Luxor e le meraviglie dell’antica Tebe
Indice dei contenuti
Viaggio con la Egyptair: volo da Roma al Cairo, proseguendo quindi per Luxor con un volo interno. Il passaggio dagli arrivi internazionali alle partenze dei voli nazionali non è semplice, avendo una sola ora a disposizione per poter effettuare il cambio. Il bagaglio in stiva verrà per fortuna ritirato all’arrivo a destinazione (non come mi è invece successo negli Stati Uniti tre anni fa, quando dovetti ritirarlo, passare il controllo doganale e reimbarcarlo al check-in: un bagno di sangue!). All’arrivo all’aeroporto del Cairo occorre però andare allo sportello bancario per acquistare il tagliando adesivo del visto, per 25 €, che verrà poi applicato sul passaporto. Poi occorre mettersi in fila, superare il controllo doganale dell’area transiti voli nazionali, e quindi proseguire per un controllo di sicurezza e raggiungere il gate al piano superiore. Non comprate bottiglie d’acqua prima dell’imbarco nei voli egiziani: ve la faranno cestinare! Immediatamente prima dell’imbarco, occorre infatti superare un ulteriore controllo di sicurezza, secondo standard anche più rigidi rispetto a quelli europei (ad esempio, c’è l’obbligo di togliersi anche le scarpe!).
Arrivo in tarda serata all’hotel Nefertiti, che si è rivelato la soluzione più economica e più comoda per chi volesse facilmente visitare la città. L’hotel, infatti, sorge ai margini del suq, di fronte al Tempio di Luxor, in pieno centro, e vanta un ristorante di cucina tradizionale egiziana, dove assaggerò, tra le altre cose, anche un delizioso piatto a base di tenerissima carne di cammello, e un’agenzia turistica, la Aladdin Tours, grazie alla quale potrò, ad un prezzo molto conveniente, organizzare un tour personalizzato che mi terrà occupatissimo per due giorni interi, svegliandomi di buon’ora, ma con la possibilità di non trascurare i luoghi più significativi di questa città, incluso un piacevolissimo giro in feluca, sul Nilo, fino a raggiungere la famosa Isola di Banana.
Il momento più piacevole, durante il soggiorno in quest’hotel, è la colazione sulla terrazza dell’edificio: una finestra aperta verso il fiume Nilo, il Tempio di Luxor e il cielo puntellato di coloratissime mongolfiere in volo!
Una cosa occorre non dimenticare durante la propria permanenza in Egitto: la bakshish, ovvero la mancia, è praticamente obbligatoria ovunque, per cui occorre cercare di avere parecchie banconote di piccola taglia.
Altra nota, in merito alla guida turistica: qualsiasi guida sarà molto abile nel farvi visitare a Luxor (ma la situazione alle Piramidi di Giza è simile): 1) un laboratorio di lavorazione dell’alabastro, 2) un laboratorio artistico di pittura su papiro, 3) un laboratorio di produzione di essenze (che loro chiamano “profumeria”, ma che non ha nulla a che vedere con i venditori di oli profumati di altre aree mediorientali). Tenetelo presente, prima di acquistare per conto vostro dei souvenir. Preparatevi inoltre, se visiterete il suq, a venditori estremamente insistenti, probabilmente non ne incontrerete altrove di simili!
Per quanto riguarda i mezzi di trasporto, troverete piuttosto insistenti le proposte da parte dei cocchieri, spesso disperati in quanto, pur in assenza di turisti da trasportare in calesse, devono comunque nutrire i propri animali. Magari preferire loro ad una corsa in taxi potrebbe dare una grossa mano, oltre ad essere anche un’esperienza divertente.
Il problema principale che sta causando un calo delle presenze turistiche è il terrorismo: gli attentati di Bir el Abed (300 morti), Hurghada (due turiste uccise), Minya (attentato contro autobus di pellegrini copti), e le esplosioni nelle chiese di Alessandria e Tanta sono gli episodi avvenuti nel solo anno 2017. In realtà Luxor è una località molto tranquilla e sicura, dove troverete ad ogni angolo polizia armata pronta ad intervenire, e posti di blocco regolari praticamente ovunque, che impedirebbero a chiunque un’eventuale fuga in caso di attacco. Ovviamente prima e durante il viaggio, è necessario monitorare la situazione attraverso i media locali e consultando il sito Viaggiare Sicuri della Farnesina. Non dimenticate di registrare, inoltre, il vostro viaggio sul sito Dove Siamo nel Mondo, in modo da facilitare un eventuale intervento, in caso di bisogno, da parte delle nostre Rappresentanze in loco.
“Luxor” è la versione “europeizzata” dell’arabo “al uqSur”, ovvero “i palazzi”, nome dati dagli arabi al luogo. Con lo stabilirsi dell’Islam, trovarsi ad est o ad ovest del fiume Nilo ha perso ogni significato. Per gli antichi egizi, invece, la sponda orientale del fiume, ovvero quella dove sorge il sole, veniva considerata la “città dei vivi”: era lì che sorgevano i luoghi di culto e i quartieri residenziali. La sponda ad ovest del Nilo, invece, orientata verso il tramontare del sole, era quella che indicava la “città dei morti”, ed è qui che troviamo, infatti, tutti i monumenti funebri, le sepolture e i templi dedicati ai Faraoni defunti.
Il mio itinerario, che è in sequenza quello che suggerisco anche a voi, incomincia proprio da quest’ultima area, oltre la fertilissima terra di campi coltivati e coloratissimi frutteti, lì dove incomincia il deserto, perché è proprio lì, tra le sabbie, che gli antichi egizi trovavano un ambiente adatto alla conservazione delle loro mummie. Beh, incominciamo pure il nostro viaggio!
I COLOSSI DI MEMNONE
Entrando nell’area archeologica della sponda occidentale del Nilo provenendo dal villaggio di New Gurna, si incontrano ai margini del deserto queste due enormi statue monolitiche, a dare il benvenuto ai visitatori. Alte quasi 17 mt. In seguito ad un terremoto, avvenuto nel 27 a.C., una delle due statue, quella settentrionale, con il riscaldarsi al mattino attraverso i raggi solari e la conseguente evaporazione dell’umidità notturna, emetteva un suono simile a quello di una cetra, dando vita alla leggenda secondo la quale l’eroe omerico Memnone, figlio di Eos (l’Aurora) e di Titone, ucciso da Achille, sarebbe apparso a Tebe tramutato in statua, e ogni mattina avrebbe emesso il proprio grido di lamento alla vista della madre. Settimio Severo fece poi restaurare alla fine del II sec. la statua, dando fine al suo canto. In realtà si tratta di parte del tempio memoriale di Amenofi III (Amenhotep III, 1387/1350 a.C.), ora completamente distrutto. L’accesso al sito è gratuito.
IL TEMPIO DI HABU
A ovest dei Colossi sorge questo tempio, sul luogo dove apparse per la prima volta il dio creatore Amon. Dapprima vi era su questo sito un tempio dedicato appunto al culto di questo dio egiziano. Il luogo venne quindi scelto da Ramesse III (1184/1153 a.C.), perché fungesse da proprio tempio memoriale. Il complesso è davvero interessante. Notevole è la Grande Sala Ipostila al suo interno. Inoltre, sul muro settentrionale possono essere ammirati dei preziosi bassorilievi dedicati alle battaglie di Ramesse III contro i Popoli del Mare. Il luogo è anche ricordato per aver assunto la funzione di centro amministrativo di Tebe Ovest, e per aver ospitato probabilmente il primo sciopero della storia, quello degli operai e degli artigiani di Deir el Medina. Raccapricciante la scena rappresentata nel primo cortile, dove il bottino di guerra illustrato includeva cumuli di mani e falli tagliati ai soldati nemici. L’accesso al sito costa 60 EGP.
IL VILLAGGIO OPERAIO DI DEIR EL-MEDINA
In mezzo, tra la Valle delle Regine e la Valle dei Re, si trovano i resti di questo villaggio, che ospitava gli artisti e gli operai addetti all’allestimento delle tombe reali. Comprendeva una settantina di abitazioni all’interno di una cinta muraria, ed una cinquantina al suo esterno, ed ospitava all’incirca 400 persone. La riscoperta di questo sito, ad opera dell’italiano Ernesto Schiapparelli, ha permesso di ricostruire lo stile di vita e la dieta seguita da questi lavoratori. Ad esempio, sappiamo ora che la settimana lavorativa durava 9 giorni, il decimo invece ci si riposava, e la paga di questi operai era principalmente a base di pesce e grano.
Il biglietto di entrata, che costa 80 EGP, permette di visitare anche le due tombe di Sennutem (o Sennegem) e Inherkha. Sennutem (il cui nome significa “dolce fratello”) era un funzionario egizio con l’incarico di sorvegliante della necropoli. La sua tomba è riccamente decorata di scene che si ritrovano un po’ in tutte le altre: i suoi figli mentre compiono sacrifici in onore del padre defunto, il dio Anubi con la testa da sciacallo, mentre lo introduce nell’Aldilà, il defunto mentre adora Ra, Osiri e Ptah, e scene tratte dal Libro dei Morti…
Inherkha era caposquadra, e visse qualche decennio dopo Sennutem. Anche questa tomba mostra dipinti raffinati, tra i quali il gatto di Eliopoli mentre uccide il serpente Apopi, l’albero sacro, il defunto che adora il disco solare…
Le tombe vengo periodicamente aperte al pubblico e chiuse per restauro, per cui, se doveste recarvi in questi luoghi, sappiate che potreste aver accesso ad altre tombe qui non descritte. Questo vale anche per le altre aree di sepoltura che descriverò in seguito.
LE TOMBE PRIVATE O TOMBE DEI NOBILI
A est di Deir El-Medina sorgono le famose “Tombe dei Nobili”, complesso di oltre 500 tombe, che si discostano da quelle dei sovrani, in quanto presentano anche scene di vita quotidiana, permettendoci di riviverle come in un viaggio indietro nel tempo. Un biglietto di 60 EGP permette l’ingresso alle tombe più conosciute, ovvero Menna e Nakht.
Menna era uno scriba della XVIII dinastia (1550-1075 a.C.). Nella sua tomba i dipinti più belli sono quelli dedicati ai lavori agricoli, tra i quali la mietitura, nonché quelli di scene di vita quotidiana, come la ragazzina che toglie la spina dal piede di un’amica, o la mamma mentre culla il proprio bambino sotto un albero. Altra scena da non perdere è il defunto, mentre, in compagnia di sua moglie, pesca su una barca di papiro.
Anche Nakht era uno scriba. Inoltre, era astronomo di Amon. La sua tomba presenta scene della vita campestre, come lo scavo di piccoli canali di irrigazione, vendemmia, pesca, caccia nel Delta del Nilo. Su di una parete è raffigurato il banchetto funebre, dove appare per la prima volta nella pittura tebana un nudo femminile.
IL RAMESSEO
Di fronte alle Tombe dei Nobili sorge il Ramesseo, ovvero il Tempio di Ramesse II (1279/1212 a.C.), che è da molti considerato il più bel monumento di Tebe Ovest, ed ha un’estensione di 15.000 m2. Il primo pilone di questo tempio è decorato con scene della celebre battaglia di Qadesh, contro gli Ittiti. A terra, vicino al secondo pilone, giace quel che resta del Colosso, che rappresentava Ramesse II, che raggiungeva l’altezza di ben 20 mt. Sposa del sovrano era la famosa Nefertari. Al tempio si accede acquistando il biglietto d’ingresso, del costo di 60 EGP.
LA VALLE DELLE REGINE
Ad ovest del villaggio operaio di Deir El-Medina sorge la bellissima Valle delle Regine. In questa necropoli sono sepolti i principi e le principesse di sangue reale, alcuni personaggi di spicco della corte reale, e, a partire dall’epoca di Ramesse II, le regine, o “spose reali”. Un biglietto di ingresso di 80 EGP permette di visitare le due tombe di Khaemwaset e Amonherkhepshef, figli di Ramesse III. Un costosissimo biglietto di 100 €, invece, permette la visita della bellissima tomba di Nefertari, moglie di Ramesse II. Khaemwaset, figlio di Ramesse III, morì in giovane età. Questo è indicato dalla rappresentazione del defunto, ritratto con una tunica e la treccia, che ne indica la fanciullezza. Amonherkhepshef era principe ereditario, e morì attorno ai 15 anni d’età. Questa è la tomba che vanta, nella Valle delle Regine, splendidi rilievi con lo stato migliore di conservazione. Bella la scena del defunto, tenuto per mano dal padre, nell’atto di presentare il figlio morto agli dèi che lo accompagneranno nel viaggio verso l’Aldilà. All’interno di questa tomba vi è una teca in vetro contenente un feto, che in realtà, però, non ha nulla a che fare con la tomba che l’accoglie (proviene da un’area a sud della Valle).
DEIR EL-BAHARI E IL TEMPIO DI HATSHEPSUT
Tra le Tombe dei Nobili e la Valle dei Re sorge questo complesso di più templi, ricavato in una valle ritenuta sacra alla dea Hathor, collegata al culto funerario. Indubbiamente è il Tempio di Hatshepsut a farla da protagonista, essendo la costruzione più imponente di Tebe Ovest. Caratteristica del tempio è la disposizione su piani differenti, che ne risaltano le dimensioni e l’importanza. Hatshepsut è stata regina, la seconda donna a detenere il titolo di Faraone (1513/1458 a.C.). Alla morte di suo marito (e fratellastro) Tuthmosi II, venne nominata reggente insieme al figliastro Tuthmosi III, ma, grazie all’appoggio dei sacerdoti di Amon, si autoproclamò faraone, regalando un periodo di pace e prosperità all’Egitto. Una volta assunto il pieno potere, Tuthmosi III fece poi cancellare ogni traccia del ricordo della matrigna. È per questo motivo che le sue immagini nel Tempio sono sfregiate, rendendo il viso irriconoscibile.
Caratteristica è la Cappella di Hathor, ornata da pilastri con una maschera raffigurante la divinità, posta in cima, e le orecchie di vacca. Tra i bassorilievi, invece, i più interessanti sono indubbiamente quelli relativi alla spedizione nella Terra di Punt (attuale Somalia). Come in una guida di viaggio illustrata, vi si scorgono i particolari delle abitazioni indigene su palafitte, della flora e della fauna locali, delle materie prime di cui quella terra era ricca, quali cinnamomo, legni profumati, elektron (lega di argento e oro), pelli animali, mirra ed incenso.
Per accedere al Tempio occorre acquistare un biglietto di ingresso, del costo di 80 EGP.
LA VALLE DEI RE
Ecco infine l’attrattiva principale di Tebe Ovest: la famosissima Valle dei Re, luogo di sepoltura dei Faraoni, a partire da Tuthmosi I, per terminare con Ramesse XI, abbracciando un periodo di tre dinastie (dalla XVIII alla XX). A questo luogo sono legati i nomi di grandi archeologi, che, a partire dal Settecento, hanno dedicato la propria vita alla ricostruzione di uno dei capitoli più affascinanti della storia umana. In base ai dipinti pervenutici, sappiamo che questa valle è stata per secoli palcoscenico dei cortei funebri e dei rituali previsti, tra i quali l’Apertura della Bocca del defunto da parte del nuovo Faraone o del Grande Sacerdote, che aveva luogo davanti all’ingresso della tomba, per permettere di dare nuova vita alla salma, prima di sigillarla all’interno del luogo di sepoltura.
Un biglietto di ingresso del costo di 160 EGP permette la visita a 3 Tombe dei Re a scelta tra quelle aperte, tranne quella di Tutankhamon, per la quale occorrono circa 100 € (come per quella di Nefertari nella Valle delle Regine). Ricordatevi di acquistare il biglietto supplementare di 300 EGP per poter registrare video e scattare foto (senza flash!) all’interno delle tombe. Personalmente ho visitato le tombe di Ramesse III, Ramesse VI e Ramesse IX.
La tomba di Ramesse III (1186-1154 a.C.) venne definita la “tomba degli arpisti” dal suo esploratore James Bruce (1768), per via del bassorilievo che ritrae per l’appunto due arpisti ciechi. Lunga 125 mt, ha conservato intatti i suoi dipinti, tratti dalle “Litanie di Ra” e dal Libro delle Porte.
La tomba di Ramesse VI (1144-1136 a.C.) venne scoperta soltanto nel 1888 da George Daressy. È stata ricavata riadattando la tomba di suo fratello Ramesse V. I dipinti di questa tomba sono estremamente simbolici e illustrano il cammino che compie il sole nel suo viaggio notturno attraverso le caverne. Gli affreschi del soffitto illustrano invece il mistero della creazione del disco solare e la sua quotidiana rinascita, simbolo della rigenerazione dello stesso Faraone.
La tomba di Ramesse IX (1125-1107 a.C.) ripropone un po’ le stesse tematiche della tomba di Ramesse VI, illustrando le 75 trasformazioni del Sole durante il suo viaggio notturno. Questa è anche la tomba più vicina al cancello d’ingresso al sito.
IL TEMPIO DI KARNAK
Famoso scenario che fa da sfondo al celeberrimo film “Assassinio sul Nilo”, tratto dal giallo di Agatha Christie, il Tempio di Karnak è il protagonista indiscusso della zona orientale di Tebe (quindi a est del fiume Nilo, biglietto d’ingresso 120 EGP). Si tratta di uno dei complessi religiosi più vasti mai costruiti dall’uomo, con un’estensione di ben 2 km2. Il Tempio di Amon ne è il fulcro, e rapisce con la sua selva di colonne interamente scolpite. Luogo magico è inoltre il Lago Sacro, sulle cui acque si riflettono i colori accesi degli edifici, la maggior parte dei quali venne fatta costruire dai Faraoni dell’XVIII, XIX e XX dinastia (ovvero tra il 1570 ed il 1090 a.C.). La sera è possibile partecipare allo “Spettacolo di suoni e luci”, che permette di rivivere alcuni dei momenti salienti della storia di questo luogo, nonché di ammirare il Tempio avvolto da un meraviglioso gioco di luci.
IL TEMPIO DI LUXOR
Situato nel cuore della città (ingresso 100 EGP), questo tempio venne fatto costruire in massima parte da Amenhotep III e Ramesse II, coprendo il periodo tra il 1390 ed il 1213 a.C. Attrattive principali sono il Viale delle Sfingi (che lo collegava un tempo a Karnak), le Statue di Ramesse II, le magnifiche colonne del Cortile di Ramesse II e del Colonnato di Amenhotep III, ed inoltre la singolare presenza di una moschea (Abu al-Haggag), incastonata tra le antiche rovine.
ESCURSIONE IN FELUCA ALL’ISOLA DI BANANA
Questo è stato forse il momento più divertente dell’intero soggiorno a Luxor. La feluca è una tipica imbarcazione a vela dell’area del Nilo, agile e dai bei lineamenti slanciati. I paesaggi che si godono sulle due sponde del fiume e sulla città moderna di Luxor sono davvero magnifici. In meno di una ventina di minuti si raggiunge l’Isola di Banana, il cui nome dice tutto in merito ai paesaggi che vi troverete di fronte, una volta sbarcati! Un ristorante sull’isola offre gratuitamente un assaggio delle banane locali a tutti i visitatori, che possono scegliere dal menu piatti tipici della cucina egiziana. Il ritorno a Luxor è caratterizzato dai colori accesi del tramonto sul Nilo, da non perdere!
IL PALAZZO D’INVERNO: SULLE ORME DI AGATHA CHRISTIE!
Il Winter Palace Hotel è un albergo storico in stile vittoriano, inaugurato nel 1907, situato non lontano dal Tempio di Luxor, che venne costruito per ospitare l’aristocrazia europea. È durante un suo soggiorno proprio presso quest’hotel che Agatha Christie scrisse il suo celebre romanzo Assassinio sul Nilo! L’albergo ha inoltre ospitato altri celebri personaggi, come ad esempio Lord Carnavon, che finanziò Howard Carter, che poi scoprì la tomba di Tutankhamen. Anche Alberto I, Re del Belgio dal 1909 al 1934, soggiornò spesso in questo albergo. Al suo interno vi è un caffè dove è possibile sorseggiare una tazza di cioccolato caldo, immersi nell’atmosfera tipica di inizi ‘900: niente di meglio per poter concludere questo breve ma intenso soggiorno in una delle città più affascinanti dell’Africa e dell’intero pianeta!
Andrea Bonfitto