Tre giorni a Catania, la città ‘fenice’ che risorge dalle ceneri dell’Etna
Nicolas ed Io siamo partiti alla volta di Catania, la “città nera” giovedì 8 dicembre, per il tradizionale Ponte dell’Immacolata. Partiamo di buon’ora dall’aeroporto di Bologna con la compagnia aerea Wizz Air e dopo circa un’ora e 20 minuti di volo, atterriamo all’aeroporto Fontanarossa. Avendo solo lo zaino con noi, in pochissimo tempo siamo fuori dalla sezione arrivi per acquistare il biglietto del bus che ci porterà in centro (costo 4€, partenze ogni 15/20 minuti da terminal).
Indice dei contenuti
In circa 15/20 minuti siamo alla stazione dei treni, da dove, in circa 10 minuti di camminata, raggiungiamo il B&B Stramondo, un piccolo Bed & Breakfast tutto ristrutturato, gestito da Gianpierre, un gentile e bravissimo pasticcere (non a caso la colazione l’abbiamo fatta nella sua “Pasticceria Di Dio”, a pochi passi dal B&B. Colazione strabuona!)
Giorno 1 – Sant’Agata, via Etnea e lo street food catanese
Una volta effettuato il check-in, decidiamo il programma della giornata e partiamo per la prima tappa: Chiesa della Badia di Sant’Agata. Ci arriviamo camminando in circa 10 minuti dal nostro b&b. Durante la camminata, attraversiamo Piazza Vincenzo Bellini, con l’omonimo teatro. La vera chicca della Chiesa della Badia non è tanto l’interno, abbastanza neutro e spoglio di opere e affreschi, ma la sua terrazza, aperta in determinati orari. Pagando l’accesso al costo di 5 euro, si può godere di un magnifico tramonto con vista su Piazza Duomo.
Uscendo dalla chiesa, raggiungiamo Piazza Duomo, con la celeberrima fontana dell’Elefante, chiamata “Liotru”. Piazza Duomo è realizzata in roccia lavica nera, circondata da diversi palazzi in stile barocco, tra cui la maestosa Cattedrale di Sant’Agata, che si può visitare liberamente.
Dalla piazza difficile non notare la Fontana dell’Amenano: passandole davanti, ci si reca al famosissimo mercato del pesce di Catania, aperto dal lunedì al sabato dalle 7 alle 14. Costeggiandolo, si viene inondati di odore di pesce fresco e si ha l’occasione di vivere la quotidianità di un mercato tipico di una città di mare. Se tra una bancarella e l’altra, vi sale l’acquolina in bocca, potete placare la vostra fame in uno dei ristoranti che circondano il mercato. Molto quotato è “Scirocco”, uno street food di solo pesce, che si trova proprio di fronte alle bancarelle del pesce.
Tornando indietro su Piazza Duomo, ci troviamo davanti alla via più famosa di Catania, Via Etnea. Nei prossimi giorni la percorreremo non poche volte, ma è il vero fulcro, (per dirla alla Alberto Angela, la “camera magmatica”) della città. In una delle vie che si diramano ai lati di Via Etnea, vi è un locale dove fanno street food di vario genere e tipo e non solo, “Fud”. Ci fermiamo per un pit stop culinario tra arancini e panini. Il posto è ben affollato e c’è sempre gran via vai di gente. Consigliatissimo.
Dopo pranzo, torniamo su Via Etnea e arriviamo fino alla fine della stessa. Sulla destra, vediamo gente entrare ed uscire da Pasticceria Savia, una delle più famosi, dove acquistare, tra le tante leccornie, gli arancini da mangiare mentre si passeggia. Sulla sinistra, invece, un piccolo polmone verde catanese: Villa Bellini, insieme ai suoi giardini e al suo chiosco, da dove, si può ammirare la sommità dell’Etna in tutta la sua beltà. Il resto del pomeriggio, lo passiamo camminando per il centro, torniamo verso Piazza Duomo, imbocchiamo Via Vittorio Emanuele II e infine, Via Piazza Dante Alighieri, dove si raggiunge la piazza omonima e l’ingresso del Monastero dei Benedettini di San Nicolò, che visiteremo sabato 10 dicembre.
Rincasiamo presto la sera, siamo cotti dalla sveglia presto e ricarichiamo le pile in vista del trekking che ci aspetta domani sull’Etna, comunemente chiamata “A’ Muntagna” dai catanesi.
Giorno 2 – Trekking sull’Etna
Oggi ci avventuriamo con un bel trekking sull’Etna, il vulcano attivo più grande d’Europa, con il tour organizzato da Etnaround. La nostra guida, Pietro, sin dal primo momento, si dimostra simpatico, alla mano e ben preparato. Con lui c’è anche la mascotte, la sua inseparabile cagnolina. Alle 8.30 partiamo da Piazza Stesicoro e raggiungiamo, in mezzora di van, Trecastagni, dove ci fermiamo per un caffè e per farci preparare i panini per il pranzo in una bottega di paese, con prodotti locali. Ripartiamo direzione Nicolosi Nord, alle pendici del vulcano, a 1910 m s.l.m.
Ci vengono consegnate le scarpe da trekking, partiamo e man mano saliamo di quota, lungo la Valle del Bove, la più grande caldera del vulcano, intervallando periodi di camminata a periodi dove ci si ferma e ci vengono date nozioni sul paesaggio che stiamo ammirando e calpestando. Il tempo non è dei migliori, le nuvole aumentano sempre di più e anche il vento, ma il paesaggio è talmente unico che il resto viene in secondo piano. Salendo di quota, incontriamo anche la neve sul nostro percorso. Ciò rende l’ultimo pezzo del trekking un po’ strong, anche per via delle folate di vento improvvise che rendono l’equilibrio instabile durante il tragitto. Arrivati al termine del trekking, il vento è talmente forte che ci impedisce di gustare il pranzo immersi in quel paesaggio, quindi riprendiamo subito e Pietro ci guida verso una grotta al riparo, dove tutti ci rintaniamo, mangiando il meritato panino.
Una volta tornati al parcheggio, prima di rincasare, ci fermiamo al “Rifugio Sapienza”, per una ausa caffè riscaldante. Termina così questa bellissima esperienza in uno dei posti più suggestivi che io abbia mai visto. Se ne avete la possibilità, visitate l’Etna e se posso aggiungere, con una guida. Scoprirete particolari unici e saprete dove mettere i piedi, senza rovinare quest’immenso patrimonio che la natura ci ha dato la fortuna di poter ammirare.
Tornati a Catania prima dell’imbrunire, decidiamo di fare aperitivo da Pasticceria Spinella, di fianco a Pasticceria Savia, lungo via Etnea.
Torniamo a piedi verso il B&B, doccia e siamo nuovamente in strada e ceniamo dietro il mercato del pesce, in uno dei tanti ristoranti presenti. Giornata piena anche oggi, e non senza emozioni.
Giorno 3 – Le curiosità di Catania
Utimo giorno in quel di Catania, domani volo di rientro all’alba. Il tempo non è dei migliori, quindi abbandoniamo l’idea di raggiungere i borghi marinari della lava, ovvero: Aci Trezza, Aci Castello e Acireale. Rimaniamo in città, visitando il resto delle attrazioni presenti.
Primo step: Via Crociferi, la via delle chiese in stile barocco. Non ci soffermiamo dentro le chiese, ma ci passiamo solo davanti, abbiamo in programma la visita dell’Odeon e del Teatro Romano (costo 6 euro). C’è poca gente in giro, questo rende la visita più agibile e si può godere del luogo senza fretta e furia. Usciti dai resti di quella che fu la presenza dell’Impero Romano in città, giungiamo al Monastero dei Monaci Benedettini di San Nicolò, oggi sede universitaria, nonché Patrimonio UNESCO. Già dall’entrata, si capisce subito la grandezza del sito in cui ci troviamo. Acquistiamo il biglietto con visita guidata al costo di 10 euro (lo consiglio vivamente, senza sarebbe impossibile comprendere al meglio ciò che si sta visitando). Alle 11.00 ci facciamo trovare all’entrata e da qui la guida ci introduce all’interno del monastero, nelle sue stanze, dandoci spiegazioni e snocciolandoci particolari su come si svolgeva la vita dei monaci ai tempi del Seicento. Dopo circa un’ora e mezza, la visita si conclude e torniamo verso il centro. L’idea è quella di visitare Palazzo Biscari, un palazzo privato in stile barocco, noto anche per essere stato scelto dalla famosa band dei Coldplay come location per il video della loro hit “Violet Hill”. L’idea purtroppo sfuma una volta arrivati all’entrata: oggi il palazzo è chiuso per matrimonio. Mentre meditiamo sulla prossima meta, ci sale un leggero languorino.
Dopo pranzo, ci dirigiamo verso San Berillo Art District, un piccolo agglomerato di case incastonato in viuzze non subito semplice da trovare, dove c’è arte a cielo aperto e un silenzio quasi tombale. Consiglio di andare a visitarlo di giorno, di sera è poco illuminato e personaggi poco “simpatici” non lo rendono, a mio avviso, così affascinante. Purtroppo inizia a piovere, torniamo al b&b in attesa finisca. Non più tardi di un’ora, non solo la pioggia cessa ma il sole tenta, con i suoi raggi, di uscire, ed è quasi ora di tramonto. Ci viene un’idea geniale, andare sulla cupola di Santa Badia per goderci questo spettacolo di luce, nonché l’ultimo meraviglioso tramonto a Catania.
Non prima di rincasare, scopro che dietro Piazza Duomo, esiste un ristorante interamente ricavato in un grotta lavica, non posso non andare a vederlo. L’ingresso è a pagamento, il costo è di 2 euro e il nome del ristorante si chiama “A Putia dell’Ostello”. A mio avviso merita la visita, forse anche una cena, essendo una location unica nel suo genere. Purtroppo era già tutto prenotato per quella sera. Termina così il viaggio a Catania, una città che ha saputo ricostruirsi, ogni volta sempre più bella, dopo ogni eruzione de “A’ Muntagna”.