Una giornata all’ecomuseo

Dopo un lungo semestre di laboratorio sugli ecomusei l’8 maggio si parte per la Svizzera, più precisamente verso Cabbio in Valle di Muggio, per una gita al suo ecomuseo. A questo punto molti si staranno ponendo due domande: dov’è la Valle di Muggio e cos’è un ecomuseo? Per prima cosa rispondo alla più facile: la Valle di Muggio è nel...
Scritto da: gemellina_v
una giornata all'ecomuseo
Partenza il: 08/05/2008
Ritorno il: 08/05/2008
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 500 €
Dopo un lungo semestre di laboratorio sugli ecomusei l’8 maggio si parte per la Svizzera, più precisamente verso Cabbio in Valle di Muggio, per una gita al suo ecomuseo. A questo punto molti si staranno ponendo due domande: dov’è la Valle di Muggio e cos’è un ecomuseo? Per prima cosa rispondo alla più facile: la Valle di Muggio è nel Cantone Ticino. Per arrivarci bisogna prendere l’autostrada Como – Chiasso, uscire a Monte Olimpino (così che non si pagano le autostrade svizzere), seguire prima per il Valico di Chiasso e poi per Morbio Inferiore, infine continuando su questa strada di montagna si raggiunge Cabbio, dove nella casa Cantoni si trova il centro informativo dell’ecomuseo. Negli anni ’60 nasce la tendenza a voler distanziarsi dalla concezione tradizionale di museo, inteso come edificio contenitore di oggetti da sottrarre al deperimento, per proporre invece uno sguardo diverso. Infatti l’ecomuseo comprende e definisce tutti gli “oggetti” di natura etnografica presenti sul territorio, ma non deve essere concepito come un luogo di raccolta di testimonianze del passato scomparso. Oggi esso deve essere intimamente legato al territorio, rispetto al quale deve porsi come centro di animazione per le identità locali.

Dopo questa breve digressione torniamo alla nostra gita. Il ritrovo è fissata nella piazza della chiesa di Cabbio, da cui tutti insieme raggiungiamo casa Cantoni, dove incomincia una breve lezione sul perché di un museo nel territorio e poi andando nello specifico sugli interventi di recupero nella Valle di Muggio e sulle attività proposte da questo museo etnografico. Successivamente partiamo alla scoperta di casa Cantoni che oltre ad essere l’epicentro di questa istituzione è anche una sorta di museo nell’ecomuseo, infatti sono descritti e rappresentati i modi di vita e gli oggetti tipici della montagna, una sorta di anticipazione di ciò che vedremo durante il giro nel territorio. Infine l’ultimo piano è dedicato alle mostre temporanee e durante la nostra visita ce ne è una sugli alberi, cioè come gli artisti vedono gli alberi e cosa si può ricavare da essi. Finalmente si parte all’esplorazione del territorio, per prima cosa abbiamo modo di vedere una grande stalla, nella quale gli animali vengono chiusi durante l’inverno. Successivamente incontriamo una graa, edificio per l’essicazione delle castagne, dove un fuoco continuo, per circa tre settimane, le fa essiccare. Dai prodotti ottenuti si può creare la farina di castagne molto usata in questa zona, soprattutto per fare la polenta. Mantenere in funzione una graa era un lavoro che impegnava ininterrottamente tutto il paese e anche adesso che la graa è stata ristrutturata durante l’autunno la si fa funzionare. Avendo tempo e voglia di passeggiare si possono vedere le nevère, edifici per la conservazione del latte prima della sua lavorazione, che sono posizionati in alta montagna e ricoperti di neve per mantenere fresco l’interno per lunghi periodi. Altra cosa che si può vedere sono i roccoli, ovvero delle torrette per la cattura degli uccelli con le reti. Finito il primo giro sul territorio ritorniamo a casa Cantoni dove ci viene offerto un pranzo a base di formaggi, pane e salumi tipici della zona. Dopo questo gustoso spuntino ci incamminiamo verso il mulino di Bruzella, la passeggiata dura circa mezz’ora, ma è piacevole perché è abbastanza in piano e si attraversano pascoli e boschetti. Una volta giunti a destinazione ci viene mostrato il funzionamento di un mulino in tutte le sue fasi e assistiamo anche alla sua messa in funzione (il mulino non è funzionante tutti i giorni, ma solo determinati giorni alla settimana e in un breve periodo dell’anno). A questo punto finisce la nostra gita! Chi l’avrebbe mai detto che anche all’università si andava in gita e si vedevano cose così interessanti?!



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