Egitto, tra storia e blu del Mar Rosso
Siamo due coniugi over 50 abituati ad organizzare sempre da soli i nostri viaggi.
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Per l’Egitto i nostri amici e parenti ci dicevano che il “fai da te” era pericoloso e ci esortavano a rivolgerci a un tour operator. Ne abbiamo contattati parecchi, ma ci proponevano i loro programmi standardizzati, solo lievemente riadattati, con prezzi per noi inaccessibili. Sostenevano all’unanimità che non esistevano crociere sul Nilo con una sola notte in motonave. Proponevano tutti minimo 3 notti da Aswan a Luxor o 4 da Luxor ad Aswan. Ma leggendo bene i programmi delle crociere era evidente che fanno dormire in nave nei porti di partenza e di arrivo, ma la navigazione è sempre una sola notte. Testardamente abbiamo cercato qualcuno che proponesse una sola notte di crociera e lo abbiamo trovato tramite Get your guide.
Prima di prenotare qualsiasi cosa abbiamo stipulato un’assicurazione viaggio on line con Traveleasy, polizza top a soli 87 euro a coppia, per assistenza in loco, spese sanitarie, bagaglio ecc. Inoltre prevedeva anche il caso di annullamento del viaggio per malattia (esempio Covid) o altre cause gravi, con una franchigia del 15%. Notare che per avere il rimborso di spese tipo voli, bisognava comprarli dopo aver stipulato l’assicurazione (o al massimo nei due giorni immediatamente precedenti).
Abbiamo prenotato on line il pacchetto-crociera proposto da Get your guide, gli hotel con booking.com e i voli con i siti delle compagnie o dove costavano meno. Abbiamo bilanciato un po’ la nostra autonomia ricorrendo all’aiuto di una guida locale, scoperta su Facebook, per le visite guidate al Cairo e a Luxor. Egiziano di residenza al Cairo parla però un perfetto italiano ed è molto navigato non solo come guida ma anche come organizzatore di viaggi. Ci ha rassicurato il fatto che fosse sempre reperibile al telefono e disponibile a venire incontro alle varie necessità. Le quote concordate per le visite guidate includevano: guida in lingua italiana, trasferimenti in auto ed eventuali altri mezzi di trasporto, ingressi ai siti visitati, pranzi (tranne bevande), mance. Ovvio che è stata una voce di spesa abbastanza ingente, ma organizzare tutti i giri da soli sarebbe stato pesante
Abbiamo viaggiato 12 gg fine settembre/inzio ottobre. Mai vista una nuvola e temperature fino a 40 gradi. Beh, in Africa ce lo aspettavamo ed eravamo attrezzati! Borracce termiche, ventagli, cappelli, occhiali da sole, crema solare. Inoltre antizanzare spray per la pelle ed elettrico per la stanza (non servono adattatori basta che gli spinotti siano solo due). Utile anche una buona scorta di medicine, fra cui fermenti lattici potenti da prendere ogni giorno, Imodium e un antibiotico specifico in caso di infezione gastrointestinale. Per scongiurare la cosiddetta “maledizione di Tutankhamon” meglio usare acqua in bottiglia, perfino per lavare i denti e non mangiare verdure crude o frutta non sbucciata.
Avevamo i passaporti e il visto lo abbiamo fatto all’aeroporto. Chi ha la carta d’identità deve avere anche due foto tessera con sé, col passaporto non servono perché ti applicano direttamente il visto lì. Gli sportelli delle banche che vendono i visti sono aperti anche in piena notte. Anche lo sportello Vodafone era aperto di notte: per comprare subito una SIM egiziana con traffico dati e voce (telefonate in Egitto) della durata di un mese con 20 giga abbiamo speso 16 euro. Per noi è stato una manna avere la scheda, anche se molti hotel avevano WiFi.
Abbiamo deciso di volare da Verona, città più vicina a noi, anche se da Malpensa sarebbe stato più economico e c’era il volo diretto su Cairo. Per l’Egitto non ci sono state formalità né problemi legati alla pandemia. Ci sono stati invece molti controlli della polizia, per la sicurezza, specialmente in aeroporto o quando si fanno gite, per cui le guide hanno sempre necessità di avere in anticipo le foto dei passaporti per fare i permessi.
Programma: 2gg Cairo (Museo Egizio, Piramidi di Giza, Sfinge, giro in feluca sul Nilo, Menfi, Saqquara sito e piramide Djoser, Cittadella del Saladino con moschea antica e moschea di alabastro, Khan el Khaili, Via El Moetz/Old Cairo); 2 gg Aswan (grande Diga, tempio di Philae, mercato spezie) e gita ad Abu Simbel; 1 g Crociera sul Nilo e chiuse di Esna (con templi di Kom Ombo ed Edfu); 2gg Luxor (tempio di Dendera, tempio di Luxor, tempio di Karnak, colossi di Memnone, Tempio funerario della regina Hatshepsut, Valle dei re con 3 tombe + tomba di Seti 1^, Valle degli artisti con 3 tombe compreso Sennedjem). Poi 4 giorni relax a Sharm el Sheikh.
Costo finale a persona 1700 euro 11 notti/12 giorni, tutto compreso: viaggi aerei intercontinentali e interni con 1 bagaglio da stiva, trasferimenti, guide, entrate, gita in feluca, crociera, pasti, bevande, hotel, visto, SIM, mance, assicurazione medico-bagaglio-annullamento, parcheggio aeroporto.
Diario di viaggio in Egitto
1° giorno – Viaggio
Con Lufthansa, Verona-Monaco-Cairo. A Monaco c’è un’ottima area relax e non è stato per nulla pesante attendere. Siamo arrivati al Cairo all’una di notte. L’autista dell’hotel era là fuori ad attenderci anche se per espletare tutte le pratiche necessarie si son fatte le 2. Appena scesi dall’aereo c’era la fila per comprare il visto (abbiamo anche cambiato 20 euro in lire egiziane per eventuali prime necessità), poi i vari controlli di rito. La valigia in stiva l’abbiamo trovata vicino al nastro trasportatore, custodita da un addetto dell’aeroporto. Dopo c’è stato l’acquisto della SIM, proprio prima dell’uscita. Siamo arrivati all’hotel in mezzora circa, in zona Garden City. La scelta dell’hotel era stata difficile, lo volevamo centrale per poterci anche muovere autonomamente ma fuori dal rumore e dal traffico caotico (continuano a suonare incessantemente il clacson), che fosse economico ma non fatiscente. Anche se poco gettonato su booking abbiamo optato per il Nile Villa Hotel, camera vista fiume. È un hotel vero e proprio (tutto l’edificio, non solo un piano come certi altri) e si trova a meno di 10 minuti di auto da Piazza Tahrir. Zona tranquillissima, qualità del sonno ottima (a parte un po’ di rumore dell’aria condizionata). È mediamente economico, quindi non ci aspettavamo standard europei di pulizia e manutenzione. Tutto sommato soddisfatti della scelta, anche se è stato necessario un po’ di spirito di adattamento. Bagno e camera erano abbastanza moderni ma con qualche pecca.
2° giorno – Cairo
Colazione piacevole servita in una terrazzina proprio sul fiume, con tanto di ventilatore, ma solo cose salate (omelette, formaggio, pane egiziano, ottime falafel) e tè alla menta. Tutti molto gentili e premurosi. Per visitare la città la guida locale ci ha aggregato ad un piccolo gruppetto di italiani. Siamo andati al mattino al Museo Egizio, ancora nella vecchia sede in centro. Anche se molti reperti sono già stati spostati nel nuovo museo di Giza, quelli più importanti, come il tesoro di Tutankhamon, erano ancora lì. La guida al museo è utile non solo per le spiegazioni, ma anche perché aiuta a trovare immediatamente i reperti più significativi facendo risparmiare un sacco di tempo. Ci è poi stato proposto un giro sul Nilo in feluca: eravamo scettici, ci sembrava “roba da turisti” invece vedere la città da quella prospettiva è stato bello. Dopo un pranzo a buffet siamo andati alle Piramidi di Giza, dove era possibile fare un piccolo itinerario sul dromedario (noi: no grazie, già provato). Siamo comunque andati al punto panoramico da dove fotografare tutte le piramidi in riga. Poi abbiamo visto la sfinge. La gita, come tutte quelle organizzate (per quello di solito le evitiamo) prevedeva soste in posti dove cercano di vederti qualcosa, in questo caso erano oli essenziali prima tappa e papiri seconda tappa, con dimostrazioni che per fortuna sono durate poco. Intanto abbiamo usufruito dell’aria condizionata, del bere gratis e del bagno. Non abbiamo dovuto comprare nulla. Invece di farci lasciare in hotel, al rientro, siamo scesi al mercato di Khan El Khaili in Old Cairo, quartiere mussulmano, e abbiamo percorso la famosa via El Moetz. Il cielo si era fatto scuro ma la zona era suggestivamente illuminata. C’era un sacco di gente, veramente pazzesco, c’era musica, animazione, profumi: il vero cuore pulsante della città. Abbiamo cenato un po’ al volo e preso qualcosa da bere a El Fishawi, noto come caffè degli specchi, poi siamo saliti su un taxi e siamo tornati in hotel.
3° giorno – Cairo
Dopo la colazione ( identica al giorno precedente) un autista è venuto a prenderci. Stavolta eravamo aggregati ad una coppia di giovani sposini. C’era un’altra guida che ci ha portati prima a Menfi e poi a Sakkara. C’è voluta più di un’ora per arrivarci, anche se sono solo 30 km, ma l’itinerario è stato interessante. Passare per una superstrada la cui costruzione ha letteralmente tagliato a metà degli enormi condomini di cui si vede ancora l’intonaco delle stanze, vedere le strade percorse non solo da auto, ma anche da carretti trainati da asini, cammelli, moto con intere faniglie sopra (tutti rigorosamente senza casco) e tuk tuk guidati da ragazzini. Poi tutte le coltivazioni, i villaggetti che sembravano rimasti ai tempi dei faraoni.
A Menfi, capitale dell’Antico Regno, c’è solo un piccolo museo a cielo aperto, con la sfinge di alabastro che si ritiene sia dedicata alla regina Hatshepsut e il Colosso di Ramses II (sdraiato e senza piedi) di 13 metri di altezza, che si può ammirare da vicino in tutti i suoi particolari. La necropoli di Saqqara, poco distante, comprende un tempio funerario edificato da Imohtep, delle mastabe di nobili con belle decorazioni interne raffiguranti scene di vita quotidiana, delle piccole piramidi in cui si può entrare percorrendo stretti cunicoli e la famosa piramide a gradoni di Djoser con entrata da pagare a parte per vedere un profondo pozzo dove veniva posto il sarcofago. Da Sakkara si vedono anche in lontananza le due piramidi di Dahshur, una delle quali ha una forma romboidale e in una giornata tersa, com’era, si scorgevano anche le piramidi di Giza.
Tappa semi-obbligata una scuola dove insegnano ai ragazzini a fare tappeti, e dove ovviamente c’è il punto vendita. Il pranzo è stato abbondante, in un ristorante molto particolare, all’aperto, con musici, molte specialità tipiche di verdure, poi riso e carne grigliata. Nel pomeriggio abbiamo visitato la cittadella del Saladino, una fortezza edificata su di una collina sovrastante Il Cairo. Ci sono da vedere praticamente solo le due moschee, una più antica, con cupole verdi e quasi tutta all’aperto, e una più recente , del XIX sec. fatta costruire da Muhammed Ali , che è la famosa moschea di Alabastro le cui cupole e minareti dominano la città.
Dalla cittadella siamo stati trasferiti direttamente all’aeroporto, dove abbiamo preso un volo Egypt Air per Aswan (Assuan), arrivando in serata. Con un taxi ci siamo recati all’Hotel CityMax (la navetta dell’hotel sarebbe costata il doppio), un hotel moderno e centrale, vicino all’approdo delle motonavi, che ha una piscina sul tetto. Il panorama dal balcone era suggestivo, con tutte le lucine colorate che costellavano la città e le barche sul fiume. Un’uscita dell’hotel dà direttamente all’interno di un centro commerciale, sul retro dell’hotel abbiamo trovato negozietti che vendono un po’ di tutto. La camera era molto colorata, l’aria condizionata e il WiFi funzionavano benissimo e tutto sommato era pulita. Abbiamo fatto una passeggiata, poi veloce cena. Nelle vicinanze dell’hotel era pieno di locali.
4° giorno – Aswan
Con il bollitore in camera e i biscotti che ancora avevamo in valigia ci siamo arrangiati per la colazione. Qui non abbiano avuto una guida, ma abbiamo preso un taxi che ci ha portati alla grande diga e poi verso il tempio di Philae che si trova su un’isola e che abbiamo raggiunto in barca. Dopo abbiamo fatto un pranzo leggero e veloce (c’era un McDonalds, vicino all’hotel ma non ci siamo fidati). Avremmo voluto andare a vedere il Villaggio Nubiano, invece alla fine abbiamo deciso di riposarci. Il mercato delle spezie non era lontano. Abbiamo deciso di andare a dormire presto perché ci aspettava un’alzataccia il giorno seguente.
5° giorno – Abu Simbel e crociera sul Nilo
Pacchetto crociera di una sola notte che comprendeva, oltre al pernottamento 3 pasti, (1 pranzo, 1 cena e 1 colazione), le visite con guida (dedicata sempre solo a noi due) ai templi di Kom Ombo ed Edfu (calesse compreso) e anche la gita ad Abu Simbel con pulmino privato e guida, il prelievo all’Hotel scelto ad Aswan e anche l’accompagnamento dall’approdo della nave all’Hotel scelto a Luxor.
Restavano fuori da pagare a parte solo gli ingressi a tutti i templi. La comunicazione con chi forniva il servizio, Nice Tours, è stata complicata: non rispondevano al telefono e nemmeno alle mail, ma solo a messaggi WhatsApp che leggevano dopo ore dall’invio. C’è voluta una certa dose di costanza e pazienza per ricevere i dettagli sull’ora del prelievo, dopo aver inviato loro le foto dei passaporti. Avevano sempre il dubbio che fosse una fregatura, invece ci è stato offerto esattamente tutto come da programma! Alle 4 del mattino, quando siamo scesi nella hall, è arrivato subito l’autista, addirittura in anticipo. 4 ore di viaggio su una striscia d’asfalto attraverso il deserto con un pit-stop in un bar in mezzo al nulla per i bisogni fisiologici e la colazione (ci eravamo portati tè e biscotti per non far file). Abu Simbel è una tappa imperdibile per vedere i templi di Ramses II e Nefertari che sono stati spostati blocco dopo blocco quando è stata costruita la grande diga di Aswan. Il Lago Nasser, le statue colossali di Ramses seduto, la brezza, il contrasto di colori… tutto mozzafiato. Valgono il lungo viaggio. Unico neo la folla: i templi erano templi straboccanti di gente, telefonini e teste in tutte le foto! Le spiegazioni della guida sono state interessanti: anche se non gli era permesso entrare all’interno ci ha fatto vedere tutte le foto delle pitture più significative che poi abbiamo cercato una volta entrati.
Sulla via del ritorno nel deserto abbiamo visto i miraggi, distese d’acqua dove non c’era invece altro che sabbia. Siamo arrivati ad Aswan verso le 14, siamo stati accompagnati a ritirare i bagagli in deposito all’hotel e poi alla motonave Beau Soleil, che è partita circa verso le 15. Una nave un po’ retrò, con una piccola piscina e una vasca idromassaggio sul terrazzo superiore. Ristorante buono, noi abbiamo avuto la “serata egiziana” con un sacco di specialità tipiche tra cui il koshari e dolci squisiti. La cabina aveva la finestra, non il balcone, era piccolina ma con tutto, anche frigo, aria condizionata e asciugacapelli (il wifi si paga). Purtroppo però, forse essendo la penultima verso la zona motori c’era un po’ di rumore e puzza di gasolio. Inoltre si sentiva un leggero dondolio che per chi soffre forte il mal di mare non è piacevole, anche se sopportabile. Ci siamo goduti la piscinetta nel pomeriggio, ma la sera l’acqua era già un po’ torbida e unta. Arrivati a Kom Ombo verso le 18, col buio, siamo andati al tempio a piedi, pochi passi, con la guida dedicata. Era bello tutto illuminato. Poi un giro nel museo dei coccodrilli (piccolissimo) e ritorno in nave per cena. Dopo c’era musica al bar.
6° giorno – Crociera
La visita al tempio di Edfu era prevista con partenza dalla nave alle 6, prima di colazione. Ci facevano pena quei poveri cavalli, che tiravano i calessi, ma la gente del posto vive con questa attività, quindi anche se un po’ col cuore stretto siamo saliti. Il tragitto dura circa un quarto d’ora. C’erano due lunghe file, una per entrare e l’altra per per fare i biglietti. La guida però a noi li ha fatti comprare (senza sovraprezzo) da un amico suo, quindi alle 7 appena il tempio ha aperto, avendo già i biglietti in mano, abbiamo superato tutti i gruppi in fila e siamo entrati fra i primi. Il tempio è grande e la guida, un ragazzo molto religioso, ci ha dato tutta un’interpretazione più mistica che storica del sito. Curioso punto di vista. Dopo la colazione in nave abbiamo viaggiato tutto il giorno, godendoci i panorami bucolici delle sponde del fiume. Poi abbiamo attraversato le chiuse di Esna. Lì c’è stato l’abbordaggio con scene assurde di barchette a remi che si avvicinavano alla motonave e i venditori di parei e asciugamani facevano un incessante lancio di pacchetti su verso i ponti e poi se non piacevano venivano ributtati giù. Abbiamo pranzato, pagando extra questo pasto e alle 15.30 siamo arrivati a Luxor, nell’approdo credo più lontano dal centro. La nave è stata parcheggiata in 4^ fila, per scendere abbiamo dovuto attraversare altre 3 navi. Un’auto privata mandata dal tour operator ci ha accompagnato all’hotel Pavillon Winter a pochi passi dal tempio di Luxor e dal punto i cui ci sono i battelli per passare dalla riva est alla ovest.
L’hotel è un 4 stelle che condivide giardino, piscina e ristoranti con il più lussuoso Winter Palace, vittoriano, dove pare abbiano dormito anche capi di stato e dove si svolgevano le indagini di Poirot (con soggiorni di Agata Christie). La camera era spaziosa, con balcone vista piscina e dotata di tutti i comfort (tranne il bollitore per il thè). Il giardino un’oasi, curatissimo, con perfino fenicotteri liberi. La piscina molto grande e pulita, niente a che vedere con quella vaschetta sporchetta che c’era in nave. Ci è stato utile anche un ATM proprio nel cortile dell’hotel. Dopo una nuotata abbiamo chiamato il room service per la cena. Dopo di che, tramite un’uscita secondaria, sempre sorvegliata dalla sicurezza come la principale, siamo arrivati direttamente in centro città, dove abbiamo passeggiato nel caos fino al suk, per comprare qualche regalino.
7° giorno – Luxor
La guida che avevano riservato per Luxor è venuta a prenderci dopo un’abbondante colazione in hotel, molto varia fra dolce e salato. Siamo stati abbinati ad due italiane per andare a Dendera, a circa un’ora e mezza di strada fra villaggi rurali e campi di canna da zucchero. L’imponente tempio, dedicato alla dea Hathor, è perfettamente conservato, con tantissimi disegni colorati. Siamo entrati nelle sue cripte mettendoci carponi, abbiamo percorso le sue scale a chiocciola decorate con geroglifici, ammirato le imponenti colonne, fatto il giro attorno alle possenti mura per vedere le uniche immagini d’Egitto raffiguranti Cleopatra. Anche se è un tempio dei meno antichi, lo abbiamo apprezzato particolarmente anche perché non c’era la solita massa di gente. Un po’ di riposo in hotel per mio marito e un bagno in piscina per me ci hanno rimesso a nuovo, così abbiamo affrontato, partendo verso le 15, le visite guidate ai templi della riva est, quella “dei vivi”. Prima il tempio di Karnak, il più grande d’Egitto (ma se ne visita solo una parte) dove abbiamo fatto i 3 giri attorno allo scarabeo esprimendo un desiderio.
Poi al tramonto/crepuscolo quello di Luxor, che ha la particolarità di avere al suo interno una moschea, resti di una chiesa cristiana e una cappella greca. Dopo le foto di rito al viale delle sfingi siamo tornati in hotel e ci siamo concessi una cena al ristorante elegante del Winter Palace, chiamato Corniche, con cibo internazionale. C’è un dress code per uomini che richiede pantaloni lunghi ma non la giacca (non l’avremmo avuta!) va bene anche una maglietta. C’era anche uno chic-barbecue nel giardino dell’hotel, ma abbiamo preferito l’aria condizionata. Abbiamo gustato due diversi piatti di pasta col pesce, che erano molto abbondanti e abbastanza buoni. Servizio cortese, ma il bello era l’atmosfera della sala, con le tovaglie bianche, le posate pesanti e i piatti filo oro. Rispetto ad altri locali è caro, ma alla fine abbiamo speso poco più che in una pizzeria da noi, e poi non avevamo proprio voglia di uscire dalle confortevoli mura dell’hotel.
8° giorno – Luxor
Ci siamo alzati presto e abbiamo fatto colazione verso le 6. Con autista e guida l’appuntamento era alle 7 per andare sulla riva Ovest, quella “dei morti”. Siamo stati abbinati ad una coppietta di giovani, sempre italiani. Prima tappa fotografica ai colossi di Memnone, che non ci hanno entusiasmato più di tanto. Poi la mitica Valle dei Re. Avevamo già deciso di pagare 1000 lire egiziane a testa (circa 100 euro in due) per poter entrare nella tomba di Seti I. Il biglietto va comprato subito e si può pagare con la carta di credito. È da pagare extra rispetto al biglietto d’ingresso alla valle dei re che comprende la possibilità di visitare 3 tombe fra quelle aperte ( il governo decide a turno quali tombe aprire).
Anche la tomba di Tutankhamon si paga extra, ma non costa molto. La guida ci ha detto però che a parte la mummia e un sarcofago nella tomba non c’è molto da vedere perché tutto è stato portato al Museo del Cairo e le pareti hanno pochi decori, quindi abbiamo deciso di saltarla. Con un trenino abbiamo raggiunto in pochi minuti l’area delle tombe. Abbiamo visitato quella di Ramses I, scoperta e scavata da un italiano, quella di Ramses III e quella di Merenptah, tutte ben decorate e colorate. Però c’era la consueta ressa, tutti che camminavano in processione, nelle camere interne mancava l’aria, per fortuna avevamo i ventagli. L’affollamento rendeva tutto chiassoso e sudaticcio. Alla tomba di Seti I non c’era nessuna fila. Siamo scesi, perché è profonda, ma senza nessun affaticamento o senso di soffocamento. Ci tremavano le gambe dall’emozione perché eravamo proprio “dentro la storia”. Ammaliati dalle splendide decorazioni, fra le più famose e ben conservate. Le figure sembravano saltar fuori dalle colonne e dalle pareti, così vivide e colorate, sembrano dipinte ieri. Abbiamo potuto ammirare tutto in santa pace, prendendoci tutto il tempo necessario, senza nessuno dietro che spingeva, senza vociare, senza teste e telefonini in mezzo fra noi e le bellissime pareti pitturate. Un sogno! Mai soldi furono meglio spesi! La guida ci ha poi condotto al tempio funerario della regina Hatshepsut, che si faceva trattare come un uomo e infatti si è fatta seppellire nella Valle dei Re. L’architettura del tempio a più piani è spettacolare, ma dentro ha poco o nulla.
Dopo la solita sosta obbligata, stavolta a una fabbrica di oggetti in alabastro, dove abbiamo bevuto e abbiamo usato i servizi, siamo arrivati all’ultima tappa del tour, la Valle degli Artisti. Deir El Medina è l’unico villaggio dell’antico Egitto di cui è rimasta traccia delle abitazioni. Ci sono tre piccole tombe, fra le quali il gioiello che non volevamo perderci: quella di Sennedjem, un artista che lavorava nelle tombe della Valle dei re. Il dipinto in cui lui e la moglie coltivano i campi del paradiso è pubblicato su tutti i libri di scuola. Tornati sulla riva est abbiamo pranzato in un ristorante tipico, poi piscina e relax. L’hotel ci ha fornito (gratuitamente) un check out posticipato così abbiamo potuto usufruire di una stanza fino al tardo pomeriggio, quando avevamo prenotato un taxi per l’aeroporto. Il volo Egypt Air Luxor-Cairo e poi Cairo-Sharm el-Sheikh era previsto alle 20.15. Purtroppo ha avuto un ritardo di quasi due ore. Non abbiamo perso la coincidenza ma il bagaglio da stiva non è uscito dal nastro trasportatore. Previdentemente avevamo un bagaglio a mano con tutto il kit emergenza: costumi, vestiti di ricambio, biancheria, medicine, mini beauty-case, pigiami e ciabatte. Avevamo prenotato una notte “di passaggio” in un hotel economico, il Dive Inn che si spaccia per un Resort ma in realtà è proprio poco consigliabile per un soggiorno. Noi ci abbiamo dormito solo poche ore e c’è bastato, camera squallida con un odore di fumo che abbiamo coperto con uno spray profumatissimo della Just che portiamo sempre con noi in viaggio. La vista dalla finestra dava su un muro.
9° giorno – Sharm el-Sheikh
Prima ancora di colazione, eravamo già via dal Dive Inn recandoci a piedi (era molto vicino) al nostro Resort direttamente sul mare, l’Albatros Royal Grand Sharm Adults Only (niente bambini schiamazzanti!). Essendo presto per avere la stanza ci hanno offerto la colazione e poi siamo andati ad attendere in piscina fino al check in, tanto avevamo già messo il costume. Nel primo pomeriggio è arrivata in hotel anche la valigia, dopo un po’ di telefonate. La camera superior era molto grande con un terrazzone fronte piscina e oltre la piscina vedevi il mare. Pulitissima, abbiamo scelto due lettoni invece del matrimoniale, si stava divinamente. All inclusive, per pensare solo a rilassarci e goderci questo surplus d’estate. Pasti a buffet, il cibo soddisfaceva tutti i gusti, anche se noi italiani qualche critica al cibo la dobbiamo fare sempre. Bisognava stare un po’ attenti ai corvi che quando mangiavi all’aperto erano lì in agguato per assaltare i piatti lasciati incustoditi su tavoli. Volendo c’erano anche panini e altri snack al bar della piscina ma noi non li abbiamo mai provati. L’animazione non era invadente, proponevano freccette, acquagym, danze caraibiche, zumba, yoga e waterpolo. Abbiamo usato il campo da bocce insegnando il gioco a due israeliani. C’erano anche tavoli da biliardo e da ping pong e il minigolf. I soliti omini giravano per proporti servizi vari a pagamento tipo spa ecc, ma non erano stressanti più di tanto. Gli esterni del resort erano curatissimi, prati, piante e fiori.
La spiaggia, beh… niente spiaggia, solo qualche lembo di sabbia ma non per nuotare o prendere il sole, solo per bagnarsi un po’ sul bagnasciuga. La costa era soprattutto a scoglio, ma avevano ricavato zone con ombrelloni e lettini e ce ne sono sempre stati di disponibili a qualsiasi ora, senza fare corse per accaparrarseli. Per nuotare bisognava percorrere un pontile e superare la barriera corallina, che in questo hotel è molto bella, con tanti pesci colorati. Scendendo dalla piattaforma, con la maschera si può fare snorkeling senza andare tanto in giro. Il mare lì è il più blu e il più caldo che abbia mai testato!
10° giorno – Sharm el-Sheikh
Relax in hotel tutto il giorno. Non volendo fare più escursioni abbiamo preso solo un taxi (di fronte all’hotel ce ne sono sempre vari che aspettano) per andare ad Old Sharm per vedere la moschea turca e per fare le ultime spese in quello che sembra un misto fra un centro commerciale e un suk. Dista pochi minuti. Dopo cena abbiamo assistito ad uno spettacolo sulla terrazza dell’hotel.
11° giorno – Sharm el-Sheikh
Atro giorno di relax. Abbiamo cenato al ristorante Culina, dentro l’hotel, che serve piatti di pesce. Bisogna prenotare ed è compresa una sola cena per soggiorno in questo ristorante (quindi non si paga niente extra). Purtroppo la sera c’era il party in piscina, con un bel po’ di musica di quella che pompa e fari colorati che guizzavano proprio davanti al nostro balcone. Ci siamo consolati pensando che alle 23 sarebbe tutto finito.
12° giorno – Sharm e rientro in Italia
Dopo colazione ultime ore in piscina, un tuffo in mare e poi trasferimento in taxi all’aeroporto per un volo NEOS diretto Sharm-Verona perfettamente in orario. Alle 19.30 eravamo in Italia.
In questo viaggio, il primo all’estero dopo la pandemia, ci siamo sentiti rinascere dentro lo spirito della scoperta e la voglia di toccare con mano la storia e di immergersi in atmosfere, culture e natura diverse e per noi nuove! Non vediamo l’ora della prossima partenza!