Sri Lanka, un paese da scoprire
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Nel paese ci siamo mossi con una macchina con autista, per ottimizzare i tempi e soprattutto per vedere alcune cose difficili da raggiungere con i mezzi pubblici.
Martedì 21 luglio
Arrivo a Colombo alle 20.30 ora locale, dove ci attende Amal, che ha organizzato il nostro viaggio. E’ il direttore di una cooperativa locale, e si occupa di turisti per conto di Vagamondi, associazione italiana equo solidale che, tra le altre cose, finanzia alcuni progetti proprio in Sri Lanka. Ci accompagna subito all’hotel a Negombo, il Suriya Arana. Il posto è molto piacevole, silenzioso, a due passi dalla Beach Road, dove si trovano tutti i negozi e ristoranti di Negombo. E’ una zona turistica, ma essendo fuori stagione è molto tranquillo.
Mercoledì 22 luglio
Con Kennedy, l’autista che ci accompagnerà nel viaggio, giriamo nella città vecchia, con i suoi negozi e chiese. Vediamo anche il mercato del pesce al dettaglio e le enormi distese di pesce messo ad essiccare sulla spiaggia, per essere poi venduto in tutto lo Sri Lanka. Nel pomeriggio facciamo il giro della laguna con una piccola imbarcazione, tra foreste di mangrovie, popolate da uccelli, pesci, varani e qualche scimmia. Passiamo vicino a diverse case di pescatori, e vediamo anche un allevamento di pesci. Utili e interessanti le spiegazioni del capitano della barca.
Giovedì 23 luglio
Oggi visita alle scuole per bambini sordomuti gestite dalle suore della Divina Provvidenza e dalla cooperativa Araliya, progetti seguiti da Vagamondi.
In Sri Lanka il sistema scolastico non prevede aiuti per bambini con difficoltà, e molti di loro per questo non vanno a scuola. Le suore offrono questa possibilità .
Venerdì 24 luglio
Partiamo per Colombo, seguendo la litoranea, strada molto panoramica lungo la quale vediamo anche i famosi pescatori sui pali.
La prima sosta a Colombo è la chiesa di S. Antonio, dove vengono a pregare persone di tutte le religioni. Visitiamo la città velocemente, rimanendo quasi sempre in auto. Colombo meriterebbe una visita più accurata, ma il tempo a nostra disposizione non lo permette.
Riprendiamo il viaggio e arriviamo nel sud, a Galle, dove in circa un paio d’ore giriamo tutta la zona del forte, sia lungo i bastioni, dai quali si gode di un bel panorama, sia nelle stradine interne, con palazzi caratteristici e un sacco di negozietti e ristorantini.
Quindi ci portiamo a Unawatuna, dove mr. Paul ci aspetta al Palm Grove hotel per la notte. L’hotel è carino, la stanza è grande e arredata con mobili di legno.
Per cena andiamo in un ristorante lungo la spiaggia, il Lucky Tuna, con i tavolini sulla spiaggia, si mangia a lume di candela.
Sabato 25 luglio
La prima tappa di oggi è la Turtle Farm & Hatchery, luogo dove vengono raccolte le uova delle tartarughe sino alla nascita e dove vengono curate le tartarughe ferite a causa dei pescatori e dello scontro con le barche. E’ un progetto realizzato per conto dello Stato, di grande utilità per la salvaguardia delle tartarughe.
Continuiamo quindi il nostro viaggio verso Ella, con una sosta a Dondra, a vedere il tempio Devi Nuwara Devaleya, che riunisce, in una unica zona un tempio buddista ed uno induista. Fervevano i preparativi per la grande Esala Poya, festa che dovrebbe tenersi la prossima settimana.
Lungo la strada vediamo piccole capanne dove vengono venduti verdure, farine, legumi e lo yogurth di bufala, che ci fermiamo ad assaggiare. E’ molto gustoso, sia al naturale, sia con una specie di sciroppo dolce.
Arriviamo a Buduruwagala, dove c’è un tempio costituito da una serie di statue scolpite nella roccia, molto antiche. Il budda più alto è alto 16 metri, poi ci sono altri tre bassorilievi di divinità scolpiti nella roccia a destra e altrettanti a sinistra. Il tutto in mezzo alla foresta.
Infine, breve sosta alle Rawana Falls, prima di giungere ad Ella e al nostro hotel, lo Sky Green, posto su una collina, con una incantevole visione sulle montagne circostanti.
Domenica 26 luglio
Sveglia presto per andare al Piccolo Adam’s Peak. La passeggiata, dal punto in cui partiamo noi (cioè dove c’è il cancello di metallo, vicino all’Ella Flower Garden Resort) alla cima dura circa un’oretta tra andata e ritorno, con passo normale.
Andiamo quindi in stazione a prendere il biglietto per il treno che ci porterà a Nanu Oya.
Il biglietto che troviamo è costoso (1200 r. a testa) perché i biglietti normali sono finiti e ci sono solo quelli per il vagone di prima classe di una società privata a partecipazione pubblica, Expo. Il vagone, in compenso, è spazioso e molto pulito, e durante il viaggio, che dura circa tre ore, ci vengono serviti prima una tazza di te e poi il pranzo.
Il viaggio è molto piacevole, dal treno si possono ammirare le coltivazioni di te e i campi, oltre ad alcuni tratti della foresta.
Da Nanu Oya raggiungiamo Nuwara Eliya, dove facciamo una breve passeggiata, andiamo a vedere la chiesa di S. Francesco di Sales, semplice e abbastanza vecchia, poi il negozio di Cargill, posto in un vecchio palazzo molto bello, e il mercato, poi andiamo verso il palazzo della posta, molto caratteristico, e infine al Victoria Park. L’ingresso costa 300 rupie, ma è un parco molto bello, nel quale passeggiare in mezzo a piante, fiori e un sacco di uccelli.
Lunedì 27 luglio
Stamattina siamo partiti alle 5.45 per raggiungere il parco nazionale di Horton Plain, e nonostante l’orario abbiamo dovuto fare un bel po’ di coda per i biglietti (6000 rupie per noi, autista e macchina).
Alle 7.45 riusciamo finalmente ad entrare nel parco, e dopo il controllo delle borse (c’è il divieto di portare all’interno borse di plastica di qualsiasi tipo) iniziamo la camminata. Si tratta di un giro circolare di circa 9-10 km, lungo un sentiero segnato e dal quale non si può uscire. Si attraversano varie zone, da prati ricoperti di rododendri a tratti di foresta, alcuni paesaggi sembrano scozzesi o alpini, il tutto circondati da fiori e profumi spettacolari. Purtroppo c’è molta gente, quindi non riusciamo a vedere animali.
Punti caratteristici sono due belvedere, il Little World’s End e il World’s End, che si affacciano su due strapiombi, e dai quali si gode di un panorama spettacolare, soprattutto se la giornata è, come oggi, limpida, e le cascate di Baker, ricche di acqua.
Ci spostiamo ad Hakgala, dove visitiamo i giardini botanici (1100 rupie a testa), molto tenuti. Da Ammirare in particolare il giardino delle rose ed alcuni boschi, tra cui quello di eucalipti. Dai vari sentieri che percorrono il giardino si possono ammirare coloratissimi e profumatissimi fiori.
Per concludere la giornata andiamo a vedere la fabbrica da te della Pedro Estate, dove una ragazza spiega a noi e ad altre dieci persone il processo di produzione del te, dalla raccolta, all’essiccazione, alla fermentazione, asciugatura etc…. Al termine, degustazione di te.
Martedì 28 luglio
Lungo la strada verso Kandy ci fermiamo a vedere un’altra fabbrica di te, quella di Mackwoods, a Labookelie. Ascoltiamo nuovamente la spiegazione sulla produzione, ma stavolta siamo da soli e possiamo fare più domande.
Poi ci fermiamo a Ramboda a vedere delle cascate, molto belle e ricche d’acqua, e poi a pranzo al Delight Bakery, appena fuori Kandy.
Arriviamo in città, lasciamo i bagagli e subito ci muoviamo per vedere Kandy. Passeggiamo sul lungolago, vicino al tempio del dente del Buddha, dove siamo abbordati da un truffatore che prontamente salutiamo. Andiamo quindi a vedere due piccoli templi buddisti, quello di Pattini e quello di Natha, il secondo dei quali è la costruzione più antica di Kandy, in stile indiano. Quindi ci portiamo al cimitero degli inglesi, e poi al palazzo della croce rossa, per lo spettacolo di danze tradizionali (1000 rupie a testa).
La sala è molto calda e piena, lo spettacolo dura circa un’ora, potrebbe essere interessante se i ballerini non sembrassero quasi dei dilettanti. L’unica cosa degna di nota, un ballerino bambino che ha fatto delle capriole per aria, e uno più anziano che ha camminato sui carboni ardenti. Si poteva evitare.
Andiamo quindi al tempio del dente del Buddha (ingresso 1000 rupie a testa) in tempo per vedere la puja serale, uno dei tre momenti nel quale viene aperta la porta della stanza che contiene lo scrigno con il dente. All’interno del tempio c’è un piccolo tempio di legno, diviso su due piani, nella parte in basso, tutta dipinta, ci sono dei suonatori di tamburo, nella parte in alto c’è invece la parte sacra vera e propria. L’attesa è snervante, c’è un sacco di gente e non si respira. Alla fine la porta viene aperta per circa cinque minuti, e riusciamo a malapena a vedere il reliquiario con il dente.
Lentamente, torniamo all’hotel, il Walk Resort, hotel costruito su vari piani, con alcune stanze che guardano verso le montagne. La zona ristorante si trova in una terrazza all’ultimo piano, e si vede tutto il panorama circostante.
Mercoledì 29 luglio
Oggi andiamo a vedere i giardini botanici di Peradeniya (1100 rupie a testa). Impieghiamo circa tre ore per girare e vedere più o meno tutto il parco, veramente molto bello e ben curato. Ci sono numerosissime piante locali, tanti pipistrelli appesi agli alberi, un sacco di orchidee in fiore. C’è anche una parte dedicata alle spezie.
Torniamo a Kandy, e riprendiamo la visita dei templi, visitiamo quello di Vishnu, poi ci portiamo a quello di Kataragama, dove ci sono insieme un tempio buddista ed uno induista.
Giovedì 30 luglio
Cominciamo a spostarci verso nord. Prima sosta al tempio di Aluvihara (250 rupie a testa, tempio rupestre, con due grotte dipinte molto riccamente. I dipinti sono sicuramente ritoccati, ma molto belli da vedere.
Altra sosta al Gegide di Nalanda, un po’ fuori dalla strada principale, è un tempio in stile indiano, tutto in pietra, con un bel portale e all’interno alcune statue. Purtroppo è molto rovinato. Qui non c’è un biglietto da pagare, ma si può fare una offerta al piccolo museo.
Infine arriviamo a Dambulla. lasciamo i bagagli all’MPS Resort, e andiamo a vedere i templi rupestri (1500 rupie a testa, oltre a 25 per le scarpe se non avete uno zaino in cui metterle). Composti da cinque grotte, tutte dipinte, le abbiamo visitate partendo dall’ultima. Sono grotte interamente dipinte e con statue di Buddha, alcune piccole, altre grandi. Belle ma i dipinti sono un po’ rovinati.
Venerdì 31 luglio
Stamattina saliamo alla Roccia di Sigiryia. All’ingresso incontriamo la nostra guida (2500 rupie), che purtroppo, oltre a parlare un italiano molto approssimativo, si rivela poco preparata. L’ingresso al sito costa 3960 rupie a testa.
La visita comincia nella parte bassa, dove ci sono i giardini acquatici, e poi quelli di pietra. Si inizia a salire e, dopo una notevole coda, arriviamo alla scaletta che porta alla grotta con gli affreschi delle fanciulle. Ne sono rimasti pochi, ma molto belli. Da lì si continua la salita fino ad uno spiazzo dove si vedono i piedi del leone che una volta doveva adornare la porta di accesso alla rocca vera e propria, e li si sale ancora fino alla cima, dove ci sono i resti del Palazzo Reale ( piscine, sale, troni).
Scendendo e salendo si vedono alcune grotte, una volta dipinte, utilizzate dai monaci quando la città è stata abbandonata dai re. Interessante il piccolo museo posto vicino alla biglietteria. Nel complesso, un bel monumento, che può essere visitato senza guida.
Nel pomeriggio ci spostiamo verso una delle antiche capitali, Polonnarwa. Qui facciamo il biglietto (3300 rupie a testa) e poi andiamo a noleggiare la bici (1500 rupie per due bici).
Il sito è molto esteso, si inizia dalla cittadella, con i resti del palazzo reale, la sala del consiglio (belle le colonne) e i bagni reali (una sorta di piscina con forma geometrica), poi il quadrangolo, dove ci sono una serie di edifici sacri, alcuni una volta molto riccamente ornati, ora molto poco. Molto bello è il vatadage, struttura circolare al cui centro era custodito il dente del Buddha, interessanti le colonne lavorate e flesse del Mandapa del Loto. Oltre la porta settentrionale si trovano le zone monastiche, con il Lankatilaka (tempio enorme, con all’interno una statua del Buddha senza testa) e il Kiri Vihara, una grande dagoba ricoperta di calce bianca molto frequentata dai fedeli.
Arriviamo finalmente al tempio principale, il Gal Vihara, dove ci sono quattro bellissime statue di Buddha scolpite nella roccia, uno in piedi, uno sdraiato e due seduti. E’ pieno di gente, ed essendo giorno di luna piena molti sono i fedeli giunti qui per pregare.
Per concludere il giro andiamo il Tivanka Patamaghara, un tempio con alcuni affreschi rovinati all’interno ed un vicino laghetto, detto del Loto per la sua forma a fiore di loto.
Sabato 1 agosto
Partiamo presto per andare al monastero di Arankele, situato in una zona sperduta, difficile da trovare, parcheggiamo vicino a quello che sembra l’ingresso e iniziamo a cercare la zona del monastero antico, ma troviamo solo le celle moderne dei monaci.
Tornati all’ingresso, chiediamo ad un signore che si offre di accompagnarci, e finalmente riusciamo a vedere la grotta (una volta forse dipinta) con la statua del Buddha, poi l’antico sentiero della meditazione, lungo circa 500 metri, con una specie di rotonda al centro e le rovine di un palazzo e di quella che era la stanza coperta per la meditazione, poi si vedono la parte centrale del monastero, composta da un laghetto, il palazzo, con intorno un fossato, ed infine il bagno. Poco fuori dal sentiero, in quello che scopriamo essere l’ingresso vero e proprio della struttura archeologica, c’è una bella vasca, circondata da un muro, dove una volta doveva esserci acqua calda.
Ripartiamo per Kurunegala, e ci fermiamo a mangiare al Saruketha, ristorante tipicamente per turisti ma piuttosto carino, con alcuni tavolini all’esterno ed altri sotto una tettoia fatta di foglie di palma. Cibo buono, prezzo adeguato.
Lasciati i bagagli all’hotel, il Candyan Reach, andiamo a vedere il Ridee Viharaya. Si vedono due grotte, la prima più antica, con un bel portale riccamente decorato, all’interno una statua del Buddha sdraiato, circondato da mattonelle olandesi, ed una serie di statue di legno molto belle. Il soffitto era una volta decorato, ora è purtroppo molto rovinato.
La seconda grotta è più recente, con una statua del Buddha ed una bellissima cassapanca in legno decorato che contiene, ci dicono, una serie di testi sacri molto antichi. Fuori dalle grotte c’è quello che rimane di un portale di avorio lavorato molto bello.
Domenica 2 agosto
Partiamo dopo colazione per raggiungere Anuradhapura. Per strada ci fermiamo al Padeniya Raja Maha Vihara, un tempio kandyano, con un muro sormontato da leoni ed un bel tetto in legno, sorretto da colonne decorate. Siamo solo noi ed un gruppo di pellegrini srilankesi.
Arriviamo quindi ad Anuradhapura, e iniziamo il giro dal museo di Abhayagiri, dove acquistiamo il biglietto per il sito (3.300 rupie a testa). Bella la stanza con i gioielli e quella con alcune statue molto ben conservate e decorate. Poi con l’auto ci portiamo a vedere i monumenti principali, la dagoba di Abhayagiri, Kottam Pokuna, i bagni gemelli realizzati per le abluzioni rituali dei monaci, poi Samadhi Buddha, una bella statua in pietra, e ancora, le rovine della sala capitolare del monastero, con una bellissima scultura all’ingresso, incorniciata da un arco anch’esso decorato, la pietra di luna n. 2, e l’affollata pietra di luna n. 1 del Palazzo di Mahasena.
Quindi la dagoba di Lankarama, la grande dagoba di Jetavana, e Ruvanvalisaya, altra grande dagoba bianca, Sri Maha Bodhi, l’albero sacro, propaggine dell’originale albero del Buddha. In sè non è nulla di che, ma è interessante osservare i pellegrini. Vicino c’è l’ultimo dei tre grandi dagoba, il Thuparama del monastero del Mhavhiara, tutto ricoperto di bianco, con interessanti capitelli di colonne scolpite.
Infine l’ultimo tempio, l’Isurumuniya (biglietto a parte, 500 rupie a testa), con alcune interessanti sculture (un cavaliere con testa di cavallo fuori dal santuario e degli elefanti scolpiti nella roccia sul lago, sembra che stiano per abbeverarsi).
Ci portiamo poi fuori città per vedere il tempio di Mihintale.
Posto sopra una collina (500 rupie a testa), si vedono lungo il percorso i resti di alcuni edifici monastici, come il luogo dove venivano conservati i viveri e la sala delle udienze. Arrivati in cima, ci sono altre piccole alture, su una collinetta c’è una moderna statua del Buddha seduto, su un’altra collina la dagoba e su un’ultima una terrazzina panoramica molto bella. La salita non è agevole, ma il panorama è mozzafiato. Quindi scendiamo verso una grotta dove c’è la pietra su cui avrebbe dormito un santo (non ne valeva la pena, il sentiero è disastroso, nel bosco, e scalzi non è il massimo).
Lunedì 3 agosto
Dopo un’abbondantissima colazione andiamo a Thintirimale, un tempio sperduto, collocato in un paesaggio lunare, con due statue del Buddha molto belle e antiche, una grotta con disegni rupestri (molto poco visibili) e la possibilità di passeggiare sulle rocce con l’idea di camminare veramente sulla luna.
Riprendiamo il viaggio verso Jaffna. La strada è lunga, ma è interessante vedere come cambia il paesaggio mano a mano che ci spostiamo verso nord, sempre più desertico.
Giunti a Jaffna, iniziamo subito a piedi l’esplorazione della città.
Vediamo un tempio induista, molto colorato, il Vaitheeswara, dove alle 18 iniziano a suonare i tamburi. Quindi passeggiamo per la zona del mercato coperto, dove decine di negozietti di spezie e abbigliamento danno l’idea di essere in India. Rientriamo in hotel, lo Yal’s Town Inn Hotel.
Martedì 4 agosto
Ci portiamo a ovest, a prendere la barca (100 rupie a testa A/R) che ci porterà a Nainativu, dove ci sono un tempio buddista (500 rupie a testa), ricostruito dopo la guerra, ed uno induista molto importante, dove assistiamo alla puja.
Poi torniamo verso Jaffna, e andiamo verso nord, dove c’è il tempio di Naguleswaram, che non è nulla di che, lo stanno ricostruendo, ci sono solo alcune statue antiche su una porta lì vicino, e le sorgenti calde di Keerimalai, dove si vedono due vasche, una per gli uomini una per le donne, ma l’acqua non era particolarmente limpida.
A Jaffna andiamo a vedere il Seminario di san Martino, edificio di epoca coloniale, molto rovinato, ancora utilizzato come seminario, e la Cattedrale di Santa Maria.
Mercoledì 5 agosto
Partiamo verso il mare. Lungo la strada ci fermiamo al Passo dell’Elefante, e vediamo due monumenti fatti dopo la guerra, il primo autocelebrativo, eretto dal vecchio presidente, il secondo dedicato ad un giovane eroe che si è sacrificato buttandosi su una granata per salvare molte vite.
Giunti al nostro resort a Trincomalee, ci godiamo il sole e la spiaggia.
Giovedì 6 – Sabato 8 agosto
Giornate di relax, spiaggia, passeggiate, immersioni e snorkeling. Per le immersioni, scegliamo il diving più vicino a noi. La barca parte in ritardo e l’attrezzatura non è granchè. Le immersioni sono su due siti, il primo, ad una profondità di circa 18-20 metri, nell’area dove i portoghesi hanno buttato in acqua un tempio induista, il secondo, a circa 11-12 metri, in una sorta di insenatura che ci era stata definita come grotta.
Le immersioni sono carine, quasi zero coralli ma abbastanza pesci, e nella prima le numerose statue delle divinità indu, alcune murene, pesci pappagallo e chirurgo.
Per lo snorkeling andiamo a Pigeon Island. Abbiamo prenotato con una agenzia, ci rimandano ad un’altra e questa ad una terza. Con un ritardo di oltre un’ora e mezza, finalmente arriviamo sull’isola, mettiamo le pinne e iniziamo l’esplorazione.
E’ strapieno di gente, soprattutto nella zona più vicina alla riva, ma basta spostarsi un po’, oltre le rocce della piccola baia che c’è sul retro dell’isola, per riuscire a nuotare finalmente tra i pesci e alcuni piccoli coralli che stanno crescendo. C’è molto corallo morto, in seguito dello tsunami, e la rinascita è lenta. Purtroppo anche ora, soprattutto nella zona più vicina a riva, i piccoli coralli nuovi rischiano di essere rotti dai bagnanti.
Nella parte davanti, dove attraccano le barche, c’è una sorta di corridoio delimitato che porta verso l’esterno, dove si vedono ancora pesci e, se fortunati, qualche squaletto.
Le gite organizzate non sono un granché, hanno tutte lo stesso costo (3000 rupie a testa) e lo stesso standard, un’ora di viaggio, tra andata e ritorno, e due ore in acqua.
Se si riesce, meglio cercare un pescatore e accordarsi con lui, così si può rimanere nell’isola anche oltre le 13.30, che è l’orario in cui la maggior parte dei turisti è tornata alla base.
Domenica 9 agosto
Dopo un breve tour di Trincomalee, per vedere il forte, la Duch beach, e il tempio induista sulla collina, ci avviamo verso Negombo e l’aeroporto. Si torna a casa!