Una perla italiana: la costiera amalfitana
Come sempre nelle nostre vacanze partenza all’alba per evitare il traffico e di conseguenza le varie code. Dopo alcune tappe eccoci finalmente sulla tanto famigerata Salerno – Reggio Calabria, nota per le lunghissime code soprattutto nel periodo estivo. In realtà, invece, nessuna coda e ben presto eccoci all’uscita di Vietri sul Mare, primo paese delle Costiera. Dopo 10 chilometri di curve praticamente a picco sul mare eccoci arrivati a Maiori, il nostro punto di partenza per la scoperta della Costiera Amalfitana. Giunti in via degli Orti n 42 ci troviamo di fronte al palazzo che all’ultimo piano ospita il bed and breakfast “La Casa delle Stelle”. La nostra camera chiamata Cassiopea è piuttosto grande ed è dotata di televisore ed aria condizionata.
Sono circa le sedici quando usciamo per andare alla scoperta di Maiori. Maiori, rispetto agli altri paesi della costiera, è quello che maggiormente rispecchia il paesaggio tipico delle località di mare con i diversi bagni e gli ombrelloni colorati. Passeggiando per le piccoli stradine del paese arriviamo sino alla Cattedrale che domina il golfo con il suo tetto decorato dai tipici mosaici salentini. In serata dopo una doccia ristoratrice, usciamo alla ricerca di un posto dove cenare. Scegliamo il Ristorante Nettuno, all’inizio del lungomare di Maiori. Siamo veramente soddisfatti della scelta sia per la qualità e la quantità delle pietanze che il prezzo finale tanto che decidiamo che il ristorante diverrà la nostra meta anche nelle serate seguenti.
4 giugno 2005 Ecco siamo pronti per la scoperta della Costiera Amalfitana: prima tappa Ravello. Questa cittadina è conosciuta nel mondo come città della musica e della poesia grazie all’importante festival dedicato a Wagner che ogni anno si svolge a Villa Rufolo. Dopo la ricerca di un parcheggio “ economico” ( 2 euro ora) saliamo una gradinata che ci porta in Piazza Duomo sulla quale si affaccia il Duomo stesso con la sua semplice facciata. Sulla destra della piazza si trova l’ingresso a Villa Rufolo una delle due ville che rendono famosa Ravello. L’ingresso alla villa è di 4 euro, ma decidiamo di entrare vista l’importanza della villa stessa. Infatti, come già detto, Villa Rufolo è famosa per il celebre festival affacciato sul mare della costiera. È possibile visitare solo gli splendidi giardini fioriti che si affacciano sui piccoli golfi di Maiori e di Minori. Dopo le solite fotografie di rito ad imitazione di alcune cartoline, decidiamo di passeggiare nei vicoli della cittadina sino ad arrivare alla chiesa di San Francesco prima e a Villa Cimbrone, poi.
Decidiamo di entrare anche in villa Cimbrone ( costo 5 euro). Anche qui grande importanza agli splendidi giardini fioriti, perché nella villa è invece ricavato un hotel. L’unica parte visitabile è il chiostro e la cripta affacciata sul mare. In fondo al giardino si trova un terrazzo a picco sul mare che da un lato si affaccia su Maiori e Minori e dall’altro, invece, su Amalfi. Nella villa, ristrutturata da un gentiluomo inglese, su esempio di villa Rufolo è possibile visitare anche il Tempio di Bacco ed una grotta dove sono sepolte le ceneri del proprietario. Sono quasi le 13.30 quando decidiamo di mangiare qualcosa e optiamo per causa di forza maggiore ( tutti i locali sono qui concentrati) in un bar di piazza Duomo.
Visitata tutta la cittadina decidiamo di “ scendere a valle” meta Postano. Seguendo la tortuosa statale della Costiera verso le quindici arriviamo a Positano e qui inizia l’avventura alla ricerca del parcheggio. Non esistono parcheggi ( li scopriremo solo dopo) ma tutte le auto sono parcheggiate ai bordi della strada in modo più o meno selvaggio. Dopo diverse ricerche riusciamo a lasciare anche la nostra auto anche se non troppo vicino. Siamo finalmente nella famossissima Positano arroccata sulla costa con tutti i suoi negozi di abbigliamento e famosissimi sandali su misura. Passeggiando raggiungiamo la spiaggia e poi ci lanciamo alla scoperta di alcuni vicoli della cittadina. Sono circa le diciotto quando lasciamo Positano in direzione di Maiori per una doccia rigenerante. Per cena decidiamo di recarci a Minori per assaggiare una buona pizza e con sorpresa ci accorgiamo di aver speso solo 19 euro.
5 giugno 2005 La domenica la dedichiamo interamente a Amalfi che festeggia il 50° anniversario della Regata Storica.
Seguendo il consiglio dei gestori del nostro bed and breakfast, non andiamo ad Amalfi in auto, ma decidiamo di utilizzare i mezzi pubblici con un unico problema: gli orari dei mezzi pubblici. Infatti, scopriamo che per andare ad Amalfi ci sono solo due autobus al mattino, mentre alla sera il primo autobus parte alle ore 20,00 anche se la manifestazione termina alle 19.00.
Innanzitutto bisogna dire che quest’anno la manifestazione aveva un’importanza maggiore perché si trattava del 50° anniversario ed inoltre si svolgeva proprio ad Amalfi. Inoltre la bellezza della manifestazione ha richiamato nella cittadina migliaia di persone ( alcune fonti parlano di 10000 persone addirittura) e noi eravamo fra questi. Ed ora un po’ di storia della regata.
Si tratta di una manifestazione storica che rievoca le imprese delle 4 repubbliche marinare d’Italia e fu ideata da un amalfitano ed un pisano alla fine degli anni 40.
La manifestazione si articola in due momenti: il corteo storico delle quattro antiche repubbliche e la gara vera e propria e si svolge a turno nelle quattro città marinare.
Già dai giorni precedenti c’è un’aria di festa nella cittadina tutta decorata da bandiere raffiguranti gli stemmi delle quattro repubbliche. Quest’anno essendo l’anniversario del cinquantesimo i festeggiamenti sono stati ancora più sontuosi. A mezzogiorno nel piazzale del Duomo di Amalfi si è tenuto il concerto della Banda della Marina Militare Italiana che ha allietato gli ospiti con brani di musica classica. Alle 15.30 ha avuto inizio la manifestazione vera e propria con il Corteo storico, partito da Atrani, il paese che si trova appena prima di Amalfi ( circa 5 km).
Attraverso il Corteo le quattro repubbliche marinare rievocano momenti salienti della loro storia e l’ordine di partenza delle delegazioni è stabilito secondo la classifica di arrivo della manifestazione svoltasi l’anno precedente.
Ad aprire il Corteo gli sbandieratori storici seguiti dai fucilieri e dalla banda della nostra Marina Militare. Ad aprire il corteo di Venezia il vessilo rosso raffigurante il Leone di San Marco. La sfilata di Venezia rievoca la donazione dell’Isola di Cipro alla repubblica nel 1489 da parte della nobildonna Caterina Cornaro,regina dell’isola, ma veneziana d’origine. Oltre alla nobildonna, portata a spalle su un trono dai mori è possibile vedere sfilare il Doge, i Senatori e tutti coloro che partecipavano al governo della repubblica preceduti nel corteo dai tamburini e dai nobili.
Ed ecco poi il corteo di Genova aperto anche qui dal vessillo della città bianco con la Croce rossa che rievoca l’età consolare delle repubblica ligure. Il personaggio di spicco del corteo è Guglielmo Embriaco condottiero genovese che guidò le navi durante la Prima Crociata all’assedio di Gerusalemme e che portò a Genova il Sacro Catino, utilizzato secondo la trazione nell’Ultima Cena.
A precedere il condottiero i rappresentanti delle classi sociali dell’epoca: nobili, mercanti ed il popolo. Segue il corteo di Pisa che rievoca Kinzica de’ Sismondi, la giovane donna che nel 1004 salvò la città da un attacco dei saraceni. La giovane donna giunge a cavallo ed è preceduta dal podestà, dai consoli, dal capitano del popolo, dai marinai e dai trombettieri. Ed, infine, il corteo di Amalfi, la città padrona di casa. Il corteo rappresenta la società amalfitana durante i suoi anni d’oro attorno all’anno mille. Tutti i figuranti vestono abiti di stoffa preziosa importati dall’oriente. Il corteo rievoca il matrimonio del figlio del duca con una principessa longobarda. Nel corteo sono presenti i rappresentanti delle diverse classi sociali dell’epoca fra cui anche il duca,il conte,i consoli, i cavalieri ed il popolo.
Alle 18.00 con tutti assiepati i ogni angolo possibile inizia la Regata. Si tratta di una gara effettuata tramite galeoni ricostruiti secondo i modelli del XII secolo governati da otto rematori ed 1 vogatore. Le quattro imbarcazioni risalgono al 1956 e furono addirittura benedetta dall’allora patriarca di Venezia Roncalli, poi Papa Giovanni XXIII. Le imbarcazioni sono di colore differente a seconda della repubblica: azzurro per Amalfi, rosso per Pisa, bianco per Genova e verde per Venezia.
Su ogni imbarcazione anteriormente è presente una polena cioè una raffigurazione presente sulla prua dell’imbarcazione. Per Amalfi un cavallo alato, per Genova il drago rievocante il suo Protettore S. Giorgio, Pisa mostra l’aquila imperiale germanica e Venezia presenta il leone di S. Marco quale simbolo del suo santo protettore. Il percorso di gara è di 2000 metri in linea. Ad Amalfi la gara ha inizio dal Capo di Vettica, presso un promontorio sul quale si erge una torre vicereale del XVI sec. Il percorso avanza poi davanti alla sinuosa costa occidentale per giungere sino ad Amalfi. La gara è seguita da così tante imbarcazioni che dalla riva è quasi impossibile riconoscere le diverse repubbliche.
La vittoria della regata 2005 è andata a Venezia.
In attesa della Regata abbiamo per prima cosa visitato lo splendido duomo di Amalfi con la bellissima gradinata e tutte le via ad esso adiacenti.
Una volta terminata la regata il primo autobus per raggiungere Maiori era alle 20.Oo per cui abbiamo deciso di tornare con calma verso Maiori sino ad arrivare ad una delle fermate. Ma pian piano siamo arrivati a Maiori dopo aver percorso i 5 km di distanza fra i due paesi.
6 giugno 2005 Questa giornata è dedicata alla scoperta di alcuni luoghi della Costiera.
Per prima cosa andiamo alla Grotta dello Smeraldo che si trova a 5 Km da Amalfi, nell’incantevole baia di Conca dei Marini La grotta fu scoperta nel 1932 da un pescatore di Vettica Minore, Luigi Buonocore, e deve il suo nome alla particolare colorazione assunta dall’acqua nel riflettere la luce che filtra dalle rocce. Ha una cavità di circa 30 per 60 metri ed un’altezza di circa 24 metri nei punti più alti. L’interno presenta una caratteristica quasi unica: racchiude in se sia gli elementi di una grotta carsica che quelli di una grotta marina. Infatti la formazione è dovuta ad un procedimento carsico; successivamente nel corso dei secoli la grotta fu invasa dal mare, così che sia le stalattiti che le stalagmiti sono immerse nell’acqua fino a notevole profondità. Un’apertura posta a circa 12 metri sott’acqua permette l’entrata dei raggi solari che regalano alla grotta questo incredibile colore smeraldo. L’escursione all’interno della grotta avviene in barca e dura circa trenta minuti con un rematore che descrive alcune leggende riguardanti la grotta.
Di particolare fascino è l’originale “Presepe subacqueo” in ceramica posto sul fondale nel 1956 a circa 4 metri di profondità. Ovviamente l’ingresso alla grotta non è gratuito, ma costa 5 euro per persona. Usciti dalla grotta visitiamo il negozio di ceramiche di fronte dove acquistiamo un piccolo vaso colorato.
Proseguiamo il nostro tour andando alla scoperta di Furore, segnalato dalla nostra guida. Questo borgo si trova fra Conca dei Marini e Praiano ed è veramente molto piccolo. E’ diviso in due zone: il fiordo ed il paese. Il piccolo borgo è certamente noto agli amanti del cinema perché è stato il set naturale del film “Il Miracolo” di Rossellini con la Magnani nel 1948. Noi siamo andati alla scoperta di entrambi e, sinceramente, siamo rimasti abbastanza delusi. Per primo abbiamo visitato il fiordo che dal punto di vista naturale è certamente molto bello. Si tratta di una piccola insenatura scavata nella roccia che si affaccia su uno splendido mare. Nel piccolo borgo, una decina di casette, è costruito un museo dell’ambiente e dell’ecologia. La cosa che ci ha lasciato maggiormente sconcertati è che la piccola spiaggetta è strapiena di rifiuti e di sporcizia e vi è abbandonata anche una piccola ruspa. Nel pomeriggio abbiamo deciso di visitare il paese vero e proprio che occupa un posto di rilievo nell’associazione dei Paesi Dipinti. Infatti, il piccolo paese è noto come Furore il paese dipinto. Raggiungere il paese è già di per se un’impresa, sopratutto per persone che come me soffrono il mal d’auto, vista la strada piuttosto stretta e piena di curve. Giunti al paese siamo rimasti sorpresi. Forse noi ci aspettavamo una serie di murales su tutte le abitazioni, mentre invece il paese non ha un vero e proprio centro storico e ” i muri dipinti ” sono sparsi qua e là fra le case. Con questo non voglio dire che il paese è orribile, ma che non merita certamente il rilievo dato dalle guide da me consultate. Dopo una passeggiata nel piccolo comune di Praiano, decidiamo di tornare verso il bed and breakfast per prepararci per la serata.
Infatti, decidiamo di recarci a Pompei per visitare il sito archeologico occasionalmente aperto anche alla sera.
Dopo una strada a curve, il cosiddetto “ valico” riusciamo ad arrivare finalmente a Pompei dove, dopo una buona pizza, ci rechiamo verso il sito. Lasciamo la nostra auto in un campeggio vicino all’ingresso ed entriamo nell’antica città, aperta per la manifestazione “Pompei di notte” .In questo caso si può accedere liberamente agli scavi senza alcuna guida e passeggiare tranquillamente nella città sapientemente illuminata.
L’area aperta al pubblico di sera si estende dall’ingresso di Porta Marina per tutto il Foro ed è possibile camminare, ammirare e soffermarsi nelle zone e nei templi aperti al pubblico. All’interno degli scavi è disponibile anche un servizio di ristorazione dalle 20,30 alle 23,30. Il costo del biglietto è di 10 euro.
Sono circa le 24.00 quando arriviamo a Maiori.
7 giugno 2005 La giornata di oggi la dedichiamo alla scoperta dell’isola di Capri, uno dei gioielli del Mediterraneo e meta preferita da molti vip. Partiamo da Maiori in autobus per raggiungere Amalfi dove ci imbarcheremo sulla motonave che ci porterà all’isola. Purtroppo non c’è molta coincidenza con gli orari degli autobus e quelli della motonave per cui dobbiamo restare ad Amalfi per circa un’ora. Ne approfittiamo per una buona colazione in un bar proprio di fronte allo splendido Duomo. Alle 9.00 ci imbarchiamo e dopo un’ora e venti minuti di navigazione giungiamo finalmente a destinazione. La navigazione è molto tranquilla e possiamo ammirare tutta la costiera dal mare e anche Li Galli, le tre isole al largo di Positano una delle quali è appartenuta anche al grande ballerino Nureiev. Arriviamo a Capri nel Porto di Marina Grande e ci avviamo alla scoperta dell’isola. La nostra prima meta è il paese di Capri che si trova più in alto rispetto al porto. Per salire ci sono diverse alternative: – a piedi, ma visto il caldo e la salita è un’opzione che scartiamo subito; – in taxi, ma credo che sia un furto; – in funicolare. Optiamo per la terza possibilità e, al costo di 1,30, acquistiamo i biglietti. Scesi dalla funicolare ci troviamo subito di fronte ad uno spettacolare panorama. La baia di Capri, bellissima. Subito dietro la funicolare si trova la celebre piazzetta. Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più; in realtà si tratta di una piccolissima piazza con gli ombrelloni di alcuni bar naturalmente inavvicinabili se si vuole evitare una fregatura. Bellissime sono le vie attorno alla piazzetta che oltre ad essere un paradiso dello shopping sono anche molto caratteristiche. Girovaghiamo per le strette vie sino ad arrivare ad una terrazza panoramica con vista sui faraglioni, ovviamente splendidi. Si avvicina l’ora di pranzo ed eccoci alla ricerca di un locale. Valutate le varie opzioni scegliamo per il bar della funicolare, non certo economico, ma con prezzi accettabili. Pranzato ci avviamo verso la Certosa di Capri che a dire il vero non è niente di eccezionale. Dopo una sosta dedicata allo shopping a Carthusia, specializzato in profumi preparati con i fiori di Capri, proseguiamo verso i giardini Krupp. Oltre ai bellissimi fiori è possibile ammirare ancora una volta i bellissimi faraglioni, simbolo dell’isola.
Alle 16.30 la motonave ci riporta sulla Costa e, dopo un breve temporale, arriviamo finalmente ad Amalfi.
8 giugno 2005 Meta della nostra giornata è Caserta, a circa due ore di macchina da Maiori.
Il simbolo per eccellenza della città di Caserta è l’omonima Reggia. La reggia di Caserta nasce dal desiderio di Carlo di Borbone di sottolineare a livello europeo l’importanza del regno di Napoli e, nel tempo stesso, di dare al governo una sede al di fuori della città partenopea. L’incarico viene affidato a Vanvitelli che prendendo spunto dalla reggia di Versailles presentò al monarca il progetto nel 1751. La reggia fu realizzata negli anni successivi. Da Versailles il Vanvitelli copiò sia la struttura architettonica del palazzo che gli imponenti giardini.Il Palazzo è di pianta rettangolare ed è articolato in ben cinque piani che si dispongono attorno a quattro cortili ed accolgono circa 1200 stanze. Appena entrati ci si trova di fronte allo scalone d’onore nella cui parte centrale si trova una statua equestre dedicata a Carlo di Borbone e dallo scalone stesso si accede ai diversi piani. Meritano sicuramente una visita gli appartamenti reali che sono un eccezionale documento di decorazione ed arredo neoclassico in cui è possibile ammirare mobili ed arredi dell’epoca. In una delle sale è possibile ammirare anche uno splendido presepe napoletano del 700 con ben 1200 statuine di uomini ed animali. Terminata la visita degli interni che già di per se soddisfano il visitatore, si può procedere alla scoperta dei giardini. Appena entrati i giardini non sembrano molto grandi, ma in realtà si estendono su una superficie lunga circa 3 Km che termina con la Grande cascata. Anche i giardini riprendono lo stile di Versailles e lo si riconosce nella prospettiva digradante arricchita da vasche, fontane e statue di diverso genere. Per alimentare le vasche e le fontane il Vanvitelli creò un apposito acquedotto scavandolo nelle montagne retrostanti la reggia e facendolo confluire nella grande cascata. Una volta raggiunto il ” vertice” del giardino ed ammirata la grande cascata con una fontana adornata da statue fra cui quella di Diana, da cui la fontana stessa prende il nome, è possibile inoltrarsi in un altro giardino. Questo giardino detto giardino inglese venne progettato dal figlio del Vanvitelli ispirandosi al gusto inglese dell’epoca. Anche questo giardino è veramente splendido e nello stesso tempo immenso. Accanto alla moltitudine di piante tropicali è possibile infatti ammirare diverse piccole cascate e un grande laghetto con al centro una piccola isoletta in cui è stato edificato un piccolo tempio votivo.
La Reggia insieme ai suoi giardini dal 1997 è entrata a far parte del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Infine accanto alla visita del Palazzo Reale e dei suoi giardini è possibile visitare anche alcune mostre realizzate al suo interno. In questo periodo, sino al 30 ottobre 2005, è possibile ammirare una splendida mostra dedicata ai gioielli antichi dal titolo “Gioielli Regali: ori, smalti, coralli e pietre preziose dal XVIII al XX secolo nel Real Palazzo di Caserta”