Natura e fede: viaggio in Terra Santa, sui luoghi delle grandi religioni

Scritto da: gggraziella
natura e fede: viaggio in terra santa, sui luoghi delle grandi religioni

Viaggio organizzato in brevissimo tempo. La curiosità per una natura insolita, l’attrazione per la Terra Santa e le religioni, che qui hanno avuto origine, sono alla base della scelta di luoghi e date del nostro itinerario.  

Diario di viaggio in Terra Santa

1° giorno, 25 settembre

Volo El Al LY382 MXP/TLV 12,25/17,10 puntuale. Giunti al Ben Gurion ci viene rilasciata una tesserina e vengono applicati degli adesivi al passaporto che non viene timbrato. All’uscita troviamo ad aspettarci Nizar (la nostra guida) e Bassam (il nostro autista). Nizar è un giovane arabo cattolico, cittadino palestinese che vive a Betlemme. Bassam è un arabo mussulmano cittadino israeliano che vive a Gerusalemme. Nel tragitto verso Gerusalemme ammiriamo il paesaggio collinare semi desertico  puntellato di villaggi dalla colorazione tipica della famosa pietra. Alla reception del New Capitol Hotel riceviamo la chiave della camera, una cartina della città ed una bevanda. Dopo la cena al buffet dell’hotel ci avventuriamo per una passeggiata nella città vecchia attraverso la vicina Herod’s Gate.

2° giorno, 26 settembre

Oggi e il Rosh haShana, il capodanno ebraico dell’anno 5783. Dopo colazione ci dirigiamo alla Dung Gate o porta del letame. Entrando nella città vecchia ammiriamo uno splendido panorama sul Monte degli Ulivi, ma subito veniamo attratti dall’atmosfera emozionante della moltitudine di fedeli che con canti, suoni di corno e preghiere si dirige verso il Muro del Pianto. Sostiamo sulla piazza per ascoltare da Nizar molte informazioni e curiosità relative alle usanze/leggi relative a questa festività, nonché suggerimenti  sui comportamenti da tenere in particolare in questi luoghi.

Ci separiamo (maschi da femmine) per entrare nella parte transennata della preghiera e di accesso al muro del pianto. Sono momenti decisamente suggestivi: ci circonda una marea di persone vestite di bianco o con indosso la rituale mantella bianca, le cordicelle appese in vita, le capigliature ed i vari tipi di copricapo, ma anche i suoni dei tanti shofar, la nenia dei canti, delle preghiere e della lettura della Torà. Lasciamo il Muro del Pianto poi saliamo alla Spianata delle Moschee o Monte del Tempio. Ammiriamo da tutte le angolazioni la splendida Cupola della Roccia e ci incamminiamo sulla Via Dolorosa. Continuiamo sostando nella chiesa della flagellazione, assistiamo allo spettacolo su Gerusalemme nel museo presso la chiesa, visitiamo la Fortezza Antoniana. Percorriamo interamente la via sostando a tutte le stazioni della Via Crucis e visitando le varie chiese affidate e gestite secondo l’assegnazione dello “Status Quo” del 1852.

Oltre la Basilica del Santo Sepolcro o della Resurrezione (che racchiude non solo il Golgota ed il luogo della sepoltura di Gesù ma anche abitazioni di una comunità etiope) continuiamo a camminare nelle stradine tipiche. Ovunque è facile imbattersi in bancomat da cui prelevare scheckel. Superato il “cardo“ risalente a 2000 anni fa, raggiungiamo la Zion Gate dove pranziamo  per poi proseguire con le visite al Cenacolo, alla Tomba di Davide e, passando per il monte Sion (che si affaccia sulla valle della Gehenna), alla casa di Kaifa e alla chiesa di San Pietro in Gallicantu con attigua scalinata risalente all’epoca di Cristo. Facciamo ritorno nella città vecchia tentando ancora una volta di entrare nell’edicola del Santo Sepolcro. Prima di sera, come suggeritoci dalla guida e sfruttando la vicinanza dell’albergo, facciamo una passeggiata e attraverso la Damasco Gate raggiungiamo nuovamente la basilica. Finalmente riusciamo (facendo una coda dai tempi ragionevoli) ad entrare nell’edicola del Santo Sepolcro assistendo anche alle funzioni religiose del Patriarca Ortodosso.  

3° giorno, 27 settembre

Come per la cena anche per la colazione il buffet dell’hotel è buono, sufficientemente vario ma essenziale; la chicca è il burro al sesamo che è davvero delizioso. Ci dirigiamo sul Monte degli Ulivi ed iniziamo le visite dall’edicola dell’Ascensione. Il  panorama è grandioso, tutto è suggestivo: la città vecchia racchiusa nelle mura, i cimiteri, le cupole dorate. Ci spostiamo nella chiesa e convento di clausura Eleona, sulle cui pareti è scritta in 150 lingue/dialetti la preghiera del Padre Nostro. Scendiamo alla Dominus Flevit, chiesa in cui si ricorda il pianto di Gesù per la città santa. Superata la chiesa ortodossa di Maria Maddalena (dalle belle cupole a cipolla dorate) raggiungiamo il Getsemani (in cui si trovano alcuni esemplari di ulivi risalenti ai tempi di Gesù) e la chiesa di Tutte le Nazioni o dell’Agonia di Gesù. Prima di ultimare la ripida discesa sostiamo nella chiesa della Tomba di Maria o dell’Assunzione ed, a fianco, nella grotta in cui si nascondevano gli apostoli  dopo l’uccisione di Gesù. Lasciamo Gerusalemme per Betlemme.

Fatta una breve passeggiata in centro ed all’ufficio del turismo visitiamo la Basilica della Natività ed il chiosco attiguo. La porta di accesso all’intero complesso è stata costruita piccola per impedire l’ingresso agli animali quali cavalli e dromedari ed  obbligare anche i guerrieri, cavalieri, ecc. ad inchinarsi per entrare. Pranziamo nel giardino del convento dei frati Francescani e poi  riproviamo, questa volta con successo, ad accedere alla grotta della nascita di Gesù, con la stella e la mangiatoia: qui i visitatori sono costantemente un fiume in piena. Proseguiamo con la visita alla Chiesa del Latte. Lungo il percorso curiosiamo in varie botteghe dove si può assistere alla lavorazione dei classici oggetti religiosi e da presepe in legno di ulivo. Si vendono souvenir di tutti i tipi (ceramiche, datteri, fanghi e creme del mar morto, ecc).

Le visite continuano con il Campo dei Pastori nel villaggio di Beit-Sahur, con la grotta, il santuario cattolico del Gloria in Excelsis Deo o cappella del campo dei pastori. Rientrati in albergo ci prepariamo un buon caffè e seduti sul terrazzino che si affaccia sulla piazzetta, ombreggiata da centinaia di ombrelli colorati, osserviamo il vivace movimento sulla strada ricca di bei negozi.   

4° giorno, 28 settembre

Il programma di oggi prevede il Mar Morto, ma non quello dei soliti tour organizzati, bensì la parte a sud con le formazioni di sale. Partenza di buon ora perché i chilometri da percorrere sono parecchi. Usciti da Gerusalemme la strada attraversa paesaggi sempre più desertici e la discesa sotto il livello del mare è segnalata a caratteri cubitali ai bordi della strada. Sulle colline si notano alcuni accampamenti di una popolazione nomade sostanzialmente apolide. Giunti al Mar Morto lo costeggiamo attraversando zone totalmente desertiche con colori che vanno dal bianco al grigio al rosso e zone coltivate con vasti palmeti e serre. Ci fermiamo nei pressi dell’International Beach a Neve Zohar dove è presente un’ampia zona di “pizzi” di sale bellissimi da fotografare, interessanti da scoprire e toccare; l’acqua è calda e particolarmente densa da sembrare quasi oleosa. Ripresa la strada verso nord, sostiamo nelle belle spiagge attrezzate del lussuoso Ein Bokek  per il classico bagno con tentativo di galleggiamento. Più a nord ammiriamo la spettacolare rupe della fortezza di Masada, la zona di Ein Gedi  (con branchi di capre nubiane che attraversano la strada), la zona del Qumram e facciamo varie soste per immortalare il Mar Morto ora dall’alto ora a livello acqua. Prima di raggiungere Gerico svoltiamo verso Qasar al-Yaud ed il fiume Giordano. In questo luogo (vicino a Betania sita in Giordania) si ricorda il battesimo di Gesù da parte di Giovanni il Battista ed il probabile ingresso nella terra promessa da parte degli israeliti dopo la morte di Mosè. Il punto dove i fedeli si immergono è uno dei più larghi (pochi metri) e le acque sembrano stagnanti. Dopo la breve sosta proseguiamo per Gerico e la chiesa dove sono conservati alcuni pezzi di tronco di quello che si ritiene fosse il sicomoro su cui salì Zaccheo per vedere Gesù. Nel punto panoramico che permette di osservare il monastero greco-ortodosso del Monte delle Tentazioni  c’è un negozio affollato dove è impossibile sottrarsi all’acquisto di datteri (ritenuti i migliori al mondo) e di fichi del sicomoro (essiccati), mentre a fatica rinunciamo alla rosa di gerico (la pianta secca che risorge quando viene immersa in acqua). Pranziamo nei giardini di un centro commerciale nei pressi della fontana conosciuta come la fontana del profeta Eliseo. Con la funivia saliamo verso la metà del monte delle tentazioni, dove sono abbarbicati un ristorante ed alcuni negozi  mentre non è possibile entrare nel vicino monastero. Dall’alto si gode di un bel colpo d’occhio sull’immensa Gerico e la pianura circostante, inoltre durante il tragitto sono ben visibili gli scavi archeologici ed alcuni scorci di vita di queste popolazioni.  

5° giorno, 29 settembre

Oggi si va a nord. Sostiamo in una stazione di rifornimento dove sulle vetrine del bar campeggia la scritta “Italians do it better”. Oltrepassata la Cisgiordania entriamo in Galilea, il paesaggio è cambiato: è più verde ed interamente coltivato; molte coltivazioni (anche frutteti) sono coperte da immensi veli per proteggerle da malattie infestanti ed evitare cosi un maggiore utilizzo di   antiparassitari ed altri prodotti chimici. Raggiungiamo la cima del Monte Tabor e visitiamo la parte cattolica, ben curata e piena di fiori e coloratissime bouganville, con la Basilica della Trasfigurazione ed ammiriamo a 360° il panorama infinito. Su una collina poco distante visitiamo Nazareth, la grande Basilica dell’annunciazione (che racchiude un pezzo di casa della Madonna, la parte restante si trova a Loreto), la chiesa di San Giuseppe, la sinagoga risalente ai tempi di Gesù. Scesi nuovamente sotto il livello del mare a Cafarnao pranziamo (come sempre pic-nic) nei giardini del sito archeologico (mentre autista e guida si cucinano il pranzo con tanto di fornelletto nel parcheggio). All’interno del sito, che sorge direttamente sul lago di Tiberiade, ci sono i resti dell’antica sinagoga (con reperti su cui sono scolpiti molti simboli della Bibbia), della casa di Pietro e di una chiesa bizantina ottagonale. Poco distante sempre direttamente sulle rive del lago di Tiberiade o di Genezaret sorgono i giardini con la chiesetta detta del Primato di Pietro.

Nella chiesa vi è una roccia identificata come quella su cui Gesù risorto preparò la mensa per gli apostoli dopo la pesca miracolosa, mentre fra una porta a lato della chiesetta e le acque del lago c’è una scala in pietra antica ritenuta altrettanto sacra. Continuando, a Tabgha, visitiamo il monastero benedettino in cui sorge la chiesa a ricordo della moltiplicazione dei pani e dei pesci.  Sulla collina alle spalle di Cafarnao ci rechiamo nel complesso della chiesa delle Beatitudini, la chiesa che ricorda il “discorso della montagna” pronunciato da Gesù (si affaccia sopra il lago con un bel panorama e sorge in un parco molto ben curato e rilassante in cui sono presenti anche altri edifici destinati ai pellegrini che desiderano fermarsi per pregare o meditare). Infine ci spostiamo nella cittadina di Tiberiade all’hotel King Salomon. Per arrivare alla camera occorre prendere 2 ascensori spostandosi da un’ala all’altra dell’albergo ma la vista sul lago o mare di Galilea è spettacolare. Il grande salone della cena è affollatissimo, ben gestito con eleganza ed attenzione; il buffet  (allestito in parecchie zone e suddiviso per categoria di alimenti) è assolutamente molto vario e decisamente abbondante, qualunque siano i propri gusti è praticamente impossibile non abbuffarsi.

6° giorno, 30 settembre

È suggestivo assistere, dal terrazzino della camera, al sole che sorge sopra le alture del Golan sulla riva opposta del lago. La colazione è un vero “banchetto reale” con “ogni ben di Dio”, addirittura tra la frutta fresca ci sono i datteri non maturi, allappanti, che si dice siano un toccasana per lo stomaco. Risaliamo per raggiungere Cana (ora Kafr Kanna). Con una breve passeggiata raggiungiamo il santuario in cui viene ricordato il primo miracolo di Gesù con i resti della casa in cui si festeggiavano le nozze dell’acqua trasformata in vino; i negozi circostanti invitano con insistenza all’acquisto del vino locale, ritenuto molto buono, in bottiglie di varie dimensioni dalla mignon al litro. Questa è l’ultima tappa prevista dal nostro tour, non ci resta che percorrere  a ritroso la strada verso Tel Aviv. Volo puntuale EL AL LY387 TLV/MXP 14,30/17,40.

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