Thailandia: natura selvaggia, eco-turismo e sessioni di yoga a sud del Paese

Il sud della Thailandia è un richiamo tropicale. Le sfumature verde smeraldo del Mar delle Andamane e quelle del Golfo del Siam si fanno giada quando incontrano la sabbia dorata del bagnasciuga, e culminano in un incontro spumeggiante che regala costellazioni di conchiglie. Paesaggi marini dai tratti esotici e fiabeschi sono una trama ricorrente, spesso incorniciati da altari di roccia, monoliti e isolette che costeggiano i litorali: le formazioni calcaree sono tipiche a sud del Paese. Meraviglie che emergono vertiginose dal mare, alcune di hollywoodiana memoria come quella di Khao Phing Kan, un gigante di pietra alto 20 metri dalla singolare forma di cono con base rovesciata che tutt’oggi viene chiamato “The James Bond Island”, in omaggio ad una delle scene di 007 che venne ripresa proprio in questo luogo. Rendendo merito allo splendore di alcune location che gli ha valso cotanta fama, e che tutt’oggi sono corteggiate da un turismo “da copertina”, rifuggiamo le mode e scopriamo la bellezza autentica di alcuni angoli più selvaggi di questa parte del Paese, punteggiata da un’infinità di isole e isolette.
Possiamo esplorare sperimentando delle bellissime esperienze, magari a bordo di una long-tail boat, scivolando sulle acque di cristallo del mare, o su quelle torbide delle lagune, schivando dedali di mangrovie, oppure ciondolando sul dorso di un elefante lungo gli itinerari dei parchi naturali, tra l’intreccio arboreo di alcune delle foreste più antiche del mondo, tra cascate e specchi d’acqua, habitat di una fauna selvaggia e di una flora sorprendente, come la Rafflesia, il fiore più grande del pianeta, esemplare di arcaica bellezza appartenente ad un ecosistema che risale a 160 milioni di anni fa. Il sud della Thailandia è la destinazione perfetta per una vacanza attiva, e le attività sportive che si possono svolgere sono tantissime, dalle immersioni subacquee, al trekking, all’arrampicata sportiva, ma allo stesso immersiva, perfetta per ritrovarsi e ricaricarsi con sessioni di yoga e “bagni di foresta”. Infine, possiamo scoprire questo angolo del Paese incontrando le popolazioni locali, custodi di ataviche tradizioni, come i fieri pescatori “Chao Ley” (nonché sub eccezionali), meglio conosciuti come “Moken” o “zingari del mare”. Fiuto anfibio e un sapere millenario che si tramanda da generazione in generazione: gli bastano polmoni allenati e piccoli occhialini artigianali fatti su misura in legno e vetro per le loro immersioni, un inno alla semplicità, alla conoscenza del mare e dei propri limiti.
La scorsa settimana, la rubrica “Altro viaggiare”, vi ha portato alla scoperta della Thailandia del Nord e di Bangkok, ora puntiamo la bussola a sud del Paese per conoscere alcune destinazioni dove vive ancora l’autentico stile di vita thai, un viaggio all’insegna del turismo consapevole, alla ricerca di bellezza e di noi stessi.
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Arcipelago di Similan e Surin
In Thailandia si potrebbe dire “ad ognuno la sua isola”, ma per chi è alla ricerca di atolli selvaggi e distanti dalla confusione, la parte meridionale del Paese offre tanti spunti. Tra le più belle ma perfettamente tutelate dal turismo di massa, spicca l’arcipelago delle Isole Similan e Surin, gioielli emersi nel mare delle Andamane che lambisce la costa occidentale del Paese. Queste terre sono rimaste vergini grazie alla decisione del governo thailandese di farne un’area protetta, raggiungibile dal porto del villaggio costiero di Khao Lak, situato nella provincia di Phang Nga. L’arcipelago appartiene al Parco Marino di Similan: 9 atolli tra i quali si estende la barriera corallina più bella di tutta la Thailandia, una fantasia sommersa di vita a colori che conta un’infinità di specie. Meritano un’escursione in barca e un tuffo nelle acque cristalline le Isole protette di Surin, un arcipelago di 5 atolli incontaminati raggiungibili da Khao Lak o dal molo di Khuraburi. Questo arcipelago ospita incredibili paradisi marini e terrestri che appartengono alla natura, gli unici abitanti sono i “Moken”, gli “zingari del mare”, un autentico esempio di vita in simbiosi con l’ambiente, dove noi ci sentiamo ospiti privilegiati.
Eco-turismo nella provincia di Krabi
La provincia di Krabi, lungo la costa sud-occidentale del Paese, è una delle migliori destinazioni eco-turistiche della Thailandia. Una costellazione di oltre 150 isole, eden di spiagge candide che si alternano a magnifiche grotte, che con le loro ombre e profondità, sono un richiamo all’avventura. La caratteristica morfologia delle coste di questa provincia sono proprio le formazioni della roccia calcarea che si rivelano in mondi ipogei e strabilianti falesie e archi rocciosi che si ergono e sovrastano le onde. L’Arcipelago di Phi Phi e l’Arcipelago di Hong sono noti per questi spettacoli della natura, incredibili formazioni geologiche che si rivelano in tutta la loro bellezza alla luce del sole, all’ombra delle cavità terrestri e nei mondi sommersi, quest’ultime molto amate dai divers professionisti.
La provincia di Krabi è la destinazione ideale per praticare immersioni subacquee e per vivere il mare a tutto tondo, magari noleggiando una canoa o un kayak, (consigliatissimi gli atolli di Koh Phonak o Koh Hong per queste attività), ma anche l’entroterra rivela incredibili ed entusiasmanti avventure lungo i numerosi percorsi da trekking o le sfidanti arrampicate, complici le vertiginose pareti rocciose, veri e propri paradisi per i climbers. Per vivere il brivido della speleologia, da non perdere il Parco Nazionale di Khao Phanom Bencha, e il Parco Nazionale di Than Bok Khorani, noto per le numerose grotte di roccia calcarea.
Questa provincia è un inno alla natura, ma è anche considerata uno scrigno di cultura: in base ai ritrovamenti archeologici, si pensa che Krabi fosse una delle più antiche comunità thailandesi, risalente all’epoca preistorica. Gli studiosi ipotizzano che il suo centro urbano possa corrispondere all’antica Ban Thai Samo, una delle 12 città degli antichi regni, un enigma ancora irrisolto di incredibile fascino.
Koh Phangan: mare, trekking e yoga nel Golfo del Siam
L’isola di Koh Phangan spunta dalle acque cristalline della Baia di Siam, che bagna la costa orientale del Paese. Si tratta di un paradiso tropicale che vanta alcune tra le più belle spiagge di tutta la Thailandia, e non solo: foreste incontaminate, barriere coralline e un entroterra simile ad un’Arcadia. I più conoscono l’isola per i Full Moon Party che si svolgono mensilmente secondo il calendario lunare, feste animate che fanno vibrare la notte, attrazione irresistibile per molti turisti alla ricerca di divertimento.
Ma questo eden non è solo festa, il suo genius loci è forte, identitario e autentico, come il richiamo del mare. Le onde sono un’attrazione da ascoltare, così la spiaggia, magari alloggiando in un classico bungalow sulla sabbia. La Bottle Beach viene considerata la più bella dell’isola, situata a nord-ovest, ma è ad est che consigliamo di andare: la costa orientale è la più selvaggia e meno frequentata. Persino raggiungere alcuni tratti si rivela un’entusiasmante avventura poiché accessibili solo via mare, veri e propri angoli di paradiso incontaminati dove regna la pace, orlati da una fitta giungla che arriva sino alla sabbia dorata. Thaan Sadet Beach, è piuttosto isolata, ma offre un piccolo compromesso: ospita una manciata di bungalow che affacciano sulla sua breve striscia di spiaggia che misura solo 70 metri, un gioiello circondato da una fiitta foresta alle spalle. Thong Nai Pan Bay è invece la più grande delle baie ad est di Koh Phangan ed è anche la più praticabile. Nonostante sia attrezzata e non manchino i servizi, è possibile cogliere quell’aura che la rende unica: uno spaccato di vita che segue ancora i ritmi del mare e le tradizioni dei pescatori.
Le atmosfere più autentiche dell’isola invitano a rallentare e a ritrovare se stessi anche attraverso la pratica millenaria dello yoga. Sull’isola sono numerose le scuole e gli insegnanti che propongono sessioni e corsi, anche sulla spiaggia, una bellissima opportunità per dedicarsi del tempo e acquisire delle tecniche utili per lo spirito e il corpo. Anche i “bagni di foresta”, l’antica pratica nata in Oriente per ritrovare la pace interiore, sono delle occasioni uniche per mettersi in contatto con la natura in un approccio olistico, coinvolgendo i sensi e acuendo le percezioni. L’entroterra di Koh Phangan è un richiamo anche per praticare trekking e concedersi delle lunghe passeggiate ascoltando il fragore delle cascate, il fruscio degli alberi e i suoni della fauna: la musica della natura accompagna un viaggio immersivo che si fa interiore.