Sardegna da vedere…e da vivere

Dopo tanto tempo sono finalmente tornato a trovare Lucia e Davide in Sardegna e devo dire e ogni volta, questa fantastica terra, mi stupisce sempre di più...
Scritto da: maxzirizzi
sardegna da vedere…e da vivere
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Dopo tanto tempo sono finalmente tornato a trovare Lucia e Davide in Sardegna e devo dire e ogni volta, questa fantastica terra, mi stupisce sempre di più. Quest’anno il nostro giro è iniziato da Orgosolo, in provincia di Nuoro, ed è finito sull’isola di Sant’Antioco… che spettacolo!

Ma iniziamo dal principio

1° Giorno

Prima tappa – Il paese dei murales: Orgosolo

Da Nuoro, città natale dei mie due amici, con la macchina siamo arrivati ad Orgosolo, un grazioso paese nel cuore della Barbagia. Il suo nome, da quanto ho scoperto, deriverebbe dal termine greco “orgas”, cioè “terreno fertile e ricco di acque”, ed effettivamente tutta la conca su cui si stende è lussureggiante di specie arboree ed erbacee.

La cosa che più mi ha stupito, è la storia di questo posto: il territorio ha infatti offerto negli anni passati rifugio a banditi, tra i quali il più noto fu Graziano Mesina, il più conosciuto negli anni ’60-’70 (non per me visto che non sapevo neanche chi fosse!). Oggi però, quegli anni rappresentano solo un lontano ricordo impresso nei murales che parlano di guerre, di rivolte dei più deboli contro uno stato-padrone, ed è per questo che i turisti decidono di visitare questa cittadina; per i dipinti che colorano i muri di case private ed edifici pubblici.

Studiando un po’ ho saputo che il primo murale fu eseguito nel 1969 da parte di un gruppo anarchico del milanese, in un periodo in cui i pastori protestavano in seguito all’occupazione di alcuni territori a Pratobello, per creare una base per l’addestramento di alcuni reparti dell’Esercito Italiano.

Uno dei più famosi murales, che poi è anche il mio preferito, è “l’indiano”, che si trova all’ingresso della città a denuncia dell’oppressione dei bianchi nei confronti dei pellerossa. Alcuni dipinti, come questo, sono accompagnati anche da una didascalia o da frasi memorabili, per far comprendere ancora meglio il loro significato.

Non mancano i murales più attuali,quelli che ti fanno davvero venire i brividi, che raffigurano eventi che riguardano lo scenario internazionale, quali ad esempio la distruzione di Sarajevo nel 1994 e il crollo delle Torri Gemelle, nel 2001.

2° Giorno

Prima tappa – Muravera

Il secondo giorno inizia in macchina, perché a circa 123 Km da Orgosolo (percorrendo la SS389 e la SS125), si trova la seconda tappa del mio viaggio: Muravera.

Questa è circondata da monti che si prestano a escursioni, e da spiagge dorate per un relax assoluto, senza dimenticare l’ottima cucina. Tutte cose che ovviamente non mi sono fatta mancare!

E per chi pensa che i menhir siano costruzioni esclusivamente appartenenti ai popoli del nord Europa (cosa che credevo anche io), rimarrà stupito nel trovare nei dintorni di questo centro, un numero impressionante di queste imponenti opere, che arrivano ad un’altezza di circa 5 metri!

Seconda tappa – Villasimius, nella Sardegna sud-orientale

La giornata prosegue a Villasimius, una piccola cittadina che si trova a circa 40 Km da Muravera nella Sardegna sud-orientale e a circa 40 Km da Cagliari.

Tra i luoghi più belli, la vetta del monte Minni Minni è quella che, in assoluto, mi ha dato una visuale mozzafiato su tutto il territorio.

Nei pressi di Villasimius si estende un’area protetta di grande interesse naturalistico: l’Area Marina Protetta di Capo Carbonara. Questa è stata istituita nel 1998 per tutelare e valorizzare le risorse naturali di questo straordinario ambiente e al suo interno comprende le coste dell’Isola dei Cavoli e quelle di Serpentara. Naturalmente ho così tanto insistito che i miei amici hanno ceduto e siamo andati a visitare queste isole, o almeno una di loro. La prima, l’Isola dei Cavoli, dista solo un Km dalla punta di Capo Carbonara e deve il suo nome alla presenza di una specie botanica rara, il cavolo selvatico (Brassica insularis), grazioso alberello con fiori bianchi. La seconda, quella di Serpentara, è visitabile prenotando delle visite guidate che accompagneranno i turisti con delle imbarcazioni. E’ comunque molto più piccola e si presenta come una sottile striscia ricoperta di rocce, con al nord un gruppo di piccole isole note come i Variglioni.

Una vacanza a Villasimius è, comunque, all’insegna di un mare stupendo, con calette dove rilassarsi al sole, lunghissime spiagge di sabbia bianca e finissima (anche se personalmente preferisco gli scogli) e fondali che spettacolari. Tra l’altro tutta l’attrezzatura necessaria per praticare questi sport può essere noleggiata direttamente sul posto e c’è anche la possibilità di prendere il brevetto per sub e il permesso per immergersi in alcuni tratti che rientrano all’interno dell’Area Marina protetta, peccato che sono stata lì solo per poco tempo!

3° Giorno

Prima tappa – Quartu Sant’Elena: la terza città più popolata della Sardegna

Proseguiamo il nostro viaggio per altri 43 Km sulla SP17 e Viale Lungomare del Golfo/SP17 quarter, per arrivare a Quartu Sant’Elena.

Sempre grazie ei miei amici guida, ho saputo che questa città deve il suo nome all’espressione latina “Quarto ad urbe lapide”, in riferimento al fatto che sorgeva lungo la via che collegava Cagliari a Palau e più precisamente al quarto miglio; fino ad alcuni anni fa era presente ancora la pietra romana che ne indicava la posizione.

Di luoghi rilevanti da visitare ce ne sono veramente molti, in special modo le chiese, la Basilica di Sant’Elena Imperatrice e la Chiesa del Sacro Cuore, ad esempio .

Sicuramente il fiore all’occhiello di Quartu Sant’Elena è l’ambiente naturale, con spiagge obiettivamente da sogno (sempre perché preferisco gli scogli), un mare cristallino che si tinge delle sfumature del cielo e il verde intenso della vegetazione che circonda le distese sabbiose. La più lunga, la più frequentata ed anche la più famosa spiaggia è Poetto, che si estende fino al territorio di Cagliari, garantendo molti servizi per i turisti, oltre a bar e ristoranti.

Visto che amo il contatto con la natura e lunghe passeggiate tra il verde, siamo andati al Parco dei Sette Fratelli. A circa 27 Km dalla città, il Parco è pieno di sorgenti e cascate che vanno a formare dei giochi d’acqua suggestivi e inoltre, dirupi e rocce granitiche scolpite dagli agenti atmosferici completano il quadro di questo luogo incantato.

Seconda tappa – Cagliari

Da Quartu San’Elena, continuando su Viale Guglielmo Marconi, si raggiunge il capoluogo di questa fantastica isola.

Carlo Levi, nel suo romanzo Tutto il miele è finito, dipinge Cagliari con queste stupende parole:

«È una città bellissima, aspra, pietrosa, con mutevoli colori tra le rocce, la pianura africana, le lagune, con una storia tutta scritta e apparente nelle pietre, come i segni del tempo su un viso: preistorica e storica, capitale dei Sardi e capitale coloniale di Aragonesi e di Piemontesi, una delle più distrutte dai bombardamenti dell’ultima guerra e, in pochi anni, una delle più completamente ricostruite».

La città ha effettivamente un ricco patrimonio storico e artistico che merita di essere scoperto. Il quartiere Castello, da visitare assolutamente, è caratteristico per le sue strette viuzze che conservano ancora oggi tutto il sapore medievale. Al quartiere si arriva dal Bastione St Remy, collocato fra le due vie dello shopping, Via Garibaldi e Via Manno, dalle antiche “porte” che erano gli unici accessi alla roccaforte o dai moderni ascensori posti ai piedi del quartiere.

Un’altra zona da visitare assolutamente è quella del porto, rinnovata, che ospita la Fiera di Cagliari, sede annuale della famosa Fiera Campionaria Internazionale.

4° Giorno

Prima tappa – Baia di Chia: il paradiso dei surfisti

Da Cagliari, proseguendo per circa 49 Km (meno male che c’era il GPS!), si arriva alla Baia di Chia, chiamata anche semplicemente Chia, una graziosa località turistica che sorge nella parte più meridionale della Sardegna. E’ una piccola frazione del comune di Domus de Maria, rinomata, ovviamente e sfortunatamente per me, per le bellissime spiagge di sabbia bianca, l’acqua cristallina ed il paesaggio naturale. La Baia di Chia è interessante anche dal punto di vista archeologico, infatti sull’isola Su Cardolinu sorgono le rovine dell’antica città di Bithia, storico nome di Chia.

Nella Baia di Chia si possono praticare diversi sport acquatici, primo fra tutti il surf. Poiché moltissimi stabilimenti balneari sono attrezzati per noleggiare l’occorrente e danno anche la possibilità di prendere lezioni con maestri qualificati, non mi sono fatta scappare l’occasione di provare e devo dire che quella alla baia di Chia è stata la giornata più divertente di tutto il viaggio!

Seconda tappa – Sant’Antioco

L’ultima tappa è stata l’isola di Sant’Antioco. Oltre alle banchine attrezzate per piccole imbarcazioni, abbiamo trovano numerosi locali, pizzerie, bar, gelaterie e chioschi. Durante l’arco della giornata si vende anche pesce fresco, che ovviamente io e i miei amici abbiamo comprato e si può fare il giro dell’isola in barca; una vera bellezza. La sera abbiamo assistito a spettacoli di vario genere e abbiamo visitato dei mercatini. In definitiva posso tranquillamente affermare che è il luogo più frequentato durante la stagione estiva! Terminata la visti a Sant’Antioco siamo tornati a Nuoro e da lì sono ripartita per casa!

Da visitare è anche il Forte su Pisu, collocato nel punto più alto del paese. Il forte è nato come mura difensiva per la città ed è stato costruito sopra un antico edificio sacro di epoca fenicia, dove ad oggi sta studiando la soprintendenza archeologica che vuol far luce sui reperti.

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