffinatezza delle piastrelle finemente decorate che si trovano alla base di ogni gradino, per non parlare della cura che ne hanno i cittadini durante la Primavera quando la abbelliscono con piantine di fiori colorati rendendola ancora più suggestiva.
  • Villa Comunale e Giardino pubblico costruito su modello dei parchi inglesi con una splendida balaustra in ceramica e terracotta.
  • Tondo vecchio: costruito nel 700 a scopo decorativo del nuovo tracciato viario é anche un belvedere che s’affaccia su un magnifico panorama di Monti e vallate.
  • Piazza Umberto I e i suoi edifici che vale la pena vedere anche solo dall’esterno.

Piazza Armerina

Non vedremo molto di Piazza Armerina, ci passeremo solo una notte per incontrarci con la guida naturalistica che l’indomani ci accompagnerà ad una escursione sull’Etna.

📍B&B Torre Castellina da Sebino Maugeri.

📍Trattoria da Totò

ETNA – Anello Monti SARTORIUS e Grotta del gelo.

Il parco dell’Etna comprende 20 comuni.

Noi partiamo da Zafferana dove ci fermiamo all’Arte Pasticceria e facciamo scorta di “cipolline”, delle brioches imbottite con cipolle, prosciutto e formaggio che faranno storcere il naso a molti di voi ma che, vi assicuro, sono deliziose!

La nostra bravissima guida naturalistica, Sebino Maugeri, ci accompagna in questa escursione che permette di ammirare la cosiddetta “bottoniera” formata dai vulcanetti dell’eruzione del 1865, con 7 crateri dalle creste molto ventose. Sono rimasta basita nel sapere che i crateri laterali dell’Etna sono ben 350 e sono tutti monogenetici ( eruttano una sola volta).

Il trekking regala squarci molto suggestivi che mescolano candida neve alla terra nera, boschetti di pini larici a splendide macchie bianche di betulle aetnensis, una specie endemica che si trova solo qui. Vediamo bombe vulcaniche (enormi macigni espulsi dagli apparati eruttivi nel corso delle esplosioni), e gli hornitos degli sfiatatoi di gas vulcanici.

Alla fine, visitiamo la Grotta della neve lunga 30 mt. dove in passato veniva conservata la neve.

L’utilizzo delle neviere verrà meno con l’avvento dei frigoriferi e delle macchine per la produzione del ghiaccio. Con la fine di questa pratica scomparvero anche le figure dei nivaroli, le persone addette alla raccolta della neve, e dei bordonari che trasportavano i sacchi pieni di ghiaccio sulla soma dei muli che trasportavano il prodotto fino a valle dove veniva imbarcato o utilizzato per la refrigerazione e per la preparazione di gelati, granite e sorbetti.

La Cappelletta del Sacro Cuore

Questa piccola cappella si trova a Fornazzo, piccola e deliziosa frazione del comune di Milo. Il 3 Agosto 1979 la lava accerchiò letteralmente il piccolo edificio sacro, in un abbraccio bollente. Eppure non lo distrusse.

Anzi, fermò la propria corsa dopo essere scesa per oltre 6 km dalla frattura iniziale. Ovviamente le persone del posto parlarono subito di miracolo, i vulcanologi di semplice diminuzione della carica eruttiva. In ogni caso, l’evento prodigioso viene ricordato ogni anno la prima Domenica di Agosto con una Processione Penitenziale e la celebrazione della Santa Messa.

Cefalù

Arrivati a Cefalù, la prima cosa che spicca è il dedalo di stradine dall’aria medioevale che dal mare salgono fino a convergere ai piedi di una gigantesca Rocca, che rende il suo profilo particolarmente riconoscibile. La seconda cosa è l’aria misteriosa che avvolge il borgo per le leggende sul suo passato e per essere stato sede di pratiche occulte e riti magici.

Curiosità: una leggenda racconta di un amore tragico, quello di un uomo che tradisce e per questo perde la sua vita.

Dafni, figlio del dio Hermes e della ninfa Dafnide, fu adottato da pastori dopo il suo abbandono. Con il tempo apprese l’uso della zampogna che accompagnava con un delicato canto. I suoi versi, che ammaliavano le donne, conquistarono anche l’attenzione della regina Clifene, sedotta dal suo fascino delicato e romantico. Perdutamente invaghita di lui, pur sapendo che fosse sposato con la figlia di Giunone, dopo aver cercato di sedurlo senza successo, decise di farlo cedere offrendogli un vino afrodisiaco. Giunone venuta a conoscenza del tradimento, per vendicare la figlia lo rese cieco. Dafni vagò così per le campagne siciliane portando con sé il suo canto disperato fino a quando, giunto a Cefalù, decise di togliersi la vita gettandosi in mare. Fu a quel punto che il padre Hermes ebbe pietà del figlio e subito prima dello schianto lo trasformò in una rocca. Si racconta che nei pressi della rupe tutt’oggi si possa percepire il dolore del poeta e che il mormorio del mare ricordi la malinconica sinfonia dei suoi versi.

Cosa fare a Cefalù in un giorno

  • Lungomare: per godere dello splendido panorama.
  • Lavatoio Medioevale: per un tuffo nel passato.
  • Porta della Pescara: per uno scorcio spettacolare sul mare.
  • Molo: per un suggestivo panorama dal vecchio porto.
  • Duomo: per visitare una cattedrale normanna del 1131 e i suoi meravigliosi mosaici del presbiterio che furono creati da esperti bizantini di Costantinopoli chiamati dal sovrano Ruggero II. Nel mosaico che rappresenta Gesù, indice e medio uniti nella mano destra ci indicano le due nature: divina e umana. Il pollice, indice e anulare congiunto riportano al mistero della Trinità.

📍Horizon Suites; appartamento grande ma trascurato. Mancano bicchieri e posate. Il bollitore perde acqua, la cucina ha sportelli che cadono a pezzi. Peccato, perché la posizione é perfetta, tra il centro e il lungomare.

Buono, invece, il ristorante con pesce fresco e ben cucinato.

Monreale

Monreale, come Assisi, è una di quelle città che associ immediatamente a una chiesa. In effetti, non potrebbe essere diversamente.

Il Duomo di Monreale è una meraviglia architettonica senza rivali, un vero gioiello di arte capace di affascinare con la sua maestosità e la sua sacralità anche il più convinto agnostico. Una tappa imperdibile di un viaggio in Sicilia.

Fatevi ammaliare anche voi dai mosaici bizantini realizzati con suprema maestria, dalla possente facciata che con la sua bellezza domina il centro cittadino, dalle decorazioni arabe e da quelle barocche, dalle storie e leggende sul perché è stata costruita questa chiesa davvero unica.

📍Tips – Consigli di viaggio

Vi consiglio di acquistare il biglietto (12€) per le 4 attrazioni principali:

Duomo di Monreale

La storia di Monreale è lunga e ammantata di leggenda. Si narra infatti che Guglielmo I, re normanno di Sicilia, dopo una battuta di caccia si fosse addormentato sotto un carrubo. In sogno gli apparve la Madonna che gli indicò il luogo ove era nascosto un tesoro con cui egli avrebbe dovuto erigere la sua chiesa, chiamata appunto Santa Maria Nuova.

L’abitato di Monreale sorge proprio accanto alla sua cattedrale; la sua “comunità” è uno dei primi esempi di società multietnica, caratterizzata dalla presenza di arabi, bizantini, normanni, spagnoli dove ciascun gruppo ha dato il suo apporto, anche allo sviluppo architettonico della città.

La cattedrale di Monreale è nota in tutto il mondo per i suoi mosaici: una superficie di oltre 6.000 metri quadri e oltre 130 i mosaici bizantini che adornano la chiesa. E’ considerata una delle più importanti chiese medioevali del mondo. In essa si fondono varietà di stili e originalità strutturale veramente uniche.

  1. Chiostro dei benedettini e museo: la vera bellezza é rappresentata dal colonnato, impreziosito dalla varietà delle forme e delle decorazioni: lisce, a vite, a zigzag, intarsiate da rivestimenti di mosaici, con inserti d’oro e pasta di vetro, a disegni sempre differenti. Un eccellente esempio di arte romanica e bizantina.
  2. Museo diocesano: qui troverete il maestoso arazzo raffigurante il celebre tema del Sogno di Guglielmo.
  3. Terrazze: dalla Cattedrale é possibile accedere alle terrazze risalendo la scala interna della Torre meridionale. Da qui si percorre la terrazza prospiciente il chiostro dei benedettini e passando lungo le absidi, si giunge alla terrazza lato nord che si affaccia su Piazza di Monreale, il Palazzo Reale e il panorama di Palermo. Si conclude il percorso scendendo la scala che si trova nella Torre settentrionale e che porta nuovamente all’interno della Cattedrale.
  • Bar Mirto, in Piazza Vittorio Emanuele: cannoli e cassatine spettacolari.
  • Via Roma: negozi di alimentari e banchetti di frutta e verdura

Palermo: cosa vedere in due giorni

Mercato Ballarò

Se amate la confusione folkloristica fatta di banchi, cesti, vassoi, cassette, tendoni variopinti, botteghe vintage e urla di ambulanti, non perdetevi il mercato più antico di Palermo! Si ha l’impressione di stare in uno dei suk di qualsiasi città musulmana. Non per niente le sue origini risalgono al periodo della dominazione araba. Assembramenti, colori, odori sono assicurati e se vorrete fare la spesa a prezzi contenuti, qui troverete pesce, carne, frutta e verdura di tutti i generi!

  • Corso Vittorio Emanuele, antica via di origine fenicia, insieme a Via Maqueda sono le arterie principali del centro storico, quelle dello struscio, dei ristoranti, dei negozi… e ahimè dei Clochards.
  • Piazza Pretoria o piazza della Vergogna chiamata così per l’ingente somma di denaro che il Senato pagó per il suo acquisto, proprio nel periodo storico di massima miseria ed epidemie.
  • Piazza 4 Canti dove s’incrociano le due strade centrali di Palermo (Maqueda e Vittorio Emanuele). I 4 canti raccontano su ogni facciata dei meravigliosi palazzi, impreziositi da sculture e decorazioni, la storia della città. Questa piazza é conosciuta anche come Teatro del Sole perché durante il giorno almeno una delle 4 facciate è sempre illuminata.
  • 📍Tra una visita e l’altra, assaggiate lo Sfincionello, una focaccia con pomodoro, cipolla, acciuga, cacio cavallo. Buonissima!
  • Sua maestà la Cattedrale: la sua nascita ebbe inizio nel 1185 e venne completata in età medioevale con successivi arricchimenti fino al XVIII secolo. Qui è sepolto Federico II, Stupor Mundi, uomo di grande cultura, generoso e molto amato, figlio di Costanza d’Altavilla imperatrice e regina di Sicilia e marito di Costanza D’Aragona.
  • Palazzo Reale/Normanni: non limitatevi a guardarlo da fuori. Acquistate il biglietto (€15,50) che vi permetterà di vedere la sontuosità e la raffinatezza degli appartamenti reali, la Cappella Paladina e i giardini reali.
  • Cappella Palatina: entrando rimarrete a bocca aperta davanti alla magnificenza dei mosaici bizantini e il soffitto ligneo. Un altro capolavoro di arte arabo-normanno che ospita, assieme a Monreale e Cefalù, l’immagine del Cristo Pantocratore, emblema di potenza, maestà e sacralità.
  • Teatro Massimo: è il terzo più grande d’Europa (dopo Parigi e Vienna). Iniziato nel 1864 dall’architetto GBF Basile e inaugurato nel 1867 con un’opera di Verdi, vanta 1250 posti a sedere. Consiglio di fare una visita guidata per scoprirne i segreti artistici e rivivere l’atmosfera raffinata di altri tempi. Entrando nella Sala Grande rimarrete abbaglianti dalla decorazione del soffitto, la Ruota Simbolica, costituita da 11 dipinti che ruotano attorno ad uno centrale raffigurante il Trionfo della musica. Il Palco Reale, riservato in passato alla famiglia Savoia, è composto da 27 posti a sedere ed é una meraviglia di mogano e broccato, specchi e lampadari di Murano. L’ottima acustica è proprio dovuta all’utilizzo di legno di mogano. Sarà che ho appena letto “I leoni di Sicilia” , ma sono rimasta piacevolmente sorpresa di sapere che Ignazio Florio ha finanziato parte dei lavori. Nella Sala Pompeiana, meglio conosciuta come sala dell’eco, state attenti a parlare perché il suono si amplifica man mano si avanza verso il centro. Si narra inoltre che il fantasma di una suora si aggiri nel teatro e si diverta a fare lo sgambetto a tutti gli scettici che scendono l’ultimo gradino della scalinata. Poi, nemmeno a dirlo, non fatevi scappare l’occasione di vedere qualche spettacolo. Noi abbiamo iniziato bene l’anno con il trionfante Concerto di Capodanno.
  • Teatro dei pupi al Teatro Carlo Magno degli eredi Mancuso. Non crediate sia solo uno spettacolo per bambini, in quanto chi conserva dentro di sé un minimo di animo fanciullesco, verrà rapito dal racconto narrato e recitato da queste splendide marionette che raccontano le imprese memorabili e le antiche gesta cavalleresche dei Paladini di Francia. Il lavoro del puparo si é ridotto a pochi elementi ed è una tradizione che si tramanda da padre in figlio che continuano incessantemente la loro attività in un piccolo teatrino in uno dei tanti vicoli popolari palermitani.
  • Chiesa di San Giovanni degli Eremiti: voluta dal re Ruggero risale al 1132. Concessa ai benedettini, poi trasformata in chiesa. Meraviglioso il piccolo giardino interno con piante da frutto e esotiche.
  • Chiesa di San Cataldo, piccola ma bellissima nella sua semplicità, forse una delle chiese che, dopo aver visto tutta la magnificenza delle altre, mi ha colpito di più. Curiose le cupole rosse arabeggianti che la sovrastano.
  • Santa Maria dell’Ammiraglio: la Martorana. Appartenente ai siti Arabo Normanni come le cattedrali di Cefalù e Monreale, é un vero gioiello di arte bizantina.
  • Monastero di Santa Caterina: con 10€ si visita chiesa/monastero/terrazza. 1) La chiesa è un capolavoro del barocco palermitano. Iniziata nel XVI e ultimata nel XVIII è di una ricchezza che lascia senza fiato. 2) Il Monastero risale al 1311. Venne creato per la stretta clausura delle monache dell’ordine domenicano, ragazze di buona famiglia che monacandosi portavano al monastero ingenti doti. Praticamente prigioniere per scelta della famiglia che giocava strategicamente le sue carte combinando matrimoni o sbarazzandosi dei figli, nati dopo il primogenito, avviandoli alla vita militare o monastica. Dal momento in cui le sfortunate e ricche fanciulle varcavano la porta dietro l’altare si sarebbero interrotti completamente i contatti con il mondo esterno e non avrebbero potuto proferir parola nemmeno tra loro. Belli e inquietanti i sei confessionali apposti nel muro che divide la chiesa dal monastero. Il centro di questo mondo nascosto era Chiostro, con un giardino semplice ma molto bello, ricco di piante e alberi tipici dell’isola, sul quale si affacciavano le celle private delle monache. Il monastero ebbe questo utilizzo fino al 2014. 3) Le terrazze. Non perdetevi assolutamente l’opportunità di affacciarvi su una delle viste più spettacolari di Palermo. Un panorama mozzafiato su Piazza Pretoria e Piazza Bellini, ma non solo. Un po’ triste pensare che da qui, sempre dietro le grate, le monache potevano osservare dall’alto la vita esterna scorrere sotto i loro occhi.

Per mancanza di tempo, purtroppo, non siamo riusciti a visitare altri luoghi culto come la Chiesa del Gesù (Casa Professa), la Chiesa del Santissimo Salvatore, la Chiesa di Santa Maria dello Spasimo, la Camera delle meraviglie e i mercati Vucciria e Del capo, ma sarà la scusa giusta per tornare!

Dove dormire a Palermo: Speciale Apartment

Speciale lo è, di nome e di fatto! Non è solo per la posizione strategica, a pochi passi da Corso Vittorio Emanuele, la Cattedrale e il pittoresco mercato di Ballarò ma per la raffinatezza di questo monolocale soppalcato, ospitato in un edificio storico silenzioso e imponente.

L’appartamento ha un soggiorno spazioso che si affaccia sulla cucina attrezzata e dal quale parte una bellissima scala in ferro, stile industriale, che sale fino alla camera con bagno finestrato. Parti affrescate fanno da contorno al letto e i soffitti altissimi regalano respiro e luce all’ambiente. Il parcheggio é disponibile nella corte del palazzo.

La zona é Ztl, ma la proprietaria si occuperà personalmente del permesso. Seguite attentamente le sue istruzioni per raggiungere Piazza Speciale perché il centro è un dedalo di vicoli e sensi unici dai quali è difficile districarsi se non si è del posto. Il navigatore manda ancora più in confusione quindi è meglio non affidarvisi.

Dove mangiare a Palermo: Aja Mola

Quando un ristorante ti viene consigliato da un siciliano è sempre una garanzia, ma questo ha superato veramente ogni aspettativa. Non immaginatevi un ambiente elegante, anzi l’aspetto é più da osteria o casa della nonna, con i muri rivestiti di piastrelle bianche sulle quali gli ospiti hanno scritto le loro dediche e lasciato le loro firme, le sedie di legno molto vintage e le tovagliette di carta. La cucina é a vista e si rimane ipnotizzati nell’osservare la velocità dei cuochi, concentrati in ogni loro gesto, precisi come degli automi.

Il posto è piccolino e noi siamo riusciti a prenotare solo all’esterno ma, sebbene fosse pieno inverno, i funghi hanno svolto bene il loro lavoro e abbiamo cenato con un bel tepore.

La specialità, come si può vagamente percepire dal nome Aja Mola, un canto ancestrale dei pescatori durante la mattanza, è il pesce. Viene utilizzato solo pesce fresco, dei nostri mari, non surgelato, e la qualità, vi assicuro, è da capogiro!

Da prendere assolutamente il loro crudo, la pasta mista con cicale di mare, sedano e noci e la tagliata di tonno. Anche le verdure sono speciali, tutte provenienti da piccoli produttori locali. I carciofi di Menfi sono superlativi! Che dire, volevamo tornare anche il giorno dopo ma era già tutto prenotato, quindi se pensate di andarci, riservate il tavolo con un po’ di anticipo.

Qui finisce il nostro viaggio in Sicilia, due settimane molto intense durante le quali abbiamo cercato di vedere il più possibile, prendendoci però i nostri spazi per respirare l’ambiente circostante, socializzare con i locali, assaggiare le specialità del posto seduti ad un tavolino all’aperto, girellare per i vicoli delle città senza una meta (si fanno le scoperte più belle!). Siamo partiti titubanti perché avevamo paura che l’inverno non fosse la stagione adatta e siamo tornati con la convinzione che invece, per un tipo di viaggio culturale-escursionistico-enogastronomico, sia la stagione migliore! Nessuna coda, temperatura gradevole, pochi turisti e tanta Sicilia vera!

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