Sorprendente Sofia
Non nego che per noi anzianotti i paesi dell’est, quelli al di là della vecchia Cortina di Ferro abbiano un certo fascino. Il fascino del misterioso, dello sconosciuto, del proibito… Naturalmente ora tutto è cambiato, ma un po’ di quel fascino è rimasto. E così dopo aver visitato un po’ di Est eccoci a Sofia , una delle capitali più antiche d’Europa. È una grande città in veloce sviluppo dopo un complesso passato che ha visto susseguirsi Traci, Romani, Slavi, Regni Bulgari, dominazioni Bizantina e Turca per finire come città satellite di Mosca. Un crogiolo di popolazioni e culture che hanno lasciato il segno. Insomma una città interessante che merita assolutamente di essere visitata.
Quasi al centro della città si erge l’alta statua nera e oro di Sofia, simbolo della città e allegoria della sapienza. Davanti la scenografica piazza Indipendenza (ex Lenin) con i possenti edifici costruiti in epoca sovietica ora Presidenziale e museo Archeologico Nazionale dominata in fondo dal palazzone dell’ex sede del partito Comunista Bulgaro. Sotto la grande piazza si estendono le vestigia della Serdica romana da poco restaurate e ancora in fase di scavo. Quasi all’interno del palazzo Presidenziale troverete, in mezzo a resti romani, la rossa chiesetta di San Giorgio (la rotonda) anch’essa risalente al IV secolo e che dopo numerose vicende (è stata anche moschea) è giunta fino a noi con i suoi importanti cicli di affreschi di varie epoche. Da notare che quasi tutte le chiese appartengono al rito ortodosso bulgaro. I cattolici in Bulgaria sono pochissimi. Nella piazza prospiciente al Palazzo presidenziale (canonico cambio della guardia alle 12) e al museo Archeologico si trova una bella fontana che di notte cambia forma e colori. Se proseguite lungo la gialla strada dedicata allo zar Liberatore (Alessandro II di Russia) troverete il palazzo della Galleria Nazionale d’Arte con davanti i bei giardini prospicienti anche al Teatro Nazionale nell’angolo opposto. Non male veramente.
Poco più avanti ecco la chiesa russa di San Nicola che sembra uscita da un libro di fiabe e che naturalmente merita una sosta. Si prosegue e sulla sinistra del palazzo dell’Assemblea Nazionale eccoci al cospetto della maestosa cattedrale di Alessandro Nevski e della grande piazza che la circonda. È il simbolo della città ed è la chiesa più imponente della Bulgaria. La costruzione in stile neo-bizantino è abbastanza recente e fu progettata in segno di riconoscenza verso la Russia per il suo ruolo avuto nella guerra che portò alla cacciata dei Turchi dalla Bulgaria nel 1878. Dedicata in un primo tempo ai santi Cirillo e Metodio fu intitolato poi al santo-guerriero russo Alessandro Nevski vissuto nel XIII secolo. Grandioso, ma suggestivo l’interno come quasi tutte le chiese ortodosse. In questo caso l’arredo è particolarmente ricco di marmi e materiali preziosi e fanno spicco i due baldacchini ed in particolare quello reale.
Uscendo sulla destra si può visitare la cripta con il museo delle icone: ce ne sono circa 300 dipinte dal IX al XIX secolo.
A pochi passi dalla cattedrale, seminascosta tra gli alberi, si trova la più dimessa chiesa di Santa Sofia in mattoni rossi. Sul lato ovest si trovano il monumento al Milite Ignoto e il grande leone in ricordo dei soldati che combatterono per la libertà dello Stato bulgaro. Si pensa che sia la chiesa di culto ortodosso più vecchia della città con una storia molto complessa costellata di distruzioni e ricostruzioni alle spalle e naturalmente con un trascorso da moschea. Importanti scavi ancora in corso al di sotto della basilica, narrano della storia di questo complesso costruito su un antico cimitero. Su un albero, davanti all’ingresso, si trova ancora la campana che fu suonata alla cacciata dei Turchi: non c’era il campanile.
Sempre nella grande piazza intorno ai giardini e al monumento dei Volontari si tiene il mercatino delle pulci dove si può acquistare un po’ di tutto compreso piccole icone a buon prezzo. Proseguendo per il Boulevard dello Zar si va a sbattere nella grande mole dell’Università e poco avanti si entra nel parco sul quale svetta il monumento all’Armata Russa ( 1952) alto ben 34 metri e contornato da bassorilievi in tipico stile socialista. Il monumento piuttosto controverso è comunque rimasto al suo posto come altri simboli del passato regime e come non è stato fatto in altri paesi dell’ex blocco comunista.
Il centro di Sofia offre ancora molto. A pochi passi dalla statua di Sofia all’inizio del Bl Maria Luiza (la regina italiana) troverete la moschea di Benya Bashi o dei Molti Bagni visto che in zona c’erano le terme romane e poi i bagni turchi. La moschea è la sola rimasta delle numerose costruite durante il dominio turco. Dietro la moschea si estende un arioso giardino con fontana sul quale si affaccia il bel palazzo ora museo Storico della Città di Sofia abbastanza interessante e che prima della ristrutturazione ospitava le terme. Sul lato sinistro, da fontanelle pubbliche, sgorga ancora acqua termale dai 37 ai 45 gradi utilizzata dai locali. Dato che ci siete davanti alla moschea non potete mancare il mercato centrale di Hali bella costruzione dei primi del novecento dove si può mangiare e acquistare un po’ di tutto compreso souvenir di buona qualità. Dietro si erge la notevole mole della Sinagoga una delle più grandi dell’Europa sud-orientale che naturalmente merita la visita. Durante la seconda guerra mondiale quasi tutti gli ebrei bulgari furono salvati dalla deportazione dai governanti e dalla zar Boris nonostante la Bulgaria fosse uno stato alleato della Germania hitleriana.
Ancora avanti e raggiungerete il caratteristico e antichissimo mercato delle Donne dove si vende veramente di tutto. Proseguendo per Bl Maria Luiza si arriva al ponte dei Leoni dominato, appunto, da quattro maestosi leoni e dedicato a quattro librai uccisi dai Turchi.
Ma non è finita. Sulla grande piazza alla destra della statua di Sofia seminascosta da frondosi alberi dai quali emerge la verde cupola si erge la chiesa di Sveta Nedelja, una bella e importante chiesa naturalmente ortodossa più volte ricostruita. È una chiesa molto amata dai Bulgari e anche molto suggestiva come lo sono quasi tutte le chiese ortodosse. Qui si celebrano numerosi matrimoni: ci siamo divertiti a vederne un paio… Proseguendo si entra nel salotto buono di Sofia e cioè nel Bl Vitosha lungo viale pedonale su cui si affacciano, negozi, caffè e ristoranti. Il viale vi porterà diretti al frequentatissimo parco con il gigantesco Palazzo della Cultura.
Sofia è sicuramente una città verde. Ci sono viali e oasi alberate, ma soprattutto vasti e ben tenuti parchi come quello alle spalle dello stadio Levski o quello dei Medici (non sono i fiorentini…) o lo Zaimov molto frequentato dalle famiglie. Senza contare che Sofia si estende sotto il massiccio del monte Vitosha attrezzato per gli sport invernali. Insomma ce n’è per tutti i gusti!
Se volete provare un po’ di brivido potete salire al rifugio Aleko, non un granché, ma i boschi sono molto belli e molto frequentati, in estate, dagli escursionisti. Il brivido lo cominciate provare sulla cabinovia (metro Dimitrov e poi bus 123) non proprio modernissima, ma è la discesa verso il Paradise, sul bus più scassato che ricordi (il 66) che vi darà forti sensazioni. L’unica cosa in buono stato per grande fortuna sono i freni! Naturalmente potete scendere con la cabinovia, ma anche questa… Sempre dalla fermata metro Dimitrov, ma col bus 67, si va alla casa–lumaca (chiocciola). La vedete. È una bizzarra costruzione coloratissima a forma di gigantesca chiocciola (ha il guscio) con sembianze umane. È veramente originale e fu costruita da un importante architetto nel 2008 per ospitare un edificio scolastico, ma fu acquistata da un danaroso uomo d’affari che ne ha fatto la sua abitazione. Ci sono cinque appartamenti e gli interni sono particolarissimi.
La nostra visita di Sofia non è finita. Dopo aver preso un po’ di confidenza con i mezzi pubblici non potevamo mancare la visita della chiesetta di Boyana. Metro 2 fino all’ultima stazione (Vitosha) poi con il bus 64 che si prende sotto il grande complesso del Paradise si raggiunge dopo un percorso verso il monte Vitosha. La zona del Paradise (grande centro commerciale) è la parte della città in grande sviluppo: non si può non notare! La chiesetta di Boyana, patrimonio dell’Umanità, inserita in un rigoglioso bosco fu costruita a partire dal X secolo e ha subito alcune aggiunte. La parte più antica è quella absidale e si distinguono due piani di cui uno con funzioni di sepolcro. L’interno è completamente ricoperta di pregevolissimi affreschi di varie epoche, ma i più importanti sono quelli che risalgono alla metà del XIII secolo e che secondo molti anticipano lo stile rinascimentale italiano. Si entra a piccoli gruppi. Veramente da non perdere.
Se siete venuti da queste parti non potete perdere il monastero di Rila, anch’esso patrimonio dell’Umanità, nascosto nella foresta del parco naturale dell’omonimo massiccio e che si trova a circa 100 Km da Sofia. Si può raggiungere in vari modi: per esempio affidandoci a un tour che con piccoli autobus vi porta prima a Boyana e poi a Rila (o viceversa) con sosta in ristorante per il pranzo. Il tutto dura circa sette ore e costa dalle 25 ai 30 € escluso ingresso a Boyana e il pranzo. In alternativa si può andare con i mezzi pubblici. Il bus parte dalla stazione ovest degli autobus alle 10,20, con sosta al paese di Rila e riparte dal monastero alle 15. Costo circa 11 € a tratta. Noi abbiamo scelto la via di mezzo. GetYourGuide vi porta a Rila e vi riporta a Sofia lasciandovi circa tre ore libere per la visita e eventuale spuntino nei punti di ristoro dietro il monastero. Si può prenotare on-line, come abbiamo fatto. Il viaggio è piacevole, in parte in autostrada e in parte su strada normale così che si riesce a vedere un po’ di cose bulgare. Il monastero appare in mezzo alla foresta quasi all’improvviso come un grande fortezza che sbarra la valle. Fu fondato nel X secolo da Giovanni di Rila il santo più venerato del paese e ha resistito per secoli ai tanti eventi che hanno coinvolto la storia della Bulgaria tra cui la dominazione musulmana e il buio periodo del regime. Questo è stato ed è un luogo di grande importanza per la spiritualità, ma anche per la diffusione e il mantenimento della cultura e delle tradizioni del paese. L’interno del monastero lascia senza fiato. Al centro del cortile si erge la chiesa dedicata alla Natività della Vergine Maria ricostruita dopo che un incendio aveva quasi completamente distrutta. L’interno è di grande impatto emotivo e induce a un momento di riflessione anche per chi non è credente. Incantevole anche il portico esterno completamente affrescato.
Addossata alla chiesa si trova la torre di Hrelja tipica struttura posta a difesa dei monasteri. Nell’ala occidentale è stato allestito un interessante museo del monastero. Alle solide mura esterne si appoggiano i quattro piani che ospitano le celle ( 300) con bellissimi balconi, loggiati, scalinate. Il contrasto tra i colori del legno e della muratura in bianco rosso e ocra lasciano sbalorditi. Attualmente i monaci sono pochi e un’ala è destinata agli alloggi dei pellegrini. Visitabili sono alcuni locali di servizio. Non mi dilungherò oltre, ma le tre ore a disposizione per la visita, compreso uno spuntino, sono perfette!
NOTERELLE
Volo Ryanair da Pisa 118 a/r in due con priorità all’andata. Dal terminal 2 con metro 2 (appena fuori sulla destra ben indicata) si è in centro.
Si alloggia presso Hotel Favorit a due passi dal ponte di Leoni e relativa stazione metro 1, ma il centro si raggiunge in 10 minuti. Ottima sistemazione, assolutamente consigliabile e si parla anche italiano.
Per i trasporti abbiamo comprato la Sofia card (11 € a testa per 4gg acquistata in Bl Maria Luiza 86 vicino all’hotel presso Sofiatraffic) che permette di viaggiare su tutti i mezzi pubblici.
Primo cambio moneta al bancomat dell’aeroporto, poi in città presso uffici cambi senza commissioni (attenzione agli orari!).
La metro è moderna e veloce, ma attenzione: tracciato di non di facilissima comprensione grazie anche ai caratteri “cirilliaci”, come diceva un caro amico. Effettivamente i caratteri cirillici mettono un po’ di ansia specialmente quando vi trovate in luoghi non centrali. Comunque ci sono sempre più indicazioni tradotte in caratteri latini e l’inglese è conosciuto e usato: si dice che i bulgari scrivono in cirillico, ma pensano in inglese.
Si mangia abbastanza bene e anche il vino bulgaro non è male e si spende poco. Noi abbiamo mangiato anche al mercato centrale e cenato in alcuni locali caratteristici come Izbata, Hdarjidraganovite, Manastirska Magernitsa e ci siamo trovati bene. Molto bene e a costi bassi presso Sam Doydoh, un’autentica osteria bulgara in pieno centro. Qui abbiamo trascorso un’indimenticabile serata e anche un po’ di più in compagnia di italiani residenti e qualche (!) bicchierino di rakija (grappa).
CONCLUSIONI
Sofia è una città che si sta aprendo notevolmente al turismo anche per il costo della vita che per noi è piuttosto abbordabile. La città sta cambiando in modo notevole e sta avvicinandosi ai livelli europei. Il Pil cittadino è in alcuni casi superiore a quello di alcune nostre regioni i e per questo motivo la città sta calamitando l’attenzione di molti giovani bulgari. In grande sviluppo le periferie con palazzi e costruzioni moderne e con grandi centri commerciali. Insomma, città in fermento e nella quale non mancano anche grandi spazi verdi… I bulgari di Sofia sono forse un po’ rudi, ma cominciano ad abituarsi ai turisti.
Per concludere… ancora un’esperienza positiva! Alla prossima.