Israele a dicembre, un viaggio da ‘wishlist del turista’

Gerusalemme, Galilea e Tel Aviv. La mia Israele in 6 giorni a dicembre
Scritto da: Sogliola70
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Ho sempre ritenuto Israele uno di quei viaggi da fare almeno una volta nella propria vita, da sempre nella mia personale wish list, ma sempre rimandata di anno in anno. Così, in piena estate, mentre fantasticavo su un lettino sul prossimo viaggio, quello che era uno dei miei sogni di sempre inizia a prendere corpo e diventare poco più di un’idea: inizio così a documentarmi sul web, a cercare informazioni utili e a porre mille domande a chi ci fosse già stato o addirittura vissuto.

Quello che doveva essere solo un lungo week-end per festeggiare il mio anniversario di matrimonio con Ilaria, mia moglie, diventa un viaggio di sei giorni, pochi per un viaggio del genere, ma davvero intenso in termini di sensazioni, emozioni, attività da tanti punti di vista, non solo religioso, spirituale o storico, ma anche divertente.

Giorno 1: Roma – Gerusalemme

Partiamo con un volo Wizz Air da Roma Fiumicino alle 5:35 del mattino, acquistato circa 1 mese prima della partenza: arriviamo all’aeroporto circa 2 ore e mezzo prima, ma considerato l’orario, saremmo potuti tranquillamente arrivare 10’ prima dell’imbarco, in un aeroporto completamente deserto.

L’arrivo all’aeroporto di Tel Aviv Ben Gurion è in leggero ritardo intorno alle 10:30, ma viaggiando senza bagagli, sbrighiamo velocemente le procedure aeroportuali, stampando un “visto” alle apposite macchinette predisposte agli arrivi, che dovrà poi essere mostrato insieme al passaporto all’addetta ai controlli: avendo letto di file interminabili, tale celerità ci ha sorpreso positivamente.

Il visto dovrà essere allegato sempre al passaporto, in quanto sarà richiesto non solo al momento della partenza, ma anche in altri momenti del viaggio (hotel, in alcuni negozi, ecc). Usciti quindi dal Terminal 3 e diretti a Gerusalemme, sorge il primo dubbio: come arrivare in città? Taxi, Taxi collettivo (“Sherut”), treno o autobus? Proviamo subito con lo Sherut, il cui costo è di circa 60 shekel (17 €) a persona, ma dopo circa 30’ di vana attesa perché il pulmino si riempia, decidiamo di optare per il treno.

Lo Sherut, come potrete leggere su diverse guide, è un mezzo di trasporto condiviso con altre persone e pertanto occorre attendere il riempimento dello stesso per partire.

Il treno invece si dimostra un mezzo efficiente, sicuro ed economico: in 26’ esatti, con arrivo e partenza agli orari indicati, arriviamo alla Stazione Centrale di Gerusalemme (Jerusalem – Yitzhak Navon), al costo di circa un paio di euro.

Potete comodamente vedere gli orari sul sito o scaricando l’App (Israel Railways).

La stazione centrale è su Jaffa Street, la via principale di Gerusalemme West, lungo la quale si affacciano le principali attività della città moderna: prendiamo il Bus #1 e, dopo circa 5 fermate, scendiamo alla stazione City Hall.

Possiamo finalmente effettuare il check in al nostro Hotel, in realtà una sorta di Ostello, il Post Hostel Jerusalem, dove soggiorniamo per 3 notti (370 euro in doppia), ma in una posizione centrale rispetto alle diverse attività che faremo nei giorni successivi.

Il primo giorno, o meglio la prima mezza giornata, la dedichiamo alla visita di Gerusalemme, senza un obiettivo preciso, gironzolando per la città, perdendoci tra le vie, osservando le persone, le diverse culture, cercando di vedere come vivono le persone, quali sono le attività che svolgono etc.

Così ci muoviamo a piedi, risalendo Jaffa Street verso la Stazione Centrale, svoltando a destra su HaRa Kuk Street: dopo circa 15’ ci ritroviamo nel cuore di Mea Shearim, un posto apparentemente al di fuori del mondo per noi occidentali, dove sembra di stare sul set di Shitsel (una serie tv di Netflix che consiglio di vedere prima di partire per Gerusalemme).

Qui vivono gli Haredim, gli Ebrei ortodossi, riconoscibili per i cappelli e gli abiti neri, le camicie bianche ed i riccioli che scendono sul viso degli uomini (“payot”). Le donne invece con i classici copricapi o parrucche e con vestiti modesti.

Ai turisti viene esplicitamente richiesto, su striscioni o poster esposti nel quartiere, di vestire in modo rispettoso per la loro religione, in particolare per le donne niente vestiti scollati, con la giacca o la gonna fino al ginocchio, in segno di rispetto degli abitanti: anche utilizzare uno smartphone o fare foto con la reflex viene visto non molto bene e pertanto ci adeguiamo, rubiamo con gli occhi e con il cuore tutto ciò che si può osservare.

È uno dei posti che ci resterà maggiormente impresso nella memoria, un posto davvero al di fuori degli schemi.

Sempre a piedi, scendiamo fino alla Porta di Damasco (o Sha’ar Shkhem in ebraico) da cui ci addentriamo nella città vecchia, passando per il quartiere arabo, girovagando per quello cristiano, armeno ed ebraico, fino ad arrivare alla Chiesa del Santo Sepolcro.

Qui conosciamo casualmente una guida italiana, con cui ci accordiamo per effettuare una visita alla Città di Gerusalemme il giorno successivo:

Continuiamo la passeggiata attraverso la città vecchia, uscendo da New Gate ed attraversando il nuovo quartiere di Mamilla, un po’ antitetico rispetto alla città vecchia, molto moderno e con negozi esclusivi di alto livello.

Il mio consiglio è di dormire nella parte di Gerusalemme Ovest, lungo Jaffa Street, dove è possibile trovare in ogni momento della giornata bar, ristoranti, caffè, mercati, street food, ecc e raggiungere in circa 10’ a piedi la Città Vecchia e tante altre attrazioni.

Finiamo esausti il primo giorno, dopo aver dormito circa 2 ore e con più di 10km sulle gambe, che sarà anche la media giornaliera dei giorni successivi.

Giorno 2: Gerusalemme

Sveglia presto, colazione presso il Kadosh Cafè Patisserie, che diventerà il nostro punto di ritrovo per iniziare la giornata, ed appuntamento alle 8:30 in punto con Davide, la nostra guida che ci aspetta sotto l’hotel con un apposito taxi prenotato.

Ci dirigiamo subito al Monte degli Ulivi, dove Davide, ex Professore e Preside italiano, ci spiega la storia di Gerusalemme, facciamo insieme un po’ di ripasso del Vangelo e della Torah, ovviamente dal suo punto di vista, ci illustra un po’ di usi e costumi della cultura e religione Ebraica, cosa è lo Shabat, ecc…

Dalla sommità del Monte degli Ulivi si gode una vista insuperabile della città e delle sue mura, le torri, la Cupola della Roccia e del cimitero degli Ebrei. Posto perfetto per scattare fotografie ricordo.

Da qui scendiamo all’Orto del Getsemani, per dirigerci poi alla Lion’s Gate ed entrare nella città vecchia, passando al Quartiere Ebraico fino al Monte Sion, con la Tomba del Re David e luogo dell’Ultima Cena.

Davide ci consente una breve sosta in una panetteria rigorosamente Kosher, dove ci consiglia di rassaggiare pane e dolci tipici di Gerusalemme.

Da qui ci dirigiamo poi alla Spianata delle Moschee, con la Moschea Al-Aqua e soprattutto la Cupola della Roccia, luogo sacro sia per l’Islam (rappresenta infatti il luogo da cui Maometto partì per il suo Viaggio Notturno) sia per l’Ebraismo (sorge su una lastra di pietra ritenuta sacra in quanto qui Dio creò Adamo e sempre da qui Abramo si apprestò a sacrificare Isacco).

Ci spostiamo quindi verso il Monte del Tempio ed al Muro Occidentale del Pianto, quel che resta delle mura del Tempio distrutto dai Romani, diviso in due parti, una per gli uomini ed una per le donne.

Riprendiamo quindi la Via Dolorosa che ripercorre di fatto la Via Crucis e culmina nel Monte Golgota, dove venne crocifisso Gesù: qui entriamo finalmente nel Chiesa del Santo Sepolcro, luogo in cui secondo la tradizione cristiana sarebbe avvenuta la crocifissione, la sepoltura e la resurrezione di Gesù.

È uno dei luoghi più mistici di Gerusalemme, un simbolo per noi Cristiani e si respira davvero un’aria di spiritualità incredibile, dove è possibile incontrare Cristiani di diverso ordine, cattolici, greci ortodossi, armeni, copti ed etiopi.

A questo punto di congediamo da Davide che ringraziamo per la sua pazienza e per averci dato una quantità infinita di informazioni.

Giorno 3: Betlemme e Gerusalemme

Oggi è il giorno di Betlemme: dopo aver letto nei vari blog o diari di viaggio, quali potessero essere le diverse alternative, decidiamo di muoverci per conto nostro con i mezzi pubblici.

La partenza è alla fermata dei bus a Damascus Gate, dove saliamo sul bus #231, acquistando il biglietto direttamente a bordo, e per pochi euro, in circa 30’ e 15 fermate, scendiamo a HaRozmarin, finalmente in Palestina.

La scenografia cambia completamente, in pochi minuti ci troviamo catapultati in un altro mondo ancora, tipicamente arabo, con tutti i pregi e difetti: per circa 40€ prendiamo un taxi, con cui un driver palestinese ci guiderà per circa 3 ore in giro per Betlemme.

Così iniziamo la nostra visita con la Basilica della Natività, ossia in quella che è considerata essere il luogo della nascita di Gesù Cristo, ed in particolare nella “grotta della Natività”: un luogo davvero mistico e suggestivo, dove peraltro partecipiamo ad una tanto veloce quanto suggestiva messa.

Quindi ci dirigiamo alla Grotta del Latte, dove secondo una leggenda del VI secolo, la Madonna si nascose qui durante la strage degli Innocenti, per sfuggire i persecutori inviati da Erode.

Torniamo quindi al nostro Taxi, che ci conduce nel vicino villaggio di Beit Sahur, la casa dei “guardiani”, a circa 2 km di distanza, dove abbiamo modo di visitare “Il Campo dei Pastori”, il luogo in cui si presume alloggiassero i pastori la notte della Natività e dove un Angelo avesse annunciato la nascita di Gesù Cristo.

Riprendiamo il viaggio, passando dal “sacro al profano”: chiediamo di poter vedere da vicino il “famigerato” Muro di separazione, fatto costruire da Ariel Sharon nel 2002, che separa Israele dai Territori palestinesi in Cisgiordania, la West bank.

Percepiamo chiaramente come la Street Art, nel corso degli anni abbia assunto un ruolo particolare, non solo di condanna politica, ma anche di richiamo per il turismo: un’enorme tela in cui artisti di fama mondiale, come Banksy, Blu e How & Nosm, Ericailcane, riescono ad esprimere il proprio dissenso politico.

Il muro diventa quindi una tela gigante, dove artisti locali e di tutto il mondo lanciano non solo messaggi di pace, mediante immagini ironiche, di speranza o slogan per una Palestina libera, ma anche a volte messaggi violenti, di chiaro incitamento alla ribellione o semplicemente di dissenso politico.

Dopo circa 3 ore, riprendiamo il bus pubblico #231 per il ritorno: stavolta, a differenza dell’andata, la Polizia ci ferma al Check Point per il controllo dei documenti. Restiamo in attesa per circa 40’, ma il controllo stesso avviene invece in modo semplice, sicuro e veloce.

Importante: portate con Voi sempre il passaporto ed il Visto che vi è stato consegnato all’ingresso in Israele.

Il pomeriggio lo dedichiamo alla visita del Museo di Yad Vasheim, il complesso commemorativo delle vittime dell’Olocausto, una visita di circa tre ore che non può mancare in un viaggio a Gerusalemme, un luogo davvero toccante, un percorso emozionale che ha il compito di non dimenticare le atrocità del nazismo e dei campi di sterminio. È leggermente fuori Gerusalemme, ma si raggiunge facilmente in circa 40’ con il filobus #1, da Damascus Gate e scendendo ad Har Herzl.

Al ritorno, scendiamo alla fermata Mahane Yehuda e ci perdiamo nel mercato omonimo, un vero stimolo per tutti i sensi, che può risvegliare in particolare il gusto e l’olfatto, offrendo un enorme assortimento di prodotti, in un ambiente multicolore e multisensoriale. È lo Shuk, il Mercato tradizionale, una delle principali attrazioni di Gerusalemme, dove si possono trovare oltre 250 tra venditori ambulanti e negozi, dove è possibile incontrare persone di ogni tipo, Ebrei ortodossi, palestinesi, armeni, arabi, etiopi mescolati ai turisti.

Terminiamo la serata, cenando insieme ad alcuni amici italiani incontrati casualmente, vicino a Mahane Yehuda, dopo una giornata impegnativa ed avendo percorso circa 14 km a piedi.

Si conclude qui il nostro soggiorno a Gerusalemme, una città che ti entra dentro, dove ti sembra di essere al Centro del Mondo, da cui tutto ha avuto origine, in cui sono nate e convivono, purtroppo non sempre pacificamente, le 3 principali religioni monoteistiche. Credo sia una delle città che mi hanno entusiasmato di più, per i tanti motivi sopra raccontati.

Giorno 4: da Gerusalemme alla Galilea

Lasciamo di prima mattina Gerusalemme, in treno verso l’aeroporto, dove al Terminal 3 ritiriamo la vettura prenotata tramite Rentalcars nei giorni precedenti.

Ci dirigiamo verso nord in Galilea, tramite l’autostrada #6: la prima fermata è Megiddo, una località a circa 90 km a nord di Tel Aviv.

Nell’antichità Megiddo era un’importante città stato, abitata dal 7000 al 500 a.C., le cui rovine sono ancora ben visibili nel sito archeologico, posto sulla sommità di una collina.

Ma il vero motivo per cui ci siamo spinti qui, non è storico né religioso, quanto piuttosto la curiosità suscitata in me, la prima volta che ho letto la storia di Megiddo: forse il nome potrebbe non dirvi nulla, ma se dicessi Armageddon? Secondo alcune interpretazioni della Bibbia cristiana, è questo il questo luogo interpretabile con il nome di Armageddon (dall’ebraico antico Har Məgiddô, ossia “Monte di Magiddo”), in cui dovrebbe accadere il Giudizio universale, ovvero il luogo della battaglia finale tra il bene e il male, tra le forze condotte da Cristo e quelle condotte da Satana ed in cui, al termine della battaglia, dovrebbe iniziare il giudizio finale, la fine dei tempi come riporta il libro biblico dell’Apocalisse di Giovanni (fonte Wikipedia). Sarà stata forse l’auto suggestione esercitata nei giorni antecedenti il viaggio, ma vi assicuro che l’atmosfera e l’emozione che si percepisce in questo posto è davvero incredibile. Dopo oltre un’ora, ripartiamo alla volta di è Beit She’an, circa 40 km ad est di Megiddo e meno di 15 km dal confine con la Giordania.

Beit She’an è uno straordinario sito archeologico, dove è possibile ammirare i resti ottimamente conservati della omonima città romana, dove le strade colonnate, un teatro da 7000 posti di 1800 anni fa, due strutture termali ed enormi colonne di pietra, che giacciono proprio dove caddero durante il terremoto del 749 d.C., evocano la grandezza dell’antica vita di questa provincia romana. Dedichiamo a questa attività circa tre ore intense, fortunatamente senza troppi visitatori, ma abbastanza in solitaria.

Verso le 16:00 ripartiamo verso il nord, costeggiamo il Lago di Tiberiade, a 213 metri sotto il livello del mare, per arrivare dopo circa 1h 30’ a Safed, in un impronunciabile ebraico Tzfat, una cittadina a 900 metri d’altitudine, 15 km a sud del Libano e 30 km dalla Siria.

Dormiamo presso l’Artist Quarter Guesthouse, dove Joy e suo marito, una coppia ebrea americana, ci accoglie e ci fornisce indicazioni utili sulla cittadina e soprattutto ci presenta Madi, un architetto ebreo, che sarà la nostra guida “italiana” a Safed, avendo studiato nove anni a Milano. Ci suggeriscono di andare a cena in un ristorante Kosher, Bashert Restaurant, frequentato esclusivamente da Ebrei Haredim ed i sottoscritti.

Safed è considerata una delle quattro città sante per l’ebraismo ed è la città della Cabala, dove ci si sente totalmente immersi nella cultura ebraica: ritengo sia una tappa importante per immergersi in una città quasi interamente abitata da ebrei, al contrario del resto di Israele e della Galilea a maggioranza musulmana.

Mati ci porta su un’altura da cui si gode una vista impagabile sulla Valle del Golan, nonché il Libano e la Siria, visitiamo quindi Safed e ci porta nell’ordine a casa dei propri genitori, una vera casa ebraica ortodossa, un atelier di un artista ebreo ed infine mangiamo insieme dei dolci ebraici. Dopo circa 2 ore ci congediamo da Mati ed iniziamo la visita dei luoghi santi Cristiani a pochi chilometri di distanza, verso il Lago di Tiberiade, la Terra Santa in cui Gesù visse e manifestò tutta la sua natura di uomo e Dio.

Nell’ordine Cafarnao, dove Gesù scelse i suoi discepoli, facendoli testimoni della sua grandezza, la Chiesa del Primato di San Pietro, che ricorda l’apparizione di Cristo risorto ai suoi discepoli sulle rive del lago, in cui diede il primato di Pietro sulla chiesa, il Monte delle Beatitudini, il luogo in cui secondo la tradizione cristiana i Gesù pronunciò il suo sermone della montagna sulle beatitudini (Vangelo secondo Matteo 5,1-7,29) alle genti, Chiesa della moltiplicazione dei Pani e dei Pesci (Marco 6,34-44) a Tabgha.

Proseguiamo poi per Nazareth, per una visita veloce alla Basilica dell’Annunciazione, in cui secondo il Nuovo Testamento l’arcangelo Gabriele apparve a Maria e le annunciò che era incinta di Gesù, e la Casa

In serata raggiungiamo finalmente Tel Aviv, dove soggiorniamo al Cinema Hotel – an Atlas Boutique Hotel.

Giorno 6 – Tel Aviv

L’ultimo giorno è interamente dedicata alla visita di Tel Aviv, che giriamo a piedi, partendo da Dizengoff Square, risalendo per Rothschild Boulevard, la prima strada della città moderna, lungo la quale sorgono le ville storiche dallo stilo Bauhaus, attraversando il quartiere di Neve Tzedek, il tipico del quartiere ebraico più antico della città, per arrivare infine a Jaffa, il vecchio centro storico di Tel Aviv, con le sue stradine e vicoli, le botteghe, gli edifici medioevali ed il porto.

Risaliamo la città verso nord, lungo le splendide spiagge per circa 4 km, passando per il lungomare Tayelet fino alle spiagge di Frishman e Gordon Beach.

Il totale dei km percorsi a fine serata è di 14 km, ma ormai la vacanza è finita, arriviamo all’aeroporto di Tel Aviv da cui partiamo con un volo Ryanair alle 21:00.

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