Viaggio in moto tra Francia Germania Austria e Italia

Oltre 3.500 km in tredici giorni, per 8 passi alpini.
Scritto da: Tony51
viaggio in moto tra francia germania austria e italia
Partenza il: 13/07/2013
Ritorno il: 28/07/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Questo viaggio è stato fatto da me e Laura con la Rockster 1150 in 15 giorni dal 13 al 28 luglio. I km sono stati quasi 3.700, i passi alpini sono stati 8, (Passo della Lombarda, Col de la Bonette, Col de la Cayolle, Passo Resia, Passo dello Stelvio, Passo di Gavia, Passo del Tonale, Passo Campo Carlo Magno) e ho percorso la strada del Silvretta in Austria; i confini sono stati 4 (Francia, Germania, Svizzera e Austria).

  • 13/7 Roma – Lerici
  • 14/7 Lerici – Savona – Cuneo
  • 15/7 Cuneo – Castellane
  • 16/7 Castellane – Gole del Verdon
  • 17/7 Castellane – Vallensole – Manosque – Apt
  • 18/7 Apt – Roussillon
  • 19/7 Rousillon – Forcalquier – Sisteron
  • 20/7 Sisteron – Bourge en bresse – Besancon
  • 21/7 Besancon
  • 22/7 Besancon – Colmar
  • 23/7 Colmar – Freiburg – Kostanza – Bregenz
  • 24/7 Bregenz – Feldkirch – Landeck – Nauders – Passo di Resia Mals Val Venosta
  • 25/7 Mals Val Venosta – Passo dello Stelvio – Bormio – Ponte di legno – Madonna di Campiglio – Pinzolo – Brescia – Iseo
  • 26/7 Iseo – Brescia – Mantova – Ferrara – Ravenna – Cesena
  • 27/7 Cesena
  • 28/7 Cesena – Roma

La moto è stata perfetta, ha chiesto solo benzina e alla fine del viaggio 300gr di olio, il consumo di carburante si è mantenuto ad una media di circa 20km/litro, i litri di benzina sono stati 185 ad un costo medio di circa € 1,60/litro il totale è stato di circa € 300,00 autostrada poca, le gomme si sono distrutte, sono partito con circa 4.500km le ho finite a circa 8.200km. Non ho mai usato il navigatore, mi sono aiutato con mappe stradali e informazioni chieste alla gente del posto, per cui non ho sbagliato strada MAI.

Abbiamo dormito sempre in hotel 2/3 stelle con un costo medio sui 80/90 €, a cena siamo stati in ristoranti scelti sulle guide a disposizione oppure indicati da gente del posto, abbiamo sempre mangiato bene e molto bene tranne a Malles. Unico inconveniente è capitato con le scarpe da moto di Laura si sono scollate, le ho riparate con la colla attack portata da casa. Abbiamo preso la pioggia in moto No No No e quindi indossato le tute, solo per qualche km al lago di Idro vicino a Brescia, questo mi ha sconsigliato di percorrere la Val Camonica e raggiungere il lago d’Iseo da sopra e non da Brescia.

12 luglio

La moto è pronta le borse e il bauletto sono pieni si parte alle 9,30 con destinazione lerici (400 km) viaggio tra statale aurelia e autostrada. ci fermiamo a pranzo a s. vincenzo in toscana sul porticciolo al ristorante venticlub uno dei ristorantini che guardano la darsena, ora completamente pedonalizzata. nel pomeriggio arriviamo a lerici (sempre bella), abbiamo prenotato un agriturismo sulla collina (pessima scelta). da lerici andiamo a trovare un amico a porto venere begli scorci sul mare.

13 luglio

La mattina si parte con destinazione savona per arrivare a cuneo (270 km). a savona ci fermiamo in centro per un caffè e per acquistare i famosi chinotti nella caffetteria besia in p.zza g. mameli. per raggiungere cuneo evitiamo l’autostrada e affrontiamo la st 29 per mondovì. a pranzo facciamo una piccola deviazione per braglia e pranziamo nella stupenda osteria marsupino. nel pomeriggio arriviamo a cuneo, prendiamo una stanza all’hotel superga nella piazza centrale un ottimo 3 stelle con personale molto disponibile. cena in casa di amici. le montagne che circondano cuneo hanno ancora tracce di neve la temperature è bassa occorre il giubbotto o la felpa. mi informo circa il passo della lombarda che domani dovrò percorrere, il vigile urbano mi rassicura sulla percorribilità.

14 luglio

Dopo una generosa colazione in hotel facciamo due passi per cuneo acquistiamo il quotidiano, ci mancherà nei prossimi giorni. alle 10,00 si riparte con destinazione francia. dalla statale che porta al passo del colle della maddalena, a vinadio svoltiamo a sinistra per la sp 255 che conduce al passo della lombarda in francia. iniziamo a salire in una strada piuttosto stretta molto impegnativa per la lunghezza e le considerevoli pendenze richiede grande attenzione, dopo circa 15 km si arriva al passo (2351 m sl). il passo collega la valle della tinèe, affluente del var, con la valle della stura di demonte, affluente del tanaro. la strada asfaltata, costruita nel 1968, attraversa due valli strette e poco popolate. nel tratto francese la strada si presenta con ampi curvoni, si allarga e diventa agevole, infatti serve da accesso per il centro turistico di isola 2000. percorriamo il fondovalle, giunti a st etienne de tinèe prendiamo per il passo del col de la bonette (2715 m slm). la strada inizia salire in maniera davvero intensa e impegnativa, attraversiamo un’antica caserma militare napoleonica, la strada si chiama route imperiale e collega nizza a barcellonette. giungiamo infine al culmine segnalato da un ceppo commemorativo, la vista è davvero impressionante, c’è tanta gente con moto bici e macchine, è difficile perfino fermare la moto senza il rischio che cada per la pendenza. tutto intorno versanti ripidissimi, ai bordi della strada nessuna protezione. fatte le foto di circostanza, riprendiamo la moto per la discesa. anche questa parte è molto impegnativa col fondo malandato. giungiamo a jusiers, e proseguiamo per barcellonette, qui ci rifocilliamo mangiando qualcosa e facendo due passi nel centro pedonale della graziosa cittadina. si riprende la strada per il colle della cayolle (2327 m slm). il colle della cayolle è parallelo al col de la bonette e si trova nel parco del mercandour. paesaggisticamente questa strada è molto bella, nel primo tratto si inoltra nelle gorge du bachelard con costoni di roccia ai lati della strada mentre a destra scorre il fiume, dopo qualche km la strada si allarga e inizia la salita senza presentare particolari difficoltà con ampi panorami. la vetta è segnalata da un cippo. il tempo non è bellissimo e minaccia pioggia per cui non ci fermiamo e scendiamo direttamente a valle fino a guillaumes. breve sosta con caffè e acqua di fonte, qui la temperatura è alta. la nostra destinazione è castellane nel verdon e la raggiungiamo percorrendo la statale che da nizza porta a dignè les bains. arrivati a st julien du verdon voltiamo a destra costeggiando il lago di castillon, strada bella con curve e squarci sul lago azzurro. arriviamo a castellane nel pomeriggio, ci accoglie in centro un grazioso mercato. scegliamo per le due notti che ci fermeremo, l’hotel la forge un comodo albergo a 2 stelle proprio nel mezzo del mercato di fianco alla chiesa. posteggiamo la moto sul marciapiede di fianco all’ingresso, ci sono altre moto tedesche. doccia ristoratrice e infine giro della cittadina. castellane è sovrastata da un costone di roccia a forma di un monolite che si eleva dal fiume, sulla cima è stata costruita una chiesetta. le stradine del centro sono piene di negozi turistici (forse troppi con tutti le stesse cianfrusaglie) e da agenzie che organizzano gite sulle gorge du verdon con gommoni e canoe, un vero delirio di foto e di proposte. ceniamo al ristorante la voute in un stradina del centro, buoni piatti e buon prezzo.

15 luglio

L’intera giornata è dedicata al giro attorno alle gorge du verdon, un fenomeno della natura. le gole del verdon formano il più grande canyon d’europa. le plasma il fiume verdon, celebre tra i viaggiatori per il suo incredibile colore smeraldo. il verdon e i suoi affluenti hanno scavato nei millenni queste gole suggestive nel calcare dell’alta provenza. la parte più bella è famosa delle gole del verdon è il gran canyon dove in alcuni punti le rocce si elevano a strapiombo, alte oltre 700 metri. la zona è celebre per il clima, le bellezze naturali, i villaggi caratteristici e soprattutto la possibilità di praticare sport all’aria aperta in una cornice naturale spettacolare. noi decidiamo di percorrere l’anello in senso orario, la strada inizialmente si snoda nella piana e pensiamo di aver sbagliato l’imbocco poi si comincia a salire le curve si restringono e sulla destra inizia a vedersi il canyon lo scenario è davvero unico e impressionante. poi la strada si allontana dal canyon e si arriva la lago di sainte croix con le sue acque azzurre nel verde della campagna. la strada attraversa il canyon con un ponte da cui si vede un formicaio di mezzi natanti dai pedalò, alle canoe, alle barche a motore elettrico che risalgono il fiume. passato il ponte ci dirigiamo verso moustiers saint marie. cittadina arroccata e pedonalizzata, lasciamo la moto nel posteggio in basso e saliamo per una visita. le strade sono molto affollate e piene di negozi turistici e ristoranti, il paese è tagliato in due da un fiumiciattolo dalle acque impetuose che producono diverse cascate, alcuni ponti collegano le due parti. la passeggiata è piacevole. a pranzo prenotiamo al ristorante la bastide de moustiers di alain ducasse. il ristorante è fuori dal paese in aperta campagna, si pranza sulla terrazza che guarda la campagna selvaggia tutt’attorno. pranzo eccellente ad un costo superiore alla media del posto ma nettamente inferiore rispetto allo stesso livello in italia. riprendiamo la marcia per l’altra metà del giro del canyon. arrivati a la palude de verdon, dopo un bel caffè sul terrazzo di un baretto facciamo la deviazione per le gorge de crete. la strada è davvero spettacolare per i panorami che offre sulle gole. in alcuni punti si possono osservare a distanza ravvicinata gli avvoltoi che abitano la valle volteggiando sulle teste dei turisti e fermandosi sulle pareti delle gola dove nidificano. la strada diventa brutta senza protezioni e occorre molta attenzione nel percorrerla. ritornati sulla strada che conduce a castellane si ha la possibilità di osservare dall’alto il rafting di alcuni gommoni in un punto del fiume abbastanza agitato. per cena un bell’aperitivo in un bar considerato che il pranzo è stato abbondante.

16 luglio

Al mattino si parte da Castellane nel Verdon con destinazione Apt in alta Provenza. Ripercorriamo la strada di ieri in senso contrario, arrivati a Moustiers Saint Marie deviamo dalla strada principale e ci dirigiamo verso Quinson per visitare il nuovo museo antropologico. La strada costeggia il lago di Sainte Croix ed è affiancata da bellissimi campi di lavanda coloratissima che al sole crea un effetto unico. Nell’attraversare questi campi di lavanda sono letteralmente colpito da decine di api che volano da una parte all’altra della strada, il casco si tinge di giallo del colore del polline. Da Quinson attraverso una strada secondaria raggiungiamo Alemagne en Provence e Vallensole. A Vallensole facciamo appena in tempo di vedere gli ultimi minuti del mercato, ci facciamo fare 2 panini nel banco dei salumi e acquistiamo delle ciliegie bellissime e buonissime. Dopo una passeggiata per la cittadina e la visita alla chiesa riprendiamo il viaggio per Manosque. Manosque nonostante sia soffocata da una periferia industriale, è una bella cittadina provenzale dal centro storico raccolto ad anello che ha dato i natali allo scrittore Jean Giono. Lasciamo la moto in un posteggio vicinissimo alla porta d’ingresso della città sotto le piante difronte all’uff. informazioni che ci fornisce la mappa e altre notizie. La passeggiata è piacevole i negozi sono di una città vera e non esclusivamente turistici. La città è piena di fontane alloggiate in piazzette raccolte e alberate con chiese gotiche piene di candele votive. Dopo un paio d’ore visto che il sole era ancora alto o meglio il sole si è coperto da nubi minacciose di pioggia riprendiamo il cammino verso Apt. La strada che unisce le due città è bella alberata e si affaccia verso una campagna molto movimentata e dalle coltivazioni varie. La percorriamo inseguiti dalla pioggia che alle porte di Apt ci raggiunge, Cogliamo l’occasione per fare benzina. Finito il rifornimento finita la pioggia cerchiamo un albergo per la notte. Scegliamo l’hotel Aptois un tre stelle accogliente e a buon mercato. Apt conserva quel fascino provenzale delle cittadine antiche e profondamente legate alla terra e alla vocazione agricola molto coinvolgente e ruspante. Ceniamo al ristorante Le Galetiere gestito da una coppia, marito e moglie. Il marito in cucina e la moglie in sala, la signora è di origine italiana ma da 20 anni non torna in Italia. La cena è molto buona. Ritorniamo in hotel sotto la pioggia.

17 luglio

Il tempo è bello, dopo colazione partiamo per Lourmarin una caratteristica cittadina della Provenza dominata da un castello utilizzato per spettacoli serali e sede di un piccolo museo, ai piedi del castello si allarga il borgo. Quello che colpisce è la bellezza del borgo con strade e case perfettamente mantenute non c’è nulla di fuori posto, piena di angoletti con fiori ai balconi verdura che scende dai muri delle case, porte color pastello insegne in ferro battuto etc.. Caffè al caratteristico bar sull’incrocio di tre strade e si riparte. Ci dirigiamo verso Gordes attraversando villaggi arroccati come Bonnieux , campi di lavanda, di girasoli, di vite e altri non coltivati. La vista di Gordes dalla strada è impressionante, questo meraviglioso villaggio arroccato su uno sperone di rocca è semplicemente spettacolare. Dimenticato per anni dal turismo è tornato alla ribalta grazie a un film girato nella sua piazza principale, “Un’ottima annata” con Russel Crowe. Le bianche rocce che compongono le case rendono il borgo soggetto agli infiniti cambiamenti dettati dal variare della luce nelle diverse ore della giornata e la sua posizione raccolta e arroccata lo rendono unico e inimitabile. Passeggiata senza fretta fra le viuzze “sali e scendi” che nascondono angoli davvero suggestivi, fra vecchie case ristrutturate con gusto e giardini quasi impercettibili anche se c’è folla. Ottimo caffè al circolo degli Anarchici con terrazza panoramica sul dirupo. Non può mancare a pochi km da Gordes la visita alla Abazia di Senanque un’abbazia cistercense. L’abazia è depositata in una valletta circondata da campi di lavanda, il colore della pietra si fonde col colore della lavanda. Dopo aver scattato migliaia di foto visitiamo l’abazia con la guida e veniamo a contatto col mondo affascinante dei cistercensi, un tuffo nel medioevo. Il viaggio prosegue con destinazione Roussillon. Questo villaggio dalle calde tonalità delle sue rocce è uno dei più affascinanti della regione. Le case e l’ambiente di Roussillon si confondono grazie alle tante sfumature rossastre e ocra della terra estratta dalle cave vicine. Il risultato è un villaggio dai mille colori che sotto il potere della luce del sole al tramonto si accende e si staglia nel blu scuro delle nubi che in pochi minuti hanno coperto il cielo, il tutto immerso in una verdeggiante natura incontaminata. Questo villaggio è diverso dagli altri della zona che hanno tutti le case color pastello mentre qui il rosso l’ocra e l’arancio la fanno da padrone. Visto che la pioggia si odora troviamo alloggio presso l’hotel Reves d’Ocres situato nella fascia esterna del villaggio. Dopo una doccia rinfrescante visitiamo il borgo distante pochi minuti a piedi. La luce è ottima per fare le foto e sporgersi dai balconi sulle rive color ocra e verde intenso. Decidiamo di cenare al ristorante David dell’hotel Le Clos De La Glycine, ottima scelta per un menù degustazione servito ad alto livello in un terrazzo che si affaccia sulle calanche rosso-ocra.

18 luglio

La mattina si parte per il sentiero delle ocre. La leggenda racconta che questa terra divenne rossastra per il sangue versato con il suicidio della bella Sirmonde, sposa di Raymonde d’Avignone. La fanciulla si gettò dall’alto delle falesie per il dolore, dopo che il marito uccise il suo amante, un giovane e aitante trovatore provenzale. Questo angolo del Luberon è un tripudio di colori. Puntata a Rustrel per arrivare nel Canyon Colorado dove tutte le sfumature di rossi, arancioni e gialli hanno trovato rifugio nelle terre e nelle rocce che compongono la valle delle Fate e le falesie dei Giganti, formazioni rocciose dalle forme ardite e dagli intensi colori. Non si poteva non fare il percorso a piedi alla scoperta di questa meravigliosa valle nata milioni di anni grazie all’erosione degli agenti atmosferici. Lasciato il canyon ci dirigiamo verso Banon. Arriviamo giusto in tempo per gustare, sotto gli ombrelloni in piazza, il piatto del giorno “Mules frites” del ristorante la Braserade, e il formaggio tipico del posto “AOC Banon”, squisito. Dopo esserci rifocillati e scampati ad un piccolo acquazzone, riprendiamo la strada per Forcalquier. Il nome di questa città che sorge tra la montagna di Lura, la Durance ed il Luberon deriva dal latino “furnus calcarius” (forno da calce). È stata capitale di una potente contea fin dal Medioevo, oggi ricorda le vestigia di questo passato nella città storica costruita ad anfiteatro, con viuzze strettissime, fiancheggiate da alte e belle facciate che proteggono dal maestrale. Poggiato su uno sperone di roccia per mezzo di una ripida scalinata si giunge in cima alla cittadella da cui si vedono i campi di lavanda in fiore. Preso il caffè si riparte per Sisteron, ci sistemiamo all’ Hotel du Cours un buon albergo all’ingresso del centro storico con garage per la moto, stanze un po’ piccole ma con affaccio sulla piazzetta e sul torrione delle vecchie mura. Ci resta ancora un po’ di tempo prima di cena per visitare la cittadina. Sisteron soprannominato La porta della Provenza, è posto sul confine del Delfinato, la cittadina è un groviglio di case e un dedalo di viuzze addossate a un vertiginoso sperone di roccia a forma quasi piramidale che si affaccia sulle acque impetuose della Durance. La vista migliore si può avere dalla cittadella, una fortezza imponente sulla rupe, noi non ci siamo andati. La sera siamo costretti a cenare in albergo causa un forte acquazzone che dura qualche ora, il ristorante è affollatissimo continuamente entrano ed escono avventori, in effetti il servizio è preciso e puntuale e si mangia bene.

19 luglio

La mattina tornato il bel tempo, prima della partenza, facciamo un giretto per la città animata da un bel mercato che offre prodotti alimentari abbigliamento e molte altre cose. Noi comperiamo una treccia d’aglio rosso (contro i vampiri!!??) ciliegie e formaggio. Partiamo con destinazione Bourg en Bresse. In questa tappa percorriamo la E712. Passato Grenoble raggiungiamo Voiron poi con la D1075 arriviamo a Bourg en Bresse dopo circa 280 Km. Poco prima del centro di Bourg en Bresse ci fermiamo nel sobborgo di Brou famoso per la sua chiesa abbaziale. L’Église de Brou è diventata uno dei monumenti più visitati in Francia ed è conosciuta per il suo stile gotico fiorito, le sue tombe di marmo finemente scolpito e gli stalli del coro finemente intagliato. La chiesa fu commissionata dalla Margherita d’Austria, figlia dell’imperatore Massimiliano e moglie di Filiberto II, duca di Savoia, dopo la morte del marito avvenuta nel 1504. Anche se la sua morte avvenne a Malines (Mechelen) nei paesi bassi, la sua salma per suo volere venne traslata a Bourg-en-Bresse, presso la Chiesa di Brou. Le tre tombe finemente scolpite in marmo di Carrara conferiscono alla chiesa un carattere regale. Nella chiesa stanno restaurando il coro per cui la parte più bella non è visitabile, ci limitiamo a vedere da lontano sia le tombe che la vetrata. Raggiungiamo il centro della la città che non ci appassiona per cui dopo un rapido controllo della mappa decidiamo di arrivare a Besancon che dista 150 Km. Ripartiamo e grazie anche ad una strada molto bella e scorrevole arriviamo a Besancon alle 19,00. Totale 430 km. Dopo un ampio giro attorno alla città dovuto alla circolazione obbligata, entriamo nel centro città attraversando uno dei ponti sul fiume Doubse. Seguendo i cartelli degli alberghi arriviamo all’Hotel du Nord. Il prezzo è buono, la camera ampia con2 letti grandi e balcone sulla strada, bella la prendiamo per 2 notti. Il tempo di rinfrescarci per il lungo viaggio che siamo in strada mentre i negozi stanno chiudendo, oggi è sabato domani giro della città con negozi chiusi. Abbiamo scelto un ristorante fuori dal centro oltre il fiume in rue Battant. Ci attardiamo e arriviamo al ristorante alle 9,10, il sole è ancora alto, ma il metre non ci accetta perché hanno già chiuso il locale, alle ore 9.00!!! Torniamo sui nostri passi e in effetti tutti i ristoranti non accettano clienti oltre le nove, non ci rimane che un bistrot sulla via centrale dove ceniamo con insalatone e dolce il tutto buono e ad un buon prezzo.

20 luglio

Giornata dedicata alla visita della città, è domenica ed è vuota! Mentre cerchiamo un bar (tutti chiusi) per un caffè veniamo fermati da due ragazzi a caccia di turisti. Girano con le bici e appena vedono il turista lo acchiappano e gli forniscono informazioni sulla visita della città. Noi decidiamo di vedere la cattedrale, la cittadella e un paio di musei, quello del tempo, quello delle belle arti e quello di arte contemporanea. La cattedrale metropolitana di San Giovanni è il principale luogo di culto cattolico di Besançon, nella Franca Contea, e sede vescovile dell’omonima arcidiocesi. Dedicata a San Giovanni evangelista, fu costruita per l’imperatore Carlomagno nel IX secolo, poi ricostruita nel XII e nel XVIII, ed è dedicata all’apostolo ed evangelista San Giovanni. La cattedrale ha la particolarità di essere costruita su una base romano-renana, con due absidi contrapposte alle due estremità della navata centrale, affiancata da due navate laterali con quella settentrionale scandita da numerose cappelle. Nella base del campanile, si trova il pregevole orologio astronomico, del XIX secolo. La cittadella di Besançon è una fortezza che domina la città di Besançon, capoluogo della regione francese della Franca Contea. Si tratta di uno dei capolavori di Sébastien Le Prestre de Vauban, ingegnere militare del re Luigi XIV. La struttura è classificata come monumento storico e Patrimonio dell’umanità all’interno della rete delle fortificazioni di Vauban. Per la giornata particolarmente calda il giro panoramico sulle mura è da sacrificio ma considerato il panorama che si gode ne vale abbondantemente la pena. La città vecchia è inserita nell’ansa del fiume Doubse per cui assume la forma di un isola tondeggiante, nella parte stretta dell’ansa è stato creato un tunnel in modo da collegare le due parti del fiume ed è possibile la circumnavigazione dell’intera città vecchia. Oltre il fiume si espande la città nuova con grattacieli palazzi e fabbriche. Scesi dalla cittadella vagabondiamo per la città vuota, raggiungiamo i 3 musei scelti che riusciamo a visitare prima della chiusura alle ore 19,00.

21 luglio

La mattina prima di partire facciamo ancora due passi per il centro, i negozi sono ancora chiusi apriranno nel tardo pomeriggio alle ore 16.00 troppo tardi per noi che dobbiamo raggiungere Colmar in Alsazia. Causa lavori sulle strade e deviazioni abbiamo qualche difficoltà ad uscire dalla città come pure risulta non facile trovare un distributore di benzina sulla strada, dobbiamo percorrere 20 km prima di trovare un distributore dentro un supermercato (sono tanti in Francia). Appena passato Belfort devio a sinistra per Thann dove facciamo una breve sosta per visitare la Collegiata di Sant’Ubaldo, costruita a partire dal 1324, ed è dopo la Cattedrale di Strasburgo il più importante edificio gotico dell’Alsazia. Realizzata in quello stile Gotico tedesco-renano che prende esempio dalle grandi cattedrali di Strasburgo e Friburgo in Brisgovia. L’alta torre a guglia gotico-fiammeggiante che la caratterizza ha un’altezza di 78,14 metri. Mangiato qualcosa e fatto il pieno di benzina ci dirigiamo verso il Grand Ballon Le Grand Ballon è il culmine della catena montuosa dei Vosgi , la regione dell’Alsazia e del dipartimento di Haut-Rhin, chiamata anche sfera Mulhouse, il nome della città più vicina , situato a 8 miglia ad est in linea d’aria sorge a 1.424 metri slm. Lungo la strada che sale sul crinale incontriamo tantissimi ciclisti e turisti, il posto è una meta turistica famosa. Ritorniamo sulla statale all’altezza di Ensisheim e raggiungiamo Colmar. Colmar è uno dei luoghi più belli d’Europa, orgoglio francese e tradizione alsaziana. Un luogo incantato, dove pare che il tempo si sia fermato a più di cinque secoli fa. Il suo centro storico, uno dei meglio conservati della Francia, è affascinante con le strette e pittoresche viuzze, le case in legno a traliccio in stile medioevale e i canali. Un luogo da fiaba, conosciuto anche come la Petite Venise (piccola Venezia). Situata nella regione dell’Alsazia, a confine con la Germania è definita tra le città più secche dell’intero territorio francese, ha un clima più che favorevole in tutte le stagioni dell’anno. Le fortificazioni medievali hanno saputo preservare questo gioiello urbano nel tempo. Il centro, dove noi cerchiamo l’hotel, è completamente pedonale per cui dopo una serie di giri attorno decidiamo di fermare la moto e andare a piedi. Ci fermiamo all’Hotel St. Martin un 3 stelle molto carino davanti ai canali sulla Gran Via, la stanza è piccola ma ha un ampio terrazzo ombreggiato dal quale si vede l’ampia piazza e le case attorno. Dopo esserci vestiti leggeri per il caldo che fa iniziamo la visita della città. Andiamo subito a visitare il Museo delle Belle Arti presso il Musée d’Unterlinden, situato nel suggestivo convento domenicano del 1200, il pezzo d’arte più significativo è il celebre polittico di Isenheim’ di Grünewald, una splendida pala d’altare del 1512, dipinto per la cappella del convento delle Antoniane. In Place de l’Ancienne Douane, sede dell’antica dogana vi troviamo le tipiche case à colombages o traliccio, proprie dell’architettura alsaziana. Il quartiere di Krutenau uno dei luoghi più caratteristici della regione, tra canali e antiche case in legno, che un tempo servivano da dimora ai pescatori del villaggio. Le tinte color pastello si perfezionano nei colori e nella forma dei tetti in graticcio, nelle piccole finestre a logge sporgenti dai balconi fioriti e nella lussureggiante vegetazione lungo i canali. Le acque servivano un tempo al commercio della città, collegando la città con il fiume Ill, che a sua volta sfociava nel più grande Reno. La città è piena di turisti e l’economia è tutta nelle centinaia di negozi turistici. Prenotiamo il ristorante per la cena (onde evitare inconvenienti coma a Besancon) mentre l’aperitivo lo gustiamo nel nostro terrazzo bevendo birra ghiacciata e noccioline.

22 luglio

Da oggi inizia il viaggio di ritorno, Colmar è il culmine di questo tour. Partiamo verso la Germania destinazione Friburgo che dista pochi kilometri. Il valico del confine non si nota più ormai, le scritte in tedesco erano comparse da tempo. L’ingresso a Friburgo è stato un delirio, traffico incredibile fermi in autostrada a 2 corsie. Seguo le indicazioni di mitte (centro) esco dalla tangenziale, dopo due curve mi trovo sotto l’ombra della torre della cattedrale. Posteggio la moto in mezzo a due macchine ai bordi della zona pedonale. Friburgo in Brisgovia è la quarta città in ordine di grandezza del Baden-Württemberg dopo Stoccarda, Mannheim e Karlsruhe, è situata nel sud del Baden-Württemberg, a circa 15 km dal confine con la Francia e a 50 km dal confine con la Svizzera. Sorge ai limiti di un’area di origine vulcanica e gode di un clima particolarmente favorevole, le zone circostanti sono infatti note per la produzione di vini. La città è attraversata dal fiume Dreisam, che nasce nella Foresta Nera e confluisce nel fiume Elz, che a sua volta confluisce nel Reno. La zona di Friburgo e del Kaiserstuhl è la più calda e la più soleggiata della Germania. In tutte le strade del centro e nelle piazze scorre al centro della carreggiata in una canaletta un rigagnolo di acqua limpida. Il monumento più interessante ed importante è indubbiamente la cattedrale (Münster), la sua pregevole torre campanaria in stile gotico puro, alta 116 m, è il simbolo della città. La torre è visitabile, ad altezza intermedia vi sono situate le 19 campane. Dalla sommità della torre si gode di un notevole panorama ma non ci siamo andati. All’interno della cattedrale sono degne di nota le vetrate e l’altare, opera di Hans Baldung Grien, nel coro si trova anche un altare minore opera di Hans Holbein il Giovane. L’esterno della cattedrale è decorato da un elevato numero di doccioni. Intorno alla cattedrale si svolge ogni mattina, fin dal XVI secolo, il mercato della frutta e dei fiori, sono presenti anche i caratteristici furgoncini che vendono wurstel, in uno di questi consumiamo il pranzo. Nella piazza della cattedrale si trova il Historisches Kaufhaus, costruito nel 1532 era sede di attività commerciali e della dogana. Ci immergiamo nelle strade della città che nonostante sia invasa da turisti è una città vera con attività commerciali caratteristiche della Germania. Nel pomeriggio lasciamo la città con destinazione Bregenz sul lago di Costanza in Austria. Per uscire da Friburgo ho bisogno di aiuto che chiedo ad un simpatico corriere che scende dal suo furgone per facilitare il dialogo. Seguo la strada che si inoltra nella foresta nera direzione lago di Titisee. La strada è bellissima con limiti di velocità continui, sale per le dolci colline coperte da boschi ed è molto trafficata anche da camion. Arrivati al lago vediamo enormi parcheggi pieni di pullman e auto, la cosa ci scoraggia per cui decidiamo di saltare la sosta e proseguire per la svizzera. La strada si snoda per campi e boschi il traffico si è ridotto e la circolazione è tranquilla per cui si può spaziare lo sguardo. Raggiungiamo il confine con la svizzera, i gendarmi mi confermano che non occorre la vignetta dell’autostrada (€ 35,00) per costeggiare il lago di Kostanza. Qui il traffico è una grande marmellata che si muove al massimo a 50Km orari per tutta la lunghezza del lago. Ai lati della strada si sviluppa il commercio dei prodotti locali, ci fermiamo a comperare delle ciliegie bellissime e buonissime (da noi sono terminate da tempo). Dalla svizzera passiamo all’Austria ma le cose non cambiano il traffico è un po’ meno ma i limiti sono gli stessi 50km l’ora. Dobbiamo raggiungere Bregenz che si trova a 20 km dal confine sul lago. Il tempo è peggiorato ma non dovrebbe piovere. In città cerchiamo l’hotel, per la prima volta ci sono problemi a causa del festival di musica che si svolge proprio in questi giorni. Troviamo una camera all’hotel Central in pieno centro pedonale, posiamo usufruire del cortile interno per la moto. La stanza è a due letti con balconcino e bagno grande con vasca. Appena tolti vestiti da moto e fatta una doccia rigenerante visitiamo la città, subito ci portiamo sul lungo lago con giardinetti e panchine, un bel posto per riposare guardando le acque del lago. Un pontile si allunga sull’acqua, è un piccolo bar dove consumiamo l’aperitivo, molto suggestivo. Raggiungiamo la zona dove si svolge il festival, lo capiamo dalla moltitudine di persone che vi si reca. C’è un enorme tribuna sulla terra ferma mentre il palco e in mezzo all’acqua. La scena dell’opera “Il flauto magico” di Mozart si staglia sulle acque del lago è formata da tre enormi mostri dalle grandi bocce e lunghe corna di colore uno verde, uno rosso e l’altro giallo e da una enorme tartaruga di colore verde ai piedi dei mostri. Centinaia di persone sedute ai tavoli dei bar aspettano d’entrare nel teatro. Purtroppo è tutto esaurito e non ci rimane che dare un occhiata all’insieme. Il tempo velocemente peggiora e minaccia un grosso acquazzone, dalle vicine montagne si sente tuonare mentre il vento aumenta d’intensità. Decidiamo di mangiare una pizza ad un ristorante gestito da italiani.

23 luglio

Il nostro obiettivo di oggi è la Val Venosta in Italia. Ripercorriamo lo stesso tragitto che dal confine ci ha portato a Bregenz per andare verso Bludenz. In Austria le indicazioni stradali sono impostate in maniera diversa che non da noi. Le lunghe distanze vengono segnalate solo in funzione dell’autostrada per cui se le segui ti trovi al casello, nelle altre strade vengono indicate solo le località vicine di città in città. Per cui più volte ho chiesto a persone come arrivare a Bludenz. Arrivati a Bludenz abbiamo imboccato la strada panoramica del Silvretta. Il Silvretta è la meta più alta e anche la più imponente del Montafon, qui troneggia il Piz Buin alto 3312 metri che segna il confine con la Svizzera. La strada inizialmente è molto dolce serpeggia poi in numerosi tornanti fino alla vetta. La strada viene tenuta molto bne anche percè gli ultimi 30 km sono a pedaggio € 11,00. Il panorama è molto bello con vallate che sembrano lontanissime e il disegno delle curve e dei tornanti spezza la continuità dei boschi. Il tempo in cima non è dei migliori, il sole è coperto da nubi grigie, fa freddo. Mangiamo le ciliegie rimaste e iniziamo la discesa. Arrivati a Landeck ci fermiamo ad un supermercato per acquistare qualche prodotto austriaco prima di attraversare il confine per l’Italia. Dentro a Landeck si prende la strada per il passo del lago di Resia 1455 m che dall’Austria porta in Italia attraverso il Tirolo. La strada sembra quasi un autostrada larga in ambedue i sensi di marcia con possibilità di sorpassare i camion che numerosi utilizzano il passo. Prima del confine facciamo rifornimento per approfittare per l’ultima volta dei prezzi austriaci della benzina. Al distributore incontriamo una famigliola tedesca a bordo di due vespe Piaggio d’epoca, una 125 primavera e una 125 px. Il padre conduce la px mentre e i due figli sono a bordo della primavera, il figlio più piccolo avrà avuto 11 anni, che bei ricordi avranno da grandi! Passato il passo si arriva in Val Venosta, la valle è sormontata dal Gruppo dell’Ortles e dalle Alpi Venoste, l’Ortles (3.906 m) tra le valli di Solda e Trafoi è la montagna più alta del Trentino-Alto Adige. Ai suoi piedi si trova il Passo dello Stelvio (2.760 m) con la nota strada panoramica importante per la storia del ciclismo su strada, che percorreremo domani. In località Resia si trova la diga del lago di Resia, il più grande lago dell’Alto Adige, dove il campanile del paese sommerso di Curon Venosta spunta dalle acque (il paese venne ricostruito situato più in alto dopo la costruzione della diga nel 1950). Scegliamo di fermarci a Malles dove troviamo alloggio all’Hotel Tyrol un 3 stelle ai bordi del paese. Stanza bellissima con ogni confort, forse la migliore del viaggio. Nell’ampio terrazzo semicoperto stendiamo gli indumenti da moto a prendere un po’ d’aria. Usciamo a fare quattro passi nel paese e ne approfittiamo per comperare uno zainetto dove mettere gli acquisti che non trovano oramai più spazio nel bauletto. Anche se la Val Venosta è considerata la zona meno piovosa dell’Alto Adige, veniamo sorpresi da un temporale che blocca il nostro progetto di ristorante caratteristico fuori paese per cui decidiamo di cenare in hotel. Un vero pianto una cena da ospedale con stelline in brodo, cotoletta di petto di pollo panata e fritta con patatine fritte e palla di gelato.

24 luglio

Si riparte con una giornata che prevede tanta montagna e come obiettivo finale il lago d’Iseo. Fuori di Malles a Spondigna si devia a destra per il passo dello Stelvio. La strada si restringe notevolmente e si popola di ciclisti di ogni età maschi e femmine, sorpassarli diventa un problema di circolazione stradale. Il passo dello Stelvio è la seconda strada montana asfaltata più alta d’Europa, il valico collega l’Alto Adige alla Lombardia ed è lunga 50 km. La strada è molto impegnativa e si compone di ben 82 tornanti, non è ben tenuta con buche e smottamenti. Le maggiori difficoltà, in salita sono quelle di allargarsi prima del tornante e controllare che non scenda nessuno inoltre occorre mantenere sempre il regime del motore alto per non perdere l’equilibrio mentre volti quasi da fermo. Arriviamo in cima, qui stazionano centinaia di ciclisti, motociclisti automobilisti ed escursionisti, c’è di tutto anche un ciclista che è salito con la bici senza manubrio e spiega la tecnica utilizzata ad alcuni curiosi. In cima è molto freddo per cui dopo le foto di circostanza iniziamo la discesa. Anche la discesa non è una cosa semplice. Arrivati a Bormio decidiamo di fermarci per rifocillarci e acquistare il formaggio del luogo. E’ difficilissimo posteggiare la moto non c’è posto, ci aiuta un meccanico che accetta la moto sopra il suo marciapiede. Troviamo il giornale italiano dopo tanto tempo e il formaggio alla latteria, avremmo comperato ogni tipo di formaggio ma non è possibile. Si riparte per il passo di Gavia che collega Bormio a Ponte di legno. Anche questa strada si presenta con un lato grado di difficoltà, i tornanti sono 28 per un percorso di 44 km. Il tratto in salita si presenta con serie di curve abbastanza piacevole da percorrere poi la strada si restringe e il manto stradale peggiora fino ad arrivare alla vetta segnalata da un monumento ai caduti di forma piramidale con un aquila sulla punta. Il panorama è abbastanza ampio. Ci fermiamo appena per due foto e per sgranchire le gambe e inizia la discesa meno bella della salita con tornanti scoperti e tunnel bui dove mi accodo ad una macchina che mi fa strada. Arriviamo a Ponte di legno che salutiamo di passaggio per affrontare il passo del Tonale che la Lombardia (Val Camonica) con il Trentino (Val di Sole). Strada molto bella e trafficata senza alcuna difficoltà. In cima sembra di essere in un enorme spiazzo con negozi ristoranti e bar davvero brutto e da abbandonare subito. Si scende verso Dimaro su di un percorso assolato bello ampio che attraversa numerosi paesi. A Dimaro prendiamo per il passo di Carlo Magno per raggiungere Madonna di Campiglio. Sembra una superstrada bellissima in mezzo ai boschi di abeti con possibilità di sorpasso. A Madonna di Campiglio ci fermiamo per mangiare due bei gelatoni. Passeggiata nel centro del paese e acquisti nei negozi. Si riparte per Pinzolo e lago di Idro. La strada scende con molto traffico e limiti di velocità ad ogni angolo per cui occorre del tempo per percorrerla. Dietro di noi sale il brutto tempo mentre a valle splende il sole. Arrivati a Storo il tempo peggiora per cui cambiamo itinerario niente Val Camonica da Idro a Breno ma decidiamo di arrivare a Brescia. La pioggia arriva e dobbiamo indossare le tute antipioggia, per alcuni chilometri proseguiamo sotto la pioggia ma uno scroscio ci costringe allo stop di 10 minuti al riparo. Riprendiamo la marcia e dopo poco il sole torna a brillare e il caldo a farsi sentire. Raggiungiamo in mezzo ad un traffico terribile Brescia, con la tangenziale raggiungiamo Iseo sull’omonimo lago. Il centro di Iseo è pedonalizzato, seguendo i cartelli informativi degli alberghi raggiungiamo il lungolago e scegliamo l’hotel Ambra tre stelle che si affaccia sul lago in uno slargo che unisce il lago alla piazza principale. Le proposte per la cena ci portano a scegliere l’Osteria Melone in centro di Iseo, la proposta è di un menu della tradizione territoriale elaborato da una gestione giapponese. Mangiamo davvero bene con un servizio molto curato alla giapponese. Passeggiata notturna sul lungolago affollato da turisti e residenti, fa davvero molto caldo.

25 luglio

Dopo una buona e abbondante colazione sulla veranda dell’hotel, passiamo alcune ore in giro per il mercato ed i negozi della cittadina. Troviamo un vecchio alimentari, gestito da 3 sorelle ultrasettantenni, con specialità gastronomiche del posto, acquistiamo del pesce affumicato del lago e del formaggio di capra. Raccolti i nostri bagagli e salutati i gestori dell’hotel davvero simpatici, iniziamo la parte più difficile del viaggio l’attraversamento della pianura padana da Iseo a Cesena attraverso Mantova, Ferrara e Ravenna. Il caldo è torrido, arriviamo a Mantova cotti, ci riprendiamo mangiando all’antica osteria Ai Ranari appena fuori dal centro pedonalizzato. Usciamo dal ristorante alle 4 del pomeriggio, siamo rimasti gli ultimi e ne abbiamo approfittato per una lunga chiacchierata con una delle proprietarie simpatica e competente, inutile dire che il pasto è stato ottimo. Arriviamo a Cesena alle ore 19,30.

Qui praticamente finisce il nostro viaggio, il totale dei chilometri è oltre i 3.500 in tredici giorni, la moto ha chiesto per lei solo benzina ed è stata fantastica sugli 8 passi alpini tra Francia, Austria e Italia.

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Provenza

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Besancon

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Bourge en Bresse

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Sisteron

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Canyon Colorado

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Roussillon

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Abbazia di Senanque

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Abbazia di Senanque

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Abbazia di Senanque

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Colmar

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Besancon

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Gordes

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Lourmarin

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Gorge de Verdon

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Col de la Cayolle

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Bregenz

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Lavanda

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Colle della Lombarda

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Col de la Bonette

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Col de la Bonette

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Gavia

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Lago d'Iseo

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Friburgo

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Friburgo

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Colmar

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Colmar

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Malles Val Venosta

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Stelvio

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Bregenz



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